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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1908)

Salvato l’istituto “Paisiello” di Taranto. Per gli anni 2015 e 2016 Ministero della Pubblica Istruzione, Regione e Provincia di Taranto si sono impegnati a cofinanziare i capitoli relativi alle spese fisse per il personale dell’Istituto “Giovanni Paisiello”. Ciascuna istituzione verserà un milione di euro una tantum, per un totale quindi di tre milioni di euro, nelle more del processo di statalizzazione dell’Istituto musicale.

La decisione è stata confermata oggi al termine di un incontro in Presidenza tra Emiliano e il presidente Tamburrano che hanno formalizzato la decisione con una lettera indirizzata al ministro Stefania Giannini. Il “Paisello” finora viveva solo grazie ai finanziamenti provinciali che con la riforma “Delrio” erano a rischio, condannando la scuola musicale alla chiusura.

“Si tratta di una buona notizia per Taranto – ha dichiarato il presidente Michele Emiliano – con uno dei primi atti della mia Amministrazione e di concerto con il Governo centrale e con gli enti locali si mette fine a una questione che metteva a rischio posti di lavoro, decenni di storia e prospettive per la crescita culturale dell’intera provincia. Non intendiamo abbandonare Taranto e invece vogliamo rilanciarne lo sviluppo in tutte le direzioni compatibili con la vita umana, perché se cresce Taranto, cresce la Puglia intera e questa città diventerà uno dei modelli per tutta la Regione”. Il Presidente Emiliano ha poi voluto ringraziare personalmente la sottosegretaria alla Pubblica Istruzione, on. Angela D’Onghia, “per la sensibilità dimostrata e l’impegno profuso nella risoluzione della vertenza”.

 

Immagine associata al documento: Dopo l'accordo romano sul contratto di solidarietà, oggi riunione barese con i sindacati sulla vertenza "Teleperformance", azienda tarantina di call center che occupa circa duemila addetti e che è - a parte l'Ilva - la più grande realtà industriale ionica. 
La riunione è stata presieduta dal presidente Emiliano, con gli assessori allo Sviluppo economico, Loredana Capone e al Lavoro, Sebastiano Leo, oltre agli esperti della task force regionale per l'occupazione. Per i sindacati sono intervenuti i rappresentanti aziendali e di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
"Queste aziende - ha proposto Emiliano nel corso della riunione - non vanno lasciate sole. Intendiamo chiedere a Governo e Parlamento interventi normativi per regolare il settore. Spesso queste imprese trattano dati sensibili per la privacy dei cittadini e occorre lavorare perché questi dati non siano in balia del massimo ribasso d'asta, magari delocalizzando all'estero dati, numeri, vite delle persone. 
Si deve prendere atto che - come dice Papa Francesco - in settori come questo il mercato e basta non funziona da solo e che occorre una sua regolazione. Questa regolazione la chiederemo al Governo e ai nostri rappresentanti alla Camera e al Senato, per rendere più produttivo il settore e meno in balia delle gare con fantasiosi capitolati che hanno l'unico obiettivo di comprimere il costo del lavoro".            
 

 

Al lavoro Luigi Sportelli e Alfredo Malcarne.

 

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Fra non molto le due Camere di Commercio di Taranto e di Brindisi saranno accorpate, si avrà pertanto un solo Ente camerale con, si spera, uffici decentrati dove le imprese potranno operare senza lunghi e costosi spostamenti. In tal senso le due Camere si starebbero già muovendo ed anzi da quanto ci risulta dovrebbe essere stato già siglato nei giorni scorsi un  Protocollo d’intesa fra la Camera di Commercio di Taranto, rappresentata dal Presidente Sportelli, e la Camera di Commercio di Brindisi, rappresentata dal Presidente Malcarne, in tema di accorpamento dei due Enti, così come previsto dalla riforma della Pubblica Amministrazione, proprio in questi giorni al centro del dibattito.La rivoluzione fortemente voluta dal Governo Renzi, prevede infatti un taglio delle sedi del sistema camerale tramite accorpamenti che avverranno in base a una soglia minima di imprese iscritte nei Registri che dovrà essere di almeno 75mila. Sulla base di questo parametro le Camere di Commercio passeranno da 105 a 60, ed in questa tagliola rientrano appunto le due province di Taranto e di Brindisi i cui dati camerali fanno segnare un numero di imprese attive al 31 dicembre 2014 di poco superiore alle 72mila.Le imprese attive iscritte nel 2014 alla Camera di Commercio di Taranto, secondo dati infoca mere, ammontano infatti a 41.043, di cui 6.823 società di capitale, 3.268 società di persone, 29.736 ditte individuali, 868 cooperative, 348 altre forme. A questa sono da aggiungere quelle iscritte alla Camera di Commercio Brindisi che nel 2014  sono in totale 31.253, di cui 4.275 società di capitale, 2.552 società di persone, 23.463 ditte individuali, 778 cooperative e 185 altre forme. Peraltro la crisi economica e produttiva che sta colpendo da tempo i due territori, con particolare attenzione per quello tarantino, non consente di sperare in un cambiamento delle attuali condizioni. Anzi dall’analisi dei dati registrati di recente nel 2014 e resi noti, si rilevano andamenti negativi rispetto all’anno precedente. Probabilmente da qui parte l’accordo sottoscritto da Luigi Sportelli e Alfredo Malcarne che, con l’obiettivo di evitare un intervento diretto del Governo sull’organizzazione del nuovo Ente camerale, entrerebbe nel dettaglio su una serie di aspetti come ad esempio a chi spetterà la Presidenza, dove avrà sede l’Ente, come saranno ripartite le spese ecc., ecc.. Successivamente,  in base alla Legge 580, si procederà alla nomina del Consiglio Generale che sarà costituto da tutte le componenti economiche-produttive presenti ed operanti nei due territori provinciali (industriali, artigiani, commercianti, portuali, bancari, cooperative, sindacati, ecc). L’accorpamento è già in avanzata realizzazione in molte province italiane, come ad esempio Biella e Vercelli in Piemonte, La Spezia, Imperia e Savona in Liguria, Catania, Siracusa e Ragusa in Sicilia, Isernia e Campobasso in Molise, Chieti e Pescara in Abruzzo ed altre ancora. Ma molte sono anche le polemiche e le diatribe che gravitano intorno a queste ipotesi che stanno arroventando ancora di più un caldo agosto 2015.

Il piano ambientale dell’Ilva, che prevedeva che entro la data del 31 luglio prevista dal DL 1/2015 doveva aver attuato l’80% dalle prescrizioni ambientali previste dall’AIA, non è stato rispettato.” Lo dichiara il coportavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. “Questa nostra valutazione, avviene dopo un continuo monitoraggio anche degli atti di Ispra e Arpa. Ora attendiamo – continua il leader dei Verdi- la certificazione finale di Ispra e Arpa Puglia ma siamo convinti che confermeranno quanto da noi affermato e nonostante i numerosi decreti Salva Ilva che hanno ridotto del 20% il numero delle prescrizioni da attuare, Ilva non supera il 65% delle prescrizioni ambientali.”
“Ilva dichiara di aver raggiunto 80% delle prescrizioni ambientali frammentando una prescrizione in una, due o tre. E’ un’inammissibile furbata – denuncia l’esponente ecologista “ perché le prescrizioni sono previste come uniche dal Piano ambientale ai fini della valutazione finale sul numero delle  prescrizioni per il raggiungimento dell’80%.
“Ricordo che la valutazione del danno sanitario su Taranto ha valutato che con le prescrizioni AIA completamente attuate, e non è il caso attuale, considerati i numerosi decreti, sarebbero a rischio tumore 12.500 cittadini di Taranto. Non smetteremo mai di gridare – conclude Bonelli-  contro la nuova Shoah che si sta realizzando contro la popolazione tarantina, bisogna aprire la strada ad un nuovo sviluppo che dica basta all’economia dei veleni per dire si all’economia della vita come hanno fatto a Bilbao o Pittsburgh.”
Bonelli,  inoltre, fa presente che dal monitoraggio fatto dai Verdi non risultano attuate le prescrizioni più significative come: 1)la chiusura completa di nastri trasportatori e cadute materiali; installazione del sistema a cappe mobili nell'area Grf (gestione rottami ferrosi); lo smantellamento dell'altoforno con bonifica e ripristino ambientale dell'area; l'installazione di nuovi filtri di aspirazione a tessuto nell'area dell'agglomerato; prescrizione n. 70.b: installazione di un nuovo filtro a tessuto a servizio dei convertitori ACC/1.
7) captazione dei fumi dal tetto dell’acciaieria; copertura parchi primari; copertura parchi grf ; smantellamento , demolizione e bonifica Afo3 ;  prescrizione n.16. h-70.c.: installazione di sistemi a cappe mobili area GRF;
12) Alla luce di quanto accaduto ad Afo 2 con la drammatica morte di Alessandro Morricella  la prescrizione UA18 «inerente il livello di conformità del sistema di gestione per la prevenzione degli incidenti rilevanti (data da Ilva come “attuata”) non può ritenersi attuata.
13) la corretta gestione delle acque meteoriche/di processo/scarichi idrici industriali e dei rifiuti;
14) prescrizione n. 16.a: fermata AFO/1  e riavvio dell’impianto previo adeguamenti (condensazione vapori loppa, depolverazione campo di colata, depolverazione stock house;
A queste prescrizioni ne vanno aggiunte altre 15.

“Messi da parte gli eccessi e le forzature, è prevalso il buonsenso, così come avevamo auspicato. Un risultato ottenuto grazie al dialogo tra le parti e grazie alla sapiente regia del sottosegretario Teresa Bellanova". È questo il commento dell'on. Michele Pelillo all'indomani della soluzione positiva per i dipendenti di Teleperformance.
"L'impegno per salvaguardare il comparto del call center tarantino e garantire un futuro all'attività e ai lavoratori - ha aggiunto Pelillo - ha avuto l'esito sperato. L'accordo sottoscritto rasserena tutti e induce ad essere fiduciosi per il futuro, guardando a questo con una maggiore serenità, in riferimento, in particolare, ai lavoratori e alla salvaguardia dei livelli occupazionali.Da oggi - conclude il parlamentare tarantino - possiamo contare su nuove garanzie per tutelare e valorizzare il settore call center a Taranto, che rappresenta una fetta importante della nostra economia e  - da un punto di vista sociale - il presente e il futuro per migliaia di famiglie”.

Apprezzamento per come la vertenza ha avuto esito positivo, è stato espresso dal sindaco di Taranto, Ezio Stefàno.

"E’ stata certamente una vertenza complessa - commenta il sindaco - che ha visto coinvolti e partecipi diversi attori. Parti sociali ed istituzionali, sindacati e lavoratori, ciascuno per propria parte e competenza, hanno contribuito a comporre l’accordo ed incassare questo importante risultato che allontanerebbe le ombre minacciose sui posti di lavoro del call center. In tutto questo percorso - ricorda il primo cittadino - anche l’amministrazione comunale di Taranto, sempre accanto ai lavoratori per la tutela dei livelli occupazionali, non ha risparmiato impegno ed iniziative a sostegno dell’azione sindacale di Andrea Lumino e degli altri rappresentanti sindacali interessati alla vertenza. Oggi, ad esito degli accordi raggiunti in ordine alla vertenza Teleperformance, sento di rivolgere un sentito apprezzamento per gli sforzi profusi dalle organizzazioni sindacali, dalle forze governative, in primis il Sottosegretario Teresa Bellanova, e i diversi soggetti che hanno fattivamente contribuito ai lavori del tavolo ministeriale. Viene dunque meno - conclude Stefàno - la preoccupazione sul futuro dei lavoratori e delle loro famiglie."

 

 

Lo evidenziano in una nota Mimma Annicchiarico di Casartigiani, Riccardo Caracuta del CLAAI e Leonardo Giangrande di Confcommercio Taranto 

   

 

 

 

I numeri del  corto circuito economico  che nel 2014  ha caratterizzato l’andamento economico dell’area di Taranto, diffusi nei giorni scorsi dalla Camera di commercio, non devono destare  sorpresa. Il dato statistico - elaborato dall’Istituto Tagliacarne – ha solo avvalorato una situazione economica ormai in caduta libera,  da tempo percepita  da imprenditori, professionisti ed osservatori vari. Allora perché sorprendersi? La situazione economica,  non di gran lunga migliore nella lettura statistica del  2013,   è il risultato di un percorso in discesa imboccato ormai da tempo e lasciato libero di franare verso il basso. Il problema è che da alcuni anni ormai  ci si ripromette di   invertire la rotta, di puntare su progettualità e strategie innovative,   e soprattutto di cambiare metodo,  ma poi  di fatto nulla  mai cambia. ‘Fare sistema’ è la parola d’ordine,   in un contesto economico che resiste a ‘fare sistema’.

La Camera di commercio - come ha dichiarato il presidente Luigi Sportelli- afferma di aver molto lavorato nell’anno passato per avviare un progetto comune tra i portatori di interessi del territorio; percorso che ha partorito la Agenzia di sviluppo, l’organismo che dovrebbe  lavorare per stimolare la ripresa economica. Dunque, il percorso di cura per uscire dalla crisi – secondo il presidente dell’Ente camerale-   starebbe tutto  nella collaborazione delle forze economiche e sociali, coinvolte nella  Agenzia di sviluppo. Ciò  detto, rimangono aperte alcune questioni.  

 Prima domanda: perché la presidenza della Camera di commercio  ha deciso di svuotare il ruolo e le funzioni del  Consiglio camerale, chiamato solo ed esclusivamente – pochissime volte all’anno-  a svolgere un’attività obbligatoria e strettamente necessaria come l’approvazione,  per alzata di mano, delle delibere camerali, come ad esempio  il bilancio?  

Seconda domanda: perché attendere quattro anni ed oltre per  costituire un’ Agenzia di sviluppo  a pochi mesi dalla scadenza di un mandato di presidenza della Camera di commercio che va al rinnovo degli organi  in un clima  di forte conflittualità tra le espressioni sindacali del mondo economico?

Terza domanda: la Camera di commercio di Taranto quale autorevolezza e quale competenze  ha espresso in questi anni, ben diversi dalla gestione Papalia/De Benedictis (che portò ai Patti territoriali ed alla collaborazione con la Provincia per la gestione della Conferenza Unitaria)   da poter avocare a se un ruolo così delicato?

Non si dimentichi  che proprio la  presidenza della Camera di commercio  all’indomani del rinnovo degli organi alla guida della Regione Puglia in un incontro con i neo Consiglieri regionali eletti ha valutato di tenere fuori da quel tavolo importanti organizzazioni rappresentative del mondo delle imprese. Assenza che è stata stigmatizzata dagli stessi Consiglieri, alcuni dei quali hanno pubblicamente preso le distanze dalla Agenzia di sviluppo.

Cinque anni persi

  • Per cinque lunghi anni abbiamo chiesto e richiesto veri percorsi di confronto finalizzati a costruire un ragionamento su quello che doveva essere il futuro dell’economia del territorio provinciale.
  • Per cinque lunghi anni abbiamo chiesto che la Camera di commercio fosse il luogo dove fosse riconosciuta la responsabilità e l’autorevolezza delle organizzazioni di rappresentanza delle imprese nel  confronto  con la politica, e che da questo confronto e dal concorso e la collaborazione attiva di tutte le parti potesse prendere avvio un ragionamento sullo sviluppo futuro dell’area di Taranto.
  • Per cinque lunghi anni abbiamo detto – restando inascoltati- che la storia sta per assegnare anche a Taranto un ruolo diverso da quello contrassegnato dalla egemonia di quella  cultura fordista - basata sul filo diretto  tra produzione, sindacati e finanza - attorno a cui è cresciuta l’economia locale.
  • Per cinque lunghi anni abbiamo detto che andava modificato alla base il sistema delle relazioni con la politica, le istituzioni e  lo Stato e che occorreva traguardare ad uno scenario  futuro non più Ilva- dipendente, ma   basato su un’ economia dello sviluppo sostenibile che mettesse al centro dell’impresa il corretto rapporto con l’ambiente.
  • Per cinque lunghi anni abbiamo gridato che il ruolo dell’economia di  terziario è essenziale nel nuovo corso che la storia sta per assegnare  a Taranto. L’agro-alimentare,  l’artigianato, l’economia del mare, il commercio, i  servizi , il turismo – in un tempo prossimo- dovranno guidare l’economia dello sviluppo sostenibile, puntando su i fattori della competitività:  innovazione, reti territoriali di imprese, collaborazione con il mondo della ricerca.  
  • Per cinque lunghi anni abbiamo chiesto che la Camera di commercio si attivasse per sbloccare Distripark e Agromed,  progetti che avrebbero potuto svolgere un ruolo  strategico per l’economia  del territorio. Se è vero che l’agroalimentare della provincia jonica  è stato il miglior settore in Puglia nel 2013, logica vorrebbe che tale  performance fosse supportata da una progettualità che garantisse la crescita del comparto.  Cosa si aspetta allora a  spendere i  10 milioni di euro disponibili per  Agromed, struttura alla cui presidenza vi è  Luigi Sportelli?    

Oggi che siamo ufficialmente – questa volta  lo dicono i dati - la città più povera della Puglia, ma che stanno per arrivare un bel po’ di risorse economiche, ecco che,  con molta naturale spregiudicatezza,  si afferma che Taranto deve trovare in se la forza per ‘risollevarsi dai vincoli della old economy e che deve trovare la forza per ragionare su un piano di sviluppo integrato nel quale le componenti pubbliche, economiche e sociali ritrovino l’equilibrio’.

Nelle settimane scorse è stata avviata, la fase di confronto in seno al Tavolo interistituzionale permanente per l’area di Taranto che entro novembre dovrebbe portare al Contratto Interistituzionale di Sviluppo. E’ importante per i comparti produttivi alternativi all’industria e per le imprese dei vari settori, sapere cosa si intenda fare per restituire le precondizioni ambientali necessarie alle produzioni agricole e del mare;  ugualmente non ci sembra emerga alcuna strategia finalizzata a conseguire uno sviluppo della  economia turistica. Si continua a parlare di rilancio industriale e di Ilva, ma non si prende in considerazione la necessità di perseguire lo sviluppo di un sistema economico diversificato.

Ci attendiamo quindi a breve che Comune, Provincia e Regione rendano partecipi le associazioni di categoria coinvolgendole nelle strategie che il territorio dovrà realizzare se vorrà conseguire obiettivi duraturi che mettano al centro le risorse locali.      

 

 

                                                                                                                                       

 

 

 

 

 

 

 

         Il Presidente

      Casartigiani Taranto

(Domenica    Annicchiarico)

    Il Presidente

      C.L.A.A.I. Taranto

  (Riccardo Caracuta)

                Il Presidente

                       Confcommercio Taranto

         (Leonardo   Giangrande)

               
 

 


Le nuove strategie da attuare per il miglior impiego degli arsenali della Marina miltare di Taranto e Brindisi saranno al centro della visita nella città dei due mari del mnistro della Difesa, Pinotti. Nei mesi scorsi fu proprio Confindustria Taranti ad invitare il rappresentante del dicastero della Difesa a Taranto. Circa un anno fa la Pinotti venne a Taranto ma evito di incontrarsi con le parti sociali andandomi visita solo sulla buona portaerei Cavour.

L'appuntamento è per lunedì mattina in Prefettura, quando il ministro Pinotti incontrerà i vertici militari per ridiscutere dell'impiego delle due strutture e in particolare per quella di Taranto un utilizzo quale polo museale. Indirizzo, quest'ultimo, ricompreso anche nei finanziamenti previsti dal Tavolo per Taranto ma che non incontra il favore di Confindustria Taranto i cui vertici spingono perchè venga rafforato il sistema della cantieristica e delle manutenzioni all'interno della struttura tarantina.

In occasione della visita del Ministro il Palazzo del Governo di via Anfiteatro sarà precluso alla città. È' quanto scaturito da una riunione tenuta in Prefettura in serata. Con le tante vertenze aperte sul territorio, e' stata adottata una decisione che non consentirà ai tarantini di usufruire per l'intera giornata di lunedì di tutti gli uffici.

E' stata temporaneamente sospesa la protesta dei lavoratori della società Isola Verde. Gli operai hanno deciso di tornare a casa in attesa che la loro vertenza sia oggetto di un confronto che porti a trovare una via d'uscita anche perchè i dipendenti non percepiscono lo stipendio da marzo scorso. L'occasione per un incontro potrebbe arrivare già lunedì quando sarà a Tarato il presidente della Regione Emiliano. Lunedì a Taranto è infatti previsto un vertice con il ministro della Difesa Pinotti. Emiliano potrebbe approfittare della circostanza per approfondire il caso Isola Verde con il presidente Tamburrano

I presidenti delle Confindustrie pugliesi a Squinzi "facciamo partire da Taranto una nuova politica industriale"

Nella riunione di giovedi il Consiglio Generale di Confindustria ha posto al centro del dibattito la vicenda Ilva, con particolare riferimento all'ipotesi di chiusura del secondo altoforno, oggetto in questi giorni di scelte che potrebbero determinare definitivamente le sorti dell'impresa.
Il Consiglio Generale ha espresso unanime preoccupazione per una vicenda che rischia di assumere contorni drammatici, in primo luogo per le conseguenze sui livelli occupazionali ma anche per la strategicità che riveste nel nostro paese la produzione di acciaio, asset fondamentale. A testimonianza del sostegno all'impresa e al territorio tarantino è stato deciso che la prodesideriamo innanzi tutto esprimerti il nostro più sincero ringraziamento per aver scelto la città di Taranto quale sede deputata ad ospitare il Consiglio Generale di Confindustria del prossimo 24 settembre. 

Alla luce di questa decisione i presidenti delle Confindstrie pugliesi hanno inviato la lettera he di seguito pubblichiamo integralmente

 

Si tratta per noi di un segnale importante in quanto tangibile testimonianza della forte attenzione verso un territorio mai come in questo momento avversato da una serie di eventi contrastanti ed allo stesso tempo preoccupanti.

 

La parabola Ilva traccia, infatti, oggi uno dei suoi picchi più alti di conflittualità, registrando da una parte il costante impegno del Governo nel cercare di risolvere le problematiche connesse alla continuità produttiva ed alle questioni ambientali; dall’altra, l’altrettanto costante intervento della magistratura -mirato ad ottenere le più ampie garanzie sul fronte della sicurezza dello stabilimento- che si traduce nelle oramai note e reiterate istanze di fermata degli impianti.

 

Pur non entrando nel merito della questione - sia perché particolarmente complessa e articolata sia perché sappiamo essere a te ampiamente nota – potrai comprendere, caro Presidente, il clima di incertezza e di preoccupazione che serpeggia oramai da mesi fuori e dentro la fabbrica, e che si ripercuote pesantemente su tutto il sistema sociale, economico e produttivo senza soluzione di continuità.

Abbiamo apprezzato, a questo proposito, la tua lettera al Corriere della Sera del 17 luglio scorso in cui tracci sapientemente una giusta linea di demarcazione fra giustizia ed economia, pur riconoscendo all’una ed all’altra un ruolo fondamentale, nel tentativo di ricomporre un equilibrio sicuramente oggi fra i più difficili da raggiungere. Abbiamo condiviso nella tua analisi molte delle istanze che faticosamente portiamo avanti su questo territorio, nel tentativo di far comprendere che “industria” non è sinonimo di violazione delle regole ambientali ma che, al contrario, è proprio attraverso la certezza delle regole che riesce ad ottemperare al suo ruolo migliore, di volano di ricchezza e benessere per il territorio.

 

Il ruolo di forte proposizione di Confindustria è per noi- in questo momento particolare e delicatissimo - fondamentale e irrinunciabile: mentre si discute dell’Afo 2, oggetto della diatriba delle ultime settimane, (la cui chiusura  aprirebbe una fase ingestibile e irreversibile), i  tagli alla produzione del maggiore stabilimento siderurgico europeo – che peraltro si riflettono nella mappa della produzione globale di acciaio, ponendo l’Italia al decimo posto- si fanno via via più drastici, evidenziando a chiare lettere un graduale depauperamento produttivo dello stabilimento, fortemente penalizzante non solo per Taranto ma per l’intero sistema pugliese.Abbiamo degli strumenti a disposizione, delle misure che finora sono solo sulla carta ma sostengono le nostre azioni presenti e future: il Contratto Istituzionale di Sviluppo è in questo senso una certezza, ma da solo non basta.

 

Oggi abbiamo bisogno che una voce forte ed autorevole si levi a sostegno di una nuova politica industriale: fatta di regole e di certezze ma anche in grado di potersi muovere in un clima totalmente diverso da quello in cui ha operato finora.

Un clima di collaborazione che allontani definitivamente i focolai di ostilità; un clima di nuove prospettive che prendano il posto delle vecchie logiche e dei falsi preconcetti.

 

Abbiamo bisogno che questa forte proposizione, questa nuova politica industriale, parta proprio da Taranto, dalla Puglia e dal prossimo appuntamento che ci vedrà riuniti; da un territorio che si conferma paradigma purtroppo perfetto di un’Italia produttiva che però non è messa nelle condizioni di costituire un sistema manifatturiero stabile e di avere l’industria come punto di riferimento per il futuro.

 

Ecco perché abbiamo accolto con grande favore la notizia del prossimo Consiglio Generale a Taranto: siamo sicuri che questo importante appuntamento segnerà un passo fondamentale nella battaglia che tutti insieme stiamo conducendo.Nell’auspicio, pertanto, di poter collaborare reciprocamente per il miglior esito dei lavori che si andranno a svolgere, ti ringraziamo e ti inviamo i nostri più cordiali saluti.

 

 

Domenico Favuzzi (Confindustria Puglia)               

 

Domenico De Bartolomeo (Confindustria Bari e BAT)     

 

Giuseppe Marinò (Confindustria Brindisi)         

 

Gianni Rotice (Confindustria Foggia)                    

 

Eliseo Zanasi (Confindustria Lecce)                                  

 

Vincenzo Cesareo (Confidustria Taranto)                                        

 

 

 

 

 

Immagine associata al documento: Il presidente Emiliano e l'assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, intervengono sulla riunione di insediamento del Tavolo istituzionale permanente per l'area di Taranto tenutosi oggi nella citta ionica , che avvierà il lavoro di preparazione del Contratto istituzionale di sviluppo. Per la città il decreto prevede misure di semplificazione e accelerazione per riqualificare e valorizzare le emergenze urbane, storiche e culturali, affidate ad un tavolo istituzionale istituito presso palazzo Chigi.
Alla riunione in Prefettura ha partecipato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, oltre all'assessore Gianni Liviano, al consigliere Michele Mazzarano e alle autorità cittadine e provinciali.
"Ringrazio il Governo - ha detto Emiliano - per aver voluto l'insediamento del tavolo a Taranto. Per noi è un'opportunità per spendere presto e bene le risorse che nel corso degli ultimi anni sia lo Stato che la Regione hanno destinato all'area tarantina. Chiediamo un cronoprogramma molto serrato al Governo e manterremo un appoggio forte al nucleo tecnico di supporto al contratto istituzionale di sviluppo".
"Ricordo - ha spiegato l'assessore Capone - che agli obiettivi strategici descritti dal sottosegretario De Vincenti che condividiamo pienamente col governo , vanno aggiunti alcuni rilevanti investimenti regionali. Penso ai 17 milioni che la Regione ha destinato al Centro Salute e Ambiente, destinato alla ricerca e alle cure dei cittadini, in particolare dei bambini. E ancora i piani di rigenerazione urbana per i quartieri Paolo VI, Isola e Tamburi, con una dotazione destinata anche ai progetti di cittadinanza attiva. In più, gli investimenti per l'aeroporto di Grottaglie che immaginiamo integrato con il porto industriale in un'ottica complessiva di sviluppo del territorio".
 

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