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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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Giovedì 7 Aprile si è tenuta presso il circolo del Partito Democratico di Massafra un’importante assemblea alla presenza del Capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Michele Mazzarano, del Capogruppo in Consiglio comunale e canidato Sindaco Vito Miccolis (nella foto) e del Segretario Provinciale Walter Musillo sul tema delle prossime elezioni amministrative.

I cittadini attendono di capire quale ruolo debba svolgere il Partito Democratico per consentire di aprire una nuova stagione politica per la nostra città. Avvertiamo una profonda domanda di cambiamento e intendiamo essere coerenti con le scelte e le posizioni espresse in questi anni di opposizione al centrodestra.

Nel dibattito è emerso la volontà di proiettare il Pd nel ruolo che la cittadinanza da esso si attende: promuovere il cambiamento.

Per questo respingiamo le dimissioni della Segretaria Imma Semeraro e chiediamo a tutti la responsabilità che serve in un momento difficile della vita della nostra comunità.

Chi prova ad esasperare il confronto in questo momento fa un danno al Pd e all'intero centrosinistra.

La volontà di creare fratture e di dividere il Pd la rigettiamo al mittente.

Crediamo che ognuno si debba assumere le responsabilità delle proprie azioni nei confronti dei cittadini per quella domanda di cambiamento che c’è nella città.

È necessario che si faccia tutti un passo avanti affinché il PD massafrese sia protagonista di un nuovo cammino.

Infatti dal dibattito è emerso che il Partito Democratico massafrese deve farsi interprete dell'avvio di un nuovo modo di governare la città.

In questi mesi abbiamo affiancato la generosa disponibilità che Vito Miccolis ha offerto per la candidatura a sindaco. Questa disponibilità non ha trovato, al momento, il sostegno sufficiente per proseguire nel cammino intrapreso.

Abbiamo il dovere di fermarci per una riflessione unitaria e profonda.

Il centrodestra che ha governato la città per dieci anni è profondamente diviso. Solo l'unità delle forze di centrosinistra potrà rappresentare una occasione di cambiamento per i cittadini.

Tutti coloro che non coglieranno questa importante novità e lavoreranno con i loro atteggiamenti egoistici a perdere questa grande occasione, dovranno darne conto alla città.

Solo con il senso di responsabilità di tutti faremo le scelte giuste per il Pd e per Massafra.

Nelle prossime ore proseguirà questo lavoro con l'ascolto e la consultazione di tutti per programmare il rilancio politico e programmatico del Pd per le prossime elezioni amministrative.    


 

 

Stimolare nei bambini l’amore per la lettura attraverso l’ascolto e tramite la costruzione di un libro è stato l’obiettivo del Progetto appena concluso “Costruisco un libro” tenuto dalle insegnanti D’Aprile Milena e Finamore Nunziata presso la scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” Palagiano. Il Progetto ha visto impegnati 32 bambini delle classi prime che dopo aver visionato la fiaba di Biancaneve l’hanno illustrata attraverso immagini e didascalie. Così nel laboratorio creativo i bambini hanno sperimentato tecniche, cooperato, affrontato problemi e trovato soluzioni. Hanno scoperto il piacere di essere loro stessi autori, quindi hanno mostrato, senza forzature, un interesse attivo per i libri, la lettura e la scrittura. Tutti sappiamo che i bambini nascono curiosi, esploratori, con i cinque sensi aperti a catturare stimoli e informazioni dal mondo circostante e dalla tecnologia in continua evoluzione. Compito dell’insegnante è, quindi, quello di diventare animatore attento di situazioni di apprendimento che tengono conto di quali sono i valori importanti di una scuola formativa che mira a sviluppare obiettivi e contenuti delle singole discipline in un’ottica interdisciplinare e trasversale. Nel corso del Progetto, attraverso giochi creativi e strategie di ricerca, i bambini sono diventati protagonisti, capaci di costruire con le proprie mani un libro e amare la lettura senza nessuna forzatura.

                                                                                                                                                                  


 

 Il Direttore Artistico Michele Riondino: "Il concerto avrà una nuova formula; a precederlo ci sarà una serie di eventi artistici e culturali. Abbiamo rifiutato diverse sponsorizzazioni; il nostro concerto frutto di sacrifici di operai e cittadinanza."

 

Si è svolta a Roma la conferenza stampa di presentazione della IV edizione del mega concerto del 1° Maggio che si terrà a Taranto nel giorno della Festa dei lavoratori, presso il Parco Archeologico delle Mura Greche. L'evento, come accade ormai dal 2013, è organizzato dal "Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti" attivo nella Città dei due mari per veicolare e trasmettere, mediante opere concrete, i valori e le "ricchezze culturali" di una città troppo spesso associata alla grande industria che, costantemente, tocca con mano il dualismo salute-lavoro, costretta a vivere un vero e proprio ricatto occupazionale con il benestare degli organi istituzionali in un territorio in cui il tasso di mortalità derivante dalle emissioni di sostanze inquinanti è di gran lunga superiore alla media nazionale.

 

Ha aperto la presentazione l'attore tarantino Michele Riondino, che anche quest'anno sarà il Direttore artistico di quello che può essere considerato, a tutti gli effetti, per presenze di pubblico e qualità degli artisti che ne prenderanno parte, il vero Concerto del 1° maggio su scala nazionale. Anche in questa occasione, ad affiancare Michele Riondino ci sarà il musicista e compositore Roy Paci e, per la prima volta, collaborerà con i due direttori storici anche il cantante Diodato. A condurre live il consueto dibattito di riflessione sui temi della salute che precederà l'evento e lo stesso concerto ci saranno le giornaliste Valentina Correani e Valentina Petrini.

 

A prendere la parola per primo è stato uno dei rappresentanti del Comitato, organizzatore dell'evento: "Il Primo Maggio sarà l'occasione per tutti coloro i quali si impegnano ogni anno per una Taranto migliore, ogni giorno dell'anno, nonostante nella nostra città si viva, per quanto concerne gli aspetti dell'ambiente e del lavoro, in una situazione di giustizia differente rispetto ad altre realtà italiane. Il nostro comitato è attivo 365 giorni l'anno; nasce il 2 agosto 2012 a seguito delle vicende legate all'Ilva dall'idea di un gruppo di semplici cittadini e operai del suddetto stabilimento. L'intento è quello di soffermarci sugli aspetti del ricatto occupazionale che i tarantini vivono ormai da anni. A distanza di più di tre anni, dopo numerose proteste e appelli, molte situazioni sono rimaste invariate. Penso a tutti quei ragazzi costretti ad emigrare in cerca di lavoro o alle lunghe liste d'attesa per pazienti oncologici in attesa di trapianti o cure. Vorremmo chiedere alle istituzioni e, in particolare, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi come mai l'area a caldo dello stabilimento ILVA di Genova è stata chiusa in quanto ritenuta incompatibile con la salute del cittadino? Perché a Taranto invece la produzione continua come se nulla fosse, favorita da ben nove decreti che altro non fanno se non garantire i diritti di imprenditori e banche tralasciando quelli della cittadinanza? Ci teniamo inoltre a ricordare lo scopo benefico del Concerto del Primo Maggio. Due anni fa abbiamo donato al reparto oncologico dell'Ospedale Giuseppe Moscati un emogasometro per le cure di pazienti oncologici. Quest'anno, la raccolta fondi sarà destinata alla Cooperativa Sociale Logos, la quale si occupa della riabilitazione di pazienti affetti da autismo."

 

Questi, invece, sono i concetti espressi in sintesi da Michele Riondino, reduce dall'esperienza televisiva dei nuovi episodi del "Commissario Montalbano": "Il nostro è un Comitato composto da operai e da cittadini. A differenza di quanto si possa pensare, esso si trova dentro la fabbrica; si prefigge tra gli obiettivi anche quello di raccontare quello che accade al suo interno, nel tentativo di denunciarne le storture. Per l'organizzazione del nostro concerto avremmo potuto avvalerci di sponsorizzazioni di grandi aziende, che pure si sono fatte avanti, ma preferiamo operare le nostre scelte con oculatezza. Non vogliamo che il nostro evento sia promosso da aziende come, ad esempio, la Shell o la Total, le quali spesso hanno finanziato eventi culturali e religiosi. Se avessimo accettato alcune sponsorizzazioni il nostro team sarebbe imploso. Il nostro è un concerto autofinanziato dai cittadini di Taranto mediante donazioni spontanee. Quest'anno, in più, avremo al nostro fianco la società del Taranto F.C. 1927 che, in occasione della gara casalinga contro il Potenza valevole per la 30^ giornata del campionato LND, ha deciso di donare parte dell'incasso al Comitato per tutte le spese correlate all'organizzazione dell'evento, come vitto e alloggio degli artisti. A tal proposito ci tengo a ringraziare i tifosi rossoblù e a rivolgere alla squadra della mia città l'augurio di poter salire quanto prima di categoria. Il calcio e lo sport in generale sono veicolo di crescita e il Taranto merita altre categorie."

 

Riondino ha proseguito poi il suo intervento soffermandosi su quelli che saranno i contenuti del tradizionale dibattito socio-culturale che precederà il concerto nel corso della mattinata, senza dimenticare le iniziative ad esso correlate: "Quest'anno abbiamo la possibilità di conferire al concerto la formula che avevamo in mente già da un po'. Lo show musicale dei vari artisti che si esibiranno sul palco sarà, infatti, la parte culminante di una serie di concerti, mostre fotografiche e pittoriche che si terranno nel corso della settimana precedente al Concertone. Nei prossimi giorni - ha chiosato l'artista - renderemo noto il programma dettagliato di questi eventi. Quest'anno abbiamo pensato di far conoscere agli artisti che si esibiranno sul palco, ai giornalisti che seguiranno l'evento e ai loro entourage la nostra Taranto. Si tratterà di una sorta di visita guidata, durante la quale accompagneremo i nostri ospiti nei pressi dello stabilimento Ilva per poi condurli alla scoperta del nostro mare e delle nostre bellezze artistiche e naturali."A proposito del Mar Ionio e della sua fauna, il tono di voce di Michele Riondino ha assunto contorni decisi e spontanei allo stesso tempo quando si è toccato il tema del referendum del prossimo 17 aprile: "Invito tutti i cittadini di Taranto a sostenere la causa di uno sviluppo ecosostenibile andando a votare Sì al prossimo referendum." L'attore, di rimando, ha concluso il suo intervento esprimendo il proprio disappunto nei confronti del progetto Tempa Rossa, che tanto sta facendo discutere l'opinione pubblica: "A Taranto, alle spalle dell'isola di San Pietro è presente un delfinario naturale.Il raddoppio del pontile, con il conseguente traffico del 50% del transito delle petroliere andrebbe a nuocere alla presenza di questi splendidi mammiferi simbolo della nostra città."


Comunicato stampa

Bruxelles, 8 aprile 2016
 
D'Amato: “Il progetto Tempa Rossa va fermato”

“Il progetto messo in piedi dalla Total su Tempa Rossa che coinvolge la Raffineria Eni di Taranto, va fermato, le condizioni ambientali e l`anacronismo delle fonti fossili lo dicono”. Lo dice Rosa D'Amato, europarlamentare tarantina del Movimento 5 Stelle.

D'Amato spiega: “La vicenda emersa dalle intercettazioni che coinvolgono l'ormai ex ministro Guidi e il suo compagno non ci sorprendono, avevamo avuto il primo sentore di qualcosa di strano sin dalla comparsa di quell'emendamento presentato dalla sottosegretaria Vicari nel decreto Sblocca Italia, cucito su misura sul progetto Tempa Rossa, bocciato in prima istanza e fatto rientrare nella Legge di Stabilità. C'è da chiedersi qual è la pubblica utilità di un progetto che favorisce soltanto i petrolieri a scapito della salute dei cittadini lucani e tarantini".

L'eurodeputata M5S punta lo sguardo sulle royalty e le franchigie: “Nessuna compensazione potrà mai  ridare agli agricoltori le proprie terre, agli allevatori i propri animali e a tutti i cittadini la salute, neppure se le attuali percentuali del 4 % dei ricavati in mare e 10% per l’estrazione a terra, fossero aumentate”.

“Ho già presentato diverse interrogazioni alla Commissione europea sul quel progetto che regalerà a Taranto il 12% in più emissioni e ridicole ricadute occupazionali, soprattutto se confrontate con i posti di lavoro che si creerebbero nelle energie rinnovabili con gli stessi importi. Le problematiche sollevate in Commissione sono le stesse che oggi sono alla ribalta dei notiziari: le modifiche legislative che il governo si apprestava a fare per favorire il progetto Tempa Rossa e le contaminazioni delle falde".

"In una delle risposte, la Commissione ha comunicato che “sta monitorando da vicino” il progetto e staremo col fiato sul collo all'Ue per conoscere i risultati di questo controllo".

"Il progetto aumenterà il rischio di incidenti nell'intera raffineria e nell’area portuale, sottoposta alla normativa nazionale della direttiva Seveso III, attualmente al vaglio della Commissione per il visto di conformità. Il presidente della Regione Emiliano solleciti il parere del CTR e si opponga alla realizzazione di Tempa di fatto, con atti concreti”, dice D'Amato.

"La politica locale dovrebbe adoperarsi per l’istituzione di una 'Oil free zone' come da art.71 Legge n.221 28/12/2015, ossia area territoriale nella quale, entro un determinato arco temporale e sulla base di specifico atto di indirizzo adottato dai comuni  del  territorio  di  riferimento,  si preveda la progressiva sostituzione del petrolio e dei suoi derivati con energie prodotte da fonti rinnovabili. Nelle Oil free zone sono avviate sperimentazioni sulla realizzazione di prototipi e l'applicazione sul piano industriale  di nuove ipotesi di utilizzo dei beni comuni: non è uno strumento perfetto, ma perché non usarla per l’area tarantina?

Proponiamo ormai da tempo la riconversione della città, trasformandola da città sul mare a città di mare con la valorizzazione dell’habitat marino e delle bellezze storiche-archeologiche che solo la città di Taranto può vantare, senza dimenticare le potenzialità del porto, colonizzato negli anni dalle grandi industrie inquinanti, restituendolo al servizio della città con la sua retroportualità, attualmente solo sulla carta.  

Non accetteremo un nanogrammo di inquinamento in più e siamo consapevoli che solo un governo del M5S è in grado di realizzare progetti di economia  moderna, digitale e circolare, collaborativa e condivisa", conclude D'Amato.

Immediato potenziamento degli ospedali pubblici già esistenti, ossia dell’Ospedale SS. Annunziata e dell’Ospedale Moscati di Taranto, quest’ultimo unica struttura in Puglia ad essere in grado di realizzare con successo il trapianto del midollo anche in pazienti della fascia pediatrica; creazione di 10 posti di oncoematologia pediatrica; 10 posti di chirurgia toracica; 20 posti di pneumologia pubblica (ora esiste solo quello della clinica privata “Villa Verde”); conseguente incremento del personale sanitario; ticket sanitario gratuito per la popolazione di Taranto; ripristino del trasporto gratuito dei malati oncologici.

Sono queste le richieste che i Genitori tarantini hanno avanzato al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nel corso dell’incontro svoltosi a Bari e al quale hanno partecipato anche l'ingegner Barbara Valenzano (Direttrice del Dipartimento Mobilità, Qualità urbana, Opere pubbliche e Paesaggio), il dottor Giovanni Gorgoni (Direttore del Dipartimento Promozione della Salute, del Benessere sociale e dello Sport per tutti) e il dottor Felice Ungaro (Direttore Generale dell'Agenzia Regionale sanitaria).

Incontro nel corso del quale i Genitori tarantini hanno consegnato ad Emiliano, e fatto protocollare, un documento nel quale si evidenzia, soprattutto, che i bambini di Taranto si ammalano di cancro il 54% in più rispetto ai loro coetanei del resto della Puglia, e la mortalità in età pediatrica (0-14 anni) è aumentata del 21% rispetto alle medie regionali.

Non solo, al presidente della Regione e ai dirigenti presenti all’incontro, i Genitori tarantini hanno fatto presente come l’insediamento Tempa Rossa costituisca “un’ulteriore insostenibile aggressione, del tutto fuori luogo, dato che incrementerà del 12% l’inquinamento già esistente, a fronte di sole 25 unità lavorative a regime (solo 300 in corso d’opera), progetto da stoppare immediatamente perché - hanno aggiunto i Genitori tarantii non strategico per la nostra città, come ben si sta delineando nella cronaca giudiziaria di questi giorni, nonostante gli sforzi del Governo centrale tendano a far credere il contrario”.

Ma è sul fronte sanitario che i Genitori tarantini hanno insistito molto ritenendo inaccettabile che, a fronte della media di posti letto che la Regione deve avere, ossia 3,4 pl/1000 abitanti, “in provincia di Taranto ce ne siano a disposizione solo 2,9, con una grave carenza di posti letto, che si ripercuote anche sul personale, attualmente in numero nettamente inferiore alle altre province, rispetto alla popolazione residente. Quindi, a Taranto, - hano aggiunto - pur avendo un carico di malattie universalmente riconosciuto più alto, si hanno meno posti letto e molto meno personale sanitario”.
Così come inaccettabile "è la questione del personale che segue tutto il percorso di conoscenza dei danni da inquinamento e della loro prevenzione. Tutto il personale che segue lo screening cardiovascolare e respiratorio ed il personale che sta portando avanti gli studi epidemiologici (registro tumori, ecc. ecc.), sono a tempo determinato. Chiediamo, per questo motivo, una delibera regionale urgente che provveda a stabilizzare questo personale,  in attesa dei concorsi pubblici da attuare, per fare in modo che ad ottobre, alla scadenza dei contratti a tempo determinato, che non potranno essere prorogati, non si verifichi il blocco di tutte le attività”.

Di seguito il testo integrale della lettera protocollata e consegnata al presidente Emiliano


  AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA
  Dott. Michele EMILIANO
 

In concomitanza dell’incontro del giorno 8 aprile 2016, i Genitori tarantini, comitato spontaneo apartitico nato grazie alla consapevolezza dell’emergenza sanitaria in atto nella città di Taranto e sviluppatosi attraverso i social, con la presente intendono avanzare alcune precise richieste precisa all’Istituzione Regione Puglia, nella persona del suo massimo rappresentante, nella duplice veste di Presidente e di Assessore alla Salute.

PREMESSO

- che la città di Taranto ha subìto e subisce, da oltre cinquant’anni, ogni sorta di aggressione inquinante al suo territorio (aria, suolo, sottosuolo, falde acquifere, Mar Piccolo e Mar Grande) e di conseguenza ai suoi cittadini, da parte dell’Ilva, dell’Eni, della Cementir, della Marina Militare, dei cinque inceneritori e delle discariche varie, pubbliche e private;

- che un’ulteriore insostenibile aggressione è prevista dall’ultimo progettoTempa Rossa, del tutto fuori luogo, dato che incrementerà del 12% l’inquinamento già esistente, a fronte di sole 25 unità lavorative a regime (solo 300 in corso d’opera), progetto da stoppare immediatamente perchénon strategico per la nostra città, come ben si sta delineando nella cronaca giudiziaria di questi giorni, nonostante gli sforzi del Governo centrale tendano a far credere il contrario;

- che, secondo il rapporto 2008 dell'Arpa Puglia, dal solo camino “E132” dello stabilimento Ilva sono fuoriusciti fino a 171 grammi di diossina all'anno, maggiore della somma delle emissioni di tutte le industrie di Spagna, Regno Unito, Svezia e Austria messe insieme;

- che le diossine vengono trasportate dal vento e si vanno a depositare sull’erba, sul terreno e nell’acqua per poi risalire la catena alimentare accumulandosi nel tessuto adiposo degli animali e, con ricadute sanitarie  fortissime, su tutta la popolazione e soprattutto sui più piccoli, con danni irreversibili, documentati dal Rapporto Sentieri dell’ISS, problematiche che le cosiddette opere di  “bonifica e ambientalizzazione”, cioè di ripristino ambientale delle aree più contaminate, a ridosso dell’acciaieria, come il quartiere Tamburi, non possono cancellare;

- che i bambini di Taranto si ammalano di cancro il 54% in più rispetto ai loro coetanei del resto della Puglia, e la mortalità in età pediatrica (0-14 anni) è aumentata del 21% rispetto alle medie regionali;

- che ciononostante le emissioni tossiche continuano, come ci dimostrano i dati confermati dalla stessa ILVA  ad ARPA Puglia il 24 febbraio 2016,  con uno studio del Politecnico di Torino, il quale ha evidenziato che a novembre 2014, all’insaputa della popolazione, la centralina del quartiere Tamburi, il più vicino all’impianto siderurgico, ha registrato un valore medio giornaliero di 791 picogrammi al metro quadro rispetto a un ‘valore soglia’ che si attesta tra 15 e 20 picogrammi;

- che a seguito di tutto ciò si è sviluppata un’emergenza sanitaria fuori controllo che raggiungerà  i picchi massimi solo nel 2020;

- che a fronte di quanto sopra esposto, resta, come unico auspicio primario e indispensabile, la CHIUSURA IMMEDIATA di ogni fonte inquinante e relativa BONIFICA con reimpiego degli stessi operai.

Tutto ciò premesso, i Genitori tarantini

CHIEDONO

alla Regione Puglia, nella persona del suo massimo rappresentante, nonché Assessore alla Salute, dott. Michele Emiliano, di realizzare quanto più celermente possibile, nell’ambito del riordino ospedaliero:

1) l’immediato potenziamento degli ospedali pubblici già esistenti, ossia dell’Ospedale SS. Annunziata e dell’Ospedale Moscati di Taranto, quest’ultimo unica struttura in Puglia ad essere in grado di realizzare con successo il trapianto del midollo anche in pazienti della fascia pediatrica;

2)  la creazione di:

- 10 posti di oncoematologia pediatrica

- 10 posti di chirurgia toracica

- 20 posti di pneumologia pubblica (ora esiste solo quello della clinica privata “Villa Verde”)

3) conseguente incremento del personale sanitario

4) ticket sanitario gratuito per la popolazione di Taranto;

5) ripristino del trasporto gratuito dei malati oncologici.

Quanto sopra, ritenendo inaccettabile che, a fronte della media di posti letto che la Regione deve avere, ossia 3,4 pl/1000 abitanti, in provincia di Taranto ce ne siano a disposizione solo 2,9, con una grave carenza di posti letto, che si ripercuote anche sul personale, attualmente in numero nettamente inferiore alle altre province, rispetto alla popolazione residente.

Quindi, a Taranto, pur avendo un carico di malattie universalmente riconosciuto più alto, si hanno meno posti letto e molto meno personale sanitario!

Inaccettabile, inoltre, è la questione del personale che segue tutto il percorso di conoscenza dei danni da inquinamento e della loro prevenzione. Tutto il personale che segue lo screening cardiovascolare e respiratorio ed il personale che sta portando avanti gli studi epidemiologici (registro tumori, ecc. ecc.), sono a tempo determinato. Chiediamo, per questo motivo, una delibera regionale urgente che provveda astabilizzare questo personale,  in attesa dei concorsi pubblici da attuare, per fare in modo che ad ottobre, alla scadenza dei contratti a tempo determinato, che non potranno essere prorogati, non si verifichi il blocco di tutte le attività.

Quanto su richiesto, come primo passo iniziale di manifesta buona volontà, da parte della Regione Puglia, di prendersi cura, per davvero, del territorio tarantino, nell’immediato, con azioni fattibili e concrete, nel brevissimo tempo, a cui far seguire un piano di riprogettazione generale della città di Taranto  basato su una riconversione economica che tenga conto delle reali vocazioni del territorio che NON SONO quelle industriali inquinanti, bensì quelle legate alla sua storia, alla sua cultura, al suo mare, alla sua enogastronomia, al turismo e a tutte quelle attività ecocompatibili che riusciranno ad emergere con il potenziamento delle piccole e medie imprese, perché Madre Taranto ha già dato tantissimo e pagato troppo.

Quanto su richiesto, come primo passo iniziale di manifesta buona volontà, da parte della Regione Puglia, di prendersi cura, per davvero, del territorio tarantino, nell’immediato, con azioni fattibili e concrete, nel brevissimo tempo, a cui far seguire un piano di riprogettazione generale della città di Taranto  basato su una riconversione economica che tenga conto delle reali vocazioni del territorio che NON SONO quelle industriali inquinanti, bensì quelle legate alla sua storia, alla sua cultura, al suo mare, alla sua enogastronomia, al turismo e a tutte quelle attività ecocompatibili che riusciranno ad emergere con il potenziamento delle piccole e medie imprese, perché Madre Taranto ha già dato tantissimo e pagato troppo.

«Tre importanti provvedimenti sono stati ottenuti grazie alla pressante azione di Coldiretti sul ministro Maurizio Martina, in grado di far tirare una boccata di ossigeno alle aziende zootecniche dell’arco ionico, ma anche di tutta Italia».
Ad affermarlo è Alfonso Cavallo, presidente della federazione provinciale Coldiretti Taranto, aggiungendo che si tratta dei «primi risultati ottenuti a seguito di una intensa battaglia che solo Coldiretti ha messo in campo con forza, intelligenza e veemenza nei confronti della nostra classe politica; non da ultima, la mobilitazione fatta a Bari il 23 marzo scorso che ha visto la presenza del presidente nazionale Roberto Moncalvo, della sua giunta e dello stesso ministro, al quale sono stati strappati impegni che oggi sono diventati operativi».
Ma anche la mobilitazione fatta sabato scoro in Friuli, proprio a sostegno del settore zootecnico, ha continuato a scuotere la coscienza dei consumatori sul latte che beviamo o sulle mozzarelle che mangiamo. «Tre confezioni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri – ha spiegato Cavallo –, mentre la metà delle mozzarelle è fatta con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero. Nessuno lo sa, però, perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta». Ciò è quanto è emerso dal dossier Coldiretti “Quote latte: un anno dopo”, presentato durante la mobilitazione alle migliaia di allevatori scesi in piazza ad un anno dalla fine delle quote latte, di fronte a un crisi senza precedenti.
«I provvedimenti ottenuti – ha aggiunto il direttore della federazione provinciale Coldiretti Taranto, Aldo Raffaele De Sario – permettono agli allevatori di iniziare a superare con più respiro una crisi del settore lattiero caseario senza precedenti».
Il primo provvedimento è la moratoria sui debiti di 42 mesi per gli allevatori e di 24 mesi per tutti gli altri settori grazie al protocollo Mipaaf e Intesa Sanpaolo, annunciato dal ministro Martina e da Carlo Messina, consigliere delegato e CEO dell’istituto bancario, «una moratoria – ha continuato De Sario – che permetterà alle aziende zootecniche di sospendere i pagamenti dei mutui sottoscritti dalle imprese allevatoriali, con lo stesso protocollo che prevedrà anche per le banche aderenti la possibilità di offrire condizioni migliorative rispetto a quelle previste dall'intesa Mipaaf-Abi». Il secondo provvedimento è ancora più importante perché distribuirà 0,027175 euro per chilogrammo di latte vaccino prodotto nella campagna 2014/2015, direttamente da Agea sui conti correnti degli allevatori entro il 30 giugno, senza fare domanda specifica. «Provvedimento, quest’ultimo – ha specificato il direttore – varato proprio per la grave crisi che la zootecnia sta vivendo in questi giorni». Terzo, ma non ultimo per importanza, è l’accordo quadro stipulato tra Coldiretti ed Enel Energia e che permetterà agli allevatori di risparmiare dal 10% al 16% in bolletta rispetto alle forniture di luce e gas, in funzione del numero di capi posseduti.
Le azioni di Coldiretti, però, non si esauriscono in questo senso. «Oggi, a fronte di una produzione nazionale di circa 110 milioni di quintali di latte – le parole nette del presidente Cavallo –, le importazioni di latte equivalente dall’estero arrivano a 85 milioni di quintali, sotto forma di concentrati, cagliate, semilavorati e polveri per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all'insaputa dei consumatori. Nell’ultimo anno hanno addirittura superato il milione di quintali le cosiddette cagliate importate dall’estero, che ora rappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti di latte, pari al 10% dell’intera produzione italiana». Si tratta di prelavorati industriali che arrivano soprattutto dall’Europa orientale, che consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualità. Un chilogrammo di cagliata usata per fare formaggio sostituisce circa dieci chili di latte e la presenza non viene indicata in etichetta. Oltre ad ingannare i consumatori ciò fa concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco. «L’assenza di un’indicazione chiara rispetto all’origine del latte a lunga conservazione, ma anche di quello impiegato in yoghurt, latticini e formaggi – ha aggiunto il presidente – non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative». Impedendo di fatto ai consumatori, elemento tutt’altro che trascurabile, di sostenere le realtà produttive nazionali e con esse il lavoro e l’economia del vero “made in Italy”.
«In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza – le conclusioni di Alfonso Cavallo – con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti, ma anche le loro caratteristiche specifiche a partire dai sottoprodotti. Finalmente ci sono le condizioni per cambiare le norme comunitarie nel senso della trasparenza, sotto la spinta di Italia e Francia, alla quale è stata già concessa l’autorizzazione dalla Commissione europea per l’etichettatura di origine per i derivati del latte e della carne».
Venerdì, 08 Aprile 2016 19:10

REFERENDUM - L'Usb difende il mare e vota "sì"

Scritto da
L’Unione Sindacale di Base invita tutti i lavoratori e cittadini ad andare a votare e sostenere “le ragioni del Sì” al referendum per l’abrogazione della norma che stabilisce che le concessioni petrolifere durino fino all’esaurimento del giacimento. 
Nei nostri mari sono già ben 115 le piattaforme per le estrazioni petrolifere. “Con le norme contenute nel decreto Sblocca Italia si rende possibile che i permessi già accordati per le trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa, possano essere prorogati oltre la loro naturale scadenza, per tutta la durata della vita utile del giacimento con gravi ricadute sull’ambiente marino e non solo – afferma Francesco Rizzo, coordinatore USB provinciale -. Con tale previsione, infatti, vengono messe in discussione anche tutte le economie locali e nazionali legate alla pesca ed al turismo, vere ricchezze del nostro Paese. Occorre abbandonare le vecchie politiche basate sulle fonti fossili non rinnovabili (causa, tra l’altro di innumerevoli conflitti sparsi nel mondo) e rafforzare le scelte sulle rinnovabili ancora troppo parzialmente praticate. La lobby del petrolio ha trovato facile sponda nel governo Renzi che si è rifiutato di accorpare questa consultazione con le prossime elezioni amministrative, fissando lo svolgimento di questo referendum per il 17 Aprile, con uno spreco pari a circa 400 milioni di Euro, che si sarebbero potuti utilizzare per ben altri scopi sociali, uno su tutti, il rafforzamento dei servizi per l’infanzia nel nostro Paese, fortemente abbattuti dal patto di stabilità imposto ai comuni. E il caso Guidi parla da sè”.
Il mare è un bene comune e prezioso che va tutelato e presidiato come l’ambiente, l’acqua e tutti i servizi pubblici che sono patrimonio indisponibile alle speculazioni affaristiche ed ai capitali finanziari. “Per questo il sostegno a questo referendum si inserisce nella più generale campagna di difesa del welfare lanciata dal nostro sindacato – va avanti Rizzo -.  Invitiamo, pertanto, i lavoratori e le lavoratrici e tutti i cittadini, a sostenere e propagandare le ragioni del Sì e a partecipare in massa alle consultazioni del 17 Aprile”.

I presidenti dei Gruppi giovanili delle confederazioni Confindustria, Luigi De Francesco, Confcommercio, Salvatore Cafiero, e Confagricoltura Taranto, Nicolò Giovinazzi, hanno costituito un "tavolo interconfederale provinciale" quale strumento di confronto e programmazione di iniziative tese principalmente a diffondere la cultura di impresa. Nell’immediato, in qualità di stakeholders del territorio, parteciperanno agli incontri tematici organizzati per il piano strategico per il Turismo della Regione Puglia ed  andranno a monitorare di volta in volta le criticità e le opportunità del territorio, facendo fronte comune rispetto alle priorità che attengono l’area jonica nelle sue molteplici peculiarità (che investono, appunto, le competenze delle tre confederazioni).

Proprio in vista della discussione in corso sul piano strategico del turismo, che mira al coinvolgimento di tutti gli “attori” interessati (operatori del settore, enti locali, associazioni datoriali e sindacali, MIBACT, università e  GAL),  i presidenti dei gruppi Giovani di Confindustria, Confcommercio e Confagricoltura hanno avviato un primo confronto sulle situazioni infrastrutturali, della viabilità e dell'acquedotto, che, a Taranto come in provincia, si presentano deficitarie per diversi aspetti.

“La condizione attuale in cui versa la viabilità, che inevitabilmente penalizza ogni attività commerciale, industriale ed agricola, a causa del difficile accesso agli snodi autostradali, - si legge in una nota - è di grave nocumento per la logistica in generale e la vocazione turistica di tutta la provincia, ed offre un’immagine, sicuramente non positiva, a chi sceglie di venire a visitare i nostri borghi, i nostri musei e le nostre oasi naturalistiche. Prova ne sono le strade  interprovinciali chiuse al traffico o con viabilità regolate da semafori a causa di frane e smottamenti verificatisi peraltro in tempi tutt’altro che recenti. Si tratta di strade di primaria importanza che molto spesso costituiscono snodi vitali tra la viabilità ordinaria, primaria e secondaria. Esempio purtroppo tangibile – prosegue la nota - in questo momento è rappresentato dalla difficile situazione della SS 172, bloccata perché a rischio frana a causa dei liquami presenti nel sottosuolo e provenienti dall’impianto di depurazione dell'acquedotto che ha riversato indiscriminatamente – ai danni di  persone, colture, infrastrutture- una quantità di liquami tale da rendere assolutamente interdetta la viabilità per quel tratto. Un colpo durissimo all’economia di un territorio che ogni anno è meta di migliaia di turisti. Un duro colpo per le attività commerciali per non parlare dei danni all'agricoltura e della mancanza di collegamento per i mezzi pesanti dall'Adriatico allo Jonio”.

Non va meglio per la SP 13 nei pressi di Castellaneta, “i cui lavori interrotti – viene ribadito nella nota - sono stati ripresi ma senza alcuna certezza di ultimazione entro la data prevista, cioè giugno prossimo. L’Ente Provincia, impantanato in una situazione di dissesto finanziario ed organizzativo, interviene in maniera discontinua mettendo a repentaglio l’incolumità e la sicurezza di migliaia di cittadini, che giornalmente percorrono queste vie, e ancora una volta a risultare penalizzate, ancor di più se i lavori si dovessero protrarre oltre giugno, saranno proprio le attività turistiche del versante occidentale della provincia. Non va meglio su quello orientale, dove l'annosa  questione del depuratore di Manduria, che pur dovrebbe aver scongiurato lo scarico a mare, continua a non far intravedere una soluzione definitiva, mentre permane l’urgenza di mettere in sicurezza il tratto della SS7 all’altezza di Palagiano il cui livello di altissima pericolosità è purtroppo testimoniato, nel tempo, dall’alta incidenza di sinistri stradali.  Le problematiche legate alle infrastrutture, insomma, - concludono nella nota Luigi De Francesco, Salvatore Cafiero e Nicolò Giovinazzi - permangono in tutta la loro criticità. Come può un territorio crescere, svilupparsi ed innovarsi – anche in chiave turistica- senza che ci sia la reale possibilità per le merci e le persone di muoversi con fluidità e in sicurezza nei territori?”. 

Da questo assunto parte la riflessione dei giovani appartenenti ai tre settori, i quali, attraverso la costituzione del tavolo interconfederale, porteranno le loro istanze e le loro proposte per il piano strategico del turismo. 

Esperimento perfettamente riuscito. Già dalle prime ore di questa mattina nel parcheggio grandi eventi sono arrivate le automobili contenenti i parenti e gli amici dei giurandi della Marina Militare, che hanno usufruito delle navette che dalle 7 li hanno accompagnati presso le Scuole CEMM di San Vito. Presente il personale della società Nova Apulia, che ha illustrato i pacchetti appositamente preparati per le visite guidate al Museo Marta. Un’iniziativa che ha riscosso un ottimo successo, così come hanno confermato le due guide turistiche Domenico Fasano e Saverino Dell’Aglio che hanno raccontato che i turisti hanno seguito con attenzione ed entusiasmo l’iniziativa di promozione, vera novità di questa organizzazione.

Altra novità la vendita, sempre sulle navette, dei biglietti giornalieri dell’AMAT per visitare l’intera città, anche nei giorni a venire. Circa 1200 i visitatori che sono accorsi per il giuramento e che hanno prenotato la loro permanenza fino a domenica.

“Si può dire che i risultati di una bella collaborazione sono più che positivi – afferma Irene Lamanna, presidente dell’Associazione Taranto Turismo -. Insieme al presidente Poggi dell’AMAT abbiamo iniziato a lavorare in una prospettiva di crescita in termini di turismo e marketing territoriale, sostenuti anche dal nostro meraviglioso museo, diretto egregiamente dalla dottoressa Degl’Innocenti. Siamo sicuri che questo è solo un primo passo verso iniziative sempre più interessanti e collaborative. Ci auguriamo che si uniscano anche altre persone che hanno a cuore la nostra città”.

Intanto la zona è stata presidiata dalle forze dell’ordine che hanno provveduto alla sicurezza dei tanti visitatori.  “Vorremmo ringraziare il reparto mobile della Polizia Municipale del distretto di Talsano, comandato dal tenente Michele Lupo, che per evitare pericoli legati soprattutto agli abusivi, hanno iniziato il loro lavoro un’ora prima del previsto, alle 7 del mattino. Un lavoro eccellente di coordinazione e prevenzione – va avanti Lamanna -.  Un ringraziamento particolare all’ufficio ambiente nella persona del dott. Alessandro De Roma che pur avendo preso da poco preso in carico la gestione di riordino di alcune zone, è riuscito in pochissimo tempo, sovrintendendo il parcheggio grandi eventi, a ridare il lustro necessario, risolvendo anche dei piccoli problemi che si sono presentati questa mattina”.

Importantissima  e preziosa la presenza anche delle pattuglie della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza. “Anche questa è una collaborazione molto importante per la tranquillità e lo sviluppo del territorio – continua Lamanna -. Consentire ai visitatori di godere in serenità del posto e delle manifestazioni, rendono il loro soggiorno ancora più bello e speciale. Base importante per un passaparola di vacanza nella nostra terra”.

Alla fine dell’evento i giurandi liberi dall’emozione del momento e tranquilli di non dover correre a liberare i parcheggi, hanno anche potuto godere dei momenti ludici negli esercii commerciali del posto. “Tutto a riprova che se le cose funzionano bene, il territorio ne beneficia in toto”, conclude Lamanna.

“Siamo molto contenti di come sia andato questo nostro esperimento di collaborazione attiva per la promozione del territorio - afferma Walter Poggi, presidente AMAT Taranto -. Siamo convinti che camminando su questa strada potremo davvero fare cose importanti per la nostra città”.

 


"Chi ancora oggi pensa non ci sia mai stata effettivamente una secessione leghista nel nostro Paese, ora sarà costretto a ricredersi. La secessione purtroppo c'è stata, è economica, ha diviso il Paese in due, ed è impressa tra le righe del rapporto Istat". Commenta così il senatore Dario Stefàno (misto) i dati diffusi nel rapporto Istat.

"Abbiamo sempre avuto l'impressione e, in verità, denunciato anche pubblicamente che le politiche del centrodestra, fortemente influenzate dall'approccio secessionista della lega, stessero portando a una divisione netta tra nord e sud. Oggi lo leggiamo chiaramente: il pil pro capite al Nord è il doppio di quello al meridione".

"Sono stati rarissimi gli interventi concreti e strutturali che i vari governi centrali hanno attuato per risolvere un evidente squilibrio tra le due aree del Paese. Si è pensato di frenare, iniziativa costante nel tempo, questo scollamento attraverso timide iniziative di stampo emergenziale. Mancano piani organici per l'industria, manca una programmazione degli investimenti nei settori che registrano indici positivi, come turismo e agricoltura".

"Non dobbiamo abituarci all'idea di un Mezzogiorno destinatario e ostaggio esclusivamente di promesse e proclami, dobbiamo  - conclude Stefàno - chiedere più occasioni di confronto a partire da subito, riflettendo, per esempio, su che fine abbia fatto l'approfondimento del Masterplan per il sud".
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