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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1914)

Un bel mare, un importante museo, un castello ricco di storia bastano per rendere un luogo turisticamente attrattivo? Non occorre essere esperti di marketing turistico per comprendere che un territorio è in grado di attrarre flussi turistici se è capace di mettere a sistema più fattori: attrazioni naturali e non, ricettività, accessibilità, servizi e immagine. L’offerta turistica di Taranto e del suo territorio provinciale risponde a questi requisiti? Qualsiasi risposta non aggiungerebbe probabilmente nulla di nuovo a quanto non sia stato già detto e ribadito negli anni ai tavoli istituzionali e non. Ciò malgrado le polemiche nelle settimane scorse attorno alla strada regionale Talsano-Avetrana ed in questi giorni all’ aeroporto Arlotta di Grottaglie, riportano in auge il tema della accessibilità, dei collegamenti e delle infrastrutture di fondamentale importanza per lo sviluppo turistico del territorio provinciale. Il tema è stato discusso – quest’oggi- nell’ambito della assemblea di Federalberghi provinciale. In merito al pronunciamento dell’assessore regionale ai trasporti, riguardo al futuro dello scalo aeroportuale di Grottaglie, indicato nel Piano regionale dei Trasporti come scalo cargo (scelta in realtà tutta da discutere, poiché solo il 20% della movimentazione nazionale sarebbe attualmente disponibile), gli operatori contestano la decisone della Regione di escludere l’Arlotta dai voli di linea, pur in presenza di requisiti – la pista più lunga in Italia- che lo renderebbero idoneo ai voli civili. Quanto alla possibile apertura ai voli charter (ma, perché solo estivi?), va altresì evidenziato che sin’ora non sono state messe in campo da parte della Regione Puglia politiche finalizzate ad attrarre nuovi vettori, sullo scalo tarantino e a renderlo competitivo, come si è invece fatto altrove. Tenuto conto che il territorio è fortemente penalizzato (i trasporti ferroviari sono obsoleti, i collegamenti stradali incompleti – la Bradanico/Salentina, Regionale 8 - ), non si comprende per quale ragione ci si arroghi il diritto di effettuare scelte destinate ad avere un forte impatto sullo sviluppo socio-economico del territorio. Per quale ragione chi viene a Taranto o parte da Taranto, o peggio ancora dall’arco occidentale provinciale, deve accollarsi l’onere di raggiungere Bari o Brindisi per poter prendere un volo aereo; tra l’altro Grottaglie potrebbe divenire l’aeroporto di riferimento delle località della dorsale jonica occidentale (calabro-lucana) andando così a migliorare l’offerta regionale e ciò giustificherebbe l’eventuale impegno finanziario. La verità è invece da sempre un’altra: la pervicace resistenza di Aeroporti di Puglia a non spostare di un solo millimetro la leadership di Bari e Brindisi, indifferentemente che si tratti di voli di linea o di charter. Gli investimenti regionali per potenziare i due scali ed attrarre nuovi vettori non sono stati irrilevanti, al contrario riguardo a Grottaglie – ed alla presunta vocazione cargo- ci si è soprattutto riempiti la bocca con parole e progetti non supportati da adeguati investimenti finalizzati a potenziare ad esempio la retroportualità, i collegamenti stradali e ferroviari.
Incontro questa mattina nella sede dell’Istituto Agronomico del Mediterraneo di Bari-Valenzano tra il mondo agricolo territoriale, l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni e una rappresentanza della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo guidata dal Presidente Paolo De Castro. Questa attenzione verso la nostra Regione ci onora e conferma la politica di estrema cautela adottata dalla Commissione nei confronti del mondo agricolo territoriale che rischiava di essere trascinato nel vortice di una PAC troppo squilibrata e favorevole alle imprese e al sistema agricolo e agroindustriale del nord Europa – ha detto l’Assessore Nardoni nel corso dell’incontro – Per questo sento innanzitutto il bisogno di ringraziare pubblicamente tutta la Commissione e in particolar modo il Presidente De Castro e gli europarlamentari che nelle singole commissioni hanno guardato alla Puglia e all’agricoltura dell’area mediterranea con particolare attenzione. Il senso della missione pugliese degli europarlamentari lo chiarisce lo stesso Presidente De Castro che parla di un confronto diretto con il mondo dell’agricoltura che si è inteso difendere alla vigilia dell’ultimo trilogo e della votazione finale della nuova PAC prevista per il prossimo 30 di settembre. L’atto finale di un lavoro che ha visto la Commissione impegnata per ben due anni e che proseguirà nella delicata fase di confronto relativa alle misure transitorie. Siamo nella fase più delicata di questo negoziato – ha dichiarato ancora l’Assessore Fabrizio Nardoni che nel ruolo di coordinatore degli assessori regionali italiani all’agricoltura nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, proprio sul tema nella riunione di Coordinamento svoltasi mercoledì nell’inedita sede della Fiera del Levante di Bari, ha sollecitato un confronto immediato con il Ministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo. E’ un appuntamento che non si può più rimandare nel tempo – ha sottolineato l’Assessore Fabrizio Nardoni – Perché abbiamo bisogno di norme, regole e tempi certi in quest’anno anno di ponte tra la vecchia e la nuova programmazione, per adeguare gli strumenti, tutelare il comparto e soprattutto rilanciarlo nell’ottica dei nuovi cardini di intervento introdotti dalla PAC 2014-2020, come sostenibilità ambientale e innovazione. Rassicurazioni in tal senso sono giunte dal Presidente della Commissione, Paolo De Castro che ha parlato dell’atto legislativo per le misure transitorie che dovranno mettere in condizione gli Stati membri di adempiere, con tempi e modalità certe, alle indicazioni provenienti dalla nuova PAC. Infine un passaggio dell’intervento dell’Assessore pugliese ha riguardo l’importante strumento del Marchio Comunitario - Prodotti di Qualità di Puglia. Devo ringraziare la Commissione e la relatrice del pacchetto qualità e Marchi d’Area per l’importante sostegno offerto a questo strumento su cui la Puglia sta investendo tantissimo – ha dichiarato – siamo convinti che la tracciabilità, ma anche le importanti premialità che dovremo inserire nei bandi della prossima programmazione in favore delle aziende a marchio, sia sul fronte della promozione che della produzione, rispondano al bisogno di una agricoltura più sostenibile, rispettosa della qualità e della genuinità del prodotto.
I bilanci delle imprese del commercio attestano, ormai da qualche tempo, una drastica riduzione del volume d’affari che incide sulla vita delle imprese stesse. Il crescente numero di cessazioni attesta il malessere profondo che sta investendo il settore del commercio. Tale persistente difficoltà sta contribuendo a desertificare il Borgo di Taranto e a far chiudere molti negozi in periferia. Confcommercio unitamente ai proprietari degli immobili, rappresentati dall’U.P.P.I. (l’Unione dei Piccolo Proprietari Immobliari), ha concordato la possibilità di negoziare una riduzione dei canoni di locazione. Lunedì 23 settembre alle ore 10.30 (c/o Confcommercio) il presidente prov. dell’U.P:P.I., Ciro PARISI e il presidente prov. di Confcommercio, Leonardo GIANGRANDE sottoscriveranno un protocollo d’intesa alla presenza degli Organi di informazione.
L'assessore al Lavoro, Leo Caroli, comunica che mercoledì scorso si è tenuto un incontro sulla vertenza Cementir di Taranto, con la convocazione di azienda, parti sociali e istituzioni e per evitare il licenziamento di 120 dipendenti. “Oggi – dichiara Caroli – esprimo soddisfazione nell'apprendere che nella successiva riunione presso il Ministero del Lavoro l'azienda ha revocato la procedura di mobilità, rinunciando ai licenziamenti, accettando dunque l'invito che gli avevamo avanzato al tavolo regionale: ritiro della procedura di mobilità e l'attivazione degli ammortizzatori sociali”. “Rimane adesso – spiega – l'impegno a riconvocare azienda, istituzioni locali, parti sociali e autorità portuale per entrare nel merito del contratto di programma Cementir, che prevede ingenti investimenti con la disponibilità di banchine dedicate all'atività aziendale presso il porto di Taranto”. Nauturalmente – conclude – il mio impegno personale sarà finalizzato alla salvaguardia dei posti di lavoro e ad accertare la piena compatibilità del progetto industriale con l'ambiente e la salute dei cittadini di Taranto.
LA MERCE ERA CONTENUTA ALL’INTERNO DI UN CONTAINER ILLEGALMENTE DESTINATO IN CINA. Militari del Gruppo di Taranto, in collaborazione con funzionari della locale Dogana, all’esito di una serie di controlli finalizzati al contrasto dell’illecito traffico transfrontaliero di rifiuti, hanno proceduto al sequestro, presso il locale scalo marittimo, di 7.500 kg. di rifiuti speciali. Il materiale, costituito da vasche da bagno e piatti doccia in resina polimerica, era stato stivato all’interno di un container in procinto di essere esportato nella Repubblica Popolare Cinese, grazie ad una licenza d’importazione rilasciata da quel paese ed esibita a corredo della documentazione doganale. I militari della Guardia di Finanza ed i funzionari doganali hanno però accertato la difformità tra quanto realmente contenuto nel container e quello che è stato dichiarato sui documenti d’esportazione, con riferimento sia alla tipologia dei rifiuti (rifiuti da imballaggi in plastica – Polietilene) e sia alla quantità degli stessi. Una persona è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per traffico illecito di rifiuti (ex D.Lgs. 152/2006) e per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico (art. 483 C.P.).
E' noto a tutti il momento critico delle famiglie italiane dal punto di vista finanziario in quanto vissuto dalla stragrande maggioranza sulla propria pelle. Disoccupazione, inflazione, riduzione della capacità di spesa e conseguente calo dei consumi, sono parte di un’analisi quotidiana condivisa Ma c’è anche che i colossi dell'energia ci mettano del loro e questo non va per niente bene! Un Associato Adiconsum della nostra provincia, in grave crisi finanziaria, eufemismo per dire che lavora quando può, è classificato dall'Enel come “moroso” e non certamente inteso nell’accezione … veneta del termine. Qualche bolletta pagata con ritardo e diventa addirittura “moroso abituale”. Così l'Enel riduce la potenza erogata alla sua abitazione come previsto dall'AEEG (Autorità del settore) fino a chiedere la cessazione del contratto di fornitura di energia elettrica. Il nostro Associato si reca allo sportello Enel per risolverla questione, paga lo scaduto ma invece di riattivare la potenza, come sarebbe stato giusto ed equo, gli viene comunicato che, appunto, è in atto la procedura di cessazione. Per riavere la fornitura, con un nuovo contratto, si prevedono tempi … tecnici non ben quantificati, a meno che - così lo consigliano – non attivi un nuovo contratto, sempre a suo nome, sempre allo stesso indirizzo, però con un costo maggiorato. Il cliente dell'Enel ci sta, attiva un nuovo contratto ma nonostante la cifra pagata deve attendere sempre i tempi … tecnici, cioè non meno di cinque giorni. Ci chiediamo: è possibile che nonostante l'introduzione dei contatori elettronici, comandati da remoto, non si possano espletare questi servizi in tempo reale? E' poi, è possibile far pagare pressoché una cifra doppia per una stipula di contratto allo stesso cittadino-utente, con lo stesso indirizzo e lo stesso contatore? Dove sono i benefici reali per i consumatori, pur in presenza di una persistente crisi economica del Paese e del Sud in particolare, che si vedono costretti a pagare il doppio per riavere l'energia elettrica in casa ma con gli stessi tempi della procedura normale? E infine, perché far stipulare un nuovo contratto quando si pagano regolarmente le scadenze pur gravate di morosità? E’ francamente inaccettabile che si faccia cassa in questa maniera! Antonio Bosco
Nei giorni scorsi, insieme con altre sigle sindacali ed Assolavoro, abbiamo siglato l’ipotesi di accordo per il 4° rinnovo del contratto nazionale (C.c.n.l.) dei lavoratori in somministrazione.I contenuti dell’accordo, che le Parti sottoscriveranno definitivamente il prossimo 30 settembre, determinerà risultati a nostro giudizio positivi per le condizioni di questi lavoratori i quali, in modo sempre crescente, attirano le attenzioni e l’interesse delle aziende. Sono almeno quattro le questioni più rilevanti dell’accordo che vogliamo evidenziare. Intanto si rafforza l’istituto della rappresentanza sindacale nelle Aziende dove il lavoratore in somministrazione è chiamato ad operare (ogni 15 dipendenti che abbiano almeno due mesi di missione), mediante l’istituzione di regole, rafforzamento di ruoli e permessi retribuiti. La seconda questione riguarda lo sviluppo della Bilateralità attraverso azioni di sistema per politiche attive del lavoro a favore delle fasce giovanili e dei fuoriusciti dal mercato del lavoro, con la costituzione di sportelli territoriali e l’istituzione di un fondo di solidarietà. Terzo punto nodale è la parità di trattamento economico, il rafforzamento delle missioni lunghe di servizio ed incentivi per le Agenzie del lavoro che promuovono assunzioni a tempo indeterminato. Infine, si introducono criteri di flessibilità in alcuni settori come turismo, grande distribuzione organizzata, logistica, alimentare agricoltura, telecomunicazioni e servizi alla persona, riconoscendo al lavoratore una retribuzione minima a fronte di una disponibilità dichiarata. Un principio, quest’ultimo, da noi particolarmente sostenuto in questi anni, ovvero che la flessibilità deve essere retribuita maggiormente rispetto al lavoro fisso. Come Felsa Cisl territoriale Taranto Brindisi ribadiamo la nostra soddisfazione per i contenuti dell’ipotesi di C.c.n.l., costituendo esso ulteriore, sostanziale passo avanti nel cammino di conquista delle tutele per tutti quei lavoratori che, fino a ieri, erano i precari per antonomasia del mondo del lavoro. A loro la Felsa e la Cisl Taranto Brindisi continuano a dedicare attenzione massima, assicurando rappresentanza politica, tutela e servizi specifici. Per ulteriori informazioni questi lavoratori possono continuare a trovarci presso la sede del Coordinamento territoriale di via Regina Elena, n. 126 a Taranto (Tel. 099 4526862 - int. 39 – Fax 099 4520455 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ). Cosimo Giannattasio
Dalle aziende dell’indotto Ilva segnali di forte preoccupazione per un eventuale blocco dei pagamenti, malgrado la situazione complessiva sia ancora sotto controllo. Confindustria Taranto esorta il Governo a far presto per garantire la ripresa della produzione, auspicando un provvedimento che metta davvero fine ad un braccio di ferro senza precedenti. Intanto i cattivi segnali che giungono dal sistema creditizio aprono un altro fronte di discussione: salvo cambiamenti di rotta da parte delle banche, Confindustria convocherà a breve i direttori degli istituti di credito per un confronto a tutto campo sulle criticità denunciate dalle imprese. Forte preoccupazione per un eventuale blocco dei pagamenti, altrettanta apprensione per la tenuta ed il futuro delle proprie aziende. Una vasta platea di imprenditori dell’indotto Ilva ha mostrato ieri, nel corso di un apposito incontro convocato ad hoc dal Presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo e dal Presidente della sezione metalmeccanica Pietro Lacaita, i chiari sintomi del clima di grande tensione che la vicenda Ilva, con i suoi ultimi sviluppi, sta determinando. Due, in sostanza, gli aspetti emersi: il primo, la situazione dei pagamenti ai fornitori del centro siderurgico risulta ancora essere, sia pure nei limiti massimi consentiti, sotto controllo, nel senso che non si evidenziano ritardi tali da ricondurre all’emergenza; il secondo, già in atto da diversi mesi, riguarda invece le restrizioni del credito, sempre più evidenti alla luce di una palese mancanza di fiducia delle banche nei confronti del sistema dell’indotto Ilva. A fronte di tutto questo, è inevitabile che la preoccupazione da parte degli imprenditori raggiunga livelli di guardia, confutando totalmente le tesi secondo le quali il sistema Taranto legato ad Ilva risulti slegato da eventuali ripercussioni legate alle ultime vicende giudiziarie. Vero è, invece, che gli ultimi sequestri vanno ad investire un’intera, macroscopica filiera, fra dipendenti diretti, indotto e sub indotto, che non consente di stabilire linee di demarcazione fra nord e sud, e tantomeno di considerare l’area di Taranto, peraltro epicentro della nota catena di eventi, come un’isola felice. Confindustria Taranto, alla luce di tutto quello che sta investendo il territorio, ritiene urgentissimo che da parte del Governo si producano provvedimenti realmente risolutivi della complessa vicenda, che garantiscano la ripresa immediata della produzione (e quindi della piena attività di tutto l’indotto, che contempla non solo le imprese fornitrici ma anche altri sistemi, dai trasporti all’energia) e che soprattutto mettano la parola fine al lungo braccio di ferro fra Governo e magistratura. Non è più concepibile che ad ogni provvedimento dei giudici consegua una legge straordinaria; non è più ammissibile che il futuro del sistema siderurgico, fondamentale per l’economia italiana, sia legato al filo sottilissimo delle carte bollate. E’ ancora una volta il caso di sottolineare come non si possa penalizzare un’intera filiera, di piccole, medie e grandi aziende sane in nome di un generalizzato repulisti conseguente alla rigida applicazione di norme di legge e ad un ancor più pervicace teorema antindustriale peraltro palesemente controcorrente con tutto il resto d’Europa. Il rischio è di perdere di vista la realtà. E’ altrettanto evidente, infatti, come la vicenda, avviata inizialmente per inquisire una proprietà privata, sia diventata a tutti gli effetti un’emergenza pubblica e quindi sociale, con effetti potenzialmente devastanti. E’ questo il presupposto che – a parere di Confindustria Taranto - dovrebbe animare l’azione, metodica e strutturata, del Governo, da sostituire ad atteggiamenti di attesa o peggio ancora provvedimenti–tampone troppo fragili per non rischiare di auto- vanificarsi, come è già avvenuto, con la frequenza di due-tre mesi. In gioco c’è la posta altissima di una desertificazione industriale che è dietro l’angolo, di un punto di non ritorno che non consente più né rinvii né errori. Uno dei chiari segnali di allarme di una situazione che rischia di precipitare sta proprio nelle restrizioni del sistema creditizio cui si accennava prima; Confindustria convocherà infatti a breve i direttori degli istituti di credito per un confronto a tutto campo sulle possibili soluzioni da praticare in un contesto di forti criticità. Le stesse denunciate, più volte e oramai da troppo tempo, dalle imprese di ogni settore.
Prima della chiusura temporanea prevista per il 30 settembre, propedeutica ai lavori di riallestimento, nel fine settimana dal 20 al 22 settembre, le collezioni del MARTA saranno fruibili secondo il seguente orario: Venerdi 20 settembre: dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ingresso consentito fino alle ore 19.00) Sabato 21 settembre: orario continuato dalle ore 8.30 alle ore 23.00 (ingresso consentito fino alle ore 22.30; dalle ore 20.00 ingresso gratuito) Domenica 22 settembre: dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ingresso consentito fino alle ore 19.00). Anche sabato 21 settembre, sarà possibile accedere alle collezioni permanenti dalle ore 20.00 alle ore 23.00 con ingresso gratuito (accesso consentito fino alle ore 22.30), nell’ambito del progetto OPEN DAYS promosso dall’Agenzia Puglia Promozione in accordo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia. Durante l’apertura prolungata, sarà possibile usufruire di visite guidate gratuite, a cura di archeologi della Soprintendenza, alle ore 20.00 e alle ore 21.30. Si richiede la prenotazione telefonica allo 099/4532112. L’apertura del fine settimana è una delle ultime occasioni per visitare, sempre con ingresso gratuito, la mostra Negli occhi della Gorgone. Il volto di Medusa sulle antefisse di Taranto.
Si è svolto all'interno del Salone dell’Agroalimentare della Fiera del Levante 2013 un Convegno su Innovazione e Agricoltura sostenibile Parole d’ordine: aggregazione e innovazione. L' Assessore Nardoni ha detto : “Abbiamo esempi di buone pratiche nel settore vitivinicolo, ma la sfida deve interessare tutte le filiere” La Puglia ama le sfide. Ne ha vinta una importante attestandosi tra i territori che innovano e crescono in ogni comparto, agricoltura compresa. Ma ora i programmi di intervento comunitario e l’ingente mole finanziaria prevista per le imprese che sapranno ammodernarsi, nonché le linee guida segnate all’interno della nuova PAC, giunta ormai alla fase del trilogo finale, ci devono vedere pronti ad accogliere una nuova sfida che premia solo il sistema agricolo e agroindustriale che saprà interpretare in chiave di sviluppo il tema dell’innovazione. L’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, parla così alla platea di tecnici, esperti e rappresentanti del mondo agricolo intervenuti questa mattina al Convegno su “Le sfide dell’innovazione nel periodo 2014-2020: il partenariato europeo per l’innovazione. “agricoltura sostenibile” nel programma di sviluppo rurale”. Il riferimento è alla PAC, la nuova Politica Agricola Comune che presto sarà licenziata dall’Europa e al Programma Horizon 2020, il programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione che prevede per il settore dell’agricoltura una dotazione finanziaria di 4,6 miliardi di euro. Abbiamo esempi di buone pratiche specie nel settore vitivinicolo – ha detto l’Assessore pugliese – Ma la sfida deve riguardare tutte le filiere. Per questo dobbiamo prepararci e per farlo dobbiamo superare le ritrosie di un territorio e di un comparto che da sempre stenta a fare massa critica – dice Nardoni – l’agricoltura italiana e quella pugliese in particolare devono riuscire a fare un salto di qualità accettando l’esigenza dell’aggregazione come premessa indispensabile. La Regione Puglia in questo senso – ha continuato l’assessore che riveste anche il ruolo di coordinatore nella Conferenza Stato Regioni per il settore delle politiche agricole – sta conducendo un lavoro significativo, anche nel suo ruolo di capofila delle Regioni italiane, attraverso l’approfondimento tecnico che si sta conducendo anche grazie alla rete interregionale dei servizi di sviluppo agricolo, in stretta interrelazione con la rete interregionale ricerca, braccio tecnico della CPA coordinata dalla Regione Toscana. Così se l’innovazione entra a pieno titolo nei processi produttivi dell’agricoltura del nuovo millennio è anche vero che il comparto deve essere pronto ad accogliere questi cambiamenti cominciando dalla sua riorganizzazione di sistema. Secondo il membro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Sergio Silvestris è una questione che attiene anche alle misure tipiche dell’azienda agricola italiana. La nostra estensione media è di 2,3 ettari – precisa l’on. Silvestris, ma per produrre meglio e di più e farlo in condizioni di risparmio economico, energetico, ambientale, bisogna farlo puntando su tecnologia, automatizzazione, innovazione, anche al fine di poter garantire sostenibilità economica all’agricoltore, primo anello di filiera. Aggregarsi e innovare per essere competitivi. Oggi prosegue il nostro programma di ascolto del settore – ha concluso Nardoni – domani nell’incontro con i parlamentari componenti la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo (previsto per le ore 10.00 nella sede dell’Istituto Agronomico del Mediterraneo di Valenzano – ndr), saremo in grado di porre i temi caldi di questa nuova stagione dell’agricoltura italiana e pugliese con efficacia e puntualità.
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