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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1912)

Il tema posto in evidenza in queste settimane sul crollo vorticoso del prezzo dell’uva da tavola, portato alla ribalta anche da un recente servizio televisivo sulla testata giornalistica nazionale del TG2 (edizione di martedì 5 novembre) non ci vede assolutamente disattenti rispetto alle difficoltà del comparto che più di altri vive sulla pelle di produttori e aziende agricole il particolare periodo congiunturale in cui i consumi delle famiglie si sono ridotti all’essenziale. E’ quanto dichiara l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, commentando le dichiarazioni stampa rese da alcuni agricoltori della provincia di Taranto. Stiamo cercando possibili soluzioni, ma è opportuno anche specificare che questo fenomeno è strettamente connesso ad un combinato disposto di fattori negativi: dai bassi consumi di uva, agli effetti delle varie calamità naturali che danneggiano il prodotto, fino all’eccedenza di prodotto proveniente da altri Paesi Europei (Grecia, Turchia, Spagna) ed extra UE – dice l’Assessore Nardoni – su cui solo in parte possiamo intervenire, così come abbiamo fatto, promuovendo la filiera corta o l’acquisizione del Marchio Prodotti di Qualità Puglia che di fatto garantisce alla nostra uva un plusvalore in termini di certezze e garanzie per il consumatore. Un sistema, quello della qualità, che la Regione Puglia incentiva anche a livello di programmi di intervento finanziario creando corsie preferenziali per i produttori che decidono di investire proprio sul riconoscimento di disciplinari che garantiscono provenienza e qualità. Ma il grido d’allarme lanciato dagli agricoltori sui rischi dell’impresa agricola e sulla volatilità del mercato hanno già trovato riconoscimento nell’impegno dell’assessorato regionale. Ci siamo mossi prontamente per risolvere in una prima fase emergenziale legata all’ampliamento della capacità di stoccaggio dei mostri negli stabilimenti già autorizzati per la trasformazione dell’uva da tavola in succhi – dice Nardoni – e successivamente chiedendo al Ministero una deroga rispetto al periodo per la dichiarazione di inizio attività per nuove cantine (oltre le 13 già operanti sul territorio regionale) in grado di svolgere questo compito. Ma ho anche chiesto nel recente Comitato Vitivinicolo che il mondo della ricerca sia in grado di fornire soluzioni possibili per intervenire nei momenti di particolare criticità del comparto attraverso una diversa utilizzazione alimentare dell’uva che ciclicamente subisce sbalzi di prezzo difficili da ammortizzare. La nota dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia termina con una comunicazione che riguarda tutto il sistema produttivo pugliese. E’ in itinere la convocazione di un tavolo di confronto con le associazioni di categoria, le OP e gli organismi della grande distribuzione – afferma l’Assessore pugliese – Con loro speriamo di trovare possibili punti di convergenza verso azioni condivise che salvaguardino il settore ma anche il consumatore.
«In occasione del convegno organizzato dall’arcidiocesi di Taranto in collaborazione con Lumsa, università degli studi e politecnico di Bari, sul tema: ‘Ambiente, salute, lavoro: un cammino possibile per il bene comune’, il sommo pontefice Francesco rivolge il suo beneaugurante pensiero, esprimendo cordiale vicinanza alla cara popolazione ed assicurando la sua preghiera affinché si giunga alla pronta soluzione della complessa situazione attuale. Sua Santità auspica che la proficua riflessione, accompagnata da scelte concrete verso stili di vita sostenibili sul piano umano ed ecologico e da un sistema economico che promuova la piena realizzazione della persona, giunga al pieno riconoscimento dei diritti di ciascuno al lavoro, alla salute e alla pacifica convivenza. Con tali voti, il Santo Padre, mentre affida attese e propositi alla materna protezione della Vergine Maria, imparte con affetto a vostra Eccellenza, alle autorità presenti, ai promotori dell’iniziativa, ai relatori e a tutti i partecipanti una speciale benedizione apostolica, estendendola all’intera città». Questo il testo del messaggio che Papa Francesco ha voluto dar pervenire attraverso l' Arcivescovo Pietro Parolin-segretario di Stato di Sua Santità al convegno organizzato per il 7 novembre dall’arcidiocesi di Taranto su un tema particolarmente scottante per Taranto visti i tanti aspetti giudiziari proprio di questi ultimi giorni. Ed è su questa tema che a partire dalle ore 9,30, nella sala convegni dell'Università LUMSA presso la Chiesa Santa Rita a Taranto, si confronteranno le Istituzioni locali e i rappresentanti di Governo che hanno assicurato la loro presenza, i Ministri dell'Ambiente Orlando e della Sanità Lorenzin. Dalla loro voce ascolteremo i programmi messi a punto dai due Dicasteri per ridare "ossigeno" alla città di Taranto, sia sotto l'aspetto di un ambiente sano e pulito, sia sotto l'aspetto sanitario, sia sotto l'aspetto di nuove risorse da mettere a disposizione di un territorio da troppo tempo sotto pressione e pieno di conflitti socio-economici. Programma allegato. Nei giorni scorsi l’Arcivescovo di Taranto Mons. Filippo Santoro nella presentazione dell'evento ha letto un documento che per i suoi alti contenuti spirituali e concreti riportiamo integralmente: "La Chiesa non ha soluzioni tecniche da proporre in relazione al conflitto che qui a Taranto si presenta in forma drammatica tra salute e lavoro, ma può offrire il prezioso contributo della sua solidarietà e della Dottrina Sociale come percorso privilegiato verso il rispetto della persona umana e del conseguimento del bene comune, che abbraccia anche la custodia del creato. Non avendo soluzioni tecniche abbiamo preferito ascoltare la voce di uomini di scienza qualificati, di amministratori dello stato e di rappresentanti della società civile. Il nostro obiettivo è di favorire la concertazione tra le varie forze positive presenti sul nostro territorio per aiutare ad una soluzione che veda in primo luogo non il lucro ed il profitto, ma la difesa della vita, della salute e del lavoro. Promuovendo questo convegno ho presente i volti dei bambini ammalati di cancro, i parenti che ci hanno lasciato a causa dell'inquinamento, la lunga fila di disoccupati e degli operai che rischiano di perdere il posto di lavoro. Ultimamente anche gli operai della Vestas che ho visitato e quelli della Marcegaglia ai quali do tutta la mia solidarietà. Ho sempre detto che l'alternativa tra difesa dell'ambiente, della salute e della produzione e del lavoro è falsa e iniqua. Si stimola solo una guerra tra vittime. Ascolteremo i professori universitari, i ricercatori del Politecnico di Torino (prof. Giuseppe Genon) e di Bari, polo Jonico di Taranto (prof. Vito Albino), il prof Luca di Nardo dello staff del sub commissario Ilva di Taranto che presenterà l'esempio positivo di Duisburg, per dirci se è possibile una produzione senza inquinamento, distruzione dell'ambiente e della vita umana. Vogliamo una parola chiara per sapere se siamo condannati o se c'è via di salvezza per la salute dei tarantini, per i lavoratori e soprattutto per i più poveri. Ho invitato, attraverso un lavoro paziente, due ministri Andrea Orlando e Beatrice Lorenzin, insieme con i responsabili locali della politica, dell'impresa, delle organizzazioni ambientaliste, per mostrarci come un piano Pro-Taranto sia possibile permettendo un miglioramento dell'aria, dell'ambiente e del mare, del lavoro e della qualità della vita. Ci aspettiamo indicazioni chiare da parte degli uomini di scienza e prospettive concrete da parte degli amministratori e dei politici. Il Ministro dell'Ambiente si era già impegnato, quando l'ho incontrato a Roma, a coprire i parchi minerari, ambientalizzare gli impianti e ad effettuare le bonifiche necessarie. Conosco perfettamente il disorientamento e la sfiducia globali che inquietano l’Italia. Così come sono consapevole del passo che è stato dato con la conclusione delle indagini preliminari da parte della Magistratura. Speriamo che il pessimismo e la diffidenza nei riguardi delle istituzioni siano superati perché con coraggio non rinunziamo alla costruzione del futuro di Taranto della quale e per quale costruzione tutti noi siamo protagonisti e responsabili. Il Convegno comincerà con una riflessione teologale sulla visione sapienziale della custodia dell'ambiente per indicare che ciò che ci spinge è l'esperienza della fede in vista della costruzione del bene comune. Ringrazio per la disponibilità di quanti hanno aderito e ringrazio la stampa per la partecipazione a questo convegno organizzato dall'Arcidiocesi di Taranto come un contributo per ridare speranza alla nostra terra".
Dura presa di posizione del Consiglio Direttivo dell’ANCE Taranto. Dopo il drammatico appello del sistema delle imprese edili tarantine pubblicato sui giornali locali, i costruttori edili pronti ad azioni forti di protesta. Marinaro: “Quello che sta accadendo nel nostro comparto si legge nelle pagine di cronaca nera eppure sembra non destare preoccupazione . Un Consiglio direttivo monotematico sulla crisi dopo il disperato appello lanciato dalle imprese edili dell’ANCE di Taranto su alcune testate giornalistiche regionali e locali si è svolto nei giorni scorsi nella sede di Confindustria. Le nostre aziende stanno morendo e migliaia di lavoratori stanno perdendo il posto di lavoro, ma nessuno dopo il nostro drammatico appello ha sentito il dovere istituzionale o politico di correre al capezzale di questo comparto in fin di vita – dice Marinaro, presidente dell’Associazione Costruttori Edili di Taranto – e il silenzio attorno alle vicende che riguardano centinaia di aziende e tante famiglie tarantine sa di ulteriore condanna ad un isolamento che viviamo ormai da troppi anni. E’ rammaricato Marinaro che dopo il messaggio di vendesi di tutto il comparto edile pubblicato provocatoriamente sulle pagine dei giornali lo scorso week-end pensava che finalmente qualche impegno o qualche richiesta di ulteriori chiarimenti avrebbe preso il posto di quel silenzio omertoso che spesso accompagna i temi caldi abbinati al settore delle costruzioni. C’aspettavamo dalle istituzioni territoriali una presa di coscienza, un risveglio etico prima ancora che politico – affonda Marinaro – perché quello che sta accadendo a Taranto nel nostro comparto si legge nelle pagine di cronaca nera e giudiziaria eppure sembra non destare preoccupazioni. Il riferimento è al ripetersi di atti intimidatori a danno di imprese associate e ad opere affidate ad aziende con qualche requisito non proprio in regola. Il pericolo serio che corre questa comunità non è quello della perdita del lavoro di questa o quella azienda tarantina – ripetono all’unisono gli imprenditori del Consiglio ANCE – ma quello della graduale e progressiva sostituzione di pezzi di economica sana e che genera sviluppo e massa salari sul territorio, con pezzi di economia non sana. E questo, in una città e in una provincia dove il rapporto virtuoso tra rappresentanza istituzionale e forza produttiva locale è tragicamente interrotto, non fa altro che creare ulteriore povertà. Fino ad oggi abbiamo parlato la lingua della proposta – conclude Marinaro - ma di fronte alla sordità delle istituzioni siamo pronti a parlare dalle prossime settimane la lingua, inusuale per noi, della protesta.
il consiglio direttivo della Sezione Navalmeccanica di Confindustria Taranto, riunitosi nei giorni scorsi, ha manifestato la forte preoccupazione per la tenuta del comparto arsenalizio, anche alla luce delle sempre più frequenti dichiarazioni riguardanti il rischio di estinzione della flotta navale italiana. Da Confindustria un appello agli Arsenali di La Spezia e Siracusa per fare fronte comune e scongiurare i rischi di irreversibile declino del comparto. Il rischio di estinzione della flotta navale italiana paventato dal Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, in una audizione in Commissione Difesa di Camera e Senato e ripreso di recente dall’ammiraglio di divisione Claudio Confessore, ha riportato alla ribalta una questione a Taranto particolarmente sentita. Ne ha parlato nei giorni scorsi, analizzando i molteplici aspetti connessi alla questione, il consiglio direttivo della Sezione Navalmeccanica di Confindustria Taranto, riunitosi per fare il punto sulla grave situazione di crisi che rischia, a breve, di venirsi a determinare nell’Arsenale di Taranto per effetto della imminente conclusione delle commesse di manutenzione sulle unità navali militari. A questo si aggiunge la sensibile riduzione delle risorse economiche disponibili a carico del bilancio del Ministero della Difesa, con particolare riferimento agli stanziamenti previsti in favore degli arsenali italiani, ed il rischio di spostamento di numerose unità navali militari, attualmente in linea, dalla Base di Taranto ad altra sede, eventualità che comporterebbe la perdita, per lo stabilimento tarantino ed il suo indotto, delle relative attività di manutenzione. La situazione è di grande allarme sia per i livelli di produttività dell’arsenale militare di Taranto sia per l’indotto navalmeccanico. Le conseguenze, peraltro drammatiche sotto il profilo sociale, comporterebbero l’immediata dispersione di quel patrimonio pluridecennale di esperienza maturata dalle aziende navalmeccaniche locali che ha consentito, negli anni, di conseguire elevatissimi profili di specializzazione, professionalità e competenza in grado di soddisfare pienamente ogni esigenza produttiva e manutentiva della grande committenza – in primis la Marina Militare Italiana - e di occupare nel tempo centinaia di unità lavorative. In tale scenario, la Sezione Navalmeccanica di Confindustria Taranto ritiene indispensabile procedere ad azioni immediate attraverso il coinvolgimento dei due Arsenali che al momento presentano maggiori analogie con lo stabilimento jonico, (La Spezia e Siracusa) affinchè si dia avvio ad appositi incontri tematici finalizzati a mettere in campo progettualità comuni efficaci ed urgenti. Iniziative, queste, da portare all’attenzione del Governo centrale e del Ministero Difesa, che garantiscano la continuità necessaria alle attività lavorative in essere, per le aziende e per le maestranze, e quindi l’ammodernamento, l’adeguamento ed il rilancio dello stabilimento arsenalizio tarantino.
Firmata oggi 25.10.13 l'ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL Unital/Confapi legno e arredo, che riguarda oltre 21.000 lavoratori, con aumenti che decorrono da giugno 2013 di 115,24 euro per il Il livello - As1 e 86 euro per Ae1, nell’arco dei tre anni. Soddisfazione di Feneal, Filca, Fillea “abbiamo rafforzato il ruolo del contratto nazionale e delle Rsu attraverso la contrattazione di secondo livello” affermano i segretari nazionali Fabrizio Pascucci, Paolo Acciai, Marinella Meschieri "e rafforzato i diritti di informazione sia a livello aziendale che di gruppo, la responsabilit sociale d'impresa, ed inserita una aspettativa non retribuita per un massimo di 2 anni per i lavoratori affetti da ludopatia (gioco d'azzardo) e massimo 365 per malattie gravi (neoplasie/leucemiche).” L’ assistenza sanitaria integrativa "obbligatoria e pari a 10 euro mensili da agosto 2014, è a carico delle imprese” mentre la “previdenza complementare dall'1,30 passer con gradualit all'1,80." Sull'apprendistato “la percentuale di conferma e' pari al 51%, e le aziende potranno assumere max il 25% cento di lavoratori a termine e/o somministrati, siano essi con causale che senza.” Infine, le parti definiranno entro maggio 2014 i codici di condotta su mobbing e molestie.
In provincia di Taranto è in atto una desertificazione industriale massiccia che sta provocando gravissime conseguenze sul tessuto sociale ed economico, fino ad indurre la locale Confindustria a mettere provocatoriamente in vendita l’intero sistema d’impresa jonico ed il sindaco Stefano a minacciare le sue dimissioni.Da questo deriva una condizione sempre più drammatica sul piano occupazionale, con prospettive sempre più inquietanti;occorre conseguentemente mettere in campo ogni azione utile a sostenere le imprese esistenti ed a tornare ad attrarre investimenti. Ciò è impossibile se non si mette in sintonia con le ragioni dello sviluppo e del lavoro un apparato pubblico cui competono sia le procedure burocratiche necessarie alle aziende per nascere, operare e crescere, sia la gestione degli investimenti pubblici spesso anche consistentemente finanziati. Un imbuto talora impenetrabile per far filtrare investimenti e lavoro è costituito non tanto dalle normative ambientali, quanto soprattutto da una loro lettura oltranzista e repressiva da parte di uffici per i quali la regola è il diniego o il traccheggiamento fino a sfiancare lo sventurato istante. Per tutte queste ragioni abbiamo presentato una interrogazione al presidente della Regione ed all’assessore all’Ambiente ed allo Sviluppo Economico per sapere quante istanze di nuovi insediamenti o di ampliamento e/o ammodernamento di impianti industriali esistenti nella Provincia di Taranto A) siano state rigettate, B) siano state approvate, C) risultino ferme e da quando presso gli Uffici provinciali e regionali competenti, con specifico riferimento al Dipartimento Arpa Provincia (DAP) di Taranto ed alle politiche ambientali dell’Ente Provincia. Ancora, se non ritengano di dover accelerare l’espletamento di tali pratiche con visioni non pregiudizialmente ostili, soprattutto in considerazione della suddetta, drammatica emergenza-lavoro la cui priorità è altrettanto regolarmente conclamata a parola e disattesa nei fatti. Chiediamo altresì se a tal fine non sia utile, oltre tutto, rompere la concentrazione di incarichi e competenze, con conseguente rallentamento del lavoro nonché sgradevole confusione di ruoli, che oggi vede una dirigente regionale dell’ARPA detenere anche la responsabilità delle politiche ambientali della Provincia di Taranto
AEROPORTO GROTTAGLIE- CONFCOMMERCIO E FEDERALBERGHI: “ SABATO NOI CI SIAMO” Basta un castello per fare di una città una località turistica? Se così fosse ogni comune d’Italia, ricco come è il paese di torri, rupi fortificate e castelli, sarebbe una località turistica. Un territorio è in grado di attrarre flussi turistici di una certa consistenza numerica, e di tradurli in pernottamenti, se è capace di mettere a sistema più fattori: attrazioni, ricettività, accessibilità, servizi ed immagine. Probabilmente le non esaltanti performance del comparto del turismo dell’area jonica vanno attribuite proprio alla discontinuità dei fattori base dell’offerta turistica locale. La facile accessibilità ai luoghi ad esempio rappresenta uno dei primi fattori dell’offerta turistica; la raggiungibilità può contribuire a fare la fortuna di una destinazione a discapito di un’altra vicina, semmai anche più interessante, ma scomoda da raggiungere. Ciò significa che località potenzialmente dotate di attrattori –come ad esempio un bel mare, o un bel museo - sono penalizzate dalla inadeguatezza dei sistemi di collegamento e dalla carenza di infrastrutture (strade, porti, aeroporti etc.). E’ il caso della provincia jonica, per la quale – in considerazione anche della ormai storica assenza di collegamenti ferroviari- è prioritario che si dia al più presto corso ai progetti avviati ma interrotti della strada regionale Talsano-Avetrana e della Bradanico-Salentina, e che si apra al trasporto passeggeri l’aeroporto ‘Arlotta’ di Grottaglie (la 1° pista più lunga in Puglia). E’ assurdo che gli abitanti di una città di oltre 200 mila unità debbano utilizzare il trasporto privato o rivolgersi al trasporto su gomma per raggiungere il resto d’Italia o in alternativa mettere in conto tempi e costi per raggiungere gli aeroporti di Brindisi o Bari, medesimo discorso per i turisti in visita nel capoluogo e nel territorio provinciale. Nel maggio scorso Federalberghi ha avviato una serie di contatti con la Turkish Airlines interessata all’attivazione di collegamenti con la Turchia con base Grottaglie, ebbene non vi è stata la possibilità di coinvolgere minimante Aeroporti Puglia, sin dalle prime battute chiusa a tale ipotesi, salvo poi sapere che ci si prepara ad attivare il collegamento Bari-Istanbul. Riguardo al futuro dello scalo aeroportuale di Grottaglie, indicato nel Piano regionale dei Trasporti come scalo cargo (scelta in realtà tutta da discutere, poiché solo il 20% della movimentazione nazionale sarebbe attualmente disponibile), gli operatori contestano la decisone della Regione di escludere l’Arlotta dai voli di linea, pur in presenza di requisiti – una delle cinque piste più lunghe in Italia- che lo renderebbero idoneo ai voli civili. Quanto alla possibile apertura ai voli charter (ma, perché solo estivi?), va altresì evidenziato che sin’ora non sono state messe in campo da parte della Regione Puglia politiche finalizzate ad attrarre nuovi vettori sullo scalo tarantino e a renderlo competitivo, come si è invece fatto altrove. Per tali ragioni Confcommercio e Federalberghi, invitano i cittadini a prendere parte alla manifestazione indetta per sabato 26 ottobre dal Comitato Pro Aeroporto, e far sentire forte la voce di una comunità che non accetta di subire le conseguenze di scelte decise altrove. ARNALDO SALA: “ADERISCO MOBILITAZIONE PER AEROPORTO DI GROTTAGLIE” Sabato parteciperò alla manifestazione pubblica in favore dell’aeroporto “Marcello Arlotta” di Grottaglie che rappresenta uno dei tanti esempi di penalizzazione del nostro Territorio a favore di altre realtà pugliesi.È la politica scientificamente perseguita da nove anni a questa parte dalla Giunta Vendola con la complicità degli assessori tarantini susseguitisi negli anni che, al di là delle dichiarazioni di facciata, nulla hanno fatto per impedirla. Mi riferisco al distripark definanziato, ai collegamenti ferroviari depauperati, alla sanità jonica massacrata a fronte della promessa del faraonico nuovo ospedale, nonché al definanziamento delle opere per la ambientalizzazione di parte del nostro Territorio.L’aeroporto di Grottaglie è il paradigma di questa politica vendoliana: da lustri chi comanda a Bari ha deciso di potenziare gli aeroporti di Bari e di Brindisi e, contemporaneamente, affossare le legittime aspirazioni di Taranto e di Foggia, che infatti non ha i voli del turismo religioso per San Pio.Cosa ha fatto la Regione Puglia, direttamente e attraverso la sua controllata Aeroporti di Puglia, per infrastrutturare come aeroporto cargo l’aeroporto di Grottaglie e garantire i voli civili per Roma e Milano? Nulla! Nel contempo nell’estate del 2011 la Regione Puglia ha inserito nel “Piano per il Sud” il progetto per la riconversione di una vasta area del sedime militare di Bari-Palese in aeroporto civile per le merci, finanziato dal CIPE per 19 milioni di euro, in pratica a Bari sarà realizzato anche l’aeroporto cargo, altro che Grottaglie! E poi a Bari hanno anche definanziato il distripark tarantino, potenziando il polo logistico barese che, forte anche di un aeroporto per le merci, si candida a “manipolare” le merci in arrivo nel porto di Taranto. Per quanto riguarda i voli passeggeri è evidente il sistematico boicottaggio politico dell’aeroporto di Grottaglie al quale, con mille artifizi, di fatto è stato impedito di far operare persino i voli charter a favore delle nostre strutture turistiche, eppure lo scalo tarantino, come dimostrò in occasione dell’emergenza per il conflitto del Kosovo, ha tutte le capacità per far operare voli passeggeri. Da sempre l’obiettivo dell’Amministrazione Vendola, avallato dai rappresentanti tarantini a Bari, è infatti potenziare Bari e Brindisi, con i cittadini tarantini trattati come sudditi: devono utilizzare navette per Brindisi con orari penalizzanti, non a caso il servizio è in perdita, o sono costretti a pagare pedaggi esorbitanti ai parcheggi aeroportuali, e si arriva all’assurdo che i tassisti tarantini debbano pagare un iniquo balzello solo per avvicinarsi all’aeroporto di Brindisi… I sudditi tarantini devono solo, pagando le tasse, aiutare lo sviluppo degli aeroporti di Bari e di Brindisi i cui traffici vengono sostenuti dalla Regione Puglia con milioni e milioni di euro a fondo perduto: giusto due giorni addietro la Giunta Vendola ha stanziato ulteriori 10,5 milioni di euro per Aeroporti di Puglia e la compagnia low cost Ryanair, mentre a favore dei Comuni pugliesi per il diritto allo studio solo 8,3 milioni… Evidentemente per Vendola è più importante potenziare gli aeroporti di Bari e Brindisi, piuttosto che consentire a tutti gli studenti indigenti pugliesi di potersi comprare i libri per studiare: altro che “Puglia Migliore” … Il Presidente di CNA Taranto Gaetano L’Assainato interviene sulla manifestazione a favore dell’aeroporto di Taranto-Grottaglie che si terrà sabato 26 ottobre 2013La nostra amata Terra Ionica.Quante volte al ritorno da un viaggio, di piacere o di lavoro, proviamo la piacevole sensazione nel guardare con amore il nostro paesaggio: il mare, la collina, la campagna; la nostra storia? Facciamo le differenze con i luoghi visitati, le sensazioni vissute, le belle immagini nella mente, le parole nelle nostre conversazioni, e ci convinciamo che ci dobbiamo mettere seriamente al lavoro. Vogliamo cambiare la nostra vocazione?Vogliamo cambiare prospettive future?Vogliamo più comodità per i prossimi viaggi futuri?Vogliamo ricevere più facilmente ospiti, amici e parenti, imprenditori, turisti, nelle nostre città?La nostra vocazione, le nuove prospettive di vita, i nostri viaggi futuri hanno bisogno del nostro lavoro, delle nuove infrastrutture e di infrastrutture esistenti che funzionano. Ciò che abbiamo accettato, subìto, utilizzato e goduto nel passato non possiamo modificarlo.L'Ambiente, la salute, l'artigianato locale, la produzione agricola, l'industria , gli scambi commerciali, la proposta turistica e culturale di oggi e di domani la dobbiamo programmare e decidere oggi, noi! Abbiamo una infrastruttura che può aiutarci nel nostro lavoro. Gente ed Associazioni che si prodigano e lavorano per un ideale, il futuro; il nostro ideale, il nostro futuro. Per essere protagonisti, insieme, partecipiamo alla manifestazione di sabato 26 ottobre p.v. a Taranto per l'attivazione dell'Aeroporto Arlotta di Grottaglie, una infrastruttura già pronta per avviare uno sviluppo economico immediato e necessario sulla nostra terra. La partecipazione di tutti i cittadini di Taranto e Provincia e delle cittadine adiacenti possono aiutare a rendere l'Aeroporto Arlotta un importante punto di riferimento per i trasporti da e per Taranto. Casartigiani Taranto alla Manifestazione pro aeroporto, con la Partecipazione speciale del Coordinamento Regionale di Casartigiani Puglia Anche Casartigiani scende in Piazza, insieme alle Associazioni pro Aeroporto per chiedere insieme l’attivazione dello scalo di Grottaglie. Nello specifico Interviene il Coordinatore Regionale di Casartigiani Puglia Stefano Castronuovo, che in occasione della Manifestazione Organizzata per giorno 26 ottobre dove parteciperà in rappresentanza della Federazione Regionale Pugliese, afferma:” Casartigiani sensibile all’opportunità che l’aeroporto, possa dare al territorio, parteciperà alla Grande manifestazione del 26 p.v. con tutte le sue componenti.” Continuando lo stesso: “Casartigiani Puglia è sensibile alle problematiche del Territorio Tarantino e degli artigiani, infatti, riteniamo che grazie all’attivazione dell’aeroporto, Taranto possa ricevere nuova linfa economica e sociale.” “La vertenza Tarantina sotto la lente d’ingrandimento di Casartigiani rispecchia una situazione drammatica, sono ben 89 le imprese perse nel primo semestre del 2013 rispetto al 2012, dato che secondo le nostre stime tenderà al peggioramento; aumentano infatti le visite ai nostri uffici da parte di Artigiani che vogliono cessare l’attività per mancanza totale di lavoro. Un anno nero per l’artigianato sarà questo 2013 un anno che per la Provincia di Taranto si dimostra ancora più drammatico.” Una situazione critica quella evidenziata da Castronuovo che continuando: ” Le nostre imprese per riprendersi hanno bisogno di essere collegate con il mondo e di certo noi siamo fuori da tutte le logiche regionali e nazionali, siamo stati tagliati fuori da tutto, quindi ora le imprese artigiane sono pronte a far sentire la loro voce”. Una richiesta che ha colto subito l’attenzione di Casartigiani Taranto e di Casartigiani Puglia le quali hanno già portato a conoscenza della situazione la Confederazione Nazionale al fine di portare la voce degli artigiani e di tutti i Tarantini sui Tavoli Nazionali. Confermata quindi la presenza di tutti i vertici provinciali, regionali e di tutte le categorie e di Casartigiani.
Venerdì, 25 ottobre prossimo, ore 15, sala convegni Confindustria, via Dario Lupo 65. Il porto di Taranto potrebbe dotarsi a breve di un nuovo collegamento marittimo fra Taranto e Catania: se ne parlerà in un incontro in Confindustria Taranto organizzato, venerdì 25 ottobre prossimo, in collaborazione con la Camera di Commercio e l’Autorità Portuale di Taranto. Sono molteplici, infatti, le opportunità di sviluppo che si prospettano sul territorio in ambito portuale e più in generale nei traffici marittimi. L’incontro di venerdì servirà a valutare le attuali potenzialità del territorio jonico finalizzate ad intercettare le rotte di traffico esistenti nel Mediterraneo. Ospite speciale sarà un armatore estero interessato ad istituire una linea di traghetti fra Catania e Taranto con il quale sarà possibile dialogare al fine di determinare anche le esigenze operative di tutti gli operatori del settore. Il programma prevede in apertura (inizio ore 15) i saluti di Luciano Elpiano, presidente della sezione Marittimi, Portuali e Trasporti di Confindustria Taranto, e di Luigi Sportelli, presidente della Camera di Commercio di Taranto. Seguirà la presentazione dei dati sul traffico locale a cura di Mario De Iacovo (Mantua & De Iacovo Shipping S.r.l.) ed infine il dibattito
E’ Michele Dioguardi, Presidente di Interfidi, (Consorzio di Garanzia Collettiva Fidi), il nuovo coordinatore del Gruppo Credito ed Assicurazione di Confindustria Taranto. Lo hanno designato, all’unanimità, i componenti del gruppo, alla presenza del Presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo, il quale ha sottolineato da un lato il forte stato di sofferenza delle imprese derivante dalle difficoltà riscontrate nell’accesso al credito, e dall’altro, anche in virtù di tali criticità da superare, l’importanza del ruolo del sistema bancario nei processi di ripresa economica sia come fornitore di credito sia di servizi avanzati per le imprese (internazionalizzazione, forme di finanza innovativa, ecc.). Questa esigenza – ha aggiunto il presidente- unita alla necessità di instaurare un diverso rapporto tra banche e imprese, è profondamente sentita dalla nostra associazione che, con una novità assoluta, ponendosi come “pioniera” rispetto alle altre territoriali, ha costituito ormai da diversi anni il Gruppo Credito ed Assicurazioni, che annovera al suo interno importanti istituti di credito e compagnie di assicurazione espressioni della realtà territoriale locale. Il passaggio di testimone è avvenuto fra Dioguardi ed Emanuele di Palma, Direttore Generale della Bcc di San Marzano di San Giuseppe e coordinatore uscente, il quale ha ringraziato gli aderenti al Gruppo per il lavoro svolto augurando al neo eletto una proficua prosecuzione delle attività. Da parte del neo coordinatore – il quale ha già annunciato la presentazione, nella prossima riunione del Gruppo, del nuovo programma di attività - è stato ribadito l’impegno a rafforzare il ruolo fra le imprese e il sistema bancario attraverso un più sistematico monitoraggio delle reali esigenze del sistema imprenditoriale locale, al fine di individuare gli strumenti finanziari da mettere in campo per fronteggiare la crisi in atto. Alla riunione erano presenti, oltre ai già citati, Sergio Papini, responsabile Private & Corporate Unity di Banca Carime, Cosimo Capozza, direttore della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Franco Filippo D’Arcangelo, della D’Arcangelo Assicurazioni Snc e Gaetano Dimitri della Cattolica Assicurazioni di Valeria Rollo.
Prendiamo atto che nel territorio tarantino le scuole sono tutte in ottime condizioni e che nella sola città di Taranto non vi è neanche un istituto scolastico che avrebbe avuto bisogno di rimuovere amianto o adeguare impianti e strutture. Così come prendiamo atto che le risorse, come spesso accade, per la Regione Puglia e non solo, son bravi a spenderle meglio solo a Lecce o a Bari e mai qui in riva allo Ionio. E’ la provocatoria presa di posizione del Presidente dei costruttori edili di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, di fronte alle graduatorie di alcuni bandi che riguardano l’Edilizia Scolastica, la Riqualificazione e valorizzazione dei sistemi museali o l’Accordo Operativo di Attuazione tra MiBAC (Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo) e la Regione per il “miglioramento della fruizione di aree e poli di attrazione culturale” (POIN 2007/2013). I numeri sono sconfortanti. Sui 12milioni di euro che serviranno a riconsegnare sicurezza e decoro alle scuole pugliesi in provincia di Taranto (più precisamente nei Comuni di Maruggio e Lizzano) arriveranno solo 420mila euro. Due progetti soltanto rispetto ai 30 che riceveranno il finanziamento reso disponibile alle Regione Puglia dal Decreto del Fare. Nessuno proveniente dal Comune e dalla Provincia di Taranto – sottolinea Marinaro – eppure sono tante, troppe, le scuole che a Taranto avrebbero bisogno di bonifiche sostanziali o anche solo di un adeguato intervento sugli impianti o sugli infissi. Destino amaro che tocca anche beni culturali come i Musei che a Taranto riescono a spuntare la risibile somma di 2,5 milioni rispetto ai 25milioni dell’intero territorio regionale. Così nella graduatoria regionale trovano spazio il Museo della Maiolica laertina di Laterza, il Museo Civico Narracentro di Palagiano, quello Civico di Manduria e per le istituzioni museali in funzionamento il MUDI (Museo Diocesano dell’arte sacra) di Taranto. Nell’Accordo tra MiBAC e Regione Puglia Taranto, infine, è menzionata solo per il recupero dell’ex Convento di Sant’Antonio, 6 milioni di euro in questo caso – commenta il presidente dell’ANCE di Taranto – su un importo complessivo riconosciuto alla Regione Puglia di oltre 114 milioni e per un progetto non proposto dall’ente regionale ma dallo stesso Ministero. Credo si tratti di un combinato disposto di approssimazione, disattenzione, e scarsa cura per questo territorio – dice Marinaro – ma certo è singolare che in provincia di Taranto si programmi poco, ma anche che tutto quello che si sottopone a bando sia considerato spesso superficialmente e liquidato in posizione non utile al finanziamento, inammissibile, irricevibile o addirittura nullo. Così mentre l’ANCE Taranto agli inizi di settembre si prendeva la briga di scrivere ai sindaci del territorio e al Commissario prefettizio della Provincia per allertarli sugli interventi di edilizia scolastica previsti dal “Decreto del Fare” e farsi promotori così di nuove occasioni di qualificazione, ma anche lavoro e sviluppo per imprese e maestranze del territorio, l’elefante in realtà partoriva, nel bando per le scuole, il topolino di 29 domande su un totale di 261 istanze pervenute da tutta la regione. Siamo al limite della decenza – termina Marinaro – Cenerentole condannate a vedere la scarpetta calzata sempre da piedi più belli, più in gamba o anche solo più introdotti dei nostri.
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