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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1912)

A settembre il porto di Taranto ha registrato il peggior dato di traffico del 2022 con un calo del 40,1 per cento rispetto allo stesso mese del 2021. Eccetto aprile, quando sul 2021 c’è stato un episodico 51,8 per cento di aumento, tutti gli altri mesi dell’anno portano il segno negativo. Che è prevalentemente a due cifre, tra oltre il 20 e oltre il 30 per cento di diminuizione, eccetto maggio quando il calo del traffico è stato contenuto nell’8,2. Marzo è poi stato l’altro mese dove il calo, rispetto gli altri mesi del 2022, è stato minore: 11,9. A settembre, come in tutti gli altri mesi dell’anno, ha pesantemente influito sull’attività del porto la situazione di difficoltà in cui sono i grandi complessi industriali dell’area, tra i maggiori fruitori dello scalo, a partire da Acciaierie d’Italia, ex Ilva. È pari al 45,7 per cento il calo delle rinfuse con -66 per le liquide e -39 per le solide. Giù del 13,9 per cento il totale merci varie. In rialzo i teu relativamente ai container, con 117 per cento di incremento, ma la cifra assoluta dello scorso mese è comunque modesta. L’aumento percentuale dei teu è dovuto al fatto che a settembre 2021 erano stati toccati valori molto bassi. 

 

Nel complesso, gli sbarchi di settembre scorso sono stati inferiori del 45,8 per cento rispetto ad un anno fa e gli imbarchi del 30,7. Il movimento delle navi è calato del 4,3 per cento, 156 il mese scorso contro le 163 di settembre 2021. Sul traffico merci, già i dati di agosto 2022 confrontati su agosto 2021, hanno archiviato un trimestre estivo, giugno-luglio-agosto, alquanto pesante con un calo complessivo a due cifre. È stata infatti del 34,5 per cento la diminuizione ad agosto, del 27 a luglio, del 23,4 a giugno. E anche nei primi tre mesi del 2022, il calo è stato nell’ordine di due cifre percentuali. Ed è probabilmente l’exploit temporaneo di aprile (+51,8) che attenua la negatività della classifica semestrale del 2022 con -9,5 per cento sul 2021. Ad agosto scorso, paragonato sullo stesso mese del 2021, si registrano -62,1 per cento di merci in container, -49,3 di rinfuse solide (le materie prime per l’ex Ilva), -13 di rinfuse liquide e 407 teu in meno, l’unità di misura dei container. Giù, inoltre, del 40,2 per cento gli sbarchi e del 25,1 gli imbarchi.

Manager, tecnici e ingegneri di Acciaierie d’Italia e di altre aziende siderurgiche partecipano da oggi a Taranto alla venticinquesima edizione di Steelmaster. Durerà sino al 28 ottobre ed è un corso di alta formazione dedicato al mondo dell'acciaio, dagli aspetti industriali a quelli tecnologici, organizzato da Rina. Al centro, i temi della transizione. Tra i partner ci sono anche la Commissione Europea e Confindustria Brescia dove Steelmaster si sposterà dal 21 al 25 novembre. In quest’ultima sede è previsto anche un intervento del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, mentre domani interverrà a Steelmaster l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli.

 

“Obiettivo del corso è fornire ai partecipanti gli strumenti e le metodologie per delineare un quadro completo della siderurgia a livello nazionale, europeo e mondiale” si spiega, evidenziando che “documenti ufficiali della Commissione Europea citano lo Steelmaster come “unico” esempio nel panorama europeo della formazione in siderurgia”. Si fa inoltre presente che “l’iniziativa assume un particolare rilievo in un contesto in cui l'ecosistema siderurgico è di fronte alla sfida di una transizione digitale ed ambientale” e “l'economia circolare, modello economico al quale l’acciaio è sempre stato totalmente coerente, rappresenta un'importante evoluzione del modello di economia lineare”. “L'edizione 2022 - si afferma - prevede l'approfondimento di temi quali cicli e tecnologie di produzione, struttura dell'industria siderurgica, mercato dell'acciaio, ricerca e innovazione, applicazione dei prodotti, sicurezza sul lavoro, aspetti ambientali, analisi di bilancio, logistica e altri aspetti organizzativi e gestionali”.

    Per l’ex Ilva partecipano agli incontri ingegneri neoassunti, capi reparto e tecnici di Taranto e degli stabilimenti di Genova e Novi Ligure. “La formazione è ormai una delle attività centrali dell’azienda, insieme a quelle produttive. Continuiamo a investire nella crescita delle risorse umane per essere sempre meglio preparati alla fase di evoluzione che il nostro settore, come tutta l’industria, sta attraversando. Per noi le competenze interne sono essenziali e per questo stiamo intensificando la collaborazione con iniziative di formazione del livello di Steelmaster”. Lo dichiarato Arturo Ferrucci, direttore Risorse Umane di Acciaierie d’Italia. (foto di repertorio) 

“L’assenza di risposte da parte dei governi che si sono avvicendati in questi anni ha creato una situazione ormai insostenibile”. Lo dicono nel documento congiunto, dopo l’assemblea a Taranto, le sigle metalmeccaniche, edili, dei trasporti e dei servizi di Cgil, Cisl e Uil, a proposito dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia. “Tale situazione di criticità - rilevano - ha coinvolto tutti i lavoratori, in particolar modo i lavoratori dell’appalto e dell’indotto, che continuano a subire ritardi sul pagamento degli stipendi e l’avvio di numerose procedure di cassa integrazione per cessazione di attività di molte aziende del territorio”.

    “Per tali ragioni - si afferma - le organizzazioni sindacali lanciano l’ennesimo grido d’allarme, anche al futuro governo, promuovendo un’iniziativa per il prossimo 4 novembre che vedrà il coinvolgimento dei parlamentari ionici”. Per i sindacati di tutte le categorie che ruotano attorno al polo siderurgico, “l’obiettivo di tale iniziativa è quella di affrontare nel merito una vertenza che non può subire ulteriori rinvii su problematiche che riguardano l’occupazione, l’ambiente e il futuro industriale di Taranto e dell’intero Mezzogiorno”. “A valle dell’iniziativa pubblica e in assenza di risposte e rapidi sviluppi - si dichiara - siamo pronti a mobilitarci fino al raggiungimento di soluzioni concrete e risolutive“.

“Evitiamo che si arrivi a scontri istituzionali e si lavori per rendere un parcheggio dignitoso ai propri dipendenti. L’azienda si assuma le proprie responsabilità e funga da soggetto sociale provando a dare risposte ai propri dipendenti e prendendo impegni concreti nei confronti di coloro che ogni giorno garantiscono la produzione all’intento dello stabilimento”. Lo dicono i sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm dopo l’incontro presieduto dal prefetto di Taranto, Demetrio Martino, sul problema dei parcheggi all’esterno dell’ex Ilva di Taranto, divenuti ormai teatro di furti, danneggiamenti vandalici e incendi di auto di dipendenti della fabbrica.     L’ultimo episodio qualche giorno fa con tre auto di lavoratori date alle fiamme, un incendio di natura dolosa. Al vertice convocato dal prefetto su istanza dei sindacati, l’azienda ex Ilva non si è presentata. “Purtroppo, ancora una volta, registriamo un atteggiamento inaccettabile da parte dei vertici di Acciaierie d’Italia che, anche oggi, hanno preferito non partecipare al tavolo istituzionale, convocato dal prefetto, nonostante le tante problematiche  che riguardano i parcheggi dell’ex Ilva utilizzati dai lavoratori diretti e dell'appalto” evidenziano Fim, Fiom e Uilm, dichiarando che lo stesso prefetto Demetrio Martino adesso proverà a “trovare una soluzione tecnica al fine di raggiungere un giusto equilibrio  rispetto alle problematiche”.

    Anche il sindacato Usb ha contestato l’assenza dell’ex Ilva al vertice. Usb afferma che nella riunione il consorzio per l’area industriale di Taranto (Asi) ha comunicato che “l’acciaieria ha negato la possibilità di accendere le luci in quella zona, rendendo ovviamente l’ambiente poco sicuro perché non illuminato”.

 

 Due progetti per lo sviluppo di idrogeno verde da parte di Enel Green Power ed Eni sono tra i beneficiari italiani del supporto pubblico autorizzato dalla Commissione europea nell’ambito di IPCEI Hy2Use, il progetto comune di interesse europeo elaborato e notificato congiuntamente da tredici Stati Membri, che erogheranno complessivamente fino a 5,2 miliardi di euro per sostenere la ricerca e l'innovazione, la prima applicazione industriale e la costruzione delle relative infrastrutture nella catena del valore dell'idrogeno. Intestatario della notifica di finanziamento è South Italy Green Hydrogen, la joint venture creata dalle due società per portare avanti lo sviluppo dei progetti.

    Gli impianti saranno realizzati uno all’interno della bioraffineria di Gela, dove sarà installato un elettrolizzatore da 20 MW, e l’altro nelle vicinanze della raffineria di Taranto, dove sarà installato un elettrolizzatore da 10 MW, entrambi con tecnologia PEM. L’idrogeno verde, prodotto utilizzando esclusivamente energia rinnovabile, è stato individuato dalle due aziende come soluzione idonea per contribuire al processo di decarbonizzazione dei due stabilimenti. 

 

“Siamo orgogliosi dell’inserimento di questi progetti tra quelli selezionati dall’Unione Europea nell’ambito del prestigioso IPCEI Hy2Use“, dichiara Salvatore Bernabei, Ceo di Enel Green Power. “Le due iniziative in collaborazione con Eni costituiscono un passo importante per la realizzazione di impianti di elettrolisi utility scale, consentendo di testare ed accelerare lo sviluppo di tutta la filiera per la produzione di idrogeno verde in Europa”.

     “Affrontare in modo efficace la transizione energetica nel quadro di sistemi economici e industriali diversificati e complessi significa utilizzare tutte le tecnologie a disposizione in grado di decarbonizzare i molteplici ambiti emissivi”, commenta Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution di Eni. “L’idrogeno è una delle strade che Eni sta percorrendo e siamo lieti che questi progetti con Enel siano stati selezionati dall’Unione Europea nell’ambito dell’importante progetto comunitario IPCEI Hy2Use”.

La realizzazione dei progetti potrà essere oggetto di successivi accordi che verranno definiti nel rispetto della normativa applicabile, ivi inclusa quella in materia di operazioni tra parti correlate.

    Nel segmento dell'idrogeno verde, il Gruppo Enel sta sviluppando progetti anche in Spagna, Cile e Stati Uniti.

Eni, principale produttore e consumatore di idrogeno in Italia, ha inoltre inaugurato a giugno 2022 la stazione di servizio idrogeno di Mestre e sta studiando ulteriori iniziative in Italia e all’estero per la decarbonizzazione delle industrie hard to abate e della mobilità pesante. L’obiettivo è di arrivare a produrre 4 MTPA di idrogeno low carbon e rinnovabile al 2050.

“Sono già pervenute una serie di richieste e lo sportello unico digitale è operativo dal 19 scorso. Le richieste sono di varia natura: ci sono interventi in materia di logistica, cantieristica navale, digitalizzazione”. Lo afferma Floriana Gallucci, commissario per la Zona economica speciale (Zes) Ionica che fa leva sul porto di Taranto, riassume gli investitori che si sono fatto avanti per l’area che offre una serie di facilitazioni.

   “A latere di questa attività - ha proseguito - moltissimi investitori ci stanno chiamando per attività di supporto ed affiancamento perchè lo sportello è una realtà”. Dopo le domande, ha detto il commissario della Zes che abbraccia due regioni, Puglia e Basilicata, “l’iter è un’autorizzazione semplificata. Stiamo attivando le competenze che ci attribuisce la legge, quindi pareri velocissimi, silenzio assenso nella misura in cui gli enti locali o gli enti preposti non porteranno avanti le iniziative, e il mio motto è fattore tempo”. 

   Sulle domande degli investitori, “le istruttorie - ha spiegato il commissario Gallucci - sono fatte dalla struttura di supporto. Le attività sono in corso. L’ambizione è cambiare paradigma di sviluppo per il Sud, non più fanalino di coda del Nord, in perenne contrasto col Nord, ma baricentro di competitività e cooperazione”. “In termini di investimenti per la Zes Ionica sono parecchi milioni do euro, a noi adesso interessa valutare il piano industriale, l’investimento, quindi, ma con un grandissimo indice rispetto al valore occupazionale”.

 

Quanto alla riperimetrazione della Zes, cioè sul ridisegno dei suoi confini territoriali, Gallucci ha detto che “il tema dell’aggiornamento della perimetrazione è un tema caldo per tutti i commissari delle Zes, stiamo aspettando il Dpcm attuativo, ma é un procedimento che sarà fatto sicuramente ascoltando i territori e le Regioni”. La Zes Ionica si estende per complessivi 2.579,41 ettari di cui 1.518,41 in Puglia e il resto in Basilicata. Sergio Prete, presidente dell’Autorità portuale del Mar Ionio, porto di Taranto, a margine di Port Days, ha confermato che sulla Zes Ionica non ci sono solo manifestazioni di interesse “ma già proprio domande.  La Zes riscuotendo successo ed è uno strumento utile per incrementare la presenza imprenditoriale che abbia come riferimento il porto di Taranto”. Per l’Eco Industrial Park, “stiamo aspettando l’ultimo documento per chiudere la procedura interna. È un investimento importante che intercetta anche il finanziamento del Pnrr e con capitali privati prevede anche la realizzazione di una piattaforma logistica-imprenditoriale green innovativa”.

  L’Eco Industrial Park, previsto nell’area (75 ettari) ex Distripark, è un progetto da 212,462 milioni di euro, di cui 184,750 milioni per la costruzione e 14,780 milioni per la progettazione. Sarà un project financing, cioè risorse dell’Authority e degli investitori. Nel dettaglio, l’hub logistico opererà per il 45 per cento nella lavorazione e trasformazione dei prodotti agroalimentari, per il 30 nella logistica del freddo e per il restante 25 nei servizi di logistica collegati al porto. L’area della logistica avrà capannoni prefabbricati modulari e piazzali. Previsti 110 magazzini per un’estensione di 137.500 metri quadrati. Ci sono 50 milioni di euro del Pnrr  per realizzare l’infrastrutturazione primaria e l’accessibilità stradale e ferroviaria. Infine, tutta l’infrastruttura genererà, fornirà e consumerà energia autoprodotta da fonti rinnovabili. 

A lanciare l’allarme i Presidenti di Confindustria Taranto, Salvatore Toma, e di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande, i quali si rivolgono sia al Governo uscente sia alle forze che potenzialmente dovrebbero, a breve, andare a comporre il prossimo Esecutivo

 

 

Ha assunto oramai i contorni dell’emergenza conclamata la crisi energetica che sta investendo interi settori produttivi, in maniera trasversale, da nord a sud, sia che si tratti di piccole sia che riguardi le realtà grandi e consolidate: in assenza di interventi, si rischia la paralisi.

Ed è questo l’allarme che a Taranto viene rilanciato, con forza, dai Presidenti di Confindustria Taranto, Salvatore Toma, e di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande.

Da un lato l’industria, dall’altro il commercio. “Nient’altro che due facce della stessa medaglia – commentano i vertici delle associazioni territoriali tarantine – che oggi si trovano ad affrontare lo stesso, incombente problema: realtà produttive in ginocchio a causa degli abnormi costi dell’energia, aziende ed esercizi commerciali costretti in molti casi a chiudere definitivamente perché le bollette arrivano quintuplicate. Dove non c’è la chiusura – aggiungono -  esiste un concreto rischio, per queste realtà produttive, di arrivare ad un punto di non ritorno perché i rating bancari inevitabilmente ne risentono, innescando una spirale di criticità”.

I presidenti Toma e Giangrande, in considerazione dell’enorme portata del problema e soprattutto della sua impellenza, si rivolgono sia al Governo uscente sia alle forze che potenzialmente dovrebbero, a breve, andare a comporre il prossimo Esecutivo.  Parlando di “sicurezza nazionale”, le stesse parole più volte rilanciate attraverso i media dal Presidente di Confindustria Bonomi, richiedono in primis interventi mirati per imprese ed esercizi commerciali, affinché riescano a fronteggiare le emergenze in vista di una risoluzione anche parziale del problema.

Dal tetto imposto al prezzo del gas, non solo quello importato dalla Russia, ad una divisione fra il costo dell’elettricità e quello del gas; e ancora, una dilazione dei pagamenti per le bollette più esose, che riguardano le realtà più grandi. Queste le prime richieste che arrivano dai vertici delle due associazioni e che potrebbero essere applicate in tutto il Paese.

“L’alternativa più immediata, in attesa di una risposta europea, è quella adottata dalla Germania – aggiungono – che con la manovra da 200 miliardi annunciata la scorsa settimana ha mobilitato oltre l'8% del Pil per sostenere famiglie e imprese. L’appello è a far presto perché oggi c’è una bomba sociale pronta ad esplodere: se gli interventi dovessero essere tardivi, le risorse da mettere in campo diventeranno ancora più ingenti perché molte realtà avranno superato la soglia di sopravvivenza. Occorre intervenire subito”.

 

 

 

 

Nel 2021 il valore economico direttamente generato dallo stabilimento siderurgico di Taranto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, è stato pari a 3,387 miliardi contro 1,618 miliardi del 2020. Quello distribuito a dipendenti, fornitori, finanziatori e pubblica amministrazione è stato pari a 3,443 miliardi. Tra stipendi e benefit ai dipendenti, spesi 349,556 milioni. Lo rivela il primo bilancio di sostenibilità di Acciaierie d’Italia approvato dal cda. È dell’anno in corso ma su dati del 2021.

   È uno strumento che torna dopo quelli degli anni passati riferiti alla vecchia proprietà e gestione del gruppo Riva, poi uscito di scena a seguito del commissariamento statale dell’azienda avvenuto a giugno 2013. Nel documento vengono fotografati gli anni dal 2011 al 2019 ma il focus è concentrato su 2019, 2020 e 2021.

   Sul piano economico, il bilancio di sostenibilità dice che “lo stabilimento AdI di Taranto rappresenta il cluster a maggiore impatto” e che nel 2021 su un totale ordinato di 3.915 milioni di euro, l’85 per cento ha riguardato Taranto con 3.319 milioni. Dove la distribuzione degli ordini ha riguardato 2.070 milioni i materiali, 721 milioni prestazioni e servizi, 528 milioni energy & utilities. Rispetto a ordini a Taranto per 2.204 milioni nel 2019 e per 1.900 milioni nel 2020, gli oltre 3mila milioni dello scorso anno evidenziano la ripresa post pandemia quando ancora la guerra non era scoppiata. E ancora, si legge nel report, l’anno scorso, su un totale di 2.100 fornitori di cui l’ex Ilva si è avvalsa, circa 320  avevano sede in Puglia, pari al 15,2 per cento del totale dei fornitori, 221 dei quali nella  provincia di Taranto, pari al 70 per cento dei fornitori pugliesi.

   Circa gli infortuni totali in stabilimento, sono stati 100 nel 2021, 89 l’anno prima, 173 nel 2019. Nessun incidente mortale o grave nel 2021, annota il rapporto, evidenziando che 127.972 ore sono state dedicate alla  formazione del personale di cui 21.824 a formazione e sicurezza e 76.330 a riunioni sicurezza. 

 

Un corposo capitolo del bilancio di sostenibilità è dedicato all’ambiente. Gli investimenti in corso e previsti ammontano a 1,77 miliardi, si legge nel report. A proposito delle emissioni dello stabilimento che, col ciclo integrale e l’area a caldo, ha una produzione impattante, il rapporto sostiene che rispetto al 2011, anno di rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale, la media del triennio di rendicontazione (dal 2019 al 2021) vede “una netta riduzione dei valori emissivi” relativamente agli inquinanti rappresentati da polveri, benzoapirene, diossine, PM 10 e PM 2,5.

   Inoltre sull’ambiente il rapporto di sostenibilità evidenzia che nel 2021 l’ex Ilva ha recuperato a Taranto 279.209 tonnellate di materiali ferrosi, cui si sommano 424.685 tonnellate di rottami riciclati. Con questo materiale é stato prodotto il 17,6 per cento dell’acciaio, valore calcolato sulle tonnellate di bramme nette e in aumento rispetto al 2020 quando la percentuale è stata del 16,6. Sui rifiuti, invece, il rapporto evidenzia che la produzione del 2021 è stata pari a 1,767 milioni di tonnellate, di cui 1,751 milioni non pericolosi e 15.869 pericolosi. La fabbrica è provvista di due discariche. Poco più di un milione di tonnellate è andato al recupero interno, 258.596 tonnellate al recupero esterno, 361.424 tonnellate allo smaltimento interno e 104.406 a quello esterno. 

 

Ricco il calendario di appuntamenti nell’ambito del

Taranto PORT Days in corso al Porto di Taranto 

 


Un momento di confronto a più voci per parlare del Porto di Taranto, del suo ruolo nello scenario internazionale, delle sue prospettive e del rapporto con la città: nell’ambito di Taranto Port Days 2022, si terrà venerdì, 7 ottobre prossimo, il convegno su 
“La centralità dei Porti europei nel processo di rilancio dei traffici internazionali”.

 

Il talk, organizzato da Confindustria Taranto, prevede i saluti del Presidente Salvatore Toma; a seguire, gli interventi del Sindaco e Presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci; di Barbara Beltrame Giacomello, vice presidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione; di Sergio Prete, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Jonio e di Floriana Gallucci, Commissario Straordinario della Zes Jonica.

 

Modererà i lavori Roberta Morleo, responsabile ufficio stampa di Confindustria Taranto.

L’appuntamento è alle ore 12, Calata 1 del Porto di Taranto.

 

 

 

E’ previsto per sabato 8 Ottobre, sempre nell’ambito delle attività di Taranto Port Days 2022, l’incontro tematico organizzato in sinergia da Raccomar, Optima Confcommercio e Raccomar Giovani Puglia, “Un porto eccezionale - Storytelling dei  protagonisti del Porto di Taranto”.

 

L’idea è quella di narrare e far conoscere attraverso la tecnica dello storytelling il mondo del Porto ed i protagonisti che  lo abitano.

A raccontarne il porto  Giuseppe  Melucci, presidente di Raccomar Taranto, che  parlerà della sua esperienza di pianificazione nel  settore portuale, logistico e del trasporto ferroviario cargo.

Marco Caffio, presidente di Optima Confcommercio, che racconterà cosa  ha significato  nel Porto di Taranto l’esperienza degli impianti eolici e dell’off-shore.

Luigi Guida, in rappresentanza di Assarmatori, che ci trasferirà nel mondo dell’Heavy Lifting con tante esperienze eccezionali.

Non mancherà l’apporto delle nuove leve: Luca Piliego, vicepresidente  Raccomar Giovani Puglia, che spiegherà come un giovane può prepararsi a svolgere la professione di raccomandatario marittimo. Concluderà il segretario generale dell’AsDP, Roberto Settembrini, uomo di marketing, che comunicherà la sua visione di Porto.

 

Saranno loro con le loro storie e i loro racconti a comunicare il valore della ‘risorsa Porto’; saranno loro ad esprimere una specifica visione del mondo e del mercato di riferimento; saranno loro che coinvolgeranno il pubblico grazie al proprio talento e alla loro esperienza; saranno loro che ci racconteranno come è possibile superare le difficoltà e ottenere benefici attraverso un lavoro che vede nella risorsa mare-porto la vera ricchezza.

- “Chiaramente l’emergenza gas riduce un pò la capacità produttiva perchè la quantità di gas va diminuendo, ma l’azienda la vedo molto forte e credo che abbia gli strumenti per passare attraverso questo percorso stretto che ha difronte non solo l’acciaieria ma tutte le altre imprese d’Italia”. Lo ha detto oggi a Taranto l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, Lucia Morselli, a margine della firma dell’accordo col Politecnico di Bari sui temi della transizione e della produzione sostenibile.

   “I prossimi due anni saranno un pò complicati - ha affermato Morselli- ma ci sentiamo i più forti”. L’emergenza gas, ha aggiunto, “ha rallentato un pò l’aumento della produzione, ovviamente, perchè il gas che ha un prezzo che non posso definire, se non quasi inaccessibile. E quindi abbiamo dovuto ridisegnare il processo produttivo”. 

 

Per l'ad, “l’obiettivo è ovviamente di continuare a produrre, di esserci in salute. Nessun investimento è stato fermato. Tutti gli investimenti sono stati confermati. Sul piano ambientale siamo leggermente in anticipo. Quindi gli assi portanti dell’acciaieria sono stati tutti confermati. Ovviamente, l’emergenza gas, con la penuria di gas, i prezzi, porterà a qualche cambiamento ma nulla che possa compromettere il futuro dello stabilimento. Anzi, probabilmente - ha detto ancora Morselli - ne usciremo più forti. Noi ne usciremo. Spero tutti. Ma probabilmente non tutti saranno capaci di affrontare queste sfide con la nostra forza e le nostre coperture”.

   Morselli, in riferimento al dl Aiuti bis che prevede un miliardo, affidato a Invitalia, partner pubblico del privato Mittal in Acciaierie d’Italia, ha dichiarato che “il nuovo Governo arriverà. Noi rispettiamo tutti i Governi. Il Governo ce l’abbiamo. Aspettiamo il prossimo ma continuiamo a lavorare intensamente con quello in carica. Abbiamo lavorato con tutti i Governi, allo stesso modo e con la stessa profittabilità. E con lo stesso rapporto di altissima collaborazione”.

   Infine, sull’indotto che ruota attorno all’ex Ilva, Morselli ha affermato che “l’acciaieria rimane a lavorare, continua la sua attività produttiva nonostante queste sfide planetarie, e per loro signififa avere commesse, un futuro. Che è quello che vogliamo garantire all’acciaieria che alle aziende del territorio che lavorano per noi, che sono parte essenziale. Il valore che produciamo per l’acciaieria verrà condiviso sempre con l’indotto. Che non è un’entità separata”. “Acciaierie d’Italia e il Politecnico di Bari hanno sottoscritto un accordo  di partnership - si legge in una nota - per il counseling tecnologico e l’innovazione sostenibile dei processi produttivi. L’accordo è stato siglato presso lo stabilimento di Taranto dal Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino e dall’Amministratore Delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, con la Ministra dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, in collegamento video e l’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci, che ha testimoniato la rilevanza del progetto per la Regione.

 

L’intesa configura una relazione di lungo periodo nella quale l’Ateneo, tramite professori e ricercatori, supporterà le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione per il settore siderurgico condotte dall’Azienda. L’obiettivo congiunto è di contribuire ulteriormente alla crescita del contesto economico e produttivo regionale e stimolare una sempre maggiore attenzione ai temi della sostenibilità nella manifattura.  

 

Acciaierie d’Italia ha creato all’interno dello stabilimento di Taranto un proprio Centro di Ricerca e Sviluppo per supportare l’innovazione e il miglioramento dei processi produttivi e dei prodotti. L’accordo con il Politecnico di Bari si inquadra nell’ampliamento della rete di collaborazioni del Centro, che opera in piena autonomia scientifica.

 

Le due realtà sono peraltro già fortemente sinergiche sotto il profilo della formazione professionale: 150 ingegneri sui circa 200 attualmente impiegati nell’acciaieria tarantina si sono laureati presso l’Ateneo barese. Un dato destinato a crescere grazie alle selezioni in corso per l’assunzione di ulteriori figure specializzate.

 

Vogliamo sviluppare una crescente sostenibilità della produzione siderurgica, portando avanti la transizione ecologica ed energetica anche attraverso l’accordo firmato oggi. Il Politecnico di

Bari è un centro di eccellenza e guida tecnico-scientifica regionale e questa partnership avrà un impatto importante sia su di noi, sia sul sistema universitario, sia quindi sul territorio”, ha dichiarato Lucia Morselli, Amministratore Delegato di Acciaierie d’Italia.

 

“Il futuro di Taranto, che noi abbiamo molto a cuore, è legato a quello della sua acciaieria – ha commentato il Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino – per cui ci fa molto piacere una collaborazione sui temi-chiave della sostenibilità. Il Politecnico – ha aggiunto il Rettore – è presente a Taranto fin dalla sua istituzione e oggi vuole sostenere, attraverso la ricerca e il trasferimento tecnologico, nuovi modelli di produzione che rimettano insieme le esigenze dell’industria con quelle del lavoro, della salute e dell’ambiente. Siamo convinti di poter costruire un ecosistema dell’innovazione – ha concluso Cupertino – che coinvolga università, grandi e piccole imprese, startup innovative, istituzioni e associazioni di categoria, per fare di questo territorio un laboratorio di sperimentazione di livello europeo”.

 

“Emanciparsi energeticamente dai combustibili fossili e puntare sulle energie rinnovabili - ha dichiarato l’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci - è la sfida su cui la Regione Puglia ha scommesso qualche anno fa e che oggi diventa centrale. Questo vale in maniera particolare per la città di Taranto che abbiamo candidato nel progetto bandiera nel PNRR a città dell’idrogeno. In questo contesto, i progetti di ricerca, la produzione di idee innovative diventano centrali e questa partnership tra Acciaierie d’Italia e Politecnico di Bari non potrà che soddisfare questa esigenza e velocizzare il processo di transizione energetica della nostra Regione”.

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