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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1908)

"Con la pubblicazione degli emendamenti, scaturiti delle audizioni in Commissione Industria del Senato e dalle proposte di deputati e senatori del Pd, il Decreto 1/2015 in favore dell'Ilva e di Taranto viene decisamente migliorato. Gli emendamenti affrontano le criticità emerse in queste settimane e si fanno carico della soluzione del problema dell'indotto che ne ha rappresentato l'aspetto di estrema emergenza".

Ad affermarlo è il consigliere regionale Pd, Michele Mazzarano, il quale sottolinea comne il più importante di questi emendamenti "istituisce una destinazione di 24 milioni di euro del fondo di garanzia delle piccole e medie imprese per sostenere la liquidità delle aziende dell'indotto, il cui effetto leva porterà ad una destinazione complessiva di 150 milioni di euro".
Un altro emendamento, fa presente ancora il consigliere regionale Pd, destina 10 milioni di euro per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi nel deposito ex Cemerad di Statte. "Un'altra modifica significativa, ai fini della certezza di disponibilità finanziarie per il risanamento ambientale dello stabilimento, - aggiunge Mazzarano - è stata presentata dal presidente della commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, con cui si attribuisce all'amministrazione straordinaria la possibilità di emettere obbligazioni a garanzia dei fondi sequestrati, facendo seguito ai rilievi mossi dal procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, e come richiesto dai giudici di Zurigo, per dare il via libero al trasferimento dei fondi. Un emendamento, di grande importanza, proposto dal Pd, fissa al luglio 2016 il termine ultimo entro il quale dovranno essere eseguiti i lavori del Piano ambientale previsto dall'Aia. Questo emendamento chiarisce il problema dell'80% e del 20% delle misure Aia sul cui contenuto si è sviluppata un'aspra polemica. Nei prossimi giorni, - spiega ancora Mazzarano - con il concorso del Governo, sarà completato il quadro delle proposte emendative e delle certezze finanziarie che sostengono la scelta di statalizzare e ambientalizzare l'Ilva, così come potrà essere arricchito il quadro di proposte a sostegno della cultura, del sapere e del patrimonio artistico di Taranto. In questo lavoro difficile e silente - conclude l'esponente Pd - bisogna riconoscere il merito al Pd, ai suoi gruppi parlamentari, al sen.Tomaselli, all'on. Pelillo. Di fronte alle gravi emergenze e ai forti rischi come quelli che si vivono nell'Ilva in questi giorni in cui sembra esserci una vera e propria corsa contro il tempo, il Pd ha deciso di assumersi una grande responsabilità e siamo certi che questa produrrà i suoi frutti".

 

Una delegazione di TRASPORTOUNITO era presente all’incontro del 29 gennaio, tra Governo e  Associazioni dell’autotrasporto, convocate presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma per una verifica istituzionale della situazione dei fornitori dell’autotrasporto alla società ILVA Spa. Presenti per la sigla, il Segretario generale, Maurizio Longo; l’Avv. Giulio Stoppa, membro del Comitato Esecutivo; il Dr. Biagio Provenzale, rappresentante della sigla sindacale per la città di Taranto.

Giova evidenziare che le imprese aderenti a TRASPORTOUNITO presidiano gli stabilimenti ILVA di Novi Ligure, a far data dal 19 gennaio; Genova, dal 27 gennaio.

Si giudica inadeguato a fornire risposta immediata alle imprese, che richiedono il pagamento delle commesse di autotrasporto eseguite anteriormente alla dichiarazione dell’amministrazione straordinaria (21 gennaio), il programma presentato ieri dai commissari impegnati nella procedura, Prof. Laghi e Prof. Carrubba (assente il Prof. Gnudi) per i prescritti interventi di ambientalizzazione e la ripresa delle attività commerciali dello stabilimento. Quattro i punti esaminati: attivazione di Fintecna e Cdp (prevista per il prossimo 10 febbraio); utilizzo dei fondi dissequestrati alla famiglia Riva; ricorso al sistema bancario; vendita del magazzino.

Per converso, è fondato il timore che prima della conversione del Decreto (attesa per il 5 marzo) le casse dello stabilimento siano dichiarate vuote.

Pertanto, di fronte alla richiesta avanzata dai commissari di riprendere le attività di trasporto (sospese a Taranto dal 20 gennaio), le Associazioni di categoria presenti (oltre TRASPORTOUNITO, Anita, Confetra, Fai Conftrasporto, Confartigianato Trasporto, Fisi, Sna-casartigiani) hanno motivato l’impossibilità oggettiva per l’evidente crisi di liquidità ed il forte indebitamento contratto dalle imprese, ferme con i pagamenti al lontano mese di agosto duemilaquattordici. Un importante intervento del Segretario Longo ha portato all’attenzione del  tavolo il danno arrecato agli autotrasportatori dall’intera vicenda, considerate le innovazioni portate dal recente D.D.L. Stabilità 2015 in materia di autotrasporto, ed in particolare l’esonero dalla responsabilità condivisa per i committenti che accertino preventivamente la regolarità dei vettori impiegati mediante richiesta del DURC.

TRASPORTOUNITO ha supportato pertanto – pur ritenendo debole l’impianto di formulazione – la presentazione di due emendamenti al comma 8, art. 2 D.L. n. 5/2015: il primo volto all’ottenimento della prededucibilità dei crediti vantati dall’autotrasporto anteriormente alla sopra richiamata  dichiarazione dell’amministrazione straordinaria; il secondo volto all’applicazione di misure di carattere straordinario già utilizzate nella vicenda Parmalat: sospensione (per un periodo massimo di 12 mesi) dagli adempimenti IVA, IRAP e INAIL; garanzia  del Mediocredito Centrale per i finanziamenti erogati dalle banche alle imprese; esclusione della possibilità di revocatoria fallimentare ed equipollenti e misure giudiziali per i crediti che verranno liquidati da ILVA all’autotrasporto.

Solidalmente le Associazioni hanno sollecitato il Governo a fornire riscontri urgenti in termini di liquidità immediata alle imprese, dichiarando – con apposito comunicato - che “in assenza di provvedimenti concreti da parte del Parlamento e del Governo, le imprese non saranno nelle condizioni di poter assicurare i servizi di trasporto”.


di PIERPAOLO D'AURIA

In Parlamento è stato depositato un pacchetto di emendamenti che qualificherebbe i trasportatori tarantini e le imprese dell'indotto quali creditori strategici del gruppo siderurgico. In pratica è stato istituito un fondo di 24 milioni per favorire l'accesso al credito.

La svolta si è avuta ieri ed era già stata abbozzata ai rappresentanti di categoria degli autotrasportatori nel corso del vertice di giovedì pomeriggio al ministero per lo Sviluppo economico. Emendamenti che il sindaco ha illustrato quasi in tempo reale, qualche ora prima ci aveva pensato Confindustria, in serata a Palazzo di Città dopo un'intensa giornata trascorsa più volte al telefono con il sottosegretario Graziano Delrio. 

Cinque emandamenti che saranno discussi in sede di conversione in legge del decreto, il settimo, emanato subito dopo Capodanno (il 5 gennaio) dal governo Renzi.

Una notizia che ha fatto usare al sindaco Stefàno toni trionfalistici subito stoppati dal presidente di Confindustria Taranto, Enzo Cesareo, che chiede risorse certe e dirette. La sensazione degli industriali tarantini  è che il governo stesso navighi a vista non essendo in grado di stabilire una cifra esatta di quanto serve per far fronte alla durissima crisi che ha colpito le imprese dell’indotto Ilva. Tanto più che, come segnalato da PeaceLink, il tribunale di Milano ha fissato in 2 miliardi e 900 milioni circa l’indebitamento di Ilva.

Insomma, Stefàno ringrazia il governo per gli emendamenti mentre Confindustria ritiene che siano insufficienti  né che siano la soluzione. L’indotto i crediti vorrebbe, invece, che fossero riconosciuti cash e non attraverso un fondo. Del resto, fanno notare, per accedervi le richieste devono essere corredate dall’attestazione, rilasciata dal commissario straordinario, riguardante la sussistenza, alla data della richiesta stessa, della condizione dell’impresa destinataria del finanziamento di essere fornitrice di beni e/o servizi funzionali alla continuazione dell’attività, nel caso specifico, dell’Ilva. Stando così le cose, si prospetterebbero i classici tempi lunghi e il pericolo di ritrovarsi esposti alle insidie che solo la burocrazia italiana è in grado di tendere.

E la faccenda del fondo di garanzia sta tutta nell’articolo 2 bis, fresco di redazione. “Le risorse del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese”, recita il 2 bis, “sono destinate per sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese fornitrici di beni e/o servizi connessi al risanamento ambientale o funzionali alla continuazione dell’attività di società che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale e che siano soggette ad amministrazione straordinaria. Ai fini dell’accesso – si legge ancora nel 2 bis - le richieste devono essere corredate dall’attestazione, rilasciata dal commissario straordinario, riguardante la sussistenza, alla data della richiesta stessa, della condizione dell’impresa destinataria del finanziamento di essere fornitrice di beni e/o servizi funzionali alla continuazione dell’attività, ovvero creditrice di società che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale, di cui al comma 1, e che siano soggette ad amministrazione straordinaria. Alle richieste di garanzia relative alle operazioni finanziarie, di cui al presente articolo, è riconosciuta priorità di istruttoria e delibera”.

Altro emendamento di un certo interesse riguarda l’introduzione dell’articolo 5 bis che stanzia 10 milioni di euro ai fini della messa in sicurezza e gestione dei rifiuti radioattivi in deposito nell’area ex Cemerad nel comune di Statte.

 

"Il 2 settembre scrivevamo: "L’Iva è in coma farmacologico e viene mantenuta in vita con decreti legge che hanno solo un effetto palliativo. Ora il crack è avvenuto: 2.913.282.282 euro è l'indebitamento complessivo dell'Ilva accertato dal Tribunale di Milano". Alessandro Marescotti gonfia il petto. La sua previsione è stata quanto mai azzeccata. Del resto, le cifre snocciolate in tempi non sospetti da Peacelink si basavano su dati concreti. 

"Fino a ieri - dice Marescotti - Cgil, Cisl, Uil e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, non si erano accorti che i commissari Ilva erano venuti a Taranto a mani vuote e senza alcuna proposta. Sindacati, sindaco e i parlamentari di governo hanno continuato con la politica dello struzzo, nascondendo la testa sotto la sabbia per non vedere la realtà di una fabbrica che si inabissava fra i debiti. Abbiamo vissuto mesi di promesse non mantenute. Il governo ha solo prodotto inconcludentemente decreti che nascondevano un fallimento imminente. Ora il fallimento esplode fragorosamente".

A Marescotti, inoltre, giungono informazioni  dallo stabilimento tarantino secondo le quali mancano le materie prime e diversi impianti si stanno fermando. "E questo significa - sottolinea il presidente di PeaceLink - un inesorabile aumento delle perdite mensili, oltre i cento miliardi di euro. Un costo assolutamente insostenibile". E PeaceLink, "in questo momento di massima gravità", ripropone l'urgenza del piano B per i lavoratori e per la città di Taranto. "Occorre - dice ancora Marescotti - trasformare la bomba sociale in una forza positiva che porti a reclamare futuro e lavoro per tutti: la città di deve unire per esigere una svolta e una riconversione. Ilva, lo hanno dichiarato i giudici di Milano, non riesce a far fronte ai debiti con mezzi normali. Gli interventi previsti dal Piano ambientale, approvato con il decreto del presidente del consiglio del 14 marzo 2014, fa presente il leader ecologista - per i giudici di Milano diventano irrealizzabili, e questo nonostante fossero stati ulteriormente diluiti i tampi. Per l'esattezza il Tribunale di Milano precisa che Ilva «presenta un indebitamento complessivo pari a 2.913.282.282 euro».

Ecco perché, secondo Marescotti, dal 2012 "non venivano resi pubblici i bilanci Ilva. E nessun parlamentare aveva avuto il buon senso di fare un'interrogazione per chiedere a quanto ammontasse il buco. Ma erano mesi - ricorda Marescotti - che PeaceLink calcolava la perdita di esercizio in 90-100 milioni al mese utilizzando i dati della stampa specializzata. E il totale adesso torna: oltre 2 miliardi e 900 milioni di indebitamento complessivo accertato. Occorre, dunque, rilanciare il piano B che PeaceLink da tempo aveva presentato per i lavoratori e per Taranto".

Ovvero, "i soldi, che fino ad ora venivano spesi per far continuare in modo fallimentare la produzione dell'Ilva, vanno da questo momento in poi investiti per ridare lavoro sicuro agli operai dell'Ilva in un vasto piano di bonifiche e di risanamento ambientale. PeaceLink chiede che non venga licenziato un solo lavoratore e che tutti siano reimpiegati in un programma di riqualificazione riconversione sostenuto con fondi europei. I cittadini diTaranto, vittime di un piano pervicace di annichilimento e di razzismo ambientale, hanno ora diritto ad un risarcimento economico che deve consistere nella messa a disposizione di un piano economico di sviluppo per il reimpiego della forza lavoro in sovrappiù. Invitiamo i lavoratori e i cittadini - conclude Marescotti - a unirsi per rivendicare uno sviluppo in cui lavoro e salute vengano garantiti con fondi europei di riconversione per una nuova economia sostenibile e pulita".

 

 "Senza fatti certi, nessuno stop allo stato di mobilitazione". Così gli Autotrasportatori ionici in missione a Roma per un vertice presso il Ministero per lo Sviluppo economico. Mentre la situazione resta incandescente, sulla questione dell'indotto Ilva Confidustria ha convocato d'urgenza una conferenza stampa. Tornando alla riunione romana va detto che erano presenti Castaldi del Mise, i due commissari Laghi e Carrubba. Assente Gnudi perchè malato.
Il primo ad intervenire è stato Carrubba.
 "Il governo -ha detto- ha deciso che il commissariamento "atipico" fosse lo strumento più opportuno per una vicenda iniziata tre anni fa".
I commissari si sono detti convinti del fatto che attraverso il piano governativo si riuscirà a tirare l'Ilva fuori dalla" palude", ma in una gestione dei crediti pregressi parzialmente sotto il loro diretto controllo.
"Le risorse disponibili - è stato detto- sono in questo momento orientate a garantire la continuità della produzione industriale. Sperando che una volta a regime la produzione, si generi liquidità tale da consentire il pagamento dei debiti verso l'indotto, ma questo a partire dal 21 gennaio".
I commissari hanno quindi assunto l'impegno a far riconoscere la" strategicita'" dei crediti vantati dagli autotrasportatori prima della dichiarazione di amministrazione straordinaria.
Tuttavia hanno chiesto di rimuovere i blocchi per espletare al meglio il loro lavoro. 
I commissari intendono proseguire il dialogo con Fintecna e Cdp per far sì che entro la data del 10 febbraio siano stanziate le risorse finanziarie necessarie. E' quindi intervenuto Longo di Trasportounito, il quale ha chiesto come verranno utilizzate le risorse.

"La priorità - ha spiegato Laghi- verrà data all'ambientalizzazione e secondariamente alla generazione di liquidità per l'operatività commerciale. A questi fondi si aggiungeranno le somme dissequestrate La terza componente è rappresentata dal sistema finanziario (le banche). Quarta linea la vendita del magazzino.

I tempi di realizzazione - ha sottolineato Laghi- sono legati ai tempi di conversione del decreto. Possibilmente prima del 5 marzo".
Le Associazioni dell'autotrasporto hanno richiesto risposte immediate minacciando di proseguire i blocchi in assenza di fatti certi.

Difendere e salvaguardare, nella procedura di amministrazione straordinaria, le imprese dell'indotto dell'Ilva, non significa solo tutelare la parte vitale del tessuto produttivo del nostro territorio ma significa soprattutto intravedere un futuro per lo stabilimento e avere la certezza del risanamento ambientale ai costi previsti".

Non ha dubbi Michele Mazzarano, consigliere regionale Pd, convinto com'è del fatto che "non riconoscere i crediti maturati dalle imprese subfornitrici del siderurgico" significa "condannare al fallimento i titolari e alla disoccupazione migliaia di lavoratori: tale scenario non è solo catastrofico per il suo impatto economico e sociale; questa prospettiva compromette radicalmente la possibilità di proiettare l'esistenza futura della fabbrica e la possibilità di continuare, con maggiore determinazione e certezza di risorse, la ciclopica opera di risanamento ambientale dello stabilimento".

Secondo l'esponente Pd, infatti, la rete delle imprese coinvolte che aspirano al riconoscimento di imprese strategiche e, in quanto tali, al riconoscimento dei crediti vantati, "sono soprattutto piccole e medie imprese che esprimono, per parco macchine, capacità realizzative di manufatti e numero dipendenti, una qualità difficilmente sostituibile se non ricorrendo a ditte extraterritoriali il cui impiego comporterebbe un aggravio pesante dei costi, compresi i costi del risanamento ambientale. Pertanto, sicuro della consapevolezza che il Governo e i suoi commissari hanno dello straordinario valore di tale vertenza, è urgente - conclude Mazzarano - raccogliere tutte le forze per risolvere positivamente una vicenda che può avere effetto domino sull'intero Decreto Taranto compromettendone la portata eccezionale delle scelte che esso contiene e che riguardano l'Ilva e la città di Taranto”.

Dal 22 gennaio scorso il dott. Michele Campanelli è il nuovo direttore della Direzione Territoriale del Lavoro di Taranto subentrando al dott. Giocondo Lippolis. Il dott. Campanelli ha 47 anni, è nato a Bari, e ha diretto la Direzione di Matera negli ultimi cinque anni. Abilitato alla professione forense, il dott. Campanelli ha anche retto per sei mesi ad interim la Direzione Territoriale del Lavoro di Brindisi.

Si terrà oggi pomeriggio, alle ore 15 a Roma nella sede del ministero per lo Sviluppo economico, l'atteso incontro con le imprese di autotrasporto dell'indotto Ilva e le rispettive organizzazioni sindacali. A darne notizia è Biagio Provenzale, segretario provinciale di Trasporto unito Fiap, che, insieme ai segretari di Anita, Confetra, Fai-Conftrasporto, Confartigianato trasporti, Cna-Fita, Fisi, Sna Casartigiani autotrasportatori. Al vertice parteciperanno anche i commissari straordinari Ilva, Corrado Carrubba, Piero Gnudi e Enrico Laghi.

La richiesta che sarà avanzato ai commissari e ai rappresentanti del ministero sarà quella di onorare i crediti che queste imprese hanno nei confronti di Ilva facendo capire ai vertici ministeriali che una ripresa dei lavori da parte di queste aziende è impossibile, poiché il settore nello specifico avanza più di sei mensilità, situazione che, allo stato attuale, non permette finanziariamente la ripresa del servizio.

Tenendo conto, infatti, che l’autotrasporto  dalle proprie commesse ricava solo il 5-10% di utile e che i costi della produzione dei servizi sono notevoli, è impensabile riprendere a lavorare con i debiti che le stesse hanno verso i loro fornitori e verso lo Stato "per colpa dell’inadempienze dell’Ilva". Allo stesso tempo possibilità di lavoro alternativo non esiste, per questo motivo la maggioranza di queste imprese è destinata alla chiusura. Sono, infatti, più di 300 le imprese coinvolte con un credito vantato di circa 15 milioni di euro solo del settore autotrasporto dell’acciaieria di Taranto

Il Segretario Provinciale dello Sna Casartigiani Stefano Castronuovo ha commentato la convocazione dichiarando: “Apprezziamo l’attenzione che il Ministero ha dimostrato di avere per l’indotto dell’autotrasporto", afferma Stefano Castronuovo, segretario provinciale dello Sna Casartigiani, il quale spera che nella riunione di oggi, "si riesca a garantire a queste imprese, e ai propri dipendenti, il sostentamento necessario per ripartire, vista la particolare situazione della nostra città. Più volte - aggiunge Castronuovo - abbiamo scritto ed evidenziato lo stato del settore che si è visto togliere a poco a poco le prospettive di lavoro a incominciare dal porto di Taranto a finire alla vicenda Ilva".

Sulla questione “indotto” e sul clima che si vive nella città, il segretario provinciale Sna Casartigiani ritiene che la città "debba ritrovare l’unione e la coesione, non devono esistere lavoratori o cittadini di serie A o di serie B, in questa vicenda ci sono solo vittime, le aziende che hanno lavorato e non sono state pagate, i lavoratori dell’indotto che si ritrovano senza lavoro, e la città che piange i suoi morti di tumore, per questo motivo - conclude Castronuovo - oggi chiederemo anche progetti sul futuro della nostra città, una città che è già in default socio economico”.

 

Grande attenzione su criticità legate all'indotto. Chiesto un rapido rasserenamento del clima per ripresa lavoro. Per il pregresso assicurata la loro disponibilità a soluzioni che garantiscano l’indotto locale.

A una settimana dalla nomina, fitto programma di incontri, oggi a Taranto, per i Commissari  di ILVA in amministrazione straordinaria Corrado Carrubba ed Enrico Laghi (indisposto il Commissari o Piero Gnudi ha seguito gli incontri da Roma). Nel corso della mattinata hanno incontrato Umberto Guidato (Prefetto di Taranto), Ippazio Stefàno (Sindaco di Taranto) e Monsignor Filippo Santoro (Arcivescovo di Taranto), dando continuità al dialogo già attivato nei mesi precedenti da Gnudi e Carrubba.
I Commissari  hanno confermato, come già emerso nel corso del vertice a Roma con i sindacati, l’impegno a trovare le risorse per i lavoratori dell’appalto.
Il collegio Commissariale, inoltre, ha fornito rassicurazioni circa il pagamento degli stipendi di gennaio per i dipendenti ILVA, e il suo impegno affinchè – in attesa della conversione in legge del decreto che sbloccherebbe ingenti risorse per Taranto – si acceleri lo sblocco delle risorse Fintecna (secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato di Cassa Depositi Prestiti Giovanni Gorno Tempini durante l’audizione in Senato) e dei capitali sequestrati alla famiglia Riva (nell’ambito del procedimento per frode fiscale).
Nel pomeriggio, subito dopo il confronto all'interno del polo siderurgico tarantino con dirigenti e prime linee di stabilimento, i tre Commissari  hanno incontrato il Presidente di Confindustria, Vincenzo Cesareo, e i custodi giudiziari.
Al rappresentante degli industriali ionici, i Commissari  hanno ribadito l'auspicio di un rapido rasserenamento delle criticità legate alle forniture e alle tensioni nell'indotto. Come già emerso nelle settimane scorse nel corso dell'audizione al Senato del Commissari o straordinario Piero Gnudi, la procedura di amministrazione straordinaria garantisce – nel rispetto della normativa vigente, tenuto anche conto delle proposte di emendamento al testo del D.L. 5 gennaio 2015 n. 1 – i pagamenti legati alle nuove forniture anche nella prospettiva delle risorse finanziarie che, si prevede, potranno essere disponibili. Per quanto riguarda il pregresso, i Commissari  hanno assicurato tutta la loro disponibilità a identificare soluzioni che garantiscano l’indotto locale.


 

 

 

Da maggio prossimo la ASpl si chiamerà NASpl (Nuova Assicuazione Sociale per l'Impiego).

 

La legge delega di Riforma del Lavoro, il Jobs Act, ha introdotto importanti novità in tema di ammortizzatori sociali: l’ASpI, assicurazione per l’impiego introdotta dalla Legge Fornero, da maggio 2015 cambierà infatti volto e si chiamerà NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Una volta che questa si esaurirà, però, i lavoratori che permarranno nella condizione di disoccupazione con un ISEE basso potranno fruire dell’assegno di disoccupazione (Asdi) per un massimo di 6 mesi. Ad introdurre questa ulteriore tutela di sostegno al reddito per i lavoratori percettori della nuova NASpI, in via sperimentale dal 1° maggio 2015 al 31 dicembre 2015, è stato il decreto legislativo attuativo della legge 183/2014.

Requisiti

A regime, ad avere accesso all’Asdi saranno solo i lavoratori disoccupati che:

  • abbiano fruito della NASpI per la sua intera durata senza trovare occupazione;

  • si trovino in condizioni economiche, verificabili tramite l’ISEE e definiteattraverso un decreto del Ministero del Lavoro e del Ministro dell’Economia;

  • siano aderenti a un progetto personalizzato del centro per l’impiego.

    Per il 2015 potranno accedere all’Asdi solo:

  • i lavoratori con nuclei familiari in cui siano presenti minorenni;

  • i lavoratori in età vicina alla pensione.

    Importo e pagamento

    L’importo Asdi sarà pari al 75% dell’ultima NASpI conseguita se non superiore all’assegno sociale (circa 450 euro), con possibili incrementi basati sui carichi familiari. L’erogazione del contributo avverrà tramite strumenti di pagamento elettronico.

    Decreto attuativo

    Per i dettagli definitivi (incrementi, limiti di cumulo dell’Asdi con i redditi derivanti da una nuova occupazione, graduale riduzione in relazione ai redditi e alla persistenza della stessa nuova occupazione e così via) sarà necessario attendere il successivo decreto attuativo. Tra le condizioni per accedere all’assegno il lavoratore è prevista l’adesione del lavoratore ad un progetto personalizzato proposto dai Centri per l’Impiego che dovrà contenere specifici programmi di ricerca attiva di lavoro.


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