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Giornale di Taranto - Giornalista1

 Salgono a tre i licenziamenti effettuati dalla nuova società Acciaierie d’Italia (ex Ilva, ex ArcelorMittal Italia) per l’incendio con esplosione verificatosi la mattina di Pasquetta alla colata continua dell’acciaieria 2. All’addetto al pulpito, una postazione di controllo dell’impianto, già licenziato nei giorni scorsi dall’azienda dopo essere stato sospeso dal lavoro, se ne sono aggiunti oggi altri due. Sono anch’essi addetti alla colata continua. I tre sono dipendenti Acciaierie d’Italia.

 

“Davvero singolare quanto scrive il direttore del personale di Acciaierie d’Italia nella lettera relativa al licenziamento di due dipendenti per l’incendio accaduto il 5 aprile ad una colata continua dell’acciaieria 2. Per il direttore Arturo Ferrucci, i lavoratori hanno sbagliato perché dovevano azionare il pulsante di emergenza. Non lo hanno fatto, causando un danno tra fermo impianto e fuoriscita di acciaio, e quindi sono stati licenziati. La verità è che se i lavoratori non avessero abbandonato subito il posto di lavoro dopo l’esplosione e le fiamme, avrebbero seriamente corso il rischio di restare gravemente ustionati. Quindi non è affatto vero che hanno attentato all’incolumità di se stessi e degli altri operatori ma l’hanno invece tutelata”. Lo dichiara ad AGI il segretario Uilm, Antonio Talò, a proposito delle motivazioni con cui Acciaierie d’Italia (ex Ilva, ex ArcelorMittal Italia) ha licenziato altri due dipendenti del siderurgico di Taranto dopo il primo licenziamento già effettuato, imputandogli la responsabilità dell’accaduto. “Evidentemente - dice Taló - per evitare danni produttivi all’azienda e danni alla reputazione e all’immagine aziendale, i lavoratori dovevano restare lì, con l’incendio che ne è seguito, e magari rimetterci anche la vita. Ma siamo proprio all’assurdo e chi scrive queste cose da la dimostrazione di non conoscere nemmeno quale è il ciclo produttivo di quel pezzo di colata continua e il funzionamento dell’impianto”.

 

   L’azienda imputa loro la responsabilità dell’incidente (che però non ha causato feriti, né altre gravi conseguenze) mente tutti i sindacati contestano tale accusa tant’é che hanno effettuato anche uno sciopero venerdì scorso. A dare la notizia dei nuovi due licenziamenti è il sindacato Usb. Quest’ultimo afferma che è in atto “una vera e propria mattanza messa in atto da Arcelor Mittal/Acciaierie d’Italia. Salgono a tre i dipendenti che la multinazionale pensa di “educare” al silenzio - afferma Usb - utilizzando in maniera strumentale, quindi punitiva, il licenziamento”. Per Usb, “la gestione dello stabilimento continua ad essere portata avanti senza alcun rispetto dei diritti dei lavoratori e senza, cosa ancora più grave, un intervento del Governo (socio di ArcelorMittal) che possa riequilibrare i rapporti nell'interesse di chi di fatto porta avanti l’azienda”.

 

“Ci ritroviamo nel 2021 - dichiara Usb - ancora a chiedere il rispetto di diritti che pensavamo acquisiti. Nella  fabbrica si susseguono incidenti dovuti alla mancanza di manutenzione, in più i dipendenti che fortunatamente non riportano conseguenze, vengono licenziati. Si consumano queste ingiustizie - afferma Usb -, come mai era accaduto prima nella storia dello stabilimento siderurgico”. Secondo Usb, “il Governo è in balìa di ArcelorMittal”.

   I tre nuovi licenziamenti seguono a distanza di poco più di un mese quello di un altro dipendente ex Ilva licenziato, Riccardo Cristello, per aver condiviso sulla propria bacheca social un post che invitava a vedere una fiction televisiva. In questo post, Acciaierie d’Italia ha reputato alcuni contenuti offensivi per l’immagine aziendale. Sul caso Cristello è intervenuto anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha pure ricevuto il lavoratore al ministero, ma il licenziamento, anch’esso preceduto da una sospensione dal lavoro, non è stato revocato. E Cristello ora lo ha impugnato al giudice del lavoro. 

“La condotta perpetrata, oltre a mettere a repentaglio la sua e altrui incolumità, ha determinato la fermata dell’impianto per circa 4 turni di lavoro con conseguenti danni alla società, allo stato in corso di quantificazione. L’evento occorso, imputabile alla sua condotta, ha ingenerato nella collettività - attesa la rilevanza mediatica avuta anche a seguito della diffusione ad opera di ignoti del relativo filmato - l’erroneo convincimento della disapplicazione delle norme in materia di sicurezza con evidenti ripercussioni in danno della società in termini di lesione di immagine e reputazione”. Lo scrive il direttore delle Risorse Umane della società Acciaierie d’Italia (ex Ilva, ex ArcelorMittal Italia), Arturo Ferrucci, nella lettera relativa al licenziamento di altri due addetti, dipendenti dell’azienda, alla colata continua dell’acciaieria 2 del siderurgico di Taranto a seguito di un incendio avvenuto lo scorso 5 aprile. Un altro lavoratore, sempre per lo stesso motivo e in forza allo stesso impianto, era già stato licenziato nei giorni scorsi.

    Nella contestazione Acciaierie d’Italia sostiene che  “la condotta posta in essere si pone in contrasto con i doveri scaturenti dallo stabile inserimento nella struttura e nell’organizzazione dell’impresa ed è idonea a ledere irrimediabilmente il presupposto fiduciario del contratto di lavoro in essere”. 

 

Acciaierie d’Italia ricostruisce anche l’accaduto del 5 aprile (incendio che non causò feriti). La società descrive l’incidente affermando che “durante il colaggio di acciaio si verificava una reazione in prossimità della lingottiera della linea 2”, e il lavoratore, posizionato all’interno del pulpito pensile (è una postazione di controllo) della colata continua 2, “ometteva di azionare, tramite pulsante, l’apposito comando di chiusura di emergenza, installato sia sul pulpito pensile che sul pannello posto sulle vie di fuga”. Questo, scrive la società nella lettera del licenziamento, “ove attivato, avrebbe immediatamente bloccato il flusso di acciaio. Tanto - dice Acciaierie d’Italia - in spregio, tra le altre, alle disposizioni di cui al Piano di emergenza di reparto colate continue 2-3-4”.

   Per l’azienda, “a causa della mancata attivazione del pulsante di emergenza, l’acciaio fuoriusciva dalla paniera riversandosi all’interno della lingottiera della linea”. Di conseguenza, afferma ancora l’azienda, “la lingottiera della linea 2 ha continuato a ricevere acciaio fuso dalla paniera sino a tracimare con conseguente fuoriuscita di circa 12 tonnellate di acciaio liquido che si riversava all’esterno, investendo, tra le altre, il coperchio della stessa lingottiera e successivamente la piattaforma di colaggio”. La ricostruzione dell’azienda è stata già contestata dai sindacati, che parlano invece di anomalia impiantistica e di mancanza di manutenzioni. 

Dopo la firma a gennaio dell’accordo di collaborazione tra la Fondazione Operation Smile Italia Onlus e la Marina Militare, stamattina a Taranto è stato inaugurato l’ambulatorio multidisciplinare Smile House presso il Centro Ospedaliero Militare. La finalità è quella di  offrire attività di diagnosi e trattamento delle malformazioni del volto di adulti e bambini provenienti dal Sud Italia. La cerimonia di inaugurazione si è svolta alla presenza tra gli altri dell’ammiraglio  Salvatore Vitiello, Comandante Marittimo Sud, e del vicepresidente della Fondazione, Domenico Scopelliti. L’ambulatorio Smile House del Centro Ospedaliero Militare di Taranto, avviato grazie al sostegno di Unicredit Foundation, “avrà l’importante compito - spiega la Marina - di erogare servizi complementari a quelli chirurgici e limitare la migrazione sanitaria dovuta alle terapie che necessitano di protrarsi nel tempo, come quelle ortodontiche, logopediche e psicologiche”. Con i centri Smile House e gli ambulatori multidisciplinari, la Fondazione Operation Smile Italia Onlus è attiva in Italia a Milano, Roma, Vicenza, Ancona, Cagliari e Taranto, garantendo, in collaborazione con il Servizio sanitario nazionale, prossimità e continuità di cura a pazienti affetti da malformazioni del volto, dalla diagnosi gestazionale al completo sviluppo psico-fisico.

 

 “Siamo orgogliosi di questa collaborazione che sancisce innanzitutto lo storico accordo che la Fondazione Operation Smile Italia Onlus ha da oltre un decennio con la Marina Militare, ma anche perché l’apertura dell’ambulatorio Smile House di Taranto fornisce un ulteriore strumento ad integrazione dell’assistenza sanitaria rivolta ai pazienti affetti da malformazioni cranio-maxillo-facciali anche in territorio pugliese, aggiungendo un’altra sede operativa alla rete assistenziale Smile House Nazionale” ha dichiarato Domenico Scopelliti, vicepresidente della Fondazione. Per il comandante del Corpo sanitario della Marina Militare, ammiraglio ispettore Riccardo Guarducci,  “la Marina, compatibilmente con i compiti istituzionali, pone le proprie capacità a disposizione della collettività in un’ottica di uso complementare dello strumento militare”. “L’attivazione di un ambulatorio Smile House - ha sostenuto Guarducci - è un’importante iniziativa che la Marina sostiene con convinzione sia per l’alto valore umano che essa rappresenta, sia perché le attività congiunte con istituzioni ed associazioni nel settore sanitario consentono di promuovere un costante aggiornamento professionale del personale sanitario della Forza Armata”.

 Una parte dei  20 milioni in un triennio che Mise e commissari di Ilva in amministrazione straordinaria hanno assegnato al Comune di Taranto per progetti di natura sociale (altri 10 milioni, sempre nel triennio, vanno ai Comuni dell’area di crisi ambientale di Taranto), saranno impiegati a creare nel carcere di Taranto la “pasticceria sociale”. Oggi il sindaco Rinaldo Melucci e la direttrice della Casa Circondariale, Stefania Baldassari, hanno sottoscritto una intesa per dare il via alle attività dedicate allo sviluppo del progetto. Il Comune, si legge nell’accordo, “si impegna a organizzare tutte le attività previste per l’ampliamento del laboratorio di pasticceria già esistente, con l’adeguamento dei locali esistenti e dell’impianto elettrico, oltre la realizzazione di un portale per l’e-commerce e l’e-marketing. L’obiettivo è promuovere su scala nazionale i prodotti che verranno realizzati all’interno del nuovo laboratorio”. Il Comune di Taranto ha previsto, in favore della Casa Circondariale, 150mila euro per la fornitura di attrezzature e 50mila euro per servizi connessi al progetto. Per il sindaco Melucci, “oggi si inizia a realizzare plasticamente qualcosa di importante che deriva da una legge delle 2016 che aveva individuato risorse da destinare a progetti rivolti a categorie sensibili. Insieme alla direttrice Baldassari, abbiamo individuato una di queste categorie nelle persone attualmente soggette a provvedimenti restrittivi di natura giudiziaria”. “Aderendo ai principi costituzionali - ha detto il sindaco di Taranto -, vogliamo che siano reintegrati nel mondo del lavoro e nelle dinamiche della comunità”. 

Il Presidente della terza sezione del Consiglio di Stato, Franco Frattini, ha respinto la richiesta di sospensione cautelare, riproposta in appello da una associazione pugliese di genitori che voleva obbligare alla presenza fisica in classe anche gli studenti le cui famiglie avevano scelto la didattica a distanza, grazie ad una specifica ordinanza del governatore Michele Emiliano. Il Tar di Bari aveva già rigettato la medesima richiesta. Il Consiglio di Stato ha ritenuto l'insussistenza di un danno “grave ed irreparabile” per i ricorrenti, in quanto in Puglia la didattica in presenza continua ad essere assicurata, e le famiglie che intendono avvalersene ben possono farlo. In sostanza, la deroga regionale introduce non già un regime di “chiusura” ma una facoltà, di ciascuna famiglia, di scegliere tra la didattica in presenza e la didattica digitale integrata, valutando – come genitori – ogni implicazione di tale scelta. Il medesimo giudice ha, pertanto, concluso che la previsione opzionale offerta a ciascuna famiglia sia conforme al principio di proporzionalità e precauzione.

Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto (in sigla MarTa, uno dei Musei più importanti al mondo per la storia e la civiltà della Magna Grecia) ha vinto il Premio Gianluca Spina edizione 2021. Il riconoscimento assegnato dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano e dall’associazione Gianluca Spina, presidente del Mip Politecnico di Milano, scomparso il 21 febbraio 2015, premia i progetti di innovazione digitale più significativi nei processi interni e nell'offerta al pubblico.Il MarTa ha ottenuto il primo premio perché, si afferma nella motivazione, ha inquadrato sotto il nome di “MarTa 3.0” un progetto scientifico-culturale costituito da una serie di azioni: dalle innovazioni tecnologiche per il back-office al tour virtuale 3D, dall’artigianato creativo e digitale del Fab Lab del Museo alla call to action “Il MarTa sono io”, dalla digitalizzazione di oltre 40.000 opere in open data e open source al nuovo allestimento del Museo, in corso, con un nuovo percorso espositivo (all’interno dell’esistente) che sarà valorizzato da contenuti immersivi e di intelligenza artificiale, finendo, per ora, con la nuova hall del Museo. 

    Così ha commentato il premio la direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti. La consegna del Premio Gianluca Spina si è svolta questa mattina, in diretta streaming, in collegamento dal Politecnico di Milano e in contemporanea con le istituzioni culturali finaliste: la Pinacoteca di Brera e la Sovrintendenza di Roma con l’area archeologica del Circo Massimo.

La giunta regionale pugliese ha stabilito, a partire da oggi, la riconversione all'attività no-covid delle strutture di ricovero pubbliche e private accreditate: ospedale “Dimiccoli” e la struttura campale della Marina Militare di Barletta, ospedale “San Paolo” di Bari, Martina Franca e Castellaneta (Ta) e San Severo (Fg), “Villa Lucia Hospital” di Conversano e l'Ente ecclesiastico “Miulli” di Acquaviva delle Fonti (Ba). Questo si è reso necessario al fine di garantire la ripresa delle attività ordinarie ed il conseguente recupero delle liste d’attesa. 

 

 Sulla base dell'andamento epidemiologico potranno essere riconvertiti all'assistenza dei pazienti no-covid ulteriori posti letto, rispetto agli ospedali sopra riportati, sulla base di un piano che dovranno elaborare le direzioni strategiche delle Aziende sanitarie. Entro il 31 luglio 2021, con apposito provvedimento di Giunta regionale, dovrà essere definito un nuovo piano pandemico della rete ospedaliera covid e no-covid, per fronteggiare una eventuale recrudescenza della pandemia. Attualmente i posti letto totali dedicati al covid sono 2754 (2414 area medica e 340 di terapia intensiva). Le strutture che fanno già parte della rete ospedaliera covid, nell'eventualità di un incremento repentino dei contagi, dovranno essere in grado di riconvertirsi entro dieci giorni dalla data di comunicazione da parte del Dipartimento “Promozione della Salute e del Benessere animale”. Infine, per i posti letto strutturali di terapia intensiva e semintensiva che devono essere realizzati, le Aziende sanitarie, con particolare riferimento a quelle che hanno segnalato l'impossibilità di avviare i lavori previsti su alcuni locali ospedalieri dedicati alla gestione dell'emergenza covid, devono procedere alla cantierizzazione degli stessi, parallelamente alla progressiva dismissione dei posti letto aggiuntivi, previo accurato studio delle interferenze.

Benedetta Pilato, la neo campionessa europea e primatista mondiale dei 50 rana, non ha avuto una folgorazione immediata per lo sport che poi l'ha portata a cogliere grandi risultati. Lo ha rivelato in un'intervista a 'Radio Cittadella' Salvatore Pilato, il papà della 16enne. "Il nuoto - ha affermato - é lo sport più completo che c’è e noi abbiamo pensato di farglielo fare. Inizialmente lei non l’ha presa bene, nel senso che quando vedeva l’acqua era un po’ titubante, poi come in ogni sua cosa è stato un clic ed è andata”. 

 

“Domani la vado a prendere a Bari” ha aggiunto Pilato a proposito del rientro a Taranto, sua città natale, della figlia. “Grazie per l’esempio che dai a tutti noi, Benedetta. Taranto ti aspetta” ha dichiarato il sindaco Rinaldo Melucci. Salvatore Pilato, a proposito delle prime manifestazioni che già ieri sera ci sono state a Taranto (con la facciata del Palazzo di Città e del Castello Aragonese della Marina Militare illuminate di rosso e di blu, i colori della città), ha detto di considerarle "molto importanti" aggiungendo che “un’atleta, soprattutto a quella età,  puó anche vincere medaglie e trofei ma se non c’è l’affetto della gente che ti sostiene, queste medaglie non è che abbiano tutto questo valore”. Circa i due risultati ottenuti in sequenza a Budapest, Salvatore Pilato ha detto che “Benedetta, sino a 15 giorni fa, stava benissimo a livello fisico nel senso che era andata a Roma ed aveva fatto dei test. Era pronta per entrambe le distanze. Per fare i 100 e per fare i 50”. “Martedì - ha proseguito - ha fatto i 100, è andata bene, ha fatto una bella gara, purtroppo negli europei c’é un regolamento che non permette a tutte le atlete di una stessa Nazione di andare avanti. Ha avuto chiamiamola la sfortuna che lei ha fatto il terzo tempo assoluto di tutte, però le prime due erano le altre due italiane di cui la seconda per otto centesimi ha fatto meglio di lei. Quindi lei - prosegue Salvatore Pilato riferendosi alla figlia Benedetta - è uscita fuori dalle semifinali”. “Questo probabilmente - ha affermato Salvatore Pilato - le ha messo una rabbia giusta, una rabbia sportiva, da farle fare questo tipo di risultati che, a mio parere, nella distanza dei 50 rana prima o poi li avrebbe fatti.  Perché aveva degli ampi margini di miglioramento, si trattava soltanto di perfezionare determinate cose. È arrivato ora, bello, perché in una manifestazione più importante”.

 

Spiegando poi il rapporto con la figlia, Salvatore Pilato ha detto che “io e lei abbiamo un rapporto molto intenso, però non così da chiamarci dopo le gare. Lei parla con mia moglie. E io di riflesso poi riesco a sapere come sta”. Salvatore Pilato non ha assistito da Taranto in diretta tv alla doppia impresa della figlia. “Le gare di Benedetta, soprattutto certe gare - ha detto ancora -, io non riesco a vederle. Chi mi conosce bene, lo sa. Dovrei andare da un cardiologo con urgenza. Vado proprio via da casa - ha raccontato -, spengo internet e attendo solo la chiamata di mia moglie che mi dice come sono andate le cose. Poi me la vedo su RaiPlay con tranquillità, sia nel caso che è andata bene, sia che é andata male”. “Io penso che a quell’età qualche insuccesso, fa parte del percorso di crescita. Non bisogna suicidarsi per questo”, ha aggiunto. E sulla passione di Benedetta del nuoto, il padre ha spiegato come è andata:  “Io ho nuotato una decina di anni, ho avuto anche qualche buon risultato, stiamo parlando dei lontani anni ‘80, ma il nuoto era completamente diverso sotto tutti i punti di vista. Si nuotava senza cuffie, non c’erano tutti gli allenamenti che ci sono ora". 

Benedetta Pilato, la neo campionessa europea e primatista mondiale dei 50 rana, non ha avuto una folgorazione immediata per lo sport che poi l'ha portata a cogliere grandi risultati. Lo ha rivelato in un'intervista a 'Radio Cittadella' Salvatore Pilato, il papà della 16enne. "Il nuoto - ha affermato - é lo sport più completo che c’è e noi abbiamo pensato di farglielo fare. Inizialmente lei non l’ha presa bene, nel senso che quando vedeva l’acqua era un po’ titubante, poi come in ogni sua cosa è stato un clic ed è andata”. 

 

“Domani la vado a prendere a Bari” ha aggiunto Pilato a proposito del rientro a Taranto, sua città natale, della figlia. “Grazie per l’esempio che dai a tutti noi, Benedetta. Taranto ti aspetta” ha dichiarato il sindaco Rinaldo Melucci. Salvatore Pilato, a proposito delle prime manifestazioni che già ieri sera ci sono state a Taranto (con la facciata del Palazzo di Città e del Castello Aragonese della Marina Militare illuminate di rosso e di blu, i colori della città), ha detto di considerarle "molto importanti" aggiungendo che “un’atleta, soprattutto a quella età,  puó anche vincere medaglie e trofei ma se non c’è l’affetto della gente che ti sostiene, queste medaglie non è che abbiano tutto questo valore”. Circa i due risultati ottenuti in sequenza a Budapest, Salvatore Pilato ha detto che “Benedetta, sino a 15 giorni fa, stava benissimo a livello fisico nel senso che era andata a Roma ed aveva fatto dei test. Era pronta per entrambe le distanze. Per fare i 100 e per fare i 50”. “Martedì - ha proseguito - ha fatto i 100, è andata bene, ha fatto una bella gara, purtroppo negli europei c’é un regolamento che non permette a tutte le atlete di una stessa Nazione di andare avanti. Ha avuto chiamiamola la sfortuna che lei ha fatto il terzo tempo assoluto di tutte, però le prime due erano le altre due italiane di cui la seconda per otto centesimi ha fatto meglio di lei. Quindi lei - prosegue Salvatore Pilato riferendosi alla figlia Benedetta - è uscita fuori dalle semifinali”. “Questo probabilmente - ha affermato Salvatore Pilato - le ha messo una rabbia giusta, una rabbia sportiva, da farle fare questo tipo di risultati che, a mio parere, nella distanza dei 50 rana prima o poi li avrebbe fatti.  Perché aveva degli ampi margini di miglioramento, si trattava soltanto di perfezionare determinate cose. È arrivato ora, bello, perché in una manifestazione più importante”.

 

Spiegando poi il rapporto con la figlia, Salvatore Pilato ha detto che “io e lei abbiamo un rapporto molto intenso, però non così da chiamarci dopo le gare. Lei parla con mia moglie. E io di riflesso poi riesco a sapere come sta”. Salvatore Pilato non ha assistito da Taranto in diretta tv alla doppia impresa della figlia. “Le gare di Benedetta, soprattutto certe gare - ha detto ancora -, io non riesco a vederle. Chi mi conosce bene, lo sa. Dovrei andare da un cardiologo con urgenza. Vado proprio via da casa - ha raccontato -, spengo internet e attendo solo la chiamata di mia moglie che mi dice come sono andate le cose. Poi me la vedo su RaiPlay con tranquillità, sia nel caso che è andata bene, sia che é andata male”. “Io penso che a quell’età qualche insuccesso, fa parte del percorso di crescita. Non bisogna suicidarsi per questo”, ha aggiunto. E sulla passione di Benedetta del nuoto, il padre ha spiegato come è andata:  “Io ho nuotato una decina di anni, ho avuto anche qualche buon risultato, stiamo parlando dei lontani anni ‘80, ma il nuoto era completamente diverso sotto tutti i punti di vista. Si nuotava senza cuffie, non c’erano tutti gli allenamenti che ci sono ora". 

 Un esposto alla procura di Taranto sulla presenza di amianto nello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia, è stato presentato dal sindacato Usb. “Sono 4000 le tonnellate di amianto riscontrate in fabbrica in base all'ultimo censimento che risale a diversi anni fa ad opera del commissario straordinario Enrico Bondi”, sottolinea l'Usb. “Sulla base di successivi ritrovamenti in diverse zone dello stabilimento siderurgico, non ufficializzati, in seguito ai quali la sostanza ritrovata non è stata comunque incapsulata e messa in sicurezza”, afferma il sindacato, “la presenza di agenti cancerogeni e quindi l’esposizione dei lavoratori al rischio di contrarre malattie correlate alla inevitabile inalazione delle sostanze altamente nocive".

    L’esposto relativo al Reparto Treno Lamiere, afferma il sindacato, "è solo l’ultimo di una lunga lista di denunce presentate dall’Usb di Taranto”. Per il sindacato, “la questione sicurezza va messa in cima alla lista delle priorità, tanto che l’Usb da tempo ribadisce l’esigenza di riconoscere l’esposizione a  lavoro usurante anche successivamente all’ultimo censimento delle sostanze in questione. Usb ha anche inserito questo passaggio nella   piattaforma presentata al precedente governo”. 

Il ministero degli Esteri sostiene il progetto del Museo archeologico nazionale di Taranto (MarTa) e dell’Istituto agronomico mediterraneo di Bari (Ciheam) dedicato alla promozione della cultura del Mediterraneo. Lo ha dichiarato  a Taranto l’ambasciatore Giorgio Marrapodi, direttore generale della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri presenziando alla firma dell’accordo tra MarTa, Ciheam e fondazione “L’isola che non c’é”. La sigla Ciheam sta per Centre international de hautes etudes agronomiques méditerranéennes.

   Per l’ambasciatore Marrapodi, “l’evento  ci da un esempio straordinario di quello che è scritto nell’Agenda 2030, cioé di quale mondo vogliamo per gli anni dal 2015 al 2030. Tra i 17 obiettivi elencati, c’è quello del partenariato e oggi il protocollo di intesa firmato, mette insieme due eccellenze nei rispettivi campi, il MarTa di Taranto e il Ciheam di Bari”.

   “Come ministero degli Esteri - ha aggiunto l’ambasciatore Marrapodi - siamo già coinvolti in un partenariato con l’Istituto agronomico di Bari. Con loro lavoriamo in molti settori nel Mediterraneo allargato, e lavoriamo in situazioni e Paesi fragili. Adesso questo partenariato ci offre la possibilità di ampliare ulteriormente la collaborazione con l’Istituto”. “Sinora - ha spiegato il direttore generale della Cooperazione del ministero Esteri - abbiamo lavorato nei settori tradizionali come sviluppo agricolo e la pesca, ma nella nostra attività c’é un anche un impegno volto alla tutela del patrimonio culturale”. Marrapodi ha indicato a tal proposito il programma che riguarda Mosul, in Iraq, “promosso dall’Unesco, al quale partecipano vari Paesi, e che si chiama “Rivitalizzare lo spirito di Mosul”. È un programma di ricostruzione delle aree culturali e noi stiamo valutando di partecipare ad un progetto che dovrebbe riguardare la ricostruzione della biblioteca. Progetto che non è ancora partito”. 

 

Marrapodi ha inoltre dichiarato che sono stati finanziati “negli ultimi 10 anni, 93 progetti in 33 Paesi che riguardano il settore culturale. Abbiamo un progetto sul Museo archeologico di Khartoum, nel Sudan, abbiamo progetti in Giordania e stiamo lavorando su altre aree archeologiche. Questa è un’occasione”. “Con Ciheam Bari - ha aggiunto - lavoriamo già sulla pesca e sullo sviluppo rurale, questo della cultura è un ambito nuovo. Se si crea uno spazio per allargare ulteriormente con nuovi partner, va sfruttato. Per la cooperazione italiana - ha concluso Marrapodi - è un importante passo avanti”.

    Secondo Maurizio Reali, direttore Ciheam, “l’accordo col MarTa di Taranto mette insieme società civile e istituzioni per rilanciare la centralità del Mediterraneo. Le iniziative dell’accordo riguardano progetti di ricerca, formazione e cooperazione”. Eva Degl’Innocenti, direttrice MarTa Taranto, ha dichiarato che “un primo progetto di collaborazione scientifica potrebbe essere quello tra il Museo archeologico di Taranto e il Museo nazionale del Bardo di Tunisi nel segno del riconoscimento della cultura mediterranea”. “Puntiamo a valorizzare - ha spiegato Degl’Innocenti - la cultura della mediterraneità e già i reperti dell’età del bronzo ci dicono che Taranto è stata crocevia tra Mediterraneo orientale e Mediterraneo  occidentale. L’accordo di oggi è un segno di ripartenza e di rinascita culturale all’insegna del Mediterraneo. La ripresa ha bisogno di qualità, progetti e  innovazioni. Il primo progetto riguarderà la musica”. In una fase successiva previsto anche il coinvolgimento delle Università del Mediterraneo e dei Balcani. Presente alla firma anche il cantante Al Bano Carrisi, testimonial della fondazione “L’isola che non c’è”.

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