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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1911)

 

 

 

Cosa sta accedendo a Bruxelles

Gli aiuti pubblici all’ILVA

 

I soldi pubblici non devono servire ad aiutare l'Ilva ma i lavoratori e la città per bonifiche, riconversione, ambientalizzazione. E'questo, in estrema sintesi, il pensiero espresso da Peacelink  nel corso della conferenza stampa convocata presso la libreria Ghilmalesh alla vigilia di una scadenza che potrebbe rivelarsi decisiva.

Come si legge in apertura della corposa documentazione fornita agli organi di stampa che di seguito pubblichiamo integralmenrte  

 

"La proposta di aprire un'inchiesta sugli aiuti pubblici destinati all'Ilva approda domani 19 gennaio 2016 sul tavolo della Commissione europea.

 

La commissaria per la concorrenza Margrethe Vestager illustrerà alla Commissione Europea i motivi alla base dell'iniziativa nel quadro della disciplina Ue che vieta gli aiuti di Stato alla siderurgia e alla luce dell'importanza del settore. Successivamente Bruxelles dovrebbe rendere pubblica la decisione di avviare l'inchiesta.

 

“L'inchiesta formale che dovrebbe essere aperta la prossima settimana da Bruxelles - si legge sull’ANSA - mira soprattutto a valutare la legittimità del prestito ponte da 300 milioni accordato a dicembre ma anche degli ulteriori interventi a sostegno dell'Ilva per complessivi 800 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità 2016. Martedì a Strasburgo, dove la Commissione si riunirà in occasione della sessione plenaria dell'Europarlamento, Vestager illustrerà il contesto nel quale si viene a collocare sia l'indagine sul caso Ilva e sia quella su un'altra aziende del settore siderurgico che sarà aperta in contemporanea”.

 

PeaceLink aveva segnalato il problema

 

A segnalare un anno e mezzo fa le azioni di “aiuto” all’ILVA era stata PeaceLink e per mesi l’attività di indagine della Commissione Europea era stata ufficiosa e informale.

 

Il governo italiano potrà portare il suo punto di vista

 

L'avvio dell'inchiesta e la pubblicazione sulla 'Gazzetta Ufficiale Ue' delle contestazioni mosse al governo consentirà a tutte le parti interessate di presentare a Bruxelles le rispettive osservazioni. Al termine della valutazione delle informazioni così raccolte, Bruxelles dovrà decidere se ed eventualmente in quale misura gli aiuti ricevuti dall'Ilva sono compatibili con le norme che regolano il funzionamento del mercato unico europeo e il rispetto di una corretta concorrenza.

 

Cosa sta succedendo in Italia

 

Frana la cordata italiana Salva-Ilva

L’intervento dello Stato tenta di tamponare una situazione sempre più sfilacciata.

I bresciani di Ori Martin (acciaieria) dicono che non sono interessati a quote Ilva. E anche Feralpi (gruppo siderurgico) smentisce di volersi accollare quote di Ilva, ossia debiti. Anche Fiat non vuole far parte della cordata. E la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) non può investire (è vietato dallo statuto) in aziende decotte. I soldi dell'ultimo decreto non possono essere dati altrimenti interviene la Commissione Europea, ma per il Governo è l’ultima parta prima del deragliamento dell’ILVA.

 

L’uso improprio della Cassa Depositi e Prestiti (CDP)

 

Utilizzando CDP (risparmio postale delle famiglie) per salvare l’ILVA si verrebbe meno a vincoli di legge a tutela del risparmiatore; per questo risparmio è prevista una “sana e prudente gestione”. Franco Bassanini ha scritto queste osservazioni che assolutamente sconsigliano l’uso della CDP quale strumento di intervento nel capitale di imprese in crisi.

 

Ostacoli all’uso della CDP per aziende in crisi

 

Essi possono essere così riassunti:

a) La legge impone a Cdp e alle sue controllate per gli investimenti in equity l’obbligo di investire solo in società “in condizioni di stabile equilibrio economico, patrimoniale e finanziario” e con “adeguate prospettive di redditività”;

 

b) lo stesso obbligo è ribadito dallo Statuto di Cdp e del FSI (che gli azionisti di minoranza, il cui voto è necessario, hanno già fatto sapere di non volere modificare);

 

c) un intervento in equity in imprese in crisi rischia di innescare una procedura europea di infrazione per aiuti di Stato.

 

Un intervento di Cdp nella ristrutturazione di imprese in crisi la avrebbe esposta inoltre ai seguenti altri rischi:

 

d) il rischio di riclassificazione di Cdp nel perimetro della PA, da parte di Eurostat, con relativo consolidamento del suo debito nel debito pubblico;

 

e) il rischio di un intervento della vigilanza di Banca d’Italia, alla quale Cdp è soggetta;

 

f) il rischio di un procedimento per danno erariale di fronte alla Corte dei Conti;

 

g) last but not least, il rischio di una fuga dei risparmiatori dal risparmio postale, di fronte alle polemiche e/o equivoci che un intervento della Cassa innescherebbe (“Governo e Cdp mettono a rischio i risparmi dei pensionati!”).

 

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Franco Bassanini è stato presidente della Cassa Depositi e Prestiti dal 6 novembre 2008 al 10 luglio 2015.


 

Le vere ragioni della crisi dell’ILVA

Mentre il governo tende a scaricare le colpe della crisi dell’ILVA sull’Europa, o sugli ambientalisti o sui magistrati o sulle multinazionali tedesche e francesi della siderurgia, sta accadendo qualcosa di molto grave: il prezzo dell’acciaio crolla del 45% a livello mondiale. E la contrazione della domanda di acciaio, a fronte di una sovracapacità produttiva ormai crescente, rende l’acciaio una merce sovrabbondante e destinata a generare una guerra dei prezzi al ribasso sempre più forte. L’ILVA ha perso tre miliardi di euro in tre anni e non sembra migliorare la situazione del settore per il 2016 di fronte ad una stagnazione del mercato siderurgico. Nel 2015 la produzione di acciaio dello stabilimento ILVA di Taranto è rimasta sotto i 5 milioni di tonnellate/anno quando ne servirebbero almeno 7 per raggiungere il punto di pareggio fra costi e ricavi. E l’aumento della produzione non può avvenire in una situazione di ristagno del mercato (la stessa Cina non aumenta più i suoi livelli produttivi).


 

La posizione di PeaceLink

Il divieto posto dal TFUE

 

Gli aiuti di Stato sono vietati dal Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) per evitare che venga falsata la concorrenza e che si manifesti il rischio di falsare la concorrenza.

Questo divieto non è stato scritto contro l’Italia ma è posto anche a tutela di tutte le nazioni e quindi anche dell’Italia. E infatti l’Italia ha firmato il TFUE. E se il governo italiano lo dovesse violare aiutando l’ILVA non può contestarlo proprio ora. Anche perché il cattivo esempio si potrebbe estendere ad altre nazioni ben più potenti dell’Italia, come la Germania o la Francia o la Gran Bretagna, che potrebbero fare lo stesso aiutando le loro acciaierie e mandando in frantumi l’Unione Europea in una concorrenza senza più regole comuni.

 

Il governo italiano può aiutare la città di Taranto, i lavoratori Ilva ma non l’azienda Ilva. Lo specifica l’articolo 107 nei suoi vari commi in cui specifica cosa è vietato, cosa è consentito e cosa può essere consentito.

 

I soldi dello Stato devono servire ad aiutare i lavoratori e la comunità

La posizione di PeaceLink è quella di usare i soldi dello Stato (ossia dei contribuenti) allo scopo di aiutare i lavoratori ILVA e la comunità locale, favorendo una riconversione anche con i fondi dell’Unione Europea per le aree di crisi industriale. Usarli dandoli all’ILVA significherebbe

  • buttarli in un pozzo senza fondo (ILVA ha perso tre miliardi di euro in tre anni)

  • bruciare dei fondi che servirebbero per la riconversione e trovarsi sguarniti di risorse nel momento in cui ILVA chiuderà (riproponendo per Taranto uno scenario di desolazione e di abbandono stile Bagnoli);

  • far incappare l’Italia in una procedura di infrazione con pesanti sanzioni.

Invece di farsi sanzionare dall’Europa, il governo italiano si può far aiutare dall’Europa per il processo di riconversione e di rilancio, per il quale sono previsti appositi fondi.

 

I soldi dei risparmiatori non vanno toccati

 

L’uso della CDP va assolutamente scongiurato altrimenti lanceremo una campagna di obiezione di ritiro dei risparmi dai libretti postali e dai buoni fruttiferi, e sconsiglieremo i risparmiatori dal prenderne di nuovi sia per ragioni di coscienza che di convenienza.

 

L’attività di PeaceLink a Bruxelles

 

Informazioni costanti alla Commissione Europea

 

PeaceLink ha posto da un anno e mezzo a Bruxelles il problema degli aiuti di Stato all’ILVA quando ha notato che Ilva produceva enormi perdite e si stava avviando a diventare un’azienda decotta.

L’attività di PeaceLink è avvenuta informando in modo tempestivo e accurato la Commissione Europea, così come ha fatto per le violazioni della direttiva sulle emissioni industriali.

PeaceLink ha agito in modo trasparente rendendo note le sue comunicazioni alla Commissione.

 

PeaceLink è iscritta al Registro Europeo della Trasparenza.

PeaceLink ha potuto esercitare in Europa quelle azioni di partecipazione democratica che dovrebbero essere favorite anche in Italia. L’Europa consente ai cittadini una partecipazione e un ascolto che il governo italiano non attua.

E' un grande onore per Peacelink essere un'associazione accreditata presso la Commissione Europea e il Parlamento Europeo.

Mentre in Italia vengono fatte leggi per rendere legale ciò che non è legale (incorrendo in infrazioni europee), riteniamo che l'Europa sia un riferimento di legalità imprescindibile per fermare questa riscrittura malata della legislazione nazionale ad uso e consumo del governo e a danno dei cittadini.


 

L’Europa ascolta, il governo italiano no

Le critiche a PeaceLink di aver agito usando amicizie “potenti” nasce dall’ignoranza delle regole comunitarie che garantiscono ai cittadini e alle loro associazioni il diritto di interloquire con la Commissione Europea. In Europa i cittadini vengono ascoltati e considerati, in Italia il governo li ignora e li umilia. Accade così che chi li ignora e li umilia senta addirittura puzza di bruciato quando le istituzioni europee invece li ascoltano con attenzione e serietà, applicando le leggi, invece di eluderle.

 

La portavoce europea di PeaceLink

Chi in questi giorni non si è fatto una ragione della capacità di PeaceLink di portare la voce di Taranto ai massimi livelli europei ha insinuato complotti di ogni tipo. Non ha calcolato che la portavoce di PeaceLink, Antonia Battaglia, è stata funzionaria dell’Onu con un lungo curriculum di relazioni internazionali, lauree e master. Nulla a che vedere con quelli che sono abituati a fare in Italia le solite arrampicate politiche con una robusta raccomandazione e un mediocre curriculum.   

 

La persistenza del pericolo sanitario a Taranto

 

La vicenda sugli aiuti di Stato all’Ilva si svolge in parallelo rispetto all’altro dibattito, quello sulla salute e della minaccia dell’inquinamento, nonché nella preoccupazione che il persistere dell’inquinamento genera soprattutto fra chi ha bambini piccoli. Alcuni genitori tarantini si sono autotassati per far affiggere dei manifesti in città con la scritta “I BAMBINI DI TARANTO VOGLIONO VIVERE”.

Il vicesegretario provinciale del Pd jonico Costanzo Carrieri ha definito come atti di «populismo sfrenato i manifesti 6x3» apparsi in questi giorni in città relativi al futuro dei bambini tarantini.

Lo studio Sentieri ha certificato un eccesso del 54% di tumori nei bambini a Taranto rispetto alla media regionale.

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I genitori così hanno raccontato il contesto in cui è maturata la scelta di far affiggere quei manifesti.

 

“Mamma, ma è vero che a Taranto i bambini si ammalano molto di più che nel resto d’Italia?”

Federica (il nome è di fantasia) aveva otto anni e gli occhi spalancati dal terrore quando per la prima volta pose questa domanda alla madre. Li vedemmo, quegli occhi, perché eravamo lì, a casa dei nostri amici, quella sera. Il silenzio calò così improvviso e freddo da gelare i nostri cuori. E mentre la madre cercava una risposta “adeguata”, se mai ci può essere risposta a tale domanda, Federica la fissò con le lacrime agli occhi, urlando: “Tu mi devi portare via da qui. Ti prego. Io voglio vivere”.

 

I commissari straordinari di Ilva, Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba hanno nominato, oggi, l’ingegnere Marco Pucci direttore generale del Gruppo Ilva. Già responsabile del coordinamento delle partecipate del Gruppo e precedentemente direttore commerciale, Marco Pucci assume l’incarico all’avvio dell’esecuzione del programma di trasferimento dei complessi aziendali dell’ILVA predisposto dai tre commissari e approvato con decreto dal ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi.

Pucci, esperto del settore siderurgico, è stato amministratore delegato di Acciai Speciali Terni, dopo una lunga carriera nel gruppo Tyssen. Laureato in ingegneria ad Ancona, ha svolto nel 1989 un anno di training presso lo stabilimento Nippon Steel diKimitsu all'interno del progetto high potential che ha coinvolto 12 ingegneri selezionati in tutti gli stabilimenti del Gruppo ILVA.

Dal 1990 al 1992 è stato responsabile produzione dell'acciaieria due dello stabilimento ILVA di Taranto.

Nel 1992 ha assunto la responsabilità della gestione delle materie prime di Acciai Speciali Terni (AST), allora ancora Gruppo ILVA (fino al 1994). Nel 1996 diventa responsabile degli approvvigionamenti di AST, nel 2002 direttore vendite, nel 2003 CEO di Terninox (centro servizi del Gruppo) e nel 2005 membro del board con deleghe al marketing e commerciale.

Dal 2012 è CEO di Acciai Speciali Terni (con deleghe al marketing, commerciale, spedizioni e logistica, pianificazione commerciale e industriale, affari legali, personale e internal auditing), e, tra l'altro, presidente di Terninox, consigliere di Aspasiel, presidente del Centro Inox, consigliere di Federacciai, membro di ISSF (International Stainless Steel Forum) e membro Eurofer.

Nel 2014 torna in Ilva prima come direttore commerciale e, fino ad ora, come responsabile del coordinamento delle società partecipate.

In una nota precedente si fa presente che seguito del nuovo scenario, creatosi con i recenti sviluppi che hanno interessato il Gruppo Ilva ed essendo mutate le condizioni per le quali l’ing. Massimo Rosini era stato chiamato un anno fa alla guida della Società, i commissari straordinari, Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, e il direttore generale Rosini hanno deciso congiuntamente di risolvere il rapporto di lavoro che legava quest’ultimo all’Azienda.

 

I commissari ringraziano l’Ing. Rosini per il proficuo lavoro svolto durante la sua gestione e per aver guidato la fase di rilancio industriale della Società e per aver continuato le attività di risanamento ambientale, in un contesto di mercato particolarmente difficile per Ilva e per l’intero settore siderurgico.

 

 

 

 

 

Pronto a incalzare Governo e rappresentanti sindacali nazionali per ottenere garanzie su livelli occupazionali e ambientalizzazione

 

L'apertura di un confronto col Governo che abbia al centro la questione relativa al mantenimento degli attuali livelli ocupazionali e gli interventi in materia ambirntale, l'avvio di un confronti serrato all'interno con l'azienda al fine di ottenere una riduzione degli esuberi temporanei, l'isituzione di un tavolo nazionale di fim, Fiom, Uilm che veda coinvolti tutti i siti siderurgici per interloquire con il Governo, Sono queste, in sintesi, le decisioni assunte ieri mattina dal  consiglio di fabbrica Ilva di Fim Fiom e Uilm, che ha deciso dopo un sit in, in una fase complicata in cui versa l’Ilva di Taranto, di riunirsi presso la sala consiliare  di Palazzo di Città concessa dalla stessa istituzione, per discutere delle varie questioni e tematiche che interessano lo stabilimento siderurgico ed il futuro dei lavoratori.

 

 

I punti  emersi dai vari interventi delle RR.SS.UU. sono stati i seguenti:

 

 

Da una discussione in merito al D.L.n. 191/2015 varato il 4 Dicembre scorso che ha portato alla pubblicazione del bando in data 5 Gennaio 2016 a firma del ministro Guidi, inerente le manifestazioni di interesse in relazione all’operazione di trasferimento dei complessi aziendali, Fim, Fiom e Uilm ritengono necessario avviare un confronto con il Governo per affrontare nel merito, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, ribadire la totale contrarietà ad eventuali spacchettamenti e ottenere chiarimenti circa le modifiche del Piano Ambientale, consapevoli del fatto che potrebbero esserci variazioni qualora dovessero presentarsi ulteriori innovazioni tecnologiche, funzionali all’abbattimento dell’impatto ambientale. 

 

La procedura di consultazione dei contratti di solidarietà in scadenza, aperta ufficialmente da Ilva,  ci vedrà impegnati nei vari incontri con l’azienda finalizzati alla riduzione degli esuberi temporanei. Inoltre l’introduzione delle modifiche apportate dal Jobs Act, che peggiorano la tutela del reddito dei lavoratori, rende imprescindibile la richiesta  di integrazione salariale, già manifestata da Fim Fiom e Uilm ad Ilva nell’incontro del 11 Gennaio 2016, a cui l’azienda ha manifestato la propria indisponibilità.

 

Emerge inoltre la necessità di istituire un tavolo nazionale di FIM FIOM UILM, partendo con un coordinamento nazionale delle RR.SS.UU., tra i vari siti interessati alla siderurgia, finalizzato ad ottenere risposte concrete dal Governo.

 

 

Dall’analisi di quanto discusso oggi le RR.SS.UU. di Fim Fiom e Uilm hanno stabilito di iniziare una campagna di assemblee con i lavoratori anche in preparazione delle mobilitazioni che seguiranno qualora gli scenari futuri continueranno e dare incertezze rispetto alla mancanza di garanzie sulle opere di bonifica necessarie e sulla tenuta dei livelli occupazionali.

Analogo dibattito si terrà nei prossimi giorni con i lavoratori dell’indotto, già duramente penalizzati dalle ricadute di tale situazione, per intraprendere un percorso comune.

 

                 

 

 Con l'Avviso 1/2015 le aziende aderenti a Fondimpresa possono presentare, attraverso FORMARE PUGLIA, richiesta di contributo aggiuntivo concesso per la realizzazione di piani formativi aziendali o interaziendali rivolti ai lavoratori delle PMI di minori dimensioni, presentati sul "Conto Formazione" per un importo compreso tra 1.500,00 e 10.000,00 euro. Prorogata scadenza al 31 marzo 2016.

Con l'Avviso 2/2015, prorogato al 31 marzo 2016, può essere richiesto, un finanziamento da parte di Singole aziende aderenti a Fondimpresa, che presentano un Piano aziendale che prevede l'utilizzo di voucher formativi per partecipare a corsi presenti nel Catalogo qualificato di FORMARE PUGLIA. Si possono presentare anche Piani interaziendali. Di seguito il link del catalogo Formare Puglia nel quale scegliere i corsi di interesse: http://www.formarepuglia.com/…/36-fondimpresa-il-catalogo-f…

SE INTERESSATI A PARTECIPARE CONTATTARE FORMARE PUGLIA,TELEFONANDO ALLO 0996614691 o 3475322995 o 3273895936 o INVIARE UN FAX ALLO 099 9940488 o UNA MAIL a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Non ci sentiamo rappresentati dalle istituzioni politiche e da alcune organizzazioni socioeconomiche del territorio. Stiamo morendo e nessuno fa niente per aiutarci”. La denuncia, forte, di Giacinto Fallone, presidente della categoria Autotrasportatori di Casartigiani Taranto che, con l’inizio del nuovo anno, lancia l’ennesimo appello, con la speranza, estrema, che il 2016 porti finalmente qualcosa di buono.

“Niente Porto, Ilva muore e Agromed non decolla: non sappiamo più come andare avanti”. E’ questo lo stato d’animo dei tanti lavoratori del settore che non vedono nuove strade per la logistica locale.

Porto, Ilva e Agromed. Fallone è chiaro e diretto, centrando quelle che sono le tematiche economiche ed occupazionali maggiormente sentite in riva allo Jonio. Perché, se di Ilva e Porto di Taranto si discute quotidianamente, la questione Agromed è quella che si vorrebbe vedere emergere in un momento in cui di tutto il resto non vi è una traccia positiva.

“Parlando di Agromed, il suo presidente, Luigi Sportelli, numero uno uscente della locale Camera di Commercio, è particolarmente fiero di un bilancio attivo di circa 10 milioni di euro. Non vi è però da essere fieri – evidenzia il rappresentante degli autotrasportatori iscritti alla nota associazione artigiana – se valutiamo che questi soldi ci sono semplicemente perché i vertici di Agromed (di cui la Camera di Commercio è socia insieme a Comune e Provincia di Taranto) non sono stati in grado di investirli. Ad oggi, infatti, nessun progetto è stato avviato e nessun impegno è stato assunto da determinati politici e da determinati rappresentanti socioeconomici nell’ottica di rilancio e sviluppo della nostra categoria, e non solo, pur in presenza di risorse”.

Insomma, Casartigiani Taranto chiede e pretende nuove opportunità per una città che, alla luce delle sue potenzialità, ha il diritto di vivere e non solo di sopravvivere. “Basta con le promesse puntualmente disattese e soprattutto – chiude così Giacinto Fallone – basta con l’incapacità di chi è alla guida del nostro territorio e di quelle realtà che potrebbero costituire la svolta mentre, invece, sono solo statiche e propagandistiche”.

 

E' QUANTO EMERGE DAL RAPPORTO 2014-2015

 

Pubblicato il nuovo rapporto annuale, aggiornato al II semestre del 2015, dell'Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Puglia.
L'Osservatorio, incardinato presso l'assessorato al Lavoro della Regione Puglia e - novità assoluta dell'edizione 2014-2015 - con la collaborazione dell'Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali (IPRES), si pone l'obiettivo di rappresentare al decisore e all'opinione pubblica uno studio approfondito sulle dinamiche del mercato del lavoro pugliese, tenendo insieme i dati reali delle Comunicazioni Obbligatorie con i risultati delle indagini campionarie.
"Il rapporto annuale, giunto alla sua terza edizione - fa sapere Sebastiano Leo, assessore all'istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Puglia - è il risultato di un lavoro complesso che a sua volta restituisce un quadro articolato del territorio e delle dinamiche professionali: non già una fotografia del mercato del lavoro, piuttosto un'animazione, un flusso che cerca di offrire una lettura dei fenomeni ad ampio raggio e slegata dal contingente. È in questa chiave che va interpretato il rapporto: un'analisi di lungo periodo che descrive tendenze, risultato dello studio dei dati degli ultimi venti anni.
"È grazie al rapporto - continua Leo - che abbiamo conferme sul tasso di occupazione delle classi più anziane che cresce a partire dal 2005, con picchi significativi nel 2011 e nel 2013: insomma si resta a lavoro sempre più a lungo, a scapito dei giovani tra i 15 ed i 24 anni, la cui riduzione del tasso di occupazione inizia nel 2003 e non sembra arrestarsi, salvo piccoli segnali di fiducia che emergono nei primi due trimestri del 2015".
"Certamente utile è lo studio dei dati relativi ai trend più recenti, che segnano un andamento lievemente positivo. Nel secondo trimestre del 2015 - dice ancora l'assessore - l'occupazione ammonta a 1.189.800 unità, con un aumento di 32.600 unità rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+2,8%). Il secondo trimestre 2015 ha segno più anche rispetto al primo trimestre dello stesso anno: + 11.800 unità cioè +1%. Contribuisce a questi segnali positivi soprattutto il lavoro femminile.
"Infine - ha concluso Leo - i dati relativi alle Comunicazioni Obbligatorie ci offrono uno dei trend più interessanti: negli ultimi due anni il numero delle attivazioni di nuovi rapporti di lavoro tende a crescere, al contempo il numero dei rapporti di lavoro che cessano è più o meno stazionario. Questa tendenza dimostra una certa ritrovata vitalità del mercato del lavoro subordinato e parasubordinato e ci consegna spiragli di speranza per il futuro".
Il rapporto, pubblicato a fine dicembre, è liberamente scaricabile sul portale regionale Sistema Puglia, disponibile all'indirizzo http://www.sistema.puglia.it/SistemaPuglia/mercatolavoro

“Finalmente! Finalmente - dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - il Governo ha pubblicato il bando per trovare un acquirente della più grande acciaieria d’Europa, un impianto strategico per l’economia italiana e europea, che deve continuare a produrre e a dare occupazione, senza però uccidere e far ammalare i cittadini pugliesi”. “Sollecito quindi tutti coloro che sono interessati a manifestare l’interesse per l’acquisizione dell’impianto, precisando che la trasformazione della fonte energetica fondamentale da carbon coke a gas, rappresenta l’unica reale possibilità di conciliare esigenze produttive e salute. Ricordo che l’utilizzo del gas naturale e del cosiddetto preridotto, abbatte le emissioni nocive del 100% e del 60% quelle di CO2”. “E’ questo l’unico modo – prosegue il presidente - per rendere compatibile la nuova Ilva con gli impegni che tutta la Unione Europea ha preso a Parigi, in occasione della conferenza internazionale sul clima, e in merito alla totale decarbonizzazione dell’industria europea”. “I 20 miliardi di metri cubi di metano provenienti dall’Azerbaigian, insieme ai giacimenti recentemente scoperti in Egitto dall’Eni e a quelli in esercizio in Basilicata potrebbero assicurare all’Ilva forniture di gas illimitate, potendo così presentare la produzione di acciaio italiana e europea come una delle poche compatibili con l’ambiente e con la salvezza del pianeta e dei suoi abitanti”. “La Regione Puglia – conclude Emiliano - rimane a disposizione del Governo e degli eventuali acquirenti dello stabilimento per favorire la positiva soluzione della trattativa di acquisto”.

ILVA privatizzata e non ambientalizzata: un film già visto - sostiene Cosimo Borraccino, Consigliere Regionale di Noi a sinistra per la Puglia. Appare in tutto la sua vacuità il progetto del Governo RENZI di mettere sul mercato l'azienda dei Riva senza riferimento alcuno alla bonifica. Lo Stato - prosegue - doveva garantire, nell'anno appena trascorso, la nascita di una NEWCO, attraverso i fondi dell'apposito Fondo salva imprese, delle banche esposte coi Riva e della Cassa Depositi e Prestiti, risanare l'azienda per poi cederla.
Nulla é accaduto.  Rispetto poi alle prescrizioni contenute nell'AIA siamo ancora in alto mare e questo è grave.
Appare chiaro ora - continua il Consigliere regionale -  l'assoluto silenzio del Governo nazionale sulla decisione della Procura Svizzera del non utilizzo dell'ingente patrimonio dei Riva. Da cappello al citato quadro nefasto l'ultimo nefasto Decreto salva Ilva che prevede che l'acquirente possa chiedere la modifica dell'autorizzazione integrata ambientale. Oramai si può fare di tutto con una facciatosta inaudita, sulla carne viva del popolo tarantino. Borraccino si pone quindi delle domande: Che ne è delle battaglie ambientaliste, delle tre Leggi regionali per la tutela della salute (Legge antidiossina, contro il benzopirene e per il danno sanitario) e dell'immane opera della Procura di Taranto?  Chi garantirà ora, dopo la privatizzazione quasi coatta, la tutela dei lavoratori e il risanamento ambientale?  Troppa enfasi purtroppo vedo in giro rispetto ad un'operazione che invece andrebbe letta per quella che in realtà è: n grosso business per chi acquisterà l'acciaieria, senza le dovute necessarie tutele degli operai e dei cittadini tarantini.Amara e scomoda verità ma che va detta! Ritengo, oggi più che mai, che l'unica strada possibile per l'ambientalizzazione e la tutela dei livelli occupazionali sia il diretto controllo da parte dello Stato dell'azienda. Il resto, in tema col consueto stile renziano, - conclude Cosimo Borraccino - è solo propaganda allo stato puro!

 

"Il Governo ci metta nella condizione di capire! Apra il confronto con i rappresentanti dei lavoratori e spieghi chiaramente se esiste una strategia capace di disegnare un futuro sulla vicenda ILVA o se tutto sarà lasciato al caso, peggio ancora al mercato.E’ il primo commento del Segretario Generale della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra, dopo la pubblicazione del Bando che in concreto rimette sul mercato l’azienda siderurgica più importante d’Italia.Non si tratta di una posizione aprioristica contraria ad interventi da parte di privati, si tratta solo di buon senso e di maturata esperienza pagata proprio sulla pelle di quei lavoratori e di questa comunità – spiega Massafra – perché il bando di evidenza pubblica rischia di riconsegnare alle logiche del mero profitto, quelle che hanno già prodotto, nei decenni scorsi, inquinamento, morte e difficili condizioni di lavoro, la sorte di 15mila famiglie e di un intero territorio che ora torna ad essere solo, esposto e lasciato al suo destino.Due anni e mezzo - secondo il segretario della CGIL tarantina -  passate a nutrire l’illusione che lo Stato non avrebbe lasciato le mani degli operai diretti e dell’indotto naufraghi e senza scialuppe nella stagione della grande tormenta che ha interessato l’ILVA. Oggi, invece, anche a causa delle procedure d'infrazione messe in cantiere dalla UE, (che continuiamo a non comprendere, perché hanno il sapore di un accanimento nei confronti della struttura economica del nostro Paese), si accelera verso una vendita dello stabilimento che  appare fatta al buio. Sarà una cordata italiana, come qualcuno ha ipotizzato? E allora la domanda che sorge spontanea è: chi avrà le risorse necessarie per completare il piano di risanamento ambientale e intervenire con le necessarie innovazioni per riportare adeguati livelli di produttività, salvaguardando i livelli occupazionali?Sarà una cordata straniera? Siamo davvero convinti che le multinazionali estere siano interessati allo stabilimento e al suo rilancio, o piuttosto a liberare il mercato da un possibile concorrente? Uno scenario – termina Giuseppe Massafra – che oggi va definitivamente delineato e reso palese, nella fase più delicata del futuro di quello stabilimento e di questa terra che non può lasciare indifferente nessuno. Ecco perché sin da ora richiamiamo nuovamente l’attenzione del Governo su chi sullo sfondo degli interessi economici e delle quote di mercato rischia di perdere tutto senza neanche essere stato ascoltato. Non lasceremo che questo accada e per questo sin da ora siamo pronti a mobilitare uomini e coscienze!


 

di AMEDEO COTTINO

La Legge di Stabilità 2016 è stata definitivamente approvata in Senato, con voto di fiducia, martedì 22 dicembre: 162 voti a favore, 135 contrari, nessun astenuto. La manovra vale 35,4 miliardi di euro e porta il rapporto deficit/PIL al 2,4%. Soddisfazione da parte del premier, Matteo Renzi (NELLA FOTO CON IL MINISTRO DEL LAVORO POLETTI), mentre il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sottolinea che la Stabilità 2016 «rafforza e stimola la crescita e il lavoro e indirizza risorse importanti per i poveri, i meno abbienti e per i giovani».

Vediamo in sintesi le misure fondamentali.

IMU-TASI

È uno dei capitoli di maggior rilevanza della Legge di Stabilità 2016 (vale 3,7 miliardi) e riguarda sia le abitazioni sia gli immobili d’impresa:

  • viene eliminata la TASI sulla prima casa,con l’unica eccezione delle abitazioni di lusso (categorie catastali A1, A8 e A9);

  • l’abolizione dell’imposta si applica anche nel caso di abitazione assegnata al coniuge legalmente separato;

  • fra le novità dell’ultima ora, inserite alla Camera, uno sconto del 50% per l’imposta sulla prima casa data in comodato d’uso a parenti di primo grado (figli e genitori), a condizione che si possieda solo un’altra casa di proprietà nello stesso Comune.

Per quanto riguarda le imprese eliminata l’IMU sui terreni agricoli e quella sugli imbullonati, ovvero i macchinari fissi al suolo delle aziende.

Infine, c’è un provvedimento che si potrebbe definire salva delibere, che rende applicabili al 2015 le variazioni sulle aliquote IMU e TASI approvate dai Comuni entro il 31 luglio (non più entro il 30 luglio). Non è chiaro quali saranno gli effetti di questo slittamento (il saldo sulle imposte prima casa 2015 è stato già pagato).

Altre misure sugli immobili

Ci sono una serie di norme che riguardano i settori delle compravendite immobiliari e dell’edilizia. Prorogate al 2016 le detrazioni su ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica nelle attuali misure (rispettivamente, 50% e 65%), e il bonus mobili, che si arricchisce di una nuova possibilità: una detrazione sempre al 50%, fino a una spesa massima di 16mila euro, per arredi ed elettrodomestici destinati alla prima casa appena acquistata da giovani coppie. Previsto poi un leasing agevolato per l’acquisto della prima casa, sempre da parte di giovani coppie (con almeno uno dei due componenti sotto i 35 anni).

Infine, c’è una misura che introduce la possibilità di applicare le agevolazioni fiscali sull’acquisto della prima casa, relative a imposta di registro o IVA, anche da parte di chi ne ha già usufruito per acquistare un’abitazione precedente e decide di cambiare casa, a condizione che il vecchio immobile venga venduto entro un anno dal rogito.

Misure per le imprese

Nel corso dell’iter parlamentare sono state confermate le misure introdotte dal ddl originario del Governo, con una serie di novità destinate in particolare alle imprese del Sud. In particolare, è stato previsto un credito d’imposta, diversificato a seconda delle dimensioni dell’impresa (20% per le piccole imprese, 15% per le medie imprese, 10% per le grandi imprese), per gli investimenti in macchinari delle aziende di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, oppure nelle zone assistite delle regioni Molise, Sardegna e Abruzzo. Fra le altre misure per le imprese:

  • superammortamento al 140% per l’acquisto di macchinari: la deduzione è applicabile agli acquisti in beni strumentali effettuati dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016;

  • sconto contributivo al 40% per due anni per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel 2016;

  • eliminazione IRAP agricola;

  • detassazione premi di produttività.

Pacchetto sicurezza

È una delle novità fondamentali introdotte nel passaggio alla Camera. Dopo gli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, è stato inserito in manovra un pacchetto da 2 miliardi di euro, il 50% da destinare alla sicurezza e il 50% alla cultura. Fra le misure destinate alla sicurezza, un bonus di 80 euro in busta paga a tutti gli esponenti delle forze dell’ordine, mentre sul fronte della cultura una card da 500 euro ai ragazzi che compiono 18 anni da spendere in attività culturali (musei, cinema, teatri). Per queste misure sono stati utilizzati i fondi che originariamente erano previsti per anticipare al 2016 parte del taglio IRES alle imprese (che quindi slitta al 2017).

Pensioni

Confermate le misure originarie, in parte potenziate:

  • l’Opzione Donna viene estesa anche alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre dell’anno (quindi i requisiti sono 35 anni di contributi e 57 o 58 anni di età);

  • no tax area pensionati a 8mila euro per chi ha più di 75 anni;

  • settima salvaguardia a tutela di 26mila 300 esodati;

  • nuova possibilità di part-time per la pensione per lavoratori a cui mancano meno di tre anni all’età pensionabile, l’azienda paga i contributi pieni, ma li versa direttamente in busta paga invece che all’INPS e al dipendente viene comunque accreditata contribuzione figurativa per cui alla fine percepirà la pensione senza decurtazioni.

Salva risparmiatori

Provvedimento di tutela per i piccoli risparmiatori penalizzati dopo il salvataggio delle quattro banche (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, Cari Ferrara): previsto un fondo con dotazione intorno ai 100 milioni di euro per risarcire i circa 12mila 500 obbligazionisti che avevano acquistato titoli subordinati. Il fondo è finanziato dal sistema bancario, l’entità dei risarcimento sarà decisa, in base a criteri da fissare con apposito decreto ministeriale, da una commissione di arbitri nominati dalla presidenza del Consiglio. Il premier, Matteo Renzi, ha annunciato l’intenzione di affidare l’incarico a Raffaele Cantone, presidente dell’autorità anticorruzione.

Altre misure

  • Congelati gli aumenti IVA e accise per il 2016 previsti da precdenti clausole di salvaguardia per assicurare il pareggio di bilancio;

  • fondi UE ai professionisti: i liberi professionisti sono equiparati alle PMI nell’accesso ai fondi UE;

  • conciliazione lavoro-famiglia: due giorni di congedo obbligatorio per i papà, da utilizzare anche non consecutivamente. Il voucher per asilo o baby sitter esteso anche a lavoratrici autonome e imprenditrici;

  • tetto contanti portato a 3mila euro (dagli attuali mille euro): resta però a mille euro per i money transfer e per i pagamenti della Pubblica Amministrazione (quindi, ad esempio, per il pagamento delle pensioni);

  • pagamenti elettronici: eliminato il tetto dei 30 euro, commercianti e professionisti sono obbligati ad accettare sempre pagamenti con carte di credito e bancomat per operazioni sopra i 5 euro, a meno che non ci sia un’oggettiva impossibilità tecnica;

  • canone RAI: dal 2016 scende a 100 euro (dai precedenti 113,50) e si paga con la bolletta elettrica, in dieci rate. Nel primo anno di applicazione la prima rata sarà inserita nella bolletta di luglio, successivamente si inizierà da gennaio;

  • fisco: semplificazioni per la dichiarazione dei redditi 2016, con l’abolizione delle verifiche per i rimborsi superiori a 4mila euro relativi a carichi di famiglia o eccedenze di precedenti dichiarazioni. Nuovi obblighi per medici e strutture sanitarie nella trasmissione dati al Fisco per la predisposizione del 730/precompilato 2016, che conterrà le spese sanitarie, senza però applicare sanzioni nel 2016 (a meno che non si rilevi un’indebita fruizione di detrazioni);

  • spending review: ci sono misure che in tutto valgono intorno ai 5 miliardi, che riguardano sanità, spese della pubblica amministrazione, tagli ai CAF (centri di assistenza fiscale).

 

 


Le imprese dell’artigianato alimentare resistono alla crisi, in controtendenza rispetto al resto delle aziende artigiane pugliesi. Mentre queste ultime registrano una flessione dell’1,8 per cento (da 73.302 aziende a 71.947), il numero di aziende nel settore alimentare rimane pressoché invariato. Anzi, durante le festività natalizie, aumentano i volumi di fatturato. Basti pensare che, a dicembre, le vendite al dettaglio di prodotti alimentari risultano del 23,6 per cento superiori alla media.
In Puglia, il settore dell’artigianato alimentare conta 6.528 imprese tra pasticcerie, panifici, pastifici, distillerie, laboratori per la lavorazione di prodotti lattiero-caseari, carni, frutta, ortaggi, pesce, oli, grassi vegetali ed animali. E’ quanto emerge da un’indagine del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia.
In particolare, il comparto più consistente è quello che raggruppa pasticcerie, panifici e gelaterie con 3.185 imprese, pari al 48,8 per cento del totale. Seguono i locali che vendono cibi da asporto. Ce ne sono 2.241. Rappresentano il 34,3 per cento del dato complessivo.
Le ditte che lavorano prodotti lattiero-caseari sono 367, cioè il 5,6 per cento del totale. I pastifici sono 321 e rappresentano il 4,9 per cento.
Le aziende che producono oli, grassi vegetali e animali sono 95, mentre quelle che fanno tè, caffè, cacao, condimenti e spezie 63.
Sono 51 le distillerie e le birrerie, 46 le imprese che trasformano le granaglie, 63 quelle che lavorano frutta, ortaggi e pesce. Appena 22 quelle che macellano carni. Ci sono, poi, altri 74 produttori alimentari. 
Cene e pranzi natalizi, dunque, saranno ancora all’insegna dei prodotti made in Puglia.
 
«I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – dimostrano ancora una volta la forza del settore agroalimentare pugliese, in grado non solo di resistere alla crisi economica, ma anche di registrare un incremento nei numeri. Il periodo natalizio, poi, rappresenta per i pugliesi un appuntamento irrinunciabile con le eccellenze del nostro artigianato alimentare.
Questi dati - continua Sgherza - premiano la tradizione pugliese, che vanta ben 249 dei suoi prodotti agroalimentari all'interno del patrimonio culturale nazionale. Si tratta di un vero e proprio tesoro che, come Confartigianato, siamo impegnati a difendere da contraffazioni, frodi e violazioni di legge: pericoli che crescono esponenzialmente in prossimità delle feste.
Eppure – conclude il presidente – le nostre imprese del settore sono ancora lontane dall’esprimere tutto il proprio potenziale. In un momento storico in cui è sempre maggiore l'attenzione alla genuinità ed artigianalità degli alimenti, una regione come la nostra non può cullarsi sugli allori, ma deve continuare ad investire al fine di conservare e migliorare il suo primato di qualità».
 
La Puglia conta 249 prodotti agroalimentari tradizionali, pari al 5,1 per cento del totale nazionale (4.881). L’Italia risulta il primo Paese in Europa per numero di prodotti agroalimentari di qualità. Se ne contano 277 tra quelli Dop (denominazione di origine protetta), Igp (indicazione geografica protetta) e Stg (specialità tradizionale garantita). Segue la Francia (225 prodotti), la Spagna (185) e il Portogallo (133).
“Finalmente idee nuove e convincenti, iniziative fuori dagli schemi”. Commenta così, il Presidente della Camera di commercio di Taranto cav. Luigi Sportelli, riguardo alle molteplici iniziative attuate dai giovani commercianti tarantini.
“Comincia ad emergere una classe di nuovi imprenditori, animati dall’amore per il proprio territorio e capaci di immaginare e realizzare azioni incisive. Fuori dalle logiche obsolete della polemica sterile, questi giovani commercianti sempre di più si configurano come una forza attiva e rinnovatrice. Quella che auspicabilmente sostituirà una classe dirigente imbrigliata nei personalismi e che vede ancora nel raggiungimento del potere un fine e non una responsabilità.”
Il cav. Sportelli prende spunto dall’ultima iniziativa del Gruppo provinciale dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, relativa all’attivazione di spazi temporanei adibiti al commercio “Apri ad un’idea”. “Un modo efficace per rilanciare il commercio, slegato da una burocrazia che troppo spesso vincola le nostre imprese. Insomma, un approccio dirompente ai tanti problemi che questo comparto vive in esito alla crisi generale e locale. Lo stesso approccio che anima, ad esempio, le proposte della giovane associazione Made in Taranto e che ha motivato la Camera di commercio a sposare alcune di quelle interessanti idee. Chiunque abbia questo tipo di atteggiamento positivo e concreto, volto all’interesse generale del nostro sistema economico, continuerà certamente a trovare nell’Ente camerale un attento ascoltatore, un sostenitore ed un alleato.” 
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