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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1908)

Dal recente incontro del commissario straordinario per le Bonifiche dell'area di Taranto, Vera Corbelli, con le associazioni degli operatori dei vari settori economici sono scaturiti ulteriori elementi di riflessione per la programmazione delle azioni di bonifica del Mar Piccolo. "Al commissario va quindi dato atto - sottolinea la sezione Costruttori edili di Confindustria Taranto - di un approccio aperto e franco, in un momento e in un territorio dove, spesso e volentieri, i pareri e le idee galleggiano in un mare tutt’altro che calmo nel quale diventa difficile per tutti operare o almeno progettare e prefigurare scenari praticabili. Allo stato pertanto, in considerazione della necessità negli ultimi mesi ripetutamente ribadita di completare gli approfondimenti scientifici, - aggiunge Ance Taranto - evidentemente ritenendo insufficienti quelli fino ad oggi prodotti, si prende atto della valutazione prudentemente negativa di inadeguatezza e possibile dannosità del capping".

 Ragion per cui, per i costrutto edili "corre l’obbligo di precisare che la proposta Ance, elaborata con la stretta collaborazione e supervisione scientifica dell’istituto di ricerca del territorio vocato al Mar Piccolo ed il know-how industriale di una eccellenza produttiva italiana, si pone esclusivamente come possibilità di sperimentazione e di validazione di una tra le metodologie di intervento a disposizione. L’iniziativa pertanto, lungi dal puntare a primati ed esclusive ad oggi del tutto fuori luogo, nel mettere in pratica spunti ed indicazioni della ricerca locale può offrire ulteriori e concreti elementi di valutazione a supporto delle decisioni che saranno assunte nell’ambito del più ampio ventaglio delle tecniche disponibili".

Chiarito questo punto, l'Ance sottolinea che tutti gli approcci ipotizzabili, anche quelli integrati con tecniche di intervento diverse a seconda della diversa problematicità delle aree, devono necessariamente fare i conti con il fattore tempo. "Spostare in avanti la conclusione di indagini e studi di anni al solo fine di comprendere quanto già evidenziato da numerosi analisi e riferimenti scientifici di livello, - fa notare l'Ance al commissario straordinario - significa assestare un ennesimo colpo a questo territorio, il bacino del Mar Piccolo e le attività economiche ad esso legate che aspettano da oltre 20 anni che le parole possano davvero trasformarsi in fatti. La speranza è che si possa far bene ma in tempi ragionevolmente compatibili con le emergenze di un’area che non può permettersi di vanificare, tra ritardi e conflittualità, importanti aspettative di risanamento e rilancio. Se la fretta può essere cattiva consigliera, - conclude Ance Taranto - la lentezza e l'immobilismo possono rappresentare davvero la fine di ogni proposito di ripresa di questo territorio".

Oltre settanta tra imprese e professionisti hanno partecipato al seminario “Investire alle Canarie. Opportunità, vantaggi, agevolazioni e incentivi”, svoltosi nella sala Monfredi della Cittadella delle imprese.

L’arcipelago spagnolo, situato nel cuore dell’Atlantico, a circa 150 km dal Marocco, offre una serie di agevolazioni agli investitori stranieri grazie alla presenza di due zone franche (Gran Canarie e Tenerife) e della Zona Especial Canaria (Zec) a ridotta fiscalità.

“La Camera di commercio di Taranto– ha spiegato il presidente Luigi Sportelli aprendo i lavori – ha siglato un protocollo d’intesa con la Camara Ufficiale di Commercio di Santa Cruz di Tenerife in virtù del quale si è instaurato un vero e proprio canale di collaborazione tra la provincia di Taranto e le isole Canarie. Un’opportunità per le nostre imprese che intendono svolgere attività all’estero, ma anche un’occasione per creare scambi e far conoscere il nostro territorio”.

Al termine del seminario, infatti, si è svolta una degustazione di vino, olio e altri prodotti agroalimentari della nostra provincia, offerti da alcune imprese locali.

Nell’isola di Tenerife risiedono oltre 60mila italiani su un totale di 100mila presenti sull’intero arcipelago. Una comunità numerosa ed importante come ha sottolineato l’avvocato Vincenzo Brudaglio che “non guarda soltanto ai vantaggi fiscali, ma anche alla felice posizione geografica, al clima mite tutto l’anno, all’ottima rete di collegamenti che ne fa un vero  hub internazionale”.

La dottoressa Carmen Sosa, direttrice della Proexca, l’agenzia che promuove gli investimenti nell’area, ha ricordato che “il regime economico e fiscale della Canarie è il più vantaggioso dell’Unione europea. Non si tratta di un paradiso fiscale, ma di un regime autorizzato dall’Ue in cui vige la massima trasparenza. Attualmente, inoltre, stiamo lavorando ad un progetto per sviluppare le Canarie come hub sull’Africa occidentale ed anche questa può diventare un’opportunità per le imprese italiane”.

Numerose le agevolazioni offerte dalla Zec (Zona especial Canaria). “La più importante è l’aliquota al 4% dell’imposta sulle società – ha spiegato la dottoressa Olga Martin Pascual (Zec Tenerife). Sono previste, inoltre, l’esenzione dall’Iva e una serie di esenzioni sulle imposte patrimoniali”.

Il dottor Federico Pesiri (Tax Advisor Studio Pesiri & Partner srl) ha illustrato le varie forme societarie presenti alle Canarie e le analogie con il diritto italiano. Entrambi, infatti, traggono origine comune dal diritto Romano.

“Denunciare per tornare ad amare”, è stato questo il tema della conferenza stampa svoltasi nei giorni scorsi nella sede Aci di Taranto. Un incontro fortemente voluto dall’associazione Taranto Turismo e da Made in Taranto, con il sostegno di Aci Taranto e Codacons Taranto. Un incontro per fissare un sodalizio che tuteli l’immagine di Taranto contro coloro che, pur di fare i propri interessi, la infangano ai quattro venti.

“La cittadinanza costituisce una risorsa e un’attrattiva per i visitatori. Il turista basa una parte della sua esperienza proprio sul contatto umano. E’ impossibile far crescere il turismo laddove non esiste una disponibilità o flessibilità da parte dei residenti – ha affermato Irene Lamanna, presidente ATT -. La volontà di accoglienza deve essere un sentimento diffuso, sia da parte di coloro che lavorano direttamente nel turismo, sia da parte di quelli che non si sentono coinvolti in prima persona, ma che spesso si è visto lo sono oggettivamente. Il nostro territorio è martoriato, da politicanti e non che pur di balzare agli onori delle cronache preferiscono raccontare il negativo (che ovviamente fa più notizia). Dobbiamo fissare bene nelle nostre menti e nei nostri discorsi che il problema non è Taranto, il problema è stata l’industria a Taranto come in tutto il mondo. Ora si sta affondando. E’ vero è necessario mantenere alta la guardia, ma basta con il vanificare il lavoro di ogni impresa gettando inutilmente fango sulla città. Taranto non c’entra nulla, non ha fatto nulla, è una vittima dei politici e dell’industria e di tutti coloro che, non riuscendo ad realizzare un proprio progetto di vita, spendono il loro tempo ad utilizzare il nome della nostra città per ingiuriarla”.

Secondo Gianluca Lomastro, presidente di Made in Taranto, invece, “dovremmo passare il tempo a capire come rilanciare la città, dal punto di vista turistico e commerciale, ma anche da quello dell’inclusione sociale, dati i numerosi soggetti che vivono ai margini della società. Non certo per colpa loro, piuttosto per la nostra incapacità di aver generato opportunità concrete, ma solo annunci, parole, promesse – ha aggiunto Gianluca Lomastro -. E’ il momento di fermarsi e ripartire con azioni, idee e proposte congiunte ed individuando gli elementi che frenano questa possibilità. C’è gente che ha fatto della denigrazione un mestiere. Perché criticare è più facile che fare. Ma ora basta. Parlar male della nostra città ai quattro venti non ci aiuta. I panni sporchi vanno lavati in casa, con forza e determinazione. Come con Taranto Turismo, ogni giorno noi di Made in Taranto™, insieme ad altre associazioni, proponiamo idee, soluzioni, approcci possibili. Dire che stiamo attraversando una fase delicata è dire un eufemismo. I problemi di Taranto sono noti e non c'è bisogno di continuare a piangersi addosso o di lanciare anatemi contro questo o quell'altro politico. E' tempo di tornare ad affrontare di petto le cronicità dei drammi che ci affliggono e ad individuare soluzioni immediate ai problemi più seri come disoccupazione, inquinamento, chiusure di negozi e aziende. Il cambiamento è il prodotto di persone unite nel progettare insieme un futuro migliore per tutti con le risorse presenti sul territorio. Come tutti i progetti, bisogna crederci, farne parte e impegnarsi in prima persona per portarli a termine”.

“Come Aci ci impegniamo da sempre nella tutela del territorio e ora più che mai sosteniamo la battaglia di chi si rimbocca le maniche ogni giorno per promuovere Taranto e il turismo – ha affermato Pino Lessa, direttore Aci Taranto -. Non trovo giusto che ci sia gente che invece si impegni per la distruzione della propria città, facendolo inoltre in maniera plateale. Dovremmo lasciare gli interessi personali, unirci insieme e combattere per il bene comune”.

A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa fare? La risposta arriva forte e decisa. “Denunciare chi parla male della città - continua Lamanna -. E’ plausibile condannare l’industria, ma non diffamare il buon nome della città e dei cittadini e di tutto ciò che la natura ci ha voluto donare-. E’ giusto preservare il lavoro di commercianti e imprenditori che ogni giorno si mettono in gioco ed investono le proprie risorse umane ed economiche per dare lustro alla nostra città.  E allora l’invito è quello di stare attenti e vigilare “sull’ingordo” che abbiamo a fianco. E se una propaganda deve esserci, deve avere un aspetto positivo: c’è una nuova attrazione turistica nella nostra città, l’ospitalità. Denunciamo dunque alla Procura della Repubblica chi diffama ingiustamente il nome di Taranto”.

“Denunciare è importante, perché solo attraverso la denuncia si sono scoperte tante cose. Però è necessario parlare anche di riconversione – ha concluso l’avvocato Luca Piccione, Codacons Taranto -. Il turismo ha un ruolo fondamentale per la rinascita di Taranto, anche e soprattutto in un momento di crisi come questo. La crisi può essere vista come un’opportunità e dobbiamo sensibilizzare l’amministrazione a rimboccarsi le maniche e guardare a tutte le opportunità non ancora sfruttate. Inoltre sono d’accordo con l’ATT e Made in Taranto  che non si può, quando si parla di Taranto, identificarla solo come industria ed inquinamento. Bisogna uscire da questo vicolo cieco e per farlo è necessaria una riqualificazione e il turismo è un’arma importante”.

Alla conferenza era presenti inoltre Giovanni Sebastio, vicepresidente Aci Taranto, che ha sottolineato l’importanza del sostegno dell’Aci verso la città per scoprire le sue bellezze e farle scoprire anche ai turisti invogliandoli a venire nel nostro terrirorio.

 

 

 

 

Approvato dal Consiglio d᾿Amministrazione della BCC San Marzano di San Giuseppe, il Bilancio d᾿Esercizio 2014 che conferma come anche nell᾿ultimo anno l᾿Istituto di credito pugliese sia stato importante punto di riferimento per la propria area d᾿appartenenza. Nel dettaglio, la raccolta diretta si è attestata a 484 milioni con un incremento del 4,12% sull’anno precedente. In lieve flessione gli impieghi (-5,7%), che raggiungono quota 201 milioni. L᾿utile d᾿esercizio evidenzia un avanzo d᾿amministrazione di 2,5 milioni di euro. Sebbene in calo (-46,35%) rispetto allo scorso anno, consentirà un’adeguata ulteriore capitalizzazione, in linea con gli obiettivi della Banca, dato l’attuale contesto economico.

Contestualmente, prosegue il rafforzamento della Banca con un patrimonio netto che si attesta a 41,5 milioni di euro, con un incremento del 9,07% sul 2013, realizzato grazie all’accantonamento a fondi indivisibili degli utili e all’incremento e irrobustimento della base sociale.

Il Presidente Francesco Cavallo, giudica positivamente i risultati conseguiti: «Sono il segno del continuo impegno della Banca per sostenere le famiglie e le imprese e per contrastare le difficoltà economiche che sta vivendo il territorio su cui insiste l’Istituto».

Il Direttore Generale, Emanuele di Palma, ribadisce come il conto economico sia stato anche per questo 2014 di ottima soddisfazione: «Segno che le politiche imprenditoriali seguite sono state adeguate alla situazione socio economica del territorio e della clientela». Il Direttore sottolinea inoltre l’accresciuta qualità del conto economico del 2014, grazie al miglioramento del grado di copertura dei crediti problematici: «Anche nel 2015, prosegue il consolidamento patrimoniale dell’Istituto con la prospettiva di aumentare la quota di mercato sviluppata nella zona di competenza».

 

 

LO DICHIARA BIAGIO PROVENZALE (nella foto), SEGRETARIO PROVINCIALE TRASPORTOUNITO FIAP 

 

Non c’è più tempo per l’indotto del porto con i suoi autotrasportatori. L’abituale “giro” di tavoli, che vede impegnati istituzioni locali e Governo nell’affannosa risoluzione del rinnovo della CIG per i lavoratori, porta al dimenticatoio le richieste avanzate già dalla fine dello scorso anno dalle aziende di trasporto tarantine e dai loro dipendenti, ferme al palo, perché dall’inizio dell’anno nello scalo ionico non arriva più neppure un container.

Trasportounito si schiera con tutte le aziende di trasporto che auspicano, in attesa del verdetto finale  che stabilirà se Evergreen continuerà a scalare a Taranto oppure no, un’accelerazione all’individuazione di soluzioni per il ripristino di una quota del traffico locale.

Dopo aver pagato a proprie spese i ritardi dovuti alla cantierizzazione di parte delle opere di ammodernamento dello scalo, le aziende – già vittime di una contesa milionaria degli appalti che ha trovato terreno fertile nei cavilli di una burocrazia antiquata e farraginosa - rischiano ora di essere ulteriormente danneggiate da un’eventuale “chiusura” anticipata con Tct, che le esporrebbe al rischio di nuovi contenziosi di carattere legale, con l’unico risultato di prolungarne l’agonia.

 

                                                                                                                      

Le fonti rinnovabili ricoprono un ruolo importante all’interno del sistema elettrico nazionale. Il numero degli impianti installati sul territorio pugliese continua a crescere. Si contano 39.841 unità, per una potenza complessiva di 5.115,6 megawatt. E’ quanto rileva il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati del Gestore dei servizi energetici (GSE).

In particolare, sono stati installati quattro impianti idraulici, per una potenza di 1,6 megawatt; 467 impianti eolici, per una potenza di 2.265,6 megawatt; 39.318 impianti solari, per una potenza di 2.555 megawatt e 52 impianti di bioenergie, per una potenza di 293 megawatt. Riguardo alla produzione, gli impianti producono, complessivamente, 9.258 gigawatt, di cui quelli idraulici 4,9 gigawatt, quelli eolici 3.909,4 gigawatt; quelli solari 3.714,9 gigawatt; quelli di bioenergie 1.628,8 gigawatt. Più precisamente, la produzione di bio-energie è così suddivisa: 62,7 gigawatt da rifiuti urbani bio; 103,6 da biomasse; 105 da biogas; 1.357,5 da bioliquidi, per un totale di 1.628,8 gigawatt.

La potenza installata in Italia, a fine 2013, è di circa 50mila megawatt, in crescita rispetto all’anno precedente per l’istallazione di nuovi parchi eolici, di impianti alimentati con bioenergie e soprattutto di impianti fotovoltaici. La produzione rinnovabile ha segnato un record nel 2013, raggiungendo 112.008 gigawatt, il 21,5 per cento in più rispetto all’anno prima. «I dati elaborati dal nostro Centro studi – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenziano come la Puglia sia all’avanguardia nello sfruttamento delle fonti rinnovabili. Il paradosso è che, a fronte di questa consistente produzione “verde”, le bollette dei cittadini e quelle delle imprese pugliesi continuano ad essere “in rosso”. Insomma – spiega il presidente – le ricadute per il pubblico di questo primato sono davvero molto scarse. È necessario garantire ai pugliesi la possibilità di beneficiare di questi risultati, che altrimenti rimarrebbero ad esclusivo vantaggio di singoli operatori. In questo – continua – un occhio di riguardo deve essere riservato alle aziende piccole e artigiane, la parte più consistente in Puglia, attraverso la previsione di specifici ncentivi di sostegno agli investimenti necessari per il miglioramento energetico dei propri siti produttivi, con tutto quel che ne deriverebbe tanto a livello di riduzione dei costi quanto a livello di efficientamento del ciclo produttivo. Come Confartigianato – conclude il presidente – siamo già impegnati a fondo affinché il conto energetico dei nostri associati possa essere sempre più sostenibile. Tramite i nostri Consorzi nazionali per l’acquisto di energia sul mercato libero consentiamo non soltanto agli imprenditori aderenti, ma anche alle loro famiglie, di usufruire di risparmi consistenti ed effettivi, immediatamente riscontrabili in bolletta».

Numero e potenza degli impianti a fonti rinnovabili
Idraulica Eolica Solare Bioenergie Totale
impianti MW impianti MW impianti MW impianti MW impianti MW
4 1,6 467 2.265,6 39.318 2.555 52 293 39.841 5.115,6
                   
                   
Produzione da fonti rinnovabili
Idraulica Eolica Solare Bioenergie Totale
GWh GWh GWh GWh GWh
4,9 3.909,4 3.714,9 1.628,8 9.258,0
                   
                   
Produzione da bio-energie
RU bio Altre biomasse Biogas Bio-liquidi Totale Bioenergie
GWh GWh GWh GWh GWh
62,7 103,6 105 1.357,5 1.628,8
                   
fonte: elaborazione Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati GSE  

 

 Ha espresso soddisfazione, il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, ad esito dell’incontro, dallo stesso richiesto con urgenza, che si è svolto negli uffici del ministero del Lavoro. Motivo dell’incontro è stato il trattamento di cassa integrazione straordinaria in favore degli operatori del porto. Accompagnato dal presidente dell’Autorità portuale, Sergio Prete, Stefàno è stato ricevuto dalla sottosegretaria al ministero del Lavoro, on. Teresa Bellanova, assistita dai due direttori generali.

Il Sindaco, in vista della scadenza del trattamento di cassa integrazione dei lavoratori del porto, prevista per il prossimo 28 maggio, ha fatto propria la particolare condizione di incertezza sul futuro e di preoccupazione sul mantenimento dei livelli occupazionali che non lascia tranquilli gli operatori portuali e le loro famiglie. Di qui, la necessità di interfacciarsi direttamente con il Governo centrale per invocare il rinnovo degli ammortizzatori sociali e per effettuare una valutazione complessiva sulla situazione della portualità jonica. Stefàno, inoltre, ha voluto anche sostenere e rafforzare la richiesta di incontro già avanzato dalle organizzazioni sindacali in ordine alle problematiche ed al futuro occupazionale dei lavoratori.

L’esito dell’incontro ha fatto registrare la ferma volontà del Governo di sostenere l’impegno per Taranto, confermando l’attenzione per la città in uno sguardo complessivo che tiene unite le problematiche legate alla portualità e all’ILVA. La Sottosegretaria Bellanova ha anche annunciato che nei prossimi giorni è già in agenda incontro che avrà all’oggetto l’esame delle criticità di Taranto. Questo appuntamento farà rinviare a un momento successivo l’incontro con le organizzazioni sindacali per dotarlo di ulteriori aggiornamenti.

"Di sicuro da parte mia – commenta il sindaco - e per le mie funzioni avvierò ogni azione utile per raggiungere l'esito migliore possibile per questa complessa vicenda, e per scongiurare l’emergenza socio economica e con essa le possibili ricadute sui livelli occupazionali, già fortemente compromessi, nella città. Ciò che è emerso a chiare note nell’incontro e che è stato ribadito più volte anche dalla sottosegretaria, è proprio l’impegno su Taranto e il sostegno ai lavoratori in cassa integrazione. E questo - conclude Stefàno - è per noi motivo di sincera fiducia e di apprezzamento per il lavoro e per l’attenzione che il Governo sta rivolgendo alla nostra città".

 

L'organizzazione dei commercianti si costituirà parte civile.

 

La recente sentenza del Tar di Lecce, sul ricorso proposto dalle Gallerie Commerciali Italia S.p.A., mette un altro importante tassello nella complessa vicenda Auchan/Cimino, ma soprattutto rafforza l’impegno  di Confcommercio Taranto nell’azione di contrasto ai progetti di ampliamento commerciale del gruppo.

<<E’ una sentenza – commenta Leonardo Giangrande, presidente provinciale di Confcommercio - che ci da fiducia e che ci  induce a serrare le fila, e a portare avanti con determinazione la nostra battaglia in difesa del commercio di vicinato, delle aree urbane del commercio, e del centro storico. Il percorso da noi intrapreso, che ci ha visti protagonisti attivi – accanto alla Amministrazione comunale-  è motivato inoltre dalla consapevolezza che non si possa accettare un’ulteriore espansione edilizia del tessuto urbano verso aree periferiche che andrebbero  invece qualificate e migliorate. Come giustamente affermato dal Consiglio comunale, con delibera del 12 dicembre scorso – organo ritenuto dallo stesso Tar ‘competente a dettare la disciplina urbanistica del territorio’ -  non è possibile procedere alla redazione del piano particolareggiato della sottozona 3.32, perché le previsioni sul numero degli abitanti, contenute del PRG, sono erronee e i procedimenti urbanistici in corso non sono tesi all’espansione dell’abitato. Dunque si afferma un  principio importante che contrasta con il progetto di ampliamento dell’ipermercato Auchan che è invece vincolato alla espansione urbanistica. Sul piano giuridico la strategia adottata – su suggerimento dei legali- dal Comune, e da noi pienamente condivisa, si è mostrata vincente, pur nella consapevolezza che la partita non è ancora chiusa.>>

Confcommercio ha già dato mandato ai suoi legali per la costituzione di parte civile nell’esame del ricorso prodotto dalla Società per ottenere l’annullamento della delibera comunale.


 

 

LETTERALMENTE SFONDATO IL CUORE DELL'AFO 5 CHE SPERIAMO NON TORNI MAI PIU' AD INQUINARE. MA LA BATTAGLIA DEGLI AMBIENTALISTI NON E' ANCORA VINTA, POICHE' RIMANGONO ANCORA MOLTI IMPIANTI DA SMANTELLARE PERCHE' MOLTO INQUINANTI 
Le operazioni di spegnimento dell'Altoforno 5 dell'Ilva, che garantiva attualmente circa il 40% della produzione di ghisa, si sono concluse. Con l'ultima colata del 13 marzo scorso è stato distrutto il crogiolo, ritenuto dagli esperti, ma anche dagli stessi operai, al collasso, come peraltro denunciato circa un anno fa (marzo 2014) dal Fondo Antidiossina e ripreso dagli organi di stampa (vedi parole chiave su internet "matacchiera pericolo esplosione Afo 5"). Un allarme lanciato dal sottoscritto, ma smentito allora e come sempre dall'Ilva spa che, invece, dichiarava che l'Afo5 godeva di ottima salute). Ebbene, il crogiolo presentava davvero gravi criticità e andava fermato al più presto ed io avevo ragione! Nel crogiolo è stata aperta una vera voragine, a quanto pare, di almeno 30 metri quadrati ed il più grande forno di Europa finalmente è morto. Il suo cuore è stato squarciato e per rifarlo occorrerebbero almeno 350 milioni di euro. Soldi che non si vedranno nemmeno con il binocolo, dato che l'azienda ha già svariati miliardi di debiti, soprattutto con le ditte terze. Contestualmente resta chiuso l'Altoforno 1, ancora in manutenzione.
Dopo l’altoforno 5, tra oggi e giovedì, è prevista la fermata anche dell'acciaieria 1. Producendo meno ghisa, c’è meno attività a valle.
La fermata dell'Afo5 ha comportato il ricorso ai contratti di solidarietà, che fino ad oggi hanno riguardato 1200-1300 lavoratori. Analogamente per la fermata della Acciaieria 1. L'ammortizzatore sociale è stato prorogato dal 3 marzo per il terzo anno consecutivo e si prevede possa riguardare fino a 4.074 dipendenti, giá dichiarati in esubero.
Rimangono in piedi solo gli Altiforni 2 e 4 e anche l'acciaieria 2 ha visto fermare parte delle attività di produzione a causa dell'incidente occorso di versamento delle scorie liquide dal carro siluro che è sbandato e ha combinato un bel danno a 4 binari che vanno in Acciaieria 1 fondendoli letteralmente tra di loro. Un ennesimo incidente avvenuto solo poche sere fa.

(nota di Fabio Matacchiera - Pres. Fondo Antidiossina onlus)

 


A Massafra nella sede del Centro Per l'Impiego, è stato presentato il progetto Garanzia Giovani, il Programma messo a punto dalla Regione Puglia per mettere in atto nuove opportunità lavorative e formative per i giovani da 15 a 29 anni che non studiano, non lavorano e non fanno formazione. In particolare  sono state illustrate le attività dell'ATS SINERGIA PER IL LAVORO. Presenti all'incontro l'assessore Ccmunale alle politiche giovanili Gentile, il consigliere provinciale delegato al lavoro Miccolis (nella foto), il coordinatore provinciale della rete degli enti formativi che aderiscono all'ATS Lorusso, il responsabile del cpi di Massafra Palmisano.

 


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