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Giornale di Taranto - Giornalista1

Firmata, nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto, la clausola sociale. È il meccanismo che prevede la possibilità per le stazioni appaltanti delle opere del Cis, finanziate con fondi pubblici, di far assumere dalle imprese appaltatrici una quota di manodopera disoccupata del bacino dell’area di crisi di Taranto. Lo annuncia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco. “Ringrazio le stazioni appaltanti - dice - che hanno sottoscritto l’atto d’impegno per l’applicazione della clausola sociale premiale a sostegno delle imprese locali e dei lavoratori svantaggiati dell’area di crisi di Taranto". 

 

 "Una proposta - spiega Turco - che avevamo condiviso con le parti sindacali e datoriali per sostenere l’economia del territorio, in considerazione degli ingenti investimenti che il Governo ha destinato al processo di riconversione di Taranto”. Per lui, “ora, però, è necessario istituire a Taranto un Osservatorio per monitorare la sua corretta applicazione, affinché nelle future gare di appalto, nel perimetro del Contratto Istituzionale di Sviluppo, vengano realmente rispettati una serie di criteri introdotti a salvaguardia dell’ambiente, come il principio premiale della filiera corta e delle forniture a Km zero, nonché a sostegno dell’aspetto sociale, come l’assunzione di lavoratori svantaggiati e utilizzo di giovani professionisti e start-up innovative locali”. “La clausola sociale - rammenta Turco - è contemplata dagli articoli 6 e 9 del decreto legge n1/2015, ma non è mai stata applicata in maniera sistematica. Di fatto avrebbe dovuto vincolare le stazioni appaltanti del Cis a introdurre modalità di coinvolgimento delle imprese e dei lavoratori locali in un'area particolarmente interessata da una crisi economica e lavorativa senza precedenti. Ora, con la firma dell’atto d’impegno e l’istituzione di un Osservatorio, intendiamo attivare un percorso virtuoso di sostenibilità circolare-territoriale, con inevitabili ripercussioni positive sulle imprese e sull'occupazione locale”. 

Didattica digitale integrata per tutti gli studenti pugliesi che ne facciano richiesta e impossibilità di imporre la didattica in presenza: la nuova ordinanza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, proroga fino al 20 febbraio le disposizioni già in atto. Per le scuole dell'infanzia, primarie e Cpia è prevista la possibilità di frequentare in aula o di fare lezione da casa, scegliendo quale didattica si preferisce per una sola volta. Le scuole superiori, invece, devono organizzarsi in modo da svolgere l'attività in presenza al massimo con il 50% della popolazione scolastica ma comunque non possono imporla ai propri studenti. 

Sviluppare una coscienza civile di sensibilizzazione e di educazione all’antimafia sociale, con la partecipazione attiva dei giovani. E’ questo l’obiettivo principale del progetto “Cantieri dinamismo sociale”, finanziato dalla Regione Puglia con l’avviso 2/2017 “Cantieri innovativi di antimafia sociale: educazione alla cittadinanza attiva e miglioramento del tessuto urbano”.

Il progetto vede il Comune di Palagiano come capofila di una rete in forma di Associazione temporanea di scopo (Ats), cui hanno aderito il locale circolo Legambiente, l’associazione socio-culturale “Luce&Sale”, l’associazione “Z.N.S. Project” e l’istituto d’istruzione secondaria superiore “M. Bellisario – Sforza”.

Sarà presentato domani, venerdì 5 febbraio, ore 17, presso la sala “Dinamismi”, in Corso Lenne, (piano superiore della biblioteca), con la partecipazione del sindaco Domiziano Lasigna, dell’assessore Angela Liverano con delega ai Servizi Sociali e del coordinatore del progetto Donato Gigante.

L’intento è quello di coinvolgere 30 giovani del posto, di età compresa tra i 13 – 18 anni, in un percorso di rigenerazione sociale nel contesto urbano. Si vuole contribuire alla promozione della pratica dell’antimafia sociale attraverso l’adozione di comportamenti ispirati al rispetto della civile convivenza e, quindi, della legalità. I giovani coinvolti, quindi, diventeranno parte attiva del processo di costruzione e consolidamento di una cittadinanza attiva, che rifiuta e combatte la mafia e il degrado sociale che ne deriva.

Di qui, l’importanza del progetto, che prevede laboratori per 1.000 ore, da realizzarsi presso il bene confiscato alla mafia e destinato al Comune di Palagiano, situato in via Cavalieri di Vittorio Veneto 45, ma anche presso i locali messi a disposizione dalla scuola partner.

Nello Spazio Hub Idee del bene confiscato il gruppo di ragazzi seguiranno attività di orientamento e formazione su tematiche quali Itc, mercato del lavoro, normativa di riferimento, comunicazione, economia del turismo, economia circolare, social media marketing, urbanistica e tutela ambientale. Il percorso di formazione si svolgerà parallelamente all’attività di creazione di idee per progetti di antimafia sociale da tradursi in attività di co-progettazione e co-realizzazione con una metodologia improntata alla partecipazione attiva.

Saranno realizzati, quindi, una scuola di cittadinanza attiva, laboratori teatrali e architettonici; verranno utilizzati nuovi media e produzioni innovative; si punterà al miglioramento dell’ambiente urbano attraverso la realizzazione di orti condivisi e compostiere di comunità. Spazio anche allo scambio di buone pratiche con presentazione di libri, dibattiti, seminari, workshop per diffondere i risultati delle azioni progettuali sul territorio. E, ancora, i ragazzi seguiranno un percorso di accompagnamento all’auto-imprenditoria (supporto start up e crowfunding).

Il progetto si concluderà a fine dicembre e, a supporto degli obiettivi che intende raggiungere, ha aderito al festival nazionale “Legal Itria”, il primo in Puglia sulla legalità, patrocinato dal Senato della Repubblica e dalla Regione Puglia. Vede l’adesione di diversi comuni e il patrocinio gratuito dei Comuni di Padova e Bologna.

 È caduto  in una fossa di circa due metri di profondità il dipendente ArcelorMittal Italia che questa mattina si è infortunato, senza però  gravi conseguenze, nello stabilimento siderurgico di Taranto. Lo dichiara ad AGI Francesco Brigati di Fiom Cgil dopo essere stato sul posto. “Si tratta - afferma Brigati - di un addetto all’ufficio tecnico dell’area ghisa, un tecnico quindi, che stava effettuando dei controlli all’altoforno 2 dopo che l’impianto, qualche giorno fa, è stato rimesso in produzione”. “Durante i recenti lavori impiantistici e di sicurezza effettuati dall’amministrazione straordinaria di Ilva - spiega Brigati ad AGI -, si è anche messo mano alla parte sottostante del piano di colata dell’altoforno. Il tecnico stamattina stava ispezionando la situazione, quando ha messo i piedi su due lamiere che, forse perché posizionate male, non hanno retto il carico facendo sprofondare il lavoratore”. “Il tecnico - aggiunge Brigati ad AGI - è finito nel canalone sottostante dove scorre l’acqua usata per il raffreddamento esterno dell’altoforno. Secondo quanto abbiamo appurato, il tecnico non ha riportato gravi ferite ma solo alcune escoriazioni”. “Abbiamo anche visto - conclude Brigati - che la zona interessata dall’incidente era fredda. Adesso si tratta di capire perché le lamiere hanno avuto questo cedimento. Se erano malposizionate oppure forse arrugginite. Al momento, le lamiere sono ancora coperte di acqua e non è stato possibile estrarle per vedere in quali condizioni sono”. 

Oggi in Puglia, sono stati registrati 10.148 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e 975 casi positivi: 502 in provincia di Bari, 92 in provincia di Brindisi, 73 nella provincia BAT, 60 in provincia di Foggia, 86 in provincia di Lecce, 163 in provincia di Taranto, un caso di residenza non nota. Due casi di residenti fuori regione sono stati riclassificati e attribuiti. Sono stati, inoltre, registrati 31 decessi: 10 in provincia di Bari, 7 in provincia di Foggia, 8 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Taranto. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.346.440 test,  71.423 sono i pazienti guariti e 51.430 sono i casi attualmente positivi. 

La vittoria sancita da due gol di pregevole fattura e inanellano il settimo risultato utile consecutivo. Rossoblù che salgono a ventidue punti in classifica e sono al settimo risultato utile consecutivo con quattro match da recuperare. Mister Laterza: “ Era importante sbloccare subito la gara ma soprattutto vincere. Partita dopo partita aumenta la nostra consapevolezza; dobbiamo pensare gara dopo gara e non guardare la classifica. “Marsili: “Siamo come una famiglia e i risultati lo dimostrano.” Falcone: “Siamo un gruppo forte che ha voglia di vincere, dedico il gol a Guaita.”

 

 

 

di Andrea Loiacono

 

 

 

Il Taranto, dopo il lavori di messa in sicurezza del settore tribuna che ha costretto la truppa rossoblù ad emigrare in altre strutture della provincia e dopo lo stop legato al Covid, torna a giocare tra le mura amiche e lo fa imponendosi per 2-0 nel turno infrasettimanale valevole per il quindicesimo turno di serie D girone H. Mister Laterza conferma il 4-2-3-1 di base optando per alcune rotazione anche in virtù degli impegni ravvicinati che attendono il Taranto in questo mese di Febbraio. Rispetto alla gara di Altamura rientra in panchina vanno inzialmente Gonzalez e Matute mentre Mastromonaco affaticato si accomoda in tribuna. Il pacchetto arretrato è immutato, ci sono novità invece a centrocampo dove ad affiancare capitan Marsili c'è il ritorno dall'inizio di Diaby. Sulla trequarti Falcone, Tissone e il rientrante Leandro Guaita, unica punta Diaz. Mister ranko Lazic storico allenatore dei rossoblù lucani risponde con il 3-5-2. Tra gli ex nelle file lucane vi è è Marian Galdean, assente invece Aleksic squalificato..

 

 

 

Giornata soleggiata con terreno di gioco in buone condizioni, arbitro è il Sig. Pozzetto di Bergamo. Taranto in completo tradizionale rossoblù, Francavila in maglia bianca con richiami rossi.

 

La gara ha inizio con il Taranto che imprime subito il suo ritmo come spesso accade in questo torneo, al 7' c'è una prima occasione per il Taranto, con Aniello Boccia che scende sulla destra e crossa, il colpo di testa dell'accorente Falcone e debole e preda del portiere. Subito dopo ci prova l'argentino numero dieci Tissone con una conclusione ravvicinata respinta provvidenzialmente dalla difesa di mister Lazic. Si tratta del preludio al gol che arriva al 10''. Su una punizione respinta dalla difesa arriva di gran carriera Falcone che a volo mette la sfera sotto la traversa . Primo gol per l'esterno di Mesagne con la squadra che si unisce in un abbraccio emblematico. Al 14' Il Francavilla prova a reagire e si porta in avanti, Cappiello guadagna una punizione dai trenta metri. La conclusione di Galdean è centrale e facile preda di Sposito. Al 17' Diaby prova a concludere ma il suo tiro termina altissimo. Il Francavilla insiste ma la sua reazione produce solo due corner senza esito. Al 21' c'è una bella triangolazione del Taranto che crossa, Diaz fa sponda per Diaby che calcia alto sulla porta difesa da Cefariello. Al 27' c'è un episodio dubbio in area lucana, Tissone con un gran passaggio filtrante serve Diaz il quale viene atterrato ma il direttore di gara lascia correre. Al 34' Falcone, migliore in campo per gli ionici guadagna una punizione nei pressi della bandierina sul versante mancino. Sulla sfera si porta capitan Marsili che con una tiro forte e a giro batte da posizione impensabile il portiere. É il 2-0 per il Taranto che ipoteca la gara. Al 35' Diaby perde palla a centrocampo ma poi compie un prodigioso recupero in scivolata proprio mente un attaccante lucano sta per battere a rete. Al 40' sempre Falcone impegna Cefariello con un una conclusione insidiosa deviata in angolo. Finisce così il primo tempo dopo 1' di recupero.

 

 

 

La ripresa comincia senza cambi da ambo le parti, Al 50' ancora Falcone dalla sinistra ci prova con un tiro a giro, confermandosi fra i migliori, pericolo costante per la difesa di Lazic. Al 52' c'è un bel contropiede personale di Diaz che arriva però stanco al tiro e Cefariello blocca. Al 53' primo cambio nel Taranto con il numero diciotto Acquadro che rileva il dieci Fernando Tissone apparso in crescita atletica rispetto alla gara di Altamura. Al 56' esce il migliore in campo Falcone al suo posto entra Calemme. Al 58' proprio i nuovi entrati scambiano sulla destra con Acquadro che calcia alto. Al 59' termina anche la gara generosa di Diaz, al suo posto Abayian. Nei sinnici esce Fanelli per De Marco. Al 68' nel Taranto escono Guaita per Matute e Diaby per Marino. Il Taranto si schiera con il 4-3-3 con a centrocampo Marino, Matute e Marsili e nel terzetto davanti agiscono Acquadro, Abayian e Calemme. Al 75' c'è una delle poche azioni pericolosi della partita costruita da Abayian che serve Matute, il camerunense si coordina bene eil tiro e potente e sfiora il palo. Il Francavilla dal canto suo conquista il suo sesto calcio d'angolo, tuttavia l'asse centrale difensivo Rizzo-Guastamacchia regge bene. Si giunge senza ulteriori sussulti al termine della gara. Dopo 6' di recupero arriva il triplice fischio con i giocatori del Taranto che si recano festanti e simbolicamente sotto la curva Nord vuota. Ora il Taranto è atteso domenica prossima dalla sfida esterna contro il Cerignola.

 

 

 

Queste le dichiarazioni dei protagonisti a fine gara a partire da mister Laterza: “ Sapevamo che non era una partita facile. L'aspetto fondamentale era approcciare bene cercando di sbloccare la gara e ci siamo riusciti trovando anche il raddoppio. Anche oggi si è trattato di una partita complicata nella quale dovevamo cercare di gestire le forze in virtù del lungo periodo di stop dal quale veniamo e del fitto calendario. Purtroppo non abbiamo la possibilità di allenarci più di tanto e dobbiamo sfruttare le partite per ritrovare la condizione dando il massimo. Comunque faccio i complimenti a tutti i ragazzi, anche a chi è subentrato per l'atteggiamento. In questo momento la classifica non è completa e veritiera, per cui è pure inutile guardarla. L'unica cosa che ci deve interessare è il nostro risultato. Il campionato è difficile, ci sono squadre come l'Andria che sono partite in sordina e ora stanno venendo fuori. In questo momento non userei la parola turnover, ho a disposizione un gruppo di titolari; a Cerignola andrà in campo chi starà meglio atleticamente.”

 

 

 

Primo gol in campionato e con la maglia del Taranto per Falcone che commenta così il match: “ Appena ho visto il pallone scendere in quel modo non ci ho pensato due volte ed ho calciato, è andata bene; sono contento per la mia prestazione ma era fondamentale la vittoria del Taranto. La sensazione che ho è quella di un gruppo forte e compatto, stiamo approcciando le partite come facevamo prima del Covid, dobbiamo stare ancora più uniti e portare la vittoria a casa. Per quanto riguarda i gol realizzati, non bisogna pensare che gli unici responsabili siano gli attaccanti, tutta la squadra li deve aiutare, dobbiamo metterli nelle condizioni per farlo. Personalmente sono soddisfatto quando faccio entrambe le fasi offensiva e difensiva, sono un esterno ma ho giocato anche accanto alla punta. A Pistoia sono stato bene ma avevo voglia di un progetto vincente a prescindere dalla categoria e ho accettato subito Taranto. Il gol di oggi lo dedico a Leandro Guaita.”

“Una città venduta ai Riva” con “atti di intesa che erano solo fumo negli occhi”. Cosi nella sua requisitoria, il pubblico ministero Mariano Buccoliero a proposito della situazione di Taranto, a causa dell’Ilva, e degli impegni assunti anni fa dai proprietari (i Riva) con le istituzioni locali. Buccoliero ha letto diversi atti di intesa sottoscritti dai Riva con Regione Puglia, Comune e Provincia di Taranto e ha citato una sfilza di “si impegnava” a proposito delle dichiarazioni fatte dall’Ilva con quegli atti. “Ma diverse cose - ha detto il pm - erano un obbligo di legge, quindi Ilva si impegnava a rispettare la legge”. Altro termine che ricorre in continuità in quei documenti, ha riepilogato Buccoliero, è “si dava atto”. Gli atti di intesa, ha dichiarato il pm, sono “una presa in giro colossale, nell’ultimo del 2007 si dicono le stesse cose del primo del 1997”. 

 

Per il pm, si è in presenza di “interventi ridicoli” nonostante area parchi e area cokerie fossero stati sequestrati, “due provvedimenti dell’autorità giudiziaria completamente inascoltati”. In sostanza, per Buccoliero, con gli atti di intesa si puntava ad ottenere dall’Ilva dei Riva “interventi che sono già  imposti dalla legge”. E l’azienda, dal canto suo, si limita a presentare progetti. Per il Comune di Statte, vicino Taranto, Ilva, ha detto il pm, “aveva presentato il progetto di barrieramentro vegetale, piantare 4 alberi, e in questo modo si dava per realizzato l’impegno”. Si è assistito per anni, secondo la pubblica accusa, a “presentazione di progetti, assolvimento di obblighi di legge, ma nulla per limitare le emissioni perché - ha detto Buccoliero citando le tesi difensive di Ilva e degli imputati - si aspettavano le migliori tecniche, come se, visto che non ci sono, possiamo continuare a buttare veleno sulla popolazione”. E allora, per il pm, “se gli atti di intesa sono questi, sono carta straccia, tutti gli interventi sull’area a caldo”, quella sequestrata dal gip a luglio 2012, “non ci sono, se non uno generico rinvio ad un futuro piano industriale”. Secondo il pm, i Riva, “solo  quando hanno capito, tra il 2008 e il 2010, che era in corso una indagine importante nei loro confronti, hanno messo in campo una serie di ordini, che poi non hanno prodotto granché, ed abbiamo accertato che gran parte degli ordini sono partiti nel 2009”. Secondo uno dei quattro pubblici ministeri, “il vero processo, il punto di domanda, non è se gli impianti erano adeguati o meno alle Bat, ma se l’inquinanamento ha creato gravissimi danni alla popolazione e ai lavoratori. Se la risposta sarà positiva - ha detto il pm rivolgendosi alla Corte d’Assise -, tutto quello che dirà la difesa sarà irrilevante”. Per il pm, non è questione di assenza di Bat, le migliori tecniche gestionali e operative, perché le Bat richiamate nel 2012, in realtà “erano pronte e complete da prima”. Buccoliero ha detto che l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) del 2011 è stata rilasciata a Ilva, dalla commissione incaricata, “senza nulla rilevare. Nemmeno ci si è posti il problema di un contraddittorio o di parlare con Arpa ed Asl Taranto. Eppure - ha proseguito Buccoliero - sulla gente arrivavano tonnellate di polveri”. “La commissione - si è chiesto il pm - come mai non si è resa conto di tutto quello di cui poi si sono resi conto tutti coloro che hanno fatto controlli pubblici?” E ancora, secondo il pm, “come è possibile che l’Aia del 2012 ha stravolto l’area a caldo che per l’Aia precedente era un paradiso?” La risposta di Buccoliero è stata: ci sono rapporti della commissione con l’Ilva, l’allora presidente Ticali è uno dei 44 imputati a processo, e ispezioni “pilotate”, tant’è che  “le intercettazioni svelano la cecità della commissione”. “Cosi - dice Buccoliero - l’Aia del 2011 ha aiutato l’impianto a sopravvivere, altrimenti sarebbe morto”. “Non avremo sorprese, la commissione ha accettato il 90 per cento delle nostre osservazioni”: ecco, per il pm, cosa dice l’avvocato Perli a Fabio Riva, entrambi imputati nel processo di Taranto. 

Tre diversi incontri, con autrici stattesi e tarantine, legati dal tema dell’inquinamento ambientale, della valorizzazione del territorio e del concetto “del bello” da custodire e potenziare.

S’intitola “Leggere … arma d’istruzione di massa” il ciclo di eventi culturali, a cura del Teatro delle Forche, della Cooperativa Sociale “Il Sole” e dell’associazione culturale “Spazio Teatro” di Statte, al via venerdì 5 febbraio, nell’ambito del progetto “PERIFERIE INFINITE. Dalle periferie locali alle periferie mondiali” (Avviso pubblico "Periferie al centro",  intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all'Industria Turistica e Culturale e Assessorato al  Bilancio e programmazione unitaria, Politiche Giovanili, Sport per tutti coordinato dal Teatro Pubblico Pugliese).

Un percorso di scritture, per lo più al femminile, che gode anche del patrocinio del Comune di Statte e che accompagnerà il pubblico alla scoperta dei contenuti e al dibattito costruttivo e partecipato, dal quale potranno scaturire riflessioni, idee e progetti.

Il calendario degli appuntamenti:

- venerdì 5 febbraio, incontro dedicato alla poesia di Silvana Pasanisi con la presentazione dei libri “Il rimedio”, “Babel” e “La preparazione all’aria”;

- venerdì 12 febbraio, presentazione del libro "Corso Due Mari: Taranto tra amore e guerra” di Carla Dedola;

- venerdì 19 febbraio, presentazione del libro "Sogni e altiforni: Piombino – Trani senza ritorno” di Gordiano Lupi e Cristina de Vita.

Gli incontri culturali, che erano stati inizialmente previsti nella Biblioteca Comunale di Statte, nel rispetto delle limitazioni previste dalla normativa nazionale e regionale per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, si terranno online, sulla piattaforma Zoom, con inizio alle ore 19.00.

La partecipazione è gratuita ma per un numero limitato di persone. La prenotazione è obbligatoria, inviando una mail all’indirizzo  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Le presentazioni saranno arricchite da letture drammatizzate affidate alla voce di Leonida Spadaro, lettore volontario della Biblioteca civica di Statte.

Il progetto “PERIFERIE INFINITE. Dalle periferie locali alle periferie mondiali”, a cura del Teatro delle Forche - società cooperativa capofila della rete costituita con l’associazione culturale “Il Serraglio” di Massafra, il Circolo Arci “SvegliArci” di Palagiano e la Cooperativa Sociale “Il Sole” di Statte - vincitrice dell’Avviso pubblico "Periferie al centro",  intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all'Industria Turistica e Culturale e Assessorato al  Bilancio e programmazione unitaria, Politiche Giovanili, Sport per tutti coordinato dal Teatro Pubblico Pugliese - prendendo il nome da un verso del poeta Vittorio Bodini, parte da una periferia nel sud dell’Italia per guardare alle periferie del mondo e integrare le persone sia native che immigrate nel cuore dello sviluppo culturale, sociale ed economico delle comunità, e coinvolge i territori di Massafra, Palagiano e Statte.

 Oggi in Puglia sono stati registrati 10.793 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e  1.044 casi positivi: 352 in provincia di Bari, 104 in provincia di Brindisi, 80 nella provincia BAT, 123 in provincia di Foggia, 83 in provincia di Lecce, 297 in provincia di Taranto, un residente fuori regione, 4 casi di provincia di residenza non nota Sono stati, inoltre,  registrati 46 decessi: 12 in provincia di Bari, 14 in provincia BAT, 2 in provincia di Brindisi, 4 in provincia di Foggia, 8 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Taranto. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.336.292 test, 70.194 sono i pazienti guariti e 51.715 sono i casi attualmente positivi. 

Alle ore 11 del 28 gennaio scorso un’immagine inquietante con un grande punto interrogativo è apparsa contemporaneamente sulle pagine social di novanta live club italiani, sette in Puglia tra cui il nascente “Spazioporto” di Taranto, contenitore multiculturale sito a Porta Napoli per opera dell’Associazione AFO6.

     In copertina, le foto delle facciate, dei palchi e delle porte di ingresso dei novanta locali, sparsi in tutta Italia che negli anni sono stati i luoghi che hanno dato vita a concerti ed eventi. Nell’immagine, oltre al logo della sala, compaiono l’anno di nascita della location e il 2021, indicato come il possibile

 anno di chiusura a causa delle incertezze sul futuro e alle conseguenze della pandemia da Covid-19, che nel 2020 ha portato alla chiusura obbligata dei locali, oltre che di cinema e teatri.

Niente musica, nessuna condivisione reale, nessun evento esattamente da un anno, dal 27 febbraio scorso per essere precisi. Silenzio e futuro incerto per tutto il comparto culturale, con tanti lavoratori fermi in stato d’indigenza, tante spese ed oneri da pagare (nonostante tutto) per gli esercenti ed i gestori, tanti progetti e sogni fermi come nel caso del contenitore di Taranto, che era pronto a partire proprio dalla fine dello scorso anno.

Un caso ancor più paradossale quello di “Spazioporto”, insieme ad altri pochissimi esempi nascenti identici in Italia, per aver messo in piedi un progetto di imprenditoria privata, nato in tempi non sospetti e che in queste condizioni non sa esattamente come e quando potrà partire.

“L’ultimo Concerto?” è un’iniziativa voluta, organizzata e promossa da: KeepOn Live, Arci e Assomusica, con la collaborazione di Live DMA ed è stata lanciata con un hashtag che si potrebbe interpretare come se l’ultima esibizione dal vivo ci fosse già stata, con un punto interrogativo che lascia un grande amaro in bocca e che ha scatenato la curiosità degli utenti e la vicinanza al comparto, cosa che non è mancata in questo lungo periodo ma che praticamente ha portato a poco. Infatti, la scomparsa delle sale è già una triste realtà causata dalla pandemia soprattutto per la mancanza di azione e volontà politica che in questo momento non è abbastanza consapevole dell’importanza di questo settore tra i più colpiti dalla crisi, che potrebbe portare ad un impoverimento e desertificazione culturale generale, con conseguenze irreversibili.

«Quando parliamo di Live Club – si legge nella nota stampa diffusa da KeepOn Live, Arci e Assomusica, promotori dell’iniziativa – dobbiamo pensare anzitutto a un insieme di strutture da mantenere, a uno staff composto da numerose persone che investono energie ed impegno

 costanti per offrire una proposta legata alla musica contemporanea di qualità. Parliamo di spazi che si trovano oggi in una situazione di assoluta emergenza, senza alcuna certezza sul futuro e sulla effettiva possibilità di riuscire a superare questa lunga fase di crisi. Parliamo di palchi che negli anni hanno ospitato e cresciuto artisti di ogni genere, compresi quelli che oggi vengono acclamati negli stadi e nei grandi festival nazionali e internazionali e di spazi che hanno formato le figure professionali più affermate e riconosciute di questo settore. Sale concerto e live club sono fucine di cultura. Luoghi che permettono ai musicisti di esprimersi, di creare e diffondere arte, di incontrare il pubblico. Ben lontano dall’essere meri punti di ritrovo, queste realtà si distinguono dai tanto discussi protagonisti della movida per la loro capacità di veicolare aggregazione e socialità creativa e sicura nei territori. Sono spazi che, nella maggioranza dei casi, sono rimasti in rigoroso e rispettoso silenzio da ormai un anno».

«Tutti insieme – prosegue la nota – si sono presi per mano per mandarci un segnale, aderendo a

 quella che a tutti gli effetti si intuisce essere una campagna di carattere nazionale: creando una mappa di punti interrogativi che costellano l’intero Stivale I live club e le sale concerto siciliane portano sulle spalle il peso di quasi un anno di chiusura. L’iniziativa porta a riflettere sulla condizione in cui si trovano i live club e le sale concerto. Attualmente, nonostante il ruolo enorme che questi spazi hanno in termini di creazione, promozione e diffusione di cultura, e il loro indiscutibile valore sociale, si può dire che siano stati pressoché ignorati dai numerosi decreti susseguitisi in questi mesi. Provvedimenti che hanno sì citato cinema e teatri in tema di spettacolo, ma non hanno dedicato la dovuta attenzione a queste realtà che rischiano di scomparire. L’impatto di queste oltre novanta foto e i relativi interrogativi, decisamente, però non è trascurabile. Quale sarà il prossimo passo?».

In attesa del prossimo passo di questa iniziativa, tutti ci chiediamo e speriamo che non sia per davvero l’ultimo concerto.

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