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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

È una città che perde pezzi, uno dopo l’altro. C’è chi parte, chi abbassa per l’ultima  volta la saracinesca del proprio negozio, chi saluta i colleghi non sapendo se e quando potrà tornare al lavoro. Ogni caso ha la sua storia e non tutte le storie sono assimilabili tra loro. Tutte insieme, però, offrono lo spaccato  di una città sempre più vuota e rassegnata,  di una città più povera.  In occasione della manifestazione organizzata per ricordare i bambini vittime dell’inquinamento da queste colonne abbiamo auspicato una ripresa dei temi della “vertenza Taranto”,  che è da considerarsi tutt’altro che chiusa, con uno spirito diverso, nuovo. Recriminare  non serve, non paga,  incattivisce gli animi e non porta da nessuna parte.  Continuare a ripetere che su queste sponde non esiste una classe dirigente all’altezza della situazione, capace cioè di governare la complessità della realtà tarantina, non ha senso. L’unica risposta possibile è quella di mettersi in gioco ma avendo una visione aperta e provando ad andare oltre la coltivazione ciascuno del proprio orticello. La chiusura del

Bar Caffè Bernardi di Corso Due Mari è in questo senso emblematica. Se un’azienda così prestigiosa getta la spugna perché non riesce a pagare il fitto del locale (pare fosse anche partita una richiesta di aumento del canone che sarebbe stato già di 4mila euro al mese) significa che c’è qualcosa che non va.  Possibile che non sia stato possibile arrivare ad un accordo ed evitare decisioni drastiche che penalizzano l’immagine della città privandola di quello che rappresentava un punto di riferimento sia per i tarantini che per i turisti ?  È anche da questi particolari che si riconosce l’attitudine di una comunità a fare quadrato intorno a ciò che la rende appetibile, a ciò che la valorizza. Per colpa di situazioni analoghe il Borgo si sta progressivamente spopolando a vantaggio dei grandi Centri Commericali.  Potremmo ripetere senza temere di sbagliare l’eterno ritornello che è anche come sempre una questione di cultura. Già, perché è così, una questione di cultura.

 

La sua masseria, a ridosso delle ciminiere del siderurgico, è diventata il simbolo di una stagione: prima l’abbattimento degli animali contaminati, poi la riconversione, perché con caparbietà e determinazione Vincenzo Fornaro non ha mai voluto abbandonare quel luogo.  Ora la doccia fredda, nell’ambito del monitoraggio che certificherebbe un preoccupante aumento  delle emissioni inquinanti nei cieli di Taranto emerge che la centralina Arpa posizionata sul tetto della masseria Carmine avrebbe rilevato la presenza di valori diossina intollerabili, pari addirittura a quelli di 10 anni fa .  Vincenzo Fornaro, che siede nei banchi del Consiglio comunale, una volta appresa la notizia, ha manifestato il proprio sconcerto e la propria volontà di approfondire la situazione nella nota che di seguito pubblichiamo 

 

Apprendo con stupore che sono stati rilevati nella cosiddetta "zona rossa" che comprende anche la nostra Masseria, Masseria Carmine, valori di diossina equiparabili a quelli di 10 anni fa. Questi dati dovrebbero pervenire dal deposimetro posizionato nel 2008  dall'Arpa sul tetto della nostra azienda.

 

Qualora la notizia, lanciata oggi da Telenorba si rivelasse vera sarebbe di una gravità inaudita, sarebbero stati cancellati come con un colpo di spugna 10 anni di battaglie. Mi chiedo cosa succederebbe oggi se avessimo portato nuovi animali a pascolare su quei terreni, avremmo forse subito una  nuova mattanza, ma soprattutto mi chiedo come si possa affermare di aver risolto il problema Ilva se continuano a venir fuori dati  così inquietanti. Ricordo che in quell’azienda ci vivo tuttora con la mia famiglia e la notizia di oggi mi lascia  perplesso e preoccupato. Nelle prossime ore farò tutti gli atti consequenziali per approfondire la vicenda.

“Fase di verifica dei requisiti, no a cattiva informazione”

“Nelle ultime ore, a mezzo social, apprendiamo di una certa cattiva informazione, proveniente da soggetti non titolati ed esterni all’Amministrazione, rispetto alle procedure di adesione all’Avviso Regionale Mi Formo e Lavoro, pertanto sono necessarie alcune precisazioni”, fa sapere l’assessore al Lavoro, alla Formazione e all’Istruzione Sebastiano Leo.

“Chiariamo subito che non c’è, allo stato, nessun beneficiario certo e nessuno escluso. Regione Puglia si è limitata a mettere a disposizione dei Centri per l’Impiego un primo blocco costituito dai primi 6.000 nominativi, calcolati sulla base del budget disponibile di 24 milioni di euro, che in ordine strettamente cronologico hanno trasmesso la propria Manifestazione d’Interesse al bando. Attualmente – continua Leo – i CPI pugliesi stanno verificando il possesso dei requisiti di accesso al bando di questo primo gruppo di persone, primo su tutti lo status di disoccupazione”.

“Completata la fase di verifica dei requisiti delle persone appartenenti a questo primo blocco verrà distribuito un ulteriore elenco, dimensionato sulla base delle persone che a seguito della verifica del primo gruppo di nominativi risultino non avere i requisiti, e sempre – precisa Leo – nei limiti del budget disponibile di 24 milioni, che stiamo valutando anche di rimpinguare”.

“In contemporanea gli enti di formazione già qualificati per l’erogazione dei corsi, stanno procedendo con la progettazione di dettaglio dei corsi proposti. La distribuzione dei Voucher ai cittadini per cui è stato riscontrato il possesso dei requisiti avverrà al completamento della fase di verifica. Mi preme chiarire – conclude l’Assessore – che questa procedura di controllo ha proprio l’obiettivo di tutelare chi realmente è disoccupato e quindi è in possesso dei requisiti, vivendo una situazione di disagio concreto e bisognoso di un percorso di riqualificazione professionale, di una seconda opportunità”.

 

https://youtu.be/NHTXjulYLGc - Il nuovo lavoro è di Tiziana Masi già interprete di “Le mafie in pentola” e di “Tutto quello che sto per dirvi è falso“.

Vedere oltre trecento ragazzi, tutti studenti delle superiori, al buio nell’Aula Magna dell’Università di Taranto, senza che nessuno abbia in mano il cellulare per giocare o whatsappare, non è cosa di tutti i giorni, peraltro tutti rapiti ad ascoltare, in religioso silenzioso, un monologo teatrale.È stata la magia di #IOSIAMO. Dall’io al noi”, lo spettacolo dell’attrice sociale Tiziana Di Masi che ha inaugurato la quattordicesima edizione di “Giovani in Volo.”, il progetto per la promozione del volontariato nelle scuole superiori che anche quest’anno il Centro Servizi Volontariato della provincia organizza coinvolgendo le associazioni locali.

Il primo incontro di sensibilizzazione di Giovani in Volo. 2019 si è tenuto nella mattinata odierna (mercoledì 27 febbraio), presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi “A. Moro”, nel Centro storico di Taranto. Gli studenti degli istituti scolastici superiori di Taranto e provincia che hanno già aderito alla iniziativa, hanno assistito, con i loro docenti, a “#IOSIAMO - Dall’io al noi”, lo spettacolo in cui l’attrice sociale Tiziana Di Masi sta portando in scena in tutto il Paese le storie dei volontari italiani

Francesco Riondino, presidente del CSV Taranto, ha infatti spiegato che «quest’anno abbiamo voluto iniziare Giovani in Volo. coinvolgendo gli studenti con questo spettacolo che racconta storie di volontari, persone normali, non eroi, che hanno deciso di impegnarsi e di mettersi in gioco, dedicando il loro tempo agli altri per costruire valore, personale e sociale».

In #IOSIAMO Tiziana Di Masi ricostruisce storie di volontari italiani impegnati su vari fronti, dalla lotta alla povertà alla tutela dei più deboli fino alla difesa dell’ambiente.

«Al termine della rappresentazione – ha poi detto Francesco Riondino – Tiziana Ferrittu, formatrice ed esperta di progettazione sociale che da diversi anni accompagna il CSV Taranto nel percorso di “Giovani in Volo.”, con Tiziana Di Masi ha guidato gli studenti in una riflessione comune; all’inizio, come sempre accade, i ragazzi erano titubanti, ma poi si sono sciolti ed è stato meraviglioso vederli coinvolti partecipare con domande e, alla fine, tutti in piedi a cantare una canzone di Vasco Rossi tenendosi per mano!»

Il momento più emozionate di #IOSIAMO è stato quando Tiziana Di Masi ha raccontato la storia di una madre di Casalnuovo, nella Terra dei Fuochi in Campania, che ha perso il figlio Antonio divorato a 9 anni da un cancro per l’inquinamento, una donna che ha saputo trasformare il suo dolore in speranza, per sé stessa e gli altri, diventando attivista e sostenendo le famiglie che oggi vivono il suo stesso dramma. In pochi hanno trattenuto le lacrime sul momento, per poi riflettere sulla terribile analogia con tante storie che vive il nostro territorio.

Perché la vera magia di #IOSIAMO è stata riuscire non solo ad emozionare le persone, ma poi anche trasformare questo pathos in una riflessione profonda su quello che si è ascoltato.

Tante le frasi rimaste impresse di #IOSIAMO, come “il bene non è mai inutile”, o “tutti abbiamo bisogno di aiuto”, o “i volontari sono persone normali, non eroi”, ma soprattutto quella con cui Tiziana Di Masi ha concluso, in una standing ovation, il suo spettacolo: “Perché l’amore vince sempre”!

Un forte messaggio di speranza, come l’ultima storia di #IOSIAMO che Tiziana Di Masi ha dedicato, in ogni suo spettacolo, a un volontario del territorio, una “storia a chilometro zero”.

A Taranto è stata raccontata la storia di Alessia Caffio che a diciassette anni ha partecipato a Giovani in Volo., una esperienza che ha “acceso una fiammella dentro di me, spiega lei stessa. Di lì è iniziato il suo cammino di “volontaria della gioia” nell’associazione Mister Sorriso, che la vede indossare il suo naso rosso da pagliaccio e il camice colorato e recarsi nelle corsie degli ospedali per donare un po’ di gioia ai malati, con un occhio di riguardo ai bambini.

«Perché – come ha detto Tiziana Di Masi – Alessia indossa la maschera da clown per levare, anche solo per un momento, la “maschera da malato” a chi incontra in corsia, quella maschera che nessun bambino dovrebbe mai indossare.

LO SPETTACOLO #IOSIAMO

#IOSIAMO è il nuovo lavoro di Tiziana Di Masi, già interprete di “Mafie in pentola” e di “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, entrambi tuttora in scena, che è dedicato alle storie dei volontari.

#IOSIAMO ha il patrocinio nazionale di CSVnet, l’associazione dei Centri di servizio per il volontariato, di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e di Avviso Pubblico (Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie). I media partners di #IOSIAMO sono le maggiori voci del sociale in Italia: Redattore Sociale, Vita, Volontariato Oggi.

Le storie che Tiziana Di Masi racconta in #IOSIAMO, dopo i temi dell’antimafia quotidiana e dell’acquisto consapevole, per la prima volta danno voce al meglio dell’Italia, a chi crea speranza e non la distrugge, a chi si impegna per gli altri costruendo giorno dopo giorno una società attiva e migliore. Con i testi di Andrea Guolo e la regia da Paolo Valerio (Teatro Nuovo di Verona) e Mirko Segalina, con le scene e i video ideati da Antonio Panzuto, sul palco Tiziana Di Masi racconta storie di impegno personale, di uomini e donne che si sono messi in gioco e si sono dati agli altri, generosamente, facendo del bene.

L’attrice sociale porta in scena storie come quella di Norina Ventre, “Mamma Africa”, che dà da mangiare agli immigrati esattamente come trent’anni fa sfamava i braccianti calabresi.

Come quelle degli attivisti della “Terra dei fuochi”, mamme che hanno perso i figli divorati dal cancro e ora sostengono altre mamme, nella loro stessa situazione. Come quella di Mario, emiliano, che aiutando i disabili ha fatto del bene ad altri e soprattutto a sé stesso. Come quella di Alessio, che fa il clown nelle corsie di ospedale in Toscana per far sorridere chi non ne avrebbe motivo.

Come quelle dei tanti, perché sono ben 6,6 milioni i volontari in Italia, che superano con gesti concreti e quotidiani ogni distinzione di sesso, razza, religione facendo del bene per gli altri, per tutti noi.

In #IOSIAMO l’attrice sociale racconta l’unica svolta possibile per creare un vero valore, superando la logica dell’autoaffermazione per dare qualcosa agli altri.

Sono gesti essenziali per la società, ma anche per coloro che li compiono, perché soltanto attraverso la svolta dall’IO al NOI si può comprendere il vero senso della vita e superare l’infelicità per tentare di arrivare a una realizzazione personale attraverso il bene

“Mi chiamo Nicola Vendola detto Nichi sono nato a Bari il 26 agosto del 1958” Al processo Ambiente Svenduto oggi è stato il giorno di Nichi Vendola, l’ex presidente della Regione  Puglia che risponde di concussione aggravata in concorso per presunte pressioni sull’Arpa (Agenzia regionale per l’Ambiente) in favore dell’Ilva.  La sua deposizione e’ durata oltre due ore nel corso delle quali Vendola ha respinto le accuse mosse dal pm Epifani secondo il quale l’ex governatore avrebbe cercato di indurre l’Arpa ad avere un atteggiamento morbido nei confronti del colosso siderurgico

“L’unico responsabile delle emissioni di benzopirene oltre i limiti consentiti - ha detto Vendola- era Ilva”.

 

A fine udienza Vendola ha scambiato qualche battuta con i giornalisti dicendosi soddisfatto di aver potuto finalmente parlare dopo cinque anni di calunnie, accuse di ogni genere e processi di piazza. L’ex governatore ha inoltre ricordato i provvedimenti adottati durante la sua gestione per contrastare l’inquinamento dell’Ilva dal danno sanitario ai limiti sulla diossina “che -ha sottolineato - hanno fatto storia”.

Un corteo silenzioso e lunghissimo che attraversa via Di Palma e via D’Aquino. Silenzio, candele accese e le foto dei bambini  morti di cancro. A reggere quelle immagini  altri bambini e mamme e papà e compagni di scuola. I tarantini ci sono, il corteo sembra non finire mai.  In testa  i genitori di Giorgio Di Ponzio l’ultima vittima di un tumore che come ha spiegato la mamma individua tra le cause scatenanti l’esposizione ad agenti inquinanti. “Avremmo potuto rimanere a piangere sul divano - ha detto la donna- invece abbiamo deciso di rialzarci”.

 

Taranto si riscopre comunità, abbassa le saracinesche dei negozi, si ferma, riflette. Ha dietro di se’ sconfitte, battaglie, illusioni, disillusioni, tradimenti, promesse mancate, errori, divisioni che hanno fatto molto comodo a chi, proprio grazie a queste spaccature, ha potuto avere mano libera nelle trattative, negli atti d’intesa, nei contratti.  L’aria è pesante, pizzica, si percepisce la presenza dei metalli e delle polveri. Nessuno forse si aspettava tanta partecipazione. E tanto silenzio, tacciono persino le suonerie dei cellulari.  È come se con questo silenzio Taranto si concedesse una piccola tregua. Una pausa dal clima di scontro perenne, dagli insulti, ma anche dall’indifferenza, dal fastidio che manifestano quelli per cui “ il caso è chiuso”. Le posizioni si sono estremizzate, manca il confronto, se difendi l’ambiente sei nemico della città e dei lavoratori, se difendi il lavoro sei nemico della salute e complice di chi inquina.  Una semplificazione che non aiuta, banalizza, impedisce qualsiasi tentativo di ricomposizione, negando la complessità di una vertenza ancora aperta. Nel corteo si riconoscono pezzi di quelle associazioni e di quei movimenti che furono protagonisti della grande stagione della protesta, quelli dei Ventimila, quelli della Tosta Tarentum. Si potrebbe dire che a rovinare quel sogno sia stata la politica, oppure che tutto si è complicato quando dalla protesta si è passati alla proposta. Ma la mancanza di un argine si avverte, si avverte la necessità che Taranto torni ad essere laboratorio, luogo di confronto, di dibattito, e non solo di recriminazioni perché che si chiami Ilva o Arcelor Mittal lo stabilimento sta lì e, malgrado qualcuno abbia tentato di farlo credere, non si può spegnere come si fa con un fiammifero. 

Presa di posizione di Confindustria per una vicenda che ha avuto inizio nel febbraio 2013. 

 

Una lunga vicenda giudiziaria si va via dipanando: quella di Angelo Bozzetto, imprenditore di consolidata tradizione, già presidente in Confindustria Puglia. La Corte di Appello ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Taranto che condannava Bozzetto per una questione legata a presunte violazioni edilizie.

Non si chiude ma sicuramente si va così chiarendo una storia andata avanti per troppi anni fra carte bollate e aule di tribunale che ha penalizzato l'imprenditore tarantino sia sul piano professionale sia sul piano personale, avendo subito lo stesso provvedimenti restrittivi che ne hanno inevitabilmente inibito la stessa attività.

Come Confindustria, abbiamo atteso anni (la vicenda ha avuto inizio nel febbraio 2013, esattamente 6 anni fa) prima di commentare anche solo parzialmente quanto stava accadendo, convinti della estraneità di Bozzetto ai fatti contestati. Oggi lo facciamo convinti che la macchina della giustizia possa fare fino in fondo il suo corso, e confidando allo stesso tempo nella convinzione che il contesto territoriale, economico e istituzionale, possa riscattare questa realtà imprenditoriale da trascorsi ingiusti e particolarmente penalizzanti.

Un auspicio che vorremmo fosse mutuato per tutti quei casi in cui, come quello della Erregiesse di Bozzetto, la presunzione di colpevolezza finisce inevitabilmente per far buttare il bambino con tutta l'acqua sporca, con le conseguenze che si possono immaginare in un territorio come il nostro, in cui operare nel rispetto delle regole, inseguendo quelle best practices che tutti vorremmo far diventare davvero buone prassi, diventa a volte una corsa a ostacoli.

Sebastiano Leo, Assessore Formazione, Lavoro e Istruzione della Regione Pugli:”Formatori e personale aggiuntivo per rafforzare i CPI”.

aLa Giunta Regionale Pugliese ha approvato, su proposta dell’Assessore Sebastiano Leo, due atti davvero importanti per il rafforzamento dei servizi per l’impiego.  Il primo atto è la ratifica delle convenzioni con gli Enti di Formazione i cui dipendenti sono attualmente in uso presso i Centri per l’Impiego pugliesi. “Con la ratifica - ha sottolineato Leo - diamo ai Formatori, operatori della formazione, il giusto riconoscimento del loro impegno e professionalità presso i CPI”. Il secondo atto, altrettanto significativo, è l’approvazione dello schema di Convenzione tra la RegionePuglia e l’ANPAL - Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro - per la realizzazione dell’intervento di rafforzamento dei servizi per l’impiego.

Il suddetto Piano di rafforzamento nazionale, che ha carattere straordinario, prevede per la Puglia una dotazione finanziaria di circa 13,4 milioni di euro utili all’immissione di 128 risorse aggiuntive nei centri per l’impiego pugliesi. Questo personale dovrà occuparsi di orientamento, di ausilio alla ricerca di occupazione, di attività formative e della gestione della promozione delle esperienze lavorative.Queste risorse rappresentano personale aggiuntivo rispetto a quello previsto dalla dotazione organica dei centri per l’impiego pugliesi dell’ARPAL e avranno carattere temporaneo anche se, insieme agli altri assessori al lavoro delle regioni italiane - ha ricordato l’Assessorw Leo - stiamo chiedendo al Governo di rendere permanenti queste collaborazioni”.

 

 Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è stato contestato questa sera da un gruppo di partecipanti alla fiaccolata per ricordare i bambini di Taranto morti a causa dell’inquinamento. Il 'governatore' è arrivato a corteo già avviato, che vede la presenza di diverse migliaia di persone, e si è messo nella parte finale. Appena è stato notato, un gruppo di partecipanti lo ha invitato ad andare via. “Io ho qui il diritto di stare”, ha detto Emiliano a chi protestava. “Sono capace di farmi insultare per tutta la durata del corteo, ma da qui non me ne vado, io da qui non mi muovo, sono l’unico riferimento che avete - ha aggiunto - sono quello che vi ha sempre difeso”. Ad Emiliano, che era affiancato anche dalle forze di polizia per prevenire possibili disordini, alcuni partecipanti al corteo hanno mostrato anche le foto dei loro congiunti scomparsi. “Vattene, non sei gradito”, gli hanno detto alcuni. E ancora: “Dicci cosa hai fatto per Taranto, l’aeroporto non funziona, il centro di Oncologia non sappiamo in quale condizioni sta”. “Ma dobbiamo parlare dell’inquinamento che ammazza i bambini o di altre cose?", ha risposto polemicamente Emiliano. "Per Taranto - ha aggiunto - le cose le stiamo facendo”. “Ma con la decarbonizzazione vuoi risolvere il problema del siderurgico che inquina”, lo ha contestato un altro, riferendosi appunto alla proposta del governatore pugliese per innovare il ciclo produttivo dell’acciaio, togliendo il carbon coke e tagliando così le emissioni inquinanti. “L’accordo con Arcelor Mittal l’ha fatto la sua sinistra”, ha aggiunto un manifestante, riferendosi probabilmente al fatto che l’assegnazione della fabbrica ad Arcelor Mittal e l’avvio della trattativa per la cessione sono stati avviati dal Governo Gentiloni a guida Pd. Emiliano, benché criticato e contestato, non ha abbandonato il corteo e ha continuato a sfilare. Nei giorni scorsi, in un’assemblea a Taranto col sindacato Usb, Emiliano aveva definito la fiaccolata del 25 febbraio una bella iniziativa e anticipato che avrebbe voluto parteciparvi. La fiaccolata di questa sera è indetta nel trigesimo della scomparsa del 14enne Giorgio Di Ponzio, tarantino, colpito da tumore. 

 Alcune migliaia di persone hanno partecipato questa sera, nel centro di Taranto, alla fiaccolata per ricordare i bambini che sono morti, per tumore, a causa dell’inquinamento industriale. La manifestazione coincide col trigesimo della scomparsa del 14enne Giorgio Di Ponzio, un bambino di Taranto, ed e promossa dall’associazione “Genitori Tarantini” che già in passato si è resa protagonista di iniziative simili tra cui la marcia dei passeggini vuoti. Il corteo è partito poco dopo le 18 dall’Arsenale della Marina Militare snodandosi lentamente. Si è trattato di un corteo silenzioso e molti partecipanti hanno tra le mani una piccola fiaccola accesa. Ad aprire, sono i cartelloni che portano le foto dei bambini scomparsi negli ultimi tempi. Cartelloni tutti uguali, il nome di battesimo dei piccoli, Giorgio, Lollo, Ambra, alcuni di questi. e la scritta “Io dovevo vivere”. Alcuni bambini sfilano portando dei cartelloni, tra cui c’è quello con la scritta “I bambini non sono farfalle con le ali spezzate”. Nella prima parte del corteo, ci sono anche una serie di sottili croci bianche tenute ben issate. Nel corteo sono presenti tante famiglie con i loro piccoli è una folta delegazione di tutti i gruppi scout di Taranto con i loro vesilli. Al passaggio della fiaccolata nelle vie centrali di Taranto, Di Palma e D’Aquino, diversi negozi hanno spento le insegne, le luci interne è chiuso temporaneamente gli esercizi in segno di partecipazione all’iniziativa. Il corteo si è diretto verso corso Due Mari per la cerimonia finale.In occasione della fiaccolata, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha indetto il lutto simbolico della città e Arcelor Mittal, l’azienda che è subentrata all’Ilva in amministrazione straordinaria nella gestione degli impianti siderurgici, ha invitato i suoi dipendenti a un momento di raccoglimento in concomitanza con la manifestazione e messo le bandiere a mezz’asta. Un gesto criticato sui social soprattutto da quanti non condividono la presenza dell’industria dell’acciaio e ritengono che questa sia la principale fonte di inquinamento che causa a Taranto malattie e decessi. Oggi Giorgio e Carla, i genitori di Giorgio Di Ponzio, anche a nome degli altri genitori si sono rivolti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e a Papa Francesco. La richiesta al primo è che ai bambini di Taranto deceduti sia “assegnata una medaglia al Merito che riconosca il loro calvario e il loro sacrificio avverso alle ingiustizie sociali ed ambientali subite”. A papa Francesco, infine, un incontro anche alla luce delle indicazioni dell’enciclica “Laudato Sii”, per vedere “se questa ha effetto anche su questa città martoriata dove ogni legge è stata sorpassata a favore del profitto ed ogni matrice ambientale è stata violentata con conseguente contaminazione degli alimenti”.

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