Alla vigilia del confronto tra il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, la Regione Puglia, la Provincia di Taranto e i Comuni di Taranto e Statte sull’accordo di programma per l’ex Ilva, accordo finalizzato a sbloccare la nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia), i ministeri modificano la bozza del testo rispetto alla prima versione trasmessa il 16 giugno. La novità principale del nuovo testo è che la nave di rigassificazione, che serve ad alimentare la transizione della fabbrica verso la decarbonizzazione, adesso “si configura come un intervento temporaneo e transitorio”. Questo, si puntualizza, “in previsione dell’implementazione di ulteriori soluzioni innovative di carattere strutturale coerenti con i principi di neutralità tecnologica”. E tra questi rientra “anche l’introduzione di nuove tecnologie per l’utilizzo integrato dell’idrogeno per supportare la produzione di acciaio a basse emissioni, in sinergia con l’implementazione dei progetti (IPCEI Hy2Infra) per la promozione dell’impiego industriale di idrogeno”. Invece nella versione dei giorni scorsi, non solo l’elemento della transitorietà non c’era, ma si diceva che la nave avrebbe operato dal molo polisettoriale, avrebbe avuto una capacità di lavorazione di un miliardo di metri cubi l’anno e sarebbe stata collegata al siderurgico con un nuovo gasdotto lungo 9 chilometri e fornito di quattro punti di connessione. Adesso non si parla più di molo polisettoriale - infrastruttura dove è il terminal container di Yilport e che in futuro sarà l’hub per gli impianti dell’eolico offshore galleggiante - ma si dichiara che il terminale di rigassificazione “verrà posizionato in un punto collegato alle infrastrutture necessarie per approvvigionare gli impianti di Taranto, tenendo conto delle misure di sicurezza stabilite nei piani di emergenza previsti dalla direttiva Seveso e in modo da non generare ostacoli alla piena operatività e continuità del traffico marittimo o interferenze con le attività operative e logistiche funzionali all’approvvigionamento dell’intero ciclo produttivo dell’acciaieria”. 

Inoltre la nuova bozza di accordo di programma - a cui, ha detto il Mimit, seguirà un altro sulla parte industriale con gli investimenti - stabilisce che “la Regione Puglia si impegna ad applicare le misure di compensazione nel rispetto dei limiti stabiliti dalla legge regionale 10 novembre 2023, n. 27”, tenendo conto dei volumi di gas richiesti “per le esigenze operative funzionali” alla decarbonizzazione del siderurgico di Taranto. Nel testo precedente, invece, sempre con riferimento alla legge del 2023, si diceva che “la misura di compensazione territoriale aggiuntiva del 3% sul valore del gas trasportato dagli impianti e alle infrastrutture del gas nel territorio pugliese, non si applica al gas fornito dalla nave rigassificatrice che sarà allocata presso il porto di Taranto, avuto riguardo al fatto che i relativi volumi di gas sono funzionali al processo di decarbonizzazione” e che si tratta di “un obiettivo ambientale che non richiede compensazioni”. Rispetto alla prima bozza, nella seconda rimangono infine invariati la conclusione nel 2039 - attraverso step progressivi - del processo di decarbonizzazione attraverso tre nuovi forni elettrici e tre impianti di preridotto, la produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio, da conseguirsi prima con gli altiforni e poi con regime misto, altiforni e forni elettrici, e l’installazione nella rada di Taranto di una piattaforma di desalinizzazione per approvvigionare il siderurgico di 110mila metri cubi di acqua al giorno. Su questa bozza, in vista del confronto di domani con Urso, i vertici di Provincia di Taranto e Comuni di Taranto e Statte discuteranno questa mattina con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Il Comitato per la Difesa del Territorio Ionico ha inviato nelle scorse ore una richiesta formale di chiarimenti e documentazione tecnica ad Acquedotto Pugliese (AQP)Regione PugliaARPA Puglia e Comune di Taranto, in merito agli impianti di dissalazione che riguardano il nostro territorio e agli scarichi di salamoia previsti nel Mar Grande.

In particolare, il Comitato ha chiesto:

• conferma dell’ipotesi di un secondo dissalatore marino, destinato a servire l’industria siderurgica ex Ilva, già menzionato in dichiarazioni del Ministro Urso e documentato in precedenti atti del CIS Taranto;

• dettagli sul punto di scarico in mare e sul livello di concentrazione salina del refluo, da confrontare con lo scarico previsto dal dissalatore attualmente in costruzione sul fiume Tara;

• trasmissione di eventuali studi di modellazione idrodinamica e bilancio salino, necessari per valutare l’effetto cumulativodei due impianti sul Mar Grande, ecosistema fragile e già in sofferenza per la bassa capacità di ricambio idrico;

• conferma del coinvolgimento operativo di ARPA Puglia come ente terzo di controllo ambientale.

Il Comitato ribadisce che ogni nuova infrastruttura di questo tipo, se non accompagnata da una valutazione tecnica rigorosa e integrata, rischia di aggravare la vulnerabilità dell’area costiera, compromettendo habitat, specie protette e qualità delle acque.

Per questo motivo, è stato chiesto ad AQP e alle istituzioni locali non solo di fornire risposte puntuali entro 15 giorni, ma anche di convocare un incontro pubblico di restituzione tecnica, aperto alla cittadinanza, per discutere dati, simulazioni e garanzie di compatibilità ambientale.

«Basta notizie frammentarie apprese dai giornali: la comunità ionica ha il diritto di sapere come viene gestita l’acqua e quale impatto comporta lo smaltimento della salamoia. La tutela del Mar Grande deve essere una priorità concreta, non un dettaglio tecnico secondario», dichiara il Comitato.

La richiesta, inviata per conoscenza anche al presidente dellaRegione Puglia, al sindaco del Comune di Taranto e ai ministri coinvolti (MASE e Ministero del Made in Italy), si affianca al ricorso già presentato dal Comitato alla Commissione Europeasul caso del dissalatore Tara, per presunte violazioni delle direttive Acque, Habitat, Uccelli e DNSH.

Il Comitato invita cittadini, associazioni e istituzioni a seguire da vicino gli sviluppi, a pretendere trasparenza e a difendere insieme un bene comune che non può più essere sacrificato a logiche industriali a scapito dell’ambiente.

 

 

 

La musica come mezzo per esplorare il mistero della vita e l’essenza delle cose. Si preannuncia immersivo e coinvolgente il secondo appuntamento con “Chiostro in Musica”, la rassegna voluta dalla Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo col supporto della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della cultura, all’interno dell’antico Chiostro di Sant’Antonio a Taranto e realizzata nell’ambito dell’Estensioni Music & Light Festival 2025 da Idea Show.

Il 27 giugno, infatti, tra le mura quattrocentesche e le splendide arcate del grande complesso architettonico che ospita una delle sedi della Soprintendenza nazionale, arriva infatti Roberto Cacciapaglia, uno dei pianisti più innovativi e profondi del panorama internazionale.

 

Si tratta di una esperienza dal vivo che va ben oltre il semplice concerto – spiega Angelo Michele Raguso,responsabile della sede operativa dell’ex Convento di S. Antonio e ideatore della rassegna – perché si fonde appieno con il luogo e promette, come nello stile di Cacciapaglia, di creare un’unione tra ascoltatore e interprete”.

 

Luogo, storia ed emozioni che trovano conferma anche nelle parole della Soprintendente, Francesca Romana Paolillo. “Uno dei nostri compiti è quello di favorire la conoscenza e la pubblica fruizione dei luoghi della cultura di Taranto affidati alle nostre cure: al Convento di San Domenico in Città Vecchia abbiamo allestito la mostra “Nostoi. Frammenti di storia” e al Convento di Sant’Antonio accogliamo il pubblico appassionato di musica”.

 

Il 27 giugno, alle 20.00, si preannuncia, dunque, un’altra serata di grande successo con Cacciapaglia che propone all’interno del chiostro dell’ex Convento di Sant’Antonio, la sua musica d’avanguardia, che unisce minimalismo, elettronica e spiritualità, un viaggio che come lui stesso afferma “attraversa i sentimenti più intimi e le riflessioni più profonde”.

 

Roberto Cacciapaglia, distintosi per la sua integrazione tra tradizione classica e sperimentazione elettronica, ha realizzato la colonna sonora dello show serale dell'Albero della Vita di Expo 2015 e la sua produzione conta 23 album realizzati, alcuni con le più importanti orchestre internazionali: Royal Philarmonic Orchestra, Teatro alla Scala Academy Orchestra, Moscow Imperial Orchestra, Dubai Philharmonic Orchestra, etc. È stato in concerto alla Carnegie Hall di New York (2019), alla Cadogan Hall di Londra (2023) e nei più prestigiosi teatri di Italia, Russia, Cina e Turchia. Negli anni '80/'90 le sue musiche sono state utilizzate da importanti marchi italiani e internazionali come colonna sonora e ha prodotto artisti italiani di spicco. Importante anche la sua collaborazione con il maestro Franco Battiato.

 

Tutti gli spettacoli di “Chiostro in Musica”, si svolgeranno nel complesso monumentale dell’ex Convento di Sant’Antonio, in via Luigi Viola, 5 (Taranto) e inizieranno alle ore 20.

 

Il biglietto per assistere allo spettacolo di Roberto Cacciapaglia è già disponibile sulla piattaforma Vivaticketall’indirizzo: https://www.vivaticket.com/it/ticket/roberto-cacciapaglia/267432?culture=it-it

 

Prossimo evento con “Chiostro in Musica” il 28 luglio con l’amatissimo pianista e performer Stefano Bollani.

Comitati, Cittadini, Associazioni, Movimenti tornano a far sentire la loro voce con una lettera aperta indirizzata al presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano, al sindaco di Taranto Pier Bitetti e al sindaco di Statte Pasquale Spada. Lo fanno subito dopo la presentazione della bozza dell'Accordo di Programma Inter istituzionale sull'ex Ilva e alla vigilia della riunione decisiva fissata per mercoledì 25 presso la sede del Mimit a Roma. Nella lettera si chiede di non firmare un accordo che penalizza il territorio e non offre alcuna garanzia di riconversione.

Ecco il testo 

 

Gentilissimi,
Ci rivolgiamo a Voi con senso di profonda preoccupazione ed urgenza, all’indomani della proposta di Accordo di Programma avanzata dal Ministro Urso per il presunto rilancio industriale del nostro territorio.
Avete l’opportunità, rara e cruciale, di non ripetere l’errore tragico compiuto sessant’anni fa, quando la classe dirigente dell’epoca accettò - o, forse,  subì - l’insediamento dell’Italsider, condannando Taranto e Statte a diventare un distretto industriale votato all’acciaio, sacrificando salute, ambiente e prospettive di sviluppo economico differenti e pulite. 
Quella scelta, allora presentata come progresso e modernità, ha prodotto decenni di inquinamento, malattie, marginalità economica e devastazione ambientale. 

Oggi, l'intero territorio tarantino si trova di fronte a un nuovo bivio storico e tocca a voi decidere da che parte stare: se ripetere gli errori del passato, o finalmente voltare pagina, proiettandoci verso un futuro più luminoso con scelte coraggiose.
L’Accordo di Programma proposto, nella sostanza, non segna alcuna discontinuità con il passato. 
Anzi, si fonda su un'AIA che ricalca lo stesso schema: condannare a mantenere ancorato  questo territorio agli altiforni a carbone fino al 2039. Dietro le parole “rilancio” e “transizione”, infatti, si celano nuove opere impattanti e scelte energivore che aumenteranno la pressione su un territorio già saturo di impianti inquinanti e al limite della sopportazione:
- La realizzazione di un nuovo dissalatore, pensato per l’approvvigionamento idrico dell’industria, a rischio di ulteriori squilibri marini e ambientali in una costa già compromessa, mentre la città è già impegnata ad opporsi nei confronti di quello che si vuole realizzare sul Fiume Tara;
- L’arrivo di una mega nave rigassificatrice galleggiante nel porto di Taranto, che aumenterebbe il traffico di metaniere, il rischio di incidente rilevante e l'impatto sull'ambiente e sulla salute, in un’area urbana e portuale strategica, sottraendo spazi vitali allo sviluppo del porto ed al suo rilancio, che lo relegherebbero ancora una volta al servizio della grande industria, a discapito della logistica civile, della nautica, del traffico commerciale, del turismo crocieristico e dello sviluppo di una portualità sostenibile;
- La costruzione di nuove infrastrutture industriali legate alla produzione del preridotto, con annessi impianti, aree retroportuali e consumo di ulteriore suolo;
- La totale assenza di un progetto credibile di bonifica, di riconversione e di riconsegna delle aree compromesse alla comunità.
Non si tratta di un vero "piano di transizione", ma di un’estensione del passato nel futuro. 
Un passato che ha già dimostrato, con i dati, con le morti, con le sentenze, con le malattie, quanto alto sia il prezzo da pagare.
Ed allora vi chiediamo, con profondo rispetto istituzionale ma con altrettanta fermezza, un atto di coraggio e di amore per il territorio ionico e per il suo futuro: non firmate l'Accordo di Programma e non cedete alle richieste del Ministro Urso che vuole scaricare i fallimenti del governo nei confronti degli enti locali.
Volete essere ricordati come gli amministratori che hanno avuto il coraggio di dire no a un’altra imposizione dall’alto, o come coloro che, nel nome della necessità e della pressione politica, si piegheranno avallando la prosecuzione di un modello fallimentare che attualmente produce malattie, morti e disoccupazione, lasciando ai vostri figli e alle future generazioni un territorio ancora più lacerato, compromesso e privo di alternative? 

Noi crediamo che Taranto, Statte e l’intera provincia abbiano già pagato un prezzo altissimo in nome del profitto, e che abbiano diritto ad una seconda occasione, scrivendo un futuro differente:  se lo farete, troverete la città al vostro fianco pronta a sostenervi.
Adesso o mai più. Avete il peso della responsabilità sulle vostre spalle e gli occhi della cittadinanza dell'intera provincia su di voi. 
Confidiamo nel buon senso e siamo certi che saprete valutare e prendere la decisione con coscienza, consapevolezza e rigore morale.  

Associazioni firmatarie

A.p.s. Ammostro
A.p.s. Apulia MusicArte 
A.p.s. Cinerapsodi
A.p.s. Fucarazza
A.p.s. Il gazebo esagonale (La Factory)
A.p.s. La Perla Lory Intini
A.p.s. Musicasetta (Mercato Nuovo)
A.p.s. Sano/Sano
A.p.s. Spazio Teatro di Statte
A.p.s. Taras 706 a.C.
AIL - Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma Taranto
Altamarea
Alzaia
Ammenochè Educare in Natura
ANPI Statte
Anta
Arci Statte
Ass. Diabetici Jonici
Ass. Dis-Education
Ass. Donatori Sangue "Nicola Scarnera" per Bambino Microcitemico ETS OdV
Associazione Citte Citte OdV ETS
Associazione Cova Contro Basilicata
Associazione Culturale AFO6
Associazione culturale Liberarte - Art of free souls
Associazione culturale Volta la carta
Associazione per il parco regionale del mar piccolo
Associazione Pittaggio del Baglio
Associazione Ricreativa Culturale Ambientale Taranto
ATP Pro Loco Capo S. Vito
CasArcobaleno - Centro Rifugio e Co-housing LGBTQIA+ di Taranto
Codacons Taranto 
Collettivo Human Pride
Collettivo Salotto Elettronico
Collettivo Videokult
Come un bucaneve - Palagiano
Comitato art. 32 “Diritto alla salute” Statte
Comitato in difesa del territorio ionico 
Comitato Io amo i nidi comunali
Comitato Territoriale Arcigay Taranto
Cooperativa Sociale Equociqui
Ethra accademia sociale
Friday for Future Taranto
Gambe di Mazinga
Giorgioforever
Giustizia per Taranto
Gruppo Anonimo '74 O.d.V. - Monteiasi
Hermes Academy
Il luogo dei possibili
Isde - medici per l’ambiente Massafra
La Casa delle donne Taranto OdV
La 'Ngegna Pulsano ETS OdV
Legambiente Fragagnano
Lignum - alberi per Taranto
LIPU Taranto
Ma i tarantini
Mangrovie APS
Mediterranea Saving Humans edt Taranto
Meta Sud
Movimento Giovanile Terra Jonica
Movimento Studentesco Taranto
OPS Osservatorio Permanente Salinella OdV
Pane e PC l'informatica per tutti
Peacelink 
Plasticaqquà
Post Disaster Associazione
PowerAut ODV
Scià Massafra
SiAmo Taranto
Statte Ecoattiva
Sud Est Donne
Taranto Lider
Taranto Pride Net
Taranto Think Tank
Veraleaks
WWF Taranto 
WWF Trulli e Gravine

Si espande Vestas, l’azienda danese leader negli impianti per l’energia eolica presente a Taranto da molti anni. L’altro ieri, in un’area attigua allo stabilimento in prossimità della strada provinciale tra Taranto e Statte, Vestas ha avviato il cantiere per tre nuovi capannoni industriali che si estenderanno su una superficie di circa 15mila metri quadrati. Per l’investimento, la Vestas ha presentato domanda alla Zona economica speciale unica per ottenere la trasformazione in area industriale di una che non lo era in modo da poter costruire. Vestas ha così ottenuto il permesso a costruire e una volta ricevuta dalla Zes l’autorizzazione unica, ha presentato l’altro ieri la comunicazione di inizio lavori. I capannoni saranno pronti a fine 2026 e Vestas li userà per le pale eoliche. Sarà un’espansione dell’attuale sito.

    Altre attività per l’eolico sono poi previste sulla piattaforma logistica che a fine maggio Vestas ha ottenuto in concessione per nove anni dall’Autorità portuale del Mar Ionio. Intanto va avanti la produzione della nuova pala eolica - al momento la più grande del mondo con una lunghezza di 115,5 metri - destinata alla super turbina V236 da 15 MW. Al momento, ne risulterebbero spedite da Taranto una cinquantina, ma il dato produttivo potrebbe essere più alto. La produzione va verso in graduale aumento. Da Taranto parte una nave ogni 25 giorni, ma il passo dovrebbe accelerare. Attualmente ogni nave trasporta nove pale e prossimamente, e per i prossimi sei mesi, si passerà a dodici, che è il massimo della capienza di trasporto. L’ultima con nove pale dovrebbe salpare agli inizi di luglio. Inoltre Vestas starebbe programmando l’impiego di due-tre navi per accompagnare la crescita produttiva.

    Da Taranto le pale vanno nel porto danese di Esbjerg, costa ovest, il quale fa da hub di stoccaggio. Da qui le pale ripartono con le navi addette alla posa in opera nei mari del Nord dove ci sono diversi progetti. Per quest’attività inaugurata lo scorso novembre, Vestas, attraverso la controllata Vestas Blades Italia, ha ottenuto da Invitalia un contributo di 40 milioni di euro attraverso  risorse Pnrr (industria eolica) a valere su un progetto da 104 milioni che prevede a Taranto due nuove linee di produzione. Infine, l’espansione dell’azienda ha anche un importante riflesso occupazionale. Secondo fonti sindacali, l’anno scorso sono state effettuate circa 700 assunzioni con contratto interinale da Manpower, mentre più di 300 sono stati stabilizzati negli ultimi due anni, e con la stessa modalità quest’anno ci sono stati altri 100 assunti.

Don Francesco Venuto: “Vogliamo regalare al nostro quartiere una giornata di luce e speranza”

 

Il conto alla rovescia è cominciato: il prossimo 27 giugno il quartiere si vestirà a festa per onorare il Sacro Cuore di Gesù, una ricorrenza che negli ultimi anni è diventata un vero e proprio punto di riferimento per tutta la comunità, grazie all’instancabile guida di don Francesco Venuto, parroco giovane ma già profondamente amato.

 

“Sono arrivato qui con il desiderio di seminare fiducia e costruire legami veri. Oggi posso dire, con il cuore colmo di gratitudine, che una comunità è nata davvero: viva, accogliente, capace di stringersi attorno alla fede e alla voglia di stare insieme”, racconta don Francesco.

 

Il Triduo di preparazione

 

La festa avrà il suo culmine il 27 giugno, ma la comunità si sta già preparando spiritualmente attraverso un Triduo di preghiera, che si svolgerà dal 24 al 26 giugno: tre giorni intensi di riflessione, adorazione e meditazione sul mistero del Cuore di Gesù, simbolo di amore infinito e misericordia.

 

“Il triduo è il cuore pulsante della nostra festa. Non è solo un momento religioso, ma un’occasione per fermarsi, ascoltare, ricominciare. In un tempo che corre troppo in fretta, abbiamo bisogno di riscoprire ciò che ci unisce davvero”, spiega don Francesco.

 

Il programma del 27 giugno

 

Sarà una giornata intensa, ricca di appuntamenti e soprattutto carica di emozioni.

 

La mattina presto, la banda musicale attraverserà le vie del quartiere, svegliando con note festose grandi e piccoli: un richiamo antico, semplice e gioioso, che annuncerà l’inizio della celebrazione.

 

Nel pomeriggio, alle ore 17.30, si reciterà il Santo Rosario, e a seguire, alle ore 18.00, la Santa Messa all’aperto in via Dante, seguita dalla processione solenne con la statua del Sacro Cuore che attraverserà le strade del quartiere, portando con sé preghiere, canti.

 

Ma la festa non finisce qui. In serata, spazio alla musica e al divertimento con l’attesissimo concerto de “I Cugini di Campagna”, storica band della musica italiana, che farà cantare e ballare tutti. A chiudere la giornata, uno spettacolo di fuochi pirotecnici illuminerà il cielo, simbolo di quella speranza che il quartiere non ha mai smesso di cercare.

 

Una festa per tutti

 

“Il nostro quartiere – dice don Francesco – ha conosciuto tante ferite, tante fatiche. Ma questa festa vuole essere una carezza, un abbraccio collettivo, un momento in cui ognuno possa sentirsi a casa. Vogliamo che sia una giornata di serenità per tutti, senza distinzione. La porta è aperta: tutti sono invitati, perché l’accoglienza è il primo miracolo di ogni vera comunità.”

 

E guardando le luci che già cominciano a brillare tra le strade, si capisce che questa non è solo una festa: è una testimonianza viva di fede, di speranza e di amore condiviso. Il Sacro Cuore batte forte, anche e soprattutto qui.

"L’Associazione Commercianti “Costa Attiva” Litoranea di Pulsano dice BASTA e lo dice forte e chiaro: non tollereremo più chi infanga il nome del nostro paese per puro gusto di lamentarsi o per guadagnarsi qualche like facile sui social."

È quanto si legge nella nota a firma dell'Associazione Costa Attiva.

"Quest’anno Pulsano ha conquistato la Bandiera Blu 2025, un traguardo storico frutto di sacrifici, lavoro di squadra e investimenti reali. 

Mentre chi ama davvero Pulsano si rimbocca le maniche per renderla ancora più bella e accogliente, c’è chi non perde occasione per sputare veleno, postare foto strategiche di angoli trascurati e pontificare senza muovere un dito per cambiare le cose.

È ora di dire le cose come stanno: chi ama Pulsano costruisce, non distrugge. 

Chi ama Pulsano porta idee, non chiacchiere. Chi ama Pulsano si fa carico dei problemi, non si fa paladino di un malcontento sterile e autodistruttivo.

Danneggiare l’immagine di Pulsano vuol dire danneggiare tutti noi: commercianti, imprenditori, famiglie, giovani che scommettono sul territorio e investono tempo, soldi e futuro.

A chi pubblica post tossici rispondiamo: voi non siete la voce della comunità. 

Siete il freno di chi lavora per far emergere le potenzialità di questa terra meravigliosa.

I problemi esistono? Certo che sì. 

Ma non si risolvono trasformando Facebook in una discarica di lamentele: si affrontano nei luoghi giusti, con chi di dovere, con proposte concrete e impegno reale.

Noi non resteremo più in silenzio davanti a questo scempio. Da oggi in poi l’Associazione Commercianti vigilerà, risponderà e denuncerà ogni campagna di discredito fatta alle spalle di Pulsano e dei suoi cittadini onesti.

Dov’è finito quel senso di comunità di cui tanto ci vantiamo?

Denunciare sui social, senza agire nelle sedi competenti, non è segno di amore per Pulsano, ma di superficialità e irresponsabilità.

Invitiamo tutti i cittadini a riflettere: le difficoltà esistono e vanno affrontate insieme, ma pubblicare foto e messaggi denigratori serve solo a danneggiare chi lavora onestamente e a scoraggiare chi vuole investire nel nostro territorio.

L'Associazione Commercianti Litoranea di Pulsano dice basta a questa deriva distruttiva e invita tutti coloro che hanno a cuore Pulsano a unirsi in un fronte comune, per tutelare il bene più prezioso che abbiamo: la nostra terra e la sua immagine.

Chi ama Pulsano lo dimostri con i fatti, non con post velenosi. 

Chi non sa fare altro che distruggere, sappia che non troverà più terreno fertile.

A chi gioca a fare il paladino del malcontento: qui non siete benvenuti. Qui si lavora, si combatte e si cresce insieme.

Noi commercianti, che ogni giorno investiamo tempo, denaro, energie e spesso rinunce personali per offrire servizi di qualità e accogliere turisti e cittadini in un contesto decoroso, siamo stanchi di subire le conseguenze di questo continuo screditare il nostro paese.

Chi ama davvero Pulsano non distrugge, ma costruisce.

Chi tiene al futuro di questo territorio si rimbocca le maniche, collabora, propone soluzioni e valorizza le risorse che abbiamo la fortuna di possedere.

Pulsano merita rispetto. E noi lo pretenderemo. Sempre."

Medimex chiude con il concerto dei Massive Attack che sull'incredibile palco della Rotonda del lungomare di Taranto fanno registrare il tutto esaurito con uno spettacolo che suscita nel pubblico emozioni profonde e grande coinvolgimento, toccando temi scomodi.

Soddisfattissimi gli organizzatori per una tre giorni che ha portato Taranto  al centro della grande musica sia con i concerti di St.Vincent, Primal Scream e Massive, che con la serie di eventi collaterali. 

‘L’edizione 2025 – si legge nella nota finale degli organizzatori – ha registrato grande partecipazione ai circa 70 appuntamenti in programma, importante copertura mediatica, oltre 1 milione di utenti raggiunti e 5 milioni di impressions sui social network (dati in aggiornamento), strutture ricettive sold out e notevole partecipazione di operatori del settore’.
Lu.Lo. 

"Sarà un'estate scoppiettante" con questa promessa la vicesindaca di Pulsano, Antonella Lippolis ha ufficialmente dato il via all'estate pulsanese con il concerto che si è tenuto all'alba di questo solstizio d'estate nella piazzetta della Litoranea dei Micenei, battezzata proprio ieri sera "Piazza Mia Martini".

Nella splendida cornice dell'area che si affaccia sulla baia dei Mori, l’ensemble The Harmonic Leggèria ha creato una atmosfera davvero suggestiva spaziando dalle melodie di Ennio Morricone, a Lady Gaga, Lucio Battisti, Franco Battiato, Abba e molto altro.

Un "risveglio" magico ed emozionante organizzato dall'amministrazione guidata da Pietro D'Alfonso, in collaborazione con il Conservatorio “G. Paisiello” di Taranto

Dopo uno stallo di quasi tre anni, è ripartito ieri a Taranto, con un nuovo tavolo operativo, il Contratto istituzionale di sviluppo per l’area di Taranto, in sigla Cis, messo in pista dal Governo nel 2015 per attutire l’impatto della crisi dell’Ilva e cercare di avviare interventi e infrastrutture che facessero da leva al rilancio economico. Il ministro per la Coesione, Tommaso Foti, ha nominato nuovo responsabile unico del Cis il parlamentare di FdI Dario Iaia, che ieri ha presieduto la prima riunione, presenti sindaco di Taranto, presidente della Provincia, sindaci dell’area di crisi complessa, Regione Puglia, commissari alla bonifica e all’Autorità portuale del Mar Ionio, Autorità di bacino dell’Appennino meridionale, Camera di Commercio, Consorzio Asi e Marina Militare. Attraverso la riprogrammazione di risorse già deliberate e nuovi stanziamenti, il Cis Taranto ha avuto un budget di un miliardo e mezzo, sono stati presentati 151 progetti, 66 risultano completati e restano ora a disposizione da spendere circa 800 milioni. Riqualificazione urbana, housing sociale, città vecchia, porto, bonifiche ambientali e interventi per la Marina Militare, sono le priorità delle ripartenza del Cis, ha dichiarato Iaia. “Accelerare quanto più possibile l’esecuzione delle opere e degli interventi perché è uno strumento fondamentale per Taranto e per l’area di crisi complessa e quindi per i Comuni di Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola” ha detto Iaia, delineando gli obiettivi del Cis. E ancora, “mettere a terra le risorse, si definiscano e vengano realizzati gli interventi, si comprendano quali sono le criticità e gli incagli. Se sono insormontabili, l’idea è quella di procedere con la riprogrammazione dei finanziamenti. Se invece ci sono problemi di accelerazione, il nostro intento è dare una mano con il ministero della Coesione e con Invitalia per fare in modo che si proceda e le risorse siano effettivamente utilizzate”. Per Iaia, “se il Cis funziona e corre, può davvero cambiare il volto di questo territorio”. Secondo il neo sindaco, Piero Bitetti, “le priorità su Taranto città sono chiare: salute pubblica, bonifiche, gestione rifiuti, rigenerazione urbana, potenziamento delle infrastrutture, transizione economica e una governance unitaria. Il percorso è certamente complesso, ma è l’unico possibile per garantire un futuro sostenibile, giusto e inclusivo” aggiunge Bitetti, assicurando “la piena disponibilità del Comune di Taranto a collaborare in ogni fase: accelerare i progetti in corso, sbloccare quelli fermi, condividere soluzioni, superare ostacoli”. 

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