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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1907)

Non ci sentiamo rappresentati dalle istituzioni politiche e da alcune organizzazioni socioeconomiche del territorio. Stiamo morendo e nessuno fa niente per aiutarci”. La denuncia, forte, di Giacinto Fallone, presidente della categoria Autotrasportatori di Casartigiani Taranto che, con l’inizio del nuovo anno, lancia l’ennesimo appello, con la speranza, estrema, che il 2016 porti finalmente qualcosa di buono.

“Niente Porto, Ilva muore e Agromed non decolla: non sappiamo più come andare avanti”. E’ questo lo stato d’animo dei tanti lavoratori del settore che non vedono nuove strade per la logistica locale.

Porto, Ilva e Agromed. Fallone è chiaro e diretto, centrando quelle che sono le tematiche economiche ed occupazionali maggiormente sentite in riva allo Jonio. Perché, se di Ilva e Porto di Taranto si discute quotidianamente, la questione Agromed è quella che si vorrebbe vedere emergere in un momento in cui di tutto il resto non vi è una traccia positiva.

“Parlando di Agromed, il suo presidente, Luigi Sportelli, numero uno uscente della locale Camera di Commercio, è particolarmente fiero di un bilancio attivo di circa 10 milioni di euro. Non vi è però da essere fieri – evidenzia il rappresentante degli autotrasportatori iscritti alla nota associazione artigiana – se valutiamo che questi soldi ci sono semplicemente perché i vertici di Agromed (di cui la Camera di Commercio è socia insieme a Comune e Provincia di Taranto) non sono stati in grado di investirli. Ad oggi, infatti, nessun progetto è stato avviato e nessun impegno è stato assunto da determinati politici e da determinati rappresentanti socioeconomici nell’ottica di rilancio e sviluppo della nostra categoria, e non solo, pur in presenza di risorse”.

Insomma, Casartigiani Taranto chiede e pretende nuove opportunità per una città che, alla luce delle sue potenzialità, ha il diritto di vivere e non solo di sopravvivere. “Basta con le promesse puntualmente disattese e soprattutto – chiude così Giacinto Fallone – basta con l’incapacità di chi è alla guida del nostro territorio e di quelle realtà che potrebbero costituire la svolta mentre, invece, sono solo statiche e propagandistiche”.

 

E' QUANTO EMERGE DAL RAPPORTO 2014-2015

 

Pubblicato il nuovo rapporto annuale, aggiornato al II semestre del 2015, dell'Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Puglia.
L'Osservatorio, incardinato presso l'assessorato al Lavoro della Regione Puglia e - novità assoluta dell'edizione 2014-2015 - con la collaborazione dell'Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali (IPRES), si pone l'obiettivo di rappresentare al decisore e all'opinione pubblica uno studio approfondito sulle dinamiche del mercato del lavoro pugliese, tenendo insieme i dati reali delle Comunicazioni Obbligatorie con i risultati delle indagini campionarie.
"Il rapporto annuale, giunto alla sua terza edizione - fa sapere Sebastiano Leo, assessore all'istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Puglia - è il risultato di un lavoro complesso che a sua volta restituisce un quadro articolato del territorio e delle dinamiche professionali: non già una fotografia del mercato del lavoro, piuttosto un'animazione, un flusso che cerca di offrire una lettura dei fenomeni ad ampio raggio e slegata dal contingente. È in questa chiave che va interpretato il rapporto: un'analisi di lungo periodo che descrive tendenze, risultato dello studio dei dati degli ultimi venti anni.
"È grazie al rapporto - continua Leo - che abbiamo conferme sul tasso di occupazione delle classi più anziane che cresce a partire dal 2005, con picchi significativi nel 2011 e nel 2013: insomma si resta a lavoro sempre più a lungo, a scapito dei giovani tra i 15 ed i 24 anni, la cui riduzione del tasso di occupazione inizia nel 2003 e non sembra arrestarsi, salvo piccoli segnali di fiducia che emergono nei primi due trimestri del 2015".
"Certamente utile è lo studio dei dati relativi ai trend più recenti, che segnano un andamento lievemente positivo. Nel secondo trimestre del 2015 - dice ancora l'assessore - l'occupazione ammonta a 1.189.800 unità, con un aumento di 32.600 unità rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+2,8%). Il secondo trimestre 2015 ha segno più anche rispetto al primo trimestre dello stesso anno: + 11.800 unità cioè +1%. Contribuisce a questi segnali positivi soprattutto il lavoro femminile.
"Infine - ha concluso Leo - i dati relativi alle Comunicazioni Obbligatorie ci offrono uno dei trend più interessanti: negli ultimi due anni il numero delle attivazioni di nuovi rapporti di lavoro tende a crescere, al contempo il numero dei rapporti di lavoro che cessano è più o meno stazionario. Questa tendenza dimostra una certa ritrovata vitalità del mercato del lavoro subordinato e parasubordinato e ci consegna spiragli di speranza per il futuro".
Il rapporto, pubblicato a fine dicembre, è liberamente scaricabile sul portale regionale Sistema Puglia, disponibile all'indirizzo http://www.sistema.puglia.it/SistemaPuglia/mercatolavoro

“Finalmente! Finalmente - dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - il Governo ha pubblicato il bando per trovare un acquirente della più grande acciaieria d’Europa, un impianto strategico per l’economia italiana e europea, che deve continuare a produrre e a dare occupazione, senza però uccidere e far ammalare i cittadini pugliesi”. “Sollecito quindi tutti coloro che sono interessati a manifestare l’interesse per l’acquisizione dell’impianto, precisando che la trasformazione della fonte energetica fondamentale da carbon coke a gas, rappresenta l’unica reale possibilità di conciliare esigenze produttive e salute. Ricordo che l’utilizzo del gas naturale e del cosiddetto preridotto, abbatte le emissioni nocive del 100% e del 60% quelle di CO2”. “E’ questo l’unico modo – prosegue il presidente - per rendere compatibile la nuova Ilva con gli impegni che tutta la Unione Europea ha preso a Parigi, in occasione della conferenza internazionale sul clima, e in merito alla totale decarbonizzazione dell’industria europea”. “I 20 miliardi di metri cubi di metano provenienti dall’Azerbaigian, insieme ai giacimenti recentemente scoperti in Egitto dall’Eni e a quelli in esercizio in Basilicata potrebbero assicurare all’Ilva forniture di gas illimitate, potendo così presentare la produzione di acciaio italiana e europea come una delle poche compatibili con l’ambiente e con la salvezza del pianeta e dei suoi abitanti”. “La Regione Puglia – conclude Emiliano - rimane a disposizione del Governo e degli eventuali acquirenti dello stabilimento per favorire la positiva soluzione della trattativa di acquisto”.

ILVA privatizzata e non ambientalizzata: un film già visto - sostiene Cosimo Borraccino, Consigliere Regionale di Noi a sinistra per la Puglia. Appare in tutto la sua vacuità il progetto del Governo RENZI di mettere sul mercato l'azienda dei Riva senza riferimento alcuno alla bonifica. Lo Stato - prosegue - doveva garantire, nell'anno appena trascorso, la nascita di una NEWCO, attraverso i fondi dell'apposito Fondo salva imprese, delle banche esposte coi Riva e della Cassa Depositi e Prestiti, risanare l'azienda per poi cederla.
Nulla é accaduto.  Rispetto poi alle prescrizioni contenute nell'AIA siamo ancora in alto mare e questo è grave.
Appare chiaro ora - continua il Consigliere regionale -  l'assoluto silenzio del Governo nazionale sulla decisione della Procura Svizzera del non utilizzo dell'ingente patrimonio dei Riva. Da cappello al citato quadro nefasto l'ultimo nefasto Decreto salva Ilva che prevede che l'acquirente possa chiedere la modifica dell'autorizzazione integrata ambientale. Oramai si può fare di tutto con una facciatosta inaudita, sulla carne viva del popolo tarantino. Borraccino si pone quindi delle domande: Che ne è delle battaglie ambientaliste, delle tre Leggi regionali per la tutela della salute (Legge antidiossina, contro il benzopirene e per il danno sanitario) e dell'immane opera della Procura di Taranto?  Chi garantirà ora, dopo la privatizzazione quasi coatta, la tutela dei lavoratori e il risanamento ambientale?  Troppa enfasi purtroppo vedo in giro rispetto ad un'operazione che invece andrebbe letta per quella che in realtà è: n grosso business per chi acquisterà l'acciaieria, senza le dovute necessarie tutele degli operai e dei cittadini tarantini.Amara e scomoda verità ma che va detta! Ritengo, oggi più che mai, che l'unica strada possibile per l'ambientalizzazione e la tutela dei livelli occupazionali sia il diretto controllo da parte dello Stato dell'azienda. Il resto, in tema col consueto stile renziano, - conclude Cosimo Borraccino - è solo propaganda allo stato puro!

 

"Il Governo ci metta nella condizione di capire! Apra il confronto con i rappresentanti dei lavoratori e spieghi chiaramente se esiste una strategia capace di disegnare un futuro sulla vicenda ILVA o se tutto sarà lasciato al caso, peggio ancora al mercato.E’ il primo commento del Segretario Generale della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra, dopo la pubblicazione del Bando che in concreto rimette sul mercato l’azienda siderurgica più importante d’Italia.Non si tratta di una posizione aprioristica contraria ad interventi da parte di privati, si tratta solo di buon senso e di maturata esperienza pagata proprio sulla pelle di quei lavoratori e di questa comunità – spiega Massafra – perché il bando di evidenza pubblica rischia di riconsegnare alle logiche del mero profitto, quelle che hanno già prodotto, nei decenni scorsi, inquinamento, morte e difficili condizioni di lavoro, la sorte di 15mila famiglie e di un intero territorio che ora torna ad essere solo, esposto e lasciato al suo destino.Due anni e mezzo - secondo il segretario della CGIL tarantina -  passate a nutrire l’illusione che lo Stato non avrebbe lasciato le mani degli operai diretti e dell’indotto naufraghi e senza scialuppe nella stagione della grande tormenta che ha interessato l’ILVA. Oggi, invece, anche a causa delle procedure d'infrazione messe in cantiere dalla UE, (che continuiamo a non comprendere, perché hanno il sapore di un accanimento nei confronti della struttura economica del nostro Paese), si accelera verso una vendita dello stabilimento che  appare fatta al buio. Sarà una cordata italiana, come qualcuno ha ipotizzato? E allora la domanda che sorge spontanea è: chi avrà le risorse necessarie per completare il piano di risanamento ambientale e intervenire con le necessarie innovazioni per riportare adeguati livelli di produttività, salvaguardando i livelli occupazionali?Sarà una cordata straniera? Siamo davvero convinti che le multinazionali estere siano interessati allo stabilimento e al suo rilancio, o piuttosto a liberare il mercato da un possibile concorrente? Uno scenario – termina Giuseppe Massafra – che oggi va definitivamente delineato e reso palese, nella fase più delicata del futuro di quello stabilimento e di questa terra che non può lasciare indifferente nessuno. Ecco perché sin da ora richiamiamo nuovamente l’attenzione del Governo su chi sullo sfondo degli interessi economici e delle quote di mercato rischia di perdere tutto senza neanche essere stato ascoltato. Non lasceremo che questo accada e per questo sin da ora siamo pronti a mobilitare uomini e coscienze!


 

di AMEDEO COTTINO

La Legge di Stabilità 2016 è stata definitivamente approvata in Senato, con voto di fiducia, martedì 22 dicembre: 162 voti a favore, 135 contrari, nessun astenuto. La manovra vale 35,4 miliardi di euro e porta il rapporto deficit/PIL al 2,4%. Soddisfazione da parte del premier, Matteo Renzi (NELLA FOTO CON IL MINISTRO DEL LAVORO POLETTI), mentre il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sottolinea che la Stabilità 2016 «rafforza e stimola la crescita e il lavoro e indirizza risorse importanti per i poveri, i meno abbienti e per i giovani».

Vediamo in sintesi le misure fondamentali.

IMU-TASI

È uno dei capitoli di maggior rilevanza della Legge di Stabilità 2016 (vale 3,7 miliardi) e riguarda sia le abitazioni sia gli immobili d’impresa:

  • viene eliminata la TASI sulla prima casa,con l’unica eccezione delle abitazioni di lusso (categorie catastali A1, A8 e A9);

  • l’abolizione dell’imposta si applica anche nel caso di abitazione assegnata al coniuge legalmente separato;

  • fra le novità dell’ultima ora, inserite alla Camera, uno sconto del 50% per l’imposta sulla prima casa data in comodato d’uso a parenti di primo grado (figli e genitori), a condizione che si possieda solo un’altra casa di proprietà nello stesso Comune.

Per quanto riguarda le imprese eliminata l’IMU sui terreni agricoli e quella sugli imbullonati, ovvero i macchinari fissi al suolo delle aziende.

Infine, c’è un provvedimento che si potrebbe definire salva delibere, che rende applicabili al 2015 le variazioni sulle aliquote IMU e TASI approvate dai Comuni entro il 31 luglio (non più entro il 30 luglio). Non è chiaro quali saranno gli effetti di questo slittamento (il saldo sulle imposte prima casa 2015 è stato già pagato).

Altre misure sugli immobili

Ci sono una serie di norme che riguardano i settori delle compravendite immobiliari e dell’edilizia. Prorogate al 2016 le detrazioni su ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica nelle attuali misure (rispettivamente, 50% e 65%), e il bonus mobili, che si arricchisce di una nuova possibilità: una detrazione sempre al 50%, fino a una spesa massima di 16mila euro, per arredi ed elettrodomestici destinati alla prima casa appena acquistata da giovani coppie. Previsto poi un leasing agevolato per l’acquisto della prima casa, sempre da parte di giovani coppie (con almeno uno dei due componenti sotto i 35 anni).

Infine, c’è una misura che introduce la possibilità di applicare le agevolazioni fiscali sull’acquisto della prima casa, relative a imposta di registro o IVA, anche da parte di chi ne ha già usufruito per acquistare un’abitazione precedente e decide di cambiare casa, a condizione che il vecchio immobile venga venduto entro un anno dal rogito.

Misure per le imprese

Nel corso dell’iter parlamentare sono state confermate le misure introdotte dal ddl originario del Governo, con una serie di novità destinate in particolare alle imprese del Sud. In particolare, è stato previsto un credito d’imposta, diversificato a seconda delle dimensioni dell’impresa (20% per le piccole imprese, 15% per le medie imprese, 10% per le grandi imprese), per gli investimenti in macchinari delle aziende di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, oppure nelle zone assistite delle regioni Molise, Sardegna e Abruzzo. Fra le altre misure per le imprese:

  • superammortamento al 140% per l’acquisto di macchinari: la deduzione è applicabile agli acquisti in beni strumentali effettuati dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016;

  • sconto contributivo al 40% per due anni per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel 2016;

  • eliminazione IRAP agricola;

  • detassazione premi di produttività.

Pacchetto sicurezza

È una delle novità fondamentali introdotte nel passaggio alla Camera. Dopo gli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, è stato inserito in manovra un pacchetto da 2 miliardi di euro, il 50% da destinare alla sicurezza e il 50% alla cultura. Fra le misure destinate alla sicurezza, un bonus di 80 euro in busta paga a tutti gli esponenti delle forze dell’ordine, mentre sul fronte della cultura una card da 500 euro ai ragazzi che compiono 18 anni da spendere in attività culturali (musei, cinema, teatri). Per queste misure sono stati utilizzati i fondi che originariamente erano previsti per anticipare al 2016 parte del taglio IRES alle imprese (che quindi slitta al 2017).

Pensioni

Confermate le misure originarie, in parte potenziate:

  • l’Opzione Donna viene estesa anche alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre dell’anno (quindi i requisiti sono 35 anni di contributi e 57 o 58 anni di età);

  • no tax area pensionati a 8mila euro per chi ha più di 75 anni;

  • settima salvaguardia a tutela di 26mila 300 esodati;

  • nuova possibilità di part-time per la pensione per lavoratori a cui mancano meno di tre anni all’età pensionabile, l’azienda paga i contributi pieni, ma li versa direttamente in busta paga invece che all’INPS e al dipendente viene comunque accreditata contribuzione figurativa per cui alla fine percepirà la pensione senza decurtazioni.

Salva risparmiatori

Provvedimento di tutela per i piccoli risparmiatori penalizzati dopo il salvataggio delle quattro banche (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, Cari Ferrara): previsto un fondo con dotazione intorno ai 100 milioni di euro per risarcire i circa 12mila 500 obbligazionisti che avevano acquistato titoli subordinati. Il fondo è finanziato dal sistema bancario, l’entità dei risarcimento sarà decisa, in base a criteri da fissare con apposito decreto ministeriale, da una commissione di arbitri nominati dalla presidenza del Consiglio. Il premier, Matteo Renzi, ha annunciato l’intenzione di affidare l’incarico a Raffaele Cantone, presidente dell’autorità anticorruzione.

Altre misure

  • Congelati gli aumenti IVA e accise per il 2016 previsti da precdenti clausole di salvaguardia per assicurare il pareggio di bilancio;

  • fondi UE ai professionisti: i liberi professionisti sono equiparati alle PMI nell’accesso ai fondi UE;

  • conciliazione lavoro-famiglia: due giorni di congedo obbligatorio per i papà, da utilizzare anche non consecutivamente. Il voucher per asilo o baby sitter esteso anche a lavoratrici autonome e imprenditrici;

  • tetto contanti portato a 3mila euro (dagli attuali mille euro): resta però a mille euro per i money transfer e per i pagamenti della Pubblica Amministrazione (quindi, ad esempio, per il pagamento delle pensioni);

  • pagamenti elettronici: eliminato il tetto dei 30 euro, commercianti e professionisti sono obbligati ad accettare sempre pagamenti con carte di credito e bancomat per operazioni sopra i 5 euro, a meno che non ci sia un’oggettiva impossibilità tecnica;

  • canone RAI: dal 2016 scende a 100 euro (dai precedenti 113,50) e si paga con la bolletta elettrica, in dieci rate. Nel primo anno di applicazione la prima rata sarà inserita nella bolletta di luglio, successivamente si inizierà da gennaio;

  • fisco: semplificazioni per la dichiarazione dei redditi 2016, con l’abolizione delle verifiche per i rimborsi superiori a 4mila euro relativi a carichi di famiglia o eccedenze di precedenti dichiarazioni. Nuovi obblighi per medici e strutture sanitarie nella trasmissione dati al Fisco per la predisposizione del 730/precompilato 2016, che conterrà le spese sanitarie, senza però applicare sanzioni nel 2016 (a meno che non si rilevi un’indebita fruizione di detrazioni);

  • spending review: ci sono misure che in tutto valgono intorno ai 5 miliardi, che riguardano sanità, spese della pubblica amministrazione, tagli ai CAF (centri di assistenza fiscale).

 

 


Le imprese dell’artigianato alimentare resistono alla crisi, in controtendenza rispetto al resto delle aziende artigiane pugliesi. Mentre queste ultime registrano una flessione dell’1,8 per cento (da 73.302 aziende a 71.947), il numero di aziende nel settore alimentare rimane pressoché invariato. Anzi, durante le festività natalizie, aumentano i volumi di fatturato. Basti pensare che, a dicembre, le vendite al dettaglio di prodotti alimentari risultano del 23,6 per cento superiori alla media.
In Puglia, il settore dell’artigianato alimentare conta 6.528 imprese tra pasticcerie, panifici, pastifici, distillerie, laboratori per la lavorazione di prodotti lattiero-caseari, carni, frutta, ortaggi, pesce, oli, grassi vegetali ed animali. E’ quanto emerge da un’indagine del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia.
In particolare, il comparto più consistente è quello che raggruppa pasticcerie, panifici e gelaterie con 3.185 imprese, pari al 48,8 per cento del totale. Seguono i locali che vendono cibi da asporto. Ce ne sono 2.241. Rappresentano il 34,3 per cento del dato complessivo.
Le ditte che lavorano prodotti lattiero-caseari sono 367, cioè il 5,6 per cento del totale. I pastifici sono 321 e rappresentano il 4,9 per cento.
Le aziende che producono oli, grassi vegetali e animali sono 95, mentre quelle che fanno tè, caffè, cacao, condimenti e spezie 63.
Sono 51 le distillerie e le birrerie, 46 le imprese che trasformano le granaglie, 63 quelle che lavorano frutta, ortaggi e pesce. Appena 22 quelle che macellano carni. Ci sono, poi, altri 74 produttori alimentari. 
Cene e pranzi natalizi, dunque, saranno ancora all’insegna dei prodotti made in Puglia.
 
«I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – dimostrano ancora una volta la forza del settore agroalimentare pugliese, in grado non solo di resistere alla crisi economica, ma anche di registrare un incremento nei numeri. Il periodo natalizio, poi, rappresenta per i pugliesi un appuntamento irrinunciabile con le eccellenze del nostro artigianato alimentare.
Questi dati - continua Sgherza - premiano la tradizione pugliese, che vanta ben 249 dei suoi prodotti agroalimentari all'interno del patrimonio culturale nazionale. Si tratta di un vero e proprio tesoro che, come Confartigianato, siamo impegnati a difendere da contraffazioni, frodi e violazioni di legge: pericoli che crescono esponenzialmente in prossimità delle feste.
Eppure – conclude il presidente – le nostre imprese del settore sono ancora lontane dall’esprimere tutto il proprio potenziale. In un momento storico in cui è sempre maggiore l'attenzione alla genuinità ed artigianalità degli alimenti, una regione come la nostra non può cullarsi sugli allori, ma deve continuare ad investire al fine di conservare e migliorare il suo primato di qualità».
 
La Puglia conta 249 prodotti agroalimentari tradizionali, pari al 5,1 per cento del totale nazionale (4.881). L’Italia risulta il primo Paese in Europa per numero di prodotti agroalimentari di qualità. Se ne contano 277 tra quelli Dop (denominazione di origine protetta), Igp (indicazione geografica protetta) e Stg (specialità tradizionale garantita). Segue la Francia (225 prodotti), la Spagna (185) e il Portogallo (133).
“Finalmente idee nuove e convincenti, iniziative fuori dagli schemi”. Commenta così, il Presidente della Camera di commercio di Taranto cav. Luigi Sportelli, riguardo alle molteplici iniziative attuate dai giovani commercianti tarantini.
“Comincia ad emergere una classe di nuovi imprenditori, animati dall’amore per il proprio territorio e capaci di immaginare e realizzare azioni incisive. Fuori dalle logiche obsolete della polemica sterile, questi giovani commercianti sempre di più si configurano come una forza attiva e rinnovatrice. Quella che auspicabilmente sostituirà una classe dirigente imbrigliata nei personalismi e che vede ancora nel raggiungimento del potere un fine e non una responsabilità.”
Il cav. Sportelli prende spunto dall’ultima iniziativa del Gruppo provinciale dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, relativa all’attivazione di spazi temporanei adibiti al commercio “Apri ad un’idea”. “Un modo efficace per rilanciare il commercio, slegato da una burocrazia che troppo spesso vincola le nostre imprese. Insomma, un approccio dirompente ai tanti problemi che questo comparto vive in esito alla crisi generale e locale. Lo stesso approccio che anima, ad esempio, le proposte della giovane associazione Made in Taranto e che ha motivato la Camera di commercio a sposare alcune di quelle interessanti idee. Chiunque abbia questo tipo di atteggiamento positivo e concreto, volto all’interesse generale del nostro sistema economico, continuerà certamente a trovare nell’Ente camerale un attento ascoltatore, un sostenitore ed un alleato.” 
Aumenta il credito al consumo concesso dalle banche e l’indebitamento dei pugliesi supera i 6,8 miliardi di euro. Per la precisione, sei miliardi 830 milioni. È quanto emerge dall’ultima elaborazione del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati Bankitalia.
Nel secondo trimestre di quest’anno i prestiti erogati sono aumentati di 96 milioni, pari all’1,4 per cento, rispetto al periodo precedente (a marzo l’importo erogato era di sei miliardi 734 milioni).
In dettaglio, lo stock dei finanziamenti in provincia di Bari ammonta a due miliardi 123 milioni. Seguono Lecce con un miliardo 393 milioni, Taranto con un miliardo 141 milioni, Foggia con 919 milioni, Brindisi con 733 milioni e Barletta-Andria-Trani con 520 milioni.
 
È del tutto evidente che la crisi e l’inflazione abbiano eroso il potere d’acquisto dei pugliesi che si sono indebitati sempre più, ricorrendo al credito al consumo. Molti contratti di finanziamento sono serviti per l’acquisto di telefonia mobile (come cellulari, smartphone e relativi abbonamenti), tablet, e-book, elettrodomestici «bianchi» o grandi (come frigoriferi, congelatori, lavatrici e lavastoviglie), elettrodomestici piccoli (come frullatori e friggitrici), elettrodomestici «bruni» ossia apparecchiature elettroniche (come televisori, videoregistratori, lettori dvd), personal computer ed accessori informatici, fotocamere e videocamere che compongono la galassia dei «technical consumer goods» (tgc).
 
Il credito al consumo viene utilizzato anche per l'acquisto di: mobili di arredamento, moto e auto. Non rientrano in questo genere di finanziamento i mutui ipotecari per l’acquisto di immobili ed i prestiti concessi per finalità professionali.
A partire dal 2002 il credito al consumo è costantemente cresciuto. Poi, nel 2009, ha «rallentato» a causa degli effetti della recessione globale. Da allora, il ritmo è altalenante: trimestri positivi si alternano a trimestri negativi.
 
«Il monitoraggio effettuato dal nostro Centro studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – conferma che le famiglie pugliesi riconoscono nel credito al consumo uno strumento dall'accesso immediato e semplice, utilizzandolo prevalentemente per l'acquisto di particolari tipologie di beni come quelli tecnologici.
Questo genere di strumenti di finanziamento, spesso connessi a forme di abbonamento e pagamento fortemente dilazionato – spiega il presidente –  dà ai consumatori l’idea di “spendere meno” rispetto a quanto in realtà facciano.
Negli ultimi anni è radicalmente mutato il modo di spendere il denaro: ad una sempre maggiore disponibilità all'acquisto di prodotti tecnologici si è accompagnata una decrescita nella spesa per beni durevoli o comunque di importanza primaria. 
Insomma – conclude Sgherza – è cambiato il paniere di riferimento degli italiani, che comprano sempre più tablet e telefonini anche a costo di ridurre i propri consumi alimentari o di risparmiare in vista dell'acquisto di un'abitazione».

 

 

LE DICHIARAZIONI DI FIM-CISL E UILM

 

FIM-CISL TARANTO

LE NOTIZIE DI QUESTI GIORNI SUL MANCATO INSERIMENTO IN LEGGE DI STABILITA’, ALMENO PER IL MOMENTO, DELLA NORMA A SALVAGUARDIA DELL’APPALTO ILVA HANNO CREATO MALUMORI E AGITAZIONE TRA I LAVORATORI. LAMENTIAMO COME SIA DIFFERENTE IL TRATTAMENTO RISERVATO A DUE PROVINCE DELLA STESSA REGIONE, SU UNA STESSA MATERIA, PRENDENDO AD  ESEMPIO BARI, PER CUI, TRAMITE L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIANO, SONO STATI STANZIATI FONDI FINO ANCHE PER I SETTORI DI PULIZIA DI ARSENALE E MARINA,  CON NUMERI DI ADDETTI NETTAMENTE INFERIORI A QUELLI DELLA REALTA’ RAPPRESENTATA DALL’INDOTTO ILVA. CHIEDEREMO TRAMITE LE COMMISSIONI PARLAMENTARI CHE SI POSSA OVVIARE, MAGARI INSERENDO TALE NORMA NELL’ULTIMO DECRETO ILVA, PER POTER GARANTIRE UNA RIPRESA DELLE DITTE ORAMAI IN AFFANNO DA MESI DALLA CUI TENUTA DIPENDONO NUMEROSE FAMIGLIE CHE RISCHIANO DI TRASCORRERE UN ALTRO NATALE DENSO DI INCERTEZZA. INSISTEREMO INOLTRE CHE SI REALIZZI UN POOL CHE POSSA GESTIRE E SNELLIRE LE PROCEDURE BUROCRATICHE PER IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI NECESSARIE PER LA REALIZZAZIONE DEI LAVORI PREVISTI DALL’AIA. QUESTO NON LASCEREBBE PIU’ ALIBI IN CASO DI RALLENTAMENTI E/O MANCATE REALIZZAZIONI.


UILM TARANTO

In merito alla delicatissima vertenza Ilva, giudichiamo improponibile e siamo fortemente dubbiosi sulla consistenza  del nono provvedimento di legge varato dal Governo. Alla luce di quanto contenuto nel provvedimento, appare manifesta l'interruzione del lungo e faticoso percorso, intrapreso sino ad oggi, sul tema di risanamento ambientale e del sito produttivo di Taranto. Nello specifico viene imposto un ulteriore slittamento di sei mesi del piano ambientale e dell’AIA, condizione improponibile, vista l’emergenza ambientale in cui città e fabbrica versano e per i quali tutto si sarebbe dovuto fare, tranne che disporre deroghe a quanto, peraltro, la legge impone. Di fatto, viene definitivamente spazzata via la costituzione della newco, società che avrebbe dovuto  traghettare l’llva fuori dalla delicatissima fase post-commissariamento e attraverso la quale si sarebbe, a nostro avviso, dovuto proseguire spediti verso un percorso, oramai intrapreso, di adempimento alle scadenze imposte  dall’AIA, al fine di completare l’opera di risanamento e bonifica entro e non oltre il 16 agosto 2016.

Tale pericolosa condizione, per effetto della legge ultima, apre scenari pericolosi, incerti e infruttuosi per la collettività, cittadini e lavoratori, verso i quali si dispone,con un incauto provvedimento, il tentativo di  vendita della fabbrica da operarsi entro e non oltre il mese di giugno 2016. Tutto ciò premesso, si prefigura il perdurare, per tempi indefiniti, del ricorso ingente a misure per il sostegno del reddito dei lavoratori, ormai stremati da anni di pesanti tagli al reddito.

Tali misure, effetti derivanti dal jobsact, se non rapidamente modificate, rischiano di produrre ripercussioni irreversibili sulla pelle dei lavoratori e sull’intera economia di una città, peraltro, come piùvolte manifestato e scritto  al premier Renzi, stremata sul piano dell’ambiente e del lavoro. Siamo convinti, alla luce di questo ultimo provvedimento di legge, che si sia giunti ad un punto ove è imprescindibile che il Governo, che si è assunto l’onere ed il dovere di prendere le redini di unavertenza che interessa migliaia di persone, corregga rapidamente il tiro mediante un confronto immediato con tutti i soggetti interessati. Inevitabilmente, prefigurandosi una tale situazione, non permetteremo si vanifichino tutti gli sforzi sinora compiuti dalla  collettività e dai lavoratori, volti alla salvaguardia e risanamento ambientale, nondimeno al mantenimento  dell’occupazione, ivi compreso l’indotto, già da tempo in ginocchio. Annunciamo da subito che, in mancanza di provvedimenti urgenti e straordinari, anche in tema di ammortizzatori sociali adeguati, che restituiscano puntualitá, certezza e dignità, saremo pronti ad intraprendere iniziative congiunte presso la sede istituzionale responsabile (palazzo Chigi), volte alla salvaguardia di tuttele misure finora intraprese e che non possono rischiare di essere vanificate da un percorso di incertezze, come quello annunciato dallo stesso Governo per opera dell’ultimo affrettato decreto.

Seguiremo con attenzione l’evolversi della situazione con l’impegno di portare a conoscenza tutti i lavoratori su quanto emergerà dal confronto delle prossimi giorni. Ribadiamo, per quanto ci riguarda, che non siamo mai stati, e mai lo saremo, disponibili a presenti e future impostazioni di un eventuale ridimensionamento.


 

DICHIARAZIONI DELL'ON.PELILLO E DI CONFINDUSTRIA TARANTO

 

Nota stampa dell'on. Michele Pelillo, capogruppo Pd della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, in merito all'emendamento sul fondo di garanzia per l'indotto Ilva, dopo il parere contrario del Governo. 

L'emendamento sul fondo di garanzia per l'indotto Ilva, che avrebbe contribuito a risolvere il grande problema delle aziende rimaste creditrici dello stabilimento siderurgico di Taranto, non è stato approvato, avendo avuto il parere contrario del Governo.

Non è stato sufficiente il mio sforzo, quello dell'on. Ludovico Vico, quello di decine parlamentari del Partito Democratico.

Il viceministro Enrico Morando, che ha rappresentato il Governo nei lavori della legge di stabilità, si è assunto una grande responsabilità: un piccolo emendamento avrebbe risolto un grande problema.

Nonostante l'atteggiamento del viceministro Enrico Morando, noi insisteremo. A gennaio 2016 abbiamo un'altra possibilità: introdurre lo stesso emendamento nella legge di conversione dell'ultimo decreto legge sull'Ilva. Ci riproveremo, per restituire fiducia a tante decine di imprenditori e a migliaia di lavoratori.

 Nota stampa Confindustria Taranto.

Torna lo stato di agitazione fra le imprese dell’indotto Ilva di Taranto dopo la notizia della bocciatura dell’emendamento che avrebbe dovuto consentire un più agevole accesso delle stesse al Fondo di Garanzia.

Le aziende appaltatrici hanno di fatto visto tramontare la possibilità di ottenere un po’ di ossigeno per le loro casse già asfittiche, eventualità che sarebbe stata resa possibile se il provvedimento presentato dall’on. Michele Pelillo, capogruppo Pd alla Commissione Finanze della Camera, e da altri deputati, fra i quali l’on. Ludovico Vico, non fosse stato respinto.

Il pollice verso è arrivato dal ministero dell’Economia, rappresentato dal viceministro Enrico Morando, il quale non ha ritenuto di far passare l’emendamento, decretando di fatto una situazione immutata rispetto alla precedente formulazione introdotta dal Senato, (che, lo ricordiamo, impedisce totalmente l’accesso al Fondo, vanificandone l’utilizzo).

Confindustria Taranto aveva più volte caldeggiato la modifica delle modalità di accesso al Fondo, proprio per consentire alle imprese, ancora creditrici di 150 milioni di euro (maturati, come si ricorderà, durante la gestione commissariale Ilva) di poter contare su risorse utili a proseguire nelle loro attività e in molti casi a evitare il fallimento.

Ora, nel riconoscere l’impegno profuso in tal senso, Confindustria Taranto ringrazia in particolare l’on. Michele Pelillo, che fin dall’inizio ha sostenuto vigorosamente le ragioni del nostro  sistema imprenditoriale; un grazie va anche agli altri parlamentari (fra cui l’on Vico, e nel primo passaggio al Senato anche al senatore Tomaselli)  impegnati nel portare avanti tali istanze.

La notizia, tuttavia, fa registrare un ulteriore e pesante passo indietro nel percorso di una vicenda già costellata da “segni meno” per le aziende dell’indotto Ilva di Taranto. Aziende che, come è noto, lo scorso anno avevano portato avanti le loro istanze anche attraverso clamorose forme di protesta, rivendicando quanto loro dovuto anche in nome di professionalità consolidate, esperienza e preparazione acquisite in decenni di rapporto con la grande fabbrica.

Aziende che ora potrebbero tornare, alla luce delle recenti vicende, sul piede di guerra, assumendo soluzioni anche drastiche al loro interno (con la messa in libertà del personale) e col blocco delle forniture all’Ilva.

Torniamo a ribadirlo: c’è un intero sistema che va recuperato e di questo sistema le nostre aziende sono parte integrante e fondamentale.

Il Governo non è riuscito a garantire a queste aziende, e quindi a tutto il nostro sistema produttivo, il ristoro anche parziale di quelle risorse che pure hanno consentito all’azienda dell’acciaio di andare avanti quando la situazione era già fortemente compromessa, e quel che preoccupa fortemente è che tutto ciò avviene in un contesto tutt’altro che favorevole: l’ultimo decreto, che contiene una scadenza imminente entro la quale Ilva –ancora in affanno nella produzione, nei processi di ambientalizzazione e nei pagamenti - dovrà essere ceduta ad acquirenti privati, e con esso il trasferimento di risorse sempre più esigue rispetto a quelle annunciate, non fanno  certo ben sperare né depongono a favore di quel rilancio trionfalmente prospettato, nei mesi scorsi, dallo stesso Governo.

Un rilancio di cui si stenta ad intravedere, fino a questo momento, anche un solo, sintomatico e chiaro segnale.

 


“La portata e la comunicazione fatta dal direttore del Dipartimento di sicurezza della Asl di Taranto”, a proposito della necessità di aprire le finestre delle proprie abitazioni o di effettuare jogging in determinate fasce orarie per evitare di respirare aria particolarmente inquinata, “andrebbe meglio precisata” così come “va chiarita alla popolazione di Taranto se esiste allo stato una situazione di emergenza, se la stessa è mai esistita o se si prevede che possa esistere”.

Gianni Liviano, consigliere regionale e comunale, non perde un minuto di più e, prese carta e penna ha subito scritto una interrogazione rivolta al presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, al sindaco del Comune di Taranto, Ippazio Stefàno, al direttore generale della Asl di Taranto, Stefano Rossi, chiedendo chiarimenti, appunto, sulle misure cautelari da prendere in occasione di possibili criticità dello stato della qualità dell’aria di Taranto.

A far traboccare la classica goccia dal vaso è stato il servizio giornalistico andato in onda all’interno del Tg1 Rai delle ore 20, nella fascia oraria di maggior share, che, appunto, evidenziava come da parte della Asl tarantina fossero state indicate alcune fasce orarie entro le quali poter tenere aperte le finestre delle proprie abitazioni o fare attività sportiva esterna.

“Questo suggerimento - scrive Liviano nella sua interrogazione - deriverebbe dai dati riportati nel documento intitolato "trasmissione misure cautelative in occasione di possibili criticità dello stato di qualità dell'aria di Taranto" predisposto dal direttore del dipartimento di sicurezza della Asl”. Non solo, fa presente ancora il consigliere regionale e comunale, il servizio televisivo “ha ingenerato ulteriore  panico nella popolazione tarantina  la cui serenità, nel rapporto con l'ambiente e con la qualità della vita, è, com'è noto, da anni già fortemente compromesso. indicare orari in cui in alcune circostanze sarebbe preferibile tenere le finestre di case chiuse o non svolgere all'esterno attività sportiva di fatto significa certificare che nella città di Taranto, in alcuni momenti può essere pericoloso persino respirare l'aria”.

Nella sua interrogazione, inoltre, Gianni Liviano sottolinea come sia complicato immaginare “che i cittadini tarantini siano in grado di prevedere in anticipo l’intensità e la tipologia dei venti e di condizionare la loro vita in funzione degli stessi. Inoltre, - aggiunge Liviano - gli interventi di ambientalizzazione a più riprese annunciati non hanno raggiunto finora step significativi né si prevedono in  tempi brevi risultati concreti”.

Di qui la richiesta di un chiarimento urgente e non procrastinabile anche alla luce del nuovo decreto legge, il nono, che ha spostato al 31 dicembre 2016 il termine entro il quale Ilva dovrà concludere gli interventi previsti dall’Aia.

 

Di seguito il testo dell’Interrogazione

 

Sig. Presidente della Regione

Sig. Sindaco di Taranto

Sig. Direttore Generale della Asl Ta

 

 

 

Oggetto: Richiesta chiarificazioni circa trasmissione misure cautelative in occasione di possibili criticità dello stato di qualità dell'aria di Taranto

 

            Io sottoscritto gianni liviano, nella mia qualità di consigliere regionale e comunale, nel rispetto delle competenze specifiche dei destinari di questa interrogazione

 

 

PREMESSO

 

- che abbiamo appreso, da un servizio giornalistico andato in onda domenica 6/12 u.s. al tg1 delle ore 20.00, che ai cittadini di Taranto verrebbe consigliato di tenere aperte o chiuse le finestre delle proprie abitazioni e di individuare gli orari di eventuali attività sportive all'aperto  a seconda degli orari e dello spirare dei  venti ;

 

- che questo suggerimento deriverebbe dai dati riportati nel documento intitolato "trasmissione misure cautelative in occasione di possibili criticità dello stato di qualità dell'aria di Taranto" predisposto dal direttore del dipartimento di sicurezza della Asl;

 

 

CONSIDERATO

 

- che questo servizio televisivo ha ingenerato ulteriore  panico nella popolazione tarantina  la cui serenità, nel rapporto con l'ambiente e con la qualità della vita, è, com'è noto, da anni già fortemente compromesso;

 

- che indicare orari in cui in alcune circostanze sarebbe preferibile tenere le finestre di case chiuse o non svolgere all'esterno attività sportiva di fatto significa certificare che nella città di Taranto in alcuni momenti puo' essere pericoloso persino respirare l'aria;

 

- che è complicato immaginare che i cittadini tarantini siano in grado di prevedere in anticipo l'intensità e la tipologia dei venti e di condizionare la loro vita in funzione degli stessi;

 

- che gli interventi di ambientalizzazione a piu' riprese annunciati non hanno raggiunto finora step significativi, né si prevedono in  tempi brevi risultati concreti;

 

 

CHIEDE alle SS.VV.

 

- di meglio precisare la natura, la portata e la comunicazione fatta dal direttore del Dipartimento di sicurezza della Asl;

 

- di chiarire alla popolazione se esiste allo stato una situazione di emergenza, se la stessa è mai esistita o se si prevede che possa esistere.

 

dr. Gianni Liviano

consigliere regionale e comunale

 

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