Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto -
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 170

«Fruit Logistica 2018 è un’occasione ghiotta per l’ortofrutta pugliese». A Berlino, dal 7 al 9 febbraio prossimi, saranno infatti presenti diverse aziende pugliesi tra gli oltre 3mila espositori, provenienti da 84 Paesi, distribuiti sui 124mila metri quadri della più grande  fiera europea e mondiale del settore. Un appuntamento che ogni anno attira la curiosità e l’interesse di aziende, produttori, commercianti ed esperti, con almeno 76mila visitatori, in gran parte stranieri.

Missione importante per Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto e vicepresidente di Confagricoltura Puglia, che sarà a Berlino per sostenere le aziende agricole pugliesi e tarantine, molte delle quali aderenti ad  APEO, l’Associazione che riunisce i produttori ed esportatori ortofrutticoli.

«Fruit Logistica – commenta Lazzàro – è una vetrina fondamentale per le nostre aziende, perchè copre ogni singolo settore commerciale del fresco e offre una panoramica completa su tutte le ultime innovazioni, sui prodotti e servizi ad ogni livello della catena globale della fornitura e degli sbocchi sui mercati internazionali. Esserci è dunque la cosa giusta da fare, perché è qui a Berlino che si creano eccellenti opportunità di contatto tra i grandi protagonisti ad ogni livello dell'industria agroalimentare, ma anche per gli altri attori della catena del valore del fresco, costituita da piccole e medie imprese».

Una tappa particolarmente interessante per l'ortofrutta pugliese, che recentemente ha superato gli 845milioni di euro di Produzione Lorda Vendibile e la soglia dei 750 milioni di euro di prodotto esportato sui mercati stranieri, soprattutto europei. Primo fra tutti la Germania, che per l’ortofrutticolo “made in Puglia” vale circa 230 milioni di export, ma anche  Paesi del Centro e Nord Europa come Francia, Regno Unito, Svizzera, Benelux e Scandinavia e, verso Est, la Polonia.

«L’Italia – ricorda Lazzàro - è primo fornitore di frutta e verdura fresca in Germania con poco più di 380mila tonnellate e nel periodo gennaio-ottobre 2017 ha esportato prodotti alimentari per 3,1 miliardi e prodotti dell’agricoltura e silvicoltura per 1,5 miliardi, con una crescita rispettivamente dell’1,2% e 3,6%. In questo scenario favorevole la Puglia gioca un ruolo rilevante e con un trend positivo, che però va ulteriormente rinforzato. L’export è un fattore cruciale per le nostre aziende agricole, ma bisogna insistere sul versante dell’aggregazione dei produttori e di una efficace comunicazione sulla qualità e identità dei nostri prodotti. La competizione sui mercati – rimarca il presidente di Confagricoltura Taranto – necessita di una visione d’impresa globale».

Senza tralasciare, naturalmente, la forza del prodotto. La Puglia, secondo i dati ISMEA, è prima produttrice in Italia di uva da tavola (556mila tonnellate nel 2016, in vetta Taranto con 243mila), prima per aziende ortive in piena area (lattughe, fave, carciofi e pomodori da industria), seconda dietro la Sicilia per frutteti, terza per i legumi. Rilevanti le produzioni di clementine, con la provincia di Taranto (141mila tonnellate) al secondo posto dopo Cosenza, e i settori in cui la Puglia primeggia, uva da vino e soprattutto olio d’oliva, in cui la Germania si conferma il secondo mercato per l’export italiano (25mila tonnellate per un valore di quasi 130milioni di euro, nel periodo gennaio-ottobre 2017). «Cifre, qualità e potenzialità – conclude Lazzàro – che vanno affiancate da una politica complessiva che consolidi e qualifichi la nostra presenza sul mercato tedesco e, più in generale, nell’area Nord europea». 

Di Andrea Loiacono

 

Un Taranto apprezzabile nella manovra ma poco cinico si fa rimontare per due volte da un modesto San Severo e spreca l'opportunità di allungare la propria striscia di vittorie che si ferma a cinque. Non basta una doppietta di Ciro Favetta, sempre più bomber dei ragazzi allenati da mister Cazzarò.

 

Cazzarò che schiera lo stesso undici di domenica scorsa che ha battuto in casa il Cerignola con il classico 4-2-3-1. Taranto in campo con una divisa completamente nera e bordi fluorescenti. Al 5' minuto Favetta servito sulla corsia di sinistra conclude a rete ma il tiro è debole e viene bloccato da Patania.

All' 8' replica del San Severo con l'ex di turno Palumbo il quale effettua un tiro cross con con il pallone che attraversa tutta l'aria di rigore senza che nessuno intervenga. Al 13' il Taranto passa in vantaggio con Favetta abile a rubare palla a un difensore e depositare in rete da pochi passi. Da questo momento in poi il Taranto aumenta il ritmo e Marsili poco dopo sfiora il raddoppio con una conclusione forte ma imprecisa. Al 19' però il San Severo pareggia grazie ad un'azione di contropiede finalizzata da D'Angelo con la difesa rossoblù non esente da colpe per l'occasione. I rossoblù accusano il colpo si affidano ai propri uomini migliori D'Agostino e Favetta. Proprio D'Agostino serve in profondità Favetta che stoppa di petto e con un tiro incrociato e potente realizza la sua personale doppietta. Al 29' sono sempre loro due a scambiare sulla corsia di sinistra ma la conclusione di D'Agostino viene ribattuta con i piedi da Patania. Al 33' primo ammonito in casa rossoblù, si tratta di Miale per gioco falloso. Al 38' viene ammonito anche Iannicello, capitano del San Severo mentre al 41' tocca a Rosania finire sulla lista dei cattivi. Dopo 1' di recupero l'arbitro manda tutti negli spogliatoi.

 

Il secondo tempo comincia con due cambi nel San Severo. Al 7' Galdean scambia con D'Agostino che dall'interno dell'area di rigore tira e centra il palo. Al 9' c'è il secondo tiro dalla bandierina calciato da Ancora senza nessun effetto. All' 11' c'è un episodio dubbio in area dauna con D'Agostino che viene spinto vistosanìmente ma l'arbitro lascia correre. Sul ribaltamento di fronte D'Angelo viene contrastato da Bilotta. Secondo l'arbitro ci sono gli estremi per il calcio di rigore. Sul dischetto si porta Palumbi che riporta la contesa in parità. Al 18' Cazzarò prova a rendere il Taranto più offensivo togliendo Galdean per Diakitè. Al 33' Palumbo ci prova dalla distanza con Pellegrino che blocca con qualche difficoltà. Al 34' nel Taranto entra Portoghese per Li Gottti. L'arbitro concede 4' di recupero. Proprio al 3' di recupero Palumbo potrebbe regalare la vittoria ai suoi ma il suo tiro finisce alto. Finisce così il match senza ulteriori emozioni. Da segnalare a fine gara il silenzio stampa del Taranto anche a causa di presunti parapiglia avvenuti nel pre e post gara. Ad avere la peggio sarebbe stato il Direttore Sportivo Luigi Volume per il quale si sarebbe reso necessario l'intervento dei Sanitari del 118.

 

Le criticità della strada statale 100, teatro di continui sinistri purtroppo mortali, arrivano in Regione e, grazie al Comitato Strade Sicure, diventano oggetto di discussione di un tavolo tecnico monotematico. Forse, dopo anni di attesa e di battaglie, arriva una svolta nella risoluzione della questione. L’assessore regionale alla Mobilità Antonio Nunziante, infatti, ha dichiarato la massima disponibilità a programmare l’intervento proposto dal Comitato e cioè “l’allargamento a quattro corsie della statale 100 fino a San Basilio, laddove si dovrà comunque dare corso all’ipotesi di agganciarsi all’autostrada Bologna – Taranto, con conseguente arretramento della barriera autostradale”.

Per il tratto che attraversa l’agro di Gioia del Colle e Mottola, la statale 100 è tra le strade pugliesi a più alto indice di mortalità. Un dato allarmante confermato dall’Arem, l’Agenzia regionale per la mobilità nella Regione Puglia. Sono circa venti chilometri, per la maggior parte ricadenti in territorio mottolese. I tratti più critici, lo svincolo per San Basilio e la Galleria Mauro. Già due gli incidenti mortali verificatisi dall’inizio dell’anno, cinque le vittime.

“Se quella strada non sarà messa in totale sicurezza, si continuerà a morire sotto l’indifferenza e la complicità di chi, invece, sarebbe dovuto intervenire per tempo”. Questo l’appello lanciato da Vanni Caragnano, presidente del Comitato Strade Sicure prima durante un incontro in Prefettura, a Taranto, il 23 gennaio; poi, l’altro giorno in Regione, al tavolo tecnico, cui hanno preso parte oltre, all’assessore Nunziante, anche il responsabile coordinamento territoriale Anas Matteo Castiglioni e Carlo Pullano sempre per l’Anas, Donato Lucilla per il Comune di Gioia del Colle e Lamberto Perulli per Confindustria Puglia.

Ad aprire i lavori, l’intervento di Caragnano, che ha evidenziato come nel Ptr, Piano dei trasporti regionale 2009 – 2013 fossero già indicati interventi di ammodernamento fino a San Basilio, sia per il tratto gioiese che per quello mottolese: stessa pianificazione e soldi. Eppure, “sul tratto gioiese si è intervenuti – ha rimarcato Caragnano - portando i lavori a termine peraltro nei tempi previsti, mentre l’altro tratto, quello mottolese, continua ad essere ignorato e sottovalutato nella sua pericolosità”.

Da parte dell’Anas, in qualità di soggetto attuatore degli interventi sulla base di priorità indicate da Regione e Ministero dei Trasporti, prima una precisazione: “L’intervento di messa in sicurezza del tratto stradale in questione non è inserito nel contratto di programma sottoscritto con il Ministero”. Poi, l’impegno ad effettuare gli interventi di manutenzione consistenti nel rifacimento della pavimentazione nel tratto a singola carreggiata e nel potenziamento della segnaletica orizzontale e verticale.

Infine, l’urgenza, sottolineata a margine dell’incontro dal Comitato Strade Sicure, ad attuare anche l’intervento previsto dal Piano dei Trasporti 2015-2019 ovvero il completamento delle due rampe di innesto sulla strada statale 106 dir - A14. Tale intervento faciliterebbe la percorribilità verso la statale 106 per chi proviene da nord della A14 e agevolerebbe chi arriva dalla statale 106 per immettersi nella A14 in direzione nord, piuttosto che, come avviene ora, percorrere più chilometri e superare più innesti. In realtà, l’intervento sarebbe solo da ultimare dal momento che buona parte delle due rampe è stata già realizzata.

Fiumi di latte stanno arrivando in provincia di Taranto a prezzi bassissimi, fino a 0,23 - 0,24 euro, da Francia, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, mentre un litro di latte al consumo continua a costare da 1,30 fino ad 1,60 euro. La denuncia arriva da Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto.

E mentre i prezzi dei prodotti lattiero – caseari nei negozi di vicinato e sui banchi della distribuzione organizzata restano stabili, agli allevatori ionici stanno arrivando lettere in cui i caseifici comunicano di voler abbassare di 2 centesimi al litro il prezzo del latte alla stalla o, peggio ancora, di rinunciare al ritiro del latte anche per due settimane.

“Chiediamo che vengano intensificati i controlli – afferma Cavallo - che venga verificata la destinazione finale del latte straniero di dubbia qualità, anche per garantire la reale applicazione del decreto sull’indicazione obbligatoria dell’origine del latte in etichetta; una sicurezza, questa, sia per gli allevatori che devono poter competere alla pari, sia per la salute dei consumatori che devono poter scegliere in maniera consapevole quello che acquistano e mangiano”.

Gli allevatori devono vendere due litri di latte per poter bere un caffè al bar, quattro litri per comprare un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar e quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette. La vera e unica indicizzazione di cui il comparto zootecnico in provincia di Taranto ha bisogno, secondo Coldiretti Taranto, è il vincolo indissolubile tra il prezzo del latte alla stalla e il costo di latte e formaggi che i consumatori acquistano sul banco.

“Con la pratica troppo diffusa delle offerte e della vendita di prodotti a prezzi stracciati – precisa il direttore di Coldiretti Taranto Aldo Raffaele De Sario - anche una parte della grande distribuzione organizzata rende insostenibili i costi di una produzione di qualità realmente garante della sicurezza alimentare. Alla luce dell’entrata in vigore del decreto sull’etichettatura obbligatoria – continua De Sario – diventa fondamentale il sostegno ai sistemi produttivi e della trasformazione sia in termini promozionali che di programmazione di fondi pubblici, che devono concentrarsi su aziende e filiere in grado di esaltare realmente il valore del Made in Puglia”.

In Puglia, a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti semilavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero - caseari che vengono, poi, venduti come prodotti lattiero - caseari “Made in Puglia”.

“Dalle frontiere italiane ogni giorno passano – sottolinea la Coldiretti - 24 milioni di litri di ‘latte equivalente’ tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani all’insaputa dei consumatori”.

L'indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero - caseari dovrà essere indicata in etichetta con: "paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte"; "paese di condizionamento: nome della nazione nella quale il latte è stato condizionato"; "paese di trasformazione: nome della nazione nella quale il latte è stato trasformato".

Per yogurt e formaggi, il provvedimento prevede, per un periodo non superiore a 180 giorni, lo smaltimento delle scorte con il sistema di etichettatura precedente anche per tenere conto della stagionatura.

 

Di Andrea Loiacono

Giunge al termine di un partita divertente e a tratti dominata dal Taranto la tanto attesa vittoria contro una diretta concorrente per la promozione in Lega Pro. Gli uomini di Cazzarò hanno infatti avuto la meglio dell'Altamura, formazione barese giunta nel capoluogo ionico con sei lunghezze di vantaggio in classifica. Alla fine l'esperienza dei singoli e la voglia di portare a casa un risultato prezioso hanno fatto la differenza contro la squadra dell'ex calciatore del Gallipoli Ciro Ginestra. Ma andiamo per gradi. Mister Cazzarò riconferma modulo e uomini che si sono imposti la scorsa settimana ad Aversa affidandosi al duo di centrocampo composto da galdean e Marsili. Saranno proprio loro, inisieme all'under Lorefice i migliori in campo. Il Taranto parte subito forte con un diagonale di Lorefice che termina fuori al 5'. Al 7' l'Altamura risponde con un contropiede avviato da Santaniello la cui conclusione è preda di Pellegrino. Al 16' il Taranto sblocca la gara. Marsili riceve palla sulla fascia sinistra da Ancora e dopo un paio di finte sugli avversari fa partire un tiro forte a giro che si insacca sotto l'incrocio. Un vero gioiello per i quasi tremila dello Iacovone. Il Taranto non pago del vantaggio continua a macinare gioco con triangolazioni fra Marsili, D'Agostino e Ancora che si intendono a memoria e sfiorano il raddoppio. Al 34' Ancora effettua un tiro-cross, la ribattuta finisce sui piedi di Lorefice che non riesce a timbrare il tabellino. L'Altamura reagisce sul finire della prima frazione con D'Anna che conclude ma Pellegrino è bravo a respingere in corner. Dopo 1' di recupero termina la prima frazione. Da segnalare la nuova maglia a strisce verticali rossoblù indossata dai calciatori con e un nuovo logo realizzato per l'occasione.

Nel secondo tempo il copione tattico non cambia, il Taranto attacca e l'Altamura si difende. Infatti al 5' i rossoblù trovano il raddoppio. Li Gotti crossa dalla fascia sinistra e trova al centro Lorefince il quale con una grande scelta di tempo colpisce di testa alle spalle del portiere Morelli mentre sugli spalti si scatena la festa dei sostenitori ionici. Tra il 12' e il 24' il Taranto colleziona tre calci d'angolo esercitando supremazia territoriale. Nell'Altamura mister Ginestra prova a mischiare le carte inserendo un attaccante Palermo al posto di Notaristefano. Intorno alla mezzora finisce alche la prova di un generoso Ciro Favetta che viene rilevato da Diakitè. Intanto si susseguono i corner per gli ionici che alla fine saranno cinque. Al 44' il Taranto sfiora il tris con Galdean che riceve palla da Marsili e dai 25 metri scaglia un bolide sul quale Moreli è bravissimo ad opporsi. Vengono intanto assegnati 4' di recupero e proprio a 60 secondi dal termine viene concesso un calcio di rigore per fallo di Rosania in area di rigore. Sul dischetto si porta Aliperta che fissa il risultato finale sul 2-1 per il Taranto.

Alla fine dell'incontro in sala stampa è grande la soddisfazione di dirigenti e calciatori ionici per una vittoria che fa morale ma soprattutto accorcia ulteriormente la classifica non solo nei confronti dell'Altamura. A parlare tra i protagonisti è Max Marsili che commenta così l'azione del gol: “ Ho ricevuto un pallone lungo la fascia e dopo un dribling ho subito pensato di calciare in porta. Il tiro è stato forte e ha preso la traiettoria che speravo. Sono contento non solo per aver segnato ma soprattutto per la squadra. Quando sono stato contatato dal Taranto per tornare a indossare i colori rossoblù non ho perso tempo perché amo questa città e questi colori. In questo momento stiamo tutti bene e ragioniamo come un vero gruppo. Ci alleniamo tutti al massimo per farci trovare pronti. Per quanto riguarda la rincorsa alle prime posizioni non possiamo pensare alla vetta della classifica. Dobbiamo affrontare partita per partita. Siamo felici di aver riportato la gente allo stadio anche se devo dire che non ho mai notato un pubblico distante.”

Anche il DS luigi Volume è entusiasta per la terza vittoria consecutiva: “ Oggi i ragazzi sono stati straordinari, soprattutto per l'approccio che hanno avuto e per averci messo sempre l'anima. La prestazione è stata più che convincente in virtù del fatto che finalmente abbiamo sfatato il tabù degli scontri diretti. Oggi ci siamo sentiti sostenuti e protetti dai nostri tifosi e di questo li ringrazio. Rispetto a un mese e mezzo fa credo che sia cambiata la stabilità non solo economica che la nuova società ha portato. Il Presidente Giove è una persona competente con la quale mi confronto spesso. Per quanto ruguarda il calcio mercato siamo alla ricerca di un duemila che possa integrare la rosa, mentre quella per Troianiello resta una trattativa difficile anche se alcuni contatti ci sono stati.” La conclusione è rivolta all'obiettivo del campionato: “Noi vogliamo fare il massimo e il campionato è ancora lungo, basti guardare i risultati di oggi. Sono certo che se continueremo a essere uniti con questo pubblico ci toglieremo grandi soddisfazioni.”

 

Ilva, Ancora degrado. USB continua a denunciare lo stato di abbandono e di mancanza di sicurezza in cui versa lo stabilimento di Taranto. “Questa mattina abbiamo fotografato il tetto del capannone CCO1 che, nonostante le nostre ripetute segnalazioni in questi anni, si presenta sempre più logoro e a rischio crollo - spiega francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB -. Anche in questo caso, evidentemente, si attende che qualcuno si faccia male, prima di intervenire”. Solo di ieri l’ennesimo incidente grave e il crollo di alcuni morsetti che hanno sfiorato dei lavoratori. “Non possiamo più accettare tutto questo. Noi continueremo a denunciare e a chiedere che alla sicurezza dei lavoratori, Venga riconosciuto il giusto valore e la giusta attenzione”.

“La Giunta regionale rispetti le prerogative e le funzioni del Consiglio regionale e includa Taranto e l’area jonica nel percorso degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa e riconosca di interesse regionale il suo innegabile e consistente patrimonio di valore storico-artistico-religioso così come contenuto, del resto, nella mozione, approvata all’unanimità dall’Aula lo scorso 25 ottobre 2016, con la quale si chiedeva di far rientrare l’area jonica nel percorso delle vie Francigene".

È questo, in estrema sintesi, quanto il consigliere regionale Gianni Liviano chiede nella lettera, con la quale contesta l’avvenuta esclusione di Taranto dall’itinerario francigeno, indirizzata al presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, all’assessore regionale all’Industria turistica e culturale, Loredana Capone, e inviata anche al presidente della Giunta regionale, Michele Emiliano, al direttore del dipartimento Turismo-Economia della cultura e valorizzazione del territorio, Aldo Patruno, e al presidente dell’Associazione europea Vie Francigene, Massimo Tedeschi.

“Con l’approvazione della mozione - spiega Liviano - la Giunta regionale si impegnava a rivedere la scelta del percorso pugliese delle vie Francigene, compiuta con sua la deliberazione n. 1174 del luglio 2013, e ad includere anche il territorio di Taranto e della sua provincia. A tale impegno - aggiunge nella lettera il consigliere regionale tarantino - non è stato dato seguito tanto è vero che nel protocollo d’intesa tra Regione Puglia e Associazione europea delle Vie Francigene sull’Estensione alla via Francigena nel Sud della certificazione di Itinerario culturale del Consiglio d’Europa”, approvato con D.G.R. n. 190 del 14/02/2017, non vi è traccia di riferimenti al territorio jonico, nonostante, appunto, una diversa volontà espressa dal Consiglio Regionale all’atto dell’approvazione della mozione a mia firma. Tale dimenticanza, - sottolinea con forza Liviano - oltre a rappresentare un danno per il territorio di Taranto e la sua provincia, che risulta pertanto privato della possibilità di partecipare alle misure di valorizzazione, promozione e recupero destinate a tali itinerari, costituisce anche una negazione di verità storicamente accertate e ampiamente documentabili che attestano la centralità dell’area jonica negli itinerari religiosi percorsi in epoca medioevale”.
Infatti, fa presente Liviano, un lungo tratto della via Francigena coincide con la via Appia (Roma-Taranto-Brindisi), considerata l’asse principale di tutte le comunicazioni dell’Impero Romano, che conservò il suo ruolo di arteria di comunicazione durante tutto il Medioevo.
Taranto era inoltre crocevia di un fitto reticolo viario che comprendeva ben cinque arterie principali (la via Appia da Roma, la via Appia per Brindisi, la mulattiera per Bari, la via per il Salento e quella per il Bruzio) nonché numerose strade secondarie utilizzate dai pellegrini per recarsi a Roma, Santiago di Compostela, presso la Grotta dell’Arcangelo Michele sul Gargano e presso una serie di santuari minori.
“L’utilizzo da parte dei pellegrini diretti in terra Santa dell’ultimo tratto della via Appia, da Taranto a Brindisi, - scrive il consigliere regionale - è testimoniato da numerose fonti storiche, tra cui l’“Itinerarium Bernardi monachi Franci”, documento storico di grande importanza che attesta le tappe di viaggio di un monaco bretone dell’Abbazia di Mont Saint-Michel che compì un pellegrinaggio in Terrasanta tra l’867 e l’870, imbarcandosi proprio da Taranto, e l’Itinerarium Burdigalense del 333 d.C, che costituisce il più antico racconto conosciuto di un itinerario cristiano, scritto da un anonimo pellegrino durante il viaggio da Burdigala, l’attuale Bordeaux, fino a Gerusalemme. Lo stesso San Cataldo, patrono di Taranto, era un monaco irlandese di ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa, che sbarcò a Taranto “sub habitu peregrini”.
Oltre a queste vie di collegamento che interessavano direttamente il capoluogo, è storicamente accertato che i pellegrini utilizzassero anche strade alternative, ritenute più brevi e sicure: anche questa circostanza è testimoniata dalla presenza di una serie di santuari minori ancora considerati luoghi di culto e di devozione dalle popolazioni locali. Si tratta di luoghi che conservano ancora tracce visibili del passaggio di flussi di pellegrini, come iscrizioni e croci templari incise in diverse chiese rupestri a Massafra, Laterza, Palagianello e Statte (in particolare la Chiesa di Santa Lucia di Palagianello e l’ipogeo di San Posidonio a Massafra).
Nel territorio tarantino è attestata anche la presenza di flussi di pellegrini diretti a Santiago di Compostela, come dimostrato da conchiglie giacomee rinvenute in alcune tombe a Laterza, e dalla presenza di una chiesa rupestre dedicata proprio a San Giacomo con affreschi raffiguranti pellegrini dotati delle caratteristiche insegne: bastone e conchiglia”.
Un’ulteriore tangibile e preziosa testimonianza “è rappresentata dal monastero di Santa Maria della Giustizia, situato a 3 km da Taranto, sulla SS.106 per Reggio Calabria, voluto nell’anno 1119 da Costanza di Francia e Boemondo II ed utilizzato per realizzarvi una domus ad uso dei pellegrini. In tale complesso - scrive ancora Liviano - fu ospitato l’Hospitium peregrinorum, citato nella Bolla del 1188 del Papa Clemente III, con lo scopo di accogliere i pellegrini diretti in Terrasanta (come dimostrano le numerose iscrizioni e testimonianze presenti all’interno) nonché fungere da ospedale per i  pellegrini malati. Il porto di Taranto, infatti, fu individuato, in una bolla di Pasquale II del 15 febbraio 1113, come uno dei sei porti della Regione Puglia utilizzabili dai crociati per l’imbarco in Terra Santa (gli altri erano Siponto, Barletta, Bari, Brindisi, Otranto).
Ed è proprio alla luce di tali considerazioni, che costituiscono una sintesi dei contenuti già espressi nella mozione che, ribadisco, è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale in data 25 ottobre 2016 ed alla quale si rimanda per i riferimenti bibliografici, che chiedo - conclude il consigliere Liviano, di intervenire affinché le prerogative e le funzioni del Consiglio regionale vengano rispettate dalla Giunta, includendo, perciò,  Taranto e l’area jonica nel percorso degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa riconoscendole interesse regionale nonché il suo innegabile e consistente patrimonio di valore storico, artistico e religioso”.  

Un Taranto grintoso, cinico e a tratti travolgente supera per 0-2 fuori casa l'Aversa Normanna su un campo ai limiti della praticabilità e, sfruttando alcuni risultati favorevoli provenienti dagli altri campi, si porta a 11 lunghezze dalla vetta. Si tratta comunque di un distacco importante ma, con un girone di ritorno da giocare, nulla è ancora perduto.

 

Mister Cazzarò schiera il modulo ipotizzabile alla vigilia, il 4-3-1-2, con D'Agostino a galleggiare nel ruolo di trequartista alle spalle del tandem d'attacco composto da Ancora e Favetta. L'Aversa Normanna con soli dieci punti in classifica pensa soprattutto a non prenderle. Il divario tecnico in campo si vede subito. Il Taranto già all'8' va vicino al gol con una conclusione al volo di Ancora che termina alta. L'Aversa risponde con una conclusione ravvicinata deviata sul palo da Pellegrino. Da questo momento in poi le azioni di cronaca sono tutte di marca ionica. Al 17' il Taranto passa in vantaggio. Ancora è bravo a servire un passaggio per l'accorrente Favetta che, da posizione ravvicinata, insacca di precisione alle spalle del portiere granata. Dopo 5' arriva il bis al termine di un'azione corale ben gestita da D'Agostino. Per l'attaccante ex Sarnese è la doppietta personale. L'Aversa prova a organizzare una reazione ma è ancora Ciro Favetta che va vicino al tris. Il suo tiro viene respinto con i piedi dall'estremo difensore dell'Aversa. Il primo tempo si conclude con il punteggio di 2-0 per gli ionici.

 

La ripresa comincia con gli stessi ritmi, con il Taranto a tenere sotto controllo la gara. Da segnalare l'ottima prova di tutto il centrocampo rossoblù. Nella prima mezz'ora della ripresa il Taranto colleziona tre palle gol con Ancora che va vicinissimo alla marcatura personale. Lo stesso D'Agostino centra in pieno la traversa dai 25 metri. L'unico pericolo per Pellegrino giunge da un calcio piazzato al limite dell'area che l'estremo difensore è bravo a neutralizzare. Nei 15 minuti finali nel Taranto c'è posto per Diakitè, Capua e Grieco. Il risultato non cambia fino alla fine e i rossoblù portano a casa il secondo successo esterno consecutivo dopo quello di Torre del Greco.

 

Al termine della gara il compito di analizzare il match spetta all'ex Fondi Gaetano D'agostino: “Abbiamo disputato una grande partita. Questi incontri non sono mai facili, nonostante si giochi contro formazioni che sono attardate in classifica. Siamo stati bravi a sbloccare subito l'incontro e a non accontentarci andando alla ricerca del raddoppio. Questo modulo mi piace, non ho difficoltà a svariare su tutta la mediana, in posizioni offensive posso ricoprire qualsiasi ruolo. Ho avuto due occasioni per fare gol ma nella prima ho preso la traversa, mentre sul colpo di testa il portiere ha parato con il volto. Adesso dobbiamo pensare partita dopo partita. Per quanto riguarda la prossima sfida con l'Altamura, non vedo l'ora di giocarla sperando in un'altra grande prestazione.” A proposito del gruppo che si è creato il fantasista sottolinea: “Per me è scontato dire che è una squadra molto forte. Non so cosa sia successo prima del mio arrivo ma posso dire che ora il gruppo è unito. Adesso sta a noi invogliare ulteriormente il pubblico di Taranto con le nostre prestazioni e riportarlo in massa allo stadio.”

 

Match-winner dell'incontro è stato l'ex Sarnese Ciro Favetta, che si concede ai microfoni di tv e stampa: “Per noi questa di oggi è una vittoria importantissima ottenuta contro l'Aversa Normanna, che lotta per non retrocedere e non poteva perdere punti ulteriormente. Questa è la seconda vittoria consecutiva in trasferta; aspetto che ci dà morale e fiducia in vista dello scontro diretto contro l'Altamura che dobbiamo assolutamente vincere. A tal proposito, volevo dedicare i miei gol ai tifosi che ci hanno seguito ad Aversa e invitarli a riempire lo Iacovone domenica prossima. In questo momento non c'è alcun dualismo tra me è Diakitè; è normale che in una squadra che punti a far bene ci debbano essere due attaccanti di spessore. Siamo concentrati sull'obiettivo che speriamo di raggiungere tutti insieme.”

 

di Andrea Loiacono

In occasione delle festività natalizie del Natale 2017 l'Associazione Italiana Amici del Presepio Sede di Taranto, ricorrendo il 39° anniversario dalla sua fondazione, ha organizzato la tradizionale mostra di presepi presso l'Istituto Maria Immacolata situato in via Mignogna. La novità di quest'anno è la realizzazione di un presepe delle dimensioni di due metri per due dedicato a una delle più grandi personalità del '700 tarantino, il musicista Giovanni Paisiello. Noi della redazione del Giornale di Taranto abbiamo avvicinato il Presidente dell'Associazione Michele Parabita per porgergli alcune domande.

Come e quando è nata l'idea di dedicare quest'opera a Paisiello?

L'intuizione è nata da un nostro associato il quale su facebook aveva letto un articolo sul degrado della casa di Paisiello. Subito fui colpito, anche perché spesso avevo avuto modo di rendermi conto di questo degrado. Questi fatti risalgono ad Aprile scorso. Ci siamo subito messi in contatto e abbiamo iniziato a sviluppare qualche idea. Poi, ci siamo resi conto che per riprodurre la casa di Paisiello e una parte della città vecchia occorrevano informazioni più dettagliate. Così ci siamo rivolti al prof. Antonio Fornaro il quale ci ha fornito delle dritte. In realtà, i documenti presenti all'archivio di Stato inerenti gli otto anni trascorsi a Taranto dal Paisiello erano molto scarsi e questo ci ha reso ancor più difficile il compito. Quindi il prof. Fornaro ci ha suggerito di riprodurre la Taranto Paisielliana del '700.

Qual è il messaggio che avete voluto veicolare con questo presepe?

Inizialmente l’idea di riprodurre la Taranto del ‘700 ci è subito piaciuta. In un secondo momento però ci siamo resi conto di voler fare un presepe “denuncia”; quindi l’opera ha subito delle variazioni. La casa di Paisiello l’abbiamo spostata in avanti sulla sinistra e abbiamo diviso il plastico in due parti: quello settecentesco sul retro e quello attuale in proscenio. Abbiamo riprodotto la casa così com’è, senza modifiche. Abbiamo anche voluto aggiungere delle metafore, come l’apertura del varco nella casa di Paisiello che rappresenta la speranza portata dalla natività, con l’auspicio che si possa aprire in futuro un museo dedicato a Giovanni Paisiello. Sono stati inseriti altri elementi, quali l’Università e il mare, che dovrebbe rappresentare la risorsa primaria della nostra città con accanto un pescatore. Anche per quanto riguarda il varco nella casa del Paisiello abbiamo scelto dei pescatori che rappresentano il ceto sociale più umile, il popolo, da cui deve partire la spinta per invertire la tendenza delle sorti di Taranto. Come metafore, vi è anche la presenza di Via Cava con i suoi due percorsi, uno che va in alto e l’altro che va in basso a rappresentare l’incertezza. Al centro di via Duomo abbiamo collocato un bambino a impersonare la speranza. Egli infatti indica una persona anziana seduta sulla sua sinistra e lo esorta a rivolgere lo sguardo verso destra per assistere all’evento che sta per succedere con la nascita di Gesù, che rappresenta l’inizio di una nuova vita per la città di Taranto.

Quanti soci-artisti hanno partecipato alla realizzazione di questo presepe?

Alla lavorazione hanno preso parte circa otto persone; però abbiamo avuto il supporto di tutti, a partire dai familiari dei soci fino a giungere agli amici i quali inconsapevolmente ci hanno incoraggiato ad andare avanti. Il progetto era ambizioso ed è stata necessaria la cura massima di ogni dettaglio per non vanificare gli sforzi fatti. Abbiamo anche invitato dei rappresentanti di due categorie di pescatori i quali, venuti a conoscenza di questo progetto, hanno voluto contribuire organizzando una pettolata per fare da contorno all’inaugurazione della trentesima mostra di arte presepiale.

Quali sono state e saranno le iniziative che si svolgeranno sino al termine della mostra il 6 gennaio?

Giorno 26 c’è stata la presentazione del calendario, che è arrivato alla tredicesima edizione. Si tratta di un calendario da collezione in cui abbiamo inserito tutte le immagini del presepe sociale, con notizie anche su Paisiello perché lui era famoso ed elogiato in tutta Europa, richiesto da tutti, ma qui a Taranto pochi lo conoscono. Il giorno dell’Epifania a conclusione della mostra abbiamo invitato proprio l’Istituto Paisiello e ci sarà un concerto lirico-teatrale dal titolo “FIGARO O FIGARO - Qual è il tuo barbiere preferito?”, proprio perché Paisiello è stato il primo a scrivere il “Barbiere di Siviglia”, poi rimaneggiato da Rossini. Quello di quest’ultimo ebbe più successo perché più comico e popolare e fece dunque più presa sulla gente.

 

In Puglia versati ben 444,5 milioni di euro per Imu e Tasi sugli immobili delle imprese. Negli ultimi anni, a partire dal 2011, le entrate fiscali e tributarie sono aumentante, trainate principalmente dall’Imposta municipale unica (Imu) e dalla tassa sui servizi indivisibili (Tasi).

 

In Puglia, le unità immobiliari censite nella banca dati del Catasto edilizio urbano (Agenzia delle entrate, 2017) si distribuiscono in «Negozi e botteghe» (categoria C/1) per il 30,7 per cento, seguito da «Opifici» (D/1) per il 20,5 per cento; «Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un'attività commerciale» (D/8) per il 13,9 per cento; «Uffici e studi privati» (A/10) per l'11,4 per cento; «Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un'attività industriale» (D/7) per l'11,1 per cento; «Alberghi e pensioni» (D/2) per il 6,3 per cento; «Laboratori per arti e mestieri» (C/3) per il 6 per cento.

In provincia di Bari, per le tasse sugli immobili delle imprese si versano 199,4 milioni di euro; in quella di Brindisi 40,9 milioni; in quella di Foggia 74,5 milioni; in quella di Lecce 75,2 milioni; in quella di Taranto 54,5 milioni. Per un totale di 444 milioni e mezzo.

 

«Le elaborazioni effettuate dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – confermano che la pressione fiscale continua ad essere su livelli insostenibili.

Nel gioco delle tre tasse (Imu, Tasi e Tari) a rimetterci sono, ancora una volta, gli imprenditori. E, come spesso accade, il cambiamento di nome ai tributi si traduce in un aumento di tassazione. Prova ne sia che, tra Imu e Tasi, la tassazione immobiliare, che a livello nazionale nel 2011 pesava solo il 2 per cento delle entrate fiscali, ha determinato oltre il 35 per cento del prelievo nel quinquennio fino al 2016, per un incremento pari al 119,2 per cento.

Potremmo anche capirlo – spiega il presidente – se si trattasse davvero di rendite immobiliari e di speculazioni. Invece, quello che rende questi numeri intollerabili è il fatto che ad essere tassati siano anche gli immobili produttivi che, per gli imprenditori, rappresentano strumenti di lavoro. Lo abbiamo detto tante volte e continuiamo a ripeterlo con forza: non è giusto che questi immobili siano considerati alla stregua di seconde case. I nostri laboratori sono la nostra prima casa.

Ad Imu e Tasi si aggiunge poi la Tari: la tassa sui rifiuti è tra le più odiose per i pugliesi, con tariffe che si sono letteralmente impennate negli ultimi anni. La carenza di impianti in grado di garantire la chiusura del ciclo sta mettendo a durissima prova la pazienza di imprese e cittadini, spesso costretti ad una raccolta differenziata affatto in grado – almeno per ora – di generare benefici anche di carattere economico».

Conclude Sgherza: «proprio per questo, nel corso del dibattito sulla manovra di bilancio del 2018, Confartigianato ha richiesto di innalzare la deducibilità dell’Imu corrisposta sugli immobili strumentali all’esercizio dell’attività economica - oggi limitata al 20 per cento - per giungere in un triennio alla totale deducibilità dal reddito d’impresa. La mancata applicazione del dispositivo proposto mantiene un prelievo fiscale assolutamente iniquo sulle imprese, generando l’effetto perverso ed inaccettabile di ‘ulteriori tasse sulle tasse’».

Pagina 14 di 130