Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 170

Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1907)

 

 
Immagine associata al documento: Presentato da Capone e Leo il Programma Operativo Fesr Fse 2014-2020
Il Programma Operativo Puglia 2014-2020 è partito bene e va avanti. Negli spazi del Castello svevo di Bari, si è tenuto l'evento di presentazione dei due programmi - il Fesr, Fondo europeo di sviluppo locale e il Fse, Fondo sociale europeo - tra le colonne della politica di coesione europea che la Regione utilizza per colmare il divario del Pil pugliese con le altre regioni europee. 7 sono gli anni di investimenti, che arrivano fino al 2023 (con in più i tre anni-ponte), 11gli obiettivi tematici, 13 gli assi prioritari.
Le macroaree sono le politiche per la ricerca e l'innovazione, le politiche di contesto (infrastrutture e ambiente e le politiche per il mercato del lavoro, l'inclusione sociale e il welfare: la dotazione del Por è di 7 miliardi di euro, di cui 5,5 per il Fesr e 1,5 per il Fse. 11 sono gli obiettivi tematici e 13 assi prioritari. Ci saranno altri eventi decentrati nelle province pugliesi, per illustrare l'attuazione e l'avvio dei primi bandi.
"La Puglia usa molto bene i fondi - spiega l'assessore al Lavoro Sebastiano Leo - e non c'è quasi settore che non impieghi al meglio le somme, utilizzate per migliorare le capacità di sviluppo, ricerca e formazione. Penso a "Diritti a scuola", pluripremiato programma che ci consente di migliorare l'apprendimento e l'educazione degli studenti. Investiremo su formazione, lavoro, attività produttive, beni culturali. Abbiamo già misure in corso, come la formazione". Questa mattina infatti gli studenti e gli allievi dei corsi di formazione hanno affollato gli infopoint della Corte interna del castello, dove ci sono state occasioni di informazione e scambi di esperienza. Nel pomeriggio è stato il turno delle imprese che hanno utilizzato i fondi europei per ricerca e sviluppo.
"Ci sono molte opportunità in questo quadro di programmazione - ha detto l'assessore allo Sviluppo Economico, Loredana Capone, che è intervenuta al convegno pomeridiano - che attraversano le cose già fatte nello scorso decennio e rilanciano una visione di Puglia che sempre più punta sull'occupazione e su politiche strutturali che servono a cambiare il quadro in senso sempre più innovativo e capace di attrarre risorse, di internazionalizzarsi e di investire anche su cultura e turismo come asset strategici che possano dare occupazione diffusa.
Gli investimenti nell'industria innovativa sono fondamentali e la Regione continua a sostenerli, con la politica degli incentivi.
Puntiamo ad occupare tantissimi giovani che diversamente cercheranno altri lidi per le loro opportunità. Puntiamo perciò sulle politiche attive del lavoro, sul turismo, la cultura, l'artigianato, la Pmi, l'e-commerce.
In questi anni è stato importante il ruolo del partenariato, delle associazioni e dei sinacati che hanno collaborato molto con la Regione, augurandoci che l'introduzione del Ministro della Coesione serva ulteriormente a connettere la politica regionale a quelle del Governo, talvolta apparse distanti dal Sud e oggi sempre più necessarie".
"Abbiamo sempre creduto - ha aggiunto - nella strategia europea, abbiamo costruito la nostra strategia con la Smart specialization strategy e ci sembra fondamentale allargare lo spettro delle attività da quelle economico-finanziarie a quelle sociali, culturali, della salute: politiche inculsive, per la cittadinanza attiva. Ci serve un'Europa con l'anima e un'Europa delle regioni, decentrata e non accentratice".
Con Leo e Capone questa mattina le Autorità di gestione, i rappresentanti delle Direzione Generale Regioni (DG REGIO) e Direzione Generale Impiego (DG EMPL) della Commissione Europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Politiche di Coesione, dell'Agenzia per la Coesione Territoriale e del partenariato istituzionale e socio economico.
Mercoledì, 21 Dicembre 2016 05:27

I primi 50 anni di Donzella Pavimenti.

Scritto da


Dal 1966 al 2016, una lunga storia tra tradizioni ed innovazioni raccontate in un evento esclusivo presso la Masseria Amastuola di Massafra.



”Festeggiare chi siamo, ricordando come eravamo e proiettandoci verso il futuro”. È questo il claim dell’evento organizzato per festeggiare i primi 50 anni di attività di Donzella Pavimenti.


La Donzella Pavimenti è un’azienda fondata nel 1966 da Giovanni Donzella, specializzata nella ricerca di nuove tecniche di produzione di materiali e soluzioni estetiche che, negli anni, hanno portato alla creazione di innovative linee di prodotti per il settore dell’edilizia ecosostenibile al 100 per cento.


Con l’evento “Passato, presente, futuro” si è voluto sottolineare il percorso di innovazione che ha portato l’azienda di San Giorgio Jonico a lanciare sul mercato una serie di prodotti eco-frendly. “Uno dei problemi dell’ambiente – spiegano gli organizzatori – è l’inquinamento atmosferico nelle aree urbane, che può essere abbattuto impiegando materiali cementizi innovativi e realizzati con cemento ecologico, applicato nelle strade, nelle piazze, nella costruzione degli edifici e nella ristrutturazione delle case”.  


Un momento di celebrazione divenuto momento di riflessione su un percorso di crescita rivolto al futuro, confermando e rafforzando le scelte rispettose dell’ambiente, portate avanti dall’azienda negli ultimi anni. Un nuovo punto di partenza dal quale avviare nuovi progetti, idee, partnership alla conquista di nuovi settori di mercato.

 

Per l’evento di venerdì scorso non è stato lasciato nulla al caso. Infatti, dal  Welcome Drink alla Cena di Gala – con menù e vini a Chilometro Zero – dalle  buste contenenti gli inviti realizzati in carta piantabile al cadeau per gli ospiti,  tutto è stato scelto per promuovere il recupero, il riuso, il riciclo e il design. Perché per educare alla sostenibilità e al miglioramento degli stili di vita è necessario partire dalle fondamenta.

 

 

 

In merito alla annosa vertenza civile Nuova Siet che si sta celebrando a Taranto dinanzi alla Corte di Appello e che vede coinvolti dal lontano 1999 circa trecento ex lavoratori di tale società, per il ristoro economico del danno retributivo, contributivo e pensionistico subito a seguito della cessione del ramo di azienda ad Ilva s.p.a., conseguente a collocamento in mobilità, licenziamento e poi riassunzione con demansionamento (instaurata dopo la chiusura di un lunghissimo processo penale nel 2011 per cui la Cassazione ha riconosciuto il diritto dei lavoratori al ristoro dei danni subiti), l’intero collegio difensivo degli avvocati difensori dei lavoratori composto, tra gli altri, dagli Avv.ti Simona Scarpati, Pietro Dalena, Giovanni Gentile, Attilio Galasso, Giacinto Cinquegrana e gli altri componenti, intendono fare delle precisazioni e prendere le distanze e contestare quanto apparso nella giornata di ieri sulla agenzia quotidiana di stampa della Regione Puglia e su parte della stampa locale, di un comunicato a firma dei consiglieri regionali del movimento 5 stelle, Galante e Bozzetti, in cui si riferiscono dati non veritieri in relazione alle vicende processuali.

Innanzi tutto non incombe alcuno spettro della prescrizione, come ivi asserito, perché si verte in causa civile, ove la prescrizione risulta interrotta durante la pendenza di una lite giudiziaria.

In secondo luogo, è assolutamente infondato quanto asseriscono gli esponenti del movimento 5 stelle nella detta nota, in merito alla loro volontà di rivolgersi alla sede INPS di Taranto per poi inserirsi nel passivo dell’ILVA.

I lavoratori, infatti, non sono titolari di alcun titolo esecutivo nei confronti dell’Inps e non si comprende come l’Istituto (a parere dei consiglieri pentastellati) possa automaticamente accreditare tali contributi.

Occorre, pertanto, rappresentare la realtà dei fatti così com’è, senza artifizi e pure strumentalizzazioni politiche, che si collocano nell’ottica di quel populismo ormai dilagante che intende far presa sui cittadini dando loro l’illusione di poter trovare delle soluzioni semplicistiche a problemi alquanto complessi e generano puro allarmismo.

Giovedì, 15 Dicembre 2016 15:53

SOCIAL NETWORK - Ewappy, da Taranto un salto nella new economy

Scritto da

“Apple è nata in un garage di Copertino, Facebook in una stanza di Harvard. Taranto è la palestra di eWappy”. Così Ermes Amadio ha presentato la sua creatura nell'aula magna dell'istituto Pacinotti. Un nuovo social network, un'applicazione per Ios e Android ideata e realizzata nel cuore di Taranto.

Il progetto si è già fatto conoscere tra gli studenti delle scuole Liside, Cabrini, Pacinotti e Alfieri con un contest iniziato il 3 ottobre e conclusosi il 30 novembre. I ragazzi, con il supporto ed il sostegno dei docenti, hanno pubblicato contenuti multimediali che sono stati premiati nel corso della cerimonia svoltasi questa mattina.

Ewappy è un social locale che parte da Taranto per allargare progressivamente i suoi orizzonti, ma che fa del territorio il suo punto di forza.Il capoluogo ionico – ha detto Marco Sebastio del team di eWappy - diventa la sfida per un gruppo di imprenditori e programmatori che vive nel territorio e che nel territorio si è formata. Il progetto sarà promosso attraverso momenti di incontro fisico con la città, alla ricerca di un'innovativa idea dei concetti di comunità, appartenenza e cittadinanza. Ewappy è la conferma che anche il digitale può rappresentare una risposta alla forte domanda locale di nuove economie”.

La capitale dell'acciaio e di un'economia di impostazione Ottocentesca, tenta di quindi di saltare direttamente nel terzo millennio. Si tratta di un piccolissimo tassello, ma comunque significativo di una new economy che muove i primi passi anche a Taranto.

Durante la presentazione sono state premiate le squadre vincitrici del contest: Edisil Liside) per il migliore testo; Spartan Liside per le sezioni immagine e video. A valutare i lavori una giuria di esperti e tecnici: Giovanni Donnaloia (esperto di letteratura), Marco Sebastio (marketing), Marcello Di Noi (giornalista), Leonardo Lomartire (web), Maurizio Maraglino (finanza e crowdfunding).

Angelo Peluso, programmatore di eWappy ha spiegato come funziona la nuova applicazione, mentre Marzia Galeone del settore marketing ha illustrato le fasi del contest. Amadio ha ringraziato le scuole per la disponibilità offerta. Alla presentazione sono intervenuti i professori Elisabetta Nucara e Francesca Passantino (Liside), Maria Messinese (Cabrini), Francesco Troiano (Pacinotti), Maria Polese (Alfieri). La presentazione è stata condotta dal giornalista Michele Tursi.

 

Dopo il battesimo ufficiale, il progetto eWappy entrerà nella fase due con altre iniziative e  innovazioni tecnologiche. 

Nuove opportunità di investimento per le imprese.

Il Mise, la Regione Puglia e Invitalia hanno pubblicato l’invito – rivolto a tutte le aziende, sia italiane sia estere - a manifestare interesse per investire nell’area di crisi industriale complessa di Taranto, che in quanto tale comporterà, per gli imprenditori che investono, apposite agevolazioni.

 

L’area di cui parliamo comprende i Comuni di Taranto, Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte.  A fronte di questa nuova, straordinaria opportunità per il sistema imprenditoriale, Confindustria Taranto ha già da tempo istituito al suo interno un apposito sportello mirato ad accompagnare le imprese nell’iter procedurale di compilazione della manifestazione di interesse.

 

Con la pubblicazione dell’invito e delle modalità di accesso allo stesso, prende corpo il primo step che porterà alla definizione di un Accordo di Programma per Taranto, e quindi ad un complessivo iter di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi, da tempo richiesto da Confindustria ed ora finalmente messo in pista con l’invito alle aziende a presentare progettualità di investimento nell’area in questione.

 

Le imprese italiane o estere che fossero interessate ad investire nell’area di crisi industriale complessa di Taranto sono invitate a manifestare il proprio interesse mediante la compilazione e l’invio, per via telematica, dell’apposita scheda disponibile sul sito www.invitalia.it.

 

Le manifestazioni di interesse devono riguardare iniziative imprenditoriali coerenti con gli obiettivi del PRRI, quindi finalizzate al rilancio delle attività economiche, al sostegno dei programmi di investimento e sviluppo imprenditoriale, alla salvaguardia dei livelli occupazionali tramite l’attivazione di strumentazione agevolativa nazionale (L.181/89)  e regionale orientata a promuovere:

 

· programmi di investimento produttivo (creazione di impresa, creazione di nuova unita da parte di impresa esistente, ampliamento/diversificazione di unita esistente);

· programmi di investimento per la tutela ambientale;

· progetti di innovazione dei processi e della organizzazione;

· progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale.

 

Nellattuazione del PRRI saranno previsti meccanismi di premialità a favore dei beneficiari delle agevolazioni che prevedono di occupare lavoratori afferenti ad uno specifico bacino di riferimento.

 

La presentazione della manifestazione di interesse non comporta da parte delle aziende alcun obbligo nei confronti del MiSE, della Regione Puglia, e di Invitalia, né alcun obbligo, viceversa, da parte di questi soggetti -nei confronti delle imprese che avranno manifestato interesse - di ammissione ad una qualche procedura, di avvio di trattative, e di qualsivoglia altra natura.

 

Le manifestazioni di interesse devono pervenire entro le ore 12,00 del 3 febbraio 2017.

di Vincenzo Cesareo*

Il nuovo Governo è una realtà e già sapere di poter contare su una guida del Paese, dopo il clima di incertezza sopraggiunto inevitabilmente dopo l’esito referendario, è un dato positivo. Sono soprattutto due, tuttavia,  gli elementi di novità che assieme vanno a riempire altrettante caselle importantissime nello scacchiere del nuovo Governo: il primo, la reintroduzione del ministero per il Mezzogiorno; il secondo, l’ingresso in qualità di ministro del prof. Claudio De Vincenti, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo Renzi e referente per Taranto di importantissimi progetti già da tempo nell’agenda governativa.

Il Ministro De Vincenti nella squadra di Governo è per noi, al di là di ogni facile retorica, l’uomo giusto al posto giusto,  non solo in quanto garanzia di continuità ma soprattutto per  la certezza, su cui oggi possiamo contare, di poter affidare la gestione delle emergenze ad una figura autorevole e competente che conosce oramai profondamente il nostro territorio.

I fascicoli ancora aperti su Taranto, come sappiamo, sono molteplici, ed è per questo che, ancor di più alla luce della reintroduzione di un ministero per il Mezzogiorno, plaudiamo - come Confindustria e come componenti del sistema Taranto, con le nostre famiglie, le nostre imprese e i nostri dipendenti – all’attenzione che il Governo continua a tributarci pur in questa inevitabile fase di cambiamento.

Accogliamo pertanto con estremo favore quella che lo stesso De Vincenti indica quale “politica meridionalista” di cui il nuovo Governo si è dotata, facendo tesoro della passata esperienza governativa, valutando la stessa come un investimento sulle potenzialità del Mezzogiorno, che riteniamo essere, rispetto alle criticità del sistema Paese, non già una parte del “problema” bensì una parte della “soluzione”; altrettanto favore esprimiamo a seguito delle prime dichiarazioni dello stesso Ministro, che pone Taranto - e quindi il Contratto Istituzionale di Sviluppo, il risanamento e lo sviluppo del territorio jonico – fra le priorità a cui dare continuità, strumenti e soluzioni. 

E’ di queste ore, a questo proposito, la pubblicazione del bando – che prevede 30 milioni di euro per l’accordo di programma per Taranto – riferito al progetto di riconversione e riqualificazione dell’area di crisi industriale complessa dell’area jonica. Un altro importante passo in avanti che – grazie in particolare al viceministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova – va nella direzione da noi auspicata. 

 

Sappiamo che il Ministro De Vincenti riprenderà a breve la regia del tavolo già aperto su Taranto esattamente dal punto in cui l’aveva lasciata: il nostro impegno – e quello di tutti gli attori istituzionali - dovrà essere quello di spianare un percorso virtuoso in cui porre le condizioni per accelerare le misure in campo, riavviare i cantieri e restituire impulso ad un’economia che attende oramai da troppo tempo di poter ripartire.

*presidente Confindustria Taranto

Arrivano i soldi alle aziende e, forse, i lavoratori degli appalti potranno avere stipendi e tredicesima. Questa mattina infatti l'Ilva ha comunicato che, dopo le continue segnalazioni di USB per la mancanza del pagamento degli stipendi ai dipendenti dell'appalto e le voci di possibilità di mancato ricevimento della 13ª natalizia , venerdì 16 dicembre verranno pagate tutte le fatture scadute alle aziende in appalto. "Sulla gestione della questione appalto, ne avevamo parlato  a Roma circa due mesi fa-commenta Francesco Rizzo, coordinatore USB di Taranto -. Nell'incontro con i commissari sulla questione sicurezza e salute, avevamo fatto presente come alcuni imprenditori Lucrino sulla questione crisi Ilva per non pagare gli stipendi ai lavoratori. Quasi sempre la frase che gli stessi si sentono ripetere, alla richiesta del pagamento dell'onorario, è: l'Ilva non sta pagando. A volte è vero, a volte risulta però una giustificazione grossolana. Per questo motivo abbiamo chiesto ai tre commissari di nominare una figura di riferimento e controllo, Che possa dare delle indicazioni precise ai sindacati sulle questioni inerenti L'appalto a 360°". intanto si attende venerdì per verificare  Che l'impegno preso dall'azienda venga mantenuto.

 

“La produzione viene sempre e comunque prima della salute e della sicurezza dei lavoratori. E ciò che è accaduto oggi ne è l’esempio conclamato”, così Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto. Al centro della questione ancora una volta l’Ilva di Taranto. La questione riguarda l’ordine di scorificazione delle paiole. “Questa mattina parte l’ordine di effettuare la scorifica delle paiole non nella solita zona in sicurezza, ovvero il centro fossa, perché impegnata da altre attività, ma alla zona nord. I gruisti della colata ci hanno segnalato problemi di sicurezza, perché, nella zona in cui l’azienda ha chiesto di scorificare, c’era un passaggio continuo di persone e quindi con maggiore possibilità di fare male a qualcuno, essendo un’operazione molto delicata – spiega Rizzo -. Sono dunque intervenuti due delegati USB che hanno riportato ai responsabili aziendali le istanze giustissime dei lavoratori, ma la risposta è stata negativa. Se la produzione si fosse fermata, avrebbero preso dei provvedimenti. Come al solito le dichiarazioni che vengono dall’Ilva sono di investimenti proprio nell’ambito sicurezza, ma chi lavora, sa che la situazione di questa mattina è una di quelle all’ordine del giorno – continua Rizzo -. E dopo vent’anni che si lavora in fabbrica, dopo aver visto oltre cinquanta lavoratori che ci hanno rimesso la vita e centinaia di infortuni, tutti evitabilissimi, non si possono accettare queste uscite da chi è entrato solo poco tempo fa. È la dimostrazione reale che all’interno della fabbrica le regole sono saltate e c’è gente che occupa ruoli pur non avendone le capacità. A questo punto se l’azienda ci tiene davvero alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, come va sbandierando ai quattro venti, inizi a prendere seri e reali provvedimenti”. Intanto il 24 e il 31 dicembre prossimi, è stato proclamato uno sciopero di 24 ore in acciaieria 1. “Visto l’atteggiamento aziendale e viste le situazioni critiche che si vivono anche in acciaieria 2, lo sciopero sarà esteso anche a questa zona – va avanti Rizzo -. Saranno due giornate a favore della sicurezza e dell’ambiente, in cui lo stabilimento sarà fermo, respireremo aria non inquinata, non faremo male né a noi né a nessuno. Meglio non avere la giornata pagata e godersi la famiglia, che rischiare la vita in una fabbrica senza sicurezza”

“Prima la Camera blocca 50 milioni per curare i bambini di Taranto, poi Renzi comunica che il suo governo ha impegnato centinaia di milioni per l’area jonica con i vari patti, ora ci annuncia che si è concluso il “negoziato” con i Riva che li impegna (in realtà è una compensazione che toglie ai Riva altri problemi giudiziari) a scucire 1,3 miliardi che “andranno a risanare Taranto e l’Ilva”, così l’USB regionale commenta la girandola di notizie sulla questione Ilva - salute .

“Siamo alla marchetta politica più becera, peccato che domenica si vota per il referendum costituzionale, altrimenti per il risanamento dell’ILVA e per la salute dei tarantini potevamo mirare direttamente al jackpot – proseguono -.  Se non ci fosse di mezzo il lavoro di oltre 12.000 famiglie e la salute dei pugliesi potremmo scherzarci sopra. Potremmo far finta che gli hashtag del presidente del consiglio siano postati direttamente dal conte Raffaello Mascetti. Peccato che la realtà, oltre le promesse e le supecazzole, sia differente”. Da qui un invito rivolto al presidente Renzi di non impegnarsi piùper Taranto “ed il Paese tutto, perché il meglio che possiamo augurarci e che questo governo e questa politica smettano di fare danni!

Giovedì, 01 Dicembre 2016 17:58

Vincenzo Cesareo: ILVA, finalmente qualcosa si muove.

Scritto da

Si rafforza - per il Presidente degli impreditori jonici -  l’azionariato degli investitori e migliorano le condizioni per favorirne l’ingresso. Ulteriori certezze nelle risorse e chiarezza nei contenziosi. Il Mise destina 30 milioni per l’area di crisi industriale di Taranto

 

 

 

 

Le notizie che in questi giorni si registrano nell’ambito della vicenda Ilva possono ritenersi finalmente rassicuranti sia perché di segno assolutamente positivo sia perché investono non uno ma diversi aspetti di una questione divenuta nel tempo sempre più complessa.

 

Abbiamo accolto, intanto, con favore, la notizia dell’ingresso del colosso indiano Jindal nella cordata Acciaitalia già composta da Arvedi, Cassa Depositi e Prestiti e Delfin: la multinazionale – peraltro acquisendo la quota più rilevante rispetto agli altri partner, pari al 35%- rafforza il profilo industriale, finanziario e internazionale della cordata, riposizionandola in maniera favorevole sui mercati.

Si tratta a tutti gli effetti di una novità importante, che ridisegna favorevolmente le prospettive di acquisizione dello stabilimento siderurgico inserendo un tassello fondamentale nelle candidature finora in campo: la componente meramente siderurgica, infatti, risulta rafforzata a vantaggio di maggiori garanzie per il futuro, intese in termini di competitività e di solidità, della fabbrica dell’acciaio.

 

Una schiarita di notevole portata si prospetta anche sul fronte meramente giudiziario, almeno per quanto concerne quegli aspetti che influiscono direttamente sia sulle prospettive di risanamento sia di continuità produttiva ed occupazionale dello stabilimento.

 

Il riferimento è ovviamente allo “sblocco”, da tempo auspicato, degli 1,3 miliardi a suo tempo oggetto di sequestro a carico della famiglia Riva e che ora potranno rientrare, in base ad un apposito accordo fra le parti, nella disponibilità degli interventi di bonifica. Anche in questo caso le prospettive che si ridisegnano non sono da poco: oltre alla oggettiva utilità che rinviene dallo sblocco, che immette risorse “fresche” negli onerosi processi di risanamento a carico della fabbrica, si rimuove definitivamente l’ipoteca che gravava sugli assetti societari futuri, costituita da possibili azioni di rivalsa dei Riva in ordine ai diritti connessi alla titolarità dell’azienda. 

 

Gli ultimi passaggi di negoziazione, infatti, preludono alla affermazione di condizioni di ingresso, per i potenziali investitori, decisamente migliori  rispetto a quelle che si paventavano solo pochi giorni fa.

 

Rispetto a questa situazione decisamente più fluida, non si può che plaudire all’opera di ricucitura e diplomazia messa in atto dalle Procure, di Taranto e di Milano, che hanno provveduto a far sì che si potessero finalmente sciogliere alcuni dei nodi fondamentali della questione, particolarmente intricata anche dal punto di vista giudiziario.

 

Al di là delle oggettive criticità che ancora accompagnano i processi di trasformazione – societaria e non solo – dell’Ilva di Taranto, è quindi sicuramente un quadro complessivo più roseo e meno denso di incognite quello che si ricompone alla luce delle ultime novità intervenute.

 

E’ proprio di queste ore, a questo proposito, la notizia del decreto con cui il Mise ha stanziato 165 milioni di euro per il finanziamento di investimenti nelle aree di crisi industriale. Di questi, 30 milioni sono riservati all’area di crisi industriale complessa di Taranto, a compimento di un iter già annunciato dal Governo – che sulla questione non ha mai abbassato la guardia – e che si inseriscono nella prima dotazione di risorse per l’Accordo di Programma.

 

L’auspicio, a questo punto, è che si possa al più presto avere contezza dei piani ambientali delle cordate in lizza e che lo scenario relativo ai nuovi assetti possa delinearsi senza ulteriori intoppi e nei tempi previsti, per ricominciare a dare nuove garanzie, in termini di continuità e di competitività, alla fabbrica e al territorio. Solo così potremo definitivamente uscire da un limbo di incertezze in cui a fare le spese continuano ad essere, sul piano dell’economia e della redditività, le nostre aziende dell’indotto.

 

 

Pagina 74 di 137