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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1908)

l’Ilva spegne gli altiforni nel pressoché totale silenzio, e a causa di una situazione che ha del paradossale.

Confindustria: occorre scongiurare un punto di

 “non ritorno” che complicherebbe ulteriormente una situazione

già abbastanza complessa

 

 

 

 

La notizia dello spegnimento degli altiforni dell’Ilva, arrivata alle cronache come se si trattasse di un evento atteso e quindi ineluttabile, è in realtà un fatto gravissimo e allarmante che pone le basi per un punto di “non ritorno” che oramai da anni si cerca invece di scongiurare, come testimoniano i molteplici provvedimenti governativi mirati, oltre che all’ambientalizzazione della fabbrica, a garantirne la imprescindibile continuità produttiva.

 

Malgrado questo, si continua ad assistere a situazioni paradossali, e quest’ultima lo è davvero per diversi aspetti.

 

In primis, Taranto sembra ancora una volta subire passivamente, senza alcuna presa di posizione da parte di chicchessia, (e parliamo ovviamente di chi si dovrebbe istituzionalmente pronunciare in tal senso) un provvedimento molto pesante nella sua evidente gravità: mai si era verificato, prima d’ora, che l’azienda operasse la messa in sicurezza degli impianti così come sta accadendo in questi giorni, preannunciando di fatto un fermo complessivo. E tutto questo, nel silenzio più generale e assoluto.

 

Il secondo aspetto è per certi versi ancora più controverso: la condizione attuale nasce infatti dall’annunciata messa in mora dello stabilimento da parte dell’Eni –uno dei principali e più grandi fornitori dell’Ilva-  per i pagamenti  futuri, come se si trattasse –come già qualcuno ha avuto modo di osservare -  di un condomino a rischio di morosità di un qualsiasi edificio privato, e non della più grande acciaieria europea.

 

 

 

Accade così che L’Eni, partecipata dal Ministero dell’Economia e Finanze, chiuda i rubinetti ad una grande azienda che è già da tempo commissariata dal Governo (con un apposito decreto convertito in legge): appare, a tutti gli effetti, come il gatto che si morde la coda, e da questo paradosso nasce il rischio che si produca, a meno di interventi tempestivi proprio da parte del Governo, una situazione di grave irreversibilità, che si aggiungerebbe a quella già fortemente critica che investe altri comparti e altre situazioni da troppo tempo in sofferenza.

 

E’ il caso di ricordare, infatti, che mentre un grande fornitore – le cui sorti economiche non sono certo legate all’Ilva – paventi il taglio delle forniture di metano per i crediti 2015, l’esercito dei piccoli fornitori – l’indotto tanto per intenderci – stia letteralmente dissolvendosi a causa dei reiterati ritardi del pagamento dei crediti ampiamente scaduti, nonostante le rassicurazioni in tal senso giunte nei giorni scorsi circa lo sblocco della seconda tranche del cosiddetto prestito ponte, che avrebbe dovuto garantire una boccata d’ossigeno di fatto solo annunciata.

 

Il timore in sostanza è che, in attesa dell’imminente decreto attraverso il quale dovrebbero essere definite le sorti dell’azienda (con una probabile soluzione pubblico-privata), si corra seriamente il rischio di risolvere la questione attraverso le vie di fatto dello spegnimento pressoché coatto, che è quello che si sta paventando in queste ore.

A meno, lo ripetiamo e lo auspichiamo, di un intervento risolutore e imminente da parte del Governo che imprima un brusco e dovuto stop ad una situazione in pericolosa ed evidente discesa libera.

 

Per martedi 16 dicembre 2014, presso la sede provinciale INPS di Taranto in Via Golfo di Taranto.

L’appuntamento, fissato per le ore 8,00 (verosimilmente si concluderà per le ore 17,00), giunge in seguito ad una richiesta rimasta inevasa ed effettuata dalle scriventi OO.SS. circa il riconoscimento dei contributi pensionistici per esposizione all’Amianto.

All’iniziativa, oltre alle scriventi OO.SS., prenderanno parte i lavoratori esposti all’Amianto che ad oggi non vedono affermare i propri diritti. L’INPS, contrariamente a quanto riconosciuto dall’INAIL e in sede giudiziaria su sentenza - in modo unilaterale - non tenendo conto delle norme e leggi in vigore, nega il sacrosanto diritto alla pensione. Questo atteggiamento anomalo comporta forti ritardi (ingiustificati) per l’accesso al pensionamento di centinaia di lavoratori. Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, pertanto, invitano tutti i lavoratori che si trovano in dette condizioni, a partecipare al presidio.

Alla vigilia del settimo decreto legge, nel pieno di una settimana che si annuncia densa di novità formali e sostanziali sul futuro dell'Ilva, giunge da Confindustria Taranto un nuovo e accorato appello sulla sorte delle aziende locali che gravitano attorno allo stabilimento siderurgico. In una lettera inviata dal presidente Cesareo a tutte  le istituzioni locali, alle associazioni di categoria e ai sindacati, emerge chiara e forte la preoccupazione per gli sviluppi che la vicenda rischia di assumere alla luce delle soluzioni individuate e annunciate nelle ultime ore dal Governo. Gli industriali tarantini, infatti, ritengono soffocante l'ipotesi di applicazione della legge Marzano, ovvero la possibilità che verrebbe offerta all'Ilva di dichiarare lo stato di insolvenza e accedere alla procedura straordinaria".

E' quanto afferma la consigliera regionale Pd, Anna Rita Lemma, la quale sottolinea che, così facendo, si utilizzerebbe uno strumento !che metterebbe al riparo l'azienda commissariata da procedure concorsuali, prospettiva che naturalmente sconvolge le aziende dell'indotto nei cui bilanci spiccano evidenti i crediti maturati verso l'acciaieria per le prestazioni effettuate e non completamente, ad oggi, liquidate secondo contratto. La legge Marzano - aggiunge Lemma - prevede infatti il congelamento dei crediti, ricordano da Confindustria,  e si affida al ‘concordato’. Una soluzione che graverebbe irrimediabilmente sui conti delle aziende dell'indotto Ilva. Da qui,  il mio appello al Governo affinché il piano di salvataggio dell'Ilva, ovvero il cosiddetto ‘intervento pubblico a tempo’ annunciato oggi dal ministro Guidi, tenga conto delle legittime aspettative che giungono dalla galassia dei fornitori - per lo più imprese tarantine - che certo non hanno bisogno di finire imbrigliati nelle maglie contabili di una ‘bad company’. Per l'economia di Taranto - conclude la consigliera regionale - sarebbe l'ennesimo danno dopo l'ennesima beffa. La legge Marzano, com'è noto, introdotta nel 2004 a seguito del crac Parmalat, prevede la procedura, non giudiziaria, di amministrazione straordinaria delle grandi imprese che dichiarano insolvenza (requisiti necessari: almeno 500 lavoratori e 300 milioni di debiti)".

 

“Con il Governo di Matteo Renzi, Taranto torna ad essere strategica per l'Italia. Strategica per il suo tessuto industriale, per la sua competitività, per un rinnovato ruolo dello stato nella crisi, per la necessità di coniugare produzione, ambiente e salute". Lo dichiara il Consigliere regionale del PD Michele Mazzarano all'avvio di una settimana fondamentale per il futuro dell'Ilva, di migliaia di lavoratori e del sistema produttivo jonico.
“Di fronte ad una vicenda così complicata è arduo pronosticare un esito chiaro e certo. Eppure, con il settimo decreto in arrivo, si ha la conferma che il Governo ce la voglia mettere tutta. Per la prima volta dopo tanti anni di distrazioni e indifferenza, Taranto è tornata strategica per l'Italia.
Affrontare l'emergenza della crisi di liquidità finanziaria dell'azienda, intravedere un piano strategico della Cassa Depositi e Prestiti per un intervento pubblico a tempo determinato evitando che i limiti delle offerte dei potenziali acquirenti possano compromettere l'intera operazione, provare a dare slancio ad una funzione commissariale che sia più vincolata a tali nuovi obiettivi: sono queste - aggiunge l’esponente del Pd - le assolute priorità di un governo e di un premier realmente intenzionati a risolvere il principale dossier della vita economica del Paese”.
“Renzi sta dimostrando - conclude Mazzarano - di avere a cuore l'industria italiana, la competitività del Paese, ma soprattutto di fare di Taranto una piattaforma strategica per il futuro dell'Italia”.

Gli Sds Alfredo Spalluto, Francesco Di Giovanni, Davide Nistri, Gionatan Scasciamacchia e Francesco Cosa, avendo partecipato insieme al sindaco Stefàno alla visita effettuata, presso lo stabilimento Ilva di Taranto, dal parlamentare europeo  Edouard Martin, esprimono compiacimento per l’attenzione che Taranto sta ricevendo non solo a livello governativo ma, a questo punto, anche a livello europeo. "Quello che si sta cercando di fare - spiegano consiglieri ed assessori Sds – è rilanciare la questione Taranto nella sua complessità, legata alle vicende ambientali, portuali, occupazionali e quindi creando le giuste interlocuzioni a tutti i livelli istituzionali a partire dalla Regione Puglia, passando per il governo Renzi e finendo proprio in Europa.  Martin, infatti, ospitato a Taranto dal sindaco Stefàno, ha il compito di relazionare al parlamento europeo in merito alla situazione siderurgica italiana ed in particolare, in riferimento a quella che è la più grande acciaieria di Italia e di Europa e cioè l’Ilva di Taranto, visto che proprio Bruxelles è prossima a varare importanti provvedimenti legislativi volto a creare un equilibrio della siderurgia europea rispetto a quella mondiale!.
Altra grande opportunità offerta dal sindaco di Taranto, spiegano gli esponenti di SdS, è stata quella della tavola rotonda svoltasi presso Palazzo di Città. A relazionare, oltre allo stesso sindaco, vi erano Sergio Prete dell’autorità portuale, l’ingegnere Giancarlo Quaranta (direttore centrale produzione dell’Ilva) e lo stesso onorevole Martin. 
A conclusione della sua giornata a Taranto, l’onorevole socialista  Edouard Martin si è mostrato soddisfatto delle informazioni acquisite, rivolgendo ai presenti la chiara volontà di rendere l’Ilva di Taranto ecocompatibile, mantenendo gli stessi livelli occupazionali. Questo il messaggio che porterà a Bruxelles. 

La Cisl Taranto Brindisi è intervenuta apertamente, più volte, sulla necessità di cogliere le opportunità che il “Piano Straordinario per il Lavoro – Per un lavoro di cittadinanza” comprensivo dei cosiddetti cantieri di cittadinanza e del protocollo per il lavoro minimo di cittadinanza, mettono a disposizione in termini di politiche attive per il lavoro. Tali opportunità  vengono incontro a persone in condizioni di particolare fragilità sociale e sono il frutto dell’accordo sottoscritto lo scorso 28 luglio tra i sindacati confederali Cisl, Cgil, Uil e la Regione Puglia.

"Con una nostra nota del 19 settembre  scorso - sottolinea Daniela Fumarola, segretario generale della Cisl Taranto Brindisi -  elaborata all’indomani del confronto che tenemmo a Brindisi con l’assessore regionale al lavoro Leo Caroli e con tutti i soggetti  interpellati dal protocollo d’intesa (sindaci, organizzazioni sindacali, ecc.), rilanciammo anche per il territorio di Taranto la necessità di far presto ad elaborare il protocollo d’intesa. Più recentemente - aggiunge il segretario Cisl - abbiamo ribadito le nostre sollecitazioni, in sede di Consulta per lo sviluppo, riunita lo scorso 7 novembre presso la Provincia di Taranto, anche in forza della richiesta ufficiale ed unitaria indirizzata, lo scorso settembre, alle istituzioni locali, sollecitando le disponibilità del neo Presidente in primis e dei Sindaci ionici, perché non sottovalutassero la possibilità di utilizzare le risorse finanziarie disponibili. In questo secondo caso, come già da noi fatto in precedenza, abbiamo sollecitato le pubbliche amministrazioni ioniche ad utilizzare al meglio anche le risorse finanziarie previste dalla programmazione dei Fondi europei 2014-2020, con riferimento alle misure individuate per l’inclusione sociale, senza limitarsi alle azioni previste dal Piano straordinario regionale".

Alla luce di ciò, puntualkizza Daniela Fumarola, le recenti dichiarazioni dell’assessore regionale Caroli "ci sembra che non tengano conto di questo percorso, attivato come Cisl e poi sollecitato anche alle altre organizzazioni sindacali. Siamo fortemente convinti che solo operando tutti insieme su obiettivi condivisi, senza accampare primazie, salvaguardando le proprie identità ed autonomie, si possano produrre risultati positivi, anche per questa porzione di nostro territorio particolarmente provato da una serie infinita di emergenze sociali ed occupazionali. Il Paese e la Regione Puglia - conclude Fumarola - hanno bisogno di più sindacato, perché il dialogo sociale non è ininfluente nel processo in atto di cambiamento del Paese che sollecita la responsabilità di tutti, nessuno escluso". 

Quando si parla di difesa di posti di lavoro, di difesa dei propri concittadini, i colori politici vengono messi da parte ed i vari livelli di governo (Nazionale, Regionale e Locale) fanno squadra ritrovandosi uniti. Questo quanto accaduto nella vertenza Marcegaglia Buildtech di Taranto che oggi si é conclusa positivamente a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico. 84 lavoratori dell'Azienda Marcegaglia, in cassa integrazione già da un anno e che rischiavano il licenziamento, oggi possono tornare alla tranquillità lavorativa e familiare grazie all'accordo che vede il mantenimento di tutti ed 84 gli operai specializzati, a tempo indeterminato, alle stesse condizioni salariali e soprattutto rimanendo nella città di Taranto. A siglare l'accordo oltre alle parti sindacali con le rispettive RSU, vi erano per la Regione Puglia il Governatore Vendola accompagnato dall'Assessore al Lavoro Caroli, per il Comune di Taranto l'Assessore Francesco Cosa ed il Consigliere Comunale Aldo Renna, per Marcegaglia l'Amministratore Delegato dott. Prete e su tutti la nuova azienda OTLEC S.p.A. che investira investirà a Taranto proprio nell'area industriale nel sito ex Marcegaglia. La OTLEC, azienda piemontese operante nel settore siderurgico e della produzione di motori di cogenerazione ma anche leader nelle attività legate alla produzione di bruciatori a bassa pressione e nella realizzazione di prodotti energetici e centrali a biomassa, quindi energia pulita, durante i lavori ha illustrato il Piano Industriale con gli obiettivi di sviluppo del sito di Taranto e confermando l'impegno a ricollocare tutti gli esuberi Marcegaglia. L'Assessore Cosa ed il consigliere Renna hanno espresso grande soddisfazione per il risultato conseguito, ma soprattutto per il grande senso di responsabilità dimostrato da parte di tutti gli attori che indubbiamente hanno evitato l'acuirsi del disagio sociale, già molto pesante nella città di Taranto. Hanno espresso inoltre un plauso per il lavoro svolto dalla Regione Puglia e nello specifico per quanto fatto in maniera meticolosa e rassicurante dall'Assessore al Lavoro Caroli. "Siamo fieri di questo risultato ma anche del fatto che in un periodo di crisi generale della nostra città, un'azienda del calibro della OTLEC investa sul nostro territorio dando la dimostrazione che Taranto è appetibile per futuri investimenti".
Sono stati oltre 500 i lavoratori che martedì mattina hanno partecipato all'assemblea nell'Ilva di Taranto organizzata in vista dello sciopero del 12 dicembre e alla quale ha presenziato il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso. Un incontro che ha preceduto l'assemblea tenutasi al teatro Orfeo, pieno come un uovo, sul tema LavoriAmo per Taranto. "I lavoratori sono molto preoccupati per il futuro e per il destino del loro lavoro" ha sottolineato la coriacea segretario nazionale perché, ha aggiunto, "sono lavoratori provati dalla lunga incertezza rispetto alla gestione dell'impresa e alle prospettive. Durante l'assemblea con la Uil abbiamo proposto le ragioni dello sciopero del 12 dicembre e quindi il tema del lavoro su cui deve basarsi la politica economica. Noi, che siamo sempre stati fautori di un intervento pubblico, vogliamo, però, capirne modi e natura e che non sia semplicemente un ponte per poi vendere l'Ilva al miglior offerente ma sia una scelta di politica industriale". Di qui, ha spiegato Susanna Camusso, la richiesta del sindacato al governo "per avere un incontro e capire cosa stanno pensando e come vogliono gestirla". Anche la Cgil, infatti, ritiene la siderurgia un settore strategico "per il nostro Paese che non possiamo permetterci di perdere. Lo stato deve farsi carico della continuità del lavoro e dell'intervento ai fini della salute dei lavoratori e della citta e della qualità produttiva. Vogliamo essere interlocutori di questo processo e della necessità che l'intervenuto pubblico sia vero". E, a proposito delle varie cordate interessate all'acquisizione dell'Iva, le cui offerte sono giudicate "troppo generiche", Susanna Camusso ha ribadito di non conoscerne ancora, perché ancora nessuno le conosce, "valori e piani industriali. Discutiamo concretamente di quali possibilità ci sono, quali scelte si fanno, quali responsabilità si assume il governo e che garanzie offre ai lavoratori. Non si può affrontare il piano industriale e il risanamento di una grande impresa solo per slogan ma vanno fatte delle scelte". Ma il salvataggio del colosso d'acciaio con ormai i piedi di argilla non può passare attraverso la costituzione di una bad company. Un'ipotesi che il segretario Cgil non vuole prendere in considerazione neanche per un minuto. "L'esperienza Alitalia - dice - non è stata una esperienza positiva ed è questa una delle ragioni per cui diciamo che ci vuole chiarezza degli interventi, e non semplicemente determinare migliori condizioni per qualunque offerente. Deve essere una assunzione di una funzione strategica di una produzione siderurgica del nostro Paese. Lo schema Alitalia non ha funzionato e quindi non può essere riproposto: non può - ha poi concluso Camusso - essere riproposta una idea secondo cui il pubblico si fa carico delle perdite e i privati pigliano i profitti". Sulle emergenze sociali e occupazionali che stringono in un abbraccio letale il territorio si è poi soffermato il segretario della Cgil ionica, Giuseppe Massafra. "Generare lavoro - ha detto - passa, ad esempio, anche dalla consapevolezza che questo Paese ha bisogno di essere tenuto in ordine. Occorre un piano straordinario per la cura degli assetti idrogeologici considerando gli episodi sempre più frequenti di disastri, derivanti dalle calamità naturali, a cui assistiamo, anche nel nostro territorio. E io penso che prendersi cura del territorio, qui da noi significa anche intervenire per risanare le aree sottoposte per anni agli agenti inquinanti di derivazione industriale. Il tema delle bonifiche a Taranto non quindi solo un esigenza di riscatto della popolazione, potrebbe diventare anche una straordinaria occasione di sviluppo e occupazione". Per cui, per Massafra creare lavoro é l'unica soluzione "per far ripartire il paese. Investire in spesa pubblica è lo strumento per realizzare questa condizione. Il lavoro - ha sottolineato ancora Massafra - è l'antidoto a molti mali. E' il cambio di passo di una comunità che cambia cultura e decide di non farsi assistere ma di essere protagonista del cambiamento collettivo e individuale". Ecco perché il sindacato qualche giorno ha lanciato un appello ai sindaci di questo territorio, "a partire dal sindaco di Taranto", perché si possa arrivare "anche in provincia di Taranto", a sottoscrivere un protocollo d'Intesa "utile alla realizzazione di interventi per creare nuova occupazione, attraverso le azioni regionali sul lavoro minimo di cittadinanza e i Cantieri di cittadinanza. Sono provvedimenti, questi, - ha aggiunto Massafra - che potrebbero dare risposta a coloro che hanno perso il lavoro, a coloro che non sono mai riusciti a trovarlo, a coloro che vivono in condizioni di estremo disagio sociale e che potrebbero essere impiegati in lavori di pubblica utilità. Penso alla messa in sicurezza di scuole e di edifici pubblici, alla tutela del verde, alla fruizione di spazi culturali; proprio attraverso la collaborazione tra pubblico e privato e avvalendosi di risorse importanti messe a disposizione dalla Regione". Non poteva non irrompere l'attualità nei lavori dell'assemblea della Cgil con la classifica del Sole 24Ore sulla qualità della vita in Italia che relega Taranto nelle ultime cinque posizioni della classifica. "Questa città - ha commentato Massafra -, che continua ad essere agli ultimi posti di quella classifica, è stata segnata negli ultimi tempi dal record drammatico di suicidi, molti di quei gesti estremi erano la conseguenza dell'indigenza e dell'impossibilità ad andare avanti. Con il lavoro possiamo sottrarre la manovalanza a buon mercato alla criminalità e all'illegalità. In questa città si è tornati a sparare per strada, sempre più frequenti sono gli episodi di rapina ai danni di esercizi commerciali. Anche questo è frutto di una crisi economica che diventa crisi sociale. Su questo tema - ha poi concluso il suo intervento il segretario Cgil, Massafra - venerdì prossimo ospiteremo a Taranto la Carovana della Legalità e affronteremo, in un'iniziativa pubblica, i tanti problemi che affliggono questa città".

Diffondere la cultura dell’innovazione digitale nelle piccole e medie imprese e favorire l’utilizzo del web per la promozione del Made in Italy. Questi gli obiettivi di Eccellenze in digitale, il progetto che vede insieme Google, Unioncamere, 52 Camere di commercio italiane tra cui Taranto.I settori obiettivo individuati per la provincia ionica sono l’artigianato artistico di Grottaglie ed i prodotti agroalimentari: i vini Primitivo e Negramaro di Manduria, l’olio extravergine d’oliva (Dop), pane e prodotti da forno di Laterza, caciocavallo, capocollo di Martina Franca.

Da settembre operano presso la Camera di commercio di Taranto e con il tutoraggio della dottoressa Francesca Sanesi,  i due borsisti Marcella Cavallo e Michele Leone, selezionati tra migliaia di giovani neolaureati, che hanno già avviato i contatti con le imprese del territorio.

Eccellenze in digitale tour è un “road show” partito lo scorso 30 maggio da Bologna, che ha già toccato Firenze, Siracusa, Trento e si concluderà a Roma. Venerdì prossimo, 5 dicembre, l’iniziativa è promossa da Google e Fondazione Symbola, con la collaborazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e in partnership con Cna e Coldiretti farà tappa a Taranto, nella sala Monfredi della Cittadella delle imprese. Scopo del tour è quello di incontrare le Pmi e mostrare loro in che modo ed in che misura il Web può farle crescere aprendo le porte del mercato globale.

L’innovazione, l’ampliamento e la diversificazione dei mercati, la possibilità di essere in rete in una dimensione internazionale, sono ormai elementi di competitività fondamentali” – ha ricordato il presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli secondo il quale “la formula di Eccellenze in digitale è vincente perché abbina l’utilizzo delle nuove tecnologie con la promozione delle produzioni di qualità che fanno parte del nostro patrimonio culturale”.

 

"Fare una bad company per Ilva come con Alitalia non e' possibile perché viola la direttiva comunitaria sul principio chi inquina paga e non sarebbe etico nei confronti della popolazione tarantina che aspetta di vedere il suo territorio bonificato dai veleni e di avere il giusto risarcimento per i gravi danni subiti." E' quanto dichiara il coportavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli .

"Scaricare il tema delle controversie giudiziarie, i risarcimenti, le bonifiche delle aree esterne Ilva nella bad company significherà una sola cosa: lasciare Taranto a convivere con i veleni senza che nessuno pagherà per i danni subiti dalla popolazione e per pulire i terreni, le falde e il mare dai veleni - continua il leader dei Verdi -. Un'alternativa per Taranto è possibile e l'abbiamo spiegata nella proposta di decreto Salva Taranto: costruire il risanamento e il rilancio economico attraverso una conversione industriale modello Bilbao sostenuta da un'area no tax. Ma pensare - conclude Bonelli - che i diritti e i dolori della popolazione tarantina e i veleni dell 'Ilva siano messi dentro una bad company questo per favore no, non lo fate".

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