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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

 

Venerdì 16 febbraio 2024 alle ore 21

al Teatro Turoldo Taranto in collaborazione con Associazione Giovanni Testori di Milano a Taranto va in scena \'Confiteor\', per la regia di Alfredo Traversa con Giuseppe Calamunci Manitta e Tiziana Risolo.

 

L’azione di Confiteor è affidata a due voci: un giovane che per eccesso di amore, e quindi di disperazione si fa fratricida, ed una madre che nell’abisso del proprio dolore non desiste dal gettare la sua annichilita speranza su l\'orgoglioso calvario del figlio. Due voci incatenate la cui violenta risonanza riempie da sola l’intero spazio scenico. Un’opera capolavoro, che il teatro italiano ha sempre trascurato proprio per la sua pericolosa capacità di ri-svegliare le coscienze degli spettatori e dei teatranti. 

Il nocciolo attualissimo dello spettacolo è il dilemma, il mistero, il buio che d’improvviso travolge una famiglia con la nascita di un ‘diverso’, di un disabile. La vita di una famiglia (madre, padre e due figli) qui in quest’opera è l’apoteosi della ricerca spasmodica dell’amare senza riuscire a capire come fare. Uno spettacolo per chi ama il teatro, per chi crede nel teatro come possibilità di cambiamento, uno spettacolo che capiterà raramente di vedere sulle scene italiane. 

Un’opera di Giovanni Testori scrittore, giornalista, poeta, critico d\'arte e letterario, drammaturgo, sceneggiatore, regista teatrale e pittore italiano, scomparso il 16 marzo del 1993. Testori, grande intellettuale del Novecento, attraversò le forme di scrittura più disparate e vi lasciò il suo segno indelebile e inconfondibile, è stato una  delle voci più fortunate ed eclettiche della nostra letteratura 

alimentata, come scrive Alberto Rollo su Maremosso  da una irrequieta fame di esperienza e di espressione.

Appuntamento quindi venerdì al

Turoldo di Taranto. Il costo del biglietto è di 12 euro acquistabile direttamente al botteghino del  Turoldo o in prevendita a Grottaglie  prevendita presso Casa Merini caffè letterario o chiamando il numero 3466087156.

Lu.Lo.

Seconda notte e terza giornata di presidio sotto la Prefettura di Taranto degli imprenditori dell’indotto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Le imprese che fanno capo ad Aigi non stanno lavorando da settimane in quanto non vengono pagate da Acciaierie. Gli imprenditori hanno tolto i presidi davanti alle portinerie della fabbrica ma continuano a non lavorare, mentre sono già state avanzate richieste di cassa integrazione per circa 2.600 lavoratori, molte delle quali già formalizzate con accordi sindacali.

Un innovativo e interessante appuntamento, che punta ad un intreccio di sensazioni, che combina ritmo, sapori e cultura,  quello di  questo fine settimana,  \'Pizzicando in Città Vecchia: Tour Culturale tra storia e ipogei\', a cui si potrà partecipare a partire dalle ore 20:00,  Sabato 17 Febbraio.

 

Si tratta di una stimolante serata organizzata e proposta dall\'Associazione Culturale “Taranto in Diretta” di Angelo Galasso con la collaborazione del prof. Alessandro Ricci.

Il percorso culturale che ha come sfondo il suggestivo paesaggio notturno della Città Vecchia si snoderà, tra racconti e storie narrate dalla guida Alessandro Ricci, nei vicoli, postierle, mura greche e gli ipogei che si espandono nelle viscere della città vecchia di Taranto.

 

Ad arricchire l’appuntamento di sabato 17 sarà il ritmo avvolgente della “pizzica pizzica” a cura di Maria Trombino e Massimo Magrì e poi,   ancora,  spazio ai sapori con  un piccolo angolo buffet  nell\'appartamento nobiliare di Palazzo Stola.

 

Un’opportunità quella di sabato 17 da non farsi sfuggire giacché sarà possibile fruire della della combinata energia, di due importanti Associazioni culturali di Taranto,  che  vedrà insieme a “Taranto in Diretta”,  l’Associazione “Itaca”, grazie alla disponibilità e cordialità di Irene Scialpi, Maria Trombino e Massimo Magrì.

 

L’appuntamento è alle ore 20.00, sabato 17 Febbraio  presso Piazza Castello. Durata prevista,  2 ore circa.  Abbigliamento comodo. Posti limitati.  Contributo di € 12.00.

Il tour guidato potrà essere prenotato esclusivamente telefonicamente o su WhatsApp al numero 340.5538931 (Angelo Galasso, Presidente Associazione Culturale Taranto in Diretta)

 

Gli imprenditori dell’indotto di Acciaierie d’Italia che fanno capo ad Aigi  sono rimasti  sotto la Prefettura di Taranto tutta la notte. Ieri  mattina gli imprenditori, che protestano per il mancato pagamento dei crediti milionari che avanzano verso Acciaierie, si sono incatenati sotto il Palazzo del Governo e hanno consegnato al prefetto di Taranto, Paola Dessì, le chiavi delle loro imprese. Poi una delegazione si è spostata a Bari per incontrare il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, mentre la maggior parte degli imprenditori è rimasta sotto la Prefettura. Si é quindi deciso di proseguire il sit in anche nella nottata. In prossimità della Prefettura sono stati montati dei bagni chimici. Dopo l’incontro col governatore Emiliano, e gli assessori regionali Alessandro Delli Noci (Sviluppo economico) e Sebastiano Leo (Lavoro), Fabio Greco, presidente di Aigi, ha dichiarato: “Ringraziamo il presidente e il suo staff per l’incontro di oggi, perché ci ha dato la possibilità di definire alcuni punti e comprendere meglio quelle che sono le normative vigenti che vincolano questi pagamenti. Gli imprenditori che adesso sono in presidio fisso sotto la Prefettura di Taranto rischiano il fallimento non per incapacità, ma per colpa di un mancato accordo tra Invitalia e Arcelor Mittal. Chiaramente - ha detto Greco - noi rimarremo in presidio. Abbiamo chiesto al prefetto un incontro urgente con tutti gli attori per trovare una soluzione immediata perché non è possibile né andare in amministrazione straordinaria, né in composizione negoziata”.

    “L\'unica possibilità - ha sostenuto il presidente di Aigi - è un accordo bonario tra le parti per poter pagare i crediti immediati ai nostri fornitori per un ammontare di circa 140 milioni di euro. Questo ci darebbe la possibilità di ripartire con più serenità sin da subito. Tolti i presidi, la fabbrica è comunque deserta. Non c\'è nessuno dell\'indotto che è uscito a lavorare perché mancano i fondi per poter pagare i dipendenti”. 

Gli imprenditori dell’indotto di Acciaierie d’Italia che fanno capo ad Aigi  sono rimasti  sotto la Prefettura di Taranto tutta la notte. Ieri  mattina gli imprenditori, che protestano per il mancato pagamento dei crediti milionari che avanzano verso Acciaierie, si sono incatenati sotto il Palazzo del Governo e hanno consegnato al prefetto di Taranto, Paola Dessì, le chiavi delle loro imprese. Poi una delegazione si è spostata a Bari per incontrare il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, mentre la maggior parte degli imprenditori è rimasta sotto la Prefettura. Si é quindi deciso di proseguire il sit in anche nella nottata. In prossimità della Prefettura sono stati montati dei bagni chimici. Dopo l’incontro col governatore Emiliano, e gli assessori regionali Alessandro Delli Noci (Sviluppo economico) e Sebastiano Leo (Lavoro), Fabio Greco, presidente di Aigi, ha dichiarato: “Ringraziamo il presidente e il suo staff per l’incontro di oggi, perché ci ha dato la possibilità di definire alcuni punti e comprendere meglio quelle che sono le normative vigenti che vincolano questi pagamenti. Gli imprenditori che adesso sono in presidio fisso sotto la Prefettura di Taranto rischiano il fallimento non per incapacità, ma per colpa di un mancato accordo tra Invitalia e Arcelor Mittal. Chiaramente - ha detto Greco - noi rimarremo in presidio. Abbiamo chiesto al prefetto un incontro urgente con tutti gli attori per trovare una soluzione immediata perché non è possibile né andare in amministrazione straordinaria, né in composizione negoziata”.

    “L\'unica possibilità - ha sostenuto il presidente di Aigi - è un accordo bonario tra le parti per poter pagare i crediti immediati ai nostri fornitori per un ammontare di circa 140 milioni di euro. Questo ci darebbe la possibilità di ripartire con più serenità sin da subito. Tolti i presidi, la fabbrica è comunque deserta. Non c\'è nessuno dell\'indotto che è uscito a lavorare perché mancano i fondi per poter pagare i dipendenti”. 

La protesta è esplosa questa mattina in via Anfiteatro davanti alla Prefettura. Oltre a manifestare, i titolari delle imprese appaltatrici di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, hanno consegnato questa le chiavi delle loro aziende al prefetto di Taranto, Paola Dessì. L’indotto rappresentato da Aigi, da stamattina, ha inoltre smesso i presìdi di protesta davanti alle portinerie della fabbrica ma non è tornato a lavorare in quanto non ha ancora ottenuto i pagamenti arretrati dall’ex Ilva che ammontano a diversi milioni. La consegna delle chiavi è un ulteriore gesto di protesta. In una lettera al prefetto di Taranto, l\'Aigi sostiene che “la situazione nelle ultime settimane è precipitata a causa del braccio di ferro che si sta consumando tra socio pubblico, Invitalia, e privato, Arcelor Mittal, mentre potrebbe essere decretata già nelle prossime ore l\'amministrazione straordinaria della società”.

   “In questo stato di estrema e grave incertezza - sostiene Aigi - lo stabilimento siderurgico rischia il collasso come ha dichiarato l\'ad Lucia Morselli nel corso dell\'udienza per la composizione negoziata della crisi e al punto che le nostre aziende hanno dovuto avviare la cassa integrazione per i lavoratori al fine di garantire loro il sostegno al reddito e non saranno nemmeno nelle condizioni di onorare le scadenze fiscali e previdenziali. Dopo quasi un mese di pacifica agitazione, e con il rischio che nelle prossime ore vengano concesse misure protettive a favore di AdI, senza che al contempo si siano concretizzate delle misure volte alla garanzia dei crediti e a una immediata immissione di liquidita\', gli imprenditori dell\'indotto - afferma Aigi - sono al colmo della disperazione dopo aver ben compreso che anche le misure promesse dal Governo e contenute nel DL 2/24 si riveleranno una scatola vuota”. Le chiavi delle imprese vengono consegnate al prefetto “avendo constatato - spiega Aigi - l\'assenza di responsabilità politica a tutela delle imprese che hanno consentito alla grande fabbrica di essere considerata strategica per il Paese”. 

Mister Capuano: \" Partita di sofferenza, punto prezioso su un campo difficile.\" Vannucchi: \"Contento del rigore parato e per la continuità di risultati.\"

 

Di Andrea Loiacono 

 

Un Taranto incerottato e privo di Kanoute, subentrare solo a gara in corso, pareggia a reti inviolate contro un Cerignola mai domo e sempre propositivo che ha fallito anche un calcio di rigore parato da un super Vannucchi a Malcore al 38\'. Il Taranto ha provato a ribattere colpo su colpo ma la maggiore pressione è condizione atletica dei padroni di casa ha creato non pochi pericoli e un vero e proprio forcing dei gialloblu che però alla fine si sono dovuti accontentare del pari. Per il Taranto un pareggio che consolida la quinta posizione in classifica utile per i play-off.

 

Nel post gara queste le dichiarazioni di mister Capuano: \" Si è trattato di una partita di sofferenza, devo ammettere che il Cerignola avrebbe meritato qualcosa in più. Noi avevamo tanti giocatori che non erano in condizione di poter giocare  come Kanoute, Orlando e lo stesso  Demarchi ai quali si è poi aggiunto Bifulco. Abbiamo iniziato a giocare con le tre punte,ma soprattutto  nel secondo tempo siamo calati di intensità, non è facile giocare su questo campo e contro questa squadra. Penso che qualsiasi altra squadra sarebbe andata al tappeto,  invece noi non abbiamo mollato e da squadra abbiamo portato a casa il risultato.  Devo fare i complimenti a Enrici, Miceli e tutta la retroguardia, giocare contro di noi non è semplice. Nel secondo tempo sono passato al 3-5-2  inserendo Fiorani a centrocampo perché stavamo soffrendo e le punte non rientravano. La classifica è meravigliosa ma il campionato è ancora lungo e difficile. Stasera eravamo in vera emergenza e abbiamo saputo soffrire. Ora spero di poter recuperare qualcuno e preparare bene la gara di mercoledì col Giugliano.\"

 

Assoluto protagonista del match è stato Gianmarco Vannucchi, abile non solo a parare il rigore di Malcore ma a sbarrare la via della rete in un paio di circostanze alla squadra ofantina anche nella ripresa. Queste le sue parole nel post gara: \" Il Cerignola evidentemente mi porta fortuna, è stato una partita difficile su un campo ostico. Il punto è preziosissimo , ora pensiamo a mercoledì. Nel secondo tempo il mister ci ha dato una mano inserendo un centrocampista in più. Siamo venuti qui per vincere ma in campo c\' erano anche gli altri e ci teniamo stretto il pari. In occasione del rigore mi sono tuffato in anticipo. Avevo studiato i rigori di Malcore ed è andata bene. Oggi devo fare I complimenti ai miei compagni e soprattutto a quelli della difesa perché hanno disputato una partita super. \"

Un capannello di giornalisti staziona in via Grazia Deledda ad Avetrana nel Tarantino davanti alla casa di Michele Misseri, scarcerato questa mattina per fine pena dopo aver scontato otto anni per il reato di occultamento del cadavere della nipote Sarah Scazzi uccisa nell’agosto 2010. La strada è piena, è vigilata da Carabinieri e Polizia, vige il divieto di transito nella stessa via Deledda come in quelle adiacenti, ma di Misseri, 70enne, contadino, ancora nessuna traccia. L’uomo è uscito in auto dal carcere di Lecce questa mattina dopo le 7, la vettura era guidata da un’altra persona, ma non si è diretto alla propria abitazione. Avetrana è un paese del Tarantino limitrofo al Salento e tra Avetrana e Lecce ci sono solo poche decine di chilometri di distanza. Una distanza che da quando Misseri ha lasciato il carcere a ora, dovrebbe aver coperto. E invece lo zio di Sarah ha preferito rifugiarsi altrove in attesa che si calmi l’assedio attorno a lui. 

Lo stesso Misseri aveva peraltro detto tramite il suo avvocato Luca Latanza di voler restare per un certo periodo tranquillo e da solo. Misseri avrebbe in animo di riprendere più in là anche il lavoro nei campi. Misseri in questi anni si è ripetutamente autoproclamato omicida della giovanissima nipote ma del delitto rispondono invece moglie e figlia di Michele, Cosima Serrano e Sabrina Misseri, che a Taranto stanno scontando l’ergastolo.

Misseri oggi è uscito con un anno di anticipo per i permessi di buona condotta maturati durante la detenzione e per le norme “svuota carceri”. La madre di Sabrina, Concetta Serrano, vive ad Avetrana, poco distante da casa Misseri. Invece marito e figlio di Concetta risiedono e lavorano in Lombardia. A Michele Misseri è stato destinato un provedimento orale del questore, misura finalizzata a prevenire eventuali comportamenti illegali o negativi da parte del soggetto interessato. È un provvedimento preventivo che però non è stato ancora notificato a Misseri che uscito stamattina presto dal carcere di Lecce, ha fatto perdere le tracce di sé e non è rientrato ad Avetrana, nè, come ha detto il suo legale, rientrerá almeno sino ai prossimi giorni per evitare ogni tipo di assedio. 

Il Festival di Sanremo si avvia alla conclusione. Questa notte sarà decretato il vincitore di un edizione che trasversale. Sul palco si sono alternati generazioni e stili diversi, dai giovanissimi lanciati dai talent ai cantanti di lungo corso, avvolte antitetici, specchio di quello che c è fuori dal palco, che è tutto e il suo contrario. A gareggiare c è anche Diodato, l artista tarantino già vincitore con Fai rumore  nell edizione senza pubblico in sala, che quest anno si è presentato con Ti muovi, canzone poetica e intensa. Questa sera la sua esibizione sarà la decima, e 10 è il numero per votarlo.

Conta molto il televoto durante la serata finale. Infatti durante la prima fase, dopo che sarà stata letta la classifica parziale con la media delle serate precedenti, tutti gli artisti si ri-esibiranno. A quel punto, voterà solo il pubblico da casa (non le altre giurie), contribuendo a stilare la “top five”.

Quei cinque poi saranno sottoposti al televoto, alla giuria delle radio e a quella della sala stampa. Attenzione: a quel punto i codici saranno diversi rispetto a quelli che trovate qui sotto.

 

COME SI VOTA

Si potrà esprimere la preferenza tramite sms o digitando il codice sulla tastiera nel caso di chiamata da utenze fisse. Possono votare solo i maggiorenni e solo mentre è aperto il televoto durante la serata (in altri momenti i voti non vengono conteggiati).

Da telefono fisso: Al numero 894.001. Si seguono le istruzioni che vengono date con apposito messaggio telefonico preregistrato. Il costo di ciascuna chiamata da utenza fissa (indipendentemente dalla distanza, dall’orario, dalla durata della chiamata e dal gestore e telefonico) con la quale effettivamente si esprima un voto valido sarà di 0,51euro iva inclusa.

Con sms: Inviando un sms al numero 475.475.1 con il codice a due cifre di identificazione della canzone-artista scelto. Il costo dell’invio dell’sms varia sulla base del contratto col proprio operatore (in genere è gratuito). Si paga invece il voto espresso, solo se valido, 0,50 euro (tecnicamente è il costo dell’sms ricevuto a conferma del voto valido).

Quanti voti si possono esprimere? Al massimo cinque per ogni sessione di voto e per ogni utenza telefonica.

 

I CODICI DEL TELEVOTO

Questo l’elenco completo dei codici per la serata finale, quella di sabato 10 febbraio (validi per la prima fase, prima della top five):

01 – Renga e Nek
02 – BigMama
03 – Gazzelle
04 – Dargen D’Amico
05 – Il Volo
06 – Loredana Bertè
07 – Negramaro
08 – Mahmood
09 – Santi Francesi
10 – Diodato
11 – Fiorella Mannoia
12 – Alessandra Amoroso
13 – Alfa
14 – Irama
15 – Ghali
16 – Annalisa
17 – Angelina Mango
18 – Geolier
19 – Emma
20 – Il Tre
21 – Ricchi e Poveri
22 – The Kolors
23 – Maninni
24 – La Sad
25 – Mr.Rain
26 – Fred De Palma
27 – Sangiovanni
28 – Clara
29 – Bnkr44
30 – Rose Villain

Lu.Lo. 

Mancano ormai poche ore all’uscita dal carcere di Lecce per fine detenzione di Michele Misseri, il contadino di Avetrana (Taranto) quasi 70enne coinvolto nella vicenda dell’omicidio della nipote Sarah Scazzi, accaduto ad agosto 2010. L’uscita di Misseri è prevista domattina, presumibilmente tra le 10 e le 12.

Dovrebbe essere una delegata del suo avvocato, Luca Latanza, a venire a prenderlo in auto e a portarlo ad Avetrana, distante poche decine di chilometri dal capoluogo salentino. Quasi certamente Misseri troverà, sia all’uscita dal carcere sia all’arrivo ad Avetrana, troupe televisive e media, considerato il clamore del caso Scazzi aveva suscitato a suo tempo.

Nei giorni scorsi, la casa di Michele Misseri, noto al grande pubblico col nome abbreviativo di \'Zio Michele\', è stata oggetto di lavori di pulizia e di ripristino - tra cui anche l’allacciamento dell’energia elettrica - a cura di alcuni parenti dell’uomo. Misseri avrebbe intenzione, nelle prossime settimane, di riprendere il lavoro nei campi, cominciando col dare una prima occhiata anzitutto ai suoi, ormai abbandonati da anni.

Quanto a via Grazia Deledda, dove si trova la villa di Misseri, il sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, ha emesso un’ordinanza che vieta il transito delle auto. Intenzione del primo cittadino è evitare che la strada e il paese più in generale diventino palcoscenico di un nuovo \"circo mediatico\" dopo quello del 2010, durato peraltro diverso tempo.

“Per rispetto alla memoria di Sarah e alla sua famiglia, vorremmo che Avetrana non fosse più ricordata e citata per questo tristissimo episodio”, dichiara il sindaco. Che ha poi manifestato disponibilità, qualora venisse richiesto e ne sussistessero le condizioni, l’aiuto dei Servizi Sociali del Comune a Misseri, ma si tratterebbe, viene precisato, della stessa forma di applicazione riservata a qualsiasi altro cittadino nelle sue stesse condizioni. Nessun trattamento preferenziale, quindi.

Oggi, 10 febbraio, come annunciato dal suo avvocato Latanza, Misseri termina dunque di scontare la pena a otto anni di reclusione, alla quale è stato condannato per il reato di soppressione di cadavere. Secondo quanto emerso nei vari gradi di giudizio, Misseri nascose il corpo della giovanissima nipote Sarah in un pozzo in campagna. Accusate del delitto sono, invece, la moglie di Michele, Cosima Serrano, e la figlia Sabrina, entrambe in carcere a Taranto, dove resteranno in quanto condannate all’ergastolo.

In tutti questi anni Michele Misseri si è ripetutamente autoaccusato dell\'omicidio della nipote, ma questo comportamento non ha in alcun modo influito sulla vicenda processuale né sulla sua posizione. Molte anche le lettere scritte a moglie e figlia in carcere. Misseri, in questi anni di detenzione a Lecce, ha manifestato un buon comportamento e questo gli è valso una riduzione detentiva di circa 400 giorni; la libertà è stata anticipata dal 2025 al 2024. Nel periodo di detenzione, Misseri non ha mai chiesto alcun permesso e ha svolto in carcere piccoli lavori di falegnameria e giardinaggio.

Misseri fu arrestato la notte del 6 ottobre 2010 dopo aver ammesso l’omicidio e portato i carabinieri nel luogo dove aveva occultato il cadavere della nipote. Ma il 15 ottobre successivo ritrattò la confessione, rettificandola e parlando del coinvolgimento della figlia Sabrina, che avrebbe avuto un litigio con la cugina Sarah. Sabrina è stata poi arrestata  nell\'ottobre 2010 mentre la madre Cosima nel maggio 2021. Per Sabrina l’accusaè concorso in omicidio volontario, per la madre concorso in omicidio e sequestro di persona.

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