Economia, Lavoro & Industria (1907)
Alla vigilia della visita del capo di Stato maggiore della Marina militare, amm. De Giorgi che, oggi 4 settembre in assemblea pubblica, incontrerà il personale civile e militare dell’Arsenale, la rsu di Marinarsen e le organizzazioni sindacali territoriali, "quando è ormai chiaro lo scenario delle scelte economiche, normative e organizzative del ministero della Difesa", sottolineano la drammaticità degli eventi che si stanno susseguendo e la loro ricaduta sullo stabilimento e sull’intero territorio.
"La realtà che oggi appare - sottolineano i segretari di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal Unsa, Ugl Intesa, Flp Difesa e le rsu di Marinarsen - conferma le valutazioni negative che le organizzazioni sindacali nazionali hanno, in ogni sede, rappresentato sulla legge di revisione dello strumento militare che, nel tentativo di ridurre i costi ha solo tagliato posti di lavoro civili e militari, senza realizzare alcun tipo di risparmio e lasciando inalterate ampie aree di privilegio".
Del resto, fanno presente i sindacati di categoria, la recente comunicazione del Comando logistico sulla impossibilità di finanziare la manutenzione delle navi per il 2015 per mancanza delle risorse necessarie, senza peraltro conoscere la programmazione lavorativa triennale, ha indotto la stessa Marina militare a richiamare l’attenzione sul peggioramento dei risvolti occupazionali per la città.
"Accanto alle argomentazioni, da noi sempre rappresentate, sulla necessità di assicurare il ricambio generazionale che garantisca la trasmissione delle conoscenze, sulla necessità di avere infrastrutture, a tutt’oggi indisponibili, che consentano ai dipendenti di lavorare, si aggiungono oggi - proseguono i sindacati - risvolti inediti che necessitano di un approccio organico di tutti gli attori istituzionali, politici e militari. Se l’internalizzazione delle attività e la valorizzazione della manodopera interna è un valore comune, perseguito e condiviso dalle organizzazioni sindacali, ipotizzare che alcune lavorazioni o attività logistiche e impiegatizie, siano affidate a personale militare (svolte in verità lodevolmente e con diligenza) ma addestrato e formato per fare altro, non appare certo la soluzione ideale quando si mandano a casa lavoratori senza più futuro. Riteniamo invece necessario innalzare il livello di intervento mettendo in campo iniziative di più ampio respiro".
A tal fine, secondo i sindacati, è necessario verificare "come i finanziamenti previsti dalla legge di revisione dello strumento militare per l’industria navalmeccanica possano coinvolgere il territorio e come si possano eventualmente coniugare con la proposta di smaltimento ecocompatibile del naviglio militare in collaborazione anche con l’Ilva, così come , invece di piangere sulla mancanza di risorse per la formazione e assistere allo Stato Maggiore Marina che, unilateralmente, sceglie come impiegare i pochi soldi disponibili, deludendo e pregiudicando attività consolidate, si persegua un piano generale che coinvolga le singole regioni che hanno, invece, ampia disponibilità di risorse europee da destinare allo scopo. Non vi sono strade diverse da quelle indicate e non vi sono - concludono - alternative ad un coinvolgimento di una intera comunità che ha da sempre condizionato e subordinato alla Marina Militare, sacrificando immense porzioni di territorio, le proprie scelte economiche e sociali".
Tutti motivi, questi, che hanno indotto la rsu Marinarsen e le organizzazioni sindacali di categoria a proclamare lo stato di agitazione.
GINOSA - Ex Miroglio, tutto pronto per il rientro al lavoro
Scritto daIl lavoro è pronto a rientrare nei capannoni dell’ex Tessitura e Filatura di Puglia, manca un passaggio fondamentale: la convocazione a Roma da parte del Mise per sottoscrivere l’accordo quadro.
"Potremmo essere davanti ad una svolta definitiva per il futuro dei lavoratori Ex Miroglio", sottolinea Massimo Gravina, rsu Cgil, convinto del fatto che "per la prima volta in sei anni, di vertenza siamo davanti alla possibilità concreta di ricollocazione di una parte dei lavoratori dell’ex tessitura di Puglia. Opportunità al vaglio della Regione Puglia e di Puglia Sviluppo, che, dopo aver dato parere favorevole al progetto preliminare, stanno verificando la sostenibilità del progetto definitivo presentato dalla Società Logistic & Trade".
L’incontro a Roma nella sede del ministero dello Sviluppo economico, è il fondamentale passaggio perchè siano definite le condizioni di organizzazione delle attività industriali e di ricollocazione dei lavoratori e perché sia definito un percorso di continuità della vertenza che persegua l'obiettivo della piena occupazione.
"Il capannone, passato gratuitamente al comune di Ginosa, - ricorda Gravina - è stato per metà ceduto in comodato d’uso gratuito il 13 agosto alla Logistic & Trade. Proprio in questi giorni, segnali incoraggianti arrivano dallo stabilimento dove, per un collaudo dell'impianto elettrico, si sono riaccese le luci esterne, rimaste spente in questi ultimi sei anni. Vogliamo leggere questo come un segnale della speranza di tornare a lavoro, a Ginosa, in un territorio che ha dato tantissimo in questi sei anni di vertenza, una vertenza - conclude il rappresentante della Cgil - che è stata il simbolo della capacità di quanto il lavoro e la sua difesa, possa essere motore di unità e solidarietà".
Gli incentivi all'acquisto non si "vedono" ed il mercato dell'auto risulta negativo anche nel mese di agosto
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Il mercato dell'auto stenta a decollare. In agosto sono state immatricolate in Italia 53.191 vetture. Si tratta di un risultato ancora una volta deludente in quanto si registra un calo dello 0,2% sul livello molto depresso dell’agosto 2013. Dopo l’inversione di tendenza delle immatricolazioni del dicembre scorso il calo di agosto è il secondo dato negativo. Anche in maggio vi fu infatti una contrazione (-3,83%), mentre gli altri mesi del 2014 hanno tutti fatto registrare incrementi peraltro piuttosto contenuti tanto che il consuntivo gennaio-agosto chiude con una crescita del 3,52%. Non è certo un risultato soddisfacente se si considera che nel 2013 il mercato era sceso di ben il 47,7% sui livelli ante-crisi (2007).
Il dato di agosto è stato con ogni probabilità influenzato anche dall’annuncio dato dal Ministro Lupi a fine luglio sull’intenzione del Governo di adottare incentivi sotto forma di agevolazioni fiscali a favore degli acquirenti di auto nuove secondo una formula ispirata a quella adottata per le ristrutturazioni edilizie. E’ ben noto che l’annuncio di incentivi non seguito immediatamente dalla loro adozione ha un effetto depressivo sulla domanda in quanto molti potenziali acquirenti rinviano decisioni di acquisto già maturate per poter beneficiare degli incentivi. D’altra parte, indipendentemente dal probabile effetto negativo dell’annuncio di incentivi, non vi sono stati negli ultimi mesi elementi tali da giustificare l’attesa di una ripresa della domanda di auto. Il quadro economico, che a fine 2013 sembrava in miglioramento, si è nuovamente deteriorato con la comparsa nei primi due trimestri dell’anno di due cali consecutivi del Pil e quindi con il delinearsi di una nuova recessione aggravata dall’affacciarsi di un quadro deflazionistico.
Nessuno stimolo alla domanda di autovetture sta quindi venendo dal quadro economico né vi è alcun miglioramento nei fattori specifici che frenano la domanda di autovetture. Il calo dei consumi di carburanti indica che è diminuito il tasso di utilizzazione delle auto, mentre nessun miglioramento vi è stato per la pressione fiscale specifica che continua ad essere a livelli record, né si può dire che miglioramenti vi siano stati sotto il profilo del caro-carburanti e del caro-assicurazioni. A tutto ciò si aggiunge l’assenza da parte dei pubblici poteri di interventi per sostenere un settore come quello dell’auto che occupa 1.200.000 persone, con l‘eccezione del già citato annuncio di fine luglio del Ministro Lupi, annuncio che, se continuerà a non essere seguito in tempi brevi da fatti, avrà ulteriormente aggravato la crisi. E’ diffusa la convinzione che il mercato italiano dell’auto, dopo essersi quasi dimezzato dall’inizio della crisi, abbia ormai raggiunto livelli incomprimibili, ma, con un quadro economico esposto ad ulteriori peggioramenti, con la deflazione incombente e con l’assenza di interventi specifici non si può escludere che la caduta del mercato dell’auto in Italia possa continuare. Ciò in netto contrasto con quanto sta avvenendo in altri mercati europei dell’auto che sono stati pure fortemente penalizzati dalla grande crisi esplosa nel 2007, ma che nel 2014 sono in ripresa.
Sono quattro le richieste che le DonneTaranto unite hanno avanzato al prefetto di Taranto, all'assessore all’Ambiente e alla salute della Regione Puglia, al commissario prefettizio della Provincia di Taranto, al sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, e agli assessori comunali alle Attività produttive, Ecologia ed ambiente e Assetto del territorio nonchè ai relativi presidenti di commissione.
Ovvero:che si attuino quei meccanismi di prevenzione primaria rivolte a tutelare la salute degli abitanti , con particolare attenzione nell‘ambito materno - fetale; che si provveda a manovre atte al risarcimento del danno ambientale di cui la città di Taranto è stato oggetto fino ad oggi evitando altresì , in modo concreto e immediato , l’impianto di nuove fonti possibile aggravio della già precaria situazione ambientale; che ci sia l’opportunità per i figli di Taranto di studiare e lavorare in ambienti salubri e sereni nella propria terra di origine con una inversione di tendenza di quella che è oggi la triste realtà, e che si avvii con celerità un piano per un genere di sviluppo ecocompatibile ed alternativo alle industrie pesanti che hanno portato solo danni alla nostra città , e al nostro territorio ricco di bellezze e potenzialità inespresse; che si elimini qualunque fonte di inquinamento pericoloso perché nulla può giustificare la malattia o la morte di un bambino, come anche di ogni altro essere umano in nome del profitto o di malintesi “ interessi strategici superiori “.
Le Donne Taranto unite, infatti, ritengono la salute dei bambini, "elemento fondamentale dal quale è impossibile prescindere quando si parla del futuro di una città. Per questo motivo si sottolinea l'importanza che il mondo scientifico attribuisce agli studi Sentieri dell'ISS, che nell'ultimo aggiornamento riportano un eccesso della mortalità infantile nella fascia di età compresa fra 0-14 anni. Questo dato - sostengono le Donne Taranto unite - deve allarmare non solo l’opinione pubblica ma tutta la società e le istituzioni".
Alla luce anche degli ultimi episodi che hanno turbato l’intera città e che hanno avuto rilevanza a livello nazionale, "non possiamo ignorare - proseguono - la lettura scientifica che propende per possibili correlazioni fra esposizione professionale dei genitori e tumori cerebrali dell’infanzia, elemento questo che in una città come Taranto non può non destare forte preoccupazione. Altra ansia nasce dall’incertezza sui sistemi di sicurezza riguardo la possibilità di incidenti rilevanti il cui rischio potrebbe aumentare se si desse l’autorizzazione alla realizzazione di nuovi serbatoi che non prevedo le distanze dagli altri impianti previsto dalla direttiva Seveso".
Infine, rilevano le Donne Taranto unite, il decreto sblocca Italia, a quanto pare, non contiene "nessuna misura efficace in grado di risollevare le sorti socio–economiche del capoluogo ionico e della sua provincia .Si dice - sottolineano - di sì all’Ilva, a Tempa Rossa, al Parco eolico nella rada del Mar Grande e alla condotta sottomarina del depuratore di Manduria. Nulla, invece, per le infrastrutture davvero necessarie al territorio come l’aeroporto di Grottaglie, il porto passeggeri e commerciale e lo sviluppo del turismo e di altre attività ecocompatibili al fine di uno sviluppo economico sano. Noi chiediamo - concludono - che il nostro diritto alla salute sia anteposto ad ogni altro interesse e che le istituzioni preposte intervengano quanto prima".
TARANTO - ATTRAVERSO L'ASSESSORE ALL'AMBIENTE VINCENZO BAIO LE CONSIDERAZIONI DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE SUL PROGETTO TEMPA ROSSA
Scritto da Giornalista1Firmato il Decreto per gli incentivi alle imprese:le domande possono essere presentate dal 30 settembre in poi
Scritto da Giornalista1Dal 1° settembre cambia l’iscrizione al Registro Imprese
Scritto da Giornalista1A cura di Amedeo Cottino
Dal 1° settembre iscrizione immediata al Registro Imprese per le richieste alle quali sia allegato un atto notarile: i dettagli.
Entra in vigore dal 1° settembre l’iscrizione immediata delle aziende e degli atti notarili al Registro Imprese prevista dal DL 91/2014 (convertito in Legge 116/2014), a patto però che alla richiesta sia allegato un atto notarile (sia atto pubblico che scrittura privata autenticata). L’art. 20 comma 7 bis del Decreto prevede infatti l’iscrizione immediata al Registro Imprese in caso di richieste spedite per via telematica con allegato un atto notarile, con l’obiettivo di facilitare le procedure per l’avvio delle attività economiche.
Ad essere escluse da tale opportunità sono le altre richieste delle società (nomina di amministratori o di esercizio della attività) e le iscrizioni delle imprese individuali e delle Spa. In tutti questi casi continua a valere il termine dei 5 giorni dall’arrivo della pratica. Diventano invece più veloci le procedure di iscrizione degli atti costitutivi e modificativi di società di capitali e di persone. L’articolo del DL va a modificare l’articolo 2189 del Codice civile nella parte in cui stabilisce che
«prima di procedere alla iscrizione, l’ufficio del Registro deve accertare (…) il concorso delle condizioni richiesta dalla legge per l’iscrizione».
La novità consiste nel fatto che dal 1° settembre il conservatore del Registro non dovrà più effettuare tale controllo di legalità che verrà effettuato esclusivamente dal notaio, per questo l’iscrizione veloce al Registro viene limitata alle richieste che presentano in allegato un atto notarile. In ogni caso il giudice del Registro potrà eventualmente ordinare la cancellazione della richiesta, nel caso in cui su segnalazione del conservatore verifichi che il notaio non ha rispettato la legge.
Bonus per Disoccupati o Inoccupati, anche oltre 35 anni, come fare domanda
Scritto da Giornalista1a cura di Amedeo Cottino
E’ nuovamente possibile presentare le domande di ammissione alle agevolazioni per l’Autoimpiego, secondo il Decreto Legislativo n. 185/2000, per favorire l’ampliamento della base produttiva e occupazionale nonché lo sviluppo di una nuova imprenditorialità nelle aree economicamente svantaggiate del Paese. Gli incentivi stanziati attraverso contributi e finanziamenti a fondo perduto, andranno a disposizione per iniziative da realizzarsi esclusivamente nelle regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria,Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Gli incentivi andranno a coprire un insieme di interventi per stimolare uno sviluppo economico che valorizzi il patrimonio culturale, naturale e paesaggistico e che migliori l’offerta turistica delle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
I contributi possono essere richiesti da persone fisiche disoccupate o inoccupate per la realizzazione e l’avvio di piccole attività imprenditoriali, attraverso le seguenti iniziative:
· Lavoro Autonomo (in forma di ditta individuale). Investimenti previsti non superiori a € 25.823
· Microimpresa (in forma di società di persone). Investimenti previsti non superiori a € 129.114
· Franchising (in forma di ditta individuale o di società), da realizzare con Franchisor accreditati con l’Agenzia
· Incentivi per la filiera turistico culturale
Per accedere alle agevolazioni occorre presentare una domanda contenente il piano d’impresa che evidenzi la coerenza tra il profilo del soggetto promotore e l’iniziativa imprenditoriale, che descriva la validità tecnica, economica e finanziaria dell’iniziativa. Dopo essersi registrati al sito INVITALIA,aver compilato la domanda on-line, e aver scaricato dalla sezione download tutti gli allegati, che andranno compilati e sottoscritti, tutta la documentazione andrà inviata online e tramite raccomandata A/R, al seguente indirizzo entro 5 giorni dalla compilazione on-line:
Invitalia Autoimpiegio – via Pietro Boccanelli 30 – 00138 Roma
Maggiori informazioni possono essere reperite sul sito Invitalia
PUGLIA - Fabrizio Nardoni, Assessore Agricoltura : "Deprimente strumentalizzare la questione xylella per fatti elettorali". Replica al Presidente Marmo
Scritto da Giornalista1Trovo deprimente che una calamità come quella della xylella che sta mettendo a dura prova gli agricoltori e i vivaisti salentini, e colpendo il paesaggio, possa essere argomento di strumentalizzazione politico-elettorale.
Nel merito vorrei dire al presidente Marmo che la Regione Puglia, con l'Osservatorio Fitosanitario Regionale, lo stesso per inciso che ha sconfitto la Sciarca e la Tristeza degli agrumi, ha da subito insediato un Comitato Scientifico Regionale che ha consentito, nel giro di pochi giorni, di fare una diagnosi precisa della malattia.
Una cosa che oggi diamo per scontata e che è invece e il frutto di studi ed intuizioni dei componenti del nostro comitato scientifico e dell'osservatorio regionale.
Già dal mese di luglio abbiamo chiesto al Ministro di insediare un Comitato Scientifico Nazionale che affianchi quello regionale.
Il presidente Marmo, già assessore all'agricoltura, dovrebbe con me ringraziare la struttura regionale che ha lavorato senza sosta per fronteggiare questa emergenza. Proprio il lavoro dell'osservatorio ha consentito di ridurre i danni ai vivaisti quando è riuscito ad ottenere una decisione comunitaria limitata alle sole aree infette della provincia di Lecce e alle sole specie suscettibili di infezione allontanando così ipotesi di “embargo” per tutta la Puglia che sarebbero potute essere ancora più devastanti.
Ed è lo stesso lavoro di intenso monitoraggio e ricerca che oggi determina la necessità di modificare la strategia di attacco alla malattia.
L'ipotesi della dichiarazione dello stato di emergenza non significa rinnegare il lavoro fatto ma dotarsi di uno strumento straordinario per un evento che per come si e manifestato e' straordinario sia per estensione territoriale e sia per le specie interessate, molte delle quali di natura ornamentale.
Un batterio da quarantena presente per la prima volta in Europa ma da molti anni in America, senza che gli americani abbiano mai trovato una soluzione all'eradicazione.
Non sfugge a nessuno che l'Assessorato l'agricoltura non può avere competenza sulle aree comunali o sui giardini privati o le aree incolte. Sono necessari poteri straordinari che consentano anche di fare interventi coercitivi.
Insieme a tutte le organizzazioni professionali agricole ed al Corpo Forestale dello Stato abbiamo deciso di chiedere al Ministro poteri straordinari per fronteggiare l’emergenza da Xylella e risorse adeguate per fronteggiare i danni e i mancati redditi.
Il presidente Marmo farebbe bene ad avere in mente tutte queste cose e unirsi con spirito costruttivo alle nostre richieste.