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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1813)

“Sono quattro anni che sono qui, tutti i giorni sono stati uguali”. Lo detto oggi a Taranto l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, Lucia Morselli, a margine di un’iniziativa del Politecnico di Bari con la Marina Militare, a proposito dello sciopero in corso oggi nello stabilimento siderurgico di Genova dopo quello che c’é stato a Taranto lo scorso 28 settembre. “Tutti i giorni uguali” ribadisce Morselli. E alla domanda se questa, rispetto alle altre, sia la fase più critica per l’ex Ilva, l’amministratore delegato risponde: “No. Sono passati quattro anni e abbiamo fatto delle cose belle. Una delle cose belle è stata la settimana scorsa quando abbiamo avuto 500 clienti, che sono venuti nonostante ci fosse un clima non molto ricettivo. Sono venuti lo stesso. Nessuno ha cancellato, c’erano anche delle persone importanti, grandi imprenditori che avrebbero potuto mettere a rischio la loro incolumità ma sono venuti lo stesso” ha detto Morselli riferendosi al fatto che la convention aziendale a Taranto è coincisa con 24 ore di sciopero di Fim, Fiom e Uilm e i presidi di protesta davanti agli accessi della fabbrica. “Sono venuto più del previsto - aggiunge l’ad - ed è stato un momento importante perché abbiamo raccontato quello che abbiamo fatto”.

    “Quest’azienda è completamente diversa da quella di era quattro anni fa, è molto più bella, molto più potente, molto più forte. Non è un momento brutto per l’azienda” ha anche detto Morselli. “È un momento brutto - ha aggiunto Morselli - per chi se ne vuole in qualche modo occupare senza averne motivo”. Acciaierie d’Italia ha in corso progetti col Politecnico di Bari relativamente al centro ricerche dell’azienda e all’Accademy inaugurata nei mesi scorsi a Taranto.

 

Shell Energy ha posato alle porte di Taranto il primo pannello del primo parco fotovoltaico che fa parte di uno pacchetto di 48 parchi fotovoltaici che saranno costruiti in Italia nei prossimi mesi. Il parco di Taranto si estende per 17,6 ettari, avrà 34mila pannelli fotovoltaici ed una produzione di 30 GWh, equivalenti al consumo di circa 14mila famiglie, ed una capacità di circa 20 MW. Il parco sarà terminato come lavori a marzo prossimo, ad aprile sarà in attività e l’energia prodotta sarà acquisita da Baker Hughes, con cui oggi a Taranto Shell Energy ha firmato un accordo. Marco Marsili, country chair Shell Italia, ha dichiarato ad AGI che “sono almeno cinque anni che lavoriamo su questo fronte. La nostra strategia è diventare un’energy company. Accanto a prodotti tradizionali, cresceremo nel settore delle rinnovabili per portare sempre più energia ed energia decarbonizzata ai nostri clienti. Il tradizionale è la parte fondamentale del sistema energetico internazionale e lo rimane anche per noi, ma noi in Italia ci stiamo avvicinando ad una neutralità. Investiamo in rinnovabili tanto quanto investiamo in up stream. Investiamo centinaia di milioni l’anno”. Dopo Taranto, i parchi attualmente autorizzati sono 20, gli altri sono in corso di istruttoria e definizione, e i prossimi tre che saranno in attività sono in Sicilia, Sardegna e Veneto. “Il nostro target é arrivare a 2 GW di energia prodotta da rinnovabile in Italia nell’arco di tre quattro anni - prosegue Marsili -. A Taranto siamo in uno stadio avanzato. Su un piano internazionale, global, Shell investirà nei prossimi tre anni circa 15 miliardi in progetti legati alla transizione energetica e l’Italia sarà parte di questo portoflio internazionale”. “Abbiamo oggi le fonti in mano come generazione rinnovabile per produrre energia elettrica - ha detto Ivan Niosi, ad Renewable Generation Shell Energy Italia -. Se le sfruttiamo e utilizziamo nel modo giusto, possiamo produrre energia in modo semplice, coniugando ricerca, tecnologia, rispetto dell’ambiente e dialogo con i territori”. 

 “In caso di mancata convocazione ci autoconvocheremo presso la vostra sede istituzionale anche con le nostre rappresentanze sindacali unitarie. Non possiamo assistere a quanto si sta determinando e chiediamo al Governo di esercitare le proprie prerogative pubbliche e di azionista per determinare il necessario cambiamento di cui Acciaierie d’Italia ha bisogno”. È quanto affermano i segretari generali di Fim Cisl, Roberto Benaglia, Fiom Cgil, Michele De Palma, e Uilm, Rocco Palombella, in una lettera sull’ex Ilva al premier Giorgia Meloni e ai ministri Urso, Pichetto Fratin, Giorgetti, Calderone e Fitto, chiedendo un incontro. Scrivono i vertici sindacali al presidente del Consiglio: “L’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, a partire dal subentro della gestione ArcelorMittal, sta vivendo una fase di abbandono e pericoloso declino destinata nel giro di pochissimo tempo a consegnarla ad un irreversibile condizione di spegnimento con gravissime conseguenze occupazionali oltre che industriali, senza tenere conto dei numerosissimi incidenti che si verificano quotidianamente nei luoghi di lavoro e che mettono a rischio la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”. Secondo Fim, Fiom e Uilm nazionali, “nonostante il finanziamento erogato dallo Stato a inizio anno, il management pubblico-privato aziendale non sta mantenendo nessuno degli impegni presi sui volumi produttivi, gli investimenti, il funzionamento e la manutenzione degli impianti, sul pagamento delle ditte di appalto”. 

 “Le nostre organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm sono di nuovo e con maggiore allarme, rispetto al passato, a denunciare tale condizione oltre che il mancato rispetto degli impegni assunti dallo Stato con l’accordo sindacale del 2018 e chiedono con assoluta urgenza la convocazione di un tavolo stabile che affronti la situazione e a breve inverta la gravissima crisi occupazionale e produttiva in essere” scrivono ancora sull’ex Ilva i vertici sindacali metalmeccanici al premier e ai ministri. E sottolineano che “il mancato impegno all’avvio dei lavori di rifacimento di altoforno 5 a Taranto, il ciclo di vita in esaurimento degli altri impianti, il mancato avvio e finanziamento dei progetti di decarbonizzazione consegnano il siderurgico di Taranto e il gruppo ad un inevitabile spegnimento”. 

“Termineremo i lavori entro dicembre e attiveremo la piattaforma, per gennaio ce la faremo. È una piattaforma di 9.500 metri quadrati, 14 milioni di investimento, e partiamo con circa 50 addetti nella fase di start up”. Lo ha dichiarato a Taranto, nel focus sulla Zona economica speciale ionica, Lucia Grandone, capo dello sviluppo di Conad Adriatico, sulla piattaforma logistica di Grottaglie (Taranto). Si tratta di uno degli investimenti agevolati dalla Zes. “La piattaforma di Grottaglie - ha rilevato Grandone - integrerà le altre e servirà l’area Sud, che è cresciuta moltissimo e rappresenta oggi il 30 per cento dei volumi totali di Conad. Abbiamo sposato il principio della sostenibilità nella realizzazione di fabbricati e attrezzature. Emissioni zero o al minimo, risparmio energetico e un MW di fotovoltaico sul tetto. Avevamo sul terreno 20 ulivi che abbiamo ripiantumato e fatto un accordo col Comune di Grottaglie per piantumare altri 180 alberi. La piattaforma riguarderà fresco e superfresco, ortofrutta e carni. Arriveremo più velocemente ai punti vendita anche per la parte non food, che altrimenti dovrebbe partire dal Nord”. 

Situazione, prospettive e welfare sono alcuni degli argomenti che saranno dibattuti nel corso del convegno: “La cassa incontra gli iscritti”, organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Taranto e della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, che si terrà giovedì 14 settembre presso l’Hotel Salina, in via Mediterraneo 1, dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

A relazionare i massimi vertici della Cassa (presidente Pagliuca, vice presidente Rosignoli e consigliere Santomauro), introdotti dal presidente dell’Ordine tarantino Vizzarro e dal delegato di Taranto Chiarelli. “Siamo contenti di ospitare quest’evento – afferma il presidente Odcec Taranto dott. Francesco  Vizzarro - promosso insieme alla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili che con il presidente Pagliuca ha profuso enormi sforzi negli ultimi anni per la categoria attraverso interventi mirati che hanno consentito ai loro iscritti di ottenere benefici che si sono tradotti in interventi di welfare. E in un periodo non certo facile come quello che il territorio sta vivendo, tutto ciò rappresenta segnali assolutamente positivi”.

Tra gli argomenti dibattuti anche quelli legati alle contingenze del territorio.  “Mi auguro che la vertenza ex Ilva volga al termine prima possibile – continua -  poiché l’incertezza produce altra incertezza paralizzando le attività industriali ed economiche ad essa legate. In quest’ottica guardiamo con interesse a tutti gli sviluppi legati al PNNR affinché tali strumenti possano incidere in maniera sostanziale e di supporto ad un territorio che fino ad oggi ha sofferto troppo.  Ma il raggiungimento di obiettivi legati allo sviluppo del benessere passa attraverso la coesione tra le forze sociali. E’ questa la direzione da seguire. Sempre e solo nell’interesse della collettività”.

Sugli strumenti per rilanciare l’economia al Sud si  sofferma Luigi Pagliuca(numero uno della Cnpr): “Come professionisti siamo pronti a dare il nostro contributo per favorire l’attuazione in concreto sui territori delle misure adottate dal governo per il rilancio dell’economia. La scelta di una Zes unica per il Mezzogiorno è sicuramente una proposta interessante che potrebbe dare una accelerazione determinante all’economia di queste regioni, a partire proprio dalla Puglia, puntando su regimi fiscali agevolati e riduzione della burocrazia. Auspico che su questi punti l’Esecutivo ascolti i suggerimenti dei commercialisti che, in virtù del loro rapporto privilegiato con le imprese, conoscono perfettamente dove hanno fallito le precedenti politiche relative al sistema Zes e come correggere ciò che non ha funzionato”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Guido Rosignoli (vicepresidente dell’ente pensionistico dei ragionieri e degli esperti contabili): “Con la Zes unica le nuove imprese e quelle già esistenti, che avviano un’attività economica o investimenti, possono usufruire di procedure semplificate e regimi procedimentali speciali e il nostro compito è quello di assisterle nel miglior modo possibile, con competenza e innovatività, affinché il maggior numero di aziende possibili possa cogliere questa occasione”. 

Per Fedele Santomauro (consigliere d’amministrazione della Cnpr): “bisogna puntare sui professionisti per superare le tante barriere che si frappongono tra le misure previste dal PNRR e la possibilità di trasformare in progetti concreti queste risorse. Siamo a disposizione per offrire supporto non solo ai nostri clienti ma soprattutto agli enti pubblici che si trovano in difficoltà in fase di progettazione, gestione delle risorse e rendicontazione. Passaggi fondamentali per avere l’ok dall’Europa”.

Nicola Chiarelli (delegato della Cnpr di Taranto)  sottolinea come “questi momenti di confronto siano indispensabili per la crescita dell’intera categoria offrendo numerosi spunti perché i commercialisti riescano a rispondere alle nuove esigenze dei mercati che puntano sempre più su innovazione e professionalità. Gli strumenti normativi senza attuatori capaci rischiano di rimanere incagliati nelle maglie della burocrazia”.

Il convegno è accreditato ai fini della formazione professionale continua.

Il gruppo bancario cooperativo insieme alle 7 BCC pugliesi affiliate sarà presente al padiglione 110 della storica campionaria dal 9 al 17 settembre 2023.

 


Cassa Centrale Banca Credito Cooperativo Italiano sceglie la Puglia per partecipare ad una delle principali fiere campionarie italiane, insieme alle 7 BCC della Regione aderenti al Gruppo. Si tratta della 86^ edizione della Fiera del Levante in programma a Bari dal 9 al 17 settembre con 250 espositori e un ricco cartellone di eventi, incontri e congressi, in cui il Gruppo sarà presente con uno stand di oltre 200 mq al padiglione 110 (Centro Congressi).

Con 67 banche di credito cooperativo, quasi 1.500 sportelli e oltre 11.900 collaboratori sul territorio nazionale, Cassa Centrale si posiziona tra i primi 10 gruppi bancari italiani. Solido ed efficiente offre un’ampia gamma di servizi bancari, assicurativi e finanziari (grazie alle società del Gruppo Assicura, Claris Leasing e Rent, Neam Asset Management e Prestipay), con una particolare attenzione agli obiettivi ESG, al fine di garantire uno sviluppo inclusivo e sostenibile, in coerenza con i valori fondanti del Credito Cooperativo, in cui la relazione con il cliente rappresenta un importante tratto distintivo.

In Puglia sono 7 le BCC aderenti al Gruppo (BCC dell’Alta Murgia, BCC di Alberobello Sammichele e Monopoli, BCC di Cassano delle Murge e Tolve, BCC di Conversano, BCC di Locorotondo, BCC di San Giovanni Rotondo, BCC di San Marzano di San Giuseppe) che insieme contano 67 filiali e 558 Collaboratori. La raccolta diretta supera i 3,6 miliardi, la raccolta complessiva i 4,3 miliardi e gli impieghi i 2,6 miliardi di Euro. Il patrimonio si attesta a 506,1 milioni di Euro.

“Questa fiera rappresenta per noi un momento istituzionale importante - ha dichiarato il Presidente Giorgio Fracalossi - per raccontare il nostro Gruppo insieme alle banche pugliesi, che sono espressione autentica dei territori. La nostra mission è promuovere la crescita delle comunità in cui operiamo, creando un benessere condiviso da trasmettere alle prossime generazioni, all’interno di un percorso sostenibile. Un obiettivo che intendiamo raggiungere coniugando il valore e l’autonomia di un sistema di Banche locali, con la redditività, l’efficienza e la stabilità tipiche di un grande Gruppo Bancario. La Puglia in questo percorso è da sempre protagonista.”

Emissioni nell’ambiente vengono segnalate in un esposto dei sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm ad Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Nel reparto Batterie/Cokerie dello stabilimento, si afferma, <a seguito di scarsa manutenzione, diverse macchine - caricatrici, sfornatrici, macchine guida e locomotori - presentano numerose problematiche strutturali, come le porte che non garantiscono più una chiusura ermetica e il mancato funzionamento del sistema di automazione>. Questo “comporta dispersioni ambientali. I sindacati dicono che \\\\\\\"anche la mancanza di pulizia del telaio e della porta forno provoca emissioni nocive nell\'ambiente. La Fiom Cgil ha inoltre scritto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e al dg Asl Taranto, Vito Gregorio Colacicco, sollecitando l’accesso agli atti dell’Asl che hanno poi portato, lo scorso 22 maggio, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ad emettere un’ordinanza contro l’ex Ilva a causa dei picchi di benzene riscontrati dalle autorità sanitarie. Per la Fiom, “da ordinanza sindacale si evince che nelle relazioni sono presenti delle considerazioni di natura sanitaria rapportate ai livelli di benzene nell\'aria\" e si evidenzia “che il rispetto del valore limite del benzene, fissato dal D.Lgs. 155/2010, non garantisce assenza di rischi per la salute umana, situazione, questa, che “inevitabilmente - dice la Fiom - coinvolge anche i lavoratori di Acciaierie dItalia e dell’appalto”. 

Dri d’Italia, la società di Invitalia incaricata di costruire l’impianto del preridotto a Taranto, ha scelto Paul Whurt e Midrex, rispetto a Danieli e Denova di Energy Iron, per entrare nel merito del progetto. Il preridotto di ferro è un semiprodotto di ferro che alimenterà i futuri forni elettrici di Acciaierie d’Italia-ex Ilva, e la costruzione di quest’impianto è il primo importante snodo della decarbonizzazione. Finanziato con un miliardo dal Pnrr, l’impianto ora è uscito, su scelta del Governo, dal Pnrr per essere riposizionato sul Fondo sviluppo e coesione.

    A Paul Whurt Italia, specializzata nell’impiantistica e da anni presente nell’ex Ilva, la scelta è stata comunicata attraverso una lettera dall’ad di Dri d’Italia, Stefano Cao (presidente di Dri d’Italia, come anche di Acciaierie d’Italia, è invece Franco Bernabè). Nella lettera Paul Whurt e Midrex vengono definiti “offerente privilegiato”. La loro offerta non è ancora accettata, anzi, su decisione del committente, può essere rifiutata così come la discussione di approfondimento può essere sospesa o interrotta. Si procederà quindi per gradi. Prima un memorandum di intesa, da firmare entro fine agosto, poi il contratto vero e proprio, da sottoscrivere “non oltre la fine del primo periodo di lavori”.

   Primi lavori calcolati in sei mesi, di cui i primi tre saranno dedicati alle “attività di ingegneria previste nel programma di progetto”. Il contratto, “completo e vincolante”, sostituirà il memorandum e assicurerà “una transizione senza soluzione di continuità” tra la prima fase dei lavori e quella complessiva del progetto e stabilirà come integrare l’impianto di preridotto col forno elettrico ad arco sommerso che deve invece costruire AdI. La prima produzione di preridotto resta confermata a giugno 2026 e la quantità per l’ex Ilva dovrebbe restare in 2,5 milioni di tonnellate l’anno anche se quest’aspetto AdI si riserva di precisarlo in seguito. 

 

 “La ripartizione dei fondi FSC assegnati alla Puglia dal Ministro Fitto è inferiore di quasi 160 milioni rispetto alla ripartizione effettuata dal Ministro Carfagna 9 mesi fa. Questo è un segnale chiaro a tutti i pugliesi\". Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. \"Si aggiunga - spiega il governatore - che le somme assegnate alla Puglia dal Cipess non sono immediatamente disponibili e non possono essere utilizzate - a quanto si comprende - per le spese di welfare, servizi sociali, contrasto alla povertà, cultura, turismo ed altre spese di parte corrente come ricerca e formazione. In questo modo (questo è il rischio) potrebbero non essere impiegabili per le spese di investimento immateriali che nel sud sono il necessario completamento dei fondi europei destinati a colmare il divario di sviluppo rispetto al nord\". E aggiunge: \'Questo divieto di utilizzo per le spese immateriali non era mai stato in precedenza imposto dalle analoghe delibere Cipe degli anni scorsi, anche perché la legge istitutiva dei fondi FSC non prevede affatto questo divieto ed anzi obbligava ad utilizzarle per settori essenziali in modo sinergico rispetto ai finanziamenti europei anche immateriali\". La conseguenza di questa \"scelta scellerata osteggiata da tutte le Regioni italiane, rimaste tutte inascoltate, corrisponderà ad una grave lesione delle politiche di coesione che avevano consentito alle aziende che investivano in Puglia di contare su questo sostegno complementare, ma essenziale, in settori strategici\". In ogni caso, il riparto oggi deliberato \"era stato definito quasi un anno fa dal Ministro Carfagna e se ne può concludere che sono stati inutilmente persi mesi e mesi anche con riferimento al cofinanziamento obbligatorio dei fondi europei anch’essi rimasti inutilmente fermi per mesi\". Emiliano conclude: \"L’arroganza e la prevaricazione sulla autonomia delle Regioni così progettata dal Ministro Fitto deve diventare la battaglia comune di tutte le Regioni italiane e in particolare di quelle del sud. Bisogna impedire che i fondi FSC (per la via del divieto di impiegarli per la spesa di parte corrente) vengano in questo modo utilizzati per il completamento dei cantieri PNRR che il governo non riesce ad accelerare per totale mancanza di capacità organizzativa della struttura amministrativa”.

“L’Europa e il mondo si adeguano al futuro mentre noi torniamo indietro. Un miliardo di euro del Pnrr destinato all’Ilva è stato spazzato via e non se ne conosce il motivo”. Lo dichiara Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, a proposito dell’investimento in decarbonizzazione (preridotto) in Acciaierie d’Italia a Taranto, ex Ilva. “Sembra chiaro - dice Emiliano a proposito di AdI, individuandolo come competitore di Mittal - che Mittal abbia fermato il suo principale competitor europeo a suo completo vantaggio. In meno di 6 mesi tutto è cambiato e sembra che il governo non abbia visione della politica economica ed industriale del Paese, né tantomeno del futuro dell’ambiente e delle persone. Ancora una volta - prosegue il governatore di Puglia - una sconfitta a tutto campo del governo che dovrebbe chiedere scusa alle mamme, ai papà e ai bambini di Taranto”.

    “Un governo vicino alla privata Mittal che continuando ad inquinare, a sovrapprodurre aprirà un varco verso nuove infrazioni tornando al punto di partenza. Una maledizione a discapito dei cittadini e delle cittadine di Taranto”, osserva Emiliano. Per il quale “il percorso dell’ex Ilva verso una transizione con l’uso delle fonti rinnovabili e verso una acciaieria green era già in atto e aveva già ottenuto le autorizzazioni necessarie per l’utilizzo del gas al posto del carbone”. Circa il preridotto da usare nei forni elettrici, il governo ha però assicurato che il progetto non è stato definanziato ma, uscendo dal Pnrr nell’ambito di una generale revisione che ha riguardato una serie di progetti, solo cambiato come fonte di finanziamento. 

 

 

 \\\\\\\"Nel Pnrr ci sarà una rimodulazione di 1 miliardo di euro sull\\\\\\\'ex Ilva di Taranto. Io per primo ho chiesto lo spostamento sul fondo di sviluppo e coesione perché non c\\\\\\\'era la certezza di riuscire a svolgere i progetti entro il giugno 2026. L\\\\\\\'operazione sull\\\\\\\'idrogeno è complicata, servono certezze\\\\\\\". Lo ha detto il ministro dell\\\\\\\'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin in audizione in Commissione Ambiente alla Camera. 

Con l’obiettivo di salvaguardare “la salute e la sicurezza dei lavoratori”, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha firmato una ordinanza che vieta il lavoro “in condizioni di esposizione prolungata al sole, con efficacia immediata e sino a tutto il 31 agosto”.

    “L’iniziativa del Comune di Taranto è lodevole perché risponde pienamente ai nostri appelli circa un immediato intervento per la tutela della salute delle migliaia di lavoratori edili su ponteggi e cantieri esposti alla calura di questi giorni”, commenta Francesco Bardinella, segretario della Fillea Cgil di Taranto. “L’ordinanza emessa dal Comune di Taranto, va nella direzione giusta: protegge i lavoratori ma previene anche possibili incidenti sul lavoro”. 

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