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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

 

Mister Capuano: La mia squadra merita applausi, andiamo avanti senza porci limiti. Kanoute: Momento migliore della mia carriera, felice per i gol ma conta la vittoria. 

 

 

 

Di Andrea Loiacono 

 

Una rete giunta all\' 89\' da parte di Mamadou Kanoute sempre più leader del Taranto regala il successo e il momentaneo terzo posto alla formazione di Capuano la quale con una pressione costante ha provato per tutta la tara a portarsi in vantaggio. Secondo successo in zona Cesarini allo Iacovone per la truppa rossoblu. Queste le parole di mister Capuano nel post gara: \" Si tratta di una vittoria cercata e meritata contro una squadra reduce da tanti risultati utili consecutivi. Noi avevamo una serie di problematiche soprattutto a centrocampo tra infortuni e squalifiche. Abbiamo avuto un approccio alla gara importante, loro non ci hanno quasi mai impensierire se non con qualche ripartenza. Noi potevamo segnare subito con Simeri e abbiamo sfondato tante volte da sinistra,versante da cui poi è nato il cross per Kanoute. La mia squadra si allena e corre sempre al massimo e merita solo applausi. Sono contento anche per il secondo cleen sheet consecutivo da parte di una difesa che ha perso Antonini  ma anche stasera è stata eccezionale. Ferrara in questo momento è un giocatore minimo da serie B , per lui ho finito gli aggettivi. Adesso la classifica è una classifica importante  ma noi dobbiamo andare avanti con umiltà senza illudere nessuno ma allo stesso tempo non ci poniamo limiti. \"

Raggiante in volto Mamadou Kanoute commenta così il suo undicesimo gol in campionato: \" Senza dubbio questo è il momento più importante della mia carriera, rispetto agli scorsi campionati il mio atteggiamento è sempre lo stesso ma quest\' anno stanno arrivando anche i gol.   L\' importante però è aver portato la vittoria a casa. Ho fatto i complimenti a Ferrara per il cross ma il gol è nato da un nostro recupero palla. Ci abbiamo creduto sino in fondo e siamo contenti di aver vinto. Questo è un Taranto dal grande cuore , il mister ci ha dato la mentalità vincente, i risultati sono il frutto del lavoro. Ora siamo al terzo posto ma dobbiamo continuare a stare sul pezzo e lavorare. Io gioco sempre per la squadra ma il mio obiettivo è fare tanti gol.\"

di Ingrid Iaci 

Mentre di fronte al Palazzo del Governo continua la protesta dei lavoratori dell\'indotto ex ILVA non pagati, che presidiano da tre giorni,  anche la notte, la postazione di via Anfiteatro, Riondino e Diodato non le mandano a dire sull\'argomento dopo la proiezione del film Palazzina LAF che si è tenuta ieri, martedì 13 febbraio, nella sala capitolare del senato su iniziativa del senatore 5S Mario Turco. 

Michele Riondino, attore protagonista e regista della pellicola sul primo caso di mobbing in Italia e il cantautore Antonio Diodato che per questo film ha firmato la canzone La Mia Terra, non si sono trattenuti dall\'esternare il proprio disappunto nei confronti non solo del Governo, ma anche del movimento 5S e del Pd i cui maggiori esponenti, Giuseppe Conte ed Elly Schlein erano presenti in sala.

<<Sedotto e abbandonato dai Cinque Stelle, deriso dal Pd>> sono state le amare parole dell\'attore-regista tarantino.

<<Sull\'ex Ilva di Taranto, da cittadino mi sento abbandonato dalle istituzioni e non vedere nessuno del governo qui conferma la mia disillusione» la triste riflessione del cantautore pugliese, vincitore del Festival di Sanremo 2020.

«Faccio fatica perché non voglio che questa sia una giornata troppo politica. E quindi dovrò condizionare il mio intervento per non renderlo troppo politico - ha esordito Riondino - Perché altrimenti dovrei dire quanto in qualità di cittadino sono deluso di essere stato sedotto e abbandonato dal M5S e quanto sono deluso di essere stato deriso dal Pd con alcuni decreti salva-Ilva prodotti dai suoi governi. Altrettanto deluso per essere totalmente ignorato dal governo di destra». 

<<A Taranto è in atto una rivoluzione - ha sottolineato Diodato - Lo sguardo dei cittadini sta cambiando, e non c\'è niente di più doloroso di vedere come venga ignorata una città che tenta di risollevarsi. Chiederei ai presenti di fare qualcosa per questi giovani che lottano, credono nella loro terra e hanno ancora speranza. Vi chiedo di avere a cuore le loro aspirazioni, fatelo per chi crede in un futuro migliore.>>

Seconda notte e terza giornata di presidio sotto la Prefettura di Taranto degli imprenditori dell’indotto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Le imprese che fanno capo ad Aigi non stanno lavorando da settimane in quanto non vengono pagate da Acciaierie. Gli imprenditori hanno tolto i presidi davanti alle portinerie della fabbrica ma continuano a non lavorare, mentre sono già state avanzate richieste di cassa integrazione per circa 2.600 lavoratori, molte delle quali già formalizzate con accordi sindacali.

 

 Ieri in audizione al Senato c\'è stata l\'ad di Acciaierie d\'Italia Lucia Morselli. 

Mittal non ha acquisito l’ex Ilva per chiuderla, “ha fatto un’offerta strepitosa, molto grande”, e un gruppo non investe 2 miliardi per chiuderla. Anche perché quando Mittal ha vinto la gara nel 2017, l’Ilva era “un’azienda praticamente fallita”. ha detto rispondendo a una domanda del presidente Luca De Carlo. Mittal, ha aggiunto, è un grande operatore mondiale, “a chiudere un’azienda ci mette un pomeriggio” e anche se non fosse stata nella cordata che vincitrice, “avrebbe potuto renderci la vita molto difficile a gratis”. 

 “Non so perché non abbiano voluto visitarla”. 

“Questa - ha detto - é un’azienda aperta, non abbiamo segreti, siamo orgogliosi di farla vedere, ha caratteristiche che sono uniche in Europa e penso uniche al mondo. Non abbiamo nessun timore a far vedere niente a nessuno. Non lo so perché, non lo so - ha detto Morselli sul mancato sopralluogo in fabbrica dei commissari -. Il giorno prima o una settimana prima l’azienda era stata visitata da due grandissimi fornitori di materie prime, uno brasiliano e l’altro americano. Non lo so - ha insistito sui commissari -, so che chiunque chiede di vederla, la puó vedere”. 

L’amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia? “È l’ultimo strumento di crisi, proprio l’ultimo, che si debba adottare, perché porta molto, molto choc sul mercato: quello dei fornitori, che si vedono cancellato il loro debito”, ma anche “molti dei crediti dei dipendenti saranno difficili da recuperare perché alcuni sono protetti dai fondi, ma altri sono persi come le ferie. Quindi anche i dipendenti possono patire. E poi i clienti, che si chiedono naturalmente che ne sarà di quest’azienda. Faccio un discorso generale, a parte le misure che state prendendo voi oggi, perché l’indotto probabilmente uscirà protetto”.  Ha dichiarato Lucia Morselli, ad sulla possibile prospettiva di amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia alla luce dei due decreti legge varati dal Governo.

“La differenza di questa amministrazione straordinaria rispetto alla precedente è che la precedente era proprietaria, certo un’azienda in crisi, ma possedeva un mare di roba ed è quello che noi stiamo gestendo”, ha rilevato Morselli. Mentre Acciaierie “non ha attivi, quindi se l’obiettivo dell’amministrazione straordinaria è soddisfare i creditori tramite gli attivi, non saprei. Non è un’azienda che ha molti attivi per garantire il recupero di eventuali posizioni debitorie”. 

Per le materie prime serve liquidità. “Se uno ha i soldi, io vi porto un carico di pellets o di quello che è in una settimana\", ha detto l\'ad. \"Non è più il mondo di una volta. Pensate alle acciaierie bombardate in Ucraina e alla montagna di materie prime che si sono liberate”. La mancanza di liquidità di Acciaierie è stato un concetto più volte sottolineato da Morselli nell’audizione alla commissione Industria.

“I livelli di produzione di questo colosso dipendono unicamente dalla capacità di comprare i fattori produttivi. Noi non abbiamo problemi di mercato, non abbiamo limiti di mercato, eccetto quelli che servono al Paese e all’Europa certo, ma sono tanto grandi\", ha proseguito Morselli. \"Non abbiamo problemi a vendere. Abbiamo problemi ad avere la liquidità sufficiente per far funzionare la macchina, che è in buono stato perché abbiamo fatto 2 miliardi di investimenti”.

“Il debito, e sto parlando di AdI, che é una società partecipata, quindi non del gruppo, è di 3 miliardi e 100 milioni” ma “dovete togliere il prezzo di acquisto teorico di un miliardo per comprare gli impianti dai commissari. E poi dovete togliere l’indebitamento verso la capogruppo”. Così ancora l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, sulla composizione del debito della società intervenendo oggi in Senato. In sostanza, “il debito vero di questa società è un pò meno di 700 milioni, di cui scaduto solo la metà“. Il resto è un miliardo di debito intercompany verso la capogruppo a cui va aggiunto un altro miliardo per acquistare gli impianti da Ilva in amministrazione straordinaria. “Quando arrivano i soldi dei soci, non arrivano mai alle società partecipate, operative, noi ne abbiamo 5-6, ma alla capogruppo che prende i soldi e li presta - ha spiegato l’ad di AdI -. È un prestito senza speranza, non nel senso contabile o legale. È il modo con cui le capogruppo finanziano le attività operative. Le aziende non hanno mai ricevuto una lira dai soci se non tramite questo meccanismo tecnico, assolutamente normale. La capogruppo fa da tramite con i due grandi soci, Mittal e Invitalia”. E sull’indotto, Morselli ha detto di aver ricevuto “in due ore” risposte da 78 fornitori disponibili a rapportarsi con Sace. “Presumo che nelle prossime ore ne arrivino molto di più” ha aggiunto. “L’azienda è ancora viva, ancora produce, ha gli impianti in efficienza, continua a pagare gli stipendi regolarmente” ha rilevato Morselli. “Da settembre - ha aggiunto - abbiamo avuto molto chiaro che l’azienda avrebbe avuto bisogno di finanziamenti. Sino a questo momento l’azienda non ha avuto una disponibilità finanziaria adeguata perché è un’azienda che ha gli impianti in affitto, l’affitto scade tra tre mesi, ed è davvero complicato, se non impossibile accedere a finanziamenti bancari”. “Abbiamo ripetutamente chiesto aiuto ai soci - ha aggiunto Morselli - per questo fabbisogno, di provvedere, comprando l’attivo, gli impianti. Gli azionisti hanno lavorato intensamente ma non sono riusciti a trovare un accordo”. E a proposito della strada per la composizione negoziata della crisi intrapresa da AdI con le relative misure, Morselli ha detto che il decreto sull’amministrazione straordinaria “prevede di cancellarle tutte. Questo decreto cancella tutte le possibilità intermedie di gestione della crisi, dando possibilità di usarne uno solo”

A fare da contraltare arrivano nella serata di ieri le parole del ministro Adolfo Urso. 

\"Dato che il principale azionista di Acciaierie d\'Italia, che guida l\'azienda, cioè ArcelorMittal, ci ha comunicato di non avere alcuna intenzione di mettere risorse e di investire in azienda, mi sembra chiaro che dobbiamo cambiare rotta ed equipaggio\". Lo ha detto a Sky Tg24 il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

 Lo Stato non subentrerà in Acciaierie d\'Italia al posto di Mittal. ha anche detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, nel corso dell\'intervista. \"Ancora in queste ore Invitalia ha un confronto serrato con la società per capire se vi è una strada che possa evitare – tenendo conto della loro decisione di lasciare l\'azienda e di non mettere un euro – l\'amministrazione straordinaria. Ove non ci fosse a breve questa strada procederemo, come prevedono le norme di legge italiane, - peraltro convalidate in maniera eclatatante anche dalla recente sentenza del Tribunale di Milano a cui ArcelorMittal si era rivolta ,che ha confermato che le norme realizzate dal governo sono pienamente in regola con il nostro dettato costituzionale e con le regole europee - con l\'amministrazione straordinaria, salvando prima, se l\'azienda ce lo permette, le aziende dell\'indotto\". Urso ha fatto presente che il governo ha fatto una norma in modo che le aziende possano cedere i loro crediti, secondo regole di mercato, con l\'assicurazione consentita da parte Sace. \"Ma l\'azienda - ha puntualizzato Urso - non fornisce informazioni necessarie per realizzare questo processo di salvataggio e se non le fornisce è difficile salvare l\'indotto\". 

 

Venerdì 16 febbraio 2024 alle ore 21

al Teatro Turoldo Taranto in collaborazione con Associazione Giovanni Testori di Milano a Taranto va in scena \'Confiteor\', per la regia di Alfredo Traversa con Giuseppe Calamunci Manitta e Tiziana Risolo.

 

L’azione di Confiteor è affidata a due voci: un giovane che per eccesso di amore, e quindi di disperazione si fa fratricida, ed una madre che nell’abisso del proprio dolore non desiste dal gettare la sua annichilita speranza su l\'orgoglioso calvario del figlio. Due voci incatenate la cui violenta risonanza riempie da sola l’intero spazio scenico. Un’opera capolavoro, che il teatro italiano ha sempre trascurato proprio per la sua pericolosa capacità di ri-svegliare le coscienze degli spettatori e dei teatranti. 

Il nocciolo attualissimo dello spettacolo è il dilemma, il mistero, il buio che d’improvviso travolge una famiglia con la nascita di un ‘diverso’, di un disabile. La vita di una famiglia (madre, padre e due figli) qui in quest’opera è l’apoteosi della ricerca spasmodica dell’amare senza riuscire a capire come fare. Uno spettacolo per chi ama il teatro, per chi crede nel teatro come possibilità di cambiamento, uno spettacolo che capiterà raramente di vedere sulle scene italiane. 

Un’opera di Giovanni Testori scrittore, giornalista, poeta, critico d\'arte e letterario, drammaturgo, sceneggiatore, regista teatrale e pittore italiano, scomparso il 16 marzo del 1993. Testori, grande intellettuale del Novecento, attraversò le forme di scrittura più disparate e vi lasciò il suo segno indelebile e inconfondibile, è stato una  delle voci più fortunate ed eclettiche della nostra letteratura 

alimentata, come scrive Alberto Rollo su Maremosso  da una irrequieta fame di esperienza e di espressione.

Appuntamento quindi venerdì al

Turoldo di Taranto. Il costo del biglietto è di 12 euro acquistabile direttamente al botteghino del  Turoldo o in prevendita a Grottaglie  prevendita presso Casa Merini caffè letterario o chiamando il numero 3466087156.

Lu.Lo.

Seconda notte e terza giornata di presidio sotto la Prefettura di Taranto degli imprenditori dell’indotto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Le imprese che fanno capo ad Aigi non stanno lavorando da settimane in quanto non vengono pagate da Acciaierie. Gli imprenditori hanno tolto i presidi davanti alle portinerie della fabbrica ma continuano a non lavorare, mentre sono già state avanzate richieste di cassa integrazione per circa 2.600 lavoratori, molte delle quali già formalizzate con accordi sindacali.

Un innovativo e interessante appuntamento, che punta ad un intreccio di sensazioni, che combina ritmo, sapori e cultura,  quello di  questo fine settimana,  \'Pizzicando in Città Vecchia: Tour Culturale tra storia e ipogei\', a cui si potrà partecipare a partire dalle ore 20:00,  Sabato 17 Febbraio.

 

Si tratta di una stimolante serata organizzata e proposta dall\'Associazione Culturale “Taranto in Diretta” di Angelo Galasso con la collaborazione del prof. Alessandro Ricci.

Il percorso culturale che ha come sfondo il suggestivo paesaggio notturno della Città Vecchia si snoderà, tra racconti e storie narrate dalla guida Alessandro Ricci, nei vicoli, postierle, mura greche e gli ipogei che si espandono nelle viscere della città vecchia di Taranto.

 

Ad arricchire l’appuntamento di sabato 17 sarà il ritmo avvolgente della “pizzica pizzica” a cura di Maria Trombino e Massimo Magrì e poi,   ancora,  spazio ai sapori con  un piccolo angolo buffet  nell\'appartamento nobiliare di Palazzo Stola.

 

Un’opportunità quella di sabato 17 da non farsi sfuggire giacché sarà possibile fruire della della combinata energia, di due importanti Associazioni culturali di Taranto,  che  vedrà insieme a “Taranto in Diretta”,  l’Associazione “Itaca”, grazie alla disponibilità e cordialità di Irene Scialpi, Maria Trombino e Massimo Magrì.

 

L’appuntamento è alle ore 20.00, sabato 17 Febbraio  presso Piazza Castello. Durata prevista,  2 ore circa.  Abbigliamento comodo. Posti limitati.  Contributo di € 12.00.

Il tour guidato potrà essere prenotato esclusivamente telefonicamente o su WhatsApp al numero 340.5538931 (Angelo Galasso, Presidente Associazione Culturale Taranto in Diretta)

 

Gli imprenditori dell’indotto di Acciaierie d’Italia che fanno capo ad Aigi  sono rimasti  sotto la Prefettura di Taranto tutta la notte. Ieri  mattina gli imprenditori, che protestano per il mancato pagamento dei crediti milionari che avanzano verso Acciaierie, si sono incatenati sotto il Palazzo del Governo e hanno consegnato al prefetto di Taranto, Paola Dessì, le chiavi delle loro imprese. Poi una delegazione si è spostata a Bari per incontrare il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, mentre la maggior parte degli imprenditori è rimasta sotto la Prefettura. Si é quindi deciso di proseguire il sit in anche nella nottata. In prossimità della Prefettura sono stati montati dei bagni chimici. Dopo l’incontro col governatore Emiliano, e gli assessori regionali Alessandro Delli Noci (Sviluppo economico) e Sebastiano Leo (Lavoro), Fabio Greco, presidente di Aigi, ha dichiarato: “Ringraziamo il presidente e il suo staff per l’incontro di oggi, perché ci ha dato la possibilità di definire alcuni punti e comprendere meglio quelle che sono le normative vigenti che vincolano questi pagamenti. Gli imprenditori che adesso sono in presidio fisso sotto la Prefettura di Taranto rischiano il fallimento non per incapacità, ma per colpa di un mancato accordo tra Invitalia e Arcelor Mittal. Chiaramente - ha detto Greco - noi rimarremo in presidio. Abbiamo chiesto al prefetto un incontro urgente con tutti gli attori per trovare una soluzione immediata perché non è possibile né andare in amministrazione straordinaria, né in composizione negoziata”.

    “L\'unica possibilità - ha sostenuto il presidente di Aigi - è un accordo bonario tra le parti per poter pagare i crediti immediati ai nostri fornitori per un ammontare di circa 140 milioni di euro. Questo ci darebbe la possibilità di ripartire con più serenità sin da subito. Tolti i presidi, la fabbrica è comunque deserta. Non c\'è nessuno dell\'indotto che è uscito a lavorare perché mancano i fondi per poter pagare i dipendenti”. 

Gli imprenditori dell’indotto di Acciaierie d’Italia che fanno capo ad Aigi  sono rimasti  sotto la Prefettura di Taranto tutta la notte. Ieri  mattina gli imprenditori, che protestano per il mancato pagamento dei crediti milionari che avanzano verso Acciaierie, si sono incatenati sotto il Palazzo del Governo e hanno consegnato al prefetto di Taranto, Paola Dessì, le chiavi delle loro imprese. Poi una delegazione si è spostata a Bari per incontrare il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, mentre la maggior parte degli imprenditori è rimasta sotto la Prefettura. Si é quindi deciso di proseguire il sit in anche nella nottata. In prossimità della Prefettura sono stati montati dei bagni chimici. Dopo l’incontro col governatore Emiliano, e gli assessori regionali Alessandro Delli Noci (Sviluppo economico) e Sebastiano Leo (Lavoro), Fabio Greco, presidente di Aigi, ha dichiarato: “Ringraziamo il presidente e il suo staff per l’incontro di oggi, perché ci ha dato la possibilità di definire alcuni punti e comprendere meglio quelle che sono le normative vigenti che vincolano questi pagamenti. Gli imprenditori che adesso sono in presidio fisso sotto la Prefettura di Taranto rischiano il fallimento non per incapacità, ma per colpa di un mancato accordo tra Invitalia e Arcelor Mittal. Chiaramente - ha detto Greco - noi rimarremo in presidio. Abbiamo chiesto al prefetto un incontro urgente con tutti gli attori per trovare una soluzione immediata perché non è possibile né andare in amministrazione straordinaria, né in composizione negoziata”.

    “L\'unica possibilità - ha sostenuto il presidente di Aigi - è un accordo bonario tra le parti per poter pagare i crediti immediati ai nostri fornitori per un ammontare di circa 140 milioni di euro. Questo ci darebbe la possibilità di ripartire con più serenità sin da subito. Tolti i presidi, la fabbrica è comunque deserta. Non c\'è nessuno dell\'indotto che è uscito a lavorare perché mancano i fondi per poter pagare i dipendenti”. 

La protesta è esplosa questa mattina in via Anfiteatro davanti alla Prefettura. Oltre a manifestare, i titolari delle imprese appaltatrici di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, hanno consegnato questa le chiavi delle loro aziende al prefetto di Taranto, Paola Dessì. L’indotto rappresentato da Aigi, da stamattina, ha inoltre smesso i presìdi di protesta davanti alle portinerie della fabbrica ma non è tornato a lavorare in quanto non ha ancora ottenuto i pagamenti arretrati dall’ex Ilva che ammontano a diversi milioni. La consegna delle chiavi è un ulteriore gesto di protesta. In una lettera al prefetto di Taranto, l\'Aigi sostiene che “la situazione nelle ultime settimane è precipitata a causa del braccio di ferro che si sta consumando tra socio pubblico, Invitalia, e privato, Arcelor Mittal, mentre potrebbe essere decretata già nelle prossime ore l\'amministrazione straordinaria della società”.

   “In questo stato di estrema e grave incertezza - sostiene Aigi - lo stabilimento siderurgico rischia il collasso come ha dichiarato l\'ad Lucia Morselli nel corso dell\'udienza per la composizione negoziata della crisi e al punto che le nostre aziende hanno dovuto avviare la cassa integrazione per i lavoratori al fine di garantire loro il sostegno al reddito e non saranno nemmeno nelle condizioni di onorare le scadenze fiscali e previdenziali. Dopo quasi un mese di pacifica agitazione, e con il rischio che nelle prossime ore vengano concesse misure protettive a favore di AdI, senza che al contempo si siano concretizzate delle misure volte alla garanzia dei crediti e a una immediata immissione di liquidita\', gli imprenditori dell\'indotto - afferma Aigi - sono al colmo della disperazione dopo aver ben compreso che anche le misure promesse dal Governo e contenute nel DL 2/24 si riveleranno una scatola vuota”. Le chiavi delle imprese vengono consegnate al prefetto “avendo constatato - spiega Aigi - l\'assenza di responsabilità politica a tutela delle imprese che hanno consentito alla grande fabbrica di essere considerata strategica per il Paese”. 

Mister Capuano: \" Partita di sofferenza, punto prezioso su un campo difficile.\" Vannucchi: \"Contento del rigore parato e per la continuità di risultati.\"

 

Di Andrea Loiacono 

 

Un Taranto incerottato e privo di Kanoute, subentrare solo a gara in corso, pareggia a reti inviolate contro un Cerignola mai domo e sempre propositivo che ha fallito anche un calcio di rigore parato da un super Vannucchi a Malcore al 38\'. Il Taranto ha provato a ribattere colpo su colpo ma la maggiore pressione è condizione atletica dei padroni di casa ha creato non pochi pericoli e un vero e proprio forcing dei gialloblu che però alla fine si sono dovuti accontentare del pari. Per il Taranto un pareggio che consolida la quinta posizione in classifica utile per i play-off.

 

Nel post gara queste le dichiarazioni di mister Capuano: \" Si è trattato di una partita di sofferenza, devo ammettere che il Cerignola avrebbe meritato qualcosa in più. Noi avevamo tanti giocatori che non erano in condizione di poter giocare  come Kanoute, Orlando e lo stesso  Demarchi ai quali si è poi aggiunto Bifulco. Abbiamo iniziato a giocare con le tre punte,ma soprattutto  nel secondo tempo siamo calati di intensità, non è facile giocare su questo campo e contro questa squadra. Penso che qualsiasi altra squadra sarebbe andata al tappeto,  invece noi non abbiamo mollato e da squadra abbiamo portato a casa il risultato.  Devo fare i complimenti a Enrici, Miceli e tutta la retroguardia, giocare contro di noi non è semplice. Nel secondo tempo sono passato al 3-5-2  inserendo Fiorani a centrocampo perché stavamo soffrendo e le punte non rientravano. La classifica è meravigliosa ma il campionato è ancora lungo e difficile. Stasera eravamo in vera emergenza e abbiamo saputo soffrire. Ora spero di poter recuperare qualcuno e preparare bene la gara di mercoledì col Giugliano.\"

 

Assoluto protagonista del match è stato Gianmarco Vannucchi, abile non solo a parare il rigore di Malcore ma a sbarrare la via della rete in un paio di circostanze alla squadra ofantina anche nella ripresa. Queste le sue parole nel post gara: \" Il Cerignola evidentemente mi porta fortuna, è stato una partita difficile su un campo ostico. Il punto è preziosissimo , ora pensiamo a mercoledì. Nel secondo tempo il mister ci ha dato una mano inserendo un centrocampista in più. Siamo venuti qui per vincere ma in campo c\' erano anche gli altri e ci teniamo stretto il pari. In occasione del rigore mi sono tuffato in anticipo. Avevo studiato i rigori di Malcore ed è andata bene. Oggi devo fare I complimenti ai miei compagni e soprattutto a quelli della difesa perché hanno disputato una partita super. \"

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