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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

Il Taranto spegne il Galatina: partita di alto livello quella giocata dalla Erredi Volley Taranto nella venticinquesima giornata di campionato, sul campo della squadra leccese.

Un match durato tre set in cui il Taranto non solo si riscatta per la sconfitta subita in casa il 13 gennaio scorso, ma mette al sicuro tre preziosissimi punti, portandosi in zona play off con la capolista Ottaviano che, negli stessi minuti, vinceva sul Massa. Mister Narracci schiera il sestetto titolare (Disabato, Parisi, Garofalo, Carofiglio, Roberti e Giosa ) e il Pala Panico si accende, sin dai primi minuti, per mano del Taranto. Roberti e Disabato incontenibili. Il Taranto allunga il passo,  difficile recuperare per il Galatina, a metà del primo set il punteggio è sul 15-16. Ma il Taranto è venuto per vincere e rincara la dose. Ricezioni e difese perfette, da parte  del libero Nero, permettono una brillante costruzione di gioco, non c’è muro che tenga, la Erredi chiude in facilità il primo setsul 18-25.Il Galatina rifiata, il break anima mister Stomeo che incoraggia i suoi dando indicazioni  per coprire meglio il campo e difendere. Il secondo set vede le diagonali impegnate in un gioco continuo, il Galatina è più presente, più attento, ma la partita è visibilmente dominata dagli atleti rossoblù che, dopo un parziale di 17-21, con servizi ed attacchi vincenti, chiudono anche la seconda frazione di gioco sul 21-25.La panchina del Taranto è incontenibile, giungono le notizie del Massa che perde con l’Ottaviano, dunque si deve vincere. Narracci, pur potendo, non fa cambi, non vuole mutare l’equilibrio creatosi. I giocatori determinati rientrano in campo e dopo un breve momento, in cui si dà spazio al Galatina sul  8-6, la Erredi riprende le redini, da grande protagonista, portandosi sul 12-16 prima, e sul 16-21 poi. Ancora pochissimi punti conquistati da Roberti, primi tempi di Carofiglio e piper di Disabato, spesso neanche murate. La chiusura del set e della partita è opera di Garofalo che attacca sulle mani di Buracci, la palla schizza mani e fuori, punto e match. 20-25 Fine dei giochi.La Erredi consolida il suo secondo posto, solitaria, grazie alla sconfitta del Massa. Decisivo, per capire le sorti della Erredi Volley , sarà l’ultimo incontro, che eccezionalmente si giocherà  sabato, 4 maggio, alle ore  18.00 al Palafiom dove il Taranto ospiterà l’Ottaviano. In quella partita sarà sufficiente un punto per aver accesso ai play off, ma l’avversario è di livello e non sarà certo facile.  La società, a prescindere dal risultato della prossima partita, si dice soddisfatta della stagione sportiva che volge al termine. L’impegno profuso, per questo percorso sportivo, ha coinvolto una rete di imprenditori in un progetto, quello di Taranto25, che ha rianimato la sensibilità del territorio verso il mondo pallavolistico.  Hanno arbitrato:

1° Arbitro   ANGIULLI VITO

2° Arbitro   RUTIGLIANO MARCELLO

ERREDI :  Parisi 1-  Piscitelli 0 -  Carofiglio 5 -  Roberti 18 - Mingolla 0- Schifone 0  -Giosa 6 -Gasbarro 0 -   Di Sabato 12 - Nero 0 

GALATINA: Appolonio  0– Musardo 5 – Iaccarino 9 – Durante 7 -  Rossetti  0–calò 0– Pierri  0 – Persichino 0  -  Buracci  3 – Zonno  1 – Petrosino 7 – Deserio 10

Sabato, 27 Aprile 2019 18:44

Taranto maglia nera per le morti di tumore.

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I dati resi noti dall'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro mettono paura, fanno tremare i polsi della gente di Taranto. Questi dati segnano a nostro parere un momento culminante nella lotta per ridare “ossigeno” ad una città martoriata. La maglia nera per il numero assoluto di malattie cancerogene imputabili all'attività lavorativa spetta infatti a Taranto, seguita da Torino, Napoli, Milano, Genova e Venezia. Una situazione che merita molta attenzione e che viene all’indomani della “visita dei cinque Ministri a Taranto. Secondo questi dati nel tarantino il 70% dei tumori denunciati è correlato al settore metalmeccanico. Riteniamo sia inutile commentare ulteriormente quanto emerso. I lettori potranno farsi una propria idea. Un’altra situazione è che nel biennio 2017-2018 il maggior numero di infortuni mortali di lavoratori si registra nella provincia di Crotone (6,3 ogni mille) e, a seguire, nelle province di Isernia (5,9‰) e Campobasso (4,7‰). Ancora cittadine di un Mezzogiorno d’Italia Che subiscono situazioni disperate. Un Sud bistrattato è dimenticato che chiede a voce alta un minimo di attenzione.

La CIA mette Sotto accusa le politiche gestionali del Consorzio di Bonifica del Sud Puglia. De Padova e Rubino: “Non si rendono conto della grave crisi dei produttori” 

  

Taranto – “No all’aumento dei costi per la stagione irrigua: il Commissario straordinario dei Consorzi di Bonifica del Sud Puglia, Alfredo Borzillo, riveda le sue politiche gestionali e blocchi gli aumenti che pesano come un macigno sugli agricoltori”. 

È CIA Due Mari Taranto Brindisi, declinazione territoriale di CIA Agricoltori Italiani di Puglia, a tornare sull’annosa questione dei costi che gli agricoltori sono costretti a sostenere per la stagione irrigua. La denuncia di una situazione divenuta insostenibile arriva da Pietro De Padova e Vito Rubino, rispettivamente presidente e direttore provinciale di CIA Due Mari. 

Ancora una volta assistiamo alla completa sordità della politica regionale al grido d’allarme del mondo agricolo. Infatti, dopo le continue denunce degli scorsi mesi sulle crisi dell’olio, causate innanzitutto dalla xylella, e degli agrumi nell’arenile jonico occidentale, ancora una volta un rappresentante di questa politica regionale fa orecchio da mercante al grido di dolore degli agricoltori”, hanno dichiarato i dirigenti di CIA Due Mari. 

“La scorsa settimana, abbiamo avanzato la richiesta di un incontro con il Commissario Straordinario dei Consorzi di Bonifica del Sud Puglia Alfredo Borzillo, per poter programmare la prossima stagione irrigua, visto l’ormai cronico ritardo annuale nell’effettuare le dovute attività di preparazione per consentire agli agricoltori di poter utilizzare la risorsa acqua attraverso le strutture consortili, programmando le dovute irrigazioni in tempi utili per non compromettere le produzioni. In seguito alla nostra richiesta, veniva convocato un incontro con le associazioni di categoria, alla presenza dei due subcommissari, delegati dal Commissario Borzillo, assente all’incontro, per programmare la stagione irrigua 2019. In quell’occasione furono presentati dati piuttosto controversi sui consumi 2018 e ci venne comunicato che i costi di gestione degli impianti irrigui Sinni-Vidis e San Giuliano, pur avendo utilizzato il metodo dell’effettivo consumo volumetrico dell’acqua, erano di gran lunga superiori ai ricavi effettivi, pertanto si richiedeva una rivisitazione del costo dell’acqua, che per l’anno 2018 che era stato di 0,14 €/mc. All’incontro, erano presenti anche Fernando Deflorio e Francesco Bianco, entrambi componenti dell’esecutivo CIA Due Mari. 

“A quel punto, noi sottolineammo le nostre perplessità sul modo in cui, nel 2018, è stato effettuato il calcolo del contributo che le aziende hanno dovuto sostenere per l’irrigazione, in quanto nell’impianto Sinni-Vidis non sempre vi erano misuratori che indicavano il reale consumo di acqua, che comunque la vigilanza degli impianti non permetteva alle aziende di convalidare sempre il consumo da esse effettuato e sull’impianto San Giuliano non era possibile verificare se il consumo segnalato sia effettivamente attinente solo all’acqua”, ha spiegato De Florio. 

“Pertanto la Cia Due Mari chiese di non effettuare nessun aumento per questo anno, tenendo conto anche delle crisi di mercato che ha toccato tutti i prodotti agricole delle zone interessate. CIA Due Mari chiese una gestione più oculata e vigilata, auspicando anche un accordo tra Regione Puglia e Regione Basilicata sul ristoro ambientale per l’utilizzo delle dighe insistenti nella stessa Basilicata”, ha aggiunto Bianco. 

“Chiedemmo allora, e chiediamo ancora, che quell’accordo sia rivisto e modificato in modo da non gravare solo sugli agricoltori. A seguito dell’incontro, come sorpresa nell’uovo di Pasqua, in questi giorni leggiamo sul manifesto di avviso dell’avvio della stagione irrigua 2019 che il Commissario Straordinario ha disatteso l’invito di Cia Due Mari e ha applicato un aumento del 15% sul costo dell’acqua, creando ancora di più una frattura tra agricoltori e Consorzio, con i produttori che vedono lo stesso Consorzio come un loro antagonista e non un loro alleato nella gestione di una delle risorse essenziali per la loro attività. Per tutti questi motivi, ribadiamo con forza la nostra contrarietà all’aumento dei costi per la stagione irrigua: il Commissario straordinario dei Consorzi di Bonifica del Sud Puglia, Alfredo Borzillo, riveda le sue politiche gestionali e blocchi gli aumenti che pesano come un macigno sugli agricoltori”, hanno concluso Pietro De Padova e Vito Rubino.

STATISTICHE 2018 DELL’ADSP MAR IONIO: LE RINFUSE SOLIDE CRESCONO IN UN CONTESTO DI TRAFFICI COMPLESSIVI IN RIDIMENSIONAMENTO.

 

 

Nel 2018 le movimentazioni complessive dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio sono state pari a 20,4 milioni di tonnellate, registrando una riduzione del 5,6% rispetto all’anno precedente quando erano state gestite 21,6 milioni di tonnellate di merci.

Nel dettaglio, 12 milioni di tonnellate sono state le merci sbarcate (-5,1%) e 8,5 milioni quelle imbarcate (-6,4%).

Nel suo complesso, il cargo in transito dal porto di Taranto è costituito per circa il 57,3% da rinfuse solide; per il 24,2% da merci varie e per il 18,5% da rinfuse liquide.

Il risultato conseguito dal porto è il frutto di andamenti alterni.

Infatti, ai numeri positivi registrati per le rinfuse solide (+3,1%) con 11,7 milioni di tonnellate, si contrappongono le performance delle rinfuse liquide che hanno raggiunto 3,8 milioni di tonnellate (-17,7%) e delle merci varie (-13,3%) con 5 milioni di tonnellate.

L’andamento della produzione industriale incide in modo significativo sulla movimentazione portuale di rinfuse e in particolare a Taranto, la cui attività è strettamente legata a quelle del polo siderurgico e della raffineria ENI, che sono i principali clienti del porto.

Lo scalo ionico ha beneficiato in particolare dell’incremento degli imbarchi di rinfuse solide che hanno segnato, con circa 1,5 milioni di tonnellate, +19,2% sul 2017; anche gli sbarchi con 10,3 milioni hanno registrato un aumento dell’1,2%. La stabilizzazione della situazione dell’industria siderurgica, dopo gli ultimi anni difficili per le note vicende giudiziarie e ambientali, ha contribuito a conseguire questi risultati. L’attività generata dalla gestione degli impianti ex Ilva ad opera della Arcelor Mittal Italia, si auspica possa contribuire a rilanciare ulteriormente Taranto in questo segmento.

Riguardo alle rinfuse liquide, la contrazione degli sbarchi con 1,1 milioni di tonnellate nel 2018 a fronte di 1,8 milioni dell’anno precedente (-39,4%), e degli imbarchi con 2,7 milioni leggermente più bassi del 2017 (-3,3%) riflette la riduzione dell’import marittimo della raffineria ENI che sta utilizzando il greggio proveniente dalla Basilicata.

Ancora ferma la movimentazione di container per il 2018, ma il rilascio della concessione del Molo Polisettoriale alla holding turca Yilport, tredicesimo operatore terminalista mondiale e miglior operatore portuale globale per il 2018, apre a nuove ed importanti prospettive di crescita del settore.

Il progetto relativo al Molo Polisettoriale del porto di Taranto prevede un importante posizionamento strategico del terminal nel Mediterraneo centrale con il raggiungimento graduale di significativi traffici.

Inoltre l’ormai prossimo effettivo avvio della Zona Economica Speciale Multiregionale (poiché vede inclusa anche la Basilicata) potrà attirare nuove attività industriali e manifatturiere che dovranno avvalersi del porto per il proprio import-export e daranno ulteriore slancio alle attività dello scalo ionico.

Riguardo al comparto passeggeri, a fronte della riduzione in transito nel 2018,  per il 2019 si prevede una nuova crescita grazie al ritorno presso lo scalo ionico delle navi della Marella Cruises e di altre compagnie.

Dichiara il Presidente Sergio Prete: “Il porto di Taranto sta gradualmente superando la profonda crisi degli ultimi anni dovuta a vari fattori, tra i quali le note problematiche del comparto industriale e la chiusura del terminal contenitori. Già a partire dalla fine dello scorso anno si sono avvertiti i primi segnali di ripresa. Il concreto avvio di tutte le iniziative messe in campo e delle attività programmate consentirà una graduale ma importante ripresa che potrà condurre lo scalo ad una crescita esponenziale, sia in termini di traffici ed occupazione ma anche di diversificazione, innovazione e sostenibilità ambientale. Yilport, ZES, Arcelor Mittal, l’Innovation Hub, Piattaforma Logistica, Falanto Service Port Center, sono solo alcuni dei Pilastri su cui stiamo lavorando per garantire a Taranto il posizionamento strategico che merita nel Mediterraneo”.

 

QUESTA MATTINA INTERVERRANNO, IN UNA TARANTO BLINDATA, BEN CINQUE, DICO 5 MINISTRI TARGATI 5S. PORTERANNO, DICONO SUI SOCIAL, TANTE BELLE NOVITA' E NUOVE PROPOSTE DI SVILUPPO E DI CRESCITA ECONOMICA ED OCCUPAZIONALE DELLA CITTA'. MA NON SUBITO E' BENE PRECISARLO, MA NEI PROSSIMI ANNI, IL TEMPO NECESSARIO DI FAR MATURARE GLI INVESTIMENTI PREVISTI PER QUESTA TERRA MARTORIATA. SENTIREMO, VEDREMO, NON ABBIAMO PRECONCETTI, NON PARTIAMO CON IL SOSPETTO CHE QUESTA VENUTA NELLA NOSTRA BELLA E MERAVIGLIOSA CITTA' SIA LEGATA ALLE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE, NON VOGLIO NEMMENO PENSARE UNA COSA DEL GENERE, NON POSSO PENSARE CHE CI PRENDONO PER DEI, SCUSATE IL TERMINE, "DEFICIENTI". NON VOGLIO NEMMENO PER UN ATTIMO FARMI SFIORARE DA QUESTA IDEA. QUELLO CHE INVECE VOGLIO ARDENTEMENTE SPERARE E' CHE L'INCONTRO AL TAVOLO ISTITUZIONALE SIA OPERATIVO, CON DELLE PROPOSTE CONCRETE, NON CHIACCHIERE. LO SAPREMO SOLO AL TERMINE DI QUESTA GIORNATA DI VIGILIA DELLA LIBERAZIONE, PERCHE' VOGLIAMO LIBERARCI DELLE FALSE PROMESSE, DELLE TANTE FANDONIE DI CUI SIAMO STATI INONDATI IN QUESTI DECENNI, DELLE TANTE PROPOSTE MAI CONCRETIZZATE. MINISTRO E VICE PREMIER DI MAIO QUESTA MATTINA VENGA QUI A TARANTO CON  "FATTI" SERI, REALI, FATTIBILI. 

CARISSIMO MINISTRO DI MAIO, GIUSTO PER MEMORIA, IL GIORNALE DI TARANTO PUBBLICA PER IL INTERO UN SUO POST RIPORTATO SULLA SUA PAGINA FACEBOOK, PERCHE' "VERBA VOLANT SCRIPTA MANENT", LE PAROLE VOLANO GLI SCRITTI RESTANO.

"Domani sarò a Taranto per sedermi insieme ai cittadini e alle istituzioni attorno a un tavolo e parlare con loro di come la città, finalmente, cambierà negli anni a venire. Per la prima volta riattiviamo qualcosa a cui i tarantini avevano diritto e che finora non ha mai funzionato. Si tratta del Tavolo Istituzionale Permanente con cui iniziamo a dare loro risposte: dall’ambiente, alla salute, per arrivare alla riconversione economica che il loro territorio merita. Questo tavolo lo presiederò io, ci metterò la faccia, ma lo faccio consapevole che quello che stiamo iniziando è un percorso che porterà Taranto verso una nuova fase di crescita sostenibile. La riconversione economica di un’area così complessa non si fa schioccando le dita, ma conosco benissimo il clima di rabbia e frustrazione in cui versano le persone di quel territorio. Una rabbia che col tempo si è fatta sempre più accesa e che ha deciso di non guardare più in faccia nessuno. E come dargli torto? Dopo decenni di soprusi la fiducia la perderebbe chiunque. Non avrò quindi io la presunzione di pretenderla già da domani. Ci potranno anche essere delle proteste o delle contestazioni e saranno comprensibili, ma quello che chiedo a tutti i cittadini di Taranto è di ascoltare cosa stiamo mettendo su questo tavolo. Una riconversione, un progetto concreto, che non farà perdere un solo posto di lavoro alla città e le consentirà finalmente di tornare a vivere senza un incubo al suo fianco. Dobbiamo fare in fretta, lo sappiamo, lavorare a testa bassa ma con realismo. E lavoreremo perché soprattutto due cose, che finora sono state trattate come due alternative inconciliabili, camminino di pari passo. Parlo di diritto al lavoro e diritto alla salute. E non è niente di speciale, sia ben chiaro! Si tratta solo di normalità, quella che fino a oggi a Taranto è mancata. Con la nomina dei nuovi commissari avvenuta poche ore fa, inizierà infatti la fase dei lavori che non si limita alla gestione della procedura di amministrazione straordinaria e alla gestione delle emergenze, ma quella in cui progetteremo e realizzeremo il futuro di Taranto, concentrandoci in particolare sulle attività di bonifica e sul rilancio economico e sociale del territorio. C’è poi un simbolo della mala gestione da cui Taranto è stata travolta e sono le cosiddette “collinette”. Erano state collocate tra l’area dell’Ilva e il quartiere Tamburi perché proteggessero la città dalle polveri minerali. Negli anni si sono trasformate in discariche piene di rifiuti industriali e tossici, fino ad essere sequestrate dalla Procura per la loro pericolosità. A causa di questo scempio due scuole sono state chiuse. Una tra le prime cose che abbiamo programmato è proprio la bonifica di questi esempi di degrado, riaprire quelle scuole e riconsegnare ai ragazzi di Tamburi il diritto più importante: quello a una vita normale. Domani illustreremo nel dettaglio tutte le altre cose che stiamo iniziando a fare per Taranto, perché la lista dei cambiamenti è ancora lunga. In questi ultimi otto mesi di lavoro abbiamo semplicemente gettato le fondamenta di un lavoro che, proprio questo Tavolo Permanente, ci permetterà di portare avanti rapidamente come mai nessun governo finora".

 

 
 
Non siamo - dicono dall'Associazione - tra quelli che piegano i dati alla politica. Viceversa.  Lottiamo, a partire dai dati ambientali ilva, affinché si stabilisca sempre la verità. Le due classifiche pubblicate domenica dal Sole24ore e martedì dalla Stampa pongono Taranto rispettivamente all’ultimo e al primo posto in assoluto. Taranto infatti chiude la classifica del sole per investimenti, mentre è al primo posto nella classifica inps della recessione.  Due classifiche preoccupanti su cui la politica è l'associazionismo locale tacciono e cui non basterà la visita dei ministri per far scalare posizioni. Queste infatti sono tecnicamente il risultato del piano dimaio su Ilva.  
Quello firmato dai sindacati il 6 settembre 2018 perché Gliel’ha chiesto Michele Emiliano (parole del governatore che nessuno ha smentito). Il piano Calenda non prevedeva questo. Forse qualche decina di disoccupati in più (non oltre) fra tre anni, ma certamente i 1800 cassintegrati di oggi sarebbero tutti stati assunti (dalla newco Taranto partecipata da Invitalia).  Mentre oggi non sono assunti neppure i 300 che per obbligo di contratto dovevano essere riassorbiti da ilva in as, e a tal riguardo nel silenzio generale rispetto alla violazione di contratto, l’unica cosa detta sono le parole dei commissari in audizione alla camera “non li assumiamo perché ancora non sappiamo dal mise la destinazione delle aree escluse”. Quindi una responsabilità diretta di Dimaio. 
Al pari di quei sindacati che hanno preferito firmare il suo contratto perché politicamente convinti che la cassintegrazione sia occupazione. Queste cose avremmo detto a Dimaio, ribadendo che dagli ultimi dati arpa, asl, ispra, e iss, pubblicati dal Comune non vi è alcun pericolo sanitario dal 2012, se fossimo stati invitati alla riunione da lui convocata con le associazioni ambientaliste. Ma si è scelto non sappiamo con quale criterio quali siano le associazioni ambientaliste e quali no. Come se il marchio verde impedisse a tutte le altre senza bollino, al pari dei partiti, di occuparsi della vita di ciascuno. Ad ogni modo stigmatizziamo ogni minaccia di protesta, manifestazione, tafferuglio o invettiva contro i ministri domani presenti. 
E gradiremmo non si dica che la città  di Taranto non ha accolto i ministri. 
Se qualcuno preferisce ancora queste forme violente di manifestazione del non pensiero e del non dialogo, la maggioranza della città, ha dimostrato di volere altro. Anche se in silenzio. A Taranto - concludono dall'Associazione Marco Pannella - c’e gente che sa accogliere, pensare e discutere anche con chi la pensa e agisce diversamente, o semplicemente ha cambiato idea perché avevamo ragione noi. 

Il Governatore all’attacco di Di Maio. Ma dice: "se propone decarbonizzazione collaboreremo".

“La situazione di Taranto è esplosiva. É una città che ha votato per la chiusura dell'Ilva raccomandandosi soprattutto a Luigi Di Maio e al Movimento 5 Stelle. Io ho sempre saputo che questa operazione di chiusura dell'ILVA era molto complicata e difficile, ci volevano 20 miliardi di euro per reindustrializzare in maniera diversificata in questo caso. E quindi non ho mai immaginato di potere fare una campagna elettorale sostenendo la chiusura dell'ILVA. Purtroppo Di Maio questo errore lo ha fatto. É un errore ovviamente che domani in qualche maniera dovremo provare, dal punto di vista istituzionale non politico, a superare tutti insieme”. Lo ha detto Michele Emiliano in diretta oggi su Vivavoce, Radio1, annunciando la sua presenza domani a Taranto e ribadendo m di essersi “opposto alle politiche del mio partito, quelle di Calenda e Renzi, avendo proposto probabilmente la soluzione più sensata, la decarbonizzazione degli impianti”.

“Taranto - ha aggiunto - è una città ormai completamente sfiduciata nei confronti di qualunque tipo di istituzione a causa degli atteggiamenti prima dell'uno poi dell'altro governo, e chi rimane lì col cerino in mano sono i pugliesi, sono i tarantini, che devono trovare la maniera di sopravvivere ad una fabbrica che uccide. Ma credo che domani Di Maio farà un annuncio, vado ovviamente a fiuto: domani annuncerà che finisce l'immunità penale per la gestione degli impianti. Se no sarebbe una visita senza notizie specifiche da comunicare. Significa che da domani chi gestisce l'Ilva torna a essere un cittadino italiano come tutti gli altri e deve rispettare le leggi, deve soggiacere alle regole che prevedono di salvaguardare la vita delle persone sopra ogni altro interesse. Se così fosse domani comunque sarebbe una buona giornata”.

“Noi abbiamo impugnato davanti alla Corte costituzionale, al fianco del GIP di Taranto, tutti e dodici i decreti - ha proseguito Emiliano - Quindi stiamo sostenendo la tesi del Gip di Taranto che tutti i decreti salva-Ilva sono incostituzionali per lesione del diritto alla salute. Purtroppo la Regione é espropriata di ogni potere di controllo all'interno della fabbrica. Nel senso che le leggi e questi decreti prevedono che, a differenza di tutte le altre fabbriche pugliesi, la Regione non può entrare in fabbrica e non può effettuare direttamente i controlli. Questi vengono fatti sì dall'ARPA Puglia ma sotto il controllo dell'ISPRA e direttamente dal Ministero dell'Ambiente, escludendo la Regione Puglia. Cosi come io non ho il potere di chiuderla. Quindi mi auguro che almeno questa anomalia costituzionale gravissima in danno della salute dei tarantini venga meno”.

“Di Maio e Calenda stanno dicendo le stesse cose, questo è il punto chiave” ha detto Emiliano rispondendo alle domande da studio: “Mi auguro - ha aggiunto - che da domani anche interloquendo con la Regione Puglia si possa cominciare a collaborare col Governo per scrivere il futuro di Taranto. Noi abbiamo lanciato l'idea dei Giochi del Mediterraneo, stiamo lavorando moltissimo per rinforzare la sanità della città investendo milioni e milioni di euro in nuovi macchinari.
Però questa è la difesa. L'attacco, che va portato al cuore della minaccia nei confronti dei tarantini, é cambiare e chiudere le fonti di inquinamento. Queste si possono chiudere eliminando la fabbrica, questa la promessa di Di Maio e sarà lui poi a giustificarsi con i suoi elettori, oppure decarbonizzare. Se domani, oltre che far saltare i dodici decreti, Di Maio parlerà di iniziare con la Regione Puglia e con l'Unione europea il percorso di decarbonizzazione dell'Ilva, io avrò il dovere di collaborare con lui e di condividere tutta la sfiducia che i Tarantini, legittimamente - e lo dico con grande dolore - nutrono nei confronti delle istituzioni repubblicane. La Repubblica ha tradito Taranto in tutti questi cinquant'anni adesso deve riguadagnare la fiducia non a parole ma con i fatti”.

di Antonio Notarnicola

  Le difficoltà di una comunità nel riprendersi dalle ferite causate dalla guerra, sono state in parte trattate, come si ricorderà, in occasione della rimpatriata dei non più giovanissimi della classe '48.In questa circostanza si vuol argomentare, invece, dei primi vagiti di una comunità di uscire dall'anonimato mediante un cammino improntato alla normalità per la ripresa della vita socio-culturale. In tal senso, uno dei primissimi tentativi avvenne in ambito sportivo, precisamente dal calcio. Chi ricorda, per esempio, la mitica squadra di calcio MoviMacchine? Si può riassumere e datare in questa formazione il primo tentativo di società organizzata in grado di portare in giro il buon nome della comunità, quindi dimostrare al grande pubblico che "ci siamo anche noi". In realtà anche prima del '62 vi erano dei movimenti calcistici importanti ma più che altro affidati a singoli giovani, vogliosi di mettersi in mostra e dotati anche di buona personalità calcistica. Tutto però finiva li. Nel caso della squadra o meglio, società Movimacchine, il discorso cominciava a prendere, a tutti gli effetti, la strada di organizzazione sportiva vera e propria. 

   Chi come me, allora piccolo (11enne), ricorda la mitica formazione di calcio MoviMacchine messa su nel '62 da un manipolo di appassionati giocatori animati dalla passionaccia per il calcio, con a capo l'allora imprenditore avv. Carlo Alfeo e un gruppo di accompagnatori che sosteneva, ognuno per quel che poteva, il nascente progetto sportivo sociale. Non c'erano premi, non vi erano soldi che circolavano, c'era solo tanta voglia di giocare e di confrontarsi con squadre di altre realtà. Con questi presupposti, la squadra venne ufficialmente  iscritta al campionato di calcio provinciale '63/'64 insieme a formazioni tarantine, Massafra, Ginosa, San Marzano, Lizzano, Lizzanello e altre squadre del versante orientale della nostra Provincia. Erano tempi in cui le partite raramente finivano in santa pace, tra vincitori e vinti. Il più delle volte gli incontri erano caratterizzati da risse.

   Un aneddoto di malcostume sportivo abbastanza esplicativo : il 13 ottobre 1963, a Mosca si gioca URSS-ITALIA, incontro valido per la qualificazione al campionato europeo, al 23° l'attaccante della Nazionale Italiana, Ezio Pascutti (dal palmares di tutto rispetto, 17 presenze in Nazionale e 8 reti all'attivo), reagisce malamente nei confronti del terzino russo Dubinsky per il trattamento riservatogli, con un pugno. Espulsione scontata e sconfitta dell'Italia con conseguente eliminazione dagli Europei. Questo per dire che a quei tempi le risse in campo avvenivano a ogni latitudine.    

   In un clima del genere, una domenica la MoviMacchinePalagianello andò a giocare a San Marzano dove, proprio quel giorno, venne inaugurato il campo sportivo. Per l'occasione lo stadio era strapieno, inoltre c'era il prete per la benedizione, ovviamente il sindaco in pompa magna, arbitro Potì, di Taranto. Proprio quest'ultimo per tutta la partita non fece altro che rendere la vita difficile alla nostra squadra. Annullò un primo gol regolare, davacontro punizioni inesistenti e cosi via. Le proteste dei nostri giocatori erano sempre più insistenti ma non servivano a niente. Finché a metà del secondo tempo il capitano della squadra, Michele Ferulliallorquando Potì annulla il secondo gol, si avvicina all'arbitro e gli molla un destro al volto da stenderlo a terra. Alla conseguente espulsione la squadra si ritira, perdendo l'incontro a tavolino. Il capitano venne punito con quattro anni di squalifica, giocò la sua ultima partita con la MoviMacchine, sul campo del Palagiano, contro la formazione del Massafra, con il cartellino di un altro giocatore, l'incontro terminò 3 a 0 per il Palagianello. Davvero altri tempi quelli. Di questo triste episodio però, proprio il protagonista l'ex capitano Michele Ferulli, non ne parla volentieri, anzi tende egli stesso quasi a rimproverarsi di quel che successe in quella sfortunata trasferta. La squadra a sua volta scese in campo qualche altro anno con alterne fortune, dopodiché man mano che arrivavano le cartoline precetto per la chiamata al servizio militare, la società si sciolse. In ogni caso le gesta della prima squadra non vennero dimenticate . Al contrario ebbero un effetto moltiplicatore sui giovani in erba, anche se questo, in verità, creava qualche dissidio in famiglia, per le note difficoltà di sostentamento. Da tenere presente che le partite, anche quelle casalinghe, si giocavano sul campo sportivo del Palagiano, quindi sempre in trasferta senza il supporto del pubblico amico. Quando invece tutti i paesi limitrofi, già da allora, disponevano di campo di calcio a norma omologato FIGC. Un inciso: si vede che è proprio destino della comunità, o chissà probabilmente fa parte del nostro Dna, il cattivo rapporto tra impiantistica sportiva e sensibilità di chi ha amministrato e di chi tutt'ora amministra, visto che la tendenza vigente  è quella di disfarsi degli impianti esistenti anzichè aumentarne la disponibilità.  

    Altro episodio da ricordare, legato al rilancio della vita socio-culturale della comunità, giunse a quel tempo dalle comunicazioni. Nel senso che nel 1960 Palagianello fu allacciata alla rete telefonica pubblica. Vennero istallati 10 telefoni, localizzati in diversi punti del paese, tra cui, stazione, municipio, farmacia, medici, casa parrocchiale di don Cesare e casa Ferulli. I telefoni istallati funzionavano tutti con un solo numero, da 1 a 10. Questa cosa detta adesso, con la presenza a iosa di cellulari, fa solamente sorridere, ma allora possedere un telefono in casa oltre ad essere un segno di prestigio, significava molto perchè si era al centro dell'attenzionesociale, al tempo stesso però era anche strumento di tante seccature.  

>>>>>>>>in foto da sx in piedi, Carmelo Murgiano p.a., Paolo Capito, Michele Tito, Giulio Amatulli, Antonio Galatone, Michele Ferulli (cap.), Gianni Galante, da sx accosciati Nino D'onghia, Gaetano Pavone, Michelino Galante, Giuseppe Gasparre, Giovanni Antonicelli. Nella foto manca Pierino Gatti, ala sinistra titolare della formazione, fantasista dalle spiccate capacità tecnico-tattiche. Purtroppo c'è pure da dire che dei protagonisti della formazione in foto è rimasto ben poco, diversi sono emigrati, altri sono prematuramente deceduti.>>>>>>>

 

Giovanissimo, 24 anni il prossimo 20 settembre, con la passione della chitarra e della musica. Vito Rotolo, che non è figlio d’arte, ma sicuramente un figlio modello come pochi, questa sera, alle 19, nella sala convegni, presenta il suo singolo, con tanto di video clip musicale “Straniero”, con regia di Fabio Caricato. Un appuntamento atteso e sognato, da condividere con gli amici di sempre e le persone più care. 

Decide di studiare chitarra da privatista a 14 anni con l’associazione musico – culturale “Il Gruppetto” di Mottola, partecipa a vari concorsi sul territorio regionale conseguendo lodevoli risultati. Fa parte di diversi gruppi musicali tra cui i “Paradises King” e il “Quintet Unplugged”.

“Straniero”, il suo primo singolo nasce quando Vito aveva 16 anni, quasi per caso. Gli viene chiesto di partecipare a un concorso interparrocchiale, all’interno della Diocesi di Castellaneta. E su un foglio bianco comincia ad appuntare qualche pensiero, qualche parola. Poi l’incontro con Michele Balestra, che gli racconta la sua esperienza di soldato in Afghanistan, di uomo “straniero in un’altra terra.

Di lì l’ispirazione per scrivere una canzone, in cui lo straniero non è solo il soldato italiano che va in missione di pace o di guerra in Afghanistan, ma chiunque arrivi in una terra che non è sua e deve affrontare l’inferno dell’accoglienza, dell’integrazione. “… un avventuriero senza confini e frontiere  straniero abitante di mille strade e città”. 

Un testo scritto e rimasto inedito, chiuso, custodito “nel cassetto dei sogni” fino a quando Vito incontra quasi per caso, in palestra, un suo compaesano, un cantautore affermatissimo, anche lui animato dalla passione per la musica e la chitarra, Aldo Losito. Lo ascolta e Aldo diventa il suo produttore artistico assieme ad Angelo Guagnano. Ed è in quel momento che quelle parole diventano musica. E il testo “Straniero” diventa canzone.

 

Un lavoro iniziato a ottobre e concluso a dicembre del 2018, con parte tecnica curata da Pasquale Aloia, alle batteria Daniele Teodorani. Il videoclip è stato girato a Mottola, nella centralissima piazza XX Settembre, ma anche presso “Vicolo Corto” di Angelo Tievoli. Il protagonista, lo “straniero” è il pakistano Alì Hassan, coprotagonista è Francesco Di Turi, con la partecipazione di Antonio Cisternino, Sebastiano Tievoli, Raffaella Antonicelli, Maria Grazia Ettore e, ovviamente, lui, l’autore cantautore alla chitarra, Vito Rotolo.

 

 

Il conto alla rovescia è iniziato. Mercoledì 24 aprile giungeranno ad Erchie (Brindisi) le spoglie di Santa Lucia e di Santa Irene che verranno traslate rispettivamente da Venezia e da Catignano (Pescara).  Un evento eccezionale che richiamerà nella cittadina brindisina diverse decine di migliaia di persone

La cerimonia di accoglienza delle spoglie delle due Sante - introdotta e commentata da Giovanni Colonna -prenderà il via alle 18.30 all’interno dell’area mercatale. 

Il corpo di Santa Lucia e di Sant’Irene, custodito nelle rispettive teche di cristallo,  sarà salutato dai canti diocesani della Commissione animazione pastorale giovanile diocesana e dalle note musicali del tenore M. D’Amato. 

A dar loro il benvenuto saranno il vescovo della Diocesi di Oria, monsignor Vincenzo Pisanello, il sindaco di Erchie Giuseppe Margheriti, il prefetto di Brindisi, Umberto Guidato, una trentina di sindaci provenienti da tutta la Puglia e le massime autorità civili e religiose del territorio regionale, e non solo. Le spoglie delle due Sante saranno accolte dagli alunni della scuola dell’infanzia “L’Albero Azzurro” e dai fuochi pirotecnici. Seguirà una fiaccolata accompagnata dalle associazioni bandistiche ”Nicolì” e “Puccini”.  Durante il tragitto gli alunni della scuola dell’Infanzia Giovanni Paolo II saluteranno le sante in via Calvario. La processione si concluderà in piazza Umberto I dove sono previsti gli interventi istituzionali alla presenza dell’architetto don Giammatteo Caputo - in rappresentanza del Patriarcato di Venezia - direttore dell’Ufficio Beni Culturali e Turismo della Curia Patriarcale e del Courier don Giuseppe Costantini, del sindaco di Siracusa, Francesco Italia, del sindaco di Carlentini (Siracusa), Giuseppe Stefio, di una delegazione di rappresentanti istituzionali in arrivo da Catignano (Pescara) e di una deputazione della Cappella di Santa Lucia di Siracusa presieduta dall’avvocatoPucci Piccione.

La cerimonia si chiuderà con la Santa Messa dell’Accoglienza presieduta da monsignor Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria. La celebrazione eucaristica verrà celebrata in piazza per dar modo ai numerosi fedeli di potervi partecipare. E’ la stessa piazza dove si affacciano il Santuario di Santa Lucia e la Chiesa Madre, due monumenti posti uno di fonte all’altro nella piazza centrale di Erchie. Un aspetto singolare che rafforza simbolicamente il senso di devozione di questa comunità verso la Santa Patrona Irene e la Santa Protettrice Lucia.

Subito dopo i fedeli potranno venerare i Santi Corpinelle rispettive Chiese. 

La comunità di Erchie, dunque, è pronta a stringersi attorno alla sua Santa Patrona (Irene) e alla sua Protettrice (Lucia) per ricordare e accompagnare questo storico momento. 

Per questa occasione l’Amministrazione Comunale e l’Unità Pastorale di Erchie - Diocesi di Oria - hanno organizzato una serie di eventi religiosi e civili per coinvolgere l’intera cittadinanza e i tanti fedeli che dal 24 aprile al 4 maggio giungeranno in città. 

Il Comune di Erchie ha deciso di chiamare a raccolta l’intera cittadinanza per  collaborare, in maniera del tutto gratuita, ad una serie di iniziative. Sono pronti a scendere in campo i  cosiddetti “Volontari della Santa accoglienza”  che saranno dislocati in diversi punti strategici della città per accompagnare i fedeli offrendo loro tutte le informazioni del caso: l’obiettivo è quello di far crescere il senso di comunità e, al contempo, di promuovere efficacemente tutte le iniziative collaterali che sono state programmate per questo evento.  

Un Infopoint verrà allestito al Palazzo Ducale (email:  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; info e booking: 377 3837060)  e sarà disponibile pure un’app turistica (Info Erchie), a cura della Pro Loco di Erchie.

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