Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1908)

Il trentunenne grottagliese Giovanni Luca Cascio Rizzo è il primo italiano nella storia a vincere il premio ”AMA Rising Star 2023-24” dellAmerican Marketing Association

 

 

Trentuno anni appena compiuti, il grottagliese Giovanni Luca Cascio Rizzo, ricercatore dell\'Università LUISS “Guido Carli” di Roma, è il primo italiano nella storia a vincere il prestigioso premio “AMA Rising Star 2023-24” dellꞌAmerican Marketing Association (AMA), la più importante associazione americana per professionisti del marketing che nel mondo vanta oltre 45.000 membri!

Il “Rising Star” (Astro nascente) è il riconoscimento assegnato dall’American Marketing Association ai migliori talenti emergenti che, nella ricerca nel settore del marketing, si sono distinti dimostrando una straordinaria combinazione di rigore scientifico, rilevanza delle scoperte e innovazione!

Il premio AMA Rising Star 2023-24, infatti, è stato conferito a Giovanni Luca Cascio Rizzo per le sue ricerche sulle dinamiche di influenza sociale, studi che hanno dato nuova luce al ruolo del linguaggio nella comunicazione digitale, pubblicati recentemente sulle prestigiose riviste accademiche americane “Journal of Consumer Research” e “Journal of Marketing”.

Jonah Berger, professore dell’Università Wharton in Pennsylvania e advisor di Giovanni Luca Cascio Rizzo, definisce il giovane ricercatore italiano come “un diamante del mondo accademico”, elogi tessuti in patria anche dal professore Michele Costabile dell’Università LUISS Guido Carli, che nell’occasione ha commentato “il premio “Rising Star 2023-2024” è un riconoscimento meritato del suo talento straordinario”.

Giovanissimo ricercatore assunto dell\'Università LUISS “Guido Carli” di Roma, dopo l’importante riconoscimento internazionale Giovanni Luca Cascio Rizzo proseguirà la sua carriera negli USA, in particolare nella prestigiosa University of Southern California di Los Angeles dove l’anno prossimo assumerà l’incarico di Professore di Marketing.

Giovanni Luca Cascio Rizzo, dopo aver ha ringraziato le istituzioni e i professori che hanno creduto in lui sostenendolo nella carriera di ricercatore, ha commentato: “sono onorato di ricevere questo premio che rappresenta un incoraggiamento a proseguire la mia ricerca sulle dinamiche di influenza sociale».

 

Per il terzo mese di fila Acciaierie d’Italia, ex Ilva, non paga gli straordinari a una parte del proprio personale. La conferma è arrivata  con l’accreditamento delle buste paga di ottobre. “Siamo telefonicamente invasi dalle proteste\\\", dichiara all\\\'AGI Davide Sperti, segretario Uilm. \\\"Dall’area altiforni alle acciaierie, tutti pongono lo stesso problema: ancora una volta l’azienda non ha corrisposto lo straordinario ai propri dipendenti. Nel recente incontro che abbiamo avuto col direttore del personale, Andrea Paolo Colombo, ci fu ribadito che l’azienda non aveva pagato perché aveva riscontrato delle irregolarità sulle quali voleva fare luce con un’indagine interna, ma questa, a quanto pare, avrebbe riguardato solo una parte del personale che non aveva preso lo straordinario. L’altra parte, invece, sarebbe stata saldata. Invece è arrivata la scadenza di paga, le retribuzioni saranno accreditate domani, non c’è niente per nessuno. Assurdo. Certamente una bella presentazione per il nuovo direttore. Se a questo poi aggiungiamo che tanti lavoratori attendono da giugno il bonus da 200 euro previsto dal contratto di lavoro, andiamo davvero ogni oltre limite”.

     La Uilm annuncia che nelle prossime ore farà una ricognizione di quanti non hanno percepito lo straordinario e proverà a chiedere spiegazioni all’azienda. Sul tema è stato già coinvolto l’Ispettorato del Lavoro che ha promesso accertamenti.

Acciaierie d’Italia, ex Ilva, avrà gas per gli impianti e le esigenze produttive sino al 10 gennaio 2024. Non ci sarà alcuna interruzione nell’immediato. Oggi il Tar della Lombardia, prima sezione, con un’ordinanza cautelare ha confermato la sospensiva del blocco della fornitura del gas come già deciso nell’udienza di fine ottobre con decreto monocratico del presidente Antonio Vinciguerra. Per il 10 gennaio prossimo il Tar ha fissato la camera di consiglio. La sospensiva prorogata é da intendersi in via interlocutoria e il Tar ha chiesto una relazione all’Arera, l’Autorità per l’energia e le reti. La fornitura del gas per gli impianti dell’ex Ilva, che Snam Rete Gas voleva interrompere, è tornata l’8 novembre davanti al Tar della Lombardia dove Acciaierie ha fatto ricorso con l’impugnazione. Dopo aver sospeso alla fine del mese scorso l’efficacia dei provvedimenti dell’Arera e di Snam Rete Gas, il Tar lombardo ha infatti tenuto l’altro ieri la camera di consiglio. L’ex Ilva ha impugnato i due provvedimenti chiedendo la sospensiva. La cosiddetta discatura sulla rete, ovvero il blocco a monte della fornitura di gas, sarebbe dovuta avvenire l’8 novembre ed era già stata comunicata all’ex Ilva. Contestato tra l’altro da Acciaierie anche il provvedimento di Arera del 7 settembre scorso “che ha accolto soltanto parzialmente (sino al 30.09.2023) la richiesta di deroga al termine di sessanta giorni previsto dalla deliberazione 249/2012/R/gas per l’erogazione del Servizio di Default Trasporto presentata da Acciaierie d\'Italia S.p.A. in data 2 agosto 2023 con richiesta di estensione del servizio almeno sino al 31.12.2023”. 

Sorgerà nell’area dell’aeroporto di Grottaglie (Taranto) il primo centro italiano di smontaggio e riciclo degli aerei. Si tratta di un investimento privato di 16 mln di euro. Oggi la presentazione del progetto a Ecomondo Rimini, da parte di Aeroporti di Puglia e delle imprese interessate, presente anche il viceministro del ministero Ambiente, Vannia Gava. Aggiudicata la concessione ventennale a un’Ati guidata dalle pugliesi Ecologica e Cisa, il progetto si basa sul recupero fino al 90% degli aeromobili. Per Antonio Maria Vasile, presidente di Aeroporti di Puglia, in questo modo “Grottaglie si inserisce in un mercato globale, quello dello smantellamento, montaggio e del riciclo degli aeromobili, che nei prossimi 20 anni interesserà circa 15mila aeromobili”. Obiettivo, si spiega, è recuperare e riutilizzare una quota non inferiore all’85-90% degli aeromobili, tra commercializzazione dei pezzi di ricambio e riciclo dei materiali.  L’Ati è risultata aggiudicataria di una procedura per la concessione ventennale da parte di Aeroporti di Puglia. Grazie a un investimento privato di circa 16 milioni di euro che interesserà una superficie complessiva di oltre 18mila metri quadrati, nello scalo aeroportuale del Tarantino è prevista la costruzione di un hangar, lungo 80 metri e largo 82, in cui saranno smontati e “rigenerati” i singoli aerei, nonché la realizzazione di una palazzina magazzino-uffici. Il piano industriale prevede tempi di costruzione di due anni (dopo l’ottenimento delle relative autorizzazioni) e una volta a regime si stima un “traffico” di almeno 12 aerei l’anno fra le tre differenti tipologie in base alla fusoliera (“narrow body”, “wide body” e “regional jet”, ovvero aerei di grandi, medie e “piccole” dimensioni). A Grottaglie potrà essere “rigenerato” un gigante come un Boeing 747 o un velivolo da 100 posti. L’Ati è guidata dalle imprese Ecologica e Cisa di Taranto. Coinvolti anche le imprese Rail&RecycliG e Gesfa, che nell’aeroporto di Grottaglie opera nel ramo cargo. 

L’obiettivo del progetto - è stato dichiarato in sede di presentazione - si colloca in un contesto internazionale che prevede un piano di dismissione di oltre 1.000-1.500 aerei civili l’anno nei prossimi 15 anni con un avvicendamento che vedrà il parco aeromobili in gran parte rinnovato (senza escludere l’eventuale opzione per i velivoli militari). Il ciclo di vita di un velivolo da trasporto non supera i 25 anni e le nuove scelte ambientali da parte dei costruttori dei “giganti del cielo” punta a far volare aerei meno pesanti per risparmiare soprattutto sui carburanti oltre che sui costi di costruzione (fibra di carbonio). A titolo di esempio: un Boeing 747 - ormai destinato alla conclusione del ciclo di vita - pesa oltre 180 tonnellate rispetto a un A 300 che ne pesa 87. Da qui la scelta, ma anche necessità di recuperare quante più parti possibili da un vecchio aereo, reimmetterle nel circuito dell’economia riducendo al minimo la quota destinata allo smaltimento. Grazie al riuso e riciclo dei vecchi aerei, nel centro di Grottaglie è stimato un volume d’affari di oltre 30 milioni l’anno (per una dozzina di velivoli) attraverso il recupero delle componenti di valore (motori, carrelli, sistemi idraulici, freni, ecc.) destinati a pezzi di ricambio (regolarmente “certificati”) e alla vendita del materiale riciclato. Un aereo è composto per il 70% di alluminio, 15% acciaio, 5% rame, 5% titanio, 5% materie plastiche e fibre varie. 

La presidenza del Consiglio ha convocato i sindacati metalmeccanici a Palazzo Chigi sulla ex Ilva per giovedì prossimo, 9 novembre, alle 10. Lo riferiscono gli stessi sindacati. Le organizzazioni sindacali hanno pertanto revocato il presidio che avevano annunciato per domani mattina davanti a Palazzo Chigi, appunto per sollecitare la convocazione.

Impediscono all’azienda tessile Albini di smontare gli impianti e portarli fuori dallo stabilimento in vista della cessione del sito al nuovo acquirente, il gruppo piemontese Ekasa che effettuerà una nuova produzione: nuova produzione: progettazione, produzione, vendita e posa in opera di porte per interni, serramenti per esterni e portoncini di sicurezza. È accaduto questa mattina a Mottola, nel Tarantino. I lavoratori motivano il blocco perchè “finora alcuna garanzia di assunzione è stata data ai 93 operai, mentre sta per scadere a dicembre la cassa integrazione. Di qui la protesta legittima, pacifica e di massa dei lavoratori, che continuerà nei prossimi giorni. La richiesta è chiara: o assunzione di tutti o rinnovo della cassa integrazione per il tempo necessario alla riassunzione di tutti”. “E\' previsto un incontro convocato dalla task force regionale il 14 novembre - si spiega - e i lavoratori chiedono che questo incontro trovi una soluzione verso le loro richieste”. (foto di repertorio) 

Acciaierie d’Italia (ex Ilva) resta in stallo. Il cda della Holding, tenutosi nelle scorse ore, non ha preso alcuna decisione, resta aperto tecnicamente e si è aggiornato a metà della prossima settimana quando si riconvocherà per vedere se ci sono i margini per un’intesa tra il socio privato di maggioranza Mittal e quello pubblico di minoranza Invitalia. C’è da decidere sul successore di Franco Bernabè alla presidenza della Holding (il manager ha rimesso il suo mandato nelle mani del Governo già da diversi giorni e confermato tale scelta anche alla Camera lo scorso 17 ottobre), ma soprattutto va visto come intendono muoversi i due azionisti, quello privato soprattutto, in relazione all’ulteriore fabbisogno di risorse espresso dall’ad Lucia Morselli e pari a 320 milioni. 

Su questo punto specifico, Invitalia - nella lettera dell’ad Bernardo Mattarella - ha chiesto se quest’ulteriore sostegno finanziario sia “sufficiente”, “come tale somma sia stata calcolata”, quali sono le prospettive, quale é la situazione finanziaria e di cassa “attuale e prospettica tanto di AdI spa quanto della Holding”. Se nel prossimo cda ci sarà fumata bianca, allora nei giorni successivi potrà essere convocata l’assemblea della holding per prendere atto dell’uscita di Bernabé e nominare il nuovo presidente, altrimenti lo stallo continuerà. E va detto che già un anno fa, in una situazione pressoché analoga, con l’azienda collassata finanziariamente, il cda rimase aperto da fine novembre sino ai primi di gennaio con una serie di sedute che andarono a vuoto non essendoci accordo tra i soci.

    Oggi, intanto, ricorre il quinto anno dell’avvento della gestione di Arcelor Mittal, gestione da tempo oggetto di forti critiche dei sindacati metalmeccanici che chiedono allo Stato di assumere la maggioranza di Acciaierie, passando al 60 per cento, per un effettivo cambio di passo. Critiche che riguardano la sicurezza sul lavoro, le manutenzioni carenti, lo stato degli impianti, la cassa integrazione elevata (peraltro oggetto anche di un intervento del ministero del Lavoro), i mancati investimenti e la produzione che quest’anno sarà di un milione di tonnellate in meno rispetto a quanto annunciato: circa 3 milioni contro i previsti 4. 

Tregua per Acciaierie d’Italia sulla fornitura del gas necessario agli impianti, fornitura che era a rischio immediato di interruzione come dichiarato anche dal presidente della società Franco Bernabè lo scorso 17 settembre alla Camera. Il Tar della Lombardia, prima sezione, presidente Antonio Vinciguerra, ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti dell’Arera, l’Autorità di regolazione reti ed energia, e di Snam Rete Gas sulla fornitura di gas agli impianti di Acciaierie d’Italia. È stata proprio l’ex Ilva a impugnare i provvedimenti chiedendo la sospensiva ora concessa con un decreto monocratico del presidente Vinciguerra che ha fissato la camera di consiglio per l’8 novembre. La cosiddetta discatura sulla rete, ovvero il blocco a monte della fornitura di gas ad Acciaierie, sarebbe dovuta avvenire l’8 novembre ed era già stata comunicata nei giorni scorsi all’ex Ilva. Contestato inoltre da Acciaierie anche il provvedimento di Arera del 7 settembre scorso “che ha accolto soltanto parzialmente (sino al 30.09.2023) la richiesta di deroga al termine di sessanta giorni previsto dalla deliberazione 249/2012/R/gas per l\'erogazione del Servizio di Default Trasporto presentata da Acciaierie d\'Italia S.p.A. in data 2 agosto 2023 con richiesta di estensione del servizio almeno sino al 31.12.2023” si legge nel decreto del presidente della prima sezione del Tar lombardo. E impugnata da Acciaierie anche la delibera Arera del successivo 3 ottobre “avente a oggetto ‘Disposizioni transitorie in materia di conferimento di capacità per i punti di riconsegna della rete di trasporto direttamente collegati alle utenze industriali ed alle utenze termoelettriche riforniti nell\'ambito del servizio di default trasporto’, nella parte in cui non dispone alcun trattamento temporale differenziato per ADI, ma si limita a ‘prevedere che, per i clienti finali direttamente allacciati alla rete di trasporto per i quali il 1 ottobre 2023 risulta attivo il servizio di default trasporto, le imprese di trasporto consentano di notificare l\'avvenuta conclusione del contratto di fornitura e di richiedere la necessaria capacità di trasporto tramite conferimento straordinario da concludersi entro il 18 ottobre 2023’ “.

 

Ma aumentano consapevolezza, impegno e sensibilità di datori e lavoratori

 

 


La settimana europea della sicurezza sui luoghi di lavoro, che si sta tenendo in questi giorni, è stata l’occasione, in casa Confartigianato, per fare il punto della situazione sul territorio, analizzare i dati, problematiche e strumenti di sostegno, con un occhio particolare agli esiti delle ispezioni svolte in questi mesi dagli organi di vigilanza e controllo che, per quanto riguarda la piccola impresa, sembrano denotare purtroppo qualche defaillance, anche se il quadro complessivo è in miglioramento.

Certamente le conseguenze della pandemia, la potentissima crisi economica che continua ad attanagliare la nostra terra ed un’incontrollata concorrenza sleale che imperversa in tantissimi settori, influiscono negativamente sui budget a disposizione – afferma il Segretario provinciale di Confartigianato Fabio Paolillo. Un primo problema per le piccole imprese è senz’altro legato alle risorse economiche scarse che spesso induce a ridurre le spese, anche quelle legate all’attività di prevenzione. I costi della prevenzione consistono non solo nelle spese vive per la messa in sicurezza dei macchinari e degli ambienti di lavoro, ma anche nella necessità di ricorrere a personale qualificato (spesso consulenti esterni all’organico aziendale), senza contare il costo indiretto, derivante dal tempo tolto alla produzione, per impegnare il personale nella formazione obbligatoria in materia di sicurezza. Sappiamo però che la spesa per la prevenzione degli infortuni si traduce, in un’ottica a più lungo termine, in un risparmio per la stessa impresa, ma tale aspetto non viene solitamente preso in considerazione, soprattutto dalle realtà di minori dimensioni.

Quindi, come Confartigianato occorre triplicare l’impegno per diffondere e garantire la cultura della sicurezza sul lavoro, condizione imprescindibile per realizzare uno sviluppo economico sostenibile del territorio che rimetta al centro il valore della persona, cosa non proprio scontata dalle nostre parti.

Siamo sempre più convinti che nel tarantino, terra di subappalti sfrenati, scarsamente redditizi e spesso a cascata, necessiti un patto tra istituzioni e parti sociali per aumentare consapevolezza e condizioni economiche per consentire all’imprenditore il completo rispetto e la massima attenzione in tema di prevenzione dei rischi di  incidenti e purtroppo morti sul lavoro.

La sicurezza sul lavoro – sottolinea Paolillo – rappresenta una priorità per la quale Confartigianato si batte da sempre. Nelle nostre imprese riguarda allo stesso modo il datore di lavoro e i suoi collaboratori, che spesso operano fianco a fianco. La sicurezza non deve essere un semplice adempimento formale e burocratico. Crediamo, invece, che debba essere insegnata già a scuola per poi essere praticata con rigore. Occorre concentrarsi sulla prevenzione attraverso poche regole chiare, procedure snelle ed efficaci in grado di generare comportamenti virtuosi da parte di imprenditori e lavoratori, sostegno mirato per gli investimenti delle micro e piccole imprese per la formazione e la valorizzazione delle buone prassi. Questa è la sicurezza davvero efficace per evitare rischi.

Il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è una materia ampia e complessa che richiede aggiornamenti costanti nel tempo, perché è in perenne evoluzione. Ne è la dimostrazione il continuo adeguamento del Testo Unico della sicurezza nei luoghi di lavoro, il Decreto Legislativo n.81 del 2008, che nell’ultimo aggiornamento ha anche inasprito le sanzioni a carico del datore di lavoro per il contrasto al lavoro sommerso. Ha inoltre rafforzato la figura fondamentale del preposto e introdotto l’obbligo di formazione anche per i datori di lavoro (fino ad ora era prevista solo per dirigenti e preposti).

Ed allora - prosegue Paolillo -  Confartigianato riparte da novembre con una nuova campagna di sensibilizzazione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, che vedrà coinvolte tutte le istituzioni preposte, un impegno sia informativo che propriamente sul campo offrendo un “CHECK-UP sulla Sicurezza” assolutamente gratuito per le imprese artigiane. Ricordiamo che tutte le imprese con presenza di lavoratori (compresi soci lavoratori, stagisti, tirocinanti,  lavoratori a chiamata, etc…) sono obbligate dal D.Lgs. 81/08, il Testo unico della sicurezza nei luoghi di lavoro, ad adempiere ad una serie di obblighi.

In questo modo – conclude Fabio Paolillo -  verificando le misure di sicurezza adottate in azienda, dalla conformità degli ambienti di lavoro e dei macchinari alla corretta gestione della documentazione obbligatoria prevista dalla legge  come il  Documento di Valutazione dei Rischi, la Valutazione dei rischi specifici, la formazione obbligatoria prevista per le figure aziendali, potremo monitorare ancora meglio la situazione, valutare le criticità comuni che ci consentiranno di indirizzare in nodo più puntuale l’opera di sensibilizzazione del datore di lavoro a raggiungere e mantenere gli standard previsti in tema di prevenzione.

Un richiamo a tutti i protagonisti della sicurezza nei luoghi di lavoro, datore di lavoro e lavoratori, affinché la strategia di contrasto agli incidenti sul lavoro passi anche attraverso l’impegno, l’attenzione e la sensibilità di tutti.

 

Sull\'ex Ilva \"dobbiamo purtroppo segnalare che in questi ultimi travagliati anni la produzione si è attestata ben al di sotto delle performance per garantire la sostenibilità occupazionale\" e \"per quest\'anno si tema una performance ben al di sotto dei 4 milioni previsti\".  Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso,  in audizione presso le Commissioni riunite Attività produttive Camera e Industria Senato sulle prospettive industriali del sito siderurgico di Taranto.

   Il ministro ha ricordato che \"nel 2020 la produzione è stata di 3,4 milioni di tonnellate, nel 2021, quando le condizioni dell\'acciaio in Europa erano favorevoli ai produttori, si sono prodotte appena 4 milioni di tonnellate. Nel 2022, in condizioni ancora diverse, questa produzione si è fermata a poco più di 3 milioni, dieci anni fa la produzione era di 6 milioni e 200 mila tonnellate, esattamente il doppio\". 

Intanto Franco Bernabé conserva temporaneamente la carica di presidente di Acciaierie d’Italia Holding. Si sarebbe dovuto dimettere ieri, chiudendo un’esperienza cominciata a luglio del 2021. Aveva già manifestato le sue intenzioni di andar via e rimesso il mandato nelle mani del Governo per consentirgli di decidere in “assoluta libertà”. Lo aveva anche confermato lo scorso 17 ottobre alla Camera in audizione. Invece ieri ha dovuto soprassedere per il momento sull’abbandono. È accaduto che il consiglio di amministrazione si sia riunito come previsto, ma non ha visto, a seguire, la costituzione dell’assemblea della Holding di Acciaierie. La sede che avrebbe dovuto prendere atto delle dimissioni di Bernabè. Il cda è infatti rimasto aperto e si é aggiornato alla prossima settimana. Si parla di lunedì o martedì. Il percorso delineato prevede che il cda si riunisca ad inizio di settimana. L’assemblea sarà poi convocata nel giro di otto giorni dal nuovo cda. 

Pagina 6 di 137