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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1912)

Sull’accordo di programma per l’ex Ilva “l’amministrazione comunale e quella provinciale intendono collaborare col Governo scelto dai cittadini. Si fa politica per le persone, prima che per se stessi”. Lo ha dichiarato il sindaco e presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci (Pd).

   “A proposito dei grandi obiettivi della comunità - prosegue Melucci - si leggono tante cose che hanno origine a Roma, purtroppo sempre con un certo gusto verso l\'approssimazione e il disfattismo. Credo che il momento in cui legittimamente tutti i nostri parlamentari usavano linguaggio ed iniziative proprie delle scadenze elettorali si sia concluso e deve ritenersi alle spalle”.

 

“Alcuni di loro - prosegue il sindaco di Taranto - hanno avuto importantissimi ruoli di governo nel recente passato, oggi ha poca utilità continuare a rimproverare gli altri. Si dovrebbe fare sistema tra forze politiche, per portare a casa finalmente dei risultati che possono cambiare le sorti della città. A meno che, chi urla ancora non lo faccia perché al solito ha suoi propri fini, a discapito della collettività”.

   Melucci aggiunge che “c’é poi un livello di interazione intermedio, comunque molto importante, che è quello regionale. Ci aspettano mesi caldi. Non si può e non si vuole fare a meno del sistema regionale, riconoscendo su tutti i meriti illuminati del governatore. Non si può e non si vuole, ugualmente, far passare il messaggio che a Bari tutto è possibile a detrimento del capoluogo ionico, la seconda città della Puglia”.

   “Dalla imbarazzante vicenda Ager - dice il sindaco di Taranto a proposito dell’agenzia regionale dei rifiuti - alla discutibile gestione del congresso dell\'Anci Puglia, dai ritardi di misure fondamentali per la città all\'approccio del Pd regionale, tutto indica una noncuranza inaccettabile, sulla quale, con buona volontà ed apertura, debbono operare prima di tutto i nostri consiglieri regionali, liberi dall\'ansia dei prossimi mandati”. 

Aggiornato al 28 marzo, alle 16, il negoziato per la cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia, ex Ilva. La decisione é stata presa nel confronto di ieri mattina, probabilmente per evitare che si arrivasse ad un accordo separato sulla cassa, come sembrava profilarsi in queste ore. La Uilm, sindacato maggioritario a Taranto, aveva già fatto capire che nom avrebbe firmato alcuna intesa. Martedì la riunione sarà in modalità call conference e martedì è anche l’ultimo giorno utile perchè la cassa integrazione straordinaria è in scadenza. Si tratta quella aperta a marzo 2022. Per quest’anno la cassa straordinaria è stata chiesta da Acciaierie d’Italia per 3.000 dipendenti del gruppo, stesso numero del 2022, di cui 2.500 a Taranto. 

Le trattative per la cassa integrazione straordinaria nel gruppo Acciaierie d’Italia (3.000 dipendenti complessivi, 2.500 a Taranto) erano arrivate ad uno snodo importante col nuovo incontro al ministero del Lavoro. Fonti sindacali non escludevano la possibilità che il negoziato potesse chiudersi anche in giornata ma con un accordo separato. In sostanza, avrebbero firmato solo alcune sigle metalmeccaniche e altre no. Tra le organizzazioni che osteggiano la cassa integrazione c’è la Uilm, primo sindacato nel siderurgico di Taranto, riconfermato tale alle elezioni per il rinnovo delle rsu di tre settimane fa, che eventualmente non firmerebbe l’intesa. La Uilm ha già dichiarato inutile l’aggiornamento a stamattina dell’incontro perché ritiene che le condizioni non possono cambiare nel giro di qualche ore. Più possibilista verso l’accordo appare la Fim Cisl, anche se questo sindacato ha affermato che le distanze con l’azienda rimangono ancora rilevanti. Nelle ultime ore è emersa al tavolo ministeriale - l’ha lanciata la Uilm - l’ipotesi di non firmare alcun accordo come è accaduto l’anno scorso per la prima annualità della cassa integrazione straordinaria in AdI, chiesta e applicata per gli stessi numeri proposti per il 2023. In sostanza, siccome per Taranto, da fine marzo, la cassa straordinaria sarebbe per ora sino a fine giugno perchè l’ex Ilva di Taranto ha ancora 12 settimane da esaurire del cosiddetto contatore del quinquennio mobile degli ammortizzatori sociali, e dopo giugno dovrà aprirsi una nuova procedura, la proposta Uilm è quella di chiudere adesso col mancato accordo per rivedere poi tutta la partita a giugno prossimo. La nuova cassa per 3.000 addetti, quindi, partirebbe egualmente anche col mancato accordo, ma i successivi tre mesi, dice la Uilm, con l’aiuto del Governo dovrebbero servire a fare chiarezza su piano industriale, investimenti e prospettive dell’azienda. Questo, si afferma, per agganciare la cassa ad un quadro molto diverso dall’attuale. Altre organizzazioni non hanno  peró condiviso quest’impostazione perchè, secondo loro, l’eventuale possibilità di riaprire la discussione a giugno, puntando ad un’intesa migliore, sarebbe valsa solo per Taranto in quanto gli altri siti di Acciaierie d’Italia non sono nella stessa condizione del sito pugliese, cioè non hanno settimane pregresse di cassa da smaltire prima di accedere alle nuove. E quindi il mancato accordo avrebbe penalizzato i lavoratori di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Milano ed altri siti per un altro anno intero. “Ma abbiamo chiesto al ministero del Lavoro di supportarci verso l’azienda affinchè un’eventuale ripresa del negoziato a giugno possa avere effetti anche sugli altri stabilimenti del gruppo AdI”, spiegano ad AGI fonti Uilm. 

Supera gli 1,8 milioni di euro il valore complessivo degli accordi attuativi siglati per il triennio 2020/2022 tra Comune di Taranto e una serie di grandi gruppi industriali, in esecuzione del protocollo d’intesa per la cooperazione economica e sociale sul progetto Tempa Rossa.     Si tratta di due diverse intese che consentiranno di destinare somme importanti ad alcuni progetti che l’amministrazione comunale di Taranto sta realizzando. In particolare alla riqualificazione delle aree e degli edifici presenti nel compendio degli ex \\\'Baraccamenti Cattolica\\\', che presto saranno restituiti alla comunità come \\\'Bac-Parco delle arti e della musica\\\'.

    Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci parla  di “importanti realtà economiche” che hanno deciso “di accompagnare dinamicamente il nostro percorso di transizione utilizzando questi accordi come una moderna leva di sviluppo, che non si limitasse a definire banalmente un trasferimento di risorse”.

    “Nonostante il ritardo causato dalla caduta anticipata della giunta che ci ha costretto a far ripartire la negoziazione\\\", dichiara Melucci riferendosi al periodo di vacatio dell’amministrazione da novembre 2021 a giugno 2022, \\\"abbiamo chiuso questa fase e siamo già al lavoro per il prossimo triennio. Crediamo di esser riusciti a invertire una tendenza e a inaugurare una modalità tutta nuova di consolidare le relazioni con chi investe nel territorio”.

    Le somme in questione andranno per 500 mila euro agli allestimenti delle strutture del Bac, dove sorgeranno un teatro, laboratori, un distretto dell’innovazione e una piazza multimediale, allo stesso scopo assegnati ulteriori 970 mila euro, alle aree verdi di Taranto 300 mila euro e infine 40 mila euro a Faros, l’acceleratore di startup che opera all’interno delle aree portuali. 

Il Distretto tecnologico aerospaziale di Puglia, il Politecnico di Bari e le Università di Bari e del Salento hanno dato il via, con un finanziamento di 11 milioni di euro, ai lavori per realizzare 6 nuovi laboratori e un data center nell’aeroporto di Grottaglie (Taranto). Grottaglie Airport Test Bed: questo il nome dell’infrastruttura, in sigla GATB. Essa contribuirà a sviluppare conoscenze, infrastrutture di ricerca, tecnologie e sperimentazioni per sistemi aeromobili senza pilota a bordo, nonchè per soluzioni e servizi per la gestione del traffico di droni e servizi aerei innovativi, con applicazioni nell’ambito del monitoraggio ambientale e territoriale e della logistica. “Le molteplici funzioni offerte dal GATB - viene spiegato - permetteranno a operatori di ricerca nazionali, europei ed imprese di trovare in Puglia le condizioni ideali per realizzare ricerca, sviluppo e sperimentazione di prodotti e servizi in uno scenario operativo reale”.

   Il GATB è una infrastruttura di ricerca già introdotta nel piano PNIR 2014-2020 e inserita anche nel piano 2021-2027 con opere di potenziamento. L’infrastruttura è stata  finanziata con 11 milioni di euro, a seguito di gara, dalla Regione Puglia. Sarà completata entro il 2024. ll GATB abiliterà la ricerca anche in specifici ambiti tecnologici: servizi e dati spaziali a supporto di operazioni con droni, intelligenza artificiale, cybersecurity, propulsione innovativa (ibrida, fuelcell), sensori innovativi per applicazioni aviotrasportate. Il GATB, in linea con la EU Drone Strategy 2.0 lanciata dalla Commissione Europea nel 2022, sarà uno dei principali nodi europei attraverso cui il Distretto pugliese intende accompagnare, favorire e supportare il sistema della ricerca aerospaziale pugliese, italiano ed europeo, sia pubblico che privato, che opera nell’ampio settore dei droni. Il presidente del Distretto tecnologico e aeospaziale Giuseppe Acierno ha dichiarato che “siamo dinanzi a una nuova tappa di un percorso iniziato quasi dieci anni fa, come spesso accade in questo settore in cui si pianifica e progetta per il lungo periodo, che ci porta a progettare e realizzare la prima infrastruttura di ricerca nazionale dedicata al test ed alla sperimentazione di droni”. 

 Oggi alle 12 ha preso avvio al ministero del Lavoro la trattativa sul rinnovo della cassa integrazione straordinaria per un altro anno per 3.000 dipendenti di Acciaierie d’Italia di cui 2.500 a Taranto. La cassa è cominciata a fine marzo del 2022 e scade a fine mese. Prima dell’attuale cassa straordinaria, vi é stata continuativamente da luglio 2019 cassa integrazione ordinaria e cassa integrazione Covid con numeri diversi in base alle esigenze aziendali. La richiesta di proroga della straordinaria é stata inviata dall’azienda a fine febbraio. La convocazione odierna, firmata dal direttore generale Romolo de Camillis, ha visto tutte le parti presenti da remoto. Oltre ai sindacati, convocate anche le Regioni che sono sedi di impianti di Acciaierie d’Italia: Puglia, Liguria, Piemonte e Lombardia.

 

“Noi partiamo dall’anno scorso - dichiara Davide Sperti, segretario Uilm -, ovvero é stata rispettata quella procedura? Per noi no. Un anno fa AdI accompagnò la richiesta di cassa straordinaria con un piano di investimenti ed una produzione di 6 milioni di tonnellate. L’uno e l’altra non ci sono stati. Quest’anno, invece, la cassa con gli stessi numeri viene chiesta per 4 milioni, 2 in meno. Ma così la fabbrica come si mantiene?” “I numeri di cassa sono eccessivi - osserva Biagio Prisciano, segretario Fim Cisl -. E non si può pensare di tenere ancora le persone così, per altri 12 mesi, senza rilancio degli impianti, della produzione, e condizioni di miglior tutela”. “La prima cosa che attendiamo dal ministero del Lavoro è una risposta sulle nostre denunce, sinora inascoltate, e sull’esito delle ispezioni ministeriali compiute in fabbrica - afferma Francesco Brigati, segretario Fiom Cgil -. La cassa del 2022 era stata motivata dall’azienda con gli investimenti e la riorganizzazione, ma questo in larga parte non c’è stato. Siccome l’autorizzazione alla cassa l’ha data il ministero, partiamo da qui, dalle cose che AdI non ha fatto”. Da parte di Acciaierie d’Italia si motiva la proroga del provvedimento di cassa con i nuovi investimenti, il completamento delle prescrizioni ambientali Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e il rifacimento dell’altoforno 5 a Taranto. Oltre agli investimenti e ai vincoli derivanti dal piano ambientale, AdI fa infine presente che nel periodo richiesto per la proroga dell’ammortizzatore sociale, i volumi di produzione di acciaio saranno “pari a circa 4.000.000 di tonnellate”, reputati dall’azienda “non sufficienti a garantire l’equilibrio e la sostenibilità finanziaria degli oneri derivanti dall’attuale struttura di costi”.

 “Il decreto ha stabilito il finanziamento degli azionisti, di Invitalia e poi contenporaneamente di ArcelorMittal. È ora una legge dello Stato e ci ha dato una serenità ed un obiettivo finanziario grandissimo. Avere lo Stato, tramite Invitalia, che investe in modo così forte nell’azienda, direi che il problema del futuro si è un pò risolto”. Lo ha detto oggi a Taranto, a margine dell’inaugurazione dell’Academy, l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, a proposito del decreto sugli impianti strategici, convertito in legge dalla Camera nella scorsa settimana, che autorizza Invitalia, partner di minoranza di AdI, ad intervenire sino ad un miliardo per il rafforzamento della società siderurgica mentre 680 milioni sono già arrivati dalla stessa Invitalia e 70 da ArcelorMittal, azionista di maggioranza di AdI. “Questo sforzo non sarebbe mai, mai arrivato se le istituzioni pubbliche non ci avessero creduto - ha detto Morselli -. È il Parlamento, l’Italia, che ci sostiene, è una cosa immensa”. 

 A una produzione di 6-8 milioni di tonnellate e quindi a una piena occupazione “dovremmo arrivare il più presto possibile comunque quantomeno nell’arco di 2-3 anni”. Lo ha detto la Sottosegretaria al Mimit, Fausta Bergamotto, a margine della presentazione del francobollo ‘Donne Imprenditrici’ rispondendo a una domanda sul problema occupazionale legato all’Ex Ilva.  “C’è un accordo di programma e, al momento, Adi  è nelle condizioni di poter garantire un certo tipo di produzione, una certa quantità che sta nell’ordine dei 4 milioni di tonnellate. Ovviamente la produzione così non garantisce tutta l’occupazione, per cui ci sono delle persone in cassa integrazione che nell’immediato non potranno evidentemente rientrare”, ha spiegato. 

di Ingrid Iaci

 

L\'otto marzo, spesso erroneamente celebrato come un giorno di festa, deve essere invece considerato un giorno di riflessione in cui fare il punto della situazione. 

Con questo spirito la Consigliera di Parità della Provincia di Taranto, l\'avvocato Gina Lupo, ha inteso affrontare questa giornata, cercando di fare il punto della condizione femminile non solo a livello locale ma anche globale.

\"La parità non si può dire raggiunta solo perché finalmente a Palazzo Chigi si è insediata una donna, e neanche perché è donna il capo del principale partito di opposizione\" - dice la Consigliera di Parità - \"perché a dire il vero c\'è ancora una grande diffidenza nei confronti del genere femminile e persiste ancora un significativo divario uomo/donna in termini di occupazione e retribuzione.\"

Infatti, nonostante tutti gli interventi di legge, permane la differenza salariale e tantissime  sono le donne che oltre ad occuparsi della cura della famiglie e dei figli, soprattutto al Sud, svolgono lavori a nero.

Molte lavoratrici sono state penalizzate dalla pandemia ed hanno perduto il lavoro senza essere state più assunte.

C\'è comunque una buona notizia: in controtendenza al dato nazionale (nel 2022 si contano 6mila imprese femminili

in meno rispetto al 2021) l\'imprenditoria rosa di Puglia fa segnare una variazione positiva  di  +319  imprese  nel confronto fra i due anni, seguita dalla Lombardia (277), dalla Sardegna(272), dal Trentino Alto Adige  (156)   dalla Valle  d\'Aosta (18). Per tutte le altre regioni italiane i dati portano il segno negativo. 

\"Questo dato dimostra ancora una volta l\'immenso coraggio delle donne pugliesi, donne forti alle quali va il mio abbraccio e il mio augurio nella speranza che siano da esempio per tutte quelle che ancora faticano ad andare avanti e dimostrare il loro valore. 

In questa giornata però, sento il dovere di rivolgere il mio pensiero alle donne ucraine, alle donne iraniane, alle donne turche e a quelle afgane e alle donne che hanno perso la propria vita o quella dei loro figli nella tragedia di Cutro. A tutte loro esprimo il mio rammarico e la mia vicinanza al loro dolore.\"

Dopo un’attesa di diversi mesi, partono ad aprile i corsi di riqualificazione professionale per i dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria che sono in cassa integrazione a zero ore. A Taranto sono 1.524, secondo dati aggiornati al 30 settembre scorso di Ilva in as, e salgono a 1.808 includendovi tutti gli altri siti del gruppo. La partenza dei corsi è stata annunciata oggi pomeriggio ai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb dall’assessore regionale al Lavoro e alla formazione, Sebastiano Leo, e dal capo della task force Lavoro della Regione, Leo Caroli.

  E\' stato approvato il progetto pilota formativo - secondo quanto è emerso nell’incontro odierno - e risultano programmati 120 progetti per circa 1200 profili. L’indennità di frequenza sarà pari a 6 euro ad ora e sarà possibile effettuare l’iscrizione esclusivamente attraverso l’utilizzo dello Spid mediante una piattaforma che sarà disponibile al termine della fase di divulgazione dei progetti da parte degli enti formativi certificati. Le 210 ore pro-capite saranno spalmate su 3 moduli da 70 ore ciascuno.

 

Per quanto riguarda il pagamento dell’indennità, su richiesta di Fim, Fiom e Uilm “si è convenuto che l’erogazione della indennità venga riconosciuta direttamente dall’ente formativo, al fine di evitare disguidi o ritardi come già accaduto in passato” Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto che il prossimo bando preveda nei cataloghi formativi anche i profili relativi alla transizione ecologica in Acciaierie d’Italia. Sulla questione lavori di pubblica utilità, la Regione ha comunicato che l’emendamento parlamentare presentato non è andato a buon fine e quindi “la regionale non può derogare quella nazionale”.

    Il sindacato Usb dichiara che “i corsi dovranno essere conclusi entro luglio” e non riguarderanno solo i cassintegrati di Ilva in amministrazione straordinaria, “ma anche, probabilmente, i cassintegrati Cemitaly, ex Cementir, e quelli di altre realtà in crisi o in fase di riorganizzazione”. Circa i lavori di pubblica utilità, “che al momento sono preclusi ai cassintegrati a causa di una limitazione prevista in una legge nazionale, ancora una volta - dichiara Usb - auspichiamo un’attività bipartisan in questa direzione da parte dei parlamentari. A tal fine chiediamo al presidente della task force, Caroli, di convocare deputati e senatori”. 

Si sono concluse le operazioni di spoglio per l’elezione delle nuove rappresentanze sindacali unitarie nello stabilimento Acciaierie d’Italia, ex Ilva, di Taranto. La Uilm ha confermato il ruolo di primo sindacato, seguita dalla Fim Cisl, quindi da Usb e Fiom Cgil, ultimo l’Ugl. Su una platea elettorale di circa 8.100 dipendenti del sito di Taranto, ha votato circa il 70% della forza lavoro. Erano ammessi a votare iscritti e non.

   Il nuovo consiglio di fabbrica è composto da 23 rsu Uilm, 16 della Fim Cisl, 12 dell’Usb, 11 della Fiom Cgil e uno di Ugl. Per Rocco Palombella, segretario generale Uilm, “cambia il nome dell’ex Ilva, ieri ArcelorMittal oggi Acciaierie d’Italia, ma la Uilm rimane sempre il primo sindacato, nonostante le tante difficoltà e circa 2.500 lavoratori in cassa integrazione”.

   “Grazie a 2.577 voti totali, pari al 39% tra gli operai e 34,5% tra gli impiegati, la Uilm si è confermata la prima organizzazione - ha commentato Palombella - ringraziamo i lavoratori che ci danno fiducia da trenta anni, considerandoci il loro punto di riferimento”.

   “Abbiamo di fronte tanti problemi, a partire dal rinnovo della cassa integrazione per 2.500 lavoratori a Taranto per almeno un altro anno - ha concluso - noi la riteniamo inaccettabile e la rispediremo al mittente come abbiamo fatto lo scorso anno”. 

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