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Giornale di Taranto - Giornalista1
In riferimento al programma Open Days promosso dall’Agenzia Regionale Puglia
Promozione in accordo con il Segretariato Regionale per la Puglia, sabato 30 maggio
il Museo Nazionale Archeologico di Taranto prolungherà l’orario di apertura al
pubblico fino alle ore 23.00 (ingresso consentito fino alle ore 22.00), con ingresso
gratuito a partire dalle ore 20.00.
L’iniziativa regionale prevede anche visite guidate gratuite, a cura del
Concessionario dei servizi aggiuntivi Nova Apulia, alle ore 20.00 e alle ore 21.30
(informazioni e prenotazioni telefoniche al numero 099/4538639).
 

 

DI MASSIMO CAUSO

 

CANNES – Attese disattese, dunque. Tre più o meno giovani maestri italiani fuori quota, che hanno portato di sicuro a Cannes 68 tre dei film più importanti del concorso, grande attenzione mediatica internazionale per ognuno di loro... Eppure, nonostante le grandi speranze né Moretti, né Sorrentino, né Garrone sono entrati nelle grazie della giuria guidata dai fratelli Joel e Ethan Coen. Il cinema italiano è rimasto fuori gioco, forse danneggiato dalle troppe aspettative della vigilia, forse solo incorso in una giuria che non aveva a disposizione un giurato italiano in grado di mediare le tre opere in competizione. C'è da farne una tragedia? Niente affatto, visto che i tre film si sono comunque difesi molto bene sulla Croisette e hanno dato un quadro del nostro cinema piuttosto vario e apprezzato.

Va detto, del resto, che il palmarès con cui si è concluso ieri sera il 68mo Festival di Cannes lascia un po' spiazzati: più che sbagliato, pare inesatto... La Palma d'Oro è francese e porta il nome di Jacques Audiard, regista forte e sempre onesto, che con “Dheepan” vince finalmente il massimo riconoscimento della kermesse, dopo averlo mancato con almeno un paio di film certamente più belli di questo (“Il profeta” e soprattutto “Un sapore di ruggine e ossa”). Sulla Croisette erano in poco ad aspettarsi la Palma d'Oro per questa storia di rifugiati politici cingalesi in cerca di una vita pacifica in un turbolento sobborgo francese. Non erano certo pochi i contendenti per il posto più alto del podio, ma alla fine il cinema francese ha fatto banco, raccogliendo ben tre premi proprio nell'anno in cui tutti avevano stigmatizzato come molto discutibile la sovrabbondante (ben cinque film!) selezione francese. Vero è che “Dheepan” era il migliore dei francesi in competizione, come non dispiace certo il Premio per l'Interpretazione Maschile assegnato al grande e sinora poco celebrato Vincent Lindon, dignitosissimo e intenso protagonista di “La loi du marché”, il film di Stéphane Brizé che ricostruisce il percorso di un disoccupato cinquantenne costretto a fare i conti con il nuovo mondo lavorativo. Certamente eccessiva è invece la bandierina francese piazzata di straforo anche sul Premio per l'interpretazione femminile: Emmanuelle Bercot, nel film di Maïwenn “Mon Roi”, è brava, ma non tanto da dover condividere un ex aequo con l'ottima americana Rooney Mara, che invece ruba letteralmente la scena a Cate Blanchett nel melodramma saffico “Carol” di Todd Haynes.

Quanto al resto, a parte la clamorosa dimenticanza di “Mountains May Depart” del cinese Jia Zhang-ke, di sicuro tra i migliori film della competizione, la giuria ha assegnato premi che forse potevano essere collocati diversamente, ma hanno pur sempre colto il segno: piace il Grand Prix all'esordiente ungherese László Nemes per “Saul Fia” (Il figlio di Saul), opera di grande intensità espressiva e di forte tensione drammatica, che ricostruisce l'orribile quotidianità di Auschwitz attraverso la storia di un ebreo costretto a servire i nazisti nelle operazioni del campo di sterminio. Il Premio della Giuria è andato al greco  Yorgos Lanthimos, che con “The Lobster” ha travolto la Croisette con una parabola surreale dedicata a un immaginario mondo futuro che per legge vieta il celibato, pena la trasformazione in un animale... Il grande maestro taiwanese Hou Hsiao Hsien avrebbe di sicuro meritato la Palma d'Oro per l'eccellente “The Assassin”, ma questo rarefatto film asiatico di cappa e spada, testimonianza di altissima arte cinematografica, ha dovuto accontentarsi di un pur prestigiosissimo Premio per la Regia. Nettamente sbagliato è infine apparso il Premio per la Sceneggiatura assegnato al messicano Michel Franco per “Chronic”, dramma psicologico sul rapporto simbiotico tra un infermiere e i malati terminali che accudisce.

Massimo Causo

Il Report di aprile dell’Osservatorio sulla crisi economica dell’Associazione Lavoro&Welfare  conferma che  la congiuntura negativa dell’economia sembra aver toccato il punto più basso e ha invertito la tendenza in un leggero miglioramento,  con  prospettive  tutte da consolidare. Il cammino per portare il Paese fuori dal tunnel della crisi è ancora molto lungo, lo dice lo stesso Governo con le previsioni sulla disoccupazione, che prevede una discesa sotto il 10% solo nel 2019 (ancora alta, visto che sono oltre 2 milioni e duecentomila lavoratori).

 

Una ripresa economica del nostro Paese è possibile, ma per evitare che essa sia affidata solo all’ottimismo della volontà, ci vorrebbero scelte mirate in grado di favorire una ripresa più sostenuta affinché si determinino ricadute positive sulla crisi industriale ed occupazionale. La situazione economica e produttiva del Paese torna a divaricarsi tra recessione e ripresa. Si rendono più evidenti le distanze tra le realtà produttive che tornano protagoniste nello sviluppo e nella ripresa e realtà territoriali, produttive e settori che vivono il contesto di una deindustrializzazione.

 

La produzione industriale ad aprile cresce del +0,5% su marzo, confermando definitivamente l’aumento acquisito nel primo trimestre del 2015, del +0,6%.  Continua ad andare meglio alle aziende che esportano i propri prodotti soprattutto verso i paesi fuori dall’Unione Europea (+1,8% nel mese e +9,2% su anno) con un effetto positivo verso la nostra bilancia commerciale che raggiunge un surplus di 7,8 miliardi.

 

L’export cresce di più verso i paesi fuori dall’euro, Stati Uniti (+44%), paesi OPEC (+18,2%), crescono in modo sostenuto le vendite di autoveicoli (+28%) e di mezzi di trasporto senza autoveicoli (+23,8%).

Sono in forte incremento le importazioni dalla Cina (+51,9%), in particolare, articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici, in forte crescita (+28,5%). Sono diminuite le domande complessive di disoccupazione, nel mese di marzo sono state 118.786, il 15,5% in meno su marzo 2014.

 

Ma la disoccupazione resta alta con un leggero peggioramento rispetto al mese precedente, a marzo aumenta il numero dei disoccupati e l’indice si attesta al 13%, (+0,2%), mentre sempre a marzo diminuiscono gli occupati rispetto a febbraio del -0,3%, con 59 mila unità in meno, e rispetto a marzo del 2014, -0,3% con 70 mila occupati in meno.

 

Questi dati confermano che le azioni intraprese ad oggi che hanno prodotto anche nel nostro Paese una leggera ripresa, non hanno ancora sviluppato tangibili risultati positivi nella nostra economia e che il carattere strutturale della crisi interna non è stato ancora aggredito nella sua origine.

 

Ad aprile si conferma una tendenza alla riduzione delle ore di CIG che si è manifestata dall’inizio del 2015. La CIG cala sia rispetto al mese di marzo (-0,94%), sia rispetto ad aprile 2014 (-36,89%), sia rispetto all’intero periodo, gennaio – aprile 2014 (-40,91%).

 

Le ore di CIG autorizzate ad aprile 2015 sono state 61.044.421 (-0,94% su marzo 2015 e -36,89% su aprile 2014. La media delle ore di CIG nel 2014 era stata di oltre 89 milioni di ore, mentre in questi primi quattro mesi del 2015 è scesa a 56 milioni di ore mese.

 

In questo mese, la richiesta delle ore di CIG torna in aumento nella Cigs e nella Cigd, mentre la Cigo diminuisce, restano alti i volumi di ore della Cigs e continuano ad indicare un contenuto strutturale delle crisi industriali, anche in questo inizio del 2015.  Il volume delle ore di CIG in questi quattro mesi del 2015 determina l’assenza di attività produttiva (zero ore) per potenziali 330 mila posizioni lavorative.

 

L’incidenza delle ore di CIG per lavoratore occupato del solo settore industriale, in questi quattro mesi del 2015, è di 36 ore per addetto.  Nonostante qualche cambiamento il peso della crisi continua ad essere non equamente distribuito, non è proporzionale per tutti, c’è soprattutto chi non ha niente, e ci sono anche i lavoratori in cassa integrazione, dove quelli in CIG a zero ore, ognuno in questi quattro mesi del 2015 ha perso oltre 2.600 euro al netto delle tasse, mentre il volume complessivo dei salari si è ridotto di oltre 880 milioni di euro netti per i lavoratori coinvolti nei periodi di CIG.

 

È utile ripartire dal concetto che la CIG non è, e non è stata in questi anni di profonda crisi, solo una protezione per i lavoratori, consentendo loro di mantenere un reddito oltre alla continuità del rapporto di lavoro, ma ha anche consentito alle stesse aziende di mantenere transitoriamente invariato il proprio assetto produttivo, confermando ruolo e validità dello strumento CIG.

Il forte limite è che non ci sono stati nel ricorso alla Cassa integrazione speciale (Cigs), e non ci sono ancora oggi sufficientemente, interventi attivi, progetti di riorganizzazione, ristrutturazione, orientamento e di investimento verso la struttura industriale del Paese. Ma il problema principale è che la causale più utilizzata resta semplicemente la crisi aziendale, mentre gli interventi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale non superano il 5%; 6%, in questi anni.

Questa situazione resta lo specchio della crisi strutturale presente e molto diffusa nella struttura industriale nazionale, come invisibile e lontana dalle attenzioni della politica, mentre quando si rende evidente in qualche crisi aziendale si è privi di progetti, e non si attivano strumenti innovativi.

   In conclusione, i primi sintomi di ripresa si avvertono, ora occorrerebbero misure di politica industriale e un rilancio degli investimenti pubblici e privati per consolidare la ripresa e stimolare la crescita dell’occupazione.

                         Giovanni Battafarano   Segretario Generale Associazione Lavoro&Welfare

 

 

 

 

 

di Amedeo Cottino

 

Nuovo servizio INPS online per le imprese che aderiscono ai Fondi di solidarietà di settore, per richiedere le prestazioni attraverso il portale dell’istituto: in dettaglio, si tratta di assegno ordinario o di finanziamento di programmi di formazione. Tali prestazioni sono previste dall’articolo 4, comma 3 e seguenti della legge 92/2012 (Riforma del Lavoro Fornero), per assicurare copertura ai lavoratori non coperti da altre forme di integrazione salariale.

Domanda

Partendo dalla Home Page INPS, recentemente rinnovata, si clicca sui Servizi online, cliccando sul pulsante “Accedi ai servizi“.A questo punto, dal menù a sinistra si sceglie la voce “per tipologia di utente“, e quindi, sempre dallo stesso menù, si clicca su “aziende, consulenti e professionisti“. A questo punto, dall’elenco dei servizi, si sceglie “Fondi di solidarietà: assegno ordinario e finanziamento programmi di formazione“.

A questo punto, appare la schermata in cui bisogna inserire il PIN dispositivo. Vale la pena di ricordare che tale codice dispositivo è diverso dal PIN ordinario: per ottenerlo va seguita una specifica procedura (accessibile anch’essa dal portale INPS). E’ anche possibile convertire il PIN ordinario in PIN dispositivo (che di fatto è quello che serve per accedere alle prestazioni di natura economica).

Inserito il PIN dispositivo si accede dunque al servizio che, come detto, consente ad aziende e professionisti di inviare la domanda per ottenere l’assegno ordinario o i programmi di formazione. E’ possibile trasmettere l’istanza online oppure scaricare l’applicazione sul computer.

Beneficiari

I fondi di solidarietà sono attualmente previsti dai seguenti settori: Credito e Credito Cooperativo, Esattoriali, Monopoli di Stato, Poste Italiane. L’INPS ha anche pubblicato la circolare 95/2015, che è dedicata in particolare al Fondo di solidarietà per i dipendenti di Poste Italiane istituito con Decreto interministeriale 78642 del 24 gennaio 2014, che fornisce le seguenti prestazioni:

·         programmi formativi di riconversione e/o riqualificazione professionale, anche in concorso con gli appositi Fondi nazionali e/o comunitari;

·         specifici trattamenti a favore dei lavoratori dipendenti dai soggetti aderenti al Fondo, interessati da riduzione dell’orario di lavoro o da sospensione temporanea dell’attività lavorativa anche in concorso con gli appositi strumenti di sostegno previsti dalla legislazione vigente ed al versamento della contribuzione correlata;

·         erogazione di assegni straordinari per il sostegno al reddito riconosciuti ai lavoratori ammessi a fruirne nel quadro dei processi di agevolazione all’esodo, e al versamento della contribuzione correlata dovuta alla competente gestione previdenziale.

Trattamenti economici

Per quanto riguarda in particolare i trattamenti di sostegno al reddito, sono riconosciuti ai dipendenti (esclusi i dirigenti) del gruppo Poste Italiane, coinvolti in processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendali, che maturano i requisiti minimi per la pensione(di vecchiaia o anticipata) entro 60 mesi dalla risoluzione del rapporto di lavoro. Il valore dell’assegno è pari a quello dell’assegno previdenziale che il lavoratore percepirebbe alla data di cessazione del rapporto, compresa la contribuzione calcolata sulla base della contribuzione mancante per il diritto alla pensione. L’azienda versa la contribuzione al Fondo fino a quando il lavoratore non matura il diritto alla pensione.

In generale, il sostegno al reddito dei Fondi di Solidarietà è sempre una sorta di pre-pensionamento, che di volta in volta, a seconda dell’accordo fra le parti, prevede diversi requisiti. Il Fondo Credito e Credito Cooperativo prevede anch’esso che il dipendente maturi i requisiti per la pensione entro 60 mesi (cinque anni), per gli Esattoriali il periodo è più lungo (96 mesi, quindi otto anni), il Fondo dei Monopoli di Stato riconosce l’assegno entro 84 mesi (7 anni) dalla cessazione del rapporto.

Fonte: Circolare INPS 95/2015

 

di Amedeo Cottino

 

Nuovo servizio INPS online per le imprese che aderiscono ai Fondi di solidarietà di settore, per richiedere le prestazioni attraverso il portale dell’istituto: in dettaglio, si tratta di assegno ordinario o di finanziamento di programmi di formazione. Tali prestazioni sono previste dall’articolo 4, comma 3 e seguenti della legge 92/2012 (Riforma del Lavoro Fornero), per assicurare copertura ai lavoratori non coperti da altre forme di integrazione salariale.

Domanda

Partendo dalla Home Page INPS, recentemente rinnovata, si clicca sui Servizi online, cliccando sul pulsante “Accedi ai servizi“.A questo punto, dal menù a sinistra si sceglie la voce “per tipologia di utente“, e quindi, sempre dallo stesso menù, si clicca su “aziende, consulenti e professionisti“. A questo punto, dall’elenco dei servizi, si sceglie “Fondi di solidarietà: assegno ordinario e finanziamento programmi di formazione“.

A questo punto, appare la schermata in cui bisogna inserire il PIN dispositivo. Vale la pena di ricordare che tale codice dispositivo è diverso dal PIN ordinario: per ottenerlo va seguita una specifica procedura (accessibile anch’essa dal portale INPS). E’ anche possibile convertire il PIN ordinario in PIN dispositivo (che di fatto è quello che serve per accedere alle prestazioni di natura economica).

Inserito il PIN dispositivo si accede dunque al servizio che, come detto, consente ad aziende e professionisti di inviare la domanda per ottenere l’assegno ordinario o i programmi di formazione. E’ possibile trasmettere l’istanza online oppure scaricare l’applicazione sul computer.

Beneficiari

I fondi di solidarietà sono attualmente previsti dai seguenti settori: Credito e Credito Cooperativo, Esattoriali, Monopoli di Stato, Poste Italiane. L’INPS ha anche pubblicato la circolare 95/2015, che è dedicata in particolare al Fondo di solidarietà per i dipendenti di Poste Italiane istituito con Decreto interministeriale 78642 del 24 gennaio 2014, che fornisce le seguenti prestazioni:

·         programmi formativi di riconversione e/o riqualificazione professionale, anche in concorso con gli appositi Fondi nazionali e/o comunitari;

·         specifici trattamenti a favore dei lavoratori dipendenti dai soggetti aderenti al Fondo, interessati da riduzione dell’orario di lavoro o da sospensione temporanea dell’attività lavorativa anche in concorso con gli appositi strumenti di sostegno previsti dalla legislazione vigente ed al versamento della contribuzione correlata;

·         erogazione di assegni straordinari per il sostegno al reddito riconosciuti ai lavoratori ammessi a fruirne nel quadro dei processi di agevolazione all’esodo, e al versamento della contribuzione correlata dovuta alla competente gestione previdenziale.

Trattamenti economici

Per quanto riguarda in particolare i trattamenti di sostegno al reddito, sono riconosciuti ai dipendenti (esclusi i dirigenti) del gruppo Poste Italiane, coinvolti in processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendali, che maturano i requisiti minimi per la pensione(di vecchiaia o anticipata) entro 60 mesi dalla risoluzione del rapporto di lavoro. Il valore dell’assegno è pari a quello dell’assegno previdenziale che il lavoratore percepirebbe alla data di cessazione del rapporto, compresa la contribuzione calcolata sulla base della contribuzione mancante per il diritto alla pensione. L’azienda versa la contribuzione al Fondo fino a quando il lavoratore non matura il diritto alla pensione.

In generale, il sostegno al reddito dei Fondi di Solidarietà è sempre una sorta di pre-pensionamento, che di volta in volta, a seconda dell’accordo fra le parti, prevede diversi requisiti. Il Fondo Credito e Credito Cooperativo prevede anch’esso che il dipendente maturi i requisiti per la pensione entro 60 mesi (cinque anni), per gli Esattoriali il periodo è più lungo (96 mesi, quindi otto anni), il Fondo dei Monopoli di Stato riconosce l’assegno entro 84 mesi (7 anni) dalla cessazione del rapporto.

Fonte: Circolare INPS 95/2015

 

Di Amedeo Cottino

 

 

I Comuni non invieranno alcun bollettino precompilato per il versamento di TASI e IMU, almeno non in automatico. I contribuenti però hanno la facoltà di richiederlo, così da non dover calcolare da soli l’imposta dovuta. Ricordiamo che, come recentemente precisato dall’IFEL (Fondazione per la finanza locale dell’ANCI) tanto l’IMU che la TASI devonoessere autoliquidate dai contribuenti, i quali dovrebbero calcolare autonomamente l’importo dell’imposta da versare entro la scadenza del prossimo 16 giugno.

Richiesta bollettino precompilato

La Legge di Stabilità 2013, comma 688, tuttavia prevede che:

“A decorrere dall’anno 2015, i Comuni assicurano la massima semplificazione degli adempimenti dei contribuenti rendendo disponibili i modelli di pagamento preventivamente compilati su loro richiesta, ovvero procedendo autonomamente all’invio degli stessi modelli”.

Dunque ai contribuenti viene lasciata la facoltà di fare richiesta al Comune tanto del bollettino TASI quanto di quello IMU, contenente l’importo corretto dell’imposta dovuta per l’anno 2015, semplicemente recandosi all’ufficio competente.

Delibere mancanti

In realtà qui sorge un ulteriore problema: mancano ancora le delibere dei Comuni sulle aliquote da applicare alla TASI e all’IMU per il 2015. Nell’ipotesi più probabile in cui le delibere non dovessero arrivare in tempo per il versamento dell’acconto, questo andrebbe calcolato sulla base delle aliquote stabilite l’anno scorso.

Ricordiamo che i Comuni hanno tempo fino al 30 luglio per deliberare le nuove aliquote e i contribuenti potranno effettuare i dovuti conguagli, o richiedere i rimborsi, in fase di saldo IMU e TASI prevista per il 16 dicembre.

 

Nella serata di sabato, i Carabinieri della Compagnia di Massafra, insieme ai colleghi del N.A.S. di Taranto, hanno eseguito un servizio a “largo raggio” che ha interessato la giurisdizione di competenza, allo scopo di prevenire e reprimere reati in genere nonché  verificare il rispetto delle norme in materia di somministrazione e vendita di prodotti alimentari. Nel corso dell’attività:

-          un uomo, originario della provincia di Bari e domiciliato in Crispiano, è stato arrestato in esecuzione di un provvedimento di applicazione della detenzione domiciliare, dovendo espiare le pena residua di mesi uno di reclusione poiché condannato per il reato di maltrattamenti in famiglia;

-          un individuo di Crispiano è stato arrestato e tradotto presso la Casa Circondariale di Taranto, in esecuzione di un provvedimento di revoca della misura degli arresti domiciliari, cui era in atto sottoposto, e di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dalla Corte di Appello di Leccea seguito delle ripetute violazioni della misura in atto, rilevate e segnalate dai Carabinieri;

-          un Sorvegliato Speciale di P.S. di Statte è stato deferito in stato di libertà, poiché sorpreso dai militari operanti in compagnia di pregiudicati, violando in questo modo le prescrizioni della misura di prevenzione cui era sottoposto;

-          un individuo di Statte è stato deferito in stato di libertà per falsità materiale commessa da privato poiché, a seguito di controllo alla circolazione stradale, veniva sorpreso alla guida dell’autovettura di proprietà con contrassegno assicurativo falso, sottoposto a sequestro unitamente al veicolo;

-          in Mottola sono stati controllati n. 3 esercizi commerciali, a carico di due dei quali sono state contestate nr. 2 violazioni amministrative, rispettivamente per mancata etichettatura degli ingredienti e per mancanza del registro in materia igienico sanitaria, per un importo complessivo di euro 2.200,00.

Complessivamente sono state controllate 95 persone e 64 veicoli. 8 sono state le perquisizioni personali eseguite a seguito delle quali 5 persone sono state segnalate all’Autorità Prefettizia, quali assuntori di sostanze stupefacenti, sequestrando complessivamente gr. 1,5 di eroina, gr. 5,5 di hashish e gr. 0,5 di Marijuana.

DI MASSIMO CAUSO

 

 

CANNES – E ora si aspettano i premi. Cannes 68 ha messo sul tavolo tutte le carte del suo concorso e ora la partita è in mano alla giuria guidata dai fratelli Joel e Ethan Coen. Inutile dire che, oggettivamente, tra i grandi favoriti, alla vigilia come a giochi fatti, ci sono almeno due dei tre italiani giunti sulla Croisette: Nanni Moretti, che con “Mia madre” ha convinto in pieno critica e pubblico, e forse soprattutto Paolo Sorrentino, che se con “La giovinezza” ha diviso la critica della Croisette tra pro e contro, viaggia indiscutibilmente da favorito per contiguità coi gusti dei Coen. C’è chi non esita ad immaginare una doppietta tricolore che sarebbe l’apoteosi del nostro cinema… Per quanto riguarda invece Matteo Garrone, visionario e fantastico grande narratore del “Racconto dei racconti”, c’è da dire che allo stato attuale è dai più considerato il vero outsider della terna italiana, anche se il giurato Guillermo Del Toro, maestro del cinema fantasy, potrebbe spingere per assegnargli un premio.

In realtà va detto per i bookmakers Paolo Sorrentino si piazza solo terzo nella classifica degli scommettitori. Lo precedono infatti due opere che oggettivamente hanno buone possibilità di mettere d’accordo la giuria: “The Lobster” del greco Yorgos Lanthimos, metafora surreale su un mondo in cui la vita di coppia è un obbligo di legge, e “Lauder Than Bombs” del norvegese Joachim Trier, dramma familiare sulla morte di una nota fotoreporter interpretata da una Isabelle Huppert che potrebbe anche ambire a un premio come migliore attrice.

La giuria dei Coen deve poi risolvere il nodo della presenza asiatica in concorso. Dalla Cina vengono infatti due film molto importanti: un capolavoro assoluto come “The Assassins” di Hou Hsiao Hsien, autentico fuori quota della competizione, che meriterebbe una Palma d’Oro cui in realtà non sembra poter ambire; e “Mountains May Depart” di Jia Zhang-ke, parabola sul passato, sul presente e sul futuro cinese in forma di melodramma popolare, che potrebbe mirare a un premio per la regia o anche a un prestigioso riconoscimento d’appoggio, come il Gran Premio. Altra questione spinosa per i Coen è la compagine francese: con cinque film in concorso, nessuno dei quali davvero convincente, la Francia non può restare a mani vuote e appare innegabile che le carte potrebbero giocarsele solo due film: Jacques Audiard con “Dheepan”, dramma dell’immigrazione negli occhi di tre rifugiati politici cingalesi, e Stéphane Brizé di “La loi du marché”, dramma della disoccupazione interpretato da un misuratissimo Vincent Lindon, che potrebbe risultare la soluzione ideale per un premio al miglior attore in grado di salvare l’onore francese.

Da non trascurare, naturalmente, il cinema americano: escluso il Gus Van Sant di “The Sea of Trees”, dramma di rigenerazione a partire dall’ipotesi di un suicidio, interpretato da un Matthew McCounaghey che al massimo potrebbe ambire a un poco probabile premio per il migliore attore, un forte candidato ad un premio americano di rilievo è di sicuro “Carol”, il melodramma saffico di Todd Haynes. Per questo film qualcuno ipotizza persino una Palma d’Oro che francamente sembrerebbe eccessiva, piuttosto si può immaginare un premio per la migliore attrice a Cate Blanchett e/o a Rooney Mara. Infine va tenuto in seria considerazione quello che nel giudizio diffuso è uno dei migliori film di Cannes 68, l’ungherese “Saul Fia” di László Nemes, dramma ambientato nel pieno della follia nazista del campo di concentramento di Aushwitz.

Massimo Causo

La difficile congiuntura che attraversa la nostra economia impone di guardare con grande attenzione le vicende legate alle opere di riqualificazione ambientale dello stabilimento ILVA.

 

Con il completamento di quei passaggi preliminari indispensabili, sembrano dunque giungere a disposizione le risorse finanziarie individuate dal decreto per Taranto per assicurare continuità alla gestione e soprattutto dare certezza al processo di ammodernamento ed ambientalizzazione degli impianti ILVA.

Tale recente conclamata individuazione delle risorse finanziare destinate a questa grande opera apre dunque scenari diversi, assolutamente positivi e finalizzati al rilancio dello stabilimento e alla ripresa economica di un intero territorio.

 

Unitamente allo sblocco di processi altrettanto rilevanti come l’infrastrutturazione del porto, la rigenerazione urbana e le bonifiche del territorio, il complesso degli investimenti previsti per l’ambientalizzazione dell’ILVA rappresenta un’occasione determinante per provare ad invertire la rotta, fare economia e riattivare occupazione.

 

In questo quadro, la piena attuazione dell'AIA è il presupposto affinché il piano normativo specificatamente studiato per Taranto abbia compimento. Da questo complesso sistema di opere infrastrutturali e organizzazione operativa dipende il futuro dello stabilimento ionico e la salvaguardia degli asset industriali strategici per il nostro paese. L'attuazione dell'AIA risponderà alle indifferibili esigenze di tutela ambientale dei lavoratori e dei cittadini, esigenze alla base di quanto sta accadendo in questi anni.

 

In questa opera ANCE TARANTO, rappresentando un tessuto imprenditoriale dinamico e attento all'evoluzione dei mercati ma anche dotato di competenze ed esperienze specifiche rilancia la necessità che lo stesso sia coinvolto in maniera preponderante e non marginale nei lavori di adeguamento che, in tempi brevi, dovranno avere inizio. Gli imprenditori ionici conoscono bene la complessità di questa sfida e per questo sono disponibili a forme di partnership con altre aziende esterne mettendo a disposizione i propri livelli di qualificazione professionale e capacità oggettive affinate in tanti anni di collaborazione con l'industria siderurgica.

 

Per Taranto, dunque, è indispensabile che il processo di ambientalizzazione proceda, nei tempi previsti e con la certezza delle risorse finanziarie, al fine di cogliere i tanti risultati di una sfida complessa e difficile come quella di rinnovare e rendere sostenibile una presenza industriale così rilevante.  La speranza è che davvero e al più presto gli ingenti finanziamenti previsti siano disponibili e operativi per consentire la ripresa del sistema produttivo locale con importanti ricadute anche e soprattutto dal punto di vista sociale in un'area fortemente penalizzata dalla lunga crisi economica

 

 

La difficile congiuntura che attraversa la nostra economia impone di guardare con grande attenzione le vicende legate alle opere di riqualificazione ambientale dello stabilimento ILVA.

 

Con il completamento di quei passaggi preliminari indispensabili, sembrano dunque giungere a disposizione le risorse finanziarie individuate dal decreto per Taranto per assicurare continuità alla gestione e soprattutto dare certezza al processo di ammodernamento ed ambientalizzazione degli impianti ILVA.

Tale recente conclamata individuazione delle risorse finanziare destinate a questa grande opera apre dunque scenari diversi, assolutamente positivi e finalizzati al rilancio dello stabilimento e alla ripresa economica di un intero territorio.

 

Unitamente allo sblocco di processi altrettanto rilevanti come l’infrastrutturazione del porto, la rigenerazione urbana e le bonifiche del territorio, il complesso degli investimenti previsti per l’ambientalizzazione dell’ILVA rappresenta un’occasione determinante per provare ad invertire la rotta, fare economia e riattivare occupazione.

 

In questo quadro, la piena attuazione dell'AIA è il presupposto affinché il piano normativo specificatamente studiato per Taranto abbia compimento. Da questo complesso sistema di opere infrastrutturali e organizzazione operativa dipende il futuro dello stabilimento ionico e la salvaguardia degli asset industriali strategici per il nostro paese. L'attuazione dell'AIA risponderà alle indifferibili esigenze di tutela ambientale dei lavoratori e dei cittadini, esigenze alla base di quanto sta accadendo in questi anni.

 

In questa opera ANCE TARANTO, rappresentando un tessuto imprenditoriale dinamico e attento all'evoluzione dei mercati ma anche dotato di competenze ed esperienze specifiche rilancia la necessità che lo stesso sia coinvolto in maniera preponderante e non marginale nei lavori di adeguamento che, in tempi brevi, dovranno avere inizio. Gli imprenditori ionici conoscono bene la complessità di questa sfida e per questo sono disponibili a forme di partnership con altre aziende esterne mettendo a disposizione i propri livelli di qualificazione professionale e capacità oggettive affinate in tanti anni di collaborazione con l'industria siderurgica.

 

Per Taranto, dunque, è indispensabile che il processo di ambientalizzazione proceda, nei tempi previsti e con la certezza delle risorse finanziarie, al fine di cogliere i tanti risultati di una sfida complessa e difficile come quella di rinnovare e rendere sostenibile una presenza industriale così rilevante.  La speranza è che davvero e al più presto gli ingenti finanziamenti previsti siano disponibili e operativi per consentire la ripresa del sistema produttivo locale con importanti ricadute anche e soprattutto dal punto di vista sociale in un'area fortemente penalizzata dalla lunga crisi economica

 

 

 

ANCE Taranto - Sezione Costruttori Edili di Confindustria Taranto

AULA MAGNA “POLO SCIENTIFICO TECNOLOGICO”

MARTEDI’ 26 MAGGIO – ORE 15.30

 

VIA DE GASPERI  - PAOLO VI - TARANTO“Formazione e ricerca per l’innovazione tecnologica per l’ambiente a Taranto”: è il tema scelto per il dibattito che si svolgerà martedì 26 maggio, a partire dalle ore 15.30, nell’Aula Magna del Polo Scientifico Tecnologico, al quartiere Paolo VI. L’evento chiude il percorso intrapreso con il Pon “Magna Grecia” (Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività”), finanziato per 9,5 milioni di euro dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

 

L’obiettivo era chiaro: potenziare il sistema universitario (UNIBA, sede decentrata di Taranto, POLIBA, sede decentrata di Taranto) per contribuire al reale funzionamento del Polo Scientifico Tecnologico “Magna Grecia”.  Un traguardo importante che giunge a distanza di sette mesi dall’inaugurazione della struttura, lo scorso 21 ottobre, che ha visto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, protagonista del taglio del nastro e di una visita ai laboratori.

Passare dalla formazione di eccellenza all’operatività sul territorio: è questo il passaggio decisivo che si appresta a vivere il Polo Scientifico Tecnologico dopo aver dato vita a cinque Master incentrati sulle tematiche ambientali, con particolare riferimento alle problematiche del territorio jonico provato da decenni di inquinamento industriale. Il progetto di formazione, che ha raggiunto ottimi risultati, si è proposto di qualificare personale tecnico-scientifico, manageriale di alto profilo, in grado di rispondere alle necessità di un settore delicato e in continua evoluzione come quello ambientale, con un occhio di riguardo alle bonifiche.

La sfida è ambiziosa: capovolgere il paradigma di  “Taranto = città inquinata” in quello di “Taranto = città per la ricerca sull’inquinamento”. Il progetto di potenziamento del Polo ha previsto l’acquisizione di attrezzature e strumentazioni scientifiche  all’avanguardia per affrontare studi e ricerche sulle matrici ambientali. Una rete interna di postazioni di laboratorio è stata messa a disposizione di tutti gli stakeholder del territorio. La finalità è esplicita: avviare un “incubatore d’impresa” capace di rilanciare l’imprenditoria e favorire la riqualificazione del territorio jonico. 

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