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Giornale di Taranto - Giornalista1

di Antonio Notarnicola

Si è spento pochi giorni fa, a causa di una malattia incurabile che non gli ha dato scampo, a 42 anni, l’imprenditore palagianese, Giuseppe Laterza, figura nota in ambito nazionale della gelateria artigianale.

Il turista o il semplice visitatore giunto da queste parti, sarà sicuramente capitato di far capolino al suo bar-gelateria, intitolato al padre “Mincuccio”, essendo ubicato nelle adiacenze della centralissima piazza, Vittorio Veneto, nelle immediate vicinanze vi è l’ex sede municipale.

La specialità della casa era senza dubbio il gelato preparato artigianalmente per chi era in cerca del gusto e della ricercatezza dei particolari d’altri tempi.

Ma la gelateria Mincuccio, non era solo gelato. Quest’anno, per esempio, i panettoni natalizi di casa Laterza, anch’essi confezionati artigianalmente, sono sbarcati in America, nel centralissimo distretto di Manhattan.

Gli americani, notoriamente spendaccioni ma anche indiscussi ricercatori del buongusto, hanno fatto man bassa dei panettoni made in Palagiano, senza possibilità di far ritorno a nessun esemplare, si parla di centinaia di pezzi

Nel 2017 la rivista di settore, Dissapore faceva notare l’eccellenza dei prodotti realizzati dal giovane imprenditore palagianese, Giuseppe Laterza come una delle piacevoli sorprese che appaiono sul panorama nazionale. Altro riconoscimento l’ottenne dalla Compagnia dei gelatieri che riunisce i migliori gelatai d'Italia, che lo definì "Un grande e talentuoso professionista”.

Il suo motto: “La vita è come un gelato, bisogna gustarlo prima che si sciolga”, sembra quasi un’appendice del suo stesso destino.

La sua ultima apparizione al cospetto del grande pubblico risale al 29 novembre scorso, allorché le telecamere della RAI Nazionale giunsero da queste parti per documentare le nostre prelibatezze agrumicole che il mondo intero ci riconosce, come le Clementine di Palagiano, di cui si annovera il riconoscimento Europeo dell’IGP- Clementine del Golfo di Taranto. In tale circostanza lo sfortunato imprenditore palagianese, con il suo carretto storico di gelataio ambulante, appartenuto a suo padre, presentò all’Italia come fare il gelato al mandarino.

Dopo la morte del padre, fondatore della gelateria in piazza centrale, Giuseppe, si è dedicato totalmente alla gestione e alla crescita dell’attività commerciale, dando un volto completamente rinnovato all’esercizio, all’altezza dei tempi ormai notevolmente cambiati dalla sua fondazione.

A tumulazione avvenuta l’imprenditore palagianese, lascia la moglie Marilù e i suoi due amati figlioletti, Domenico e Alba, cui vanno le condoglianze del “Giornale di Taranto”.

“È stato riavviato ieri sera l’altoforno 2 dello stabilimento siderurgico tarantino, che era stato oggetto di una fermata nel marzo dello scorso anno per consentire l’esecuzione delle attività di adeguamento alle prescrizioni richieste dal Tribunale di Taranto”. Lo annuncia oggi pomeriggio in una nota ArcelorMittal Italia.  “Stamattina - afferma l’azienda - la prima colata. Lo stabilimento di Taranto è tornato così in produzione con un assetto a 3 altiforni (Afo 1, Afo 2 e Afo 4) e le due acciaierie in marcia”. Alla nota ufficiale di ArcelorMittal Italia va comunque aggiunto che nelle prossime settimane l’azienda fermerà comunque l’altoforno 4 per sottoporlo a manutenzione straordinaria tra marzo ed aprile come comunicato anche ai sindacati. Sull’altoforno 2, che era stato fermato 10 mesi fa circa, sono state ultimate e collaudate tutte le prescrizioni imposte dall’autorità giudiziaria dopo un incidente mortale di giugno 2015 al fine di aumentare la sicurezza del campo di colata. Le prescrizioni riguardano l’installazione di tre macchine: campionamento automatico della ghisa, massa a tappare e massa a forare. Due delle tre nuove macchine, erano già state ultimate alla fine del 2020, l’ultima, invece, è stata finita e collaudata pochi giorni fa. 

 

Rispetto alla data comunicata inizialmente da ArcelorMittal, cioè fine gennaio 2021, l’altoforno 2 è stato riavviato con qualche giorno di ritardo perché è stato necessario effettuare ulteriori test tecnici prima del definitivo via libera. L’intervento relativo alle nuove prescrizioni è stato totalmente fatto da Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria degli impianti, con un investimento complessivo di circa 10 milioni. Nei mesi scorsi, a causa del Covid, Ilva in as aveva ottenuto dalla Magistratura di Taranto una dilazione rispetto alle scadenze temporali previste per l’ultimazione degli interventi sull’altoforno 2. In base alla nuova tabella di marcia, i lavori sull’altoforno 2, come ultima opera da installare, si sarebbero dovuti concludere a marzo 2021 ma Ilva in as gli ha ultimati in anticipo, cioè a gennaio. Va inoltre detto che l’altoforno 2 è stato tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 di uno scontro tra il giudice che aveva allora il caso (Francesco Maccagnano) e Ilva in as. Il magistrato per due volte negò la facoltà d’uso dell’altoforno 2 a Ilva in as e questa dovette ricorrere al Tribunale del Riesame che accolse il ricorso della società proprietaria dell’impianto. I tre altiforni e le due acciaierie (l’acciaieria 1, quest’ultima rimessa in marcia nei giorni scorsi anch’essa dopo uno stop di circa 10 mesi, dovrebbero consentire quest’anno ad ArcelorMittal Italia di affrontare la risalita produttiva passando dai circa 3,3 milioni di tonnellate di acciaio dell’anno scorso, il livello più basso della storia della fabbrica, a 5 milioni di tonnellate. Questi 5 milioni sono il primo step del nuovo piano industriale ArcelorMittal Italia-Invitalia (nuova società per la quale giorni fa è giunto il via libera dell’Unione Europea) che a regime, cioè nel 2025, vedrà la fabbrica produrre 8 milioni di tonnellate, con un parco impianti che contempla sia l’altoforno 5 (inattivo dal 2015 e da rifare),sia il nuovo forno elettrico. Quest’ultimo assicurerà 2,5 milioni di tonnellate sul totale di produzione a regime. 

 I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil di Taranto hanno lanciato l’allarme questa mattina, in una conferenza stampa, per la situazione sanitaria in relazione al Covid e ai tanti posti di lavoro a rischio, circa 850 unità tra mense, ex Isola Verde ed ex Miroglio. Mentre resta ancora incerta l’evoluzione della vicenda ArcelorMittal, ex Ilva. Considerato “l’immobilismo delle istituzioni locali”, i sindacati chiedono “l’immediato insediamento di una task-force”. “Negli ultimi tre anni - ha affermato Giancarlo Turi, segretario Uil - abbiamo registrato per gli ex di Isola Verde un risultato importante all’interno del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto e grazie al commissario alla bonifica dell’epoca. Il progetto nel quale sono stati occupati - ha detto Turi - è stato strutturato in due tranche, da 15 e 9 mesi ciascuna. Ma il 24 febbraio prossimo, 131 lavoratori saranno licenziati. La crisi, al momento, non ha sbocchi. Le soluzioni, per noi, esistono, così come gli strumenti”. Per gli ex Miroglio, il gruppo tessile piemontese che ha lasciato il Tarantino molti anni fa, Turi ha evidenziato come il progetto Agromed nell’agroalimentare “serviva a recuperare parte dei 28 lavoratori ex Miroglio espulsi dal ciclo lavorativo nel 2008. Adesso - ha aggiunto - lo stabilimento  di Castellaneta, che Miroglio ha usato e dove dovrebbe insediarsi Agromed, è congelato per vicende giudiziarie. Il soggetto che si è proposto, cioè la società Agromed, deve agire con immediatezza”.

 

Gianfranco Solazzo, segretario Cisl, ha detto per le questioni occupazionali “urgono soluzioni che non sono procrastinabili. Se non dovessero arrivare a giorni - ha rilevato il segretario Cisl - centinaia di lavoratori sarebbero senza reddito, da ex Miroglio a ex Isola Verde”. “Abbiamo poi 700 addetti nelle mense - ha proseguito Solazzo -. Se a fine marzo, non sarà prorogato il divieto di licenziare, questi lavoratori rischiano l’espulsione o di tornare part time con un reddito falcidiato rispetto a quello già esiguo che percepiscono”. “Per gli ex Isola Verde, ci sono altre possibilità di impiego” secondo la Cisl. E anche per la Uil “bisogna tornare a trovare le soluzioni al tavolo del Contratto istituzionale di sviluppo. Gli ex Isola Verde sono dipendenti di una società del Comune di Taranto che ci deve anche chiarire - ha detto Turi - se c’è possibilità di inserirli nei cantieri che si stanno aprendo attraverso la clausola sociale”. Sulla sanità, Solazzo della Cisl ha sostenuto che “Taranto era realtà virtuosa nella prima fase, mentre oggi contende il primo posto per numero di contagi. Nei reparti - ha proseguito - si creano cluster di contagio e non c’è chiarezza per l’approvvigiinamento dei dispositivi di protezione individuale per i lavoratori di mense, servizi e manutenzioni”. Sempre la sanità, ha rilevato Paolo Peluso, segretario Cgil, “a Taranto siamo in una vera emergenza. Serve aprire una discussione seria su come ripensare un assetto organizzativo nei prossimi mesi, visto che molti contagi si sono accesi proprio nelle strutture ospedaliere e che il sistema di tracciamento non è mai partito, così come non abbiamo potuto verificare se il servizio dei trasporti pubblici sia stato effettivamente adeguato, visto che solo una quota minoritaria di studenti ha deciso di frequentare le lezioni in presenza”. “Non possiamo accettare che le liste di attesa siano prorogate o che la gente non si rivolga agli ospedali per paura di morire di Covid o di uscirne ancora più ammalati”, ha concluso Peluso. 

Gli uomini di Laterza disputano un ottima prestazione con diverse occasioni e buona gestione. In pieno recupero una traversa nega agli ionici il successo.” Mister Laterza: “Partita affrontata col piglio giusto, Per le occasioni create avremmo meritato qualcosa in più ma è stata una partita ben giocata da entrambe.” Mister Monticciolo:” Il Taranto è la squadra che mi ha impressionato di più ma devo fare un plauso ai miei ragazzi per la gioia che ci mettono sempre in campo.”

 

 

 

di Andrea Loiacono

 

 

 

Dopo quaranta giorni di inattività e per l'esattezza dal vittorioso match di Nardà per 0-1 del 23 dicembre scorso e dopo lo scompiglio causato dal virus all'interno del Taranto calcio, i ragazzi di mister Laterza sono scesi in campo ad Altamura per affrontare la formazione di mister Monticciolo, ex calciatore del Taranto della stagione 2006-2007 e degli ex calciatori Croce e Lanzolla. Mister Laterza sceglie di affidarsi ai calciatori maggiormente in condizione, con Sposito in porta; difesa composta da destra a sinistra da Boccia, Guastamacchia, Gonzalez e Ferrara; Marsili, Matute e Marsili in cabina di regia con Falcone, Tissone e Mastromonaco dietro all'unica punta Diaz. C'è dunque l'esordio dei due argentini Tissone e Diaz. Monticciolo si affida all'esperienza del fantasista e capitano Guadalupi che si posiziona dietro la coppia di attacco Croce-Spano. Arbitro dell'incontro il Sig. Fabrizio Arcidiacono di Acireale.

 

 

 

Taranto in maglia tradizionale rossoblù, Altamura in completo bianco. La gara è da subito gradevole con il Taranto che prova fare la gara. Al 2' Mastromonaco scende bene sulla corsia destra e crossa per l'accorrente Diaz che di testa manda alto. C' è una prima fase di studio del match che culmina al 15' con Tissone che serve con una grande apertura Mastromonaco il quale è puntuale nel crossare, Diaz si gira bene e calcia al volo ma viene murato bene da un difensore biancorosso..L'Altamura prova a rispondere e lo fa con Spano con una conclusione sull'esterno della rete. Al 25' giunge una buona occasione per i padroni di casa con Casiello che da buona posizione spedisce fuori. Al 29' il Taranto torna ad affacciarsi dalle parti del portiere Donini il quale devia bene in angolo una conclusione angolata di Falcone. Al 38' ancora Donini questa volta supera su Duaz che imbeccato da Ferrara colpisce con la fronte ma Donini gli nega la rete.

 

 

 

Il primo tempo termina con il Taranto che gestisce il possesso palla e le energie dopo un minuto di recupero. La ripresa inizialmente non fa registrare cambi. Al 54' c'è un cross di Falcone per per Diaz che impatta sempre di testa ma Donini è in giornata di grazia e respinge il suo tiro. L'Altamura riparte in contropiede e Sposito questa volta si supera su Spano. Al 58' sugli sviluppi di calcio d'angolo Croce di testa impegna Sposito. Al 60' entra nel Taranto Calemme ed esce Falcone. Al 61' cross di Mastromonaco che incredibilmente si vede sbattere la palla addosso la quale termina alta sopra la traversa. Al 67' Matute prende il fallo di Guadalupi che prende il giallo. A cavallo del 70' nel Taranto entrano Acquadro e Diaby per Matute e Tissone. Nell'Altamura entra Tedesco per Spano. Intanto viene ammonito anche mister Monticciolo dopo il suo collega Laterza. Gli ultimi minuti scorrono nella girandola di cambi. Il Taranto, nei minuti finali e dopo un secondo tempo trascorso a ritmi più bassi trova le energie per riversarsi in avanti e collezionare un corner e un calcio piazzato. Proprio al 91' Marsili batte una punizione al centro per Caldore che tocca la sfera; l'ex Lanzolla nel tentativo di spazzare colpisce la traversa. Il Taranto ancora una volta deve fare i conti con la sfortuna nei minuti finali.

 

 

 

Al termine dell'incontro queste le dichiarazioni dei protagonisti partendo da quelle di mister Laterza: “Non posso che essere contento di quello che ho visto. Affrontiamo sempre le partite con il piglio giusto, i ragazzi hanno fatto una super partita, probabilmente dovevo fare i cambi prima. Per quanto riguarda il risultato dispiace perché abbiamo creato diverse occasioni, compresa la traversa, è stata comunque una bella partita giocata bene da entrambe le squadre. Oggi non era facile, non c'è stato turnover, volevamo solamente evitare infortuni. Sono contento per il ritmo sostenuto nei 95', non me lo aspettavo.” Soddisfatto della prestazione dei tuoi anche mister Monticciolo: “I miei ragazzi giocano sempre con gioia, questo per me è molto importante. Il Taranto è la squadra migliore che ho visto sinora contro di noi, le qualità della loro rosa non si discutono, penso a gente come Matute, Tissone, Marsili. Noi siamo orgogliosi di aver raccolto questo punto. Ritengo che anche l'Altamura al pari del Taranto avrebbe potuto vincere, con occasioni create. Taranto mi è rimasta nel cuore, è una città calorosa e il Taranto in particolare ha una storia calcistica importante; ricordo partite disputate davanti a ventimila persone era qualcosa di straordinario.”

 

 Anche i farmacisti potranno eseguire test antigenici rapidi. A stabilirlo la giunta regionale pugliese che ha approvato l’accordo con Federfarma, Assofarm e ordini provinciali dei farmacisti. Potranno sottoporsi a tampone persone che non appartengono a categorie a rischio, per esposizione lavorativa o per frequenza di comunità chiuse, e non siano “contatto di caso sospetto, con oneri a totale carico del richiedente”. Se il saggio antigenico dovesse risultare negativo, non sarà necessario effettuare ulteriori approfondimenti; se dovesse risultare positivo si deve procedere alla conferma con test antigenico rapido di terza generazione o con test in biologia molecolare e, pertanto, tali casi dovranno essere presi in carico dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta. Il costo non potrà superare i 20 euro. L'adesione delle farmacie, pubbliche e private convenzionate, è prevista su base volontaria, previa registrazione sul sistema informativo regionale Edotto. Questo consentirà alle Asl di effettuare eventuali verifiche. 

Questa mattina a Taranto, davanti alla Corte d’Assise presieduta da Stefania D’Errico, inizia la requisitoria dei quattro pubblici ministeri per il processo “Ambiente Svenduto”. Quest’ultimo è nato dall’inchiesta che il 26 luglio 2012 ha portato al sequestro senza facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva - allora gestita dal gruppo industriale privato Riva - per gravi reati di inquinamento. L’area a caldo è la parte di fabbrica più impattante in quanto è costituita da parchi minerali, agglomerato, gestione rottami ferrosi, cokerie, altiforni e acciaierie. Per motivi di spazio ma soprattutto per assicurare il rispetto delle regole anti Covid, il processo, da oggi, si terrà nell’aula magna dell’ex scuola sottufficiali della Marina Militare a San Vito, borgata di Taranto.

 

 Aprirà la requisitoria il pm Mariano Buccoliero. Interverranno a seguire, anche nelle udienze successive, i pm Remo Epifani, Raffaele Graziano e Giovanna Cannalire. Quattro pm che fanno parte del pool di indagine che si è dedicato al siderurgico. Sono 47 gli imputati, 44 persone fisiche e 3 giuridiche, cioè società. Un centinaio gli avvocati, molte le parti civili nel processo. Sott’accusa sono, tra gli altri, i fratelli Nicola e Fabio Riva, figli del presidente del gruppo, Emilio, scomparso anni fa. I due Riva rispondono in qualità di amministratori della società. Sia Nicola che Fabio sono stati anche arrestati. Coinvolto poi l’ex presidente Ilva, Bruno Ferrante, che è stato anche prefetto di Milano, nonché l’uomo che per i pm i Riva usavano per le relazioni istituzionali e col mondo della politica, Girolamo Archinà, dipendente Ilva, ma anche ex direttori, dirigenti e attuali dirigenti della fabbrica, nonché l’ex governatore di Puglia, Nichi Vendola, l’ex sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, l’ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, l’ex direttore generale Arpa Puglia, Giorgio Assennato, l’ex docente universitario del Politecnico, Lorenzo Liberti, che era stato incaricato dalla Procura per una consulenza ambientale proprio su Ilva.

 

A processo anche i cosiddetti 'fiduciari' di Riva, un gruppo di tecnici che anni fa avevano funzioni dirigenziali, a cui la proprietà aveva di fatto affidato un “governo parallelo” dell’azienda accanto a quello individuato nell’organigramma ufficiale. I reati variano da persona a persona, in base alle responsabilità accertate. Quelli contestati sono disastro ambientale (viene a proposito contestata l’associazione a delinquere), avvelenamento di sostanze alimentari, omissioni nelle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro (nel processo sono rientrati anche due incidenti mortali nel siderurgico, nelle aree movimento ferroviario e porto), nonché corruzione, falso e abuso d’ufficio. Le società coinvolte, per la legge sulla responsabilità amministrativa, sono invece Ilva, Riva Fire (allora holding del gruppo) e Riva Forni Elettrici. Associazioni e movimenti ambientalisti - che in questi anni sono stati molto attivi sulla vicenda Ilva chiedendo la definitiva chiusura delle fonti inquinanti ma anche della stessa fabbrica - hanno annunciato la loro presenza all’udienza di oggi. 

 Oggi in Puglia sono stati registrati 9.690 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e 871 casi positivi: 342 in provincia di Bari, 53 in provincia di Brindisi, 62 nella provincia BAT, 45 in provincia di Foggia, 111 in provincia di Lecce, 251 in provincia di Taranto, 5 residenti fuori regione, 2 casi di provincia di residenza non nota. Sono stati inoltre registrati 29 decessi: 14 in provincia di Bari, 4 in provincia BAT, uno in provincia di Brindisi, 3 in provincia di Foggia, 7 in provincia di Taranto. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.304.490 test,  66.502 sono i pazienti guariti e  52.157 sono i casi attualmente positivi.

 Oggi in Puglia sono stati registrati 9.690 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e 871 casi positivi: 342 in provincia di Bari, 53 in provincia di Brindisi, 62 nella provincia BAT, 45 in provincia di Foggia, 111 in provincia di Lecce, 251 in provincia di Taranto, 5 residenti fuori regione, 2 casi di provincia di residenza non nota. Sono stati inoltre registrati 29 decessi: 14 in provincia di Bari, 4 in provincia BAT, uno in provincia di Brindisi, 3 in provincia di Foggia, 7 in provincia di Taranto. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.304.490 test,  66.502 sono i pazienti guariti e  52.157 sono i casi attualmente positivi.

 Oggi in Puglia sono stati registrati 9.690 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e 871 casi positivi: 342 in provincia di Bari, 53 in provincia di Brindisi, 62 nella provincia BAT, 45 in provincia di Foggia, 111 in provincia di Lecce, 251 in provincia di Taranto, 5 residenti fuori regione, 2 casi di provincia di residenza non nota. Sono stati inoltre registrati 29 decessi: 14 in provincia di Bari, 4 in provincia BAT, uno in provincia di Brindisi, 3 in provincia di Foggia, 7 in provincia di Taranto. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.304.490 test,  66.502 sono i pazienti guariti e  52.157 sono i casi attualmente positivi.

 "Sono contento che la Puglia rimanga arancione. L'arancione, secondo me, è il posizionamento più giusto. Io ho sempre sostenuto che dovrebbe essere la posizione più giusta di tutta l'Italia, permanente. Ovviamente ha un costo rilevante per alcune categorie che vanno ristorate, ma è l'unico modo per tenere a bada la curva". Lo ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla classiicazione della Puglia in fatto di misure anti-Covid, questa mattina, ad Andria, a margine di un incontro in videoconferenza con i rappresentanti degli istituti scolastici superiori. "Le Regioni - ha aggiunto - non hanno più poteri per abbassare le curve di contagio, noi ci limitiamo a portare i feriti in ospedale, perché il Governo ha il totale governo di tutte le manovre che servono ad abbassare la curva. Quindi io mi auguro di non andare in gialla. Lo dico chiaramente, perché è in arrivo la variante inglese che ha il 70% di velocità e pericolosità in più". 

 

Emiliano ha poi focalizzato l’attenzione sulle terapie intensive "che non si sono mai svuotate perché noi abbiamo molto migliorato la cura delle situazioni ordinarie, però il numero delle persone che vanno in terapia intensiva  e purtroppo anche muoiono è una funzione matematica del numero di contagiati. Ecco perché sulla scuola io sono contento che i pugliesi evitino la didattica in presenza. La didattica in presenza è pericolosa non solo per la scuola in sé per sé che potrebbe anche essere sicura, ma in teoria c'è un milione di persone che avanti e dietro due volte al giorno. Ed è una cosa folle: cioè noi teniamo chiusi bar e ristoranti e poi dovremmo far muovere un milione di persone  che vanno avanti e dietro. Ci possiamo riuscire, ma in un autobus anche carico al 50%  - ha concluso - si sta vicinissimi in un ambiente ristretto”. 

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