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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
Artigianato, Commercio & Agricoltura

Artigianato, Commercio & Agricoltura (138)

Il Presidente Giangrande:in cinque anni perse 1300 aziende.

Coin lascia  Taranto. L’ennesimo segnale del  lento decadere del commercio tarantino.

Un impoverimento del tessuto commerciale del capoluogo, confermato peraltro dai numeri,  in cinque anni si sono perse 1300 aziende. Cessazioni confermate dalle tante serrande ormai chiuse da tempo su   interi isolati, soprattutto nel Borgo di Taranto. Quel centro storico mai rilanciato, malgrado i fiumi di inchiostri scritti  in questi ultimi anni da tecnici, politici, amministratori.

<<Analisi, valutazioni, confronti nelle sedi istituzionali e non, accordi … promesse, tante promesse.>> Così commenta  il  presidente provinciale di Confcommercio,  Leonardo Giangrande, che ricorda come la riqualificazione del centro storico umbertino di Taranto sia da anni stata posta al centro dei progetti di rilancio economico della città e come con l’acutizzarsi della crisi dell’industria dell’acciaio,  e a partire dal 2012 dell’ Ilva, sia stata messa in primissimo piano la necessità di puntare sullo sviluppo delle attività terziarie legate al commercio, ai servizi, al turismo.

Tutta la  progettualità  su cui si è lavorato  nell’ultimo decennio ha ruotato attorno al tema del rilancio delle aree urbane a vocazione commerciale, a partire dal distretto del commercio, pensato per promuovere le attività commerciali al dettaglio nella loro funzione non solo economica, ma anche sociale. Così come la battaglia decennale per la acquisizione  delle aree demaniali, in primis Baraccamenti Cattolica e Arena Artiglieria, è stata incentrata su l’obiettivo di far acquisire  al Borgo di Taranto, attraverso la realizzazione di nuovi attrattori,  occasioni di valorizzazione dell’offerta culturale e turistica del territorio e di miglioramento dei servizi. E poi ancora il  tema del recupero dei contenitori di pregio – Palazzo degli Uffici, ex cinema Fusco, ex Banco di Napoli-;  insomma, anni e anni di tavoli tecnici e di incontri politici che non sono approdati a nulla di concreto.

<<L’unica certezza che oggi abbiamo è  il degrado del Borgo di Taranto, la chiusura di tanti negozi, l’abbandono di brand importanti,  ed ora addirittura la fuga di Coin  che certamente rappresentava un notevole attrattore  per via di Palma e le strade limitrofe. Un abbandono su cui occorre riflettere – continua Giangrande- e che non può lasciarci indifferenti e che dovrebbe indurre  l’Amministrazione locale ad attivarsi per impedire che altri competitor decidano di abbandonare la piazza di Taranto. Se è vero che parte del problema è legato alla situazione reddituale delle famiglie tarantine, è d’altra parte vero che poco e male si è fatto per mettere in campo politiche organiche di valorizzazione della rete commerciale finalizzate a promuovere l’insediamento di nuove attività e la riqualificazione delle esistenti. Invano si sono attesi interventi di miglioramento degli spazi pubblici, interventi strutturali per la realizzazione delle aree di sosta e di facilitazione del sistema della viabilità, ammesso che i cordoli,  di cui si sta facendo abbondante uso, non vengano ritenuti la risposta ai problemi della viabilità. Ecco è mancata del tutto una visione di territorio, una cabina di regia che fosse in grado di ottimizzare la funzione economica e  sociale delle aree urbane del commercio.>>

 

Esempio: il 5 giugno, con la prima apertura  domenicale  del mese, piazza Immacolata era in condizioni indecorose.

 

Qualità delle iniziative e gestione del territorio e dei servizi. La differenza tra  un’ offerta di eventi e manifestazioni pubbliche turisticamente attrattive per un territorio ed un’ offerta affidata all’improvvisazione, si basa in buona parte sulla selezione,   programmazione e qualità delle iniziative. Tuttavia, non  meno determinante per il pieno successo  di una manifestazione è la capacità della  pubblica amministrazione   di assicurare i servizi di mobilità e accesso, di  igiene, controllo e sicurezza. Venendo meno tali servizi,  le ricadute di un evento sul territorio è ben difficile che possano essere  positive.

Ciò è quanto sempre più spesso si verifica a Taranto ed in particolare nel suo centro storico, teatro di eventi e manifestazioni di livello qualitativo non sempre eccelso e spesso non supportate da una macchina organizzativa che assicuri il rispetto degli spazi utilizzati e la  efficienza dei servizi.

Lo scorso 5 giugno, ad esempio,  in occasione della prima apertura  domenicale  del mese,  i commercianti del Borgo di Taranto, hanno trovato la centralissima piazza Immacolata in condizioni indecorose; il sabato sera si era infatti svolta una manifestazione al termine della quale non sono state ripristinate le condizioni igieniche, non essendo stato predisposto il servizio dell’Amiu.  Ecco un esempio di inefficienza organizzativa.

La non pianificazione dei servizi, cui gli eventi devono necessariamente essere collegati, provoca un danno di immagine alla città, disagi ai cittadini e penalizza il tessuto commerciale ed artigianale. Ciò è quanto i tre presidenti delle delegazioni Borgo, Tre Carrare Solito e Italia Montegranaro - Salvatore Cafiero, Lelio Fanelli e Giuseppe Spadafino- denunciano in una lettera all’indirizzo del sindaco,  Ippazio Stefano.

Confcommercio ha più volte sollecitato l’Amministrazione comunale del capoluogo jonico a pianificare  un calendario di massima degli eventi e ad adottare un modello organizzativo dei servizi collettivi che coinvolta tutte le componenti della macchina pubblica (assessorati, polizia municipale, aziende municipalizzate di igiene dei trasporti). Inoltre sarebbe opportuno che per le attività pubbliche ludiche, sportive, culturali e di spettacolo organizzate fossero coinvolti i vari quartieri della città e che non fossero utilizzate sempre e soltanto le due piazze centrali del Borgo, talvolta sovraccaricate da più manifestazioni in contemporanea, mercatini vari compresi . 

Un discorso a parte andrebbe poi fatto sulla qualità ed il livello delle manifestazioni non sempre in grado di assicurare  reale attrattività turistica e commerciale alla città. La scelta della location andrebbe infatti effettuata in base al  carattere  delle manifestazione che in taluni casi può essere più adatta ad essere realizzata in un’area periferica.

Insomma valutazioni che richiederebbero, per le attività culturali e sociali organizzate sulle aree pubbliche, l’adozione di un modello  di gestione orientato al marketing turistico, oltre che una gestione dei servizi efficiente.

 

Ambulanti abusivi, mercanzie di ogni genere esposte su banchetti improvvisati,  spazi pubblici occupati no limit da mezzi mobili – autorizzati e non- per la vendita di alcool e cibo,   marciapiedi e strade invasi da carte, bottiglie e quant’altro.  Ovunque rifiuti abbandonati.

E’ questa l’immagine desolante di Taranto, una città che sembra andare avanti senza regole ed alcuna forma di controllo e di governo del territorio. Le organizzazioni provinciali di Casartigiani e Confcommercio chiedono un icontro urgente con il Prefetto di Taranto, Umberto Guidato.

Le strade della città, sono quotidianamente prese d’assalto da venditori improvvisati – e non solo extra comunitari- che occupano con i loro negozi all’aperto ampi tratti di angoli stradali e di marciapiedi. Dalla frutta e verdura  alle scarpe taroccate, il grande mercato  all’aperto della città  offre di tutto. 

Al Borgo  -tra   via d’Aquino e via di Palma-  prevale soprattutto la moda a marchio contraffatto; l’esposizione di merci trova infatti ampi  e comodi spazi  sul piano strada dell’isola pedonale che   sembra fatto apposta per ospitare il mercato del fake: scarpe, borse, cinture, occhiali, bioux.

Fatto lo shopping nelle vie del commercio, basta spostarsi di qualche centinaio  di metri e si può comodamente raggiungere al Lungomare, quella che sembra essere una improvvisata  promenade dei bar e dei chioschetti: cicchetti a un euro, ragazzini mezzi brilli, braci  all’aperto, bottiglie e carte ovunque.

Un contesto insomma da cui emerge il forte  degrado sociale e culturale che caratterizza la città. Una situazione che sembra ormai incancrenita ed accettata dalle stesse istituzioni, non in grado di contenere il dilagante fenomeno dell’abusivismo, se non addirittura avvallata da ‘regolari autorizzazioni’, rilasciate non si comprende a quale titolo.

Se l’Amministrazione comunale non sembra in grado di dare risposte alle reiterate segnalazioni delle Associazioni dei commercianti e dell’artigianato, oltre che degli stessi cittadini, non diversamente si può dire delle altre Forze dell’ordine. Qualche sequestro, qualche intervento nel fine settimana non basta infatti  per riportare nell’alveo della normalità e delle regole,  una città che accetta  il commercio illegale come fosse una  forma alternativa di vendita.

La situazione è ormai intollerabile: i commercianti e gli artigiani sono pronti ad intraprendere azioni collettive di protesta. Di qui la richiesta di incontro al prefetto di Taranto, Umberto Guidato, al fine di verificare possibili percorsi atti a far fronte all’emergenza.

 

 

 

“Ci si adoperi, nel più breve tempo possibile, sia in ambito comunitario che in quello nazionale, per eliminare l'obbligo della procedura straordinaria di trattamento in acqua calda delle barbatelle. Gli ulteriori studi confermano la non trasmissibilità della Xylella fastidiosa alla vitis vinifera. Occorre consentire di superare questo ulteriore, dispendioso e inutile aggravio nel processo produttivo”. È la richiesta del senatore Dario Stefàno in una interrogazione al Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina.

“Dopo la decisione Ue del 2015 sulle misure per impedire l'introduzione e la diffusione della Xylella fastidiosa – ricorda il senatore – il settore del vivaismo viticolo salentino ha subito il severo e stringente blocco di qualsiasi attività. A settembre 2015 le risultanze scientifiche dei test di patogenicità condotti dal CNR di Bari riferivano della non trasmissibilità del patogeno alla vitis vinifera. L’UE ha conseguentemente rimosso il blocco al commercio delle barbatelle provenienti dalle zone colpite, ma, per il principio della precauzionalità, ha imposto il trattamento in acqua calda di tutto il materiale vivaistico salentino”.

“Un processo – sottolinea Stefàno - che vessa, sotto molteplici e gravi profili, l'attività degli operatori, costretti ad attivare ulteriori procedure straordinarie, dispendiose economicamente e che producono una dilatazione dei tempi di lavorazione delle piante”.

 

“Lo scorso 29 marzo, l'EFSA ha pubblicato lo studio delle indagini condotte per suo conto dal Centro Nazionale delle Ricerche in base alle quali la causa dell'epidemia fitosanitaria che sta causando il disseccamento degli olivi salentini è attribuita al batterio della Xylella fastidiosa. Lo studio riporta che gli agrumi, la vite e il leccio non soccombono al ceppo pugliese del batterio. Gli esperimenti condotti su campo hanno dimostrato, infatti, che nessuna pianta di agrumi, vite o leccio è risultata positiva per X. Fastidiosa dopo esposizione alla sputacchina infetta. Analogamente le stesse piante non si sono infettate in modo sistemico né hanno sviluppato sintomi sospetti, se inoculate sperimentalmente”.

 

“Non c’è ragione scientifica quindi - conclude Stefàno – per proseguire con il trattamento in acqua calda. Ridiamo fiato al settore, colpito sin qui ingiustamente”.


 

Favorita dal Regolamento regionale sullo sviluppo e presenza delle grandi strutture di vendita ( n.198 del 22/12/2011) che prevede ampliamenti nel limite del 20% della superficie di vendita per le strutture autorizzate da almeno tre anni, Auchan - sostiene Confcommercio Taranto - va,  purtroppo,  avanti nei suoi  progetti di ampliamento.

Oggi in Regione si terrà la Conferenza dei Servizi  per discutere la regolarità della  domanda di ampliamento del centro commerciale già esistente. Confcommercio e valuterà attentamente se al di là del diritto amministrativo,  vi siano le condizioni  di rispetto della normativa edilizia ed urbanistica.    Un ampliamento che,  al di là del diritto,  se consentito – va comunque detto- sarebbe di non  poco danno per il tessuto commerciale della città,  ed in particolare per le attività di vicinato delle aree urbane del commercio,   già penalizzate dalla difficile situazione economica dell’area jonica.

Non si tratta dunque del famoso Piano particolareggiato Cimino (ex Sircom) per il quale come è noto Confcommercio Puglia e Confcommercio Taranto  dodici anni fa hanno iniziato  nelle sedi istituzionali e non, una serrata battaglia  approdata poi nelle sedi giudiziarie.  Come si ricorderà nel 2004 la società barese di investimenti immobiliari Sircom Srl fece  richiesta di autorizzazione - al comune di Taranto- per la realizzazione  di un importante intervento edilizio in area Cimino, e già in quella occasione Confcommercio assunse una posizione netta di   opposizione al mega investimento immobiliare, richiesta che fu bocciata dalla Giunta Di Bello. Nel 2008 fu la volta della Due Mari Srl con una proposta di piano di lottizzazione per la realizzazione di un complesso commerciale da destinare alla grande distribuzione, nonché ad opere di urbanizzazione.  Il Piano non è mai stato approvato, anche perché nel 2010 l’Amministrazione avvia i lavori per la redazione di un Piano Particolareggiato del comparto n. 32. Nel 2014 arriva il  ricorso al TAR di Lecce   e la presentazione di richiesta di nomina di un commissario ad acta, ed anche in questa nuova tornata, Confcommercio Taranto è ancora in campo  accanto alla Amministrazione Comunale  per fare opposizione al nuovo ricorso in appello promosso dalla S.p.A. Gallerie e dalla S.r.l. Duemari,. Ricorso contro il quale, come è noto, a marzo 2015  si è espresso il TAR di Lecce. Sentenza contro la quale  le società appellanti, adducendo a varie  motivazioni, hanno inoltrato un nuovo ricorso al Consiglio di Stato. Confcommercio anche in questa occasione è  accanto alla Amministrazione Comunale in una battaglia che è innanzi tutto civile prima ancora che sindacale.

Oggi intanto su un altro fronte si esaminerà ancora una volta un progetto di  ampliamento, che per quanto ‘contenuto’ non porterà certo beneficio al tessuto commerciale cittadino. Il progetto come è noto prevede l’ampliamento della galleria commerciale e l’apertura  di nuovi negozi e forse di punti vendita di grandi marchi della distribuzione.

Auchan è  un importante attrattore, ed un ulteriore  ampliamento della sua offerta commerciale e di servizi è innegabile che contribuirebbe  a spostare in periferia nuovi flussi di consumatori e ad acuire la desertificazione delle vie del commercio della città. Le prospettive per Taranto sono tutt’altro che rosee se non si metteranno in campo seri progetti di riqualificazione del tessuto urbano e delle aree del commercio. Non si tratta di voler ostacolare il futuro,  come sostengono con non poco populismo i ‘difensori’ del diritto dei  cittadini ad avere luoghi di incontro alternativi, ma di voler capire che così i primi ad essere danneggiati saranno proprio i cittadini che avranno città sempre più deserte, buie ed insicure.

 



 
"In Italia da tempo abbiamo scelto di scommettere sull'innovazione, su elevati standard qualitativi e sui tratti identitari dei territori. Mi fa rabbia pensare che l'Europa, ancora una volta, non si accorga di questo importante lavoro e stia dando l'ennesimo colpo basso alla qualità delle nostre produzioni". E' il commento del Senatore Dario Stefàno, componente della Commissione Agricoltura in Senato sul via libera a  settanta mila tonnellate di olio tunisino a dazio zero che entreranno in Europa.

"Da tempo - continua Stefàno - ribadisco come questa agevolazione sia una misura totalmente inadeguata per tradurre in pratica il nobile tentativo di sostenere l'economia Tunisina, messa a dura prova dal terrorismo. E' uno strumento che droga il mercato e che danneggerà le nostre aziende agricole oneste e i consumatori".
 
"Non è vero che le ricadute negative - conclude Stefàno - saranno equamente distribuite tra tutti i Paesi membri ma è vero invece che graveranno insopportabilmente su quei territori a forte vocazione agricola, come la Puglia, che oggi riescono a vincere la sfida della globalizzazione puntando sulla qualità. Sono sempre più convinto della necessità di modificare gli indirizzi e i provvedimenti europei che continuano a penalizzarci".

 

 

 La consuetudine delle aperture domenicali, programmate  ogni primo fine settimana del mese, è ormai un piacevole appuntamento della vita cittadina.

Chiusa la lunga parentesi dei  saldi, le vetrine della città propongono capi delle nuove collezioni di  abbigliamento e gli  accessori di tendenza secondo gli ultimi  dettami della moda. Mancano poco più di due   settimane alla Pasqua, festività particolarmente sentita nel capoluogo  tarantino, e passeggiando tra le vie del commercio si nota come negli allestimenti delle  vetrine sia evidente la voglia di cambiamento e di colore che contraddistingue la  Primavera.  

Infine, ricordiamo che anche questa domenica l’ingresso  al  Museo archeologico Martà,   essendo la prima domenica del mese, è  gratuito e che il Museo resterà aperto  dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ingresso consentito fino alle ore 19.00).


Sabato, 27 Febbraio 2016 06:56

COMMERCIO/PROROGA SCADENZA PAGAMENTO SIAE.

Scritto da

 

 
Su richiesta di Confcommercio-Imprese per l’Italia, la SIAE ha prorogato al 18 marzo 2016 il termine ultimo del versamento del compenso per il rinnovo degli abbonamenti per il diritto d'autore dovuto per la musica d'ambiente diffusa attraverso strumenti meccanici e radiotelevisivi, senza applicazione di penali e con il riconoscimento dei benefici associativi.

Anche per il 2016 è stata rinnovata la convenzione SIAE-CONFCOMMERCIO valida per gli esercizi commerciali, per i pubblici esercizi (ristoranti, bar, pizzerie) e per gli alberghi. La convenzione prevede uno sconto sul pagamento relativo alla musica d’ambiente, all’ utilizzo di apparecchi televisivi ed ai concertini nei pubblici esercizi. Lo sconto Confcommercio da convenzione è pari al 25% lordo.
Al fine di ottenere le riduzioni, è necessario che i pubblici esercizi si muniscano del  certificato che attesti l’appartenenza alla Confcommercio debitamente timbrato e firmato, sia in caso di pagamento con mav sia che ci si avvalga  degli sportelli siae. 

Il pagamento tramite MAV non esclude l’obbligo di munirsi del  certificato che  dovrà essere trasmesso in copia all’ufficio territoriale della SIAE e conservato in azienda, in caso di eventuali controlli. Occorre inoltre verificare attentamente che l’importo del MAV comprenda lo sconto riservato ai soci.

PER OTTENERE LE  AGEVOLAZIONI È INDISPENSABILE RINNOVARE GLI ABBONAMENTI TASSATIVAMENTE ENTRO LE SCADENZE PREVISTE:

  • entro il 18 marzo  per gli abbonamenti annuali;

  • entro gennaio o luglio per gli abbonamenti semestrali, o comunque entro il primo mese del semestre di apertura per gli stagionali

  • entro i primi 15 giorni di gennaio, aprile, luglio o ottobre per gli abbonamenti trimestrali

  • entro i primi 10 giorni del mese per gli abbonamenti mensili

    Inoltre è possibile ottenere un risparmio anche per i trattenimenti e le manifestazioni musicali effettuate all’interno delle aziende alberghiere e dei villaggi turistici.

     


 

 

La CNA, ha detto il segretario regionale Pasquale Ribezzo, è impegnata nel sostegno al DDL e intende anche dare una mano per fare si che la legge che ne deriverà sia la più efficace possibile.

L’Italia è fanalino di coda nel mondo occidentale su tale strumento, introdotto altrove da regimi politici i più diversi, disegnando importanti modelli di flessibilità, con una conseguente minore presenza di lavoro nero, di truffe e  raccomandazioni, e addirittura favorendo una saggia meritocrazia.

E’ dal 1992 che l’Europa esorta l’Italia ad adottare il reddito di cittadinanza. E con le regole dei nuovi fondi strutturali 2014-2020 ne ha fatto uno dei tre pilastri dell’intervento, sancendo la centralità delle politiche inclusive.

Quello che manca in Italia è quella sicurezza economica che viene dalla rete dei sussidi e che permette alle persone di cambiare lavoro con relativa tranquillità soprattutto da giovani. Questa è la vera “flessibilità”.

Ma importante è anche  l’effetto anticiclico che, in un periodo di crisi, mantiene uno stato sociale efficace, consentendo il sostegno alla domanda interna e, il tal modo, agendo da stabilizzatore. Ed è proprio questo che manca in Italia. Il passaggio dagli ammortizzatori agli stabilizzatori sociali

La CNA sostiene la proposta della Regione, quindi, magari proponendo  anche un periodo di sperimentazione e di test che non precluda la possibilità di modificare o migliorare la legge.

Il dibattito sulle relazioni dell’on Titti De Simone, di Anna Maria Candela e di Vito Peragine ha visto un alto numero di interventi del gruppo dirigente allargato della CNA pugliese, preoccupato soprattutto di verificare le concrete condizioni di applicabilità delle norme, nonché di suggerire aggiustamenti che ne incrementino l’efficacia.

L’incontro,  che si è concluso con la comune volontà di sperimentare nuove forme di welfare e con la conferma della CNA di volere stare all’interno di questo importante percorso è stato aperto da Pasquale Ribezzo, segretario regionale CNA, introdotto dall’on. Titti De Simone, consigliere del Presidente Emiliano per l’attuazione del programma, ed ha fatto registrare gli interventi della dott.ssa Anna Maria Candela, Dirigente Regione Puglia e del prof. Vito Peragine, Università degli Studi Aldo Moro di Bari.
 

 

 

 


 

 

 

La Cia Confederazione Italiana Agricoltori commenta negativamente il via libera di Bruxelles all'ingresso di 70 mila tonnellate di olio sul mercato europeo.

La pace nel Mediterraneo - dice l'organizzazione degli agricoltori - non si costruisce sulle spalle dei nostri olivicoltori che, della qualità, hanno fatto una bandiera che nessuno riconosce sui mercati.

Il via libera dell'Unione Europea all'importazione agevolata di 70 mila tonnellate di olio d'oliva provenienti dalla Tunisia per i prossimi due anni desta preoccupazione per il futuro di un settore già in forte difficoltà. La Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto commenta negativamente l'approvazione della relazione della commissione INTA del Parlamento Europeo che autorizza un accesso temporaneo supplementare di olio d'oliva tunisino nel mercato UE.

"Pur condividendo l'obiettivo di solidarietà dell'Europa nei confronti di Paesi terzi in difficoltà tramite azioni commerciali di privilegio, non va dimenticato che non si possono sempre penalizzare l'agricoltura ed in particolare le produzioni della provincia jonica – ribadisce la Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto – Tra l'altro la continua apertura delle frontiere della UE e le concessioni non stanno riguardando solamente l'olio di oliva".

La Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto si rammarica del fatto che non è stato approvato nemmeno l'emendamento della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo dell'11 gennaio scorso, che tentava di attenuare l'impatto negativo delle concessioni dalla Tunisia per il comparto oleicolo.

È opportuno che decisioni così strategiche siano adottate solo in seguito a valutazioni oggettive dell'impatto economico che potrebbero generare sugli operatori.

L'ultima speranza per introdurre modifiche è riposta ora nel voto dell'aula di Strasburgo che dovrà adottare il testo definitivo entro la fine dell'inverno.

Non è corretto considerare come merce di scambio i prodotti della nostra agricoltura cosi come avveniva in passato.


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