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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

 

GENITORI TARANTINI E LIBERIAMO TARANTO CHIEDONO AL SINDACO CHE FINE HA FATTO LA PETIZIONE “CHIUDIAMOLA QUA!”

 

Ancora una giornata di protesta per i genitori del quartiere Tamburi.  Protestano quelli che hanno i bambini nelle due scuole di cui è stata disposta la chiusura temporanea Deledda e De Carolis, e quelli che hanno i bambini negli istituti vicini.  Le loro vite sono state stravolte da un provvedimento che desta perplessità e suscita interrogativi e paura tra gli abitanti del quartiere. Davanti al presidio istituito alla scuola Vico è un via vai di giornalisti, arriva anche la troupe di Propaganda la trasmissione che va in onda ogni venerdì sera su La7 condotta da Diego Bianchi che riprende, osserva, ascolta.  Poche certezze, molti dubbi, aria pesante.  C’è il maestrale che incombe e infatti domani è previsto il “Wind day”, finestre chiuse e tutti in casa. Sembra assurdo ma è così ... 

Intanto è di qualche ora fa la nota con cui le Associazioni Genitori tarantini  Ets e LiberiAmo Taranto - APS chiede al sindaco Rinaldo Melucci a cinque mesi di distanza chiede che fine abbia fatto la petizione “Chiudiamola qua!”

Ecco, di seguito, il testo della nota 

“In riferimento alla nota N. 11154 del 24/01/2019 della Direzione Affari Generali del Comune di Taranto in cui si comunicavano i tempi per la procedura di verifica dell’autenticità sul campione di 80 firme dei sottoscrittori della petizione in oggetto, l’associazioni Genitori tarantini Ets e LiberiAmo Taranto chiedono informazioni e aggiornamenti sullo stato dei lavori, essendo abbondantemente superati i termini previsti.

La petizione e’ stata depositata in data 19 ottobre e ci teniamo a ricordare che sono ormai trascorsi ben 5 mesi senza mai aver avuto la possibilità di un incontro né col primo cittadino né con l’assessore Viggiano, nonostante le nostre ripetute richieste.

Alla luce degli ultimi avvenimenti che riguardano anche l’incertezza sul significato dei dati sull’inquinamento, vorremmo ricordare che nella nostra petizione fornivamo all’Amministrazione comunale, in ​assenza di dati certi a garanzia della piena tutela della salute dei cittadini, alcuni spunti giuridici su cui incardinare eventuali azioni amministrative, a partire dall’applicazione del “​principio di precauzione​” enunciato all'art. 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, già introdotto dal trattato di Maastricht e poi ripreso dalla Costituzione europea art. III-233.

Nella Comunicazione n.1 Final della Commissione Europea COM 2000, si legge:

“​L’applicazione del principio di precauzione è una decisione esercitata in condizioni in cui le ​informazioni scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte e vi sono indicazioni che i possibili effetti sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante possono essere potenzialmente pericolosi e incompatibili con il livello di protezione prescelto.”

Nel frattempo, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, accogliendo con procedura d’urgenza il ricorso presentato da 182 cittadini di Taranto, ha condannato lo Stato italiano per non aver tutelato e per non tutelare ancora oggi il diritto alla vita privata e famigliare dell’individuo (art. 8 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo) e per aver negato il diritto a un ricorso effettivo in sede nazionale (art. 13, stesso testo), impedito, si legge nelle motivazioni, dalla serie di decreti legge a favore della produzione altamente inquinante dell’Ilva. L’art. 2 (“Diritto alla vita”) è stato accorpato all’art. 8, in questa sentenza che la Corte ha definito “pilota”.

La Corte di Strasburgo impone allo Stato italiano di porre rimedio alla pregressa ed alla attuale situazione nel più breve tempo possibile.

Di questa sentenza, molti si stanno avvalendo per portare avanti le proprie richieste; non ultimo, il giudice Benedetto Ruberto che ha inviato gli atti alla Consulta, sollevando dubbi di legittimità costituzionale sui diversi provvedimenti emessi dai Governi per salvare lo stabilimento siderurgico. Già nel 2012, il giudice Patrizia Todisco, forte delle perizie fornitele, individuò nell’area a caldo dell’Ilva la fonte principale della devastazione ambientale e dell’insopportabile numero di malattie e morti connesse all’inquinamento industriale, ordinando il sequestro senza facoltà d’uso della parte produttiva incriminata.

Lo studio S.E.N.T.I.E.R.I., corroborato in seguito dallo studio dell’equipe del dottor Forastiere, l’ordinanza del giudice Patrizia Todisco, la sentenza di condanna dello Stato italiano da parte della CEDU e la richiesta del giudice Ruberto dovrebbero essere elementi più che sufficienti ad allarmare gli Amministratori della città di Taranto.

Vorremmo ricordare che la Costituzione italiana garantisce a tutti un lavoro dignitoso, fatto in sicurezza, in salute e in un ambiente salubre, condizioni che lo stabilimento siderurgico di Taranto non può assolutamente assicurare, neppure dopo il completamento delle prescrizioni del Piano ambientale. Ciò predispone a pensare che il lavoro offerto da quell'azienda somigli più a schiavismo che ad un lavoro come garantito dalla Costituzione. In più, anche se l'iniziativa economica privata è libera, questa non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana (art. 41 della Costituzione italiana).

Riteniamo vi siano sufficienti motivazioni a che si possano prendere decisioni, sì, coraggiose, ma in linea con quel senso di "giustizia" che si respira in ogni articolo della Costituzione italiana, della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo.

Un sindaco ed una Giunta attenti all'ambiente e alla salute dei propri concittadini saprebbero già cosa fare. E voi?

 

Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino!”

 

 

L'incontro tra  la ERREDI ASSIC. VOLLEY e  CML VESUVIO CIMITILE NA è iniziato con un minuto di raccoglimento per la scomparsa della giovane pallavolista Marisol Lavagna giocatrice del Potenza strappata all’affetto dei Suoi cari a causa di una malattia.

La compagine  Ionica ha da subito mostrato una predominanza tecnica nel gioco vincendo facile con un secco 3-0 in solo 67 minuti.

Un grande risultato che vede articolare i tre set i con una crescente positività da parte dei giocatori. La squadra tarantina, che gioca ormai con sicurezza ed entusiasmo, grazie anche all'affetto del pubblico, ha raggiunto una grande sintonia tecnica che le ha permesso di metter in campo azioni pulite, vincenti ed incisive. La buona competenza dei ruoli ha permesso di prendere le distanze da subito sull'8-2, a metà del primo set si conferma la superiorità dei nostri sul 16-5. Il primo momento di gioco si chiuderà con pochi spazi per gli ospiti campani e grande soddisfazione per il coach Gianni Narracci sul 25-7.

Il secondo set ripropone la formazione titolare (Parisi, Garofalo, Carofiglio, Roberti, Disabato Giosa e il libero Neri)  i delfini di Taranto fanno bene e la squadra avversaria guidata dal coach Luigi Calabrese non riesce a contenere gli innumerevoli attacchi e l'entusiasmo del Taranto, che vince in poco anche il secondo set, più equilibrato nella prima parte di gioco 16-15, ma senza storia nella seconda 21-15, per chiudersi poi con un meritatissimo 25-15.

Nel terzo set il coach Narracci, messo al sicuro il risultato, permette a tutta la rosa di scender in campo con le sostituzioni di : Conoci su Garofalo, Gasbarro su  Carofiglio   e Mingolla su Parisi. L'attenzione della squadra avversaria cala e la Erredi ne approfitta, in campo tutti fanno bene chiudendo il set, e la partita, sul 25-18.

Taranto porta a casa una vittoria importante che le permette di difendere un terzo posto di grande prestigio e velate speranze. Un risultato che consente alla Erredi Assicurazioni di prendere coscienza che la zona  play off è davvero ad un passo. Le prossime due partite saranno giocate fuori casa, la prima vedrà i Tarantini impegnati contro la Leo Shoes Casarano,  domenica 17 marzo, mentre il sabato successivo, 23 marzo, sarà la volta della seconda in classifica Snav Folgore Massa, due incontri importantissimi nei quali i nostri non dovranno regalare nulla.

Hanno arbitrato 

1.       Di Martino Giuseppe

2.       Iaia Salvatore

 

Erredi: Disabato6  Cofano0  Parisi1  Piscitelli4 Garofalo14 Carofiglio5 Roberti7 Mingolla0 Schifone0 Giosa 6 Gasbarro1  Nero0 Luzzi0 . All. Narracci

 

 

Cimitile: Gasparro7 Affinato0 De Palma7 Boccia3 Piccegna4 Polisciano1 D’ambrosio2 Panico10 De Rosa 2 Iannotta1. All. Calabrese

 

“Lei è avvocato?”

“Un po’.”

Siamo nella fase cruciale dell’incontro tra il sindaco Rinaldo Melucci e una rappresentanza dei cittadini  che stanno manifestando davanti a Palazzo di Città. In quel punto interrogativo  posto dal sindaco che rivela una certa ingenuità o forse un pregiudizio o una riserva mentale o è semplicemente un modo per misurare chi si ha di fronte c’è il senso di quello che sta accadendo in questi giorni a Taranto.  

L’interlocutore, che è l’avvocato Leonardo La Porta, risponde scherzosamente, sa bene che cosa nasconde quella domanda, probabilmente sfuggita al sindaco, involontariamente, ma fa finta di niente,  perché quello che gli interessa in questo momento non è fare polemica ma incassare un risultato. Importantissimo. 

Non è certo il caso di far presente che ( al di là del titolo di studio che è sempre utile) i cittadini che hanno una coscienza ambientale non sono come a qualcuno piacerebbe far credere improvvisatori privi di strumenti culturali, di competenze, di pragmatismo.  Ed ecco il senso di queste giornate cruciali che segnano una svolta perché mettono finalmente in luce l’esistenza di un fronte eterogeneo ma determinato che non spara a casaccio ma si pone obiettivi precisi che intende perseguire possibilmente anche attraverso il dialogo con le istituzioni, diventandone interlocutore e se c’è unità d’intenti, alleato.

Infatti l’incontro si conclude con la sottoscrizione di un documento comune, un documento che impegna le parti ad assumere iniziative chiare “fermo degli impianti” compreso.  Certo, di accordi e atti d’intesa ne abbiamo visti e letti tanti, sappiamo che a volte rappresentano un modo furbo per prendere tempo. Ma troviamo saggio che i movimenti e le associazioni mobilitate non lascino nulla di intentato. D’altronde se così non fosse, oggi non avremmo la sentenza della Corte dei Diritti Umani di Strasburgo che accogliendo il ricorso presentato da 182 persone( primo firmatario Francesco Corbella, tra le promotrice Daniela Spera) ha deciso all’unanimità di condannare l’Italia sul caso Ilva per non aver protetto i cittadini che vivono nell’area delle emissioni tossiche dell’impianto tarantino.

La vecchia guardia dell’ambientalismo si incrocia e si fonde con le nuove leve, se così possiamo chiamarle. In questa fase della protesta a fare la parte del leone sono le mamme, in particolare quelle dei Tamburi che hanno i figli nelle scuole De Carolis e Deledda per le quali Melucci ha firmato l’ordinanza di chiusura. 

“Chiudete l’Ilva non le scuole” hanno scritto provocatoriamente su uno striscione che campeggia sotto le colonne di Poseidone.  “Chiudete l’area a caldo!” si legge su un altro manifesto in sintonia con la richiesta    che PeaceLink ha formalizzato durante una conferenza stampa presenti Alessandro Marescotti, Fulvia Gravame, Nicola Russo.  Sempre l’Associazione PeaceLink ha chiesto al sindaco di conoscere i dati, su base giornaliera, della mortalità nel Comune di Taranto disaggregati, per quartieri, a far sarà dal primo gennaio 2018 sino ad oggi.

Nella guerra dei dati si inserisce un particolare che disarma chi si attacca ai numeretti e al rispetto dei limiti per sostenere che non bisogna fare allarmismo.  Questo particolare sta nelle parole contenute nella relazione a firma di Roberto Giua con cui l’Arpa ha risposto alla  pubblicazione da parte di Peacelink di dati sull’aumento delle emissioni. “L’Agenzia - si legge -ha più volte puntualizzato come risulti, tuttora, rilevante il contributo delle emissioni di inquinanti da parte dell’impianto siderurgico nelle concentrazioni rilevate nei quartieri limitrofi all’area industriale, in particolare durante i cosiddetti “wind-days”, e come il rispetto dei limiti normativi europei della qualità dell’aria, nelle stesse zone, non garantisca in alcun modo

l’assenza di effetti lesivi sulla salute della popolazione”. 

“Sulla base del principio di precauzione - scrive Daniela Spera- correlando tutti i dati che abbiamo a disposizione, sentenza Cedu inclusa, si devono chiedere interventi immediati ora”.

 

Quanti anni sono passati da quando l’oncologo Patrizio Mazza lanciò la “proposta- choc” di “trasferire” i bambini che abitavano al quartiere Tamburi nelle ore scolastiche in modo da evitare l’esposizione continua alle fonti inquinanti ? Alla fine, siamo arrivati proprio a questo ...

 

“Penso che questa struttura possa diventare il fiore all’occhiello nell’ambito di una visione diversa che bisogna avere della città.

 

”Io - ha detto Caputo- focalizzerei molto l’attenzione sulla ricerca e sulla prevenzione e da questo punto di vista, anche grazie alla chiacchierata avuta con il Presidente, avv. Salvatore Sibilla, penso che si possa mettere in campo qualcosa di importante, anche in accordo con la Regione, ma soprattutto utilizzando i Fondi europei, che spesso vengono utilizzati male. La Cittadella potrebbe diventare, un po’ alla volta, una struttura di rilievo. Ci sono gli spazi, c’è il management adeguato, bisogna coinvolgere gli stake holders del territorio, partendo dagli imprenditori privati con i quali va sviluppata una sinergia e poi con l’Università , che potrebbe svolgere qui una parte della ricerca”.
L’on.le Nicola Caputo, europarlamentare e membro della Commissione “Ambiente e sanità pubblica” a Strasburgo, è rimasto favorevolmente impressionato dalla visita ufficiale, alla Cittadella della Carità, realizzata prima di partecipare alla tavola Rotonda “Ambiente e salute: quali prospettive per Taranto città d’Europa”, che ha visto la partecipazione di Gianni Azzaro, Consigliere provinciale, Michele Conversano, Direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto, don Antonio Panico, Vicario episcopale della Salvaguardia del Creato e Salvatore Sibilla, presidente della Fondazione Cittadella della Carità. Sulla visita l’on Caputo ha affermato: “Dalla visita alla struttura traspare la passione per il prossimo del personale medico e paramedico. Mi ha colpito molto come il personale tratta gli anziani. Davvero un’eccellenza in questo senso, io ne ho visitate molte di strutture di questo genere e in poche ho trovato un coinvolgimento così sincero”. Su quello che potrebbe essere uno sviluppo possibile di questa struttura l’on Caputo ha detto: “Prevedere l’ampliamento delle attività focalizzando l’attenzione sulla ricerca. Io trasformerei la Cittadella della Carità in Cittadella della Prevenzione, realizzando quello che era il sogno originario di mons. Motolese, diversificare guardando ai bisogni sociali del territorio. Questa struttura è enorme, ha molti spazi a disposizione, si può fare molto”.
La tavola rotonda ha accomunato i settori dell’ambiente e della salute, intimamente connessi, considerate le tante difficoltà derivanti dal volere salvaguardare sia il lavoro che la salute in una città che paga lo scotto di ammodernamenti industriali e processi di miglioramento non realizzati.
Il dott. Michele Conversano del Dipartimento di prevenzione ha sottolineato come da anni Taranto sia in prima linea per iniziative di screening a largo raggio sulla popolazione. “Non dobbiamo immaginare che il danno ambientale si esaurisca rapidamente, il passato ci inseguirà per almeno altri 20 anni. Ma è bene sapere che le Istituzioni, in primis la ASL, se ne occupano in maniera costante. Abbiamo già effettuato 26.000 screening per malattie dell’apparato cardiocircolatorio collegate all’inquinamento ambientale e collaboriamo attivamente con molte Università”. Ma la salute si preserva anche attraverso la cultura, solo un grado elevato di istruzione consente al singolo una efficace prevenzione.
Mons. Antonio Panico ha indicato il lavoro costruttivo della Arcidiocesi nello studio dei fenomeni sociali correlati all’inquinamento ed alle prospettive di uno sviluppo diversificato, possibile e necessario. Sull’ambiente l’Arcivescovo mons. Santoro ha sempre avuto un’attenzione particolare, contribuendo a realizzare un dialogo costruttivo tra salute ambiente e lavoro.
Il consigliere Gianni Azzaro si è soffermato sulle linee che la Provincia ha delineato sulle questioni ambientali : dare corretta informazione, risposte consapevoli, totale rifiuto di ogni forma di prevaricazione. Si parla di sviluppo futuro, di cura, responsabilità, necessità di istruzione e cultura.
Per una Taranto migliore. “ Taranto mi ha dato una sensazione di grande apertura e bellezza – ha affermato Caputo. Il problema è che in troppi anni non si è fatto nulla per salvaguardare la salute dei cittadini, bisognava lanciare qualche allarme, in Europa parliamo di early warnings. Se ne può uscire solo con una visione strategica, questa città deve riappropriarsi del proprio futuro con assets diversi, partendo dal mare e dall’ambiente, per ridare lustro ma soprattutto tranquillizzare, perché questo è un periodo dove l’allarmismo non aiuta”.
Il neo presidente Avv. Salvatore Sibilla ha voluto fortemente questa tavola rotonda, come segno di una profonda attenzione della Fondazione Cittadella della Carità, istituzione ecclesiale sempre attenta a sviluppare la sua vocazione primaria al servizio del territorio.

 

“La situazione ambientale di Taranto è fuori controllo. Anziché esprimere vicinanza alle associazioni e ai genitori dei bambini morti a causa dell’inquinamento, il Pd locale e il M5S si associano nel drammatico gioco della manipolazione dei dati sulle emissioni pubblicati dalle associazioni ambientaliste e confermate da Arpa Puglia”. 
Questo il commento del consigliere regionale del Partito Democratico, Michele Mazzarano, dopo la notizia, confermata dall’Arpa Puglia, secondo la quale negli ultimi mesi a Taranto si è registrato un aumento significativo dei dati sull’inquinamento”. 
“Di fronte ad un dramma di queste proporzioni - ha aggiunto Mazzarano - deve essere dovere di tutti schierarsi dalla parte dei cittadini che protestano e dei genitori che hanno perso i propri figli per malattie oncologiche. 
“L’immagine del Palazzo del Comune sotto l’assedio dei manifestanti è la plastica dimostrazione di una grave crisi ambientale e istituzionale che sta piegando la Città di Taranto, frutto di assenza totale di dialogo e di confronto con chi si batte per il diritto alla vita. La manipolazione delle note di Arpa Puglia operata dai deputati grillini e dal segretario locale del Pd, sono la fotografia di una “imbarazzante equivicinanza” alla difesa dello “status quo”, di coloro cioè che intendono negare che esistono problemi di aggravamento della situazione ambientale e sanitaria del territorio. Il Pd lo fa per continuare a difendere i provvedimenti del Governo Renzi, il M5S per difendere le scelte del Ministro Di Maio; e per l’eterogenesi dei fini, sostengono la stessa discutibilissima posizione. 
“Bene ha fatto il Presidente Emiliano a disporre a breve termine una rigorosa Valutazione del Danno Sanitario, coinvolgendo oltre gli enti e le agenzie strumentali della Regione, anche le più autorevoli istituzioni internazionali. Perché è giusto che chi ha il dovere di intervenire sia supportato dal rigore scientifico. 
“Al contrario, negare a priori l’evidenza dei fatti solo ed esclusivamente per calcoli politici - ha concluso Mazzarano - è un comportamento grave e dannoso per il territorio”.

L’Assessore Regionale comunica che a breve saranno esperite da parte di Aeroporti di Puglia le procedure di legge per l’affidamento della progettazione e per la scelta del soggetto appaltatore delle opere, saranno realizzati i lavori di manutenzione straordinaria, di riqualificazione e di ammodernamento dell’aerostazione.

 

Le attività di rilancio saranno rese possibili grazie allo stanziamento di 2 milioni di euro disposto dalla Regione Puglia nei mesi scorsi.

Con queste risorse saranno realizzati interventi assolutamente necessari per consentire il rilancio dell’aeroporto di Grottaglie anche con riferimento ai voli civili, dal momento che saranno garantiti quei livelli ottimali di sicurezza, confortevolezza e qualità richiesti dalle compagnie aeree per poter attivare rotte da e per il “Marcello Arlotta”.

A questo proposito si susseguono anche gli incontri di lavoro e i tavoli tecnici con i vertici di Aeroporti di Puglia per verificare la possibilità di attivare quanto prima i voli civili, intercettando eventuali disponibilità da parte di compagnie aeree, nazionali o internazionali, interessate.

Da questo punto di vista, nella mia qualità di Assessore allo Sviluppo Economico, sto profondendo ogni sforzo per rendere concreta, entro breve termine, questa prospettiva, nella convinzione che il pieno utilizzo, anche per i voli civili, dell’Aeroporto di Grottaglie possa rappresentare una grande occasione per la crescita di tutto il territorio jonico che sarebbe collegato più velocemente al resto del Paese o dell’Europa. E questo a maggior ragione con l’imminente avvio della Zona Economica Speciale Jonica che non potrà prescindere da uno scalo aereo per i voli civili facilmente raggiungibile.

Grazie all’impegno del Governo regionale, a cominciare dal Presidente Michele Emiliano, sono certo che questo obiettivo strategico possa essere presto raggiunto, fornendo in tal modo una risposta concreta ed effettiva ad un territorio che da tempo reclama, giustamente, l’attivazione dei voli passeggeri a Grottaglie in modo da essere collegato meglio al resto d’Italia e all’Europa. Il “Marcello Arlotta” ha tutte le caratteristiche e le potenzialità per continuare ad essere centro nevralgico per tutto il distretto produttivo dell’aerospazio e, al tempo stesso, un importante scalo per voli passeggeri, in modo da servire un vasto territorio, rilanciandone la vocazione turistica con molte positive ricadute sul fronte occupazionale.

Greco di AssoMarmo: “Occorre intervenire subito per non provocare la chiusura di tante attività artigianali”. La risposta al Segretario della Filca Cisl.

 

Il perdurare della crisi del comparto edilizio sicuramente penalizza anche quello lapideo. Nei due distretti lapidei di Trani ed Apricena si assiste infatti ad una diminuzione del60%  della produzione. In qualità di associazione di categoria, AssoMarmo ha intrapreso la strada del confronto e del dialogo con Audizioni in commissione Sanità delSenato e varie richieste, sia presso il Ministero dello Sviluppo Economico che nelle varie Regioni ed Enti locali dove sono presenti i nostri associati. 

Per noi, che rappresentiamo gli artigiani del Lapideorimane una strategia fondamentale  riappropriarci del settore della funeraria affinchè si possa ritornare a lavorare per tenere aperte le nostre attività. Proprio in vista di quell’ obiettivo,AssoMarmo chiese nel 2015 l’ audizione in Commissione Sanità al Senato della Repubblica al fine di discutere del DdL 1611 che voleva riformare il settore cimiteriale e funerario. Altresì resta fondamentale immettere i materialilapidei  nella lista dei materiali per il bonus ristrutturazione. Infatti, anche se i materiali lapidei sono di per sé dei materiali da costruzione, in base alla Legge Tupini del 1949 sono considerati dei ‘beni di lusso e quindi esclusi dal bonus ristrutturazione; di conseguenza l’Agenzia delle Entrate rigetta le domande dove vi siano richieste comprendenti materiali lapidei. 

Tutto questo, se fossero state prese in considerazione le nostre proposte, avrebbe consentito al comparto lapideo di iniziare ad incrementare il proprio fatturato. Alla luce di quanto esposto, per la peculiarità del settore stesso, è spiegabile come sia stato possibile  arrivare alla crisi odierna e infine gridare allo scandalo.

Vorremmo, peraltro, ricordare al Segretario Generale della Filca Cisl, Antonio Delle Noci, il quale ha scritto di recente una nota stampa, che noi subiamo, come artigiani, non solo la concorrenza della Cina che acquista in Italia materiale grezzo e che addirittura ha acquistato intere cave, ma subiamo anche quella degli Arabi; infatti, i bacini di Carrara e di Verona sono per il 50% cinesi o arabi, per non parlare della concorrenza sul settore funebre dei monumentini cinesi, venduti con prezzi irrisori tramite alcuni rivenditori diaccessori bronzei. Guadagni che vanno a rimpinguare le casse delle ditte di onoranze funebri. Per quanto esposto AssoMarmo non parteciperà come associazione di categoria allo sciopero del 15 Marzo perché le nostre aziende ed i nostri ARTIGIANI meritano rispetto e non strumentalizzazioni da parte di un sindacato che dimostra di non conoscere le nostre esigenze e neanche le peculiarità del settore lapideo in genere, infatti i distretti di Apricena e di Trani sono in crisi perché i marmisti artigiani non comprano semi lavorati (lastre) come facevano un tempo e il numero delle aziende artigiane che lavorano il marmo diminuisce ogni anno sempre di più.   

 

LE OSSERVAZIONI DI ARPA PUGLIA SUI VALORI PUBBLICATI DA PEACELINK

 

“L’Agenzia ha più volte puntualizzato come risulti, tuttora, rilevante il contributo delle emissioni di inquinanti da parte dell’impianto siderurgico nelle concentrazioni rilevate nei quartieri limitrofi all’area industriale, in particolare durante i cosiddetti “wind-days”, e come il rispetto dei limiti normativi europei della qualità dell’aria, nelle stesse zone, non garantisca in alcun modo

l’assenza di effetti lesivi sulla salute della popolazione”.

Questo è quanto si legge nella relazione dell’Arpa (l’Agenzia regionale per l’Ambiente) sui dati diffusi dall’Associazione Peacelink.  Il concetto viene ribadito una seconda volta  “i valori limite attualmente in vigore nell’ambito della normativa europea sulla qualità dell’aria non garantiscono assenza di effetti avversi sulla salute“.

 

Per ciò che riguarda i dati pubblicati da Peacelink sugli incrementi di concentrazioni di inquinanti rilevati dalla centralina di qualità dell’aria della rete ex Ilva, collocata nel sito denominato “Cokeria”, Arpa Puglia afferma che “i valori di concentrazione pubblicati come mediane dei periodi bimestrali gennaio- febbraio dei due anni 2018 e 2019, ed i relativi incrementi, risultano corretti, in quanto ricavati dai dati pubblicati giornalmente da Arpa Puglia sul proprio sito, derivanti dalla validazione della rete ex ILVA oltre che della rete regionale di qualità dell’aria. Ciò, ad eccezione delle concentrazioni di benzene, che risultano le seguenti nella centralina Cokeria: mediana 2018 (gennaio-febbraio) 19 µg/m3 ; mediana 2019 (gennaio-febbraio) 25 µg/m3; incremento percentuale 2018-2019 del 32%. Sia i valori che l’incremento per il benzene risultano, in effetti, molto minori di quanto pubblicato da Peacelink, che ha riportato invece un incremento del 160%”

  Cos’altro dobbiamo sentirci dire prima di poter parlare di emergenza ambientale a Taranto? Leggere che l’incremento del benzene secondo l’Arpa è inferiore a quello indicato da Peacelink può bastare a tacitare la coscienza di chi invita a evitare allarmismi ?  Il fatto che le concentrazioni variano in base a fattori diversi  (condizioni meteo, emissioni, condizioni di esercizio) non significa che il fenomeno va affrontato con sistemi tipo “danza della pioggia” o “deviazione del vento”.

La premessa contiene un’altra amara verità.

“Va premesso che Arpa Puglia  – si legge nella relazione – ha più volte chiarito come ritenga che il sensibile miglioramento della qualità dell’aria nel quartiere Tamburi, in relazione alle emissioni inquinanti del limitrofo impianto siderurgico, sia legato certamente allo stato di parziale attivazione degli impianti, molti dei quali sono tuttora in fermata per adeguamenti o manutenzioni, e al conseguente minore volume di produzione rispetto al massimo volume annuo autorizzato dall’Aia (8 milioni di tonnellate di acciaio)”.

È chiaro si che con l’aumento della produzione aumenterà anche l’inquinamento? 

 

Insomma, qui c’è poco da ballare con i dati, se è la stessa Arpa a sottolineare che nessun valore limite può garantire l’assenza di effetti negativi sulla salute.  

 

Al di la’ dei soliti silenzi assordanti e dell’inevitabile dibattito tra allarmisti e negazionisti  c’è un elemento nel caso dell’emergenza inquinamento a Taranto che lascia perplessi.  Sono tre parole “evitiamo di fare allarmismi” ed a pronunciarle è stato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.  Cioè, di fronte all’impennata delle emissioni inquinanti registrata dall’Arpa alla chiusura di due scuole e all’interdizione a pascolo e coltivazione dell’area della Salina Grande disposte dal sindaco Rinaldo Melucci, la prima preoccupazione del titolare del dicastero da cui dipende la tutela dell’Ambiente in questo sgangherato Paese è quella di gettare acqua sul fuoco. Fino a questo momento nel profilo Twitter di Costa, tra l’altro molto attivo, non un commento, una riflessione, una presa di posizione su Taranto.

A fare testo resta l’annuncio fatto ai microfoni di RAI Radio1. “Ho mandato a Taranto l’Ispra, il braccio armato del ministero dell’ambiente e sono in costante contatto con il prefetto di Taranto. Insieme all’Arpa Puglia e alla struttura sanitaria, da oggi in poi andranno a verificare se questo allarme che e’ stato lanciato la settimana scorsa e’ stato confermato. Evitiamo di fare allarmismo“. 

“Aspettiamo – ha aggiunto – che le strutture preposte ci diano risposta. Le centraline di rilevazione ci sono. I dati devono essere valutati. Contestualmente c’e’ l’impegno assunto per iscritto da Arcelor Mittal per i parchi minerari, per la loro copertura e per l’abbattimento delle emissioni. Per questo motivo sono in costante contatto con il prefetto di Taranto e con Ispra, Arpa e Asl“.

Sempre a Radio1 Costa Costa ha detto di essere interessato alla proposta di istituire il 25 febbraio come giornata delle vittime da inquinamento ambientale. “Anche solo una vittima a causa dell’inquinamento ambientale – ha sottolineato – è troppo. Ho lavorato per anni in questo ambito. Sicuramente poter individuare una giornata dove tutta Italia riflette e’ una bella cosa ed e’ un’intuizione che deve andare in Parlamento. Ti consente di non dimenticare e di crescere“.

Ma il clima è incandescente e l’atteggiamento del ministro non è piaciuto ai tarantini mobilitati per reclamare interventi immediati. 

“Caro ministro Costa, se questo è il suo approccio le chiediamo immediatamente di dimettersi e tornare a fare il carabiniere". Questo è quanto scrivono oggi cittadini, associazioni e movimenti aderenti al 'Piano Taranto' in una lettera aperta indirizzata proprio al ministro dell'Ambiente Sergio Costa. 

 

“In un Paese normale - aggiungono - un governo che si presenta come Governo del cambiamento' avrebbe fatto qualsiasi cosa per porre rimedio a tutto ciò, e invece ci troviamo punto e a capo, con garanzie ai nuovi acquirenti per ulteriori quattro anni fino al 2023, con tanto di scudo penale”.

Mister Panarelli, “Non ho riconosciuto il mio Taranto. Mister Loseto: “ Sognavamo di fare una partita così”

 

di Andrea Loiacono

 

il Taranto dopo oltre tre mesi di imbattibilità incassa a Gravina la prima sconfitta del 2019 e in virtù delle vittorie di Picerno e Cerignola dice quasi del tutto addio ai sogni di gloria. Il 2-0 finale brucia molto in casa Taranto e l'unico a presentarsi in sala stampa nel post partita è il tecnico Panarelli:” Dobbiamo riflettere tutti quanti su questa sconfitta che può rappresentare la sconfitta cruciale del campionato. Abbiamo avuto poco coraggio nell'impostare, nel creare fraseggio in mezzo al campo. Non ci possiamo permettere di giocare senza cattiveria. È una sconfitta che può voler dire tanto, sono rammaricato per come è stata interpretata la gara. Non ho visto la solita squadra. Nulla lasciava presagire a una prestazione del genere perché anche contro il Fasano abbiamo reagito alla vicenda del punto di penalizzazione. Ho cercato di cambiare alcuni uomini per modificare la caratteristiche. Non ho visto la mia squadra, quella che non si arrende mai. Mancano otto partite e noi daremo il massimo ma sicuramente non dovremo giocare come oggi. Se penso all'ingenuità con la quale abbiamo concesso il calcio d'angolo dell'1-0 aumenta il rammarico. Anche se avessimo vinto non sarei stato soddisfatto ugualmente. Adesso non possiamo fare altro, siamo condannati a vincere sempre. Non è facile giocare in una piazza come Taranto in cui l'unica cosa che si può fare è vincere. Per centrare l'obiettivo della promozione ci vogliono prerogative caratteriali oltre che tecniche che noi oggi non abbiamo dimostrato.

 

È raggiante invece il mister dei gialloblù Loseto: “Oggi abbiamo disputato la gara perfetta, quella che tutti sognavamo. L'avevamo preparata così in settimana portando rispetto a un avversario che non a caso merita la posizione in classifica che ha. Siamo stati bravi a non farli giocare e alzare il nostro baricentro. Sapevamo che con la loro qualità nella linea offensiva ci avrebbero potuto schiacciare e siamo stati bravi. Nel secondo tempo abbiamo contenuto la loro voglia di rimonta e poi ho indovinato il cambio di Santoro che ha realizzato il secondo gol. Non eravamo brocchi prima di questa partita e non siamo fenomeni ora. Adesso dobbiamo pensare a raggiungere la salvezza il prima possibile e con questo gruppo pensa sia tutto più semplice.”

 

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