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Giornale di Taranto - Giornalista1

“Via da Taranto!” é il grido che sta accompagnando più di tutti gli altri il corteo in corso per l’indotto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, con la protesta comune di lavoratori, sindacalisti e imprenditori. Stanno sfilando attorno alla fabbrica circa 3mila persone. A seguire anche camion, mezzi e auto delle imprese appaltatrici dell’ex Ilva con un “concerto” assordante di clacson. Il riferimento univoco di cori, slogan e urla é la multinazionale ArcelorMittal, azionista di maggioranza di Acciaierie, e l’amministratore delegato Lucia Morselli. “Meloni caccia via i franco-indiani che stanno distruggendo questo stabilimento. Ministro Urso datti da fare. Siamo venuti sin qua per vedere cacciare Mittal” urlano gli operai. E ancora: “L’amministratore delegato non ha fatto altro che spegnere questo stabilimento. Migliaia di persone sono in cassa integrazione e la multinazionale continua a non pagare. Oggi i lavoratori chiedono il lavoro, non ammortizzatori sociali, ma soprattutto chiedono di mandare via ArcelorMittal. Non ci avrete mai come volete voi, noi saremo sempre contrari alla multinazionale ArcelorMittal che ha fatto solo disastri, ArcelorMittal è pregata di andare via immediatamente”. 

 In testa al corteo ci sono bandiere e striscioni sindacali, accesi anche diversi fumogeni colorati, azzurro per la Uilm, verdi per la Fim e rossi per la Fiom. “La situazione è ormai insostenibile, non c’é Paese civile dove i lavoratori effettuano le prestazioni e non vengono pagati - ha detto oggi Piero Cantoro, della Fim Cisl, con la manifestazione in corso -. Le aziende sono al collasso, tutti gli ammortizzatori sociali sono in dirittura di arrivo e la multinazionale ancora non risarcisce tutti gli scaduti. Il Governo deve intervenire e fare pressioni sulla multinazionale affinché le liquidità correnti siano ripristinate - ha proseguito Cantoro riferendosi ad Arcelor Mittal, azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia -, o quantomeno sulle banche per riaprire i crediti e avere finalmente la ripresa delle attività manutentive straordinarie per tenere in piedi lo stabilimento siderurgico. Gli elementi di rischio sono ormai diventati tantissimi, gli stipendi scarseggiano ed é ora che si intervenga e si vada all’epilogo finale di questa vicenda. È tutto un territorio che sta soffrendo questa crisi”. Per Franco Rizzo, dell’Usb nazionale, a proposito della protesta comune, “noi siamo stati chiari. Abbiamo detto che nostro interesse e salvaguardare gli oltre 4mila lavoratori degli appalti ex Ilva. È forse la prima volta che tutti insieme si manifesta. É un atto dovuto dal nostro punto di vista perché la situazione é talmente critica che da qui a qualche ora si rischia non solo di chiudere la fabbrica ma di lasciare a casa migliaia di lavoratori. Lavoratori, quelli degli appalti, che guadagnano pochissimo, meno di 1.200 euro al mese, per lavorare in uno stabilimento che in questo momento é assolutamente insicuro”. 

“Via da Taranto!” é il grido che sta accompagnando più di tutti gli altri il corteo in corso per l’indotto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, con la protesta comune di lavoratori, sindacalisti e imprenditori. Stanno sfilando attorno alla fabbrica circa 3mila persone. A seguire anche camion, mezzi e auto delle imprese appaltatrici dell’ex Ilva con un “concerto” assordante di clacson. Il riferimento univoco di cori, slogan e urla é la multinazionale ArcelorMittal, azionista di maggioranza di Acciaierie, e l’amministratore delegato Lucia Morselli. “Meloni caccia via i franco-indiani che stanno distruggendo questo stabilimento. Ministro Urso datti da fare. Siamo venuti sin qua per vedere cacciare Mittal” urlano gli operai. E ancora: “L’amministratore delegato non ha fatto altro che spegnere questo stabilimento. Migliaia di persone sono in cassa integrazione e la multinazionale continua a non pagare. Oggi i lavoratori chiedono il lavoro, non ammortizzatori sociali, ma soprattutto chiedono di mandare via ArcelorMittal. Non ci avrete mai come volete voi, noi saremo sempre contrari alla multinazionale ArcelorMittal che ha fatto solo disastri, ArcelorMittal è pregata di andare via immediatamente”. 

 In testa al corteo ci sono bandiere e striscioni sindacali, accesi anche diversi fumogeni colorati, azzurro per la Uilm, verdi per la Fim e rossi per la Fiom. “La situazione è ormai insostenibile, non c’é Paese civile dove i lavoratori effettuano le prestazioni e non vengono pagati - ha detto oggi Piero Cantoro, della Fim Cisl, con la manifestazione in corso -. Le aziende sono al collasso, tutti gli ammortizzatori sociali sono in dirittura di arrivo e la multinazionale ancora non risarcisce tutti gli scaduti. Il Governo deve intervenire e fare pressioni sulla multinazionale affinché le liquidità correnti siano ripristinate - ha proseguito Cantoro riferendosi ad Arcelor Mittal, azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia -, o quantomeno sulle banche per riaprire i crediti e avere finalmente la ripresa delle attività manutentive straordinarie per tenere in piedi lo stabilimento siderurgico. Gli elementi di rischio sono ormai diventati tantissimi, gli stipendi scarseggiano ed é ora che si intervenga e si vada all’epilogo finale di questa vicenda. È tutto un territorio che sta soffrendo questa crisi”. Per Franco Rizzo, dell’Usb nazionale, a proposito della protesta comune, “noi siamo stati chiari. Abbiamo detto che nostro interesse e salvaguardare gli oltre 4mila lavoratori degli appalti ex Ilva. È forse la prima volta che tutti insieme si manifesta. É un atto dovuto dal nostro punto di vista perché la situazione é talmente critica che da qui a qualche ora si rischia non solo di chiudere la fabbrica ma di lasciare a casa migliaia di lavoratori. Lavoratori, quelli degli appalti, che guadagnano pochissimo, meno di 1.200 euro al mese, per lavorare in uno stabilimento che in questo momento é assolutamente insicuro”. 

“Via da Taranto!” é il grido che sta accompagnando più di tutti gli altri il corteo in corso per l’indotto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, con la protesta comune di lavoratori, sindacalisti e imprenditori. Stanno sfilando attorno alla fabbrica circa 3mila persone. A seguire anche camion, mezzi e auto delle imprese appaltatrici dell’ex Ilva con un “concerto” assordante di clacson. Il riferimento univoco di cori, slogan e urla é la multinazionale ArcelorMittal, azionista di maggioranza di Acciaierie, e l’amministratore delegato Lucia Morselli. “Meloni caccia via i franco-indiani che stanno distruggendo questo stabilimento. Ministro Urso datti da fare. Siamo venuti sin qua per vedere cacciare Mittal” urlano gli operai. E ancora: “L’amministratore delegato non ha fatto altro che spegnere questo stabilimento. Migliaia di persone sono in cassa integrazione e la multinazionale continua a non pagare. Oggi i lavoratori chiedono il lavoro, non ammortizzatori sociali, ma soprattutto chiedono di mandare via ArcelorMittal. Non ci avrete mai come volete voi, noi saremo sempre contrari alla multinazionale ArcelorMittal che ha fatto solo disastri, ArcelorMittal è pregata di andare via immediatamente”. 

 In testa al corteo ci sono bandiere e striscioni sindacali, accesi anche diversi fumogeni colorati, azzurro per la Uilm, verdi per la Fim e rossi per la Fiom. “La situazione è ormai insostenibile, non c’é Paese civile dove i lavoratori effettuano le prestazioni e non vengono pagati - ha detto oggi Piero Cantoro, della Fim Cisl, con la manifestazione in corso -. Le aziende sono al collasso, tutti gli ammortizzatori sociali sono in dirittura di arrivo e la multinazionale ancora non risarcisce tutti gli scaduti. Il Governo deve intervenire e fare pressioni sulla multinazionale affinché le liquidità correnti siano ripristinate - ha proseguito Cantoro riferendosi ad Arcelor Mittal, azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia -, o quantomeno sulle banche per riaprire i crediti e avere finalmente la ripresa delle attività manutentive straordinarie per tenere in piedi lo stabilimento siderurgico. Gli elementi di rischio sono ormai diventati tantissimi, gli stipendi scarseggiano ed é ora che si intervenga e si vada all’epilogo finale di questa vicenda. È tutto un territorio che sta soffrendo questa crisi”. Per Franco Rizzo, dell’Usb nazionale, a proposito della protesta comune, “noi siamo stati chiari. Abbiamo detto che nostro interesse e salvaguardare gli oltre 4mila lavoratori degli appalti ex Ilva. È forse la prima volta che tutti insieme si manifesta. É un atto dovuto dal nostro punto di vista perché la situazione é talmente critica che da qui a qualche ora si rischia non solo di chiudere la fabbrica ma di lasciare a casa migliaia di lavoratori. Lavoratori, quelli degli appalti, che guadagnano pochissimo, meno di 1.200 euro al mese, per lavorare in uno stabilimento che in questo momento é assolutamente insicuro”. 

“Via da Taranto!” é il grido che sta accompagnando più di tutti gli altri il corteo in corso per l’indotto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, con la protesta comune di lavoratori, sindacalisti e imprenditori. Stanno sfilando attorno alla fabbrica circa 3mila persone. A seguire anche camion, mezzi e auto delle imprese appaltatrici dell’ex Ilva con un “concerto” assordante di clacson. Il riferimento univoco di cori, slogan e urla é la multinazionale ArcelorMittal, azionista di maggioranza di Acciaierie, e l’amministratore delegato Lucia Morselli. “Meloni caccia via i franco-indiani che stanno distruggendo questo stabilimento. Ministro Urso datti da fare. Siamo venuti sin qua per vedere cacciare Mittal” urlano gli operai. E ancora: “L’amministratore delegato non ha fatto altro che spegnere questo stabilimento. Migliaia di persone sono in cassa integrazione e la multinazionale continua a non pagare. Oggi i lavoratori chiedono il lavoro, non ammortizzatori sociali, ma soprattutto chiedono di mandare via ArcelorMittal. Non ci avrete mai come volete voi, noi saremo sempre contrari alla multinazionale ArcelorMittal che ha fatto solo disastri, ArcelorMittal è pregata di andare via immediatamente”. 

 In testa al corteo ci sono bandiere e striscioni sindacali, accesi anche diversi fumogeni colorati, azzurro per la Uilm, verdi per la Fim e rossi per la Fiom. “La situazione è ormai insostenibile, non c’é Paese civile dove i lavoratori effettuano le prestazioni e non vengono pagati - ha detto oggi Piero Cantoro, della Fim Cisl, con la manifestazione in corso -. Le aziende sono al collasso, tutti gli ammortizzatori sociali sono in dirittura di arrivo e la multinazionale ancora non risarcisce tutti gli scaduti. Il Governo deve intervenire e fare pressioni sulla multinazionale affinché le liquidità correnti siano ripristinate - ha proseguito Cantoro riferendosi ad Arcelor Mittal, azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia -, o quantomeno sulle banche per riaprire i crediti e avere finalmente la ripresa delle attività manutentive straordinarie per tenere in piedi lo stabilimento siderurgico. Gli elementi di rischio sono ormai diventati tantissimi, gli stipendi scarseggiano ed é ora che si intervenga e si vada all’epilogo finale di questa vicenda. È tutto un territorio che sta soffrendo questa crisi”. Per Franco Rizzo, dell’Usb nazionale, a proposito della protesta comune, “noi siamo stati chiari. Abbiamo detto che nostro interesse e salvaguardare gli oltre 4mila lavoratori degli appalti ex Ilva. È forse la prima volta che tutti insieme si manifesta. É un atto dovuto dal nostro punto di vista perché la situazione é talmente critica che da qui a qualche ora si rischia non solo di chiudere la fabbrica ma di lasciare a casa migliaia di lavoratori. Lavoratori, quelli degli appalti, che guadagnano pochissimo, meno di 1.200 euro al mese, per lavorare in uno stabilimento che in questo momento é assolutamente insicuro”. 

Via alla manifestazione di protesta che a partire dalle 7 si è radunata per la crisi di Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, lavoratori dell’indotto siderurgico, sindacalisti delle federazioni metalmeccaniche, trasportatori, titolari delle imprese appaltatrici e rappresentanti di alcune associazioni di categoria come Aigi, Confapi e Casartigiani. La protesta è promossa da Fim, Fiom, Uilm e Usb e le associazioni di impresa vi hanno aderito. Il concentramento sta avvenendo nell’area della portineria imprese e da qui si snoderà il corteo che sfilerà tutt’intorno al perimetro esterno siderurgico approdando infine sull’Appia, la strada che da Taranto va a Bari, dove é la sede della direzione di stabilimento. A Taranto già da ieri i cartelli luminosi di infomobilità segnalano per domani blocchi stradali per manifestazione sulle arterie per Bari, Statte, comune alle porte del capoluogo, e Brindisi-Taranto per Bari. Analogo avviso ha lanciato ieri la Questura.   Anche il Pd condivide la manifestazione di oggi. “Il Partito Democratico - si legge in una nota - non può che essere accanto a coloro che domani saranno per strada per manifestare quanto sia complicato vivere il momento attuale se si è in qualche modo legati, direttamente o indirettamente, alle sorti della grande industria, da qualunque parte ci si trovi\".

A Taranto le cose non vanno bene- si legge in un post pubblicato dalla Uilm di Taranto mentre iniziava la concentrazione dei manifestanti- L\'

Via alla manifestazione di protesta che a partire dalle 7 si è radunata per la crisi di Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, lavoratori dell’indotto siderurgico, sindacalisti delle federazioni metalmeccaniche, trasportatori, titolari delle imprese appaltatrici e rappresentanti di alcune associazioni di categoria come Aigi, Confapi e Casartigiani. La protesta è promossa da Fim, Fiom, Uilm e Usb e le associazioni di impresa vi hanno aderito. Il concentramento sta avvenendo nell’area della portineria imprese e da qui si snoderà il corteo che sfilerà tutt’intorno al perimetro esterno siderurgico approdando infine sull’Appia, la strada che da Taranto va a Bari, dove é la sede della direzione di stabilimento. A Taranto già da ieri i cartelli luminosi di infomobilità segnalano per domani blocchi stradali per manifestazione sulle arterie per Bari, Statte, comune alle porte del capoluogo, e Brindisi-Taranto per Bari. Analogo avviso ha lanciato ieri la Questura.   Anche il Pd condivide la manifestazione di oggi. “Il Partito Democratico - si legge in una nota - non può che essere accanto a coloro che domani saranno per strada per manifestare quanto sia complicato vivere il momento attuale se si è in qualche modo legati, direttamente o indirettamente, alle sorti della grande industria, da qualunque parte ci si trovi\".

A Taranto le cose non vanno bene- si legge in un post pubblicato dalla Uilm di Taranto mentre iniziava la concentrazione dei manifestanti- L\'

Via alla manifestazione di protesta che a partire dalle 7 si è radunata per la crisi di Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, lavoratori dell’indotto siderurgico, sindacalisti delle federazioni metalmeccaniche, trasportatori, titolari delle imprese appaltatrici e rappresentanti di alcune associazioni di categoria come Aigi, Confapi e Casartigiani. La protesta è promossa da Fim, Fiom, Uilm e Usb e le associazioni di impresa vi hanno aderito. Il concentramento sta avvenendo nell’area della portineria imprese e da qui si snoderà il corteo che sfilerà tutt’intorno al perimetro esterno siderurgico approdando infine sull’Appia, la strada che da Taranto va a Bari, dove é la sede della direzione di stabilimento. A Taranto già da ieri i cartelli luminosi di infomobilità segnalano per domani blocchi stradali per manifestazione sulle arterie per Bari, Statte, comune alle porte del capoluogo, e Brindisi-Taranto per Bari. Analogo avviso ha lanciato ieri la Questura.   Anche il Pd condivide la manifestazione di oggi. “Il Partito Democratico - si legge in una nota - non può che essere accanto a coloro che sono per strada per manifestare quanto sia complicato vivere il momento attuale se si è in qualche modo legati, direttamente o indirettamente, alle sorti della grande industria, da qualunque parte ci si trovi\\\".

A Taranto le cose non vanno bene- si legge in un post pubblicato dalla Uilm di Taranto mentre iniziava la concentrazione dei manifestanti- ex ILVA è in crisi, gli impianti sono fermi, i lavoratori sono in bilico. La gestione di ArcelorMittal è stata scellerata e irresponsabile, ha messo a repentaglio il futuro di migliaia di persone e dell’intera città. Ma noi non ci diamo per vinti. Siamo qui per combattere fino all ultimo lavoratore, per difendere i nostri diritti e il nostro lavoro, per chiedere una soluzione che garantisca la salvaguardia ambientale, occupazionale e industriale.

Per questo è importante comunicare e far sapere al mondo che a Taranto esiste una comunità che non si arrende, che vuole un cambiamento, che merita rispetto e dignità. La tensione è alta- scrivono i manifestanti- Lavoratori ed imprenditori dell’ex Ilva sono uniti in un fronte comune per affrontare un futuro incerto . La crisi dell’acciaieria ha messo a rischio il lavoro, l’ambiente e l’economia di Taranto e di tutto il Paese. 

Vogliamo una soluzione che garantisca la continuità produttiva, la tutela dei lavoratori e delle imprese, la riconversione ecologica e lo sviluppo del territorio. 

Per questo chiediamo al governo e ai potenziali investitori di intervenire con urgenza e responsabilità , per salvare l’ex Ilva e il suo indotto. 

Lu.Lo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 Mister Capuano:\"Orgoglioso dei miei ragazzi ma meritavamo la vittoria. Orlando:\" Bisogna concretizzare meglio le occasioni create.\"

 

Di Andrea Loiacono 

 

Un Taranto mai domo rimonta due volte un blasonato Bisogna ma fallisce l\' aggancio al terzo posto in classifica. Prestazione sopra le righe dei nuovi arrivi Miceli, Valietti De Marchi e Simeri con quest\' ultimo che sigilla con la rete del 2a2 l\' esordio in rossoblu. Lo stesso Simeri fallisce al 95\' la palla del possibile successo. Nel post gara non si da pace mister Capuano che commenta così la gara: \" La squadra ha giocato molto bene per tutta la partita. Purtroppo io sono una persona sfortunata che non riesce a raccogliere quanto merita. Non vincere questa partita dopo quanto prodotto ha dell\' incredibile. Da parte mia c\' è tanto orgoglio ma allo stesso tempo rabbia per non aver vinto contro una squadra fortissima che ha speso dieci volte più di noi. Ci teniamo la grandissima prestazione e andiamo avanti. I nuovi calciatori hanno fatto tutti bene, i giocatori Bisogna conoscerli quando si prendono. Simeri se avesse segnato alla fine sarebbe venuta giù la curva ma ci sono anche i meriti dell\' avversario. Per quanto riguarda il mercato non ci faremo trovare impreparati, prenderemo uno barra due elementi forti. Il nostro obiettivo resta quello di entrare nei play off senza creare nei tifosi false speranze.\"

 

Super prestazione anche per l\' esterno tarantino Francesco Orlando:\" Nel primo tempo ero un po contratto, poi nella ripresa mi sono sciolto. Con il minutaggio aumenta anche la condizione. La partita la potevamo sia vincere che perdere, ci teniamo stretto il punto. Peccato perché avremmo voluto regala una gioia ai tifosi ma dobbiamo essere più concreti, stiamo sprecando troppe occasioni. I ragazzi nuovi che sono arrivati si sono subito integrati nel gruppo, sono giocatori forti che ci daranno una grossa mano. Adesso ricarichiamo le batterie in vista del Monterosi.\"

“Taranto è di tutti noi: abbracciamola insieme”. Così alla manifestazione del 29 gennaio, promossa dai sindacati metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm e Usb, parteciperanno Aigi, Confapi e Casartigiani. Le prime due sono associazioni delle imprese, alla terza, invece, fanno capo i trasportatori. Comune il motivo della protesta: la crisi di Acciaierie d’Italia e i suoi pesanti riflessi sull’indotto, che, non essendo pagato da Acciaierie, da diversi giorni ha ormai fermato ogni attività assicurando solo il pronto intervento per le emergenze e la messa in sicurezza. Aigi ha dichiarato che le imprese hanno chiesto la cassa integrazione per circa 2.600 lavoratori, che si aggiungono ai 2.500 diretti di Acciaierie che si trovano già in cassa.  Nel condividere e partecipare alla protesta dei sindacati di lunedì, le tre associazioni datoriali parlano di “vicinanza che i più definiscono straordinaria, probabilmente perché non è mai stata realizzata in precedenza. Un’unione che è frutto d’intenti comuni, per cui non sono state necessarie riunioni estenuanti, compromessi e bilancini per sottolineare presenza, visibilità e il lavoro faticoso di questi giorni. In questo periodo - dicono Aigi, Confapi e Casartigiani - ognuno ha fatto la sua parte con competenza e dedizione assoluta: chi sobbarcandosi le più faticose interlocuzioni e chi stazionando, con i propri mezzi, davanti ai cancelli. E questo sarà il risultato finale”. L’appello di Aigi, Confapi e Casartigiani è: “Chiediamo a tutte le associazioni di categoria e gli ordini professionali di unirsi alla protesta. Cerchiamo tutti insieme di arginare lo tsunami che starebbe per abbattersi sulla comunità. Taranto è di tutti noi: abbracciamola insieme”.   Per lunedì mattina é previsto il concentramento alle 7 davanti alla portineria imprese del siderurgico. Il corteo attraverserà il perimetro esterno della fabbrica e toccherà prima la portineria dei tubifici, poi la C, da dove entrano i mezzi pesanti e sul cui piazzale dal 2 gennaio sono fermi i trasportatori di Casartigiani, per poi andare sulla statale Appia verso la direzione di stabilimento. “A causa dello sciopero indotto dalle organizzazioni sindacali dell\'indotto Acciaierie d\'Italia, potrebbero verificarsi rallentamenti nella circolazione stradale sulle arterie in entrata ed uscita del capoluogo” fa sapere la Questura di Taranto. 

Il direttore Busco: «La leggerezza del riso che sfida la guerra»

 

Gli orrori della guerra sullo sfondo e una prigionia che potrebbe non avere fine, con una risata che germoglia anche nel periodo più buio della storia. Al Teatro Fusco, Loris Leoci, Antonella Carone e Tony Marzolla sono protagonisti, questa sera alle ore 21.00, di “Tanto vale divertirsi”, il nuovo appuntamento con la fortunatissima stagione di prosa messa a punto dal Teatro Fusco in sinergia con l’Amministrazione comunale, e con il supporto del Teatro Pubblico Pugliese.  

 

«Nella Giornata della Memoria – il commento del direttore del Teatro comunale Fusco, Michelangelo Busco – abbiamo voluto inserire nel palinsesto uno spettacolo capace di affrontare con leggerezza il tema della crudeltà dell’uomo, in cui il teatro e la comicità sembrano essere l’unica via di scampo per non pensare a tutto ciò che succede intorno a noi».

 

“Tanto vale divertirsi”, progettato, diretto e interpretato dagli “UNO&Trio”, Loris Leoci, Antonella Carone e Tony Marzolla, prende spunto dalle vicende che tanti attori, musicisti e ballerini affrontarono nel campo di transito di Westerbork (Olanda), tra il 1942 e il 1943, deportati con l’unica colpa di essere ebrei o di avere origini giudaiche. Molti nomi di spicco della scena teatrale europea passarono da Westerbork, come per esempio Camilla Spira, Max Ehrlich, Kurt Gerron, ma anche il pianista Willy Rosen o il duo swing “Jonny e Jones. Nel campo di transito olandese questi artisti diedero vita a un teatro in cui portavano il sorriso e qualche ora di spensieratezza non solo agli altri prigionieri, ma anche a carcerieri e aguzzini. Le loro performance si sono scontrate via via con scenari sempre peggiori: dopo i campi di transito si è passati ai ghetti e in seguito ai campi di sterminio.

 

Leoci, Carone e Marzolla si muovono su un palcoscenico essenziale e scarno, in attesa di un pubblico non meglio definito ma su cui aleggia un velo di terrore. Attraverso i semplici sorrisi che ribaltano le atmosfere di lutto e morte, gli “UNO&Trio” ci consegnano una storia di resilienza e di speranza, in cui il teatro e la comicità sono autentiche luci nel grande buio della Seconda Guerra Mondiale.

 

Damiano Nirchio cura la drammaturgia dello spettacolo, la scenografia e i costumi portano la firma di Pier Paolo Bisleri. Il light designer è Giuseppe Pugliese, l’arrangiatore delle canzoni e vocal coach è Isabella Minafra, mentre gli arrangiamenti musicali e strumentali sono di Vito Liturri. Dino Parrotta è il supervisore del ragtime, Rossana Suriano è assistente alla regia. Angela Grassi è la sarta, prosthetics a cura di Marcella Zito, il montaggio video è di Nicola Galluzzi.

 

Il botteghino del Teatro Fusco è aperto dal martedì al venerdì, dalle ore 15:30 alle 19:30. Il biglietto intero per la platea è di 15€ (ridotto 12€), per la galleria è di 12€ (ridotto 10€). Previsto anche uno speciale matinée per le scuole, lo spettacolo può essere inserito come serale a scelta in abbonamento I giornalisti che volessero richiedere accrediti per lo spettacolo sono pregati di fare domanda entro e non oltre venerdì 26 gennaio al numero di telefono 3208221720.

 

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