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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1912)

“Gli investimenti in direzione territoriale, fuori dal sedime dell’acciaieria, sono investimenti necessari, altrimenti siamo una cattedrale nel deserto e le cattedrali nel deserto muoiono. Anche su proposta nostra i soci hanno concordato quattro investimenti”. Lo ha dichiarato al tavolo su Acciaierie d’Italia, ex Ilva, svolto al Mimit l’ad dell’azienda, Lucia Morselli. Lo riferiscono ad AGI fonti presenti al tavolo ministeriale.  “Sono quattro operazioni - ha spiegato Morselli secondo le fonti -, un rigassificatore, per il quale abbiamo iniziato a lavorare e siamo anzi già a un terzo dei lavori in collaborazione con operatori internazionali e con il porto di Taranto. Per il prossimo anno termico contiamo di avere accesso diretto ai produttori di gas. Il secondo investimento è nell’economia circolare, con la loppa che è un sottoprodotto di altoforno, pregiatissimo però per i cementifici. Quindi ci impegneremo per far ripartire il cementificio che abbiamo, collegato allo stabilimento. È un’opportunità visto il fabbisogno di cemento che potrà essere utile anche per la ricostruzione dell’Est”.      “Terza operazione - ha spiegato Morselli - un accordo con Falck Renewables: noi diamo loro l’acciaio e loro daranno a noi energia rinnovabile. Quarto: acqua. Ce ne serve molta e ci attrezzeremo per dissalare, risparmiando l’acqua dei fiumi della zona. Non sarà sulla terraferma ma off-shore, così sarà meno ambientalmente d’impatto. Cito da ultimo un altro aspetto: stiamo già usando plastica negli altoforni e quindi siamo una sorta di termovalorizzatore per la Regione Puglia”, ha concluso, secondo le fonti, l’ad Lucia Morselli. 

 

Alle voci critiche di varie organizzazioni sindacali sul vertice col ministro Adolfo Urso, su Acciaierie d’Italia, ex Ilva, si aggiunge anche quella del sindacato Usb. “L\\\\\\\'incontro di ieri è stato deludente - dice Usb -. A gestire le ingenti risorse messe dal Governo sarà l\\\\\\\'attuale governance. Nulla per i lavoratori, nessun rilancio sull\\\\\\\'occupazione, tranne generiche dichiarazioni di intenti. Nulla sui lavoratori sociali , sui lavoratori Ilva in amministrazione straordinaria e sull\\\\\\\'appalto”.

  “Da parte nostra rileva Usb - non c\\\\\\\'è e non ci sarà mai alcuna disponibilità a discutere di un accordo di programma (la vera novità dell\\\\\\\'incontro di ieri), che inserisce in un contesto ambientale complicatissimo come quello di Taranto, altre presenze scomode e dannose come il rigassificatore, le pale eoliche, il riavvio della lavorazione della Loppa e l\\\\\\\'eco mostro nella baia di Taranto con l\\\\\\\'impianto di desalinizazzione delle acque per l\\\\\\\'acciaieria. La nostra organizzazione - conclude Usb - ha da sempre posto come elemento centrale il tema del coinvolgimento del territorio, degli enti locali sulle scelte riguardanti la fabbrica, con la capacità di programmare un futuro anche oltre lo stabilimento”. 
tNoito, grazie ad Angelo Bonelli e agli altri parlamentari e invitiamo la cittadinanza e gli studiosi a perseverare in questa battaglia mettendo in campo una forte mobilitazione. 

L’area a caldo dell’ex Ilva a Taranto, ora Acciaierie d’Italia, “l’abbiamo difesa anch’essa sempre e anche a livello giudiziario ci hanno sempre dato ragione. Facciamoci una ragione del fatto che l’area a caldo di Taranto è la più pulita d’Europa. E quindi forse del mondo”. Lo ha detto oggi pomeriggio al vertice al Mimit l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli. Lo riferiscono ad AGI fonti presenti al tavolo convocato dal ministro Adolfo Urso. Per Morselli, spiegano le fonti, “l’area a caldo resterà comunque anche con la decarbonizzazione, perché la conversione a forno elettrico non significa che sparisce l’area a caldo. L’area a caldo resterà, sarà diversa perchè elettrica, ma noi continueremo a produrre ghisa e acciaio liquido, a fare una produzione primaria. Quindi continueremo ad alimentare anche le produzioni a freddo, questo deve essere chiaro”.

   Le fonti aggiungono che sul punto il ministro Urso ha chiosato dicendo di concordare. Morselli ha poi risposto ad una domanda di un sindacalista in merito agli investimenti nel polo Acciaierie d’Italia di Genova: “Stiamo difendendo con grande determinazione le aree dell’impianto di Genova in tutti i modi, perché vogliamo far crescere la produzione. Siamo dalla stessa parte dei sindacati e per noi quelle aree sono tutte aree di produzione”. 

Al governo \\\"interessa che il piano industriale sia realizzato\\\" e \\\"ci vorrà tempo e forse anche oltre la legislatura\\\". Lo ha detto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, avviando il vertice su Acciaierie d’Italia ex Ilva, secondo quando apprende AGI da fonti partecipanti al tavolo in corso al Mimit. Il ministro ha parlato della volontaà di \\\"impostare un clima nuovo\\\" perché \\\"al Governo preme l\\\'interesse nazionale in un clima di serenità con le giuste garanzie per la città di Taranto\\\". L\\\'obiettivo indicato, riferiscono le fonti, è \\\"realizzare il polo siderurgico green di riferimento per l\\\'Europa”. Urso, spiegano le fonti, ha detto anche che il polo green dell’acciaio potrà essere un motivo di orgoglio ma anche un modo per onorare la memoria di chi ha sofferto. Urso ha quindi spiegato gli effetti finali delle modifiche dei patti parasociali per salire al 60 per cento (lo Stato) e cambiare governance. 

Scarseggiano i mezzi di soccorso all’interno dello stabilimento siderurgico di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, di Taranto. Lo segnala la Fim Cisl in una lettera all’azienda. “Su 5 mezzi di soccorso - scrive il sindacato - ne sono disponibili solo 2. Di cui un mezzo adibito a rianimazione ed uno al trasporto. Quelli non disponibili ci risulta siano ricoverati in officina per anomalie di carattere meccanico”. “Ritenendo tale condizione inaccettabile, vista la grandezza dello stabilimento, il numero dell’organico e gli elevati rischi presenti su tutti gli impianti”, la Fim chiede ad Acciaierie d’Italia di “ripristinare le normali condizioni che possano garantire eventuali operazioni di soccorso”. La Fim Cisl paventa infine il ricorso agli enti esterni “se non dovesse esserci un’immediata risoluzione a tale problematica”. 

Grande festa per l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Taranto in occasione della cerimonia di premiazione degli iscritti all’Albo da 25, 30, 40 e 50 anni.

Nel corso dell’evento svoltosi all’Hotel Salina, il Consiglio dell’Ordine presieduto da Francesco Vizzarro ha premiato gli iscritti per le annualità 2021 e 2022.

Molti ospiti prestigiosi hanno dato ancora più lustro alla cerimonia: hanno partecipato il Presidente del Consiglio Nazionale Elbano de Nuccio, il componente del Consiglio Nazionale Giuseppe Venneri, il Consigliere Nazionale della Cassa Dottori Commercialisti Ferdinando Boccia, il  Consigliere  Nazionale della Cassa Ragionieri Fedele Santomauro ed il Presidente dell’Ordine di Lecce Fabio Corvino.

Nell’intervento introduttivo il presidente Vizzarro ha salutato gli iscritti sottolineando la dedizione alla professione che ogni giorno permette al commercialista e all’esperto contabile di operare con prestigio per e con il territorio. “Questa è la prima cerimonia del mandato che presiedo – ha sottolineato Vizzarro – e ho voluto fortemente che ogni premiato fosse accompagnato dai suoi affetti più cari, per celebrare questo momento. La nostra professione richiede impegno diuturno e tanto sacrificio nel realizzare il nostro obiettivo: essere professionisti certificati ma al servizio degli altri. Operiamo con dedizione, moralità e spirito di sacrificio per rendere grande e prestigiosa la nostra categoria”.

Il Presidente del Consiglio nazionale De Nuccio, in un lungo ed accorato saluto, ha illustrato l’azione del Consiglio Nazionale nel momento storico attuale con i possibili scenari che si potranno aprire ai commercialisti in un futuro prossimo. “Questo è il momento di guardare al futuro – ha detto – con la capacità di saper cogliere tutte le occasioni che si presenteranno. I cambiamenti politici ed economici del presente ci devono trovare pronti. E preparati. Come Consiglio nazionale stiamo lavorando a gran ritmo per incidere nelle linee programmatiche in costruendo. Gli scenari che si aprono sono sempre più ampi, più complessi, più veloci, straordinariamente mutevoli, ma ricchi di nuove occasioni professionali.  Siamo dei tecnici e siamo pronti a dare una mano”.

Oltre al Presidente Francesco Vizzarro, era presente tutto il Consiglio dell’Ordine di Taranto: Angela Cafaro (vicepresidente), Aldo Aquaro (segretario), Pietro Cagnazzo (tesoriere), Franca Todaro, Martino Semeraro, Gianfranco Favia, Francesco Maggi, Marcello Favia. La serata è stata arricchita dalla splendida esibizione delle musiciste Giusy Cagnazzo al pianoforte ed Angela Cagnazzo al violino, che hanno suonato alcuni dei brani più famosi tratti da film di grande successo.

foto di Rosa Colacoci.

Sulla vicenda ex Ilva-Acciaierie d’Italia, “il consiglio generale di Confindustria Taranto, dopo un ampio e approfondito dibattito, si è espresso unanimemente a favore di una linea comune dando pieno mandato al presidente di Confindustria Taranto, Salvatore Toma, di portare al Mimit, il 19 gennaio prossimo, un documento unitario”. Lo evidenzia una nota diffusa ieri sera dalla stessa Confindustria. Torna dunque il sereno nei rapporti tra Confindustria Taranto e la cinquantina di imprese dell’indotto, tutte associate, che si erano mosse autonomamente dall’organizzazione degli industriali contestando lo sciopero del 19 gennaio dei sindacati Fiom Cgil, Uilm e Usb a Taranto e chiedendo di incontrare sia il ministro Adolfo Urso, che le commissioni parlamentari. Questo aveva provocato le reazioni di Confindustria Taranto e Puglia e del sindaco di Taranto. Il documento di Confindustria sarà pronto nei primi giorni della prossima settimana. I lavori del consiglio generale, iniziati nel primo pomeriggio, sono durati alcune ore. 

I sindacati Fiom Cgil, Uilm e Usb effettueranno questa mattina a Roma, nei pressi di piazza Montecitorio, un presidio di protesta contro i contenuti del decreto legge n. 2 del 5 gennaio 2023 relativo a “Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale”. È il provvedimento, approvato nella seduta del Cdm del 28 dicembre e in vigore dal 6 gennaio, meglio conosciuto come decreto legge sull’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, che prevede sostegni finanziari per l’azienda siderurgica e reintroduce, come misura di carattere generale, lo scudo penale.

    Sul lato finanziario, in particolare, il dl recita che “l\'Agenzia nazionale per l\'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d\'impresa S.p.A.-Invitalia è autorizzata a sottoscrivere aumenti di capitale sociale o finanziamento in conto soci secondo logiche, criteri e condizioni di mercato, da convertire in aumento di capitale sociale su richiesta della medesima, sino all\'importo complessivamente non superiore a 1.000.000.000 di euro, ulteriori e addizionali rispetto a quelli previsti”.

   Ad Acciaierie d’Italia dovrebbero essere erogati dallo Stato 680 milioni. I tre sindacati contestano però l’intervento specifico e l’impianto generale del decreto legge. Alla protesta di domani è prevista la presenza dei segretari territoriali di Taranto e nazionali di Fiom Cgil, Uilm e Usb, del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Il programma prevede il sit in nei pressi di piazza Montecitorio, un possibile incontro con la commissione Ambiente della Camera e, a seguire, una conferenza stampa dei rappresentanti sindacali e istituzionali. 

 

Dovrebbero essere presentati anche i risultati del referendum col quale, nei giorni scorsi, é stato chiesto ai dipendenti di Acciaierie d’Italia, dell’indotto e di Ilva in amministrazione straordinaria, cassintegrati compresi, di esprimersi sullo Stato in maggioranza in Acciaierie d’Italia usando i 680 milioni deliberati per intervenire sul capitale. E la linea che domani verrà ribadita a Roma è appunto quella che il Governo non perda tempo e, vista \"l’inaffidabilità\" del privato ArcelorMittal, utilizzi i soldi stanziati per cambiare l’assetto societario, acquisire il 60 per cento dell’azienda (ora, invece, Invitalia è al 38 per cento e Mittal al 62 per cento) e prendere così le leve di comando dell’ex Ilva. Al presidio di domani non aderisce la Fim Cisl che ha deciso di attendere l’incontro sull’ex Ilva e sui contenuti del dl in programma il 19 gennaio a Roma col ministro delle Imprese, Adolfo Urso, prima di decidere eventuali iniziative.

   Stessa linea da parte di Ugl metalmeccanici, che afferma che “considerata la complessità e la lungaggine della vertenza dell’ex Ilva, per la quale nessuno ha avuto sinora il coraggio di trovare una soluzione vera ma cercando ogniqualvolta di mettere una toppa, sarebbe il caso di attendere prima l’esito del suddetto incontro e solo dopo intraprendere eventuali manifestazioni di protesta”. Il 19 gennaio è infine in programma una nuova, doppia mobilitazione da parte delle sigle Fiom Cgil, Uilm e Usb. A Taranto ci sarà infatti lo sciopero nel siderurgico e nell’indotto, dalle 23 del 18 gennaio alle 7 del 20 gennaio, e a Roma un presidio di lavoratori sotto la sede del ministero delle Imprese in concomitanza con lo svolgimento del vertice. 

Su 300 aziende controllate nel 2022, 200, pari all\'80 per cento, erano irregolari. E\' il bilancio diffuso dai Carabinieri del Nucleo ispettivo lavoro, Nil, di Taranto. I Carabinieri hanno contestato alle aziende risultate non a norma sanzioni penali e amministrative per un ammontare complessivo di circa due milioni di euro, disponendo la sospensione dell’attività imprenditoriale in oltre 40 casi in presenza di lavoro “nero” oppure gravi carenze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro o entrambe. Sono state denunciate alla magistratura oltre 100 persone ritenute responsabili di violazioni penali in materia di lavoro o  di legislazione sociale. I militari del Nil Taranto hanno inoltre proseguito nella verifica in materia di Reddito di Cittadinanza, esaminando le domande di centinaia di percettori di RdC, consentendo in questo modo di deferire all’autoritá giudiziaria numerosi soggetti non aventi diritto e, contestualmente, di procedere al recupero di ingenti somme di denaro illecitamente percepite dagli stessi.

“Le notizie appaiono incoraggianti sul piano della continuità produttiva dell\'azienda che dovrà procedere di pari passo con i processi di ambientalizzazione. Per altri aspetti, non possiamo ancora esprimere soddisfazione fino a quando non avremo contezza che la nuova iniezione di liquidità sia volta a sanare la situazione - non più sostenibile - delle aziende fornitrici, che vivono da tempo una condizione di sofferenza non giustificabile”. Si esprime così Salvatore Toma, presidente Confindustria Taranto, sul dl per Acciaierie d’Italia, ex Ilva, approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri.

  Riferendosi all’indotto siderurgico, Toma afferma che “si tratta, e continuiamo a ribadirlo da anni, di imprese grazie alle quali si regge la continuità dei processi produttivi. Ferme restando le legittime istanze della platea generale dei creditori, riteniamo che a queste aziende debba essere subito garantito l\'ammontare delle spettanze pregresse,  anche in considerazione di quanto hanno già pesantemente subito a seguito della crisi di sette anni fa, sotto la gestione commissariale. Confidiamo, pertanto, in una risposta in tal senso da parte di AdI. Circa i progetti \"green\" anticipati dal Governo, bene - afferma il presidente di Confindustria Taranto -, ma attendiamo di conoscerne più approfonditamente i singoli aspetti, e anche per questo contiamo di confrontarci al più presto al tavolo programmato per il 19 gennaio prossimo”.

Con una lettera inviata oggi al governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, al sindaco e presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci, e a tutti i sindaci del Tarantino, i sindacati Uilm, Fiom Cgil e Usb hanno indetto un’assemblea con le istituzioni per il 28 dicembre alle 9.30, nella sede della Provincia di Taranto, sulla vicenda Acciaierie d’Italia, ex Ilva.

   L’assemblea del 28, spiegano le tre sigle sindacali, rientra in “un percorso di iniziative pubbliche al fine di continuare la mobilitazione con l’obiettivo di cambiare l’attuale governance di Acciaierie d’Italia, condizione assolutamente necessaria a garantire una transizione ecologica e sociale di un territorio che inevitabilmente non può continuare a subire ricatti da parte di Arcelor Mittal”. Per i sindacati, “è inaccettabile che il Governi Meloni ceda alle pressioni della multinazionale e conceda ulteriori risorse pubbliche senza un indirizzo chiaro sul futuro ambientale e occupazionale del sito di Taranto”.

    Annunciando “una giornata di mobilitazione presso la sede di Palazzo Chigi da svolgersi entro il 13 gennaio 2023”, i sindacati scrivono a governatore regionale e sindaci che “gli obiettivi sono comuni e crediamo che sia giunto il momento di mettere insieme le istanze dei lavoratori e quelle dei cittadini per rivendicare una giusta transizione ecologica che può avvenire esclusivamente attraverso il cambio della governance con l\'ingresso in maggioranza dello Stato. E’ giunto il momento che istituzioni locali, regionali e nazionali insieme a tutte le organizzazioni sindacali si assumano le proprie responsabilità scegliendo con i fatti e non con le parole da che parte stare - conclude la lettera -. Deve essere chiaro a tutti che, allo stato attuale, si sta o con i lavoratori e i cittadini o con la multinazionale. Non esistono strade alternative ambigue o vie di mezzo dietro alle quali nascondersi”.

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