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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1908)

E’ stato presentato ufficialmente questa mattina presso la Sala Monfredi della Camera di Commercio di Taranto, il primo Polo Finanziario dell’Innovazione in Puglia, in materia di Start Up e Crowdfunding.
L’incontro dal titolo “Taranto Let’s go” è stata l’occasione per illustrare la prima piattaforma di Equity Crowdfunding del Sud Italia autorizzata da Consob, nata dall’azione sinergica di MuumLab gestore della piattaforma, Bcc San Marzano banca partner e Finindustria venture capital che ha finanziato (€50.000) la prima start up innovativa del progetto: ProntoVet24, dedicata al servizio veterinario a domicilio. L’equity crowdfunding è una nuova forma di investimento per le startup innovative. Consente di finanziarle acquistando titoli di partecipazione, cioè azioni o quote di una specifica società, attraverso portali di raccolta online vigilati dalla Consob che si fanno intermediari di una partecipazione dal basso,ma strutturata come un vero e proprio investimento finanziario. 
I saluti istituzionali del Presidente della CCIAA di Taranto Luigi Sportelli e del Presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo hanno aperto i lavori. “L’equitycrowdfunding – ha sottolineato Sportelli - acquista sempre maggiore vitalità (oggi circa 3.700.000 euro raccolti in Italia) diventando un’opportunità concreta per incentivare e sostenere la costituzione di startup e pmi innovative soprattutto nella nostra regione. La Camera di commercio di Taranto è stata la prima in Italia ad aver pubblicato la procedura per la cessione di quote tramite Equitycrowdfunding, dando attuazione all’art.100ter comma 2bis del Testo unico della finanza, secondo cui startup e pmi innovative potranno raccogliere capitali tramite Equity senza gli oneri burocratici derivanti dal ricorso alla figura notarile, semplificazione che potrebbe contribuire ad accelerare la crescita imprenditoriale locale”. 
Secondo il Presidente di Confindustria Cesareo “una delle leve dello sviluppo di questo territorio è quello di sviluppare e potenziare l'impresa sana, rendendola competitiva ed ecocompatibile. Oggi i nostri sforzi sono stati premiati e continuano ad essere protesi verso questo obiettivo, assieme ad altri impegni che l'associazione porta avanti sul fronte della logistica, sull'investimento nei settori legati al turismo, alla cultura ed all'agroalimentare e su una vision "smart" di città sostenibile, che portiamo avanti col progetto Smart Area. Assieme a questi asset, abbiamo sempre immaginato che un volano fondamentale potesse prodursi nel percorso virtuoso che si crea fra impresa, giovani e innovazione tecnologica, e che Confindustria potesse favorire questo percorso. Ora possiamo contare su un sistema che va consolidandosi e che sta dando risultati tangibili, e che trova la propria ideale attuazione attraverso questo primo Polo finanziario dell'Innovazione. Ci abbiamo sempre creduto; oggi, alla luce dei risultati raggiunti e che si potranno raggiungere, ci crediamo un po' di più”.
 
Sono intervenuti a seguire gli attori protagonisti dell’iniziativa, che hanno deciso di unire le forze per favorire la nascita e lo sviluppo di imprese innovative sul territorio nazionale, partendo proprio da Taranto.
Il direttore generale della Bcc San Marzano,  Emanuele di Palma, ha sottolineato il ruolo della Banca in questa operazione, evidenziando come l’istituto di credito tarantino, nei 60 anni di attività sul territorio, ha sempre puntato su innovazione e diversificazione, aprendo le porte a nuovi settori. “Il crowdfunding – ha spiegato di Palma -  è una delle principali rivoluzioni nell’ambito dello sviluppo e del finanziamento delle start-up innovative. Un fenomeno con enormi potenzialità di crescita in cui la banca intende investire e dare il suo contributo per evitare la fuga di cervelli dal nostro territorio e dare strumenti efficaci a giovani imprenditori per realizzare idee vincenti. Non a caso presso la filiale di Taranto 1 (Via Pupino) sarà operativo a fine maggio uno "sportello startup" dedicato. A questo si aggiungerà la possibilità per le imprese che accedono all’equity crowdfunding MuumLab di beneficiare di consulenza e conto corrente gratuiti per il primo anno di attività. A Taranto si può fare molto di più – ha concluso di Palma – non bisogna limitarsi a gestire l’esistente ma guardare al futuro con lungimiranza e determinazione”. 
 
Paolo Ciccolella, presidente MuumLab ha illustrato il funzionamento tecnologico della piattafroma, spiegandone le potenzialità e le specificità che la rendono tra le più competitive a livello internazionale. “Muumlab – ha sottolineato Ciccolella - è l'unica piattaforma di equity crowdfunding ad aver realizzato un sistema di e-payments per effettuare la raccolta finanziario attraverso pagamenti con carta di credito. Non solo, ha anche previsto un servizio online di cessione di quote da SRL per gestire l'exit degli investitori. Il crowdfunding come strumento di raccolta fondi dal basso – continua Ciccolella - è oggi una delle strade che molti, in particolare startup adottano per cercare finanziamenti. E’ un’interessante opportunità per avviare un progetto pur disponendo di poco budget, per farlo conoscere e ricevere i primi feedback dal mercato e, in poche parole, per realizzare un sogno che altrimenti rimarrebbe nel cassetto. In Italia – ha concluso Ciccolella – bisogna accelerare il ciclo di vita delle imprese e l’equity crowdfunding è nuovo strumento per raggiungere questo obiettivo”. 
 
Maurizio Maraglino, direttore Muumlab ha evidenziato come oggi il ruolo delle startup sia fondamentale nell'ecosistema dell’innovazione. “Muumlab – ha spiegato Maraglino - vuole diventare un hub per fianziare progetti innovativi per startup e pmi e per contribuire a creare valore. Si possono inoltre avere vantaggi fiscali nell'investire in una startup innovativa con le nuove modifiche pubblicate in Gazzetta Ufficiale lo scorso aprile 2016”. 
Il presidente di Finindustria, Vito Pietro Chirulli, ha illustrato il ruolo di Venture Capital (primo in Puglia) nel finanziamento di ProntoVet24, la prima start up nata dalla sinergia con MuumLab e Bcc San Marzano, spiegando i motivi che l’hanno spinto a fare squadra in questo progetto. “Finindustria promuove e sostiene la nascita e lo sviluppo di start up – ha spiegato Chirulli - ma soprattutto realizza progetti finalizzati alla diffusiione della cultura d’impresa nei settori dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e della finanza. Crediamo molto nell’equity crowdfunding e siamo entusiasti di lavorare per migliorare l’accesso ai finanziamenti destinati ad imprenditori che vogliono realizzare nuove idee”.
 
Hanno concluso l’incontro gli interventi i fondatori di Pronto Vet 24,  Massimiliano De FLorio e Luca Laporta. “ProntoVet24 offre un servizio di veterinario a domicilio – ha spiegato De Florio - Il cliente decide quando ricevere a domicilio il servizio che è disponibile 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, effettua il pagamento e attende comodamente a casa l’arrivo del Veterinario”. Su come è nato il progetto è intervenuto Luca Laporta “Tutto è nato dall’idea di due amici, che hanno voluto soddisfare un’esigenza dei proprietari di animali, che ancora nessuno è riuscito a cogliere nè risolvere. Siamo orgogliosi di rappresentare la prima start up finanziata dalla sinergia di MuumLab, Bcc San Marzano e Finindustria e desideriamo con la nostra testimonianza essere un stimolo per avvicinare giovani imprenditori che vogliono realizzare idee innovative”.

 

 

 

Si è conclusa la terza edizione di Laboratorio Lavoro, l’evento sulle tematiche del lavoro che dal 2014, fa focus a Taranto, richiamando esperti di chiara fama e tecnici del settore, incardinandosi a cavallo della Festa del lavoro del I* Maggio.

Laboratorio Lavoro come più volte è stato chiarito non è un convegno, è piuttosto l’occasione per dibattere di nuovi modelli operativi che possano dare l’opportunità a livello regionale e nazionale di tracciare percorsi fattibili in tema di tutela del lavoro, sia dal punto di vista del lavoratore che delle aziende suggerendo percorsi di snellimento delle procedure che favoriscano la  crescita.

Al termine delle due giornate,  il gruppo di lavoro capitanato  da Giovanni Prudenzano, Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro della Provincia di Taranto e Pietro Panzetta, Presidente della Fondazione Cultura del Lavoro G. Colucci, ha stilato una dichiarazione d’intenti.

"Durante il focus group di questa mattina è emerso che attendiamo a breve l'uscita dell'avviso europeo sulle Politiche di Innovazione nei servizi sociali che, vede il coinvolgimento degli organismi sia pubblici che privati. Quindi, alla luce di quelle che sono le problematiche che attanagliano il nostro territorio legate ai giovani neet, agli adulti disoccupati ed in particolare a donne e immigrati, abbiamo convenuto che occorrerebbe approfittare di questa opportunità che la Commissione Europea concede, per promuovere e realizzare un modello sperimentale di erogazione dei servizi sociali, teso a combattere l'emarginazione e la povertà (alcune delle problematiche chiave che l'UE si prefigge di superare in questo settenato 2014-2020) ed inoltre migliorare la qualificazione professionale e l'inserimento lavorativo."


 

 

Anche il primo trimestre 2016 conferma il trend di crescita dell’istituto di credito pugliese.

 

E’ stato approvato all’unanimità il Bilancio 2015 dall’Assemblea dei Soci della Bcc San Marzano riunitasi questa mattina nel nuovissimo centro direzionale dell’istituto di credito pugliese a San Marzano di San Giuseppe. Il consuntivo d’esercizio riporta una raccolta di 519,577 milioni di euro in crescita dello 0,6% rispetto al 2014. Gli impieghi hanno raggiunto quota 213,996 milioni, segnando un +6,7%, un dato in controtendenza con l’andamento del sistema bancario nazionale che registra un calo dello 0,1%. In forte aumento il numero dei soci pari a 2460, rispetto ai 1823 dell’anno precedente. Anche la redditività e la solidità patrimoniale registrano numeri molto soddisfacenti. L’utile netto si attesta a 4,063 milioni di euro, in crescita del 62,2% rispetto al 2014. Si rafforza anche il patrimonio netto della Banca, pari a 48,264 milioni di euro,  che registra un delta positivo rispetto all’esercizio precedente pari al 16%, grazie all’accantonamento a fondi indivisibili degli utili e all’incremento della base sociale.”Siamo fieri dei risultati raggiunti – spiega il Presidente Francesco Cavallo - che testimoniano la sana e prudente gestione di una banca solida e affidabile che da 60 anni contribuisce allo sviluppo economico del territorio. Ci siamo impegnati a rafforzare ulteriormente le basi patrimoniali e il profilo organizzativo. La cooperazione sul territorio è stata fortemente presente in numerose iniziative di carattere sociale e culturale con lo scopo di testimoniare la volontà di essere da sempre parte attiva dell’economia locale ma anche della crescita sociale”. Grande soddisfazione ha espresso il direttore generale Emanuele di Palma “Un’assemblea dei soci che conforta la governance della nostra banca. Le scelte strategiche che hanno guidato il percorso del nostro istituto di credito hanno ricevuto anche oggi il consenso unanime della base sociale. Le scommesse in atto sono importanti perché la riforma del credito cooperativo a livello nazionale impone una diversa visione degli scenari che si stanno delineando. Ci impegneremo per tutelare le prerogative che hanno sempre contraddistinto il nostro modo di fare banca, mantenendo da una parte il forte radicamento nel territorio e dall’altro un approccio competitivo a livello economico e finanziario, per continuare ad essere annoverati tra gli istituti più evoluti del sistema cooperativo”.

Il trend di crescita e consolidamento sul territorio della banca è confermato anche dai dati del primo trimestre 2016, in cui gli impieghi si attestano a 214,194 milioni di euro segnando un + 0,9% rispetto a dicembre 2015. Crescono anche capitale sociale e patrimonio netto che si attestano rispettivamente a 2,518 milioni di euro (+2,40 sul 2015) e  49,764 milioni di euro ( +3,11% sul 2015). Questi numeri confermano la mutualità prevalente dell’istituto che, nonostante la crisi congiunturale, continua a sostenere l’economia reale erogando impieghi alle famiglie e alle imprese locali: il credito raccolto nella comunità viene totalmente impiegato a favore della stessa con l’obiettivo di generare un circolo virtuoso per lo sviluppo del territorio.


Nonostante la pioggia, sin dalle prime ore di questa mattina i lavoratori della polizia municipale USB si sono ritrovati in via Acton per un presidio. Così come già preannunciato nei giorni scorsi, i vigili urbani hanno incrociato le braccia e sono scesi in strada per far sentire la loro voce in merito ai diritti e alla sicurezza sul lavoro. “Speravamo di ottenere un minimo di promesse rispetto alle nostre richieste non solo salariali, ma anche di gestione del personale – afferma Marcello La Gioia, vicebrigadiere -. La settimana scorsa abbiamo incontrato il sindaco e l’assessore preposto e i tecnici e, nonostante le promesse del primo cittadino, ci siamo visti chiudere la porta in faccia per motivi burocratici. Come categoria siamo vessati da oltre dieci anni: su un corpo di 170 vigili urbani sono solo 37 quelli adibiti al servizio per strada. Il resto è impiegato in altre faccende, per cui chi sta per strada si sobbarca frustrazioni, rivendicazioni e proteste. Ed oggi con questo sciopero, che non vuole andare assolutamente contro all’organizzazione del concertone, chiediamo che anche le nostre ragioni vengano ascoltate e prese in considerazione”. “Noi siamo dei lavoratori e come tutti i lavoratori rivendichiamo i nostri diritti – dichiara il brigadiere Mary Pignatelli -. Vogliamo che si riconosca il diritto alla famiglia, perché lavorare tutti i festivi senza alcuna retribuzione è una cosa scandalosa. Inoltre è necessario che si lavori in sicurezza. Siamo troppo pochi per strada. Come possiamo garantire la sicurezza ai cittadini se siamo quattro gatti a coprire un territorio che va da Lido azzurro a Talsano?”. “Una bella giornata oggi nonostante la pioggia, ma i lavoratori hanno comunque deciso di scendere in strada per far sentore le loro voci attraverso questo sciopero organizzato dall’USB di Taranto – spiega Luca Puglisi, coordinamento regionale USB Pubblico Impiego -. Nel turno di questa mattina hanno scioperato sessanta vigili e ne sono previsti altrettanti anche nel turno pomeridiano. Questo ha messo in ginocchio il servizio di viabilità della città, tant’è che ci giungono informazioni che sono stati chiamati i volontari della protezione civile a supplire alle esigenze. Questo significa che quando ci sono giuste proteste i lavoratori si compattano. Oggi è una giornata particolare per Taranto – va avanti Puglisi – perché c’è il concertone del primo maggio. Noi vogliamo mandare un messaggio chiaro a tutti gli organizzatori e i partecipanti: USB è dentro i temi della manifestazione e siamo vicini a tutti coloro che stanno lavorando in questo momento. Però, protestare oggi, nel giorno della festa dei lavoratori, ci sembrava coerente con le nostre richieste e non è un’iniziativa contro ma a sostegno del concertone. Lo sciopero è l’unico strumento che ci è rimasto per ottenere ciò che vogliamo e ci batteremo finchè tutti i diritti dei lavoratori vengano accordati”. “Siamo venuti da Bari per sostenere i lavoratori tarantini, perché il loro diritto ad un lavoro sicuro e ben organizzato venga ascoltato e messo in pratica”, sottolinea Antonio Lampedecchia, Coordinamenteo USB enti locali Bari. “La nostra manifestazione vuole essere una rimostranza per tutto il comparto Ente pubblico che vive un disagio dovuto alla cattiva gestione delle norme contrattuali e delle progressioni economiche – afferma Angelo Ferrarese, responsabile USB pubblico impiego comparto Polizia Locale -. La data di oggi non è casuale. Non vogliamo essere in contrapposizione con le altre manifestazioni in corso, a cui comunque parteciperemo e a cui offriamo tutta la nostra solidarietà. Vogliamo solo ribadire la necessità di ottenere i nostri diritti e stigmatizziamo le sigle sindacali (CGIL, CISL e UIL) riunite in altra sede che, invece di tutelare i lavoratori, sono gli unici artefici insieme alla parte pubblica di un disastro epocale”.
I rappresentanti Usb e in lavoratori della polizia municipale di Taranto hanno incontrato questa mattina il sindaco Ippazio Stefàno, l’assessore  alle risorse umane Vincenzo Di Gregorio, il segretario generale Eugenio De Carlo e il vice segretario generale dirigente risorse umane Paolo Spano. Al vaglio la questione inerente lo sciopero del primo maggio della polizia locale.
“Abbiamo ottenuto dal sindaco e dall’assessore Di Gregorio un ampio riconoscimento dal punto di vista politico per la nostra organizzazione sindacale e sul diritto di fare le assemblee con la partecipazione dei lavoratori – afferma Francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB -.  Inoltre hanno riconosciuto anche le nostre rivendicazioni in merito ai vari istituti contrattuali applicati male”. Il sindaco si è dunque impegnato verbalmente a rincontrare la delegazione formata da dirigenti USB e lavoratori, per affrontare una alla volta le questioni elencate durante l’incontro. “Ma quando ho chiesto di verbalizzare l’mpegno politico assunto sono iniziati valzer – continua Rizzo -. Il dott. Spano ha messo avanti una serie di difficoltà burocratiche, bloccando così ogni possibilità di impegno concreto e dunque di un dialogo costruttivo e di una possibilità reale di risoluzione delle problematiche, per questioni meramente tecniche. Ovviamente il clima è cambiato: i lavoratori sono rimasti molto delusi da questo atteggiamento ed ogni possibilità di revoca dello sciopero indetto per domenica prossima è ormai saltata”. 
Confermato dunque sciopero e presidio per il l’1 maggio da parte della polizia municipale.
“A questo punto siamo più determinati e convinti di prima che scioperare sia l’unica strada possibile, visto che la burocrazia mette i bastoni fra le ruote. Restiamo comunque disponibili, fino all’ultimo momento, ad un nuovo confronto, che però porti ad atti ufficiali che siano espressione di un impegno concreto. Non vogliamo credere che la burocrazia, dopo quattro ore di discussioni, possa prendere il sopravvento sminuendo così la posizione di Sindaco e assessore”, conclude Rizzo.

 

IL LAVORO: TRA PRESENTE E FUTURO

Modelli innovativi contro la frammentazione delle relazioni

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Il lavoro con uno sguardo al futuro

In un periodo storico di continuo mutamento e profondo smarrimento, soprattutto quando si parla di lavoro, la terza edizione del progetto Laboratorio Lavoro, intitolata “IL LAVORO: TRA PRESENTE E FUTURO – MODELLI INNOVATIVI CONTRO LA FRAMMENTAZIONE DELLE RELAZIONI” si dedica all’analisi delle cause e conseguenze della perdurante situazione di crisi globale, aggravata dall’eccessiva proliferazione delle norme che regolano il mercato del lavoro e incidono sulle relazioni industriali.

 

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http://www.laboratoriolavoro.it/p.php/6124/il-lavoro-tra-presente-e-futuro.html

 

La verità politica dei numeri spaventa il sistema dei partiti e degli affari.
Tra la campagna oscurantista del governo Renzi, il boicottaggio del Pd e il solito sostegno mediatico piegato alle lobby del consenso, il quorum non è stato raggiunto: un solo giorno di urne aperte, come prevedibile, non è bastato. E’ vero. Se fossimo in una democrazia reale, però, il voto di 15 milioni di cittadini (più di 13 milioni ha votato si') dovrebbe essere ascoltato. Dovrebbe avere un peso. 

Questo voto va rappresentato! 
Noi continueremo a farlo da Bruxelles alla Puglia, alla Basilicata, passando da Roma.
La nostra battaglia per un futuro migliore e pulito non si fermerà certo dinanzi all'ostruzionismo demagogico e servo di un Renzi qualunque.
Anzi, questa battaglia trova nuova linfa.Quella che arriva dai 70mila tarantini, ad esempio. La città dove l'attualesindaco è stato eletto tra 75mila votanti su 180mila aventi diritto. Dove il referendum 2011 registrò il 49% di affluenza. E dove, alle regionali 2015, voto' appena la metà del corpo elettorale.

Ieri, 70mila tarantini sono andati ai seggi e hanno lanciato un segnale.

RIPARTIAMO DA QUI!
RIPRENDIAMOCI LA CITTA’, SALVIAMOLA DALLA LOGICA DELL’AFFARISMO SENZA FUTURO!

La città simbolo della vertenza per l’ambiente, il lavoro e la salute, ieri si è espressa più di quanto il Pd e i suoi accoliti immaginassero: 43%.  
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Taranto è TRA I SIMBOLI di un Paese che ha spedito un messaggio importante dai seggi: 70mila persone si sono espresse sulle trivelle anche per dire BASTA all’arroganza del doverno dei decreti salva Ilva e delle vane promesse.


Insomma, i dati sull’affluenza contestualizzati in questo periodo storico del NON VOTO spaventano il sistema dei partiti.
Faranno finta di nulla, abbasseranno i toni… ma non serve.

Taranto, la Puglia e la Basilicata (regione che ha superato il quorum in pieno scandalo politico-affartistico, regione che evidentemente si ribella alle trivelle e ai veleni)  hanno trascinato quel si' che se avesse incontrato sul campo il suo avversario naturale, il fronte del no, oggi commenteremmo come una vittoria schiacciante.  

Ma hanno preferito astenersi. Il Pd e Renzi hanno preferito non giocare per non perdere. E credere di aver vinto.
Infine, Emiliano. Il governatore ha caricato di significato politico questo referendum.
Ma a noi la sua guerra personale e partitica ingaggiata con Renzi non riguarda. Non ci interessano le loro dispute di segreteria. Emiliano si dia una mossa: lasci stare i giochetti di partito e difenda le istanze dei pugliesi. Blocchi il progetto Tempa Rossa, alzi la voce sulla vicenda Ilva, magari palesando una posizione ferma e coerente.
Tuteli i tarantini, si concentri sulla regione.  

 

“Il referendum è, per antonomasia, lo strumento di consultazione popolare sul quale nessuno può immaginare di interpretare o costruire leadership personali. È stato sbagliato viverlo così sin dall’inizio, perseverare ancora anche sul risultato sarebbe un doppio errore: evitiamo di fare altri danni”. Lo dichiara il senatore Dario Stefàno, presidente del Movimento la Puglia in Più.

 

“È stato un errore a monte – spiega Stefàno – assecondando interpretazioni personali, vivere la battaglia referendaria come un braccio di ferro fra leader, come un’occasione per misurarsi. Ancor più sbagliato sarebbe se si perseverasse oggi, utilizzando l’esito del referendum come terreno di scontro, come la rivendicazione di un risultato personale".

 

" Il 30% del referendum benché lontano dal quorum - conclude Stefàno -  ha espresso una sensibilità diffusa, e anche politicamente trasversale, che poco si presta a utilizzi strumentali che, peraltro, rischierebbero di ripercuotersi anche sulla Puglia. D’altro canto, quello stesso 30% non può essere ignorato dal presidente Renzi ma, al contrario, tenuto dentro il disegno di politiche di governo innovative, nell’ottica di una politica energetica nuova di cui il nostro Paese ha urgente necessità. Basta bracci di ferro inutili e dannosi”. 

“Preso atto del mancato raggiungimento del quorum, non posso che essere soddisfatto dei dati dell'affluenza in diocesi. Sappiamo bene che gli elettori sono sempre meno inclini ad esercitare il diritto di voto; questa però è stata l'occasione per  sensibilizzare le persone su temi di grande importanza per la vita della nostra comunità e per approfondire il messaggio di papa Francesco sulla cura della casa comune nell'enciclica Laudato Si".

Così mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, all'indomani del responso elettorale del referendum sulle trivelle. Nonostante il quorum non raggiunto abbia, di fatto, disinnescato l'afflato ecologista, mons. Santoro sottolinea come "non si intraprendono solo le battaglie che si è sicuri di vincere,  ma anche quelle che ci sentiamo impegnati a perseguire per un obiettivo nobile, qual è la difesa del nostro mare e del bene comune. Rispettiamo il valore del gioco democratico e del suo responso e, allo stesso tempo, auspichiamo con ancora più forza un diverso modello di sviluppo in cui l'economia sia al servizio della persona e la terra, il mare e l'aria perché siano custodite per mezzo del lavoro umano e non depredate dalla logica del puro guadagno".

Secondo l'alto prelato, adesso "diventa ancora più urgente per la nostra arcidiocesi e proprio per tutti sostenere a fondo, soprattutto tra i giovani, il cammino di una vera "conversione ecologica" per essere "custodi dell'opera di Dio" come ci chiede papa Francesco".

Non siamo a un punto di arrivo,  ma ripartiamo per un affascinante cammino”.

“Taranto non diventi Bagnoli2” - il Segretario Generale della Fim Cisl Marco Bentivogli riporta l’attenzione sulla siderurgia italiana e la questione ambientale con un lungo intervento sulle pagine dell’Unità ripercorrendo la storia delle due aree industriali di Bagnoli e Taranto.
 
“Taranto e Bagnoli – dice il sindacalista - hanno molti punti in comune: sono nel Sud e sono aree a grave rischio ambientale -  Bagnoli,  dice è stato  capolavoro del benaltrismo italiano che ha portato un’area ad alto impatto ambientale ad un deserto di inquinamento, camorra e disoccupazione.  Dopo 28 anni, fatti di mille piani di riqualificazione dell’area, finalmente la scorsa settimana si arriva ad un piano. Una sfida in cui le istituzioni devono saper collaborare, a tutti i livelli e non ricercare visibilità nello scontro e nella polemica che in Italia distrugge tutte le speranze. A fronte dell’iniziativa del Governo,  dopo 28 anni di disimpegno, precisa il sindacalista - il sindaco di Napoli - come hanno fatto anche molti politici tarantini – non ha saputo fare altro, purtroppo, che replicare questo vecchio schema.  È una questione di cultura istituzionale – precisa -  le istituzioni, anche locali, hanno non la facoltà, ma il dovere di gestire i problemi e trovare le soluzioni.  Mi sono stufato - dice Bentivogli - di trovarmi in tutte le vertenze industriali, le istituzioni locali che ci appoggiano con posizioni oltranziste, dimenticando che spesso la loro azione  è stata la concausa di molte crisi.
Anche a Taranto dal 1971 – scrive Bentivolgi - si manifesta per l’ambiente. Uno scontro che, diversamente dal resto del mondo, ha dato visibilità ai contendenti e fatto litigare ambiente e acciaio a spese di lavoratori e cittadini.  Per questo abbiamo sostenuto, come avviene in tutto il mondo, che va responsabilizzato chi ha prodotto inquinando senza far pagare le persone oltre che con l’inquinamento con la disoccupazione.
Ecco - conclude nel suo intervento il sindacalista - Bagnoli e Taranto hanno in comune: una classe politica locale golosa di contrapposizioni perché è l’unico paravento alla loro irresponsabilità di gestione, perché nasconde quanto avrebbero dovuto fare e non hanno mai saputo né voluto fare.
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