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Giornale di Taranto - Giornalista1

Una task force per i problemi dell’indotto di Acciaierie d’Italia. La coordinerà la Camera di Commercio di Taranto, sarà rappresentativa dei diversi soggetti coinvolti, e tratterà con i commissari dell’amministrazione straordinaria, i ministeri, a partire dal Mimit, e la Regione Puglia. “Si é deciso di mettere in piedi una task force guidata dalla Camera di Commercio che assumerà i toni istituzionali senza per questo sostituirsi in alcun modo ai portatori di interessi, alle associazioni e ai sindacati, che continueranno a giocare le loro partite e ad esprimere le loro rivendicazioni nei modi e nelle forme che riterranno più opportune” spiega il presidente Vincenzo Cesareo, che aggiunge: “Abbiamo deciso insieme di mettere tutti gli attori intorno alla Camera di Commercio oltreché per le economie di scala e aumentare la massa critica, anche perché riteniamo che la Camera di Commercio, in quanto istituzione, abbia facilità ad interloquire con gli ambiti ministeriali e regionali”. Cesareo precisa: \\\"Compito della task force sarà quello di “accertare che la volontà del Governo di ristorare i crediti delle imprese e di garantire la funzionalità del siderurgico, si traduca in una condizione possibile. Al momento non ci pare che questa condizione ci sia”.

   Il presidente della Camera di Commercio ritiene possibile un intervento della Regione a favore delle imprese, acquisendo i crediti dell’indotto, “ma crediamo - specifica - che si debba intervenire o sulle nuove norme che regolano la crisi d’impresa, o con uno strumento normativo ad hoc”. 

Il sindacalista Fabio Ligonzo: accolta la nostra richiesta a sostegno dei lavoratori del borgo

Il lavoro proficuo di mediazione della Cisl FP del Comune di Taranto ha raggiunto un primo risultato soddisfacente in merito alla riduzione del costo degli abbonamenti mensili a tariffa agevolata per gli stalli di sosta a pagamento.

La nuova tariffa è di 35 euro nelle zone A e B della città, dalle ore 8 alle ore 18:30, ed è stata approvata lo scorso 27 febbraio dal Cda di Kyma Mobilità, così come ci conferma il Direttore Generale Dott. Carallo, con una delibera che è in fase di pubblicazione. È quanto afferma in una nota stampa, il Segretario Aziendale della Cisl FP, Fabio Ligonzo, che in questi mesi aveva avanzato diverse proposte in tal senso.

Tale tariffa rinviene dallo sconto del 30% sull’importo base di 50,00 euro, che sarà applicata qualora gli abbonamenti siano acquistati previa sottoscrizione di un\'apposita convenzione con Kyma Mobilità Spa, in un numero di almeno 30 trena unità da Amministrazioni pubbliche, enti o associazioni varie, società o aziende, in favore di titolari, soci, dipendenti e collaboratori, già dal mese di marzo.

L\'amministrazione comunale, a seguito della delibera del commissario Cardellicchio che aveva ridotto il costo degli abbonamenti a 25 euro, aveva raddoppiato l\'importo che era arrivato a 52,50 euro.

Questa scelta aveva portato ad una significativa riduzione del potere d\'acquisto dei lavoratori, oltre a un malcontento generalizzato, continua Ligonzo. Difatti i lavoratori del Comune di Taranto insieme agli altri dipendenti pubblici (Asl, Provincia di Taranto, Agenzia delle Entrate e Riscossione, docenti e dei ministeriali) ed i postali rappresentati dalla Slp Cisl, si erano uniti alla Cisl FP per trovare una soluzione a questo aumento vertiginoso dei prezzi.

Diverse sono state le proposte della Cisl FP, non ultima l\'introduzione di un programma di welfare integrativo per i dipendenti del Comune di Taranto, per noi ancora valida - afferma Ligonzo - che includa benefici come l\'abbonamento agevolato per gli stalli di sosta a pagamento ed anche per i mezzi pubblici, che possono contribuire in modo significativo al miglioramento della qualità della vita dei dipendenti.

Bene quindi ha fatto Kyma Mobilità Spa su impulso dell\'assessore Mazzariello, a rivedere e diminuire la tariffa dell\'abbonamento per i lavoratori, con l\'auspicio di continuare a trovare soluzioni condivise al fine di calmierare ancora di più questi costi, vista la crisi economica che attanaglia la nostra città.

Inquinamento ambientale e rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro: sono i due reati per le quali risulta indagata Lucia Morselli, ex amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, società che da alcune settimane é stata ammessa all’amministrazione straordinaria e commissariata dal Governo. L’indagine sulla Morselli è riportata oggi da “ La Gazzetta Del Mezzogiorno”. La manager ha ricevuto un avviso di proroga delle indagini da parte del gip di Taranto, Francesco Maccagnano. L’indagine sulle emissioni di Acciaierie d’Italia è stata aperta mesi addietro dalla Procura di Taranto e diversi sono i sopralluoghi effettuati in fabbrica dai Carabinieri del Noe su mandato dall’autorità giudiziaria. Al direttore dello stabilimento, Vincenzo Di Mastromatteo, sono stati anche notificati, da parte dei militari del Nucleo operativo ecologico, ordini di acquisizione relativi a documenti sulla gestione e manutenzioni degli impianti. 

L’indagine della Procura si è mossa sulla base di diversi esposti arrivati, ma il problema è stato anche segnalato dalle autorità sanitarie relativamente al benzene, inquinante cancerogeno. Pur restando sotto il valore limite, come media annuale, di 5 microgrammi per metro cubo di aria, Arpa Puglia ha infatti segnalato un trend al rialzo per le emissioni di benzene, passate, sempre come media annua, da 3,2-3,3 del 2022 a 3,7 dell’anno scorso. Il che, per Arpa e Asl, costituisce un segnale da non sottovalutare in una città come Taranto, già sottoposta a molte pressioni ambientali.  Dai rilievi fatti da Arpa Puglia emerge che all’inizio del 2023 le emissioni di benzene (riferite sempre a valori medi mensili) hanno avuto un’accelerazione. Nel rione Tamburi (quartiere molto vicino all’acciaieria), la centralina di via Orsini ha segnalato a gennaio 2023 - dati Arpa - 5,9 microgrammi per proseguire con 4,6 a febbraio, 5 a marzo, 3,9 ad aprile, 2,8 a maggio e 3,1 a giugno scorso. I valori più bassi si riscontrano invece alla portineria C della fabbrica (intorno all’1 e spesso anche meno), quelli più alti, invece, in cokeria (a febbraio e aprile si è toccato, rispettivamente, 46,5 e 45,7 microgrammi, salvo poi scendere al 26,9 di giugno; ma qui non valgono i valori limite di 5 microgrammi e il personale è munito di dispositivi di protezione). Un altro dato monitorato è quello della centralina parchi, molto vicina alla città, dove il benzene a gennaio e ad aprile ha toccato, rispettivamente, 7,6 e 7,7 per scendere poi a 4,4 e 4,8 a maggio e giugno. Va detto che già a gennaio 2023 Arpa segnalava ad Acciaierie, ma anche a Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria degli impianti, al ministero dell’Ambiente e ad Ispra, che nei primi 11 mesi del 2022 si sono registrati dati in aumento. Proprio perchè il tema ambientale ha un impatto delicato che nel decreto sull’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia, approvato dal Senato e ora al vaglio della Camera per la conversione in legge, è stata prevista la possibilità di non assoggettare alla cassa integrazione anche gli addetti ai presidii ambientali della fabbrica, oltre a quelli addetti alla sicurezza. La richiesta di mantenere integra l’attività dei presidi ambientali del siderurgico di Taranto era stata chiesta nelle audizioni al Senato a gennaio dal dg di Arpa Puglia, Vito Bruno. In quanto ad Acciaierie d’Italia, giorni fa il Tribunale di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza, passaggio finale per l’ammissione all’amministrazione straordinaria, e la Procura di Milano ha aperto un fascicolo (al momento senza indagati e senza ipotesi di reato) per vedere se sono state commesse irregolarità nella gestione dell’azienda tali da presupporre il reato di bancarotta. 

Le emissioni inquinanti dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, sono anche al centro di un’ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che lo scorso 22 maggio dispose che Acciaierie d’Italia e Ilva in amministrazione straordinaria (proprietaria degli impianti mentre Acciaierie è gestore in fitto), individuassero e rimuovessero le cause alla base delle stesse emissioni nel giro di 30 giorni. Inoltre, il sindaco di Taranto stabilì che le due società fermassero gli impianti dell’area a caldo nei successivi 30 giorni in caso di inadempienza all’ordinanza. Quest’ultima é stata impugnata da Acciaierie d’Italia prima davanti al Tar del Lazio, che peró ha dichiarato la sua incompetenza territoriale, e in seguito al Tar di Lecce che, accogliendo la richiesta dell’azienda, l’ha sospesa a giugno. L’udienza al Tar si è svolta lo scorso 26 ottobre e il legale del Comune di Taranto ha chiesto un rinvio in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia Europea su un’altra vicenda che riguarda sempre l’ex Ilva e gli aspetti dell’impatto ambientale del siderurgico. Sul punto la Corte UE del Lussemburgo ha tenuto l’udienza il 14 dicembre scorso e la sentenza dovrebbe uscire in questa primavera. Per il sindaco Melucci, un pronunciamento favorevole dei giudici del Lussemburgo, avrebbe effetti positivi anche per la causa aperta davanti al Tar Lecce. Nell’ultima udienza, l’avvocato generale della Corte UE, Juliane Kokott, nel suo parere al collegio, disse che “qualora i fenomeni di inquinamento ambientale derivanti dall’impianto o prevedibili, nonostante l’uso delle migliori tecniche disponibili, causino danni eccessivi alla salute umana devono essere adottate misure protettive ulteriori. Se misure in tal senso non risultino attuabili, l’impianto non può essere autorizzato. La tutela della salute umana può in tal caso giustificare anche rilevanti pregiudizi economici”. Alla Corte UE il caso è giunto dal Tribunale di Milano (Milano è la sede legale della società) a cui si sono rivolti associazioni e cittadini di Taranto chiedendo per i danni ambientali e sanitari la chiusura o il fermo degli impianti siderurgici. Il Tribunale, a sua volta, ha effettuato un rinvio pregiudiziale alla Corte del Lussemburgo chiedendo di chiarire se i provvedimenti adottati verso l’ex Ilva abbiano o meno violato il diritto comunitario. In particolare, il Tribunale di Milano ha posto la sua attenzione sulle proroghe all’interno dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), la mancata Valutazione del danno sanitario ai fini del rilascio dell’Aia e l’aver considerato solo un set di inquinanti. Per l’avvocato generale della Corte UE, “nell’autorizzare un impianto e nel riesaminare un’autorizzazione, devono essere considerate tutte le sostanze inquinanti emesse in quantità significativa che possono essere previste e il loro impatto sulla salute umana”. Inoltre, per l’avvocato generale, “la tutela della salute umana può in tal caso giustificare anche rilevanti pregiudizi economici. In particolare - osserva Kolott - non possono essere tollerati fenomeni di inquinamento ambientale che, danneggiando la salute umana, violano i diritti fondamentali degli interessati, come accertato dalla CEDU con riferimento all’acciaieria Ilva”. La Corte Europea dei diritti dell’uomo (CEDU) si è infatti espressa tempo addietro sul caso dell’ex Ilva evidenziando mancate tutele della salute dei cittadini di Taranto e dei lavoratori e sul tema l’avvocato generale della Corte del Lussemburgo sottolinea che “i fenomeni di inquinamento che, compromettendo la salute umana, violano i diritti fondamentali delle persone interessate sono sempre significativi”.  Infine, a febbraio 2023 Acciaierie d’Italia ha  presentato al ministero dell’Ambiente domanda di rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) scaduta il 23 agosto 2023, e l’istruttoria è attualmente in corso.

Mister Capuano: \" Questa è una squadra di carattere e non sarà dimenticata. \" Fabbro: \"Successo che ci da consapevolezza. Al gol ho provato una grande emozione.\"

 

Di Andrea Loiacono 

 

Ottavo risultato utile consecutivo per il Taranto che allo Iacovone batte ancora una volta nel finale una buona Virtus Francavilla. Primo tempo di studio sostanziale con Capuano che ripropone Bifulco dal primo minuto. Virtus Francavilla di mister Villa che si schiera col 3-5-2. Il primo tempo è equilibrato con il Taranto che sfiora il vantaggio con Bifulco. Risponde la Virtus con un paio di ripartenza ficcanti. Nella ripresa il Taranto prende le redini del gioco e sfiora la rete con Simeri di testa. A pochi istanti dal termine ci pensa Michael Fabbro con una zampata sottoporta a far esplodere di gioia i quasi cinquemila supporters ionici.

 

Queste le parole del tecnico Capuano nel dopogara: \"Il risultato è giusto, se vogliamo anche stretto. Nel primo tempo siamo stati un po contratti contro una buona virtus, una squadra compatta a cui vanno i miei complimenti. Nella ripresa abbiamo cambiato sistema di gioco e sono contento che anche oggi un subentrato abbia deciso il match, questo è sinonimo di squadra di carattere. Non è importante il tipo di sostituzione ma quando viene fatta. Al di là di questo i meriti sono tutti dei ragazzi. La classifica ora la guardiamo e siamo contenti,  la squadra oltre che essere simpatica lotta su ogni pallone. Dobbiamo andare avanti con umiltà ma senza porci limiti.\"

 

Grande gioia si evince dalle parole del man of the match Michael Fabbro : \" Sentivamo l\' importanza di questa partita. Sappiamo che queste gare contro squadre in lotta per la salvezza sono molto difficili. Il gol è il frutto di un gruppo che ci ha sempre creduto. Quando ci si allena come lo facciamo noi arrivano i risultati. Nel secondo tempo abbiamo guadagnato maggiori spazi e ci abbiamo forse creduto di più. In occasione del gol c\' è stato un calcio di punizione con la sfera deviata sa Miceli. Ci ho creduto e ho aspettato la palla. Quando l\' ho vista finire in rete non ho capito granché,  poi mi sono emozionato a sentire il boato della curva. Il merito della vittoria è dei nostri tifosi che ci hanno sempre spinto e sostenuto. Il gol lo dedico alla mia famiglia e a me stesso,  è stato un anno difficile con diversi infortuni.  Questo terzo posto ci da maggiore consapevolezza di non essere inferiori a nessuno.\"

L\'abbattimento degli storici lecci di via Di Palma a Taranto sta mobilitando i cittadini che chiedono di sapere le ragioni di una così drastica decisione. Belli e fieri, i lecci di via Di Palma svettavano ai bordi del viale rappresentandone il segno distintivo.

Ma era proprio inevitabile questa condanna a morte? L\'Amministrazione comunale ha fornito la sua spiegazione. Si tratta di alberi malati e per sette di loro l\'abbattimento è inevitabile.

Ecco, di seguito la nota che spiega le ragioni della scelta:

L’abbattimento degli alberi non obbedisce a regole di estetica del verde, quanto piuttosto ad inderogabili regole di verifiche tecniche da parte di personale specializzato mirate a constatare le condizioni vegetative e biomeccaniche delle alberature ove compromesse oppure di pericolosità per la pubblica e privata incolumità.

Le censure e le critiche su abbattimenti mosse  non tengono conto di queste condizioni.

Nello specifico circa gli abbattimenti delle alberature di Quercus Ilex di via Di Palma occorre puntualizzare che tale tipo di intervento, pur drastico ma necessario ed indispensabile, è stato dettato, per una buona parte di essi, dalle accertate pessime condizioni vegetative e biomeccaniche da parte dei tecnici in quanto gravemente affetti da funghi xilovori, più comunemente definiti come la carie del legno. Per altri sette esemplari si è dovuto provvedere al loro abbattimento per accertate gravi lesioni che avrebbero comportato il loro cedimento con potenziali gravi pericoli per la pubblica e privata incolumità. Ovviamente questa soluzione, per i tecnici, era l’unica adottabile per non trovarsi poi, come comunità tarantina, a commentare la morte o il ferimento dei pedoni che ivi, abitudinariamente, transitano in quel tratto di marciapiede altamente frequentato.

Come prassi, nella stagione appropriata si provvederà alla piantumazione di altrettante alberature.

Purtroppo, passa sempre sotto silenzio e inosservata la quotidiana attività di monitoraggio al quale viene sottoposto l’ingente patrimonio delle alberature inserite nel catasto del verde pubblico cittadino.

I progetti di massiccia piantumazione da parte dell’amministrazione guidata dal Sindaco Melucci, per esempio, Green Passage e il piano per la realizzazione della Green Belt sono attività che hanno reso Taranto negli anni una tra le città pugliesi con più verde urbano per abitante, come affermato già nel 2022 da Legambiente Puglia (14,44 mq per abitante).

A nessuno piace abbattere alberi per il solo gusto di farlo, magari per soli aspetti estetici.

Tale spiegazione non esaurisce critiche e polemiche hanno letteralmente invaso Facebook.

A sostenere un\'altra tesi è l agronomo Francesco Pasculli, ecco le sua considerazioni: 

Solo la scarsa conoscenza dell\'arboricoltura può far scrivere queste nefandezze. Risulta assolutamente evidente che non si ha conoscenza delle tecniche di slupatura, operazione con la quale si libera il tronco o altra parte dell\'albero danneggiato dalla lupa o carie; si esegue con attrezzi adatti, come sgorbie, scalpelli, ecc., fino a raggiungere il legno sano, la cui superficie, messa a nudo e bene lisciata, viene disinfettata e spalmata con sostanze protettive.

Non si ha la minima conoscenza della Valutazione di Stabilità Integrata, prove di trazione, tomografia sonica e elettrica.

Non si ha la minima conoscenza e rispetto del Verde Storico che impone il coinvolgimento di Soprintendenza e Ordine degli Agronomi e Forestali.

Lu.Lo. 

Un carro siluro é deragliato all’interno dello stabilimento Acciaierie d’Italia, ex Ilva, in acciaieria 2. Non ci sono stati feriti. Il deragliamento è avvenuto mentre era in corso in fabbrica una delle ispezioni dei tecnici dello Spesal, il servizio dell’Asl che si occupa della sicurezza dei luoghi di lavoro. L’accaduto è confermato anche da fonti vicine allo Spesal, contattate da AGI, che aggiungono che gli accertamenti sull’episodio sono ancora in corso. Da alcune settimane, lo Spesal sta ispezionando le aree della fabbrica anche per verificare se la mancata attività delle imprese dell\'indotto, inattive a causa dei crediti maturati verso Acciaierie e da quest\'ultima non pagati, stanno creando o meno ripercussioni su sicurezza, manutenzioni e prescrizioni ambientali. Il carro siluro è il convoglio speciale che trasporta la ghisa colata dagli altiforni alle acciaierie (in questo momento è operativa nell\'ex Ilva di Taranto solo una delle due acciaierie disponibili) per la successiva trasformazione in acciaio. La ghisa viene trasportata allo stato liquido ad elevatissima temperatura. Il sindacato Usb dichiara che “fortunatamente rtunatamente non si sono registrate conseguenze per i lavoratori. Solo qualche giorno fa, abbiamo nuovamente segnalato all\'azienda la pressoché assente manutenzione all’interno della fabbrica, eredità pesante della gestione Morselli. In particolare, abbiamo cercato di richiamare  l’attenzione su binari, punti di scambio direzionali  e passaggi a livello. I carri siluro nello specifico si muovono sistematicamente tra gli altiforni e l’acciaieria con un peso considerevole, tra carro siluro stesso e materiale trasportato, che si aggira attorno a qualche centinaia di tonnellate. Da qui si evince il grande pericolo che corre chi lavora nelle vicinanze, nel caso si verifichi uno sversamento”. “Torniamo quindi a denunciare lo stato precario della sicurezza a causa dei mancati interventi manutentivi - rileva il sindacato Usb -. Comprendiamo certamente la difficoltà del momento, ma chiediamo una tempestiva e massiccia attività mirata a ristabilire le necessarie condizioni di sicurezza, dal momento che problemi di questo tipo in fabbrica ce ne sono tanti”.

Viale Ionio è una delle arterie stradali tarantine più battute dagli automobilisti. Via di collegamento fondamentale, nelle ore di punta si trasforma in un fiume in piena. Il

traffico fisiologico e le inevitabili file che spesso si creano sono in questi giorni esasperati da una buca profonda, creatasi prima del

Cavalcavia. La buca è stata transennata. Diversi lettori ci hanno segnalato che la mattina  per superare questo ostacolo si crea una fila interminabile. Un problema che va risolto al più presto per ripristinare il normale scorrimento del traffico.

Lu.Lo.

Nello terra di Testori il Confiteor di Alfredo Traversa raccoglie applausi e complimenti. Un successo per il gruppo tarantino diretto dal regista grottagliese che mise in scena per la prima volta nel 1986 il dramma di Rino vestendone i panni. Un testo rappresentato a Taranto il 16 febbraio scorso. Le tre repliche milanesi, dal primo marzo a domenica tre, al PACTA dei Teatri, struttura che fa parte dei 21 principali teatri del Sistema Teatrale milanese, hanno visto tra il pubblico Giuseppe Frangi, nipote e presidente dell’Associazione Giovanni Testori, che a conclusione della rappresentazione ha sottolineato quanto ‘proprio Confiteor fosse l’opera da lui più sentita.Ha dichiarato inoltre di essere rimasto colpito dalla messa in scena di Traversa dopo quella storica con Branciaroli e Banterle’. È stato un momento fondamentale per il nostro gruppo e la prosecuzione di questo capolavoro di Giovanni Testori, le parole del regista a conclusione. Confiteor è interpretato da Giuseppe Calamunci Manitta e Tiziana Risolo.

Lu.Lo.

Rossella Ninfole: “Oltre ai dibattiti, politiche di genere basate anche

sull’accessibilità alla fruizione culturale

 

Prenotazioni fino a esaurimento posti via mail e sui social di Caffè Ninfole

 

Pubblico e privato insieme per promuovere cultura in occasione del prossimo 8 marzo.

Ha queste premesse l’iniziativa che Ninfole ha programmato, infatti, per il prossimo 8 marzo, giornata tradizionalmente legata alla riflessione sui diritti delle donne.

Gli strumenti di emancipazione femminile non hanno bisogno solo di dibattiti, ma hanno bisogno anche di pratiche in grado di abbattere pregiudizi e promuovere formazione e competenze – dice Rossella Ninfole, presidente della Ninfole Spa – e crediamo che le politiche di genere debbano basarsi anche sull’accessibilità e sul grado di partecipazione delle donne alla fruizione culturale del territorio.

Così Ninfole sceglie questa volta di invitare le donne al Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA.

Il biglietto lo mette il MIC, che nella Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, concede l’ingresso gratuito in tutti i musei e parchi archeologici nazionali, ma il servizio di visita guidata a tutta la collezione del MArTA, la offre proprio Ninfole.

Venerdì 8 marzo, negli slot di orario delle 16.00 e poi delle 17.00, l’offerta è rivolta a 60 donne (30 + 30) che una volta accolte nelle Sale del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, saranno accompagnate da guide esperte in un viaggio nel tempo, dalla Preistoria, alla civiltà greca e romana, fino alla Taranto tardo-medievale.

Il MArTA, oltre al suo nome, ha storie avvincenti e appassionanti con protagoniste femminili di rilievo – conferma Rossella Ninfole – dalle Veneri di Parabita, ai tesori della principessa dauna Opaka, fino ai miti alle donne mitologiche che raccontano la natura umana dell’altra metà del cielo. 20 mila anni di storia e storie che possono ancora oggi essere di insegnamento e ispirazione per le donne di oggi e di domani.

Ma siamo un’azienda – sottolinea poi la presidente – e pensiamo anche che come testimoniano centinaia di ricerche di mercato, siano significative le ricadute economiche sul territorio, di ogni euro investito in cultura, che genera valore sociale, culturale e di mercato. Se cresce il territorio cresciamo tutti.

Le donne che volessero approfittare del tour del MArTA offerto da Ninfole devono registrare il loro nominativo inviando un messaggio sulle pagine social della più antica torrefazione di Puglia. Su Facebook e su Instagram basta cercare “Caffè Ninfole”, oppure inviare una mail a  \n Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. \"> Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Le richieste di partecipazione dovranno essere corredate da un documento di identità e saranno confermate fino ad esaurimento posti.

 

Sette arresti sono stati effettuati dalla Guardia di Finanza a Taranto per il reato di usura. Le Fiamme Gialle hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Taranto su richiesta della Procura, nei confronti di 7 persone, 5 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, e sottoposto a sequestro preventivo beni per un importo di oltre 415 mila euro. Le persone coinvolte sono gravemente indiziate, a vario titolo, delle ipotesi di reato di associazione per delinquere, usura aggravata, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio dei relativi proventi illeciti, e trasferimento fraudolento di valori. Le indagini, avviate nel 2021, hanno consentito alle Fiamme Gialle di registrare nelle province di Taranto e di Lecce presunte pratiche usurarie.

   Dalle indagini sarebbe emersa la concessione, da parte dei arrestati, di finanziamenti a imprenditori tarantini e leccesi in stato di bisogno, attivi nel settore della produzione dei latticini e della pasticceria fresca, con l’imposizione di tassi usurari fino al 354%.

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