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Giornale di Taranto -
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Partirà lunedì 27 novembre la rassegna itinerante e interculturale “Diritti al centro del mondo” organizzata dall’Associazione Salam per far luce sui diritti negati in tante parti del  mondo: Palestina, Yemen, Siria, Kurdistan Iracheno, Gambia, Mali e i campi profughi saharawi.  Sarà come un viaggio di scoperta, conoscenza e approfondimento verso luoghi, Paesi e popoli - molto spesso dimenticati dal mondo della politica e dei media-  che toccherà diversi temi, il cui comune denominatore è rappresentato dai diritti umani. Ogni giorno a partire dal 27 novembre fino al 2 dicembre sarà organizzato un incontro  itinerante nella Provincia di Taranto, che focalizzerà l’attenzione su un diritto specifico.

PRIMO INCONTRO - Si partirà con l’affrontare la causa saharawi  e la non applicazione del diritto internazionale dell’autodeterminazione dei popoli. Il primo incontro si terrà a Martina Franca - Palazzo Ducale, dalle ore 18 e si aprirà con i saluti dell’assessora alle Politiche sociali Tiziana Schiavone. Ospiti saranno Agnese Dell’Abate dell’ Associazione Tregiridité, impegnata attivamente a supportare la causa saharawi che presenterà insieme a Mauro Semeraro il progetto Desert Session: l’esperienza di cooperazione e quella vissuta dai musicisti e dai bambini saharawi tra viaggi e residenze, tra Capo di Leuca ed i villaggi nei pressi di Tindouf (Algeria) è diventata un disco. A concludere l’incontro un altro ospite d’eccezione: il giornalista Gilberto Matromatteo che sta documentando quanto sta accadendo nel Rif regione del Nord del Marocco, dove a seguito di proteste pacifiche che hanno coinvolto migliaia di persone, il governo marocchino ha risposto duramente portando in carcere più di  400 persone. Modererà l’incontro l’educatore Salam Cataldo Mignogna.

SECONDO INCONTRO: Presso il Museo di Paleontologia di Lizzano martedì 28 novembre dalle ore 18, dopo i saluti di benvenuto del direttore del Museo Oronzo Corigliano, le cooperanti Maddalena Galeone e Helen Pontiello racconteranno le loro esperienze in Gambia e Mali, le missioni di Salam a favore dell’istruzione e della formazione, e di attivazione di progetti di valenza sociale. A seguire si terrà la presentazione del progetto La Maison de La Mode - abiti dal Mondo - con i capi realizzati dai sarti,  richiedenti asilo che grazie ad un finanziamento OIM hanno potuto realizzare il loro sogno di aprire un vero e proprio atelier, coadiuvati dal direttore creativo Ida Chiatante e da una sarta professionista Patrizia Solito. La presentazione è  a cura di Valentina Di Michele responsabile del Centro Interculturale Nelson Mandela. A concludere l’incontro il contest musicale della “Salam Music Stage”, progetto nato dalla collaborazione con la casa discografica Joe Black Production.

TERZO INCONTRO: Si terrà a Taranto, mercoledì 29 novembre alle ore 18, presso Palazzo Pantaleo in città vecchia, l’incontro dedicato a un luogo a cui l’associazione Salam è particolarmente legata: la Palestina. Dopo i saluti di benvenuto dell’assessore al welfare e integrazione Simona Scarpati, introdurrà l’incontro il palestinese gazawi Wasim Alkalhout, responsabile Salam, che ha sperimentato in prima persona le sofferenze del suo popolo costretto a privazioni e soprusi. Interverranno successivamente Francesco Sansolino, per Amnesty International (sez. Puglia), e Bassam Saleh, prestigioso giornalista palestinese in Italia che ha dedicato tutta la sua vita alla causa palestinese e che ha lanciato una petizione in Italia per chiedere alla Rai un’informazione più corretta sulla Palestina.

QUARTO INCONTRO: giovedì 30 settembre, ritornerà a Taranto il dott. Jean Bassmaji medico siriano e presidente dell’Associazione Amar “Costruire solidarietà” che presenterà il suo progetto “Arti Artificiali”: campagna di raccolta fondi per 5000 bambini amputati in Siria. Ad introdurre l’incontro il siriano Ibrahim Elkhas, responsabile qualità Al Fallah, portavoce delle atrocità e sofferenze della guerra in Siria, attraverso i racconti dei suoi familiari. Interverrà inoltre anche Michele Damiano Presidente dell’Associazione PaoloZayd Costruttori di Pace, che segue da diversi anni  umanitario per la Siria. L’incontro inizierà alle ore 18 presso il Teatro Tatà al quartiere Tamburi, e si concluderà con il concerto dei maestri  Saleh Tawil & Ashraf Said. Sul palco anche le danzatrici del ventre: da Bari la maestra Iside; da Taranto la maestra Zeynab; da Napoli la danzatrice Erica Maliqa, da Roma la danzatrice Eva Turn.

QUINTO INCONTRO: La rassegna si sposterà nella sede dell’Università degli studi di Bari- dipartimento jonico (ex Caserma Rossarol) dove sarà posta l’attenzione sul contesto socio-politico in Yemen. Ad introdurre l’incontro Antonietta Podda, responsabile della comunicazione Salam. A seguire i saluti di benvenuto del Professor Gaetano Dammacco (Università degli studi di Bari) - dell’Assessore al Welfare (Comune di Taranto) Simona Scarpati - e dei rappresentanti delle associazioni di studenti: Giuristi jonici e Progetto Taranto Universitaria. A relazionare l’avvocato Maria Rosaria Piccinni, esperta nel campo del diritto e delle religioni nei Paesi del Mediterraneo; a seguire gli interventi del ricercatore Francesco De Angelis che descriverà  l’attuale contesto socio-politico yemenita, e si soffermerà a parlare dell’attivismo sconosciuto e  spesso represso delle donne yemenite. Ad illustrare invece il dramma delle spose bambine la scrittrice e giornalista corrispondente Rainews e BBC, specializzata in Medio Oriente Farian Sabahi. Modererà l’incontro il professor Paolo Stefanì (Università degli studi di Bari). Le conclusioni invece saranno affidate alla Presidente dell’Associazione Salam Simona Fernandez.  

ULTIMO INCONTRO: sarà dedicato al Kurdistan Iracheno e si terrà sabato 2 dicembre dalle ore 18 presso la Cooperativa Owen a San Giorgio Jonico. Ad affrontare la questione dell’indipendenza del Kurdistan, dopo il referendum plebiscitario del 25 settembre, sarà Pati Luceri autore ed esperto della storia del popolo curdo. A seguire degustazione di piatti tradizionali curdi.

Gli incontri sono organizzati col patrocinio di : Provincia di Taranto, Università degli studi di Bari, Comune di Taranto, Comune di Martina Franca, Comune di Lizzano, e realizzati in collaborazione con le diverse realtà associative.

Tutti gli incontri sono gratuiti e aperti al pubblico.

 
L'Amministrazione Comunale ha presentato oltre 130 eventi che, a partire dalla notte del 22 Novembre, animeranno la Città dei 2 mari fino all'8 Gennaio.
Quarantotto giorni di eventi che spaziano tra cultura, intrattenimento, musica, senza tralasciare le tradizioni e la solidarietà.
Il Natale tarantino avrà la sua pista di pattinaggio, allestita per tutto il periodo in Piazza della Vittoria, ed i suoi mercatini: quelli dell'artigianato, quelli del Natale e quelli dell'agroalimentare di Campagna Amica, che animeranno Borgo e Città Vecchia.
La natività sarà rievocata negli Ipogei, con l'allestimento dei presepi storici della Marina ed a Palazzo di Città, con l'esposizione delle opere del Concorso per le scuole "Il Presepe dei Ragazzi", a Piazzetta Sant'Egidio, con l'installazione di un'opera di Andrea Indellicati realizzata con i detenuti della Casa Circondariale di Taranto, ed a Piazza Carmine, dove gli studenti del Liceo Lisippo, con il supporto dei  detenuti della sezione del Liceo presente in carcere,  hanno realizzato un presepe con annesso calendario dell'Avvento, che porterà in dono generi di consumo per il banco alimentare. A Città Vecchia verranno inoltre rappresentati 2 presepi viventi, nei giorni 20/12, il Presepe di Faggiano, ed il 23/12, con il presepe medievale dei Cavalieri de li terre tarentine, seguiti da quello del quartiere Tamburi, che si animerà alla vigilia di Natale.
A Taranto Babbo Natale vien dal Mare, sbarcando il 17 Dicembre presso il Villaggio di Babbo Natale Sul Mare, al Molo Sant'Eligio, che dal 15 al 17 sarà animato da elfi ed artisti. Vien dal Mare anche la Befana, che il 6 Gennaio porterà i suoi doni a Piazzale Democrate.
A Piazza Garibaldi un fitto programma di eventi e laboratori animerà il borgo dal 15 al 30 Dicembre.
Si passa da laboratori sulla ceramica a quelli sui dolci della tradizione gastronomica a quelli sulla produzione di latticini, con gli animali veri che potranno essere coccolati dai piccoli.
La colonna sonora del Natale tarantino è affidata a circa 20 concerti organizzati in differenti location e che spaziano tra esibizioni bandistiche, cori Gospel ed esibizioni a tema Natalizio. Di spicco il live  ad otto voci e pianoforte del jazzista Mario Rosini ed il Duni Jazz Choir, il 16 Dicembre a PIazza Garibaldi, il concerto del Gipsy Christmas Trio, di Salvatore Russo,  il 30 Dicembre a Piazza Garibaldi, ed il Concerto "Christmas Gospel" dell’Orchesta Magna Grecia, il 22 Dicembre a Piazza Immacolata.
Il programma prevede eventi in ogni quartiere della città, con musiche e momenti conviviali, vivacizzati dall'arte canora dei cantori del territorio.
Il Natale Tarantino mette in mostra i tesori storico- architettonici della città, con cicli di viste guidate agli antichi ipogei ed a Palazzo Pantaleo, organizzati dalla ProLoco (partenza ogni venerdì alle 17 dall'Info Point al Castello Aragonese), ed ai siti archeologici e scavi nella Citta Nuova, antica Necropoli. In calendario anche la Notte Bianca dell'Archeologia, il 29 Dicembre, e la rassegna dedicata ai Bambini Arkeo Kids, dal 2 al 5 Gennaio, curati dall'associazione di archeologi "Taranto Sotterranea", presso le tombe a Camera.
Una maratona di eventi che vedrà i suoi momenti più intensi nelle numerose iniziative dedicate alla solidarietà ed al sociale; tra queste la cena per i poveri e senza fissa dimora del 16 Dicembre.
Per far vivere questo lungo periodo di festa al meglio, tutti i weekend i mezzi di trasporto pubblici saranno gratuiti. Inoltre, per chi andrà a fare shopping in autobus, basterà scansionare il QR code presente sui mezzi ed esibirlo nei negozi aderenti all’iniziativa per accedere ad uno sconto del 10% (il QR code ha validità giornaliera, lo sconto potrà essere applicato quindi solo nel giorno in cui si è utilizzato il mezzo pubblico.
Il Natale tarantino è organizzato dal Comune di Taranto, dalla rete di associazioni di volontariato, promozione sociale e culturale della città e dalle associazioni ANF, Confartigiani Taranto, CNA, CLAAI, Coldiretti Taranto, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Unisic, con la Sponsorizzazione di Asi ed Auchan.

Mappa degli eventi e programma disponibili su www.nataleataranto.it

 

«Più che inutili tavoli regionali, serve un prezzo del latte di riferimento, capace di registrare gli andamenti del mercato in maniera equa anche per i produttori». Gli allevatori di Confagricoltura, riunitisi recentemente a Mottola, tornano sul piede di guerra: pronti a disertare le riunioni indette dalla Regione e a battere strade nuove.

E’ la proverbiale saggezza del “meglio soli che male accompagnati” a suggerire la sterzata, ma anche considerazioni oggettive che non trovano riscontro nella realtà quotidiana: «Il trend del prezzo del latte fresco – spiega Donatello Schiavone – nel 2017 è tornato a crescere, dopo gli anni bui recenti. Il problema è che l’aumento medio dell’11,52% registrato sino ad ottobre è avvenuto nelle stalle lombarde, mentre da noi si fatica a trovarne traccia». Il litro di latte viaggia oltre i 39 centesimi, quasi quattro cent in più rispetto ad un anno prima: «Ma questo succede al Nord – insiste l’allevatore mottolese - mentre da noi raccoglitori e trasformatori continuano a dettare legge e a imporre il prezzo, il loro prezzo, senza che vi sia equilibrio tra offerta e domanda».

Il mercato, invece, continua a viaggiare a due velocità, molto elastico in discesa e rigido in salita: «Bisogna  aprire una trattativa seria sul prezzo del latte – spiega Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto – in cui tutti gli attori abbiano pari dignità, a partire dagli allevatori, troppo spesso trattati come l’anello debole del sistema, mentre ne sono il fulcro». Per la Federazione Latte di Confagricoltura, però, quello del prezzo è solo il primo passo di un percorso più lungo e profondo: «Gli allevatori – rimarca Lazzàro – vogliono intraprendere un percorso di conoscenza del mercato, degli strumenti per misurare domanda e offerta, per valutare le dinamiche dei prezzi e giungere a soluzioni che, come l’etichettatura d’origine obbligatoria, hanno riconosciuto il valore del prodotto italiano e stanno dando buoni risultati. Del resto, solo gli allevatori di Confagricoltura Taranto rappresentano una produzione di circa 50mila quintali di latte al mese e vogliono avere lo stesso “peso” di compratori e trasformatori, in un’ottica di condivisione e non di sottomissione».

La conferma che c’è margine per spuntare prezzi migliori, arriva ancora da Schiavone: «La richiesta del nostro latte sta aumentando, tant’è che non riusciamo a soddisfare la domanda pugliese per intero: ma resta il nodo del prezzo, che non segue questa dinamica al rialzo». Sullo sfondo c’è l’idea di giungere ad un “prezzo di riferimento” capace di inglobare i costi di produzione che, ricorda Angelo De Filippis, «qui da noi sono più alti perché facciamo latte fresco di altissima qualità». Anzi, di più - spiega Teodoro Ripa, veterinario di lunghissima esperienza - «perché la forza del latte della Murgia pugliese sta nel valore aggiunto che già oggi richiama le nuove e più avanzate normative. Qui abbiamo da tempo stalle e latte etici, non solo per la qualità igienica e sanitaria, ma perché si produce latte da vacche che non soffrono. Latte etico significa rispettare il benessere animale oltre che tutelare il consumatore da ogni punto di vista».

E allora dov’è l’intoppo? Per Giuseppe Tagliente «bisogna andare ben oltre i 36-38 cent/litro attuali e sfondare il tetto dei 40, posizionandosi almeno di un 5-10% sopra al prezzo di riferimento lombardo». Questo, a ben vedere, è l’altro corno del problema: «L’allevatore lombardo – dice Schiavone – quando si alza la mattina può valutare il prezzo Clal e quello di riferimento regionale. Qui in Puglia, invece, non abbiamo nulla, siamo completamente al buio e perciò alla mercé dei commercianti». Più che l’ennesimo tavolo regionale al quale c’è chi si siede comodamente e chi resta in piedi, allora, servirebbe uno scossone: «Dobbiamo riqualificare l’azione dell’associazionismo degli allevatori – è l’idea di Lazzàro – riportandolo al servizio degli allevatori e non al seguito di una associazione di categoria e, nello stesso tempo, liberarci di tutto ciò che ostruisce la possibilità che il prezzo del latte pugliese diventi un punto di riferimento per tutto il Sud. Per questo – conclude il presidente di Confagricoltura Taranto - vogliamo lanciare un progetto di ampio respiro, chiamando esperti e accendendo una luce sulle troppe opacità di un sistema squilibrato e sulla miopia di chi non vuol capire che il mercato del latte ha bisogno anche di un prezzo etico».

L’assessore allo Sviluppo Economico e Marketing del Comune di Taranto Valentina Tilgher ha incontrato il Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, Vera Corbelli  per discutere ed affrontare la problematica della moria dei mitili e, più in generale, le criticità dell’attività della mitilicoltura e le azioni da porre in essere per una loro risoluzione.

Nel corso dell’incontro il Commissario ha condiviso il percorso programmato ed in fase di attuazione, che vede la realizzazione di misure, strutturali e non, finalizzate alla bonifica delle aree, in particolar modo sul Mar Piccolo.

L’Assessore Tilgher ed il Commissario Corbelli hanno trovato un terreno di fortissima coesione nel ravvisare la strategicità del comparto economico legato alla produzione di mitili e alla itticoltura, quale elemento distintivo di Taranto e direttiva di sviluppo di una economia diversificata.

Condividendo la necessità di costruzione della “filiera della mitilicoltura” quale necessario investimento in ordine al superamento degli attuali limiti del settore, è stata concordato il coinvolgimento del Commissario straordinario al già istituito tavolo istituzionale con gli operatori del settore, finalizzato al confronto ed alla condivisione di una programmazione di azione unitaria di impulso allo sviluppo del settore, che consenta di affacciarsi su mercati più ampi e competitivi, e l’istituzione di un tavolo tecnico, finalizzato all’individuazione delle possibili soluzioni alla moria dei mitili causata dall’innalzamento delle temperature.

Si è altresì concordato il necessario coinvolgimento della Regione, quale necessario interlocutore di confronto su alcuni segmenti prioritari della programmazione.

 

di Andrea Loiacono

 

Il Taranto interrompe a sei la striscia di vittorie consecutive. Nel tredicesimo turno di serie D gli ionici escono infatti sconfitti per 1-0 sul campo della Cavese. La gara si è decisa nella prima frazione di gioco con la Cavese che ha trovato il vantaggio grazie ad una rete siglata dall'ex Brindisi Fella al 39'. Il Taranto si è riorganizzato e ha provato una reazione che è giunta nel secondo tempo. Ma una punizione di Crucitti che ha colpito il palo e una clamorosa palla gol non sfruttata capitata sulla testa di Aleksic ne ha vanificato la rimonta.

 

Negli spogliatoi del “Simonetta Lamberti” di Cava de' Tirreni il tecnico dei campani Mister Bitetto ha analizzato così la gara: “Si è trattato di una partita ben giocata da entrambe le squadre, come se si trattasse di una gara di un'altra categoria. Sia noi che il Taranto abbiamo avuto alcune occasioni da rete. Nel primo tempo, dopo il gol, abbiamo avuto il dominio del gioco. Abbiamo optato per un 3-5-2 in cui i due laterali sono stati molto ficcanti. Ho pensato di schierare la difesa a tre per ostacolare il 4-3-2-1 del Taranto. Sinceramente, credo che siano andati in difficoltà con gli inserimenti dei nostri laterali alti Fella e Tripoli. Per quanto riguarda il campionato, dobbiamo continuare su questo ritmo, sperando che il Potenza rallenti un pochino.”

 

In casa Taranto l'unico a parlare è il centrale difensivo Rocco D'Aiello, uno tra i migliori in campo insieme agli under Bilotta e Pellegrino: “Sull'occasione da rete che abbiamo avuto nei minuti di recupero penso che si sia trattato di sfortuna. Aleksic è un attaccante di valore che sono certo avrà modo di rifarsi nelle prossime partite. Nel primo tempo non credo abbiamo subito granché anche se nell'occasione del primo gol abbiamo pagato una disattenzione. Rivedremo le circostanze del gol subito in settimana. Nel secondo tempo penso che la squadra abbia reagito. Per quanto concerne l'andamento del campionato, credo che il Potenza abbia un ottimo allenatore come mister Ragno e stia ottenendo buoni risultati, ma non può reggere questo ritmo a lungo e il risultato di oggi ne è testimone. Siamo contenti del pari tra Gravina e Potenza; i giochi per il primo posto a mio avviso sono ancora aperti.”

 

A Natale la solidarietà vale doppio perché fa dimenticare lo stato di disagio in cui si vive ma soprattutto perché fa sentire i volontari della solidarietà e i beneficiari del servizio, ma anche tutti gli altri, che sono vicini come una grande e unica famiglia.

Tutto ciò è molto bello.

Adoperarsi per questo significa veramente fare Natale.

Il secondo concetto è che molto spesso la solidarietà è un po’ come i ‘colpi scuri’ che in ogni festa patronale segnalano che la festa sta per cominciare.

Ed è proprio ciò che da qualche anno accade all’Avo (Associazione Volontari Ospedalieri) nei confronti dei pazienti oncologici che vivono la particolare malattia nel nosocomio “G. Moscati” a Paolo VI e nel Presidio Ospedaliero “SS. Annunziata” in via Bruno.

Vero è che l’Avo opera al loro fianco per tutto l’anno ma in alcune circostanze questo loro servizio si moltiplica e, per questo motivo, viene esaltato.

Così mercoledì 22 novembre, festa di Santa  Cecilia, che per i tarantini segna l’inizio del lungo cammino che ci porterà all’Immacolata, al Natale, al Capodanno e all’Epifania, l’Avo ha organizzato in orari diversi, dalle ore 15,30 presso i reparti di Oncologia e di Geriatria del Moscati e un paio di ore dopo presso tutti i reparti del SS. Annunziata.

Due speciali momenti di animazione e di intrattenimento per i malati dei reparti con l’accompagnamento di due giovani musicisti, Jonus e Diego Abaz, con il coordinamento della presidente dell’Avo, Anna Pulpito, che il 7 u.s. è stata rieletta per l’ennesima volta alla guida della importante associazione che in maniera egregia opera in un settore del sociale tanto delicato.

Lo faranno loro, i volontari dell’Avo, unitamente ai chitarristi che, attraverso la musica che proporranno, porteranno il segno sonoro della festa. E non è da escludere che ci possa scappare anche qualche pastorale tarantina.

Poi i volontari dell’Avo metteranno le mani ‘in pasta’ per preparare le squisite pettole tarantine che saranno fritte, in diretta, e saranno anche consumate anche, sempre ‘in diretta’ come vuole la tradizione.

Può darsi che i parenti dei degenti, destinatari di questo importante momento di solidarietà, avranno portato a loro in mattinata le pettole, sempre gradite, ma quelle dell’Avo avranno un sapore e un significato diverso: la solidarietà che condivide il cibo della festa con chi soffre e che mette ciascuno dei fruitori per qualche ora nella condizione di non pensare alla malattia.

Il resto lo sapranno fare tutti coloro che vorranno condividere con l’Avo questi momenti (i nuovi volontari sono sempre i benvenuti) e che daranno un significato umano e solidale alla prima delle feste natalizie tarantine.

“Ringrazio mons. Emanuele Tagliente, Arcidiacono del Capitolo Metropolitano ed economo della nostra Diocesi per il grande impegno amministrativo e per la cura minuziosa dei lavori e dell’arredamento della centro. Ringrazio don Nino Borsci e la Caritas diocesana per l’impegno che oggi assume di gestire con cuore evangelico quest’opera. Ringrazio la ditta che ha operato il restauro e la ditta che ha arredato il centro.Ringrazio tutti quelli che hanno contribuito con poco o con molto: le parrocchie, associazioni, movimenti, servizi, confraternite che si sono mobilitate non solo per le processioni pasquali. In particolare ringrazio i sacerdoti, molti dei quali hanno donato il salario di più di un mese. Nel messaggio per questa Giornata il Papa, parlando dei poveri, ci dice: “Amiamoli con i fatti”; questo centro di accoglienza notturna della nostra Diocesi, grazie a Dio, non è un discorso, è un fatto.Il cuore generoso di Taranto e di tutta l Diocesi in questa come in altre occasioni si è manifestato.Con tutte le criticità della nostra terra questa è un’opera che fa ben sperare. Taranto è capace di cose grandi e non annega dinanzi alle emergenze”.

Comincia così il discorso dell’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, in occasione dell’inaugurazione del Centro di accoglienza notturna “San Cataldo ubicato in Palazzo Santacroce.

“Dalla parte dei poveri non si sbaglia mai”, ha aggiunto l’arcivescovo, ricordando come nel suo primo messaggio di quaresima all’arcidiocesi di Taranto, lanciò questo slogan con piena convinzione, “sapendo che il Signore continua ad ottemperare alla sua promessa: I poveri li avrete sempre con voi. In ascolto della Chiesa che la provvidenza mi ha chiamato a servire e guidare, seguivo con apprensione le vicende del centro notturno di accoglienza sito alla Croce, alle porte di Taranto, dato a noi in concessione dal comune, dove per anni abbiamo accolto i senza tetto ed una rete di volontari della Caritas riusciva con entusiasmo ed efficienza a dare testimonianza di fede e di carità. Per problemi logistici di diversa natura abbiamo dovuto cessare il servizio con vivo rammarico, soprattutto perché in questi ultimi anni abbiamo assistito alla crescita numerica dei poveri di Taranto, di coloro che anche di passaggio per la nostra città, dormono sulle panchine, nei portoni e nella stazione. Grazie al cielo, volontari coraggiosi di associazioni diocesane e laiche, non hanno mai fatto mancare il loro impegno, ma l’arcidiocesi deve provvedere necessariamente ad un centro attrezzato in maniera permanente”.

Nel primo pellegrinaggio diocesano a Loreto, nel settembre del 2013, mons. Santore volle sollecitare l’arcidiocesi con queste parole: «[..] Vorrei metter fine all’annosa questione del centro notturno per l’accoglienza dei senza tetto a Taranto realizzando un’opera diocesana indipendente, che non ci faccia più arrossire di fronte alla gente che dorme per strada. Questa deve essere un’attenzione di tutte le comunità parrocchiali e non solo di alcuni sacerdoti e laici che pur ringrazio per gli sforzi compiuti negli anni passati. Intorno a questo obiettivo lavoreremo particolarmente in quaresima, coinvolgendo parrocchie, associazioni, movimenti e anche le nostre confraternite, mettendo in campo le risorse spirituali e materiali».

 

Ecco quindi palazzo Santacroce, una luce nelle notti, specie le più fredde, di questa città.

Questo luogo, in queste settimane ha visto il suo completamento, “ma all’interno di esso - prosegue mons. Santoro - voglio aprire un altro cantiere, cari amici, quello della responsabilità e di una società civile che riparte dai suoi poveri, sì, perché i poveri sono di tutti. Vorrei che qui noi scoprissimo l’ecumene della carità. È un’opera segno per la città di Taranto, dove ritrovare un tessuto che ci renda più solidali, luogo del quale possano sentirsi sostenitori i ragazzi, i giovani gli adulti, i credenti e i non credenti. È una possibilità concreta di dare un senso al nostro dirci uomini e donne. Il cantiere che apro è quello del sostegno, dell’opportunità data a tutti di fare del bene reale per dare sostanza alle parole proclamate e ai tanti buoni propositi. Occorre buona volontà e generosità per sostenere la mensa, il servizio di lavanderia i turni di notte. A tutti dal medico al pensionato, dai ragazzi dei gruppi parrocchiali alle associazioni di categoria, dalle istituzioni pubbliche alle fondazioni e associazioni private, chiedo di partecipare al cantiere dell’accoglienza, perché i poveri varcando il portone di palazzo Santacroce trovino una città finalmente unita e pacificata ad accoglierli.Per questo - conclude poi l’arcivescovo - desidero salutare e ringraziare tutti i volontari qui presenti a partire da un primo volontario, in rappresentanza di tutti, quale testimone di questo coinvolgimento della società civile il dottor Antonio Morelli già presidente del Tribunale di Taranto al quale ho chiesto di cominciare a tessere la rete degli amici del Centro. La città di Taranto, è il destinatario ed il responsabile naturale di quest’ opera insieme a tutta la nostra arcidiocesi. Alle mani di Maria, Madre di Dio e Madre degli uomini, affido questo Centro di Accoglienza, così come invoco l’intercessione di San Cataldo vescovo, confessore e apostolo della carità, e dei santi tarantini San Francesco de Geronimo e Sant’Egidio. Così come oggi consegno all’amore dell’arcidiocesi e della città quest’opera nella prima Giornata Mondiale dei Poveri”.

“Si tratta di una struttura - commenta l’assessore Viggiano - dove si sente forte la necessità di donare anche ai meno fortunati tutela e conforto, in un ambiente ispirato in ogni suo angolo al bello. I 50 posti disponibili, compresi due mini appartamenti per ragazze madri e minori non accompagnati risponde alla esigenza di assicurare un luogo decoroso e sevizi accessori ai meno fortunati.
L’esigenza di trovare soluzioni alloggiative stabili diventa indispensabile. È una missione di umanità oltre che di legalità.
Gli alloggi occupati abusivamente sottraggono risorse a quanti possiedono i requisiti previsti dalla normativa ma che si vedono privati dei propri diritti in ragione della condotta di quanti considerano le case popolari come un bene di nessuno invece di considerarle patrimonio cittadino.
Solo attraverso l’educazione al rispetto della cosa comune ed alla lotta all’abusivismo, di concerto con le forze dell’ordine si potranno attuare politiche abitative che tutelino davvero le fasce deboli”.

“Massima è l'attenzione e l'impegno che il Comune di Taranto persegue - dichiara l’assessore Scarpati - nell'attuazione di politiche sociali a tutela e sostegno delle fasce deboli, quali senza fissa dimora, poveri ed indigenti, minori non accompagnati, mediante azioni costanti e concrete in grado di incidere sensibilmente nell'ottica di miglioramento della qualità della vita.”

Di seguito una nota stampa dei Genitori tarantini.

“Buonasera, sono una ragazzina di 13 anni e frequento la scuola Gabelli nel quartiere Tamburi…domani io e la mia classe avremmo dovuto partecipare ad una marcia per i diritti dei ragazzi ma a causa wind day non possiamo andarci. Non è giusto che noi dei Tamburi dobbiamo sempre essere emarginati da tutto e non abbiamo il diritto di partecipare a degli eventi, eppure lo scopo di quella marcia è proprio far valere il diritto che noi adolescenti abbiamo…noi vogliamo una risposta POSSIAMO VIVERE O NO?”

La semplicità con cui questa adolescente illustra la terribile realtà cui è costretta una intera comunità della “democratica” repubblica italiana è totalmente disarmante. Cosa si può rispondere a questo grido di giustizia? Cosa possiamo insegnare ai nostri giovani? Quale esempio propone il comportamento cieco e sordo di chi governa la cosa pubblica?

Nel giorno del 28° anniversario della Convenzione internazionale dei Diritti del Fanciullo, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a Taranto (Italia) questi diritti vengono ancora una volta negati.

Solo Taranto può battere il record che già detiene: da oltre cinquanta anni, ogni maledetto giorno è sofferenza; in alcuni giorni è più sofferenza che in altri.

E’ morte, è malattie, è disoccupazione, è diritti negati, è falde acquifere e territorio inquinati,  è presente indegno e futuro improponibile. E’ bellezza sfregiata e offesa dalla bruttezza.

I wind days scaricano sulla città tonnellate di polvere di ferro, accompagnate dagli altri immancabili inquinanti venefici. Non c’è copertura che tenga: quelle montagne di minerale devono sparire insieme all’intera area industriale. Taranto ha già pagato in misura insopportabile il tributo alla “produzione strategica per la nazione”. E’ arrivato il momento di restituire, bonificata, quella parte di territorio alla comunità tarantina. Senza più appellarsi come bambini alla “ragione di Stato”.

Tragedia della famiglia a Sava dove un carabiniere, pare dopo un violento litigio, ha ucciso a colpi di pistola sorella, cognato e padre. Dopo l'insano gesto il Militare ha rivolto l'arma contro se stesso e si è sparato, ed è attualmente in fin di vita ricoverato in Ospedale. L'appuntato dei carabinieri di 53 anni, in servizio al reparto radiomobile di Manduria, avrebbe agito a causa di questioni patrimoniali.

Si prospettano tempi brevi per l’approvazione da parte del Consiglio regionale della legge speciale per Taranto. Già incardinata in IV commissione consiliare, presidente Donato Pentassuglia, l’articolato sarà sottoposto il prossimo 27 novembre all’attenzione del sindaco del Comune di Taranto, che sarà invitato in audizione per rappresentare le proprie osservazioni al testo di legge e le esigenze dello stesso ente locale. Percorso, questo, condiviso dallo stesso Comune di Taranto.

Il passo successivo sarà, appunto, quello dell’iscrizione della legge speciale per Taranto all’ordine del giorno del Consiglio regionale che dovrà procedere alla sua definitiva approvazione.

È quanto scaturito dall’incontro convocato a Bari dal capo di Gabinetto della Regione, Claudio Stefanazzi, su richiesta del consigliere regionale Gianni Liviano,  coordinatore del gruppo di lavoro così come incaricato con delibera di giunta del 4 agosto del 2016, presente all’incontro al quale hanno preso parte anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Mazzarano, i consiglieri regionali tarantini Donato Pentassuglia, Marco Galante, Renato Perrini e Luigi Morgante, il vicesindaco del Comune di Taranto, Rocco De Franchi, il dott. Franco Milella, esperto di sviluppo locale e già consulente Ocse, il prof. Rino Montalbano del Politecnico di Bari.

Si prospettano, quindi, tempi brevi per uno strumento formidabile che, se approvato e messo nelle condizioni di operare, potrebbe portare notevoli benefici alla difficile situazione economica e sociale in cui versa il capoluogo ionico. Dopo la sua approvazione, infatti, si attiverà una serie di interventi propedeutici ad individuare, soprattutto, i capitoli di spesa all’interno del bilancio regionale e gli interventi cui dare priorità.

“La legge per Taranto - ha spiegato il capo di Gabinetto, Stefanazzi - può essere un’occasione importante ed unitaria, al di là  degli schieramenti politici, di azione pubblica e da tutti condivisa” e per “ricostituire la filiera istituzionale con la partecipazione, diretta ed essenziale, del Comune di Taranto alla programmazione e definizione delle priorità di intervento promosse dalla legge per Taranto".

“Con la legge regionale speciale per Taranto - ribadisce il consigliere regionale Gianni Liviano - si vogliono rafforzare il sistema delle competenze e delle dotazioni pubbliche ed istituzionali per aumentare la capacità di visione e tecnica ed operativa degli attori pubblici locali; avvicinare le competenze ordinarie ed operative della Regione Puglia al governo dei fattori territoriali;rafforzare i processi di partecipazione attiva della comunità territoriale al confronto pubblico sul destino e sul futuro della Città e del suo comprensorio; integrare nel sistema degli obiettivi generali della programmazione dello sviluppo regionale 2014-2020, gli obiettivi specifici prioritari per accelerare una nuova dislocazione di Taranto nelle strategie di sviluppo regionale; assumere condizioni peculiari e transitorie nell’azione ordinaria di governo qualora necessarie alla accelerazione dei processi virtuosi ricercati (sotto il profilo della fiscalità regionale piuttosto che sui fronti degli aspetti  normativi e regolativi sui temi urbanistici, ambientali, economico-produttivi, della salute); focalizzare gli aspetti territoriali specifici nella dotazione degli strumenti di Pianificazione regionale (piano dei trasporti, Acqua, salute, rifiuti, PPTR) proponendo azioni specifiche; attivare una funzione di integrazione e coordinamento  delle Autorità di Gestione dei fondi SIE e del FEASR per garantire una programmazione di risorse integrate nel ciclo 2014-2020 che faccia emergere il valore di una strategia multisettoriale per la Città di Taranto ed il suo territorio; definire azioni finalizzate alla rigenerazione urbana e alla coesione sociale”.

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