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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

Un evento unico che riscalderà il cuore di tutti gli spettatori.

Nel giorno dedicato agli innamorati: domenica 14 febbraio, San Valentino.

L'Associazione Musicale "Giovani Talenti" non finisce mai di sorprendere i propri appassionati sostenitori: è nata così l'idea del "Concerto del Cuore", inserito sin dall'autunno nel programma della stagione concertistica 2015/16.

Sarà ancora una volta il palcoscenico della SVTAM, la Scuola Volontari di Truppa dell'Aeronautica Militare, ad accogliere il soprano Rossana Cardia, reduce dai più grandi teatri italiani ed internazionali e reduce da una trionfale tournée in Giappone, ed il M° Davide Dellisanti, già pianista di personaggi del calibro di Katia Ricciarelli, Placido Domingo e Nicola Martinucci nonché referente per le reti Mediaset per l’accompagnamento di ospiti illustri del bel canto.

Sarà una serata magica e romantica: le più belle arie di Puccini, Bellini e Rossini impreziosiranno la ricorrenza tanto cara a tutte le coppie.

Disponibile, inoltre, per cento persone, la possibilità di fruire di una magnifica cena al termine del concerto. L'ennesima iniziativa innovativa dei "Giovani Talenti": sia i biglietti per il solo concerto che i ticket "concerto più cena" sono in via di esaurimento: per acquistarli gli interessati possono rivolgersi ai numeri 3663462784 e 3451198309.

Ma il Concerto del Cuore sarà solo il primo passo di un febbraio da ricordare: domenica 21 è in programma, sempre presso la SVTAM, il concerto dello “Chaluvier duo” per pianoforte e clarinetto con due musicisti jonici, il M° Michele Colluto e la pianista Antonella Marzotta.

Il giorno dopo cominceranno le audizioni, in programma lunedì 22 e martedì 23 a partire dalle ore 10, volte a gettare le fondamenta per costruire un’orchestra di alto livello in grado di accompagnare i grandi Maestri nel corso degli eventi targati "Giovani Talenti". A concorso sono stati posti archi, legni, ottoni e percussioni.

Va a gonfie vele, intanto, anche la prevendita dei tagliandi per il grande recital del M° Uto Ughi accompagnato al pianoforte dal M° Bruno Canino, che si terrà il 15 marzo al Teatro Orfeo. I biglietti possono essere acquistati presso il botteghino del Teatro di via Pitagora. L'attesa per il ritorno a Taranto del più grande violinista vivente è spasmodica. Facile prevedere l'ennesima data da "tutto esaurito". Tutte le informazioni sui concerti in programma e i corsi di formazione musicale promossi dall'Associazione sono disponibili sulla pagina Facebook "Associazione Musicale Giovani Talenti": si possono contattare anche i numeri telefonici 3451198309 e 3206787617.


 

Questa mattina,  martedi  9 febbraio, il consigliere regionale Cosimo Borraccino alle ore 11,00, sarà   a Bari, in Assessorato regionale al Lavoro. Insieme all'assessore Sebastiano Leo incontrerà una delegazione di lavoratori ILVA di Taranto per le problematiche connesse agli ammortizzatori sociali.

                  

A Taranto c’è un nuovo Museo.             Degli orrori.
 
È un autentico museo degli orrori - recita la nota di Legambiente - quello che si può visitare percorrendo il vialetto lungo la scarpata del Lungomare di Taranto. Un museo a cielo aperto, con ingresso gratuito, che offre uno spettacolo a suo modo istruttivo e impressionante, con una sua oscena grandezza, fatto di amputazioni, moncherini, scalpi, capitozzature (le foto di alcune  delle "opere d'arte" sono nella Galleria immagini. Negli allegati , invece, le foto scattate durante la conferenza stampa di domenica 7 febbraio).
Alberi ridotti a sculture lignee con, sullo sfondo, l'azzurro cupo del mar Grande. Ovunque solo legno, senza più foglie, senza chiome; una infinita reiterazione di grossi rami e di tronchi tagliati di netto. Si resta quasi pietrificati di fronte a tanta bruttezza, alle tante testimonianze di una gratuita e assurda violenza, che si continua a perpetrare senza ritegno, senza freni e, soprattutto, senza che il Comune di Taranto intervenga per porvi fine.
In questa città tutti, a parole, vogliono difendere l'ambiente. Proprio gli alberi, oltre a rendere più belli i luoghi in cui viviamo, forniscono un contributo essenziale contro l'inquinamento. In Italia assorbono ogni anno 12 milioni di tonnellate di CO2, quasi il 3 per cento delle emissioni totali. Le loro chiome intercettano le polveri sottili così dannose per la nostra salute. Forse è il caso di ricordarlo quando si parla di tutela del verde urbano.
"La potatura deve essere limitata alla rimozione di parti di chioma secche, lesionate o alterate da danni fisici o da agenti patogeni. La riduzione della chioma non dovrà mutare la forma naturale della pianta" Non sono parole tratte da un libro: sono le prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per il Verde Pubblico adottato dal Comune di Taranto nel lontano maggio del 2009, insieme alla disposizione ."Sono vietati gli interventi di capitozzatura", con la previsione di sanzioni e di richieste di indennizzi per i danneggiamenti subiti dal patrimonio arboreo.
Ma nella realtà sono disposizioni e sanzioni che restano sulla carta senza essere rispettate: non abbiamo notizia di multe o di azioni intraprese in questi anni dal Comune di Taranto verso i responsabili degli innumerevoli episodi di potature assurde e scellerate puntualmente denunciati da Legambiente.
Certo, una volta ricevuta una nostra segnalazione, qualcuno si attiva, gli interventi magari vengono sospesi e, nei giorni successivi, le potature tornano ad essere potature e non amputazioni. Ma dura poco: poi puntualmente si torna all'antico, a pratiche in teoria vietate ma puntualmente adottate e che hanno già provocato la morte di tanti alberi. E l'assurdo è che si tratta di interventi effettuati spesso da aziende, come AMIU o INFRATARAS, di cui il Comune è proprietario e cui, evidentemente, non impone di rispettare il regolamento comunale, e che non sanziona di fronte agli atti compiuti ed ai danni provocati.
E' una storia infinita, che dura da anni. Ci sono nostri incontri con dirigenti, assessori e tecnici, lettere al Sindaco, diffide e denunce fin dall'ottobre del 2009 (per non parlare degli interventi che hanno precedeuto l'adozione del regolamento comunale per il verde) puntualmente ripetute ogni anno, anche più volte l'anno. Siamo stanchi: quando si deciderà l'Amministrazione Comunale di Taranto a voltare pagina?
E' dal dicembre del 2013 che attendiamo che il servizio di manutenzione del verde urbano venga affidato a una ditta specializzata: quanto dobbiamo aspettare ancora prima che il Comune di Taranto si decida a dare attuazione a quanto deliberato?
Che cosa deve succedere per convincere l'Amministrazione Comunale di Taranto a far rispettare la legalità in materia di verde urbano? Ad individuare i responsabili, cioè i mandanti di questi interventi assurdi, accertando chi li ha richiesti e chi ha deciso di effettuarli? A dare disposizioni inequivocabili, in tal senso, ai vigili urbani?
O, come ci sembra, si preferisce continuare ad amministrare "all'insaputa" di quello che puntualmente denunciamo e documentiamo?
Sono domande che abbiamo già rivolto al Sindaco di Taranto a ottobre dell'anno scorso. Le risposte, sia a parole che nei fatti, continuano a non arrivare.

Un'alra nota sempre di Legambiente si riferisce invece ad un altro episodio riguardaante qusta volta Corso Italia.Abbiamo assistito increduli - dce Legambiente - in questi giorni agli ennesimi interventi di capitozzatura sui pioppi di corso Italia. Si tratta di una specie arborea molto delicata che non tollera potature e che al massimo può essere oggetto di interventi di potatura leggerissimi. Questo perché tali alberi sono dotati di rami dal legno molto tenero che non consente una facile cicatrizzazione delle ferite da taglio favorendo così l'ingresso di germi patogeni che faranno prima ammalare e, poi, morire le piante. Infatti, già nel 2005 drastici interventi su Corso Italia, analoghi a quelli messi in atto venerdi e sabato scorso, portarono alla morte di una trentina di piante che abbellivano quella strada.
Anche quest'anno, e non per la prima volta, chiediamo all'Amministrazione Comunale la ragione di questi interventi e soprattutto perché ci si continui ad avvalere di operai non competenti e soprattutto non diretti da un professionista dottore Agronomo o Forestale. Non si dà certamente alla cittadinanza un buon esempio di gestione del verde pubblico che come tale è patrimonio del Comune di Taranto e per la cui "cura" vengono spese risorse pubbliche.
Nell'ultimo ennesimo episodio che denunciamo, non si tratta solo di aver trasgredito in toto al regolamento del verde (che vieta le capitozzature e l'eliminazione di più del 30% della chioma), quanto di assoluta mancanza di conoscenza da parte degli operatori, delle elementari norme delle pratiche forestali: la tipologia dell'albero, l'opportunità della sua potatura, la capacità di riconoscere i rami malati da quelli da conservare, il diametro dei tagli e, soprattutto, la capacità di comprendere che, nel caso specifico, quegli alberi portavano già su di sé i segni di passate incaute potature. Per cui, se proprio si doveva mettere mano sulle piante, lo si doveva fare per cercare di risanare la loro chioma recuperando quei danni (ammesso che si sia ancora in tempo) e non certamente per eliminarla.
Gli operatori del verde invece hanno riempito i loro camioncini di quintali di rami il cui diametro (come si vede dalla foto) è ben superiore a quello che un esperto in materia avrebbe mai consentito e non lasciando neanche un minimo di chioma. A questo proposito chiediamo ancora all'Amministrazione che fine abbia fatto tutto quel materiale di scarto che potrebbe alimentare tutti i camini di Taranto e Provincia e soprattutto che siano disposti dei controlli sul suo smaltimento.
Non si capisce inoltre perché procedere ad interventi di manutenzione non urgenti, né particolarmente necessari.
Sembra che con questi interventi si voglia dimostrare ai cittadini che si sta provvedendo a mantenere ordinata e pulita la città tuttavia, fortunatamente, le cose stanno cambiando e sono proprio molti cittadini ad allarmarsi quando si accorgono di potature così drastiche ed inutili avvertendoci in tempo reale mediante l'invio di materiale fotografico.
Alla luce di questi ultimi inaccettabili interventi, ribadiamo con forza che è necessario istituire al più presto nell'ambito del Comune di Taranto un Ufficio del Verde composto da dottori Agronomi e/o Forestali ( gli Uffici dell'Urbanistica non sono provvisti di architetti, ingegneri e geometri??) se non vogliamo rischiare di perdere il già scarso patrimonio verde di cui dispone il territorio e la cui cura è biglietto da visita di ogni città.

 
      

 

 

Arrestato stamane a Brindisi dagli uomini della Digos il sindaco Mimmo Consales, PD, con l’accusa di abuso di ufficio, corruzione e ipotesi di truffa e concussione. E’ stato posto ai domiciliari. Con lui sono finiti dietro le sbarre il commercialista Massimo Vergara, anche lui ai domiciliari, e l'imprenditore Luca Screti, per lui si sono invece aperti i cancelli del carcere brindisino. Al centro dell’operazione sembra ci sia un grande affare dei rifiuti nel territorio di Brindisi che, secondo  gli inquirenti, è stata condotta con sistemi illeciti, con costi che sarebbero lievitati al punto da far diventare il servizio il più caro d’Italia, un servizio su cui peraltro si sono state espresse forti critiche da parte dell’utenza. Dal punto di vista politico la vicenda sta assumendo i soliti contorni del dopo arresto eccellente, con Consales che sembra rassegnerà le dimettersi già nelle prossime ore, mettendo in moto il meccanismo per nuove elezioni. Anche il Governatore della Puglia e Segretario Regionale del PD spinge per le dimissioni in blocco dei consiglieri per puntare con decisione al rinnovo del Consiglio Comunale di Brindisi. All’attacco anche le opposizioni con il M5S che dice: siamo già al  quarto arresto di un sindaco del capoluogo e che forse è arrivato il momento di cambiare, anche se il Consigliere Regionale, il brindisino Bozzetti, attende con serenità il lavoro della magistratura.


 

Una delle questioni su cui i tarantini vorrebbe delle risposte è perche il Porto del capoluogo ionico ha chiuso i battenti, perchè dopo tanti anni di attività si è ritornati all'anno zero, lasciando "per strada" oltre 500 lavoratori e famiglie. Abbiamo letto un interessante articolo del periodico specializzato Euromerci che riporta una intervista a Giancarlo Russo, Vice Presidente di Assologistica ed ex Manager della TCT, la società che gestiva le attività portuali, da cui sicuramente possiamo ricavare delle risposte.  

Una delle domenade poste al Capitano Russo è stata infatti la seguente e che, per la sua importanza, riprendiamo integralmente:

"COME VALUTA QUANTO È ACCADUTO E IL “RITIRO” DALLA SCENA TARANTINA DELLE DUE TRA LE PIÙ GRANDI COMPAGNIE ARMATORIALI MONDIALI?

II nostro paese e,specialmente,il Mezzogiorno devono sempre più essere in grado di attrarre capitali  e investimenti stranieri.Su questo siamo tuttid’accor- do,allora come si può valutare una situazione che ha portato all’esatto contrario, alla perdita di due presenze estere così rilevanti? Prima di sottoscrivere a Roma l’accordo dell’aprile 2012,Evergreen aveva già annunciato l’incremento della portata delle sue navi,necessario per essere in grado di fronteggiare la sfida dei grandi armatori del trasporto marittimo. Non solo, ma da tempo aveva anche denunciato le forti difficoltà a lavorare sul terminal per una carente protezione offerta dalla diga foranea, per I’inadeguatezza dei fondali e delle banchine, per gli ineffcienti collegamenti infrastrutturali, per l'esclusione dall'utilizzo di banchina e piazzali, già assegnati con l'atto concessorio, causa il permanere in loco di un terminal rinfuse. Nell'accordo romano, le istituzioni presero l'impegno di ammodernare la banchina di ormeggio, di fare i necessari dragaggi e la vasca di colmata, di adeguare l'area del terminal rinfuse, di realizzare la diga foranea. Impegni non mantenuti. Se a Taranto purtroppo non siamo stati in grado di soddisfare, nei tempi concordati, la domanda di un mercato già presente nel nostro territorio, non si possono demonizzare aziende che hanno portato in Italia e nel sud del paese capitali esteri per creare sviluppo e che negli ultimi anni hanno ripianato perdite per 150 milioni di euro.

Un'altra domanda che ha attirato la nostra attenzione, soprattutto per capire quale potrebbe essere il futuro del Porto di Taranto e dei sui lavoratori attualmente in Cassa Integrazione che non sanno cosa gli attende domani. è la seguente:

COSA SERVE AL PORTO DI TARANTO?

Un sistema di governance che,da un lato,sia in grado di portare avanti con fermezza le opere previste dal Piano regolatore portuale,assumendosi la piena responsabilità sui tempi di realizzazione,e che, dall'altro, sappia dialogare con le multinazionali e con quegli operatori esteri che controllano le merci e che possano essere interessati al nostro porto, considerandolo competitivo per il loro business. Lo scalo deve anche allargare i suoi obiettivi,andando oltre la sua funzione di trans shipment,che ovviamente va salvaguardata:una volta che sarà dotato di un'infrastruttura adeguata alle esigenze del mercato e le navi torneranno a scalarlo,si dovrà puntare alla manipolazione delle merci, grazie ad attività retroportuali che diano valore aggiunto e che generino Pil per il territorio.Infatti, sono convinto che il porto di Taranto,rendendo più effcace e razionalizzandol a sua corografa,si possa offrire al mercato non solo come hub di transshipment,ma anche come gateway per ulteriori commodity e servizi logistici.

Il testo integrale dell'intervista la potete leggere sul periodico Euromerci.



 

 

Il Consigliere Regionale Cosimo Borraccino, Presidente II Commissione (Affari generali e Personale), plaude al lavoro svolto nei 12 anni dalla società di gestione che ha consentito di passare da 1 a 7 milioni di passeggeri.


 

Sono grato alla società di gestione degli aeroporti pugliesi per aver svolto in questi 12 anni un lavoro molto importante sul nostro territorio e per aver contribuito a stravolgere positivamente il sistema aeroportuale pugliese.

Fino al 2002, tra Bari e Brindisi, si registrava un traffico passeggeri, da e per la Puglia, poco superiore al milione.

Grazie alle capacità del management di Adp e alle competenze dei suoi manager, oggi in Puglia viaggiano più di 7 milioni di passeggeri, poco meno del doppio dell'intera popolazione della nostra regione.

 Tutto questo è stato possibile anche grazie alle lungimiranti scelte commerciali che hanno potuto consolidare accordi con grosse compagnie aeree come l'irlandese Ryanair.

 Dal 2002 ad oggi la Società AdP ha potuto contare investimenti per centinaia di migliaia di euro, motivo che lascia apprezzare, ancora una volta, le indiscusse capacità di alcuni manager, probabilmente, ad oggi, troppo  ingiustamente criticati, colpevoli di aver portato beneficio ai conti di una società pubblica, che sino al 2000 era fortemente indebitata (ricapitalizzata per 8 miliardi delle vecchie lire dalla Giunta Fitto), a discapito dei contribuenti pugliesi.

 Il merito va riconosciuto, inoltre, per la capacità di realizzare le opere in tempi record, basti pensare all'ampliamento dell'aeroporto di Grottaglie nel 2006, compiuto per mano dello staff interno alla società di gestione, in poco più di un anno solare e con un investimento di circa 100 milioni di euro.

Sugli scali pugliesi, dal 2002 ad oggi, sono stati spesi oltre 700 milioni di euro, tutti a beneficio dell'ampliamento di infrastrutture aeroportuali, impianti e servizi, a disposizione delle Compagnie aeree che trasportano da e per la regione milioni di passeggeri, che producono lavoro, ricchezza economica e culturale per la Puglia.

 Da consigliere regionale, dinnanzi a tanto, non posso che provare apprezzamento per il lavoro che è stato svolto e che ancora continuano a svolgere i manager della società Aeroporti di Puglia S.p.A.

 Riconosco il merito di un'ottima gestione dell'azienda e della capacità di chiudere bilanci in positivo da oltre 10 anni. Insomma, si può dire che, senza ombra di dubbio, grazie ad AdP gli scali pugliesi sono stati continuamente caratterizzati da investimenti importanti, rivolti sopratutto alla crescita del traffico passeggeri e del traffico cargo.

 Trovare in Italia e forse anche in Europa, una società di gestione, capace, come Aeroporti di Puglia, di trasformare così radicalmente il sistema aeroportuale,e contribuire allo sviluppo economico della regione, sia, di questi tempi, cosa molto difficile.  Perciò, mi chiedo, se sia cosa giusta, intervenire sull'assetto societario in un contesto così florido.

 "Squadra che vince non si cambia"!!!!

 Per questo, credo, valga la pena continuare a vincere con questi manager, prima ancora che si corra il rischio che altri possano portarceli via!

 

Cosimo Borraccino

Consigliere Regionale     

Presidente II Commissione (Affari generali e Personale)

 


 

La manutenzione delle caldaie: abbattere i consumi, garantire la sicurezza dell’impianto e assicurare la giusta temperatura degli appartamenti.

E’ noto come diversi enti (Comuni, Province, Asl, Inail, Vigili del Fuoco etc.) possano intervenire nel controllo della sicurezza ed efficienza delle caldaie a volte anche con sanzioni notevoli; ma è anche noto come un buon funzionamento garantisca sicurezza efficienza e rispetto delle regole.

La manutenzione delle caldaie è indispensabile e obbligatoria in primo luogo per assicurarsi in casa una giusta temperatura, per consumare meno, per non inquinare (il 25% dell’inquinamento dipende dalle caldaie) e per avere il massimo della sicurezza da incidenti derivanti da monossido di carbonio, perdite di gas etc. Inoltre, attuando un programma di verifica delle caldaie in rispetto con le tante norme di settore, si evita di incorrere in sanzioni che possono essere irrogate da Comuni, Province o da enti quali Asl, Inail, Vigili del Fuoco etc.

Dal 2013 è operativo il DPR n. 74, norma in materia di controlli sull’efficienza energetica dei sistemi di climatizzazione (caldaie e condizionatori), che si aggiungono a quelli per la sicurezza. Le norme attuali, che delegano alle regioni di legiferare in materia, per i controlli di efficienza energetica (vedi regione Puglia) prevedono una verifica obbligatoria ogni due anni.

Per le verifiche di sicurezza si fa riferimento alle prescrizioni del costruttore dell’apparecchio e/o dell’installatore,  che deve indicare, con un allegato alla dichiarazione di conformità, i tempi di cadenza delle manutenzioni (in genere ogni anno).

In definitiva si dovrebbe fare la manutenzione annualmente con una verifica di efficienza (analisi di combustione etc.) ogni due anni e il generatore deve sempre dare un’efficienza che rispetti i minimi previsti dalle norme. In caso di difetto va sostituita la caldaia o il generatore di calore.

A partire dal 16 ottobre 2014, con il DM n. 74, si stabilisce che ogni caldaia debba essere fornita di un nuovo libretto d’impianto indispensabile per la registrazione di tutte le operazioni da eseguire sui generatori, ma utile anche ai fini della redazione dell’attestato di prestazione energetica, da allegarsi obbligatoriamente in tutti gli atti di compravendita e nei contratti di affitto; le manutenzioni e gli attestati di prestazione energetica verranno inviati all’ufficio regionale deputato.

L’obbligo della manutenzione, con il relativo costo, è a carico di chi occupa e conduce l’immobile e la norma prevede una sanzione a carico del responsabile dell’impianto (conduttore o terzo responsabile) da 500 a 3000 Euro in assenza di tali verifiche.

Si rammenta infine che la manutenzione può essere eseguita solo da tecnici iscritti alla Camera di Commercio  in base alla norma 37/08  ed ai quali siano già stati riconosciuti i requisiti con le lettere C ed E della stessa norma.

Gli stessi obblighi valgono per gli impianti alimentati a pompa di calore dove, ai requisiti previsti dalla CCIAA si aggiunge – per quanto attiene gli installatori/manutentori - l’obbligo del possesso di patentino Fgas previsto dal DPR 43/12. Nel caso di impianti contenenti determinate quantità di gas fluorurati è obbligatoria anche la comunicazione una volta l’anno all’ISPRA con le relative verifiche annuali.


Nota informativa a cura di Michele Piccione, presidente regionale Unione impianti – CNA


 

«Taranto con il suo apparato industriale deve conservare la sua centralità nel sistema economico internazionale. In che modo il governo intende tutelate il territorio?»

In merito alle mobilitazioni in corso, riteniamo non più rinviabile da parte del governo il ribadire la strategicità di Taranto nel suo insieme. Confermiamo la necessità di ricevere risposte  - in termini di piani industriali e ambientali - sull’ambientalizzazione dello stabilimento Ilva, a prescindere dal suo post vendita.

Contestualmente rivendichiamo la tutela di tutti i livelli occupazionali dello stabilimento e dell’intero tessuto industriale di Taranto.


 

 

Il caso della commercializzazione dell'olio extravergine falsamente fatturato italiano. 

 "Occorre impegnarsi per far saltare i meccanismi che danno vita a veri e propri sistemi collaudati di contraffazione delle nostre produzioni. Un plauso va a chi ha bloccato questa ennesima e dannosa iniziativa e lavora quotidianamente in questa direzione". E' il commento del Senatore Dario Stefàno, coordinatore di Noi a Sinistra per la Puglia, alla notizia dell'operazione condotta in Puglia, Calabria e Umbria dalle Forze dell'Ordine, dalla Procura di Trani e dal ICQRF che ha impedito la commercializzazione di olio extra vergine di oliva falsamente fatturato italiano. "Questa notizia - continua Stefàno - arriva a poche ore di distanza da quella apparsa ieri sui giornali relativa al sequestro di 85 tonnellate di olive colorate con soluzioni a base di solfato di rame e ci ricorda quanto è drammatico il problema delle frodi alimentari, che danneggia i consumatori e i produttori onesti che della qualità hanno invece fatto la propria bussola. Il Made in Italy agroalimentare è sempre più al centro di una guerra ingiusta e sleale, se pensiamo anche alle iniziative dell'Ue, come quella ultima sull'importazione dell'olio tunisino, che piuttosto che supportare e valorizzare uno dei nostri settori più strategici, rema decisamente contro”. "Accanto al buon lavoro delle Forze dell'Ordine e degli organismi di controllo -  conclude Stefàno - , ci deve essere un impegno a incentivare, attraverso norme precise, la  trasparenza nelle filiere e la tracciabilità delle produzioni. Solo così daremo una mano al Made in Italy e ai nostri produttori e proteggeremo nel contempo i consumatori".

 

Sulla questione si registra anche l'intervento della Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto che esprime soddisfazione per l'operazione condotta dall’Ispettorato Repressione Frodi (Icqrf), e coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, che ha portato al blocco di un vasto e collaudato sistema di frode, radicato in Puglia e Calabria, nel settore oleario. L’operazione, denominata «Mamma mia», ha consentito di bloccare la commercializzazione di oltre 2.000 tonnellate di olio extravergine di oliva falsamente fatturato italiano, per un valore di oltre 13 milioni di euro.

Sul territorio sono diventate frequenti le operazione di sequestri di prodotti contraffatti ad opera delle forze dell'ordine. L'unica arma per difendere le nostre produzioni tipiche e' quella di smascherare le contraffazioni. Tutto il settore agroalimentare e le sue produzioni subisce questa situazione, dal latte, al vino, al grano, all'olio, passando per il settore ortofrutta. Oltre la concorrenza dei prodotti provenienti dall'estero il settore agricolo subisce la contraffazione e l'agropirateria.     

Sono otto gli indagati, accusati di frode agroalimentare e di reati fiscali, connessi a un giro di fatture false per oltre 13 milioni di euro, attestanti il commercio di duemila tonnellate di olio italiano fittizio. A seguito di una complessa attività di analisi e a un minuzioso lavoro di ricostruzione documentale, gli investigatori dell’Icqrf hanno accertato che, negli anni 2014 e 2015, oltre duemila tonnellate di olio extravergine di oliva proveniente da Spagna e Grecia sono state commercializzate come olio 100% Italiano. Il complesso sistema di frode prevedeva il ruolo di imprese cartiere pugliesi e calabresi che emettevano falsa documentazione attestante l’origine nazionale di olio extravergine di oliva, in realtà spagnolo e greco che, attraverso triangolazioni documentali, arrivava agli imbottigliatori già designato come Made in Italy, pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato.

Un plauso ed un ringraziamento quindi per l'operazione e un invito a continuare su questa strada, anche se comprendiamo che ci sono risorse risicate per tali attività investigative. La Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto invita la politica a destinare maggiori risorse agli organi investigativi allo scopo di smascherare il falso e le contraffazioni e per difendere il vero made in Italy

 

 

 OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA.

Il pellet è il nuovo combustibile ecologico che può essere utilizzato in stufe, camini e caldaie al posto dei tradizionali ceppi di legno. Questa volta, però, le circa 38 tonnellate, detenute da un rivenditore del posto, prodotte nell’Europa dell’Est e destinate al mercato italiano, esposto per la vendita, evidentemente non erano proprio in regola, in quanto prive di qualsivoglia informazione a tutela del consumatore ignaro dell’origine e della composizione di quanto acquistato.

Per questo i Finanzieri della Tenenza di Putignano, nell’ambito del loro diuturno controllo economico del territorio lo hanno sottoposto a sequestro in attesa che venga accertata la reale composizione del materiale.

L’attuale normativa, infatti, proprio per tutelare i consumatori e scongiurare eventuali rischi e pericoli nell’uso di questo combustibile sempre più diffuso, impone dettagliati obblighi di informazione e certificazione della qualità, origine e provenienza.

Il responsabile è stato segnalato alla competente Camera di Commercio per l’applicazione delle relative sanzioni previste a norma di legge.


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