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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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Unite nello sdegno per la bocciatura da parte del Consiglio regionale pugliese della doppia preferenza da inserire nella legge elettorale con buona pace per la parità di genere, le donne ioniche condividono amarezza e delusione ma anche voglia di reagire alla vigilia di un 8 marzo che rischia di trasformarsi sempre di più in uno stanco e inutile rituale pervaso da retorica e ipocrisia. Ecco la posizione di Francesca Battista del Corrdinamento Democratiche Puglia, Maria Grazia De Pasquale che firma una nota della Casa delle Donne di cui è presidente Annalisa Cangiulli, Gianna Cavallo responsabile provinciale Pari Opportunità dell'UDC.

"Il Consiglio regionale della Puglia - scrive la Battista- con il voto contrario di soli 22 consiglieri e 37 favorevoli di cui 15 della maggioranza. ha approvato una Legge Elettorale che archivia la doppia preferenza uomo/donna, confermando lo status quo di un consiglio che rinuncia ad una scelta di civiltà e ipocritamente si nasconde dietro al voto segreto, per far valere con la forza dei numeri la propria ...arretratezza e i limiti di una egemonia maschile perpretata negli anni , sono solo 3 su 71 componenti le donne in Consiglio. Al netto di alcuni...pochi distinguo e motivazioni di responsabilità che a volte possono non bastare a giustificare gli esiti deludenti di battaglie comuni a sinistra e nel PD, dal punto di vista dialettico, delle argomentazioni sopratutto per voce del capogruppo di FI, in aula si è  potuto registrare un decadimento e arretramento del dibattito. Ancora una volta le Donne di Puglia sono state tradite e con loro i 50.000 pugliesi che nel 2013 con le loro firme avevano promosso la Legge 50/50 per la parità di genere a modifica dell'attuale Legge Elettorale, dando vita ad un movimento trasversale per una battaglia di civiltà. Ora non basta più l'indignazione...condivido le dichiarazioni di Michele Emiliano mio Segretario regionalePD e candidato Presidente....ma devono concretizzarsi...scelte forti come quella di donne capolista per le liste del Candidato Presidente del PD e l' impegno come, sicuramente presidente eletto della Puglia, a sostenere la battaglia delle Donne di Puglia per la Parità e ad approvare da subito una nuova legge elettorale che preveda la doppia preferenza uomo/donna e rimuova gli ostacoli per una reale parità . che- conclude Francesca Battista devono ritrovare in primis sostegno delle Donne e degli Uomini del PD e del Centrosinistra. Noi Democratiche di Puglia questa sfida non possiamo che coglierla ed essere convinta ente in campo perché si vinca."

La Casa delle Donne attribuisce la decisione del Consiglio regionale pugliese alle solite logiche di "potere e connivenza trasversale" , mette in evidenza le posizioni diverse assunte da consigliere come Lemma e Nuzziello, evidenzia la necessità di fare squadra al femminile.

Ecco il testo dell'intervento. 

"Quello che è accaduto in  Consiglio Regionale  segna per noi donne pugliesi una pagina buia e mortificante ma è altrettanto evidente che l’esito della votazione sulla doppia preferenza di genere  ha rappresentato un giorno molto triste anche per la politica in generale.

 

La doppia preferenza non è passata e quindi  i cittadini pugliesi saranno chiamati ad eleggere, nel prossimo mese di maggio, un  Consiglio regionale composto in maggior parte da uomini.  

Non che la cosa ci  sconvolga in modo particolare atteso che nell’attuale Consiglio regionale siede un numero risibile di donne, solo 3 su 68 uomini,   e questo in netta controtendenza anche con le proporzioni uomo/donna di tutti i principali ruoli dirigenziali e di responsabilità nelle pubbliche amministrazioni, nell’istruzione, nella magistratura, nelle forze dell’ordine e nell’esercito.

Nessuna di noi si era certamente illusa che sarebbe stata  una vittoria facile ma le buone intenzioni manifestate da entrambi gli schieramenti politici alla vigilia delle votazioni, compresi  i  candidati alla presidenza del Consiglio regionale,  Emiliano e Schittulli, ci avevano fatto ben sperare almeno  che sulla questione di genere si cominciasse ad avere  una  visione comune e si potesse iniziare ad intraprendere percorsi condivisi.

L’esito nefasto della votazione è stato definito da Vendola  una inversione cavernicola” , io direi invece  che siamo alle solite logiche di potere e connivenza trasversale che purtroppo contraddistinguono la politica declinata al maschile.

Infatti a ben guardare gli eventi con un occhio malizioso, la riduzione delle poltrone in Consiglio regionale, da 70 a 50, a partire già dalle elezioni di maggio,  ha gettato nel panico  coloro che pensano di non farcela a ricollocarsi su quelle poltrone. Cinicamente quindi,  approfittando della richiesta del voto segreto proposto dalla minoranza,  vigliaccamente hanno deciso di votare  secondo i loro esclusivi interessi .

Un ringraziamento particolare  riteniamo  vada invece fatto alla consigliera Anna Rita Lemma per essersi strenuamente spesa in favore della doppia preferenza, meccanismo grazie al quale l’elettore avrebbe potuto esprimere, solo se lo avesse voluto,  la seconda  preferenza e , solo  in questo caso,  la preferenza   sarebbe stata  di genere diversa dalla prima.   Non vi era quindi alcun obbligo  di esprimere la doppia preferenza ma era solo una ulteriore  possibilità che si intendeva dare  all’elettorato, il quale avrebbe potuto autonomamente decidere se utilizzarla. Ma forse, anche su  questa modalità di votazione si è voluto mantenere un profilo di scarsa informazione.

Va invece registrato con disappunto  la  posizione assunta,  sempre in Consiglio regionale,  da un’altra donna, la consigliera Anna Nuzziello, la quale  si è espressa affermando   che l’elettore al momento del voto,  al di là dell’identità di genere, deve valutare le competenze dell’eletto…!!!  Affermazione pleonastica, che non tiene conto, non si sa quanto in buona fede, delle modalità di formazione delle  liste elettorali  che favoriscono una rappresentanza maschile così schiacciante,  a meno che non si voglia ritenere che “la politica è materia naturalmente riservata agli  uomini  in quanto portatori di specifiche competenze…!!!”

Non sfugge certo a nessuno,  e tanto meno a noi donne,  che  la  parità di genere in politica  non passa attraverso la  individuazioni di quote da destinarsi  in favore  di  una categoria ritenuta bisognosa  di  tutele proprio per la sua diversità di genere, trattamento per altro di solito riservato a categorie in estinzione. La rivendicazione che ormai da anni molte di noi  cercano di portare avanti nasce dalla necessità di far passare un principio di reale eguaglianza uomo/ donna e di pari opportunità anche in politica dove certamente, in questo delicato momento storico,  potremmo apportare contributi significativi e rappresentare un ventata di novità in un contesto politico  sempre più avversato dall’elettorato  e sempre più autoreferenziale.

Accusata la sconfitta,  dovremmo  cominciare ad interrogarci sul perché questo sia potuto accadere , sulle nostre eventuali responsabilità legate anche alla nostra difficoltà di “fare squadra”. La questione della  complicità tra donne in politica è  una questione molto antica e delicata che ritengo però vada  affrontata se non vogliamo continuare a registrare risultati così deludenti. " 

Ritiene doveroso che i consiglieri regionali porgano le loro scuse alle donne pugliesi, Gianna Cavallo dell'UDC che scrive:

"Premesso che non sono per le quote rosa ne per i recinti di genere,mi sono sempre battuta per la meritocrazia,e la parità di competizione.

Il Consiglio Regionale con un voto vile,  ha scritto un’altra pagina nera della sua storia, la bocciatura della legge di iniziativa popolare per la riforma della legge elettorale è uno schiaffo ai cittadini pugliesi, che hanno richiesto con la loro firma  la modifica della legge regionale per introdurre la parità di genere nella rappresentanza e la doppia preferenza.

Le donne dell’UDC hanno sempre espresso la volontà di agevolare la partecipazione delle donne alla vita pubblica per una crescita sociale e per il bene della democrazia. E’ finita la farsa. I Consiglieri Regionali, la smettano di fare dichiarazioni ipocrite e chiedano scusa a tutte le donne pugliesi.

Esprimo la solidarietà alle nostre militanti, e a tutte le donne,in particolare del PD,di SEL e degli altri partiti, che si sono impegnate per sottoporre la proposta di iniziativa popolare al Consiglio Regionale. Illuse e deluse dai nostri dirigenti."

 

L'Agriturismo? Sono in pochi ad avere dubbi: oggi più che mai è un'opportunità da sfruttare a fronte di una crisi che non ne vuole sapere di allentare la morsa. Un'opportunità capace di creare nuove professionalità, capace di recuperare territori, capace di creare nuovi posti di lavoro. Un'opportunità che però deve essere coltivata con serietà, passione e, soprattutto, competenza. Ed è in quest'ottica che si è inserito il seminario tenuto venerdì mattina nell'ex Sala Giunta della Provincia di Taranto; un seminario che ha voluto illustrare quali sbocchi è in grado di garantire un settore in grande crescita come quello dell'agricoltura. Organizzato da Ciofs Puglia e Formare Puglia, l'evento ha avuto come obiettivo quello di fornire ulteriori conoscenze a coloro che stanno seguendo i corsi finanziati dalla Provincia di Taranto di “Responsabile della pianificazione e valorizzazione dell'attività agrituristica”. Per l'occasione è stato trattato il tema: “L'Agriturismo, settore in crescita: le opportunità occupazionali e imprenditoriali e le nuove risorse della programmazione 2014-2020”.

Ad aver avviato i lavori sono state suor Carmela Rocca e Luisa Campatelli, in rappresentanza di Ciofs Puglia e Formare Puglia (enti gestori dei corsi), mentre a spiegare ai presenti le risorse del comparto sono stati l'assessore regionale all'Agricoltura, Fabrizio Nardoni, il vice presidente dell'Ente Provincia Gianni Azzaro,Francesco Palmisano presidente Federalberghi Taranto, Antonio Cardone direttore Tecnico del Gal Valle d'Itria, Angelo Costantini, presidente dell'Associazione Capocollo di Martina Franca, nonché consigliere del Gal Valle d'itria, Roberto Barberio della CIA e Giovanni Scianatico presidente di Agriturist PUGLIA.

Dal seminario è emerso soprattutto un concetto: la rivalorizzazione della terra e delle sue ricchezze. Ma in chiave assolutamente innovativa. Ormai, i tempi sono cambiati e l'agricoltura non è più quella di una volta. Non basta più solo saper coltivare un terreno. L'agricoltura è diventata una vera e propria disciplina in cui la conoscenza e la preparazione sono le principali doti su cui dover fare affidamento. A crederci in tutto questo sono le Istituzioni locali. In prima fila c'è proprio la Regione Puglia che, come ha sottolineato l'assessore Nardoni, ha messo a disposizione 25 milioni di euro, di cui 15 sono destinati alla formazione professionale. Del resto, che in questo comparto ci sia bisogno di investimenti sempre più continui è dimostrato dal successo conseguito dalla Puglia alla recentissima Bit di Milano, in cui i prodotti pugliesi sono stati estremamente apprezzati dai numerosi visitatori. Un segnale che deve servire da incentivo per fare sempre meglio in vista di altri grandi appuntamenti (vedi l'Expo). Un segnale che deve indurre a sfruttare al massimo le risorse di un territorio che ha la fortuna di essere bagnato da due mari (lo Jonio e l'Adriatico) e di poter contare su un entroterra di una grande bellezza. Tantissime sono le possibilità che possono essere garantite dall'Agriturismo, ma non solo. Bisogna allargare gli orizzonti pensando, ad esempio, al pescaturismo o all'ittiturismo. Nel corso del suo intervento l'assessore Nardoni ha ricordato che da parte della Regione è allo studio  una serie di iniziative per valorizzare prodotti tipici del territorio e per far conoscere la Puglia attraverso “percorsi” come la “passeggiata in bicicletta”, le masserie didattiche, il percorso delle ciliegie di Turi, il percorso della mandorla di Acquaviva, il percorso della cozza di Taranto (che sta per acquisire il Marchio di Qualità di Puglia). E tutto questo allo scopo di recuperare e valorizzare risorse di una terra che vuole essere protagonista in un momento storico in cui la crisi si può sconfiggere soprattutto con le idee e l'innovazione.

 

 

 

A Taranto ritorna lo shopping domenicale. Domenica 1 marzo i negozi del capoluogo apriranno nella mattinata a partire dalle ore 10.00 e sino alle 13.00 e in serata dalle 17.00 sino alle 20.30.

Con l’apertura di domenica prossima si riprende la consuetudine delle aperture straordinarie mensili  coincidenti con la prima domenica del mese.

Il nuovo  calendario 2015 definito dall’Amministrazione comunale, d’intesa con  le categorie del commercio, prevede  dieci  aperture festive, delle quali otto  coincidenti con la prima domenica del mese, più  quattro come da tradizione a dicembre.

Al fine di agevolare la ricerca del parcheggio, la sosta auto nelle aree definite dalle strisce blu  sarà a pagamento.

Cosa si intende per Startup Innovative? E' stata, questa, ka domanda a cui si è tentato di dare risposte nel corso della tavola rotonda, organizzata dall'Unione Giovani Dottori  Commercialisti ed Esperti Contabili di Taranto con il patrocinio gratuito dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili di Taranto e dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, in collaborazione con la BCC di San Marzano di San Giuseppe e della startup innovativa Commercialista.com., svoltasi nella sede della facoltà di Giurisprudenza nella caserma Rossarol.

“Startup Innovative e Crowdfunding”, questo il tema principale. In questa definizione sono raggruppate tutte le nuove imprese ad alto contenuto tecnologico e innovativo e/o mirate alla messa a punto e commercializzazione di prodotti, servizi o soluzioni in ambito economico digitale oppure alla valorizzazione della ricerca pubblica e privata.  Come avviare una startup innovativa e quali sono i requisiti necessari? Cosa prevede il decreto incentivi per le startup innovative italiane? Quali sono le agevolazioni fiscali previste? Quali i bandi e i programmi previsti da Stato/Enti pubblici e privati per facilitare la nascita delle nuove startup e delle PMI innovative? Qual è il ruolo degli incubatori, degli investors e dei venture capitalist? Come si effettua l'iscrizione al Registro delle Imprese? Questi e molti altri argomenti sino trattati durante la tavola rotonda, che ha abuto proprio l’obiettivo di evidenziare il ruolo e l’importanza della nascita e dello sviluppo delle startup innovative, che rappresentano il volano e il futuro della nostra economia.

“L'innovazione digitale è in grado di dare una grossa spinta all’economia del nostro Paese, - ha dichiarato Maurizio Maraglino, presidente UGDCEC Taranto - per questo è necessario anche sul nostro territorio avviare un dialogo aperto e costruttivo per conoscere possibilità di sviluppo e iter da seguire per lanciare e gestire startup innovative di successo.”

Una tavola rotonda che parte da Taranto in un momento in cui l’intero territorio jonico  ha la necessità di credere a nuove opportunità economiche che il mercato internazionale offre.  L’Italia è stata ad esempio  il primo paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa al solo equity crowdfunding. Oggi la possibilità di ottenere sostegno economico in rete è stata estesa anche alla nuova categoria di PMI innovative e il decreto legge Investment Compact si proponeproprio di rendere l’equity crowdfunding uno strumento efficace per l’economia italiana e stimolare le imprese ad investire in ricerca e sviluppo. Molto spesso succede che abbiamo la possibilità di poter utilizzare strumenti preziosi per il nostro tessuto imprenditoriale, ma non sappiamo come usarli.

Dal canto suo Emanuele di Palma, direttore generale della Bcc di San Marzano di San Giuseppe, ha evidenziato come "la fase di crisi ha accelerato la ricerca di canali alternativi al credito bancario tradizionale.  Ecco quindi apparire sulla scena nuove opportunità, basti pensare ai fondi di venture capital, ai mini bond, allo stesso crowdfunding. In Puglia, ad esempio, la BCC San Marzano di San Giuseppe, - ha ricordato di Palma - accompagna il progetto Muum Lab, diventato il primo contenitore autorizzato dall’autorità di vigilanza per le società e la borsa nel Sud Italia a raccogliere capitali sul web da investitori non professionali e da Fondi di investimento a favore delle Start up Innovative".

Ci sono limiti? "Assolutamente no, soprattutto alle idee", ha risposta Emanuele di Palma, perchè tutti i progetti "hanno comunque bisogno di un presupposto, quello di essere fattibili. La diffusione di pratiche a sostegno delle start up innovative o di imprese moderne capaci di sviluppare business non pone confini e lo vediamo ogni giorno: si va dalle azioni di acquisizione della gestione degli impianti sportivi (come il caso di Torino), al Social Impact Bond di Scampia (per la gestione legale dello smaltimento dei rifiuti), allo sviluppo di piattaforme hi-tech (l’ultimo in ordine di tempo, il caso delle cuffie Bluetooth), per arrivare ai progetti di agricoltura sostenibile e produzioni cinematografiche. Per questi motivi, come banca locale, - ha concluso poi di Palma -  seguiamo con attenzione e favore tutte le iniziative che già dallo stato embrionale rispondono ad una serie di requisiti essenziali: dare risposte soprattutto ai giovani, mettere in campo risorse e idee per il rilancio del territorio".

p. d'a.

 

 

 

 

Il ricorso alla clausola sociale rischia di divenire sempre più scelta obbligata per la soluzione di vicende produttive ed occupazionali intricate e complesse.  Di questo è sempre più convinta Ance Taranto, l'associazione dei costruttori edili, che, in una nota, ricorda che "proprio questo si è cercato di fare con l’accordo, recentemente siglato, nel quale l'Autorità portuale di Taranto si è impegnata ad inserire nei bandi di gara per opere pubbliche e servizi o nell'invito in caso di procedure senza bando una clausola sociale finalizzata alla tutela occupazionale dei lavoratori licenziati espulsi dal ciclo produttivo di alcune aziende dell’indotto portuale. Per effetto della clausola sociale - spiega Ance nella nota - le aziende che si aggiudicheranno i lavori, in caso di nuove assunzioni dovranno, compatibilmente con le esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva, rivolgersi prioritariamente a questi lavoratori".

Per cui risulta del tutto comprensibile l’azione svolta per fronteggiare la vertenza e provare a salvaguardare il reddito dei lavoratori licenziati, pur se a fronte di possibili mutamenti di settore produttivo di approdo. "Altrettanto naturale, guardando agli imponenti investimenti che si andranno a realizzare nel nostro porto, - aggiunge Ance Taranto - la scelta compiuta di far convergere l'emergenza occupazionale nel più ampio programma di ampliamento ed adeguamento della struttura del porto di Taranto, reso necessario dalle pressanti esigenza di mercato e di competitività dello scalo. Proprio la conclusione di questa vertenza mette in evidenza come una tale soluzione, se può essere utile a tamponare emorragie occupazionali in un territorio colpito da una gravissima congiuntura economica, fuori dai tradizionali ambiti di utilizzo è quasi sempre un’azione difensiva e di respiro corto dettata dall’emergenza".

 Se, poi, l'attenzione si sposta  ai grandi appalti e alle grandi committenze, forse è il caso, evidenzia l'Ance, di pensare "di intervenire a monte, con un’azione di sistema che punti ad integrare nella filiera della realizzazione non solo alcuni lavoratori da reimpiegare, ma un insieme di imprese e maestranze espressione della capacità competitiva del territorio".

Non soltanto il porto, dunque, per i costruttori edili ionici ma anche, e soprattutto, quella miriade di interventi pubblici "presi d'assalto da aziende esterne al territorio che lasciano in loco qualche subappalto e qualche occupato a tempo molto determinato. Questa amara considerazione serve a chiedere con forza un impegno proficuo e fattivo affinché il complessivo sistema di piccole e medie imprese possa competere e partecipare - conclude Ance Taranto nella nota - alle opportunità che si presenteranno sul territorio, alla luce anche dei finanziamenti previsti dal decreto 1/2015".

 

Dalla clausola sociale, dunque, si potrebbe passare a clausole trasparenti di territorio in grado di arricchire la filiera dell’esecuzione delle grandi opera con la presenza e la partecipazione delle pmi realizzatrici e fornitrici, che se rafforzate possono garantire quell’occupazione stabile e qualificata che deve restare l’obiettivo da perseguire.

 

Serve un rinnovato spirito di collaborazione tra istituzioni ed imprese, serve costruire un modello operativo virtuoso che programmi sviluppo condiviso e possibile in una visione complessiva delle direttrici d'azione e che releghi finalmente in soffitta interventi-tampone ed emergenziali che negli ultimi tempi hanno contraddistinto la vita economica di questo territorio.

«Confagricoltura Taranto plaude all’approvazione, da parte della Camera dei deputati, dell’Ordine del giorno, a firma bipartisan dei deputati Michele Pelillo (PD) e Gianfranco Chiarelli (Forza Italia), che impegna il Governo di valutare l'opportunità di inserire il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali nel (Contratto istituzionale di sviluppo), ovvero il Tavolo interistituzionale per l’Area di Taranto previsto dal cosiddetto Decreto “Salva Taranto”»: così esordisce il presidente di Confagricoltura Taranto, Luca Lazzàro, all’indomani dell’importante notizia che arriva dalla Capitale.

«È un successo concreto dell’azione di Confagricoltura – dichiara Umberto Bucci, presidente di Confagricoltura Puglia – che da settimane, lontano dai riflettori mediatici, nelle sedi istituzionali sta sensibilizzando il Parlamento sulla necessità di riconoscere il ruolo centrale che l’agricoltura riveste nel futuro dell’economica del territorio jonico, in particolare, consentendo la partecipazione del mondo agricolo agli organismi che si andranno a costituire ex Decreto “Salva Taranto”».

Il presidente Luca Lazzàro ha poi aggiunto: «sento il dovere di ringraziare pubblicamente i deputati tarantini Michele Pelillo e Gianfranco Chiarelli per aver voluto far proprie le istanze dell’agricoltura tarantina, proponendo e facendo approvare alla Camera dei deputati un Ordine del giorno che, seppur non risolutivo, rappresenta il primo importante atto formale dell’iter che dovrebbe consentire al Mipaaf di contribuire alle scelte per il rilancio dell’economia del territorio. Ringrazio, altresì, i senatori Zizza (Fi), de Petris (Sel) e Di Maggio (Gal) che già avevano raccolto tale istanza presentando un emendamento in tal senso al Senato, possibilità poi venuta meno per la repentina decisione del Governo di porre la questione di fiducia sul testo adottato in Commissione. «Confagricoltura Taranto - conclude Lazzàro - continuerà l’azione di sensibilizzazione del mondo politico e, in tal senso, chiedo fin d’ora a tutti i parlamentari jonici di unirsi in uno sforzo bipartisan affinché il Governo si ravveda e consideri finalmente l’agricoltura come un comparto economico fondamentale per la provincia tarantina. Il settore agroalimentare è pronto a rivestire un ruolo fondamentale nell’elaborazione e nella definizione di un progetto per una nuova e diversa economia del territorio jonico».

Il prossimo 5 marzo arriva a Taranto il segretario generale nazionale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini. Lo fa nell’ambito di una assemblea pubblica dedicata al lavoro metalmeccanico in cui oltre al Job Acts è inevitabile che si parli di Ilva, appalti, indotto, ma anche della difficile situazione che riguarda il futuro di stabilimenti industriali come l’Alenia, l’Eni e l’Arsenale di Taranto.

La visita di Landini a Taranto arriva anche in un momento cruciale per il futuro assetto occupazionale del territorio e nel clima di incertezza all’interno del più grande stabilimento siderurgico italiano. Resta, infatti, ancora poco chiaro l’assetto di marcia che l’Ilva potrà conservare in base ai blocchi previsti nell’ambito dei lavori richiesti per l’Autorizzazione integrata ambientale, e all’anticipata fermata al prossimo 19 marzo dell’altoforno 5 che da solo esprime il 40% del potenziale produttivo di ghisa dello stabilimento tarantino.

All’Assemblea pubblica, che si terrà il 5 marzo prossimo a partire dalle 9.00 nell’aula magna dell’Istituto Fermi di Taranto (C.so Italia 306), oltre a delegati ed rsu dell’area industriale tarantina, parteciperanno anche i segretari  generali  della Fiom e della Cgil di Taranto, Donato Stefanelli e Giuseppe Massafra.

"L'intesa raggiunta in questi giorni con i commissari straordinari dell'Ilva Spa, pur comprendendo le difficoltà oggettive della vertenza, è assolutamente sconveniente per le imprese di autotrasporto che, da oltre un mese, hanno dovuto interrompere le loro attività. Coloro che hanno dato il via libera alla ripresa delle attività, con risultanti deludenti (e per molte imprese addirittura catastrofici), si sono assunti una enorme responsabilità".

E' una bocciatura senza mezzi termini quella che Biagio Provenzale, segretario provinciale di Trasportounito, fa dell'accordo sottoscritto giovedì a Roma tra le organizzazioni di categoria degfli autotrasportati e i tre commissari straordinari dello stabilimento siderurgico. Una bocciatura spiegata con il fatto che "l'acconto ipotizzato, ancorché non siano chiare le modalità, che dovrebbe fornire liquidità immediata alle imprese, sarà utilizzato sostanzialmente per coprire i debiti delle imprese anziché produrre servizi e, pertanto, l'agonia finanziaria resta in tutta la sua interezza". 

Non solo, perchè, sostiene Provenzale, l'impegno di presentare agli organi competenti un piano di rimborso dei crediti pregressi, chiedendo la possibilità di effettuare pagamenti rateizzati a tutte le imprese di autotrasporto nei limiti delle disponibilità finanziarie, "non è credibile. Si tratta - sottolinea il segretario di Trasportounito - di una forzatura più utile a far ripartire l'azienda piuttosto che una soluzione reale e concreta".

Ragion per cui, a tutela delle aziende di autotrasporto coinvolte, Trasportounito, con i propri legali, avvierà, già nei prossimi giorni, "azioni di carattere legale nelle competenti sedi giurisdizionali nazionali e comunitarie". 

 

La Soprintendenza Archeologia della Puglia ritiene opportuno effettuare alcune puntualizzazioni sugli articoli e i comunicati che sono circolati in questa settimana a nome dell’Associazione “Nobilissima Taranto”, in merito all’esigenza di un progetto globale di “valorizzazione dei beni archeologici” nel territorio comunale di Taranto.

Pur valutando positivamente l’interesse locale per le problematiche dell’archeologia tarantina, si fa presente che questa Soprintendenza è costantemente accanto agli enti territoriali preposti alla valorizzazione del territorio, facendosi promotore di programmi “non episodici” ma rispondenti a una visione globale e trasversale dei beni culturali, indispensabile in una città pluristratificata come Taranto, nel rispetto della normativa vigente e tenendo conto delle effettive potenzialità di valorizzazione dei beni messi in luce, oltre che della compatibilità degli eventuali interventi di valorizzazione con le esigenze generali di interesse pubblico.

Preme inoltre sottolineare che questo Ufficio effettua efficacemente l’azione di tutela e controllo sul territorio attraverso la direzione tecnico-scientifica dei diversi cantieri in corso in area urbana e alle porte della città e che tali interventi sono frutto di attività preliminari, e non solo, che richiedono contatti, incontri, sopralluoghi con gli Enti e i soggetti coinvolti.

L’azione di tutela, infatti, si esplica in forme diverse, innanzitutto attraverso la conoscenza e la conservazione, cui seguono, soltanto quando possibile, le attività di valorizzazione e fruizione, anche in considerazione delle problematiche di gestione, nel tempo, delle strutture emerse.  Il reinterro, come nel caso della fornace di Piazza Marconi (una struttura delicatissima e soggetta a rapidissimo degrado per le caratteristiche costruttive), costituisce, in alcuni casi, l’unica soluzione possibile a fini di tutela, quando i progetti di valorizzazione e fruizione (peraltro a suo tempo, prima della ricopertura della fornace, elaborati) non trovano opportune, e immediate, fonti di finanziamento.

Nel caso di aree o monumenti archeologici che abbiano evidenziato condizioni tali da consentire la fruizione pubblica, la Soprintendenza ha realizzato progetti e ottenuto importanti finanziamenti per l'esecuzione di interventi di valorizzazione, non ultimo quello pari a € 2.200.000,00 per la messa in rete e la fruizione dell’area archeologica di Collepasso, dell’ipogeo di via Fratelli Mellone e delle tombe a camera, in corso di affidamento.

Va in ogni caso sottolineato che, malgrado le misure di sicurezza sui cantieri siano molto rigide e che tali cantieri, una volta consegnati alle imprese esecutrici dalle diverse Stazioni Appaltanti, siano da considerarsi in tutto e per tutto delle proprietà private, continuano a circolare sul web foto di “sopralluoghi” non autorizzati da parte di non addetti ai lavori che, nel farsi promotori di programmi di valorizzazione, diffondono informazioni errate dal punto di vista scientifico sulle emergenze archeologiche in corso di scavo e si aggirano sui resti antichi calpestandoli e anche rimuovendo le coperture di protezione.

Va in porto l'ordine del giorno firmato dall'on. Michele Pelillo (PD) per il potenziamento dell'organico dell'Arpa Puglia. Il documento è stato approvato dalla Camera dei Deputati e impegna il governo ad intervenire, nella prossima occasione legislativa utile, a favore dell'aumento di personale dell'agenzia regionale per la protezione ambientale. “Nell'area di Taranto e nei territori limitrofi si è determinata una situazione di grave emergenza ambientale”, ha detto Michele Pelillo nel documento e “si rende necessario il rafforzamento delle funzioni di controllo, di prevenzione e di tutela in campo ambientale e sanitario, specie in materia di inquinamento esterno e degli ambienti di vita, con esclusivo riferimento all'area di Taranto”. La camera dei deputati ha inoltre approvato un ordine del giorno a firma bipartisan dei deputati Michele Pelillo (PD) e Gianfranco Chiarelli (Forza Italia), che chiede di valutare l'opportunità di inserire il ministero dell'agricoltura nel CIS (Contratto istituzionale di sviluppo), rispondendo così alle richieste del mondo agricolo.
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