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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1908)

L’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Fabrizio Nardoni esprime il proprio rammarico per l’assenza dei rappresentanti regionali dei trasformatori al Tavolo Latte di stamattina in Assessorato. “Sono consapevole – ha detto Nardoni – che i negoziati tra le parti, soprattutto quando sono basati sul presupposto della volontarietà, hanno bisogno di pazienza. Da tempo ci viene chiesto di svolgere un ruolo di supporto e di coordinamento delle Associazioni regionali delle Imprese di Trasformazione e delle Organizzazioni Professionali Agricole ma, ancora una volta, dobbiamo registrare con rammarico l’assenza dei rappresentanti dei trasformatori al Tavolo latte. “In tal modo si creano i presupposti di una “impasse” che non permette di superare le criticità che purtroppo persistono sul Sistema Latte pugliese. “In tutti i modi stiamo provando a promuovere anche nella filiera del comparto lattiero-caseario iniziative di valorizzazione delle produzioni come stiamo facendo per altre filiere del mondo agricolo con il Marchio di Qualità Prodotti di Puglia. Stentiamo, pertanto a comprendere le ragioni di queste reiterate defezioni. Auspico che nel prossimo futuro vi sia la pronta adesione anche delle Associazioni regionali delle Imprese di Trasformazione per rafforzare, come succede in altre regioni d’Italia, la portata di un percorso che non è soltanto basato sulla leva del prezzo ma che guarda strategicamente alla qualità del latte e delle produzioni lattiero-caserie, come asset strategico per l’agroalimentare pugliese”.
Approvata all’unanimità dalla II Commissione, presieduta da Giovanni Brigante, la proposta di legge che mira a stabilizzare 13 unità già dipendenti dei Consorzi Agrari regionali esclusi anni addietro dai processi di ricollocazione. Sulla proposta di legge a firma Cervellera, Brigante, Friolo, Lospinuso, Laddomada, Pentassuglia, Sala e Mazzarano, l’assessore al lavoro Leo Caroli ha espresso il parere favorevole del Governo regionale, confortato dalla risposta pervenuta dalla Funzione pubblica circa la rispondenza della proposta di legge ai profili di costituzionalità. Le uniche prescrizioni, come ha ripetutamente sottolineato l’assessore Caroli, riguardano il rispetto da parte della Regione dei vincoli di legge in merito alla spesa ed alla tempistica di ricollocazione che non sorà automatica. La proposta di legge prevede la ricollocazione presso le Agenzie regionale dei 13 ex dipendenti dei Consorzi attraverso procedure di idoneità che saranno bandite una volta acquisita dalle singole agenzie la disponibilità in organico. La proposta di legge approda ora in Commissione bilancio che potrà esaminarla appena gli uffici trasmetteranno il referto tecnico attestante la regolarità contabile. Per l’anno in corso la copertura finanziaria sarà assicurata dal bilancio autonomo della Regione, mentre dal prossimo esercizio l’onere sarà a carico delle agenzie regionali che prenderanno in carica il personale.
Il giorno 22 gennaio 2014, presso il Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali della Presidenza del Consiglio dei Ministri si è tenuta la prima riunione del tavolo tecnico di coordinamento istituito su richiesta del Ministro per la Coesione Territoriale e relativo alla realizzazione delle opere previste dall'accordo per il porto di Taranto del 2012. Alla riunione hanno partecipato il Capo del Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali Ing. Aldo Mancurti ed il suo staff, il Presidente dell'Autorità Portuale di Taranto e Commissario Straordinario Sergio Prete, i rappresentanti del Ministero dell'Ambiente, della Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, della Regione Puglia, del Comune di Taranto, di Trenitalia, RFI, TCT spA, lo studio SJS e SOGESID SpA. Durante la riunione, dopo aver appreso della impugnazione dinanzi al Tar Lecce della aggiudicazione dei lavori relativi all'adeguamento e consolidamento della banchina del Molo Polisettoriale, sono state discusse alcune criticità con particolare riferimento ai dragaggi, al Piano Regolatore Portuale ed ai raccordi ferroviari. Con riferimento al progetto di dragaggio e connessa cassa di colmata, i rappresentanti del ministero dell'ambiente si sono impegnati a far pervenire entro la metà di febbraio il decreto VIA ed il decreto ex articolo 5 bis della legge n. 84 del 1994, con i quali si concluderà la procedura di approvazione del progetto definitivo. A seguito di tale approvazione l'Autorità Portuale potrà procedere alla validazione del progetto ed alla successiva indizione della gara d'appalto per la realizzazione delle opere. Tutto ciò al fine di rispettare il termine del 31 dicembre 2015 per l'ultimazione degli interventi necessari a rendere operativi i primi 1200 m di banchina con fondale a -16,50. In ogni caso le parti stanno valutando la possibilità di adottare anche soluzioni alternative che consentano una riduzione dei tempi per ottenere l'operatività della banchina nei termini indicati. Per quanto attiene il Piano Regolatore Portuale, è stato chiesto al Comune di Taranto di accelerare l'iter procedimentale per consentire alla Regione Puglia di approvarlo in via definitiva nel più breve termine possibile. Il medesimo invito a procedere con celerità é stato rivolto anche a RFI che si è impegnata a rivedere i tempi del cronoprogramma e a bandire la gara non appena riceverà l'esito positivo della notifica alla Comunità Europea del finanziamento del progetto.
Confindustria Taranto invita tutti gli attori territoriali a sostenere il decreto 136 sull'Ilva, la cui discussione è stata aggiornata al 21 gennaio. Un provvedimento di enorme importanza che arriva in un momento fondamentale per il futuro del nostro territorio slittata causa i numerosi emendamenti. Un rinvio che se da un lato tiene ancora col fiato sospeso circa il via libera ad un provvedimento a nostro parere di enorme importanza, dall’altro ci consente di intervenire per esprimere una breve riflessione che riteniamo doverosa in un momento così delicato ed allo stesso tempo fondamentale per il futuro del nostro territorio. Il nostro punto di vista rispetto ai contenuti, agli obiettivi ed alle considerevoli novità contenute nel testo è di piena convinzione, confortata dalla mole di misure che attengono sia gli aspetti di carattere scientifico (studi epidemiologici e screening sanitari), fortemente orientati alla salvaguardia ed alla tutela dell’ambiente e della salute, sia gli aspetti meramente finanziari riguardanti in primis il risanamento ambientale e l’attuazione dell’Aia.Non occorre entrare nel merito delle singole misure del decreto per capire di fronte a quale svolta epocale si troverebbero la città di Taranto e il territorio jonico nella sua interezza nel momento in cui il provvedimento dovesse ottenere, come auspichiamo, il via libera. Siamo di fronte ad un vero punto di svolta che non a caso vede impegnati attorno alla questione Ilva, in cui si incrociano implicazioni di varia natura (sociali, economiche, sanitarie, ambientali) dicasteri diversi e attenzioni molteplici e diversificate. Un interesse di notevoli proporzioni che, allontanando definitivamente tentazioni –purtroppo ricorrenti- di tipo disfattista e ostruzionista, dovrà meritare da parte nostra, compiuta una doverosa verifica rispetto ai contenuti, un’ampia condivisione ed un unanime consenso, che ci auguriamo possa giungere da tutti gli attori decisionali del territorio.

Nasce il nuovo contratto di rete, grazie al quale le imprese agricole potranno fare assunzioni congiunte. Creato con il*"Pacchetto occupazione" (DL76/2013), questo nuovo strumento di *job sharing* è stato messo a punto dal *Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali*, anche attraverso consultazioni delle associazioni di categoria, per venire incontro alle esigenze delle imprese agricole che vogliano cogliere nuove opportunità di sviluppo, ad esempio assumendo uno specialista di marketing o di nuove tecnologie dell'informazione, ripartendone gli oneri tra più soggetti legati da un contratto di rete. Per un settore che sta vivendo una stagione di forte innovazione, anche grazie alla nuova imprenditoria giovanile, il decreto firmato dal *Ministro Giovannini* fornisce anche alle imprese agricole un'importante opportunità per reclutare professionalità e crescere sui mercati interni e internazionali. Il decreto specifica anche le modalità per effettuare un'unica comunicazione delle assunzioni congiunte di lavoratori dipendenti nelle imprese agricole, fra cui cooperative, imprese appartenenti allo stesso gruppo di imprese, riconducibili allo stesso proprietario o a soggetti legati tra loro da un vincolo di parentela.
Il dado è tratto: il ministero dei Trasporti ha finalmente “sdoganato” l’aeroporto di Grottaglie indicandolo come “aeroporto di interesse nazionale”, così dando allo stesso pari dignità rispetto a quello di Brindisi, con buona pace del sindaco di Brindisi del PD Consales che si è segnalato per la sua improvvida e politicamente vergognosa “uscita” sul nostro aeroporto. E con buona pace soprattutto di Aeroporti di Puglia che nulla ha fatto negli anni passati per lo sviluppo dell’aeroporto di Grottaglie, né per attivare collegamenti di linea, né tantomeno per trasformarlo in aeroporto cargo; ciò contravvenendo apertamente a un contratto che la stessa Aeroporti di Puglia ha con ENAC, contratto che vincola la società controllata dalla Regione Puglia a sviluppare anche l’aeroporto di Grottaglie garantendone la piena operatività e la disponibilità a favore di compagnie aere che volessero operarvi. Ora possiamo costruire un futuro: l’aeroporto di Grottaglie ha avuto il placet ministeriale con l’inserimento nella tabella del Ministero dei Trasporti, c’è una affidabile e seria compagnia aerea svizzera che vuole operare da Grottaglie e, soprattutto, c’è la volontà di tutta la Comunità tarantina di non farsi prendere più in giro da Aeroporti di Puglia. Posso testimoniare che a Bari Donato Pentassuglia, presidente della Commissione regionale ai Trasporti di cui sono vicepresidente, ha sempre fatto il massimo per cercare di smuovere gli ostacoli per lo sviluppo di Grottaglie, convocando più volte Aeroporti di Puglia da cui abbiamo sempre ricevuto ampie rassicurazioni, mai seguite da fatti... Ora è il momento della verità, perché se è vero che il Ministero dei Trasporti ha indicato Grottaglie come “aeroporto di interesse nazionale”, è altrettanto vero che, affinché possa ricoprire effettivamente questo ruolo, nei prossimi mesi la Regione Puglia dovrà indicare al Governo centrale quale sarà la “specializzazione” di Grottaglie nell’ambito del sistema aeroportuale di zona e, soprattutto, dovrà presentare un business plan credibile attestante che la gestione dell’aeroporto non sarà passiva.Ritengo che, alla luce di quanto ha fatto Aeroporti di Puglia negli ultimi anni, o meglio “non ha fatto”, sia il caso che la comunità jonica tutta si attivi per realizzare un comitato, comprendente istituzioni, enti, politici, associazioni datoriali e sindacali, che possa da un lato individuare autonomamente il ruolo che potrà rivestire Grottaglie, da un altro elaborare un business plan credibile per la sua gestione futura. Tali indicazioni dovranno essere poi presentate ad Aeroporti di Puglia che “dovrà” farle necessariamente proprie.È arrivato il momento che la nostra Comunità si dimostri matura e propositiva e la smetta di aspettare passivamente che qualcuno a Bari, o altrove, decida il nostro futuro: ognuno deve fare la sua parte! Arnaldo Sala Consigliere regionale FI
E’ un unico coro, che grida tutto il malessere di un tessuto imprenditoriale che fatica già a misurarsi con la stretta creditizia, con il carico fiscale che supera il 65% in Italia , e che non ha uguali in tutta Europa, e con i vari oneri ai quali è sottoposta l’impresa, a prescindere dalle dimensioni e dal fatturato. E’ la voce, come ci riporta la cronaca, talvolta esasperata ed perfino aggressiva, di quelle piccole e micro imprese che –da Nord a Sud- rappresentano il motore dell’economia e che si sentono vessate e lasciate sole con i loro problemi (credito, fisco, burocrazia, illegalità, sicurezza), perché non riescono a dialogare con le Istituzioni. E’ quel che accade ogni giorno in tutto il Paese; è quanto è accaduto ieri a Ginosa in un incontro di piccoli imprenditori e di cittadini, esasperati dalle ultime cartelle esattoriali e dalle notizie che si rincorrono di ora in ora di nuovi aumenti e di nuove tasse. E’ chiaro che il livello di tensione tra gli imprenditori è alto in tutto il Paese e che può generare forme di protesta talvolta clamorose, indomabili, e proprio per questo è necessario che le amministrazioni locali – pressate a loro volta dalle politiche di riduzione della spesa pubblica e reperimento di risorse da parte dello Stato- non interrompano quel dialogo e quel confronto con i portatori di interessi necessario per la vita della comunità. E’ in quest’ottica che organizzazioni come Confcommercio svolgono una funzione primaria nel ruolo di rappresentanza degli interessi e di ricerca di soluzioni condivise, come nel caso dei recenti aumenti Tarsu che stanno riguardando tutti i comuni della provincia, o della tassa di soggiorno, o del controllo e della sicurezza del territorio. <
In una nota diffusa da PeaceLink (Rapporto Qualità dell’aria 2013. IPA a Taranto, 2 gennaio 2014) fra l’altro si afferma: “Intendiamo in particolare sottoporre a critica le dichiarazioni del sub commissario ILVA Edo Ronchi, il quale sostiene che vi sarebbero stati miglioramenti dell’aria di Taranto …” poiché “la concentrazione media degli IPA misurata negli ultimi due mesi (novembre e dicembre 2013) risulta dunque superiore rispetto alla concentrazione media nel quartiere Tamburi nel periodo maggio 2009-maggio 2010”. In replica a tali affermazioni il Sub Commissario ILVA Edo Ronchi afferma quanto segue: Queste misurazioni sono state effettuate con un analizzatore comprato dal Rotary Club di Taranto e affidato a PeaceLink. Se ciascuno di noi pretendesse di farsi le proprie misurazioni ambientali, comprandosi un proprio apparecchio, si produrrebbe un solo risultato: la fine dell’affidabilità tecnica e normativa dei controlli ambientali, per i quali sono impiegate apparecchiature omologate per tali controlli, installate, tarate e gestite da tecnici competenti, appartenenti ad un organo pubblico, terzo e indipendente. I dati riferiti da PeaceLink nella nota citata, rilevati con un apparecchio privato senza adeguate garanzie tecniche e metodologiche, non sono né attendibili, né confrontabili con quelli dell’ARPA. Tale improponibilità è tanto più vera in assenza di qualsiasi informazione sulla calibrazione degli strumenti e sui tempi di mediazione delle concentrazioni rilevate. La comparazione tra le concentrazioni misurate dall’ ARPA Puglia in un anno (maggio 2009 – maggio 2010) con quelle misurate in due mesi invernali (novembre-dicembre 2013), inoltre, non è proponibile per una famiglia di inquinanti prodotti dalla combustione e la cui presenza dipende significativamente dalle condizioni meteorologiche stagionali. Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), citati dalle misurazioni fatte da PeaceLink, infine, sono una famiglia di composti - molto numerosa ed eterogenea per proprietà chimico fisiche e tossicologiche - prodotti dalla combustione incompleta di idrocarburi, carbone, legno ed altre biomasse. Tra le migliaia di IPA esistenti, solo circa 50 sono stati valutati dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) per la loro cancerogenicità e/o mutagenicità, alcune unità sono state indicate come probabili o possibili cancerogeni per l’uomo e solo uno (Benzo(a)Pirene- B(a)P) è stato classificato per la sua certa cancerogenicità sull’uomo. Gli IPA totali non sono altro che la somma di specifici congeneri ritenuti di interesse per quel settore: il D.Lgs 152/2006 identifica le concentrazioni soglia di contaminazione per suoli sottosuoli ed acque sotterranee facendo riferimento sia a 13 congeneri, sia agli IPA totali identificati come somma di 10 dei suddetti congeneri. Analogamente, le emissioni in aria da installazioni industriali sono regolate per 14 congeneri, ed i limiti alle emissioni per gli inceneritori (DPR 133/2002) sono identificati per 11 IPA. I dati forniti da PeaceLink, riferiti a una miscela di IPA sconosciuti, non ha alcuna rilevanza. La mancata identificazione dei componenti di una miscela di IPA in aria non consente, infatti, una valutazione della sua pericolosità: non esiste per questo un limite normativo per il valore degli IPA indistinti. Per valutare le proprietà tossicologiche di questi composti in aria si utilizza, quale tracciante dell’intera miscela, il congenere più pericoloso: la normativa di tutti i paesi industrializzati ha identificato tale tracciante nel B(a)P-Benzo(a)pirene e stabilito in 1 ng/m3 il suo limite in aria. La qualità dell’aria a Taranto e nel quartiere Tamburi è a norma e migliorata dato anche il continuo decremento del B(a)P che è al di sotto del limite di 1ng/m3. Tale osservazione è, peraltro, ben fotografata da ISPRA che nel suo rapporto sulle aree urbane del 2013, evidenzia che il quartiere Tamburi di Taranto sia ormai fuori dal 25% delle aree urbane italiane dove la concentrazione in aria di B(a)P ancora eccedeva il limite di 1 ng/m3.
“Come coordinatore nazionale di tutti gli assessori regionali e rappresentanti delle province autonome porrò la questione al Ministro affinché su questo potenziale di sviluppo della nostra nazione si ponga, finalmente, la giusta attenzione, rivendicando non solo ruolo nell’ambito della programmazione e della governante di tutte le questioni inerenti il comparto, ma anche chiedendo una omogeneizzazione della normativa e maggiore snellimento delle procedure”.E’ quanto dichiara l’Assessore pugliese e coordinatore nazionale Fabrizio Nardoni al termine del Tavolo interregionale sulla pesca e l’acquacoltura svoltosi a Roma. Un documento di intenti ma anche un vademecum preciso sugli strumenti da mettere subito in atto nel confronto con il Governo, a partire dall’art. 59 (comma 11) del D.L. 83/2012 che conferisce al Ministero il potere di autorizzazione per l’esercizio di nuovi impianti di acquacoltura in mare al di là di un chilometro dalla costa.“Di questo strumento chiediamo l’abrogazione – spiega Nardoni – perché la normativa così prevista presenza diversi profili di incoerenza e complessità applicativa rispetto al complessivo quadro normativo vigente in materia di gestione del demanio marittimo. In particolare il tavolo interregionale considera sovrapposta, rispetto all’istituto della concessione demaniale di competenza regionale, proprio la materia che riguarda l’autorizzazione per l’esercizio degli impianti. Una assunzione di competenza in capo allo Stato che si porrebbe in maniera del tutto incoerente rispetto al generale ed assodato quadro normativo e costituzionale in forza del quale tale competenza è conferita a Regioni e Province autonome”. Il tavolo interregionale chiede al MIPAAF anche un riesame complessivo della governance sul settore, e un riesame della normativa sui canoni per le concessioni demaniali marittime per fini di pesca ed acquacoltura. “Vi è una situazione di evidente disparità di trattamento determinata dalla disciplina dei canoni concessori demaniali marittimi per attività di pesca ed acquacoltura – afferma il coordinatore Nardoni – perché la normativa vigente prevede infatti dei canoni profondamente diversi per le società cooperative e i loro consorzi e per le imprese non costituite in forma di cooperativa. Tema questo su cui si era espressa anche l’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato rilevando effetti discorsivi nella concorrenza tra operatori che svolgono stessa attività”. Il tavolo composto da tutte le Regioni e Province autonome italiane chiede dunque chiarezza ma anche maggiore coinvolgimento. “Chiederemo una verifica e una rivisitazione dell’attuale modello di governance – chiarisce Nardoni – ma anche un confronto più serrato sullo stato di attuazione del FEP (Fondo Europeo Pesca) e sulla missura dell’arresto definitivo al riguardo del quale sottolineo come sia improcrastinabile la chiusura dell’istruttoria da parte del MIPAAF con la pubblicazione della graduatoria e la trasmissione degli importi da erogare alle singole Regioni”.
"Mozzarelle di bufala Dop, non si può prorogare ancora di un anno l'entrata in vigore di una norma (del 2008) per l'adeguamento degli stabilimenti produttivi. Rischiamo di vanificare gli sforzi fatti per qualificare la produzione di un formaggio a denominazione di origine che ha grande successo in Italia e nel mondo. Motiva così il senatore Dario Stefàno (SEL) la presentazione di un emendamento al decreto legge "milleproroghe" che cancella la proroga relativa all'adeguamento degli stabilimenti alla norma del 2008 che obbliga i caseifici a separare funzionalmente la produzione della mozzarella di bufala campana Dop da quella di altri formaggi". "Non si può fare una legge giusta - continua Stefàno - che va nella direzione di prevenire le contraffazioni e agevolare i controlli sulla tracciabilità del latte di bufala e poi chiuderla in un cassetto, congelandola per anni affinchè non produca gli effetti auspicati. Non si può lasciare campo libero a contraffazioni e frodi: =E8 necessario insis= tere sulla strada della tutela della qualità anche per rassicurare i consumatori sulla bontà delle nostre produzioni a denominazioni di origine".
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