Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - Giornalista1

DI ROBERTO DE GIORGI

 

 

 

La nostra pineta che dal Pino Solitario, che fu fagocitato dalla zona industriale, si estende fino a Metaponto, salvo insediamenti, fu inserita agli inizi anni  80 in una legge sulla valorizzazione degli itinerari turistici dell’allora ministro per il mezzogiorno Signorile.

 

Poi di questa legge con l’avvento delle Regioni e dei compiti ad esse demandati non si seppe nulla. Anche se oggi, il Ministro Franceschini torna a parlare di itinerari turistici, stavolta legati ai beni culturali Breve premessa per parlare dello stato di questa pineta. Il fatto è accaduto oggi, domenica 3 maggio, erano le 13,00, in zona Lido Verde, Marina di Ferrara frazione del comune di Massafra.

 

Siamo nel 2015, in una stagione arricchita dall’Expo universale che tratta anche dello spreco. Ma un presidio naturale cosi prezioso, che i turisti di tutto il mondo ci invidierebbero, che risponde alle premesse di cui sopra, per quale motivo deve essere lasciata in questo stato?

 

Per ovvi motivi di privacy, non essendo organi inquirenti, abbiamo solo fatto le foto ai rifiuti di bivacchi precedenti e non alle tavole già bandite di ogni ben di Dio, pronte alla gozzoviglie e ai rifiuti.

Ora ci chiediamo: per quale motivo in tali pinete frequentate da cittadini che fanno barbecue sotto pini resinosi e non sicurezza, non c’è nessuno controllo?

 

Perché sapendo che cittadini, forse anche massafresi, fanno pic nic sotto pini non ci sono contenitori per la raccolta dei rifiuti?

Al di là del fatto che buttare rifiuti nel demanio è reato penale, ma è davvero possibile abbandonare un ecosistema così prezioso in tale situazione?

Domande che rivolgiamo al Comune di Massafra e alla Forestale per i compiti loro preposti nella salvaguardia dei beni ambientali 

I dati della lista Falciani sono utilizzabili nell’accertamento tributario in quanto l’amministrazione finanziaria nel contrasto all’evasione fiscale può avvalersi di qualsiasi elemento con valore indiziario, con la sola esclusione di quelli la cui inutilizzabilità discenda da una disposizione di legge o siano stati acquisiti in violazione di un diritto del contribuente”.

E’ quanto ha affermato la Suprema Corte, con le ordinanze n. 8605 e 8606 del 28 aprile 2015, secondo cui il documento contenenti nomi di contribuenti presunti evasori (tra cui circa 7mila contribuenti italiani), sottratto alla banca svizzera Hsbc da un ex dipendente della stessa (l’informativo Hervè Falciani) è utilizzabile a favore del fisco.

In particolare, la controversia riguardava alcuni avvisi di accertamento ed atti di contestazione sanzioni notificati dall’Agenzia delle Entrate proprio sulla base dei dati contenuti nella lista. Tale elenco era stato sequestrato dalle autorità francesi e trasmesso alle autorità fiscali europee in ottemperanza alla direttiva 77/799/Cee, per giungere poi a maggio 2010 alla GdF ed alla Agenzia delle Entrate. Orbene, impugnati gli atti impositivi innanzi i giudici tributari, i contribuenti ottenevano pronunce favorevoli sia in primo grado che in appello. Infatti, le Commissioni tributarie ritenevano non utilizzabili i dati contenuti nella lista e conseguentemente annullavano gli atti impositivi del fisco laddove l’acquisizione documentale era illegittima in quanto le informazioni provenivano da reati perpetrati dall’ex dipendente (accesso abusivo a un sistema informatico, (art. 615-ter c.p.), appropriazione indebita di dati personali (articoli 846 e 61, n. 11, c.p.) ecc.). Si ricorda altresì che la Corte di Cassazione (n. 38753/2012), in un procedimento relativo alla "lista Falciani", pur non pronunciandosi sulla sua utilizzabilità o meno, ha affermato che, qualora risulti l'acquisizione illecita dei documenti, allora questi non potranno essere utilizzati in sede dibattimentale. A tal proposito, la Corte d'Appello di Parigi (sentenza 8 febbraio 2011) ha sancito l'illegittimità delle modalità attraverso le quali le autorità francesi sono venute in possesso della "lista Falciani", negandone l'utilizzabilità ai fini accertativi. La sentenza è stata confermata dalla Corte di Cassazione francese (sentenza n. 11-13097 del 2013).

Ebbene l’Agenzia ricorreva dunque in Cassazione.

I Giudici Supremi così stabilivano che, esaminando il tema dell'utilizzabilità dei dati acquisiti dall'ufficio fiscale dalle autorità fiscali francesi in forza della dir.CEE 77/779, la Corte di giustizia-Corte giust., Grande Sezione, 22 ottobre 2013, causa C-276/12,- ha riconosciuto che la direttiva 77/799 non tratta del diritto del contribuente di contestare l'esattezza dell'informazione trasmessa e non impone alcun obbligo particolare quanto al contenuto di quest'ultima, aggiungendo inoltre che spetta solo agli ordinamenti nazionali fissare le relative norme. Si deve perciò concludere che il diritto dell'Unione non preclude ad un soggetto passivo la possibilità di mettere in discussione, nell'ambito di un procedimento tributario nazionale, la correttezza delle informazioni fornite da altri Stati membri ai sensi dell'art. 2 della direttiva 77/799. In altri termini, se non può sostenersi che le modalità di acquisizione mediante strumenti di cooperazione ai fini della lotta all'evasione possano ex se rendere legittima l'utilizzabilità della documentazione trasmessa, non può nemmeno affermarsi, come invece ha ritenuto la CTR, che detti strumenti imponessero all'autorità italiana un'attività di verifica circa provenienza e autenticità della documentazione trasmessa, anche considerando che secondo la Corte di Giustizia la dir.77/799 persegue l'ulteriore finalità di consentire il corretto accertamento delle imposte sul reddito e sul patrimonio nei vari Stati membri-Corte giust. 13 aprile 2000, causa C- 420/98,W.N., p.22-.

E' poi errata la ritenuta inutilizzabilità -da parte della CTR- dei documenti in ragione della provenienza illecita- trafugamento dei dati bancari da parte di un ex dipendente della banca svizzera HSBC, F.H. acquisiti successivamente dall'autorità francese. Occorre, anzitutto escludere qualunque diretta rilevanza ai fini del giudizio all'avviso espresso da Cass.pen.n.29433/2013 che, in ambito penale, ha escluso la legittimazione del contribuente a chiedere la distruzione dei documenti della Lista (OMISSIS), al cui interno si rinviene l'affermazione che detti documenti potrebbero costituire valido spunto di indagine ancorchè acquisiti illegalmente, al pari degli scritti anonimi- risolvendosi in un'affermazione che trova il suo ambito all'interno della disciplina processualpenalistica. In effetti, la giurisprudenza di questa Corte è orientata a mantenere una netta differenziazione fra processo penale e processo tributario, secondo un principio - sancito non soltanto dalle norme sui reati tributari (D.L. 10 luglio 1982, n. 429, art. 12, successivamente confermato dal D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74, art. 20) ma altresì desumibile dalle disposizioni generali dettate dagli artt. 2 e 654 c.p.p., ed espressamente previsto dall'art. 220 disp. att. c.p.p., che impone l'obbligo del rispetto delle disposizioni del codice di procedura penale, quando nel corso di attività ispettive emergano indizi di reato, ma soltanto ai fini della "applicazione della legge penale" (Cass. nn. 22984, 22985 e 22986 del 2010;Cass.n.13121/2012).

Si riconosce quindi, generalmente, che "...non qualsiasi irritualità nell'acquisizione di elementi rilevanti ai fini dell'accertamento fiscale comporta, di per sè, la inutilizzabilità degli stessi, in mancanza di una specifica previsione in tal senso ed esclusi, ovviamente, i casi in cui viene in discussione la tutela dei diritti fondamentali di rango costituzionale (quali l'inviolabilità della libertà personale, del domicilio, ecc.) - cfr.Cass.n.24923/2011-. Tale prospettiva si collega al principio per cui nell'ordinamento tributario non si rinviene una disposizione analoga a quella contenuta all'art. 191 c.p.p., a norma del quale "le prove acquisite in violazione dei divieti stabiliti dalla legge non possono essere utilizzate". Ora, occorre evidenziare che non può porsi in discussione la legittimità dell'attività posta in essere dall'Amministrazione fiscale interna su impulso di quella francese in forza della dir.79/799/CEE, correttamente utilizzata nel caso di specie, anche in relazione a quanto sopra esposto.

Ed infatti, tanto il D.P.R. n. 600 del 1973, art. 39, comma 2, che l'art. 41, comma 2, e il D.P.R. n. 633 del 1972, art. 55, comma 1, prendono esplicitamente in considerazione l'utilizzo di elementi "comunque" acquisiti, e perciò anche nell'esercizio di attività istruttorie attuate con modalità diverse da quelle indicate nel D.P.R. n. 600 del 1973, artt. 32 e 33 e nel D.P.R. n. 633 del 1972, art. 51. Tali disposizioni individuano, quindi, un principio generale di non tipicità della prova che consente l'utilizzabilità - in linea di massima- di qualsiasi elemento che il giudice correttamente qualifichi come possibile punto di appoggio per dimostrare l'esistenza un fatto rilevante e non direttamente conosciuto. Ciò che trova, peraltro, un limite quando gli elementi probatori siano stati direttamente acquisiti dall'Amministrazione in spregio di un diritto fondamentale del contribuente.

Va dunque sottolineato, con riferimento al caso qui esaminato, che l'eventuale responsabilità penale dell'autore materiale della lista- questione che esula dalla vicenda processuale odierna, non risultando la condotta nemmeno posta in essere in Italia - e, comunque, l'illiceità della di lui condotta nei confronti dell'istituto bancario presso il quale operava non è in grado di determinare l'inutilizzabilità della documentazione anzidetta nel procedimento fiscale a carico del contribuente utilizzata dal Fisco italiano al quale è stata trasmessa dalle autorità francesi - v., sul punto, la già ricordata pronunzia della Cassazione penale francese del novembre 2013 - (Cour de Cassation criminelle, 27.11.2013, ric.13-85042) che ha espressamente riconosciuto l'utilizzazione -addirittura in ambito penale- della Lista (OMISSIS) sul presupposto che al confezionamento eventualmente illecito delle prove non aveva cooperato l'autorità pubblica-.

Nè l'utilizzazione, nel procedimento amministrativo volto all'accertamento di violazioni di natura fiscale, dei documenti provenienti dalla lista (OMISSIS) determina una lesione di diritti costituzionalmente garantiti del contribuente.

L'attività anzidetta compiuta dell'amministrazione fiscale italiana su impulso di quella francese non si pone, considerando quanto già esposto in ordine alla base legale che giustifica l'attività della p.a., in rotta di collisione con il diritto fondamentale alla riservatezza.

Occorre rilevare che il legislatore, con la L. n. 413 del 1991 - art. 18- ha abrogato il "cd. segreto bancario" (cfr. Cass. n. 16874/2009) -secondo l'opinione prevalente traente origine da una norma consuetudinaria- e, per altro verso, la sfera di riservatezza relativa alle attività che gravitano attorno ai servizi bancari è essenzialmente correlata all'obiettivo della sicurezza e al buon andamento dei traffici commerciali.

Ciò consente di evidenziare che i valori collegati al diritto alla riservatezza e al dovere di riserbo sui dati bancari sono sicuramente recessivi di fronte a quelli riferibili al dovere inderogabile imposto ad ogni contribuente dall'art. 53 Cost.. D'altra parte, sempre secondo la Corte costituzionale, "...alla riservatezza cui le banche sono tenute nei confronti delle operazioni dei propri clienti non si può applicare il paradigma di garanzia proprio dei diritti di libertà personale, poichè alla base del segreto bancario non ci sono valori della persona umana da tutelare: ci sono, più semplicemente, istituzioni economiche e interessi patrimoniali, ai quali, secondo la giurisprudenza costante di questa Corte, quel paradigma non è applicabile (v. sentt. nn.55 del 1968 e 22 del 1971)".

Del resto, l'esigenza primaria ben rappresentata dall'art. 53 Cost., che si sostanzia nei doveri inderogabili di solidarietà, primo fra tutti quello di concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva, alla quale si associa in modo altrettanto cogente l'obiettivo di realizzare una decisa "lotta" ai paradisi fiscali illecitamente costituiti all'estero, giustifica l'utilizzabilità delle prove acquisite dall'amministrazione con le modalità qui esaminate, trovando comunque copertura nel quadro normativo sopra menzionato e senza che possa dirsi esistente nell'ordinamento interno un principio opposto a quello appena esposto- in questa direzione v., ancora, Corte costituzionale tedesca, 9 novembre 2010 2 BvR 2101/09-.

Nè appare profilabile la lesione dell'art. 24 Cost. se si accede all'idea che il contenuto della lista costituisce semplice indizio nel processo tributarioed il giudicante di merito è tenuto a prenderlo in considerazione, pro o contro il fisco, nel quadro delle complessive acquisizioni processuali, con piena facoltà d'intervento delle difese - cfr.Cass.n.16874/2009-.

Nemmeno può ipotizzarsi una lesione del cd. giusto processo per come tutelato dall'art. 6 CEDU.

Quanto al carattere indiziario degli elementi originariamente raccolti dalle autorità francesi, la CTR ha omesso di considerare che anche un solo indizio può risultare già di per sè idonei a giustificare la pretesa fiscale, essendo ormai ferma la giurisprudenza di questa Corte nel ritenere che in materia tributaria, è sufficiente, quale prova presuntiva, un unico indizio, preciso e grave (ancorchè l'art. 2729 c.c. si esprima al plurale) e la relazione tra il fatto noto e quello ignoto non deve avere carattere di necessità, essendo sufficiente che l'esistenza del fatto da dimostrare derivi come conseguenza del fatto noto alla stregua di canoni di ragionevolezza e probabilità - cfr.Cass. n. 656/2014; Cass.n. 12438/2007; Cass.n.28047/2009; Cass.n.27063/2006.

Nè può dubitarsi dell'utilizzabilità di informazioni acquisite nell'ambito di indagini amministrative quali elementi di prova (Cass. 30 settembre 2011, n. 20032; Cass. 20 aprile 2007, n. 9402; Cass. 29 luglio 2005, n. 16032; Cass. 5 maggio 2011, n. 9876;Cass. 14 maggio 2010, n. 11785;Cass.n.2916/2013;v. anche Cass.n.3839/2009;Cass., 7 agosto 2008 n. 21271; Cass.n.4612, 4613 e 4614/2014).

Alla luce di tali principi processual-penalistici, i Giudici Supremi nella sentenza in commento, concludevano che sono perciò utilizzabili, nel contraddittorio con il contribuente, i dati bancari acquisiti dal dipendente infedele di un istituto bancario, senza che assuma rilievo l'eventuale reato commesso dal dipendente stesso e la violazione del diritto alla riservatezza dei dati bancari (che non gode di tutela nei confronti del fisco). Spetterà quindi al giudice di merito, in caso di contestazioni fiscali mosse al contribuente, valutare se i dati in questione siano attendibili, anche attraverso il riscontro con le difese del contribuente.

Ecco che si può evincere che la lista Falciani dapprima non pregiudicherebbe il diritto di difesa ai fini dell’acquisizione illegittima perché semplice indizio valutabile pro e contro il contribuente, poi invece dovendo esaminarne la rilevanza diventa un indizio più che idoneo a determinarne la rettifica con la conseguenza  che  come accade oramai spesso siano prevalse le ragioni del fisco sottese a queste vicende.

Ebbene, tutto ciò posto, è auspicabile che come più volte ribadito in un mio progetto di decreto legislativo di riforma del processo tributario, in discussione al Parlamento, redatto a seguito della Legge n. 23 dell’11 marzo 2014 all’art. 10, che finalmente dopo anni di attesa ha delegato il Governo ad introdurre con i decreti legislativi norme per la revisione del processo tributario, l’inutilizzabilità delle prove acquisite illegittimamente non valga solo per il processo penale ma anche per il processo tributario.

                                                                              Avv. Maurizio Villani

                                                                                                                       Avv. Iolanda Pansardi

5arresti e 49 denunce a piede libero sono il risultato di un servizio di controllo straordinario del territorio disposto negli ultimi giorni dalla Compagnia Carabinieri di Taranto e finalizzato alla prevenzione e repressione di reati in genere. Il Nucleo Operativo Radiomobile e le Stazioni di Taranto Principale, Taranto Centro, Taranto Nord, Taranto Salinella, Talsano e Leporano, nel corso di tale attività, in esecuzione di ordine di carcerazione, hanno tratto in arresto ed associato presso la locale Casa Circondariale di Taranto:

-    un 27ennetarantino condannato ad anni 1, mesi 7 e giorni 1 4 di reclusione per reati contro il patrimonio;

Inoltre sono stati arrestati e sottoposti alla detenzione domiciliare:

-    un 39enne, tarantino condannato a mesi 4 e giorni 28 di reclusione per furto;

-    un 66ennetarantino condannato ad anni 3 e mesi 4 di reclusione per reati contro la persona;

-    un 24ennetarantino condannato a mesi 3 e giorni 5 di reclusione per furto;

-    un 39ennetarantino condannato a mesi 10 di reclusione per danneggiamento.

I Carabinieri hanno inoltre denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria 49 persone per diversi reati: 5 per evasione; 5 per violazione colposa di doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a sequestro; 9 per guida senza patente perché mai conseguita o revocata; 1 per guida in stato di ebbrezza alcolica; 15 per furto; 4per ricettazione; 1 per inosservanza degli obblighi della Sorveglianza Speciale di P.S. cui era sottoposto; 1 per inosservanza degli obblighi del foglio di via obbligatorio; 1 per porto di armi o oggetti atti ad offendere; 1 per favoreggiamento personale; 2 per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice;  1 per maltrattamenti in famiglia; 1 per inosservanza  dei provvedimenti dell’Autorità; 2 per mancanza di dotazioni di sicurezza a bordo di natante.

Infine, sono stati segnalati alla competente Autorità amministrativa 12soggetti quali assuntori di sostanze stupefacenti e, nella circostanza, sono stati sequestrati complessivamente gr. 2 di cocaina, gr. 5 di eroina, gr. 1 di marijuana e gr. 16 di hashish.

 

"RIFORMA SI, MA NON COSI'" - Adesione FdS al Corteo degli Studenti il 5 maggio a Taranto

La Federazione degli Studenti di Taranto è pronta a mobilitarsi ancora. Questa volta però, non saremo soli in questa iniziativa di lotta per il progresso. Il 5 Aprile l'intero mondo della scuola si fermerà per chiedere un reset di quella che è la scuola italiana, e, in particolare, quella della Buona Scuola di Renzi. Per la prima volta dopo anni studenti e insegnanti sono uniti per chiedere un vero cambiamento e miglioramento del sistema scolastico. Per quanto introduca delle norme positive (si pensi ad una scuola più tecnologizzata) questa riforma è esageratamente sbilanciata verso una scuola-azienda dove l'unica cosa concessa è maggiore potere ai dirigenti scolastici. Non si parla di risorse per l'edilizia scolastica, di classi pollaio, di una scuola partecipata dove il consiglio d'istituto (rappresentanti inclusi) è il vero organo decisionale della scuola. La vera buona scuola della Repubblica, quella della Costituzione, quella alla quale noi puntiamo è ancora un sogno lontano.

A livello locale il problema è amplificato (come da noi ampiamente denunciato). Taranto ha una delle sue poche chance in un'istruzione che sia fondamento di un cambiamento socio-culturale per questo territorio. Un territorio dalle mille possibilità, dalle mille capacità ma che, senza scuola e senza risorse sarà sempre più nella stagnante oscurità nella quale si è trovata negli ultimi anni.

Pertanto, martedì 5 saremo in piazza con il Movimento Studentesco Taranto e gli insegnati tarantini per gridare a gran voce "RIFORMA SI, MA NON COSI'".

Inoltre, dalle 7,30 alle 8.45 saremo in via Crispi (entrata Aristosseno) per parlare insieme di scuola e progresso in un'assemblea pre-corteo. Sono invitati tutti gli insegnati e gli studenti che vorranno prendere parte con un intervento o un pensiero.

"SCUOLA, PROGRESSO, DIGNITA', QUESTA E' LA NOSTRA LIBERTA'"


 

Pasquale Ribezzo, Cna Puglia: “ Tassare le imprese per quanto incassano effettivamente”

 

Il “tax free day” è un modo semplice e immediato per capire fin dove arriva, nell’arco dei 12 mesi, la mano del fisco sulle piccole imprese. Come media nazionale, nel 2015 le piccole imprese lavoreranno per il fisco sei giorni meno che nel 2014.   Insomma  , dice Ribezzo Cna Puglia , da questa indagine della Cna Nazionale si evince che  :

se sei un imprenditore e lavori a Taranto il 31 Agosto finisci di lavorare per il " socio Fisco "  e poi inizi a guadagnare per la tua Azienda  , non solo il totale delle tasse pagate dagli imprenditori tarantini ammonta all 66,8% ed il tutto posiziona la citta’ al 17° su 113 citta’ prese in considerazione nella ricerca della Cna Nazionale , si puo’ dire con certezza che” a Taranto si lavora 8 mesi  per pagare le tasse nazionali e comunali” . mentre in Puglia   sei un imprenditore “ fortunato “  se lavori a  Lecce perché il 14 agosto finisci di lavorare per il “ SOCIO FISCO “  ed inizi a guadagnare qualcosa , sei “ sfortunato”  se lavori a  Bari perché per  guadagnare qualcosa devi aspettare il 10 Settembre .

“Tax free day”   Puglia

10 settembre 2015  a  Bari

5 settembre 2015 Foggia

31 Agosto a Taranto

21 agosto 2015  a BRINDISI

14 agosto 2015 Lecce

Questa è la sconcertante realtà che Pasquale Ribezzo , Segretario Regionale della Cna Puglia , stigmatizza leggendo i dati dell’Osservatorio della Cna sulla tassazione delle piccole imprese presentato ieri a Roma .  I posizionamenti e le percentuali di tasse pagate nei ns capoluoghi di provincia evidenziano come sia ancora molto alta l’imposizione fiscale sia nazionale che locale e che , ad esempio , a Bari, città classificata come le piu’ care dal punto di vista fiscale , il totale delle tasse pagate ammonti ad una cifra assurda ed improponibile per  chi gestisce un’attivita’ imprenditoriale del 69.6% ,a Foggia il 68,2%, a Taranto il 66,8% mentre a Brindisi il 64,2% e , per finire  , una magra consolazione  , la città piu’ “ bassa per le tasse “ si rivela Lecce con il 62,1%

È necessario un’inversione di tendenza per far si che la ripresa possa partire anche nella nostra Puglia cosi’ operosa e sempre alla ricerca di nuovi mercati , bisogna pero’ favorire e snellire l’accesso al credito per far fronte alla mancanza di liquidità degli artigiani e dei piccoli imprenditori; rispettare i tempi di pagamento e far fronte ai debiti verso le imprese e prevedere una tassazione agevolata ad artigiani e piccole imprese soprattutto nelle aree di crisi.

La Cna Puglia sostiene che sulle piccole imprese continua ad accanirsi un fisco fra i più voraci d’Europa. Ma questa voracità sta cominciando, di poco e lentamente, a calare, proponiamo con urgenza che le piccole imprese csiano  tassate per cassa e non per competenza, cioè sulla base dei redditi effettivamente incassati, sarebbe un significativo passo in avanti. E ottenuto senza eccessivi oneri per le casse pubbliche, in quanto i versamenti verrebbero solo posposti”.

 Nel 2015 il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) si profila un calo dell’1,7%, passando dal 63,9% del 2014 al 62,2%. Siamo ancora, come si vede, ben al di sopra del 59,2% raggiunto nel 2011, l’anno zero del federalismo fiscale. Il calo del 2015 va interamente intestato all’abolizione della componente lavoro dell’Irap. Un beneficio che poteva essere ben più corposo, se non fosse stato dimezzato dal maggior prelievo dell’Irpef e dei contributi previdenziali degli imprenditori (IVS).  Il taglio dell’Irap si è trasformato in reddito d’impresa, quindi immediatamente soggetto all’Irpef. Torniamo alla riduzione possibile nel 2015.

 E’ un passo nella giusta direzione, continua Ribezzo  , e come Cna Puglia  ci aspettiamo le relative  conferme dalle decisioni che prenderanno i Comuni nei prossimi mesi , chiediamo che i  Sindaci non decidano  di compensare i tagli, già stabiliti, dei trasferimenti dello Stato centrale, rimettendo mano ai tributi locali, per non far svaniredel tutto  fino a farlo scomparire il beneficio fiscale indotto dal taglio dell’Irap.  Lo rileva il Rapporto 2015 dell’Osservatorio CNA sulla tassazione della piccola impresa, curato dal Centro studi e dal Dipartimento politiche fiscali, presentato oggi in occasione del convegno “Comune che vai, fisco che trovi”.

Per info piu’ dettagliate : http://www.cna.it/cna/dipartimenti-e-uffici/politiche-fiscali/notizie/nel-2015-discesa-dell17-il-peso-del-fisco-sulle

Scheda posizionamento su 113 citta’ e total tax rate



 

Uno sciopero necessario, per fermare il tentativo del Governo di riformare la Scuola in maniera pericolosa, creando un modello antidemocratico e mettendo a rischio la sorte di migliaia di precari, tra cui gli idonei all'ultimo concorso.

In qualità di segretario regionale dello Snals Confsal Puglia, affermo con fermezza la necessità di scendere in piazza tutti, insegnanti, collaboratori e assistenti amministrativi, collaboratori scolastici, martedì 5 maggio per lo Sciopero generale indetto da tutte le sigle sindacali che racchiudono il mondo della Scuola.

Tanti i punti oscuri del Disegno di Legge “La Buona Scuola” voluto dal Governo Renzi in corso di approvazione alle due Camere. Innanzitutto si evidenzia un modello di scuola di tipo aziendalistico, con un dirigente/imprenditore che progetta, programma e gestisce ogni cosa per garantire produttività, efficienza, competitività, profitto e meritocrazia funzionale alla concorrenza.

Sarà la fine della scuola pubblica e la nascita della scuola/azienda che guarda alle esigenze di mercato e sforna lavoratori e non cittadini. Il modello vincente non sarà più quello democratico basato sulle decisioni collegiali (insegnanti, genitori, studenti), ma quello dirigistico in cui un preside dai “superpoteri” non controlla più solo le attività amministrative e il personale, ma decide sulle attività aggiuntive e sulle scelte didattiche che erano prerogativa del collegio dei docenti.

Il preside, dunque, secondo il ddl valuta le metodologie didattiche e i risultati che il singolo insegnante ottiene distribuendo compensi accessori senza che vengano determinati i criteri né i metodi di attribuzione. Si può dire che tutti i dirigenti hanno le competenze didattiche (studi di pedagogia, didattica, docimologia) per tale compito?

Il preside decide l’assunzione dei nuovi docenti sulla base di un albo provinciale in cui andranno a finire tutti gli insegnanti di “serie zeta”, ossia tutti i neoassunti, coloro che avranno perso posto nella scuola di appartenenza e tutti quelli che desiderano un trasferimento in un altro ambito territoriale. Significa dividere i docenti in due caste, anche a causa della distinzione tra organico comune (gli insegnanti “veri” con cattedra) e l’organico funzionale che farà tutto il resto a cominciare dalle supplenze. Come sceglierà il dirigente? Anche qui nessun criterio definito se non i curricula degli insegnanti e le effettive disponibilità (se non ci sono insegnanti di matematica si prenderanno quelli rimasti di geografia).

La “scuola che vorrei” che il governo ci ha propagandato, diventerà pertanto la “scuola che avrò”; una scuola che non terrà conto delle competenze, delle abilitazioni dei docenti, andando così a scapito della didattica, quindi degli alunni.

Un altro punto dolente del ddl è la mancanza di attenzione sul ruolo del personale ATA (direttori dei servizi generali e amministrativi, coordinatori amministrativi, coordinatori tecnici, assistenti amministrativi, collaboratori scolastici, ecc.) nei 12 punti della Riforma. Un segnale che alla “spina dorsale” del sistema scuola non viene data la giusta attenzione. Ma buona una buona scuola funzionare senza l'impegno di determinate figure professionali.

E se gli atti del dirigente non fossero legittimi? Non esisterebbe nessuna forma di ricorso se non quello alla Corte Costituzionale! Questo per il processo di “de-contrattualizzazione” dei lavoratori della scuola che, non avendo più un contratto appunto (tra l’altro, sarebbero gli unici nel pubblico impiego), non avranno più nessun diritto scritto da rivendicare se non quelli costituzionali. La valutazione dei docenti – in quest’ottica – diventa figlia del clientelismo.

Al Governo – che non accetta il dialogo coi sindacati, di conseguenza con i lavoratori - sono state fornite tredici deleghe in bianco: in esse sono presenti solo i titoli. Il governo potrà pertanto scriverci ciò che vuole per poi essere regolarmente approvate dalla Commissione Cultura.

Basta menzogne, Basta buffonate! Renzi smetta di fare l’apprendista stregone sulla pelle della scuola!

Per questo tutti in piazza giorno 5 maggio per rivendicare quella scuola della Costituzione che tutti noi vogliamo. Una vera buona scuola, pubblica e democratica, con risorse umane ed economiche adeguate ed investimenti seri e reali.

Chiara De Bernardo


 

La soddisfazione del Sindaco Vito De Palma per “un intervento concepito  per soddisfare al meglio i bisogni della cittadinanza attraverso la realizzazione di una struttura destinata ai bambini e non solo”: Inaugurazione dell'opera venerdì 1° maggio nella pineta “Madonna Dattoli”.

L’operazione rientra nell’ambito di un progetto, partito nel 2012, attraverso il quale l’Amministrazione ha inteso operare una ricognizione delle aree verdi comunali con l’obiettivo di concederle a privati  attraverso un bando pubblico affinché fossero oggetto di interventi di recupero e messi a disposizione della cittadinanza.

Importante quindi il risultato portato a casa dalla compagine di governo locale:  si restituisce,  senza costi a carico dell’Amministrazione, alla fruibilità dei ginosini un’area in grado di arricchire il sistema di aree verdi che riveste una rilevante  importanza per bambini, genitori ed anziani che potranno trascorrere momenti della loro vita immersi nella natura.

 L’area, completamente abbandonata,  fu rimboscata nel 1996 a seguito di un progetto redatto dal dott. Vincenzo Di Canio e realizzato dall’ANFFAS.

Oggi si completa quel progetto attraverso la fruibilità della comunità locale.

“Si tratta di uno spazio  distante  poche decine di metri dal nostro agriturismo “Praedio della Reale” che, a seguito di una convenzione con il Comune di Ginosa, abbiamo attrezzato con area pic nic, area giochi e parco avventura ”  spiega Domenico Castria proprietario della struttura ricettiva.

Prosegue pertanto l’impegno dell’Amministrazione Comunale sul fronte ambientale, solo qualche giorno fa l’assegnazione a Marina di Ginosa della “Bandiera Verde” strumento attraverso cui i pediatriindividuano le spiagge dove i bambini possono trascorrere delle vacanze tranquille e sicure.

 


 

Nato dall’esperienza di un affermato gruppo di operatori dell’imprenditoria, della ricerca, della didattica, del marketing e della divulgazione scientifica, è finanziato interamente con fondi privati grazie al coinvolgimento di una delegazione di imprenditori e professionistidella rete Made in Taranto™.

 

LE TERRE DEI DELFINI è un'idea di Made in Taranto, Jonian Dolphin Conservation ed Enza Tomaselli. Il progetto LE TERRE DEI DELFINI è un progetto aperto a tutti coloro desiderino condividerne gli obiettivi eche avranno i requisiti previsti dal disciplinare di adesione. Finalmente il turismo si combina con la ricercascientifica, la bellezza e la storia dei luoghi, la cultura artigianale e agricola, la salvaguardia dell’ambiente eil marketing territoriale condotto da professionisti del settore.

Il Decreto presidenziale n. 816 del 26 aprile 1977 definisce il Golfo di Taranto come una delle “baie storiche e naturali” dello Stato Italiano. Un’area abbracciata tra 3 Regioni, da oltre 60 comuni costieri per un totale di 500 km di costa e circa 20.000 Kmq di estensione, le cui spiagge sono lambite da un unico mare che porta il nome della città di Taranto. In quest’area attualmente insistono due Aree Marine Protette ( Porto Cesareo e Capo Rizzuto) e circa 48 tra Siti di Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale istituite in base alle Direttive UE “Habitat” e “Uccelli” per la creazione della rete ecologica Natura 2000.

In questo contesto, si inserisce l’attività della Jonian Dolphin Conservation associazione di ricerca scientifica finalizzata allo studio ed alla tutela dei Cetacei del Golfo di Taranto nel Mar Ionio Settentrionale. Jonian Dolphin Conservation è specializzata nella gestione di progetti marini con particolare focus sullo studio dell’impatto ambientale, svolge attività di progettazione e conduzione di Marine Mammals Surveys visivi ed acustici con attrezzature e personale specializzato.

La presenza dei Cetacei nell'area in considerazione, che sia stanziale o transitoria, è documentata nella letteratura di numerosissimi Istituti di Ricerca, Fondazioni, Università, a fronte di campagne regionali, nazionali ed internazionali testimoniando come questo bacino sia un habitat fondamentale alla vita di numerose specie di Cetacei. Infatti, quest’area si presenta come feeding area per la presenza di miliardi di esemplari di krill, i piccoli crostacei che compongono lo zooplancton, cibo primario di Cetacei. In considerazione della ricca biodiversità marina presente nel Golfo di Taranto la Jonian Dolphin Conservation ha attivato l’iter giuridico-amministrativo per tutelare questa area marina tenendo conto dell’attuale quadro normativo Comunitario, Italiano e Regionale sulle tematiche inerenti il mare e la sua protezione.

La Puglia fa parte dell’olimpo delle mete turistiche mondiali e con il secondo posto nella classifica dei “best value travel destinations in the world for 2014” di Lonely Planet (la guida turistica più nota e venduta al mondo) rappresenta sicuramente una potenzialità enorme per tutte le città Pugliesi. "La Puglia", si legge tra le motivazioni, "vanta il meglio dell'Italia meridionale: i ritmi di vita, le tradizioni, la bellezza dei luoghi. Indomita." Analizzando i dati presenti su uno dei principali portali turistici mondiali (Trip Advisor) si può notare che l’attrazione turistica più gradita in Puglia su oltre 900 attrazioni censite è l’attività di “Ricerca -Turismo” svolta dalla Jonian Dolphin Conservation di Taranto.

In questa importante classifica, la città di Taranto ha ben 2 attrazioni tra i primi 10 posti ( 7° posto per il Castello Aragonese). Matera Capitale Europea della Cultura 2019 ed i flussi turistici da essa generati rappresentano sicuramente una grande potenzialità in relazione alla favorevole posizione logistica baricentrica rispetto al Golfo di Taranto.

LE TERRE DEI DELFINI vuole essere lo strumento attraverso il quale, diversi stakeholder possano generare in maniera concreta la rinascita di un territorio ricco di potenzialità sinora sottovalutate e mal gestite.

La rinascita di un luogo passa essenzialmente dalla riqualificazione della sua immagine”. Questo è l’obiettivo principale del concept che mira a creare sinergie utili alla riqualificazione di queste terre puntando su uno dei simboli più carismatici presenti fra gli animali in natura, il DELFINO e sulle eccellenze generate dalle terre che abbracciano il Golfo dei Delfini.

I protagonisti di questo progetto saranno negozi, imprese, aziende del comparto ricettivo, associazioni ecomitati che ne condividano obiettivi e finalità operanti negli oltre 60 comuni dislocati in Puglia, Basilicata e Calabria e che si affacciano sul Golfo di Taranto.

Il privilegio, per la città di Taranto, di dare il nome alla più grande baia storica d’Italia e la sua posizione baricentrica sul Golfo di Taranto, rappresentano sicuramente una potenzialità enorme che vede finalmente arrivato il momento di essere sfruttata.

La strategia di marketing individuata è quella della ricettività integrata, alla cui base vi è un cartellone di eventi condiviso e la creazione di un portale web info-turistico che avrà il preciso obiettivo di promuovere i Comuni coinvolti.

Nei primi mesi di attività, si procederà con l’istituzione di specifici itinerari volti alla valorizzazione dei luoghi, coinvolgendo gli operatori turistici, gastronomici ed alberghieri che sposeranno il progetto. Si procederà con la creazione di itinerari didattici che favoriscano la crescita e lo sviluppo equilibrato dell’individuo, un gioco “educativo” che incentivi:

• L’acquisizione di sane abitudini alimentari e igienico-sanitarie;

• Il rispetto dell’ambiente e degli animali;

• Il ripensamento delle logiche imprenditoriali individuali e collettive in un’ottica di uso consapevole delle risorse terra e mare;

Si favorirà l’integrazione fra minori normodotati e disabili in attività ludico-ricreative condotte principalmente in mare e la conoscenza del territorio mediante la determinazione dinamica degli approdi nei punti chiave del territorio.

Verranno istituiti dei laboratori “Creativi” che educheranno alla riduzione degli sprechi, al riuso dei materiali attraverso la realizzazione di manufatti, di oggetti fantasiosi e di giocattoli con materiali di riciclo, laboratori gastronomici in grado di valorizzare pescati alternativi a quelli tradizionali e giornate educative “a tema”.

A tutto questo si aggiunga la creazione di itinerari dedicati al TURISMO D’IMPRESA in grado di stimolare la conoscenza del territorio mediante l’esplorazione di arti, artigianato e tradizioni legati alle produzioni delle ceramiche, dell’olio, del vino, del grano in particolare. 

GLI IDEATORI DEL PROGETTO

1- JONIAN DOLPHIN CONSERVATION

Jonian Dolphin Conservation è un'associazione di ricerca scientifica finalizzata allo studio ed alla tutela dei Cetacei del Golfo di Taranto nel Mar Ionio Settentrionale. J.D.C. è specializzata nella gestione di progetti marini con particolare focus sullo studio dell’impatto ambientale, inoltre svolge attività di progettazione e conduzione di Marine Mammals Surveys visivi ed acustici con attrezzature e personale specializzato. Ha realizzato documentari ed allestito spazi espositivi per mostre ed eventi sui temi della salvaguardia dell’ambiente marino. Dal 2009 svolge attività di Dolphinwatching coinvolgendo turisti e cittadinanza a bordo della stazione di monitoraggio TARAS, un catamarano di 40 piedi ideato ed equipaggiato appositamente per le attività di ricerca sui Cetacei.

A Febbraio 2013 J.D.C. si è classificata al 1° posto nella sezione “ricerca scientifica ed innovazione tecnologica” del Sea Heritage Best Communication Campaign Award che è il riconoscimento internazionale per tutti i soggetti - pubblici e privati - che hanno sviluppato progetti o interventi per la valorizzazione, la promozione e la divulgazione del patrimonio marittimo. Rappresenterà il MARE del Golfo di Taranto ad EXPO 2015 come una delle 21 eccellenze Italiane attraverso una mostra permanente al Padiglione ITALIA.

2- MADE IN TARANTO™

Made in Taranto™ è il marchio che identifica il progetto di rilancio di economie alternative per restituire alla gente di Taranto e provincia lavoro, benessere, economia, cultura e turismo in chiave eco sostenibile.

Il recupero di tradizioni, arti, mestieri, luoghi, storia, artigianato, agricoltura e turismo d’impresa è dunque il primo passo verso questo processo di riqualificazione culturale ed economica, in grado di generare nuove opportunità per l’economia tipica di queste terre: pesca, agricoltura, manifattura e turismo d’impresa.

Made in Taranto ™ è anche il progetto di Rete tra professionisti, artigiani, commercianti e imprese che intendono lavorare in direzione della rinascita culturale, sociale ed economica del territorio tarantino. Lo stare insieme favorisce la nascita di un nuovo modello di promozione del territorio non più basato sui prodotti o sui servizi, ma sulle PERSONE.

In sintesi, Made in Taranto™:

• aggrega aziende, negozi e professionisti operanti in Taranto e provincia;

• promuove idee, iniziative e progetti innovativi in tutti gli ambiti economici locali;

• sostiene le aziende con attività di Web marketing, formazione, finanza, marketing e progetti di reti di imprese;

3- Dott.ssa ENZA TOMASELLI

Insegnante di biologia con la passione per l’ideazione e la realizzazione di itinerari storico-naturalistici nelle terre dimenticate dell’area ionica, capace di valorizzare percorsi attraverso l’approfondimento dello studio della macchia mediterranea, dell’avifauna, del carsismo e delle varie forme di antropizzazione, ha presentato per l’edizione PUGLIAUNDERGROUND 2014 un’ipotesi di percorso di geoturismo a Taranto lungo la Circumarpiccolo.

Enza Tomaselli ha ideato e realizzato uscite in barca didattica, in collaborazione con la JDC, per completare le conoscenze teorico-didattiche dei ragazzi, in aule a cielo aperto, dove l’osservare citri, pinne nobilis e mitilicoltura può regalare emozioni, per un” sapere per sempre”.

Ha ideato percorsi naturalistici del fare e dell’essere, come una GIORNATA DA PASTORE, dove accanto alla conoscenza del territorio si affianca il bisogno di riconquistare i ritmi lenti della vita semplice del pastore, collegati alla degustazione dei prodotti caseari delle masserie interessate.

Ha, poi, ideato e organizzato il TOUR DELLE TORRI COSTIERE IN BARCA A VELA con l’osservazione e il racconto della storia delle torri costiere e sbarco a Torre Colimena con visita in loco.

Interessanti e affascinanti i suoi percorsi a cavallo che hanno messo in luce antichi tratturi, cave, masserie, e panorami mozzafiato della nostra terra.

Suoi gli slogan AMO TARANTO PERCHE’ LA CONOSCO e BEAUTIFUL ASSAI, divenuti popolari e amati da tutti coloro che hanno condiviso con lei le passeggiate lungo i tratturi del Mar Piccolo o lungo le zone in rete con la masseria Carmine nella zona industrializzata. Le sue passeggiate raccontano l’emozione di vivere una terra baciata dalla BELLEZZA, convinta che i colori di queste terre, GIALLO-ORO, VERDE-ULIVO, BLU CIELO-MARE, colori chiave del logo delle TERRE DEI DELFINI, possano regalare al turista una vera VACANZA DELL’ANIMA.

PARTNER:

Gianluca Caputo, da oltre 20 anni imprenditore e titolare dell’azienda Windor srl, Alessandra Testa, socio titolare di Dondequiera Viaggi e Giuseppe Pasca, dottore commercialista e revisore contabile (Digida srl). A questi si aggiunge l’esperienza di Crea Valore, azienda specializzata in marketing e comunicazione cui è stato affidato il compito di gestire e curare gli aspetti relativi al web marketing e alle pubbliche relazioni.

Grazie al sostegno di partner lungimiranti e innamorati del territorio, il progetto Terre dei Delfini punta in alto, prevedendone ricadute positive in termini anche e soprattutto di lavoro e occupazione.

INFO: WWW.LETERREDEIDELFINI.IT

 

DOCUMENTO REDATTO AI SENSI DELLA LEGGE 22 FEBBRAIO 2000 N. 28 E S.M.I. E DELL’ART. 20 DELLA DELIBERAZIONE N. 84/06/CSP DELL’AUTORITA’ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI, PUBBLICATA SULLA GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA N. 87 DEL 13 APRILE 2006.


Il Giornale di Taranto, testata giornalistica online, registrata presso il Tribunale di Taranto n° 4/2013 del 31/01/2013, edita dalla Associazione Officine Quotidiane, comunica che intende pubblicare sul proprio portale di informazione, messaggi elettorali a pagamento per le elezioni amministrative 2015 che si terranno il 31 del mese di maggio in conformità delle norme dell’Agcom e di eventuali Delibere specifiche che saranno emanate.
Tali messaggi saranno chiaramente distinti in quanto pubblicati negli appositi spazi destinati ai banner pubblicitari.
Tutto ciò nell’ambito della legge che regolamenta la vendita degli spazi pubblicitari per propaganda elettorale e nel rispetto delle Delibere adottate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni della Repubblica Italiana.

CONDIZIONI

Saranno applicate a tutti, in maniera uguale, le seguenti condizioni:

  • Gli spazi di propaganda saranno offerti a tutti i partiti, a tutte le liste ed a tutti i singoli candidati che ne facciano richiesta;

  • In caso di alleanze, ogni partito sarà considerato in modo autonomo;

  • Prenotazioni e consegna del materiale sarà possibile in qualunque giorno fino ad una settimana prima della data delle elezioni;

  • Sarà operativo il criterio della priorità di prenotazione per cui chi prenota e formalizza prima ha diritto di scelta degli spazi residui;

  • I banner pubblicitari in ossequio alle norme di legge, che vietano di effettuare pubblicità nel giorno antecedente alle elezioni, verranno rimossi alla mezzanotte del giorno precedente le consultazioni elettorali;

  • La visione delle tariffe dei banner e le richieste di informazioni e di pubblicazione di messaggi di propaganda elettorale a pagamento sarà possibile inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

BANNER E E VIDEOSPOT

I banner pubblicitari e i video-spot potranno essere pubblicati fino alle ore 24 del giorno precedente alle elezioni con le seguenti modalità di massima:
- pubblicità sul web: saranno inseriti nella parte superiore del sito o laterale destra e sinistra nella home page;
- a stabilire la posizione nel riquadro sarà in primo luogo il desiderio del committente ed in secondo luogo lo spazio effettivamente libero e non già prenotato;                                                                                                                                                                                                                                                    - per ogni spazio saranno inseriti al massimo 4 inserzionisti;
- sarà cura del committente fornire a Il Giornale di Taranto i files già pronti per la pubblicazione.

RICHIESTA DI INSERZIONE E PAGAMENTO ANTICIPATO
Le prenotazioni andranno effettuate almeno 3 giorni precedenti alla pubblicazione e pervenire esclusivamente all’ indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il pagamento è sempre anticipato.

FATTURAZIONE
Il Giornale di Taranto accetterà ordini richiesti da ogni parte politica, movimento, candidato, a cui verrà emessa regolare DOCUMENTAZIONE CONTABILE con formula di pagamento anticipato.

TEMPI DI PUBBLICAZIONE
Il Giornale di Taranto si impegna a mandare online i banner entro i 3 giorni successivi lavorativi la ricezione della conferma della adesione e della ricevuta di bonifico.

REGOLE COMMERCIALI
Non saranno accettate inserzioni dal contenuto testuale o grafico difformi da quanto stabilito da tutte le norme di Legge e dalle disposizioni dell’Autorità Garante per le Comunicazioni vigenti in materia con riferimento particolare, ancorché non esclusivo, alla Legge 10 dicembre 1993, n. 515 e successive norme attuative regolamentari.

TARIFFA PUBBLICITARIA 
Le tariffe possono essere richieste alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Il Giornale di Taranto non riceve e non ha mai ricevuto fondi pubblici, ma si sostiene soltanto con la pubblicità che è sempre a pagamento e sempre ben distinta dai contenuti informativi.
Tutte le notizie pubblicate sono sempre gratuite nel pieno rispetto delle leggi vigenti sulla stampa e della deontologia professionale.

 


 

Un intervento concepito  per soddisfare al meglio i bisogni della cittadinanza attraverso la realizzazione di una struttura destinata ai bambini e non solo”: 

Palese la soddisfazione del Sindaco Vito De Palma che venerdì 1° maggio ha inaugurato l’opera  compiuta nella pineta “Madonna Dattoli”.

L’operazione rientra nell’ambito di un progetto, partito nel 2012, attraverso il quale l’Amministrazione ha inteso operare una ricognizione delle aree verdi comunali con l’obiettivo di concederle a privati  attraverso un bando pubblico affinché fossero oggetto di interventi di recupero e messi a disposizione della cittadinanza.

Importante quindi il risultato portato a casa dalla compagine di governo locale:  si restituisce,  senza costi a carico dell’Amministrazione, alla fruibilità dei ginosini un’area in grado di arricchire il sistema di aree verdi che riveste una rilevante  importanza per bambini, genitori ed anziani che potranno trascorrere momenti della loro vita immersi nella natura.

 L’area, completamente abbandonata,  fu rimboscata nel 1996 a seguito di un progetto redatto dal dott. Vincenzo Di Canio e realizzato dall’ANFFAS.

Oggi si completa quel progetto attraverso la fruibilità della comunità locale.

“Si tratta di uno spazio  distante  poche decine di metri dal nostro agriturismo “Praedio della Reale” che, a seguito di una convenzione con il Comune di Ginosa, abbiamo attrezzato con area pic nic, area giochi e parco avventura ”  spiega Domenico Castria proprietario della struttura ricettiva.

Prosegue pertanto l’impegno dell’Amministrazione Comunale sul fronte ambientale, solo qualche giorno fa l’assegnazione a Marina di Ginosa della “Bandiera Verde” strumento attraverso cui i pediatriindividuano le spiagge dove i bambini possono trascorrere delle vacanze tranquille e sicure.


Pagina 742 di 913