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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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"Faccio appello alla coscienza civile del presidente Vendola e del presidente Introna"  così scrive il  direttore generale di Arpa Puglia prof.Giorgio Assennato nella sua lettera aperta. Un appello, quello del prof.Assennato, che mira a impedire che un colpo di spugna vada a cancellare una legge fondamentale, un pilastro della lotta all'inquinamento in ambito regionale, uno strumento preziosissimo per monitorare e quindi contrastare le emissioni di veleni. Ebbene, ciò che si profila all'orizzonte, è proprio la sospensione di due fondamentali articoli di questa legge, la n.7/99 riguardante la "Disciplina delle emissioni odorifere delle aziende". Legge fondamentale e innovativa soprattutto per Taranto essendo alla base del progetto "Ordotel" che offre al cittadino la possibilità di intervenire direttamente nell'attività di monitoraggio segnalando odori sospetti. Tutto questo si vorrebbe cancellare col risultato, sottolinea Assennato, di fare un salto indietro di 16 anni. La V Commissione consiliare( convocata il 5 marzo esattamente due giorni dopo il boom di segnalazioni pervenute all'Arpa da parte di tantissimi tarantini allarmati dal cattivo odore di chiara provenienza idustriale presente in città che ha fatto scattare inchiesta della magistratura e sopralluogo all'interni della Raffineria Eni) ha infatti proposto la sospensione degli articoli 1 e 1 bis. Se tale proposta fosse recepita dal Consiglio regionale si verificherebbe un inaccettabile depotenziamento della normativa antinquinamento. La V Commissione (Ecologia, Tutela del Territorio e delle Risorse Naturali, Difesa del suolo, Risorse Naturali, Urbanistica, Lavori Pubblici, Trasporti, Edilizia Residenziale) risulta così compostaPRESIDENTE Caracciolo Filippo VICE PRESIDENTI  Sala ArnaldoVentricelli Michele SEGRETARIO Laddomada Francesco COMMISSARI Amati FabianoCervellera AlfredoClemente SergioCopertino GiovanniCurto EuprepioEpifani GiovanniForte GiacintoGalati AntonioLanzilotta Domenico,Lemma Anna Rita (che ha già espresso la propria contrarietà rispetto alla modifica)Longo GiuseppeMazzei LuigiPastore Francesco.

Come abbiamo detto ha subito manifestato il proprio dissenso la consigliera regionale del PD Anna Rita Lemma che ha abbandonato i lavori della Commissione preannunciando battaglia in Consiglio regionale.

"Ritengo assurda e pericolosa l'eliminazione di uno strumento normativo efficace contro il cosiddetto 'fenomeno odorigeno'- scrive la Lemma-  Non mi interessano nemmeno le ragioni per le quali sia stata presentata  e accolta questa proposta di modifica. Penso alla ricaduta su Taranto e urlo il mio No. Non ho preso parte al voto in commissione Ambiente".

 Ecco, di seguito il testo integrale della lettera aperta del prof.Assennato indirizzata al presidente della Giunta regionale Nichi Vendola e al presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna

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Esito lavori V Commissione Consiliare Regione Puglia - approvazione sospensione artt. 1 e 1 bis L.R. n.7/99 riguardante “Disciplina delle emissioni odorifere delle aziende”.

 

Si fa presente preliminarmente che la legge egionale n.7/99, così come modificata dalla Legge Regionale n.17/07, aveva lo scopo di regolamentare le emissioni puntuali e diffuse di tutte le aziende responsabili di impatto osmogeno (impianti di depurazione, compostaggio, trattamento rifiuti, raffinerie, rendering animale, combustione di biomasse, ecc.), oltre che dei sansifici.

 

Pur con evidenti limiti applicativi, tale articolato costituiva l’unico riferimento normativo in materia di emissioni odorigene. Per tale motivo, la  L.R. 7/99 è stata ampiamente utilizzata come riferimento nei procedimenti autorizzativi regionali di AIA, VIA, ecc., ed ha consentito ad ARPA Puglia di effettuare numerosi controlli su vari insediamenti produttivi, con successiva attuazione di procedimenti correttivi a tutela della popolazione interessata.

Questa attività si è svolta in tutte le province pugliesi, anche a supporto delle iniziative dell’Autorità Giudiziaria ma, in particolare, a Taranto ha visto la realizzazione di un progetto innovativo (“Odortel”), frutto di una utile sinergia con il mondo universitario. Nel progetto sono coinvolte decine di cittadini del quartiere Tamburi e di altre aree della città che, attraverso un numero verde, informano ARPA degli eventi odorigeni che si verificano nell’area attivando, nel contempo, un sistema di campionamento che viene automaticamente acceso attraverso il software del sistema.

In considerazione delle carenze mostrate dalla normativa in questione, l’Assessorato all’Ecologia della Regione Puglia ha istituito un apposito Tavolo tecnico, costituito da rappresentanti della Regione e di ARPA Puglia, che ha provveduto a rivedere l’articolo 1 della L.R. 7/99, aggiornando i suoi contenuti rispetto alle nuove conoscenze disponibili. Tale nuovo articolato, una volta adottato, risolverebbe le problematiche insite nella normativa citata, consentendo alla Giunta Regionale di approvare rapidamente una Delibera per definire sia le soglie olfattive per una serie di sostanze odorigene, che i relativi metodi analitici.

Inopinatamente, la V Commissione Consiliare della Regione Puglia, convocata in data 4/3/2015, ha approvato un progetto di legge che prevede la sospensione degli artt. 1 e 1 bis della L.R. n.7/99, annullando, di fatto, la validità della normativa in questione, senza tener alcun conto della proposta approvata congiuntamente da Assessorato Regionale all’Ecologia e ARPA Puglia.

Lo scrivente vuol far presente che tale sospensione, definita irritualmente per via legislativa, rappresenta una complessiva deregolamentazione delle emissioni odorigene in atmosfera, che delegittima ogni azione volta al controllo di tali emissioni, malgrado l’enorme domanda della popolazione esposta a tali fenomeni.

Qualora il Consiglio Regionale Pugliese approvasse tale improvvido disegno di legge, ciò costituirebbe un atto in completa controtendenza rispetto alla produzione normativa regionale degli ultimi anni, che ha visto l’emanazione di dettati assolutamente innovativi, volti alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini (basti ricordare la Legge Regionale sulla diossine, quella sul benzo(a)pirene e quella sulla valutazione del danno sanitario), atto di sapore reazionario, che farebbe arretrare la governance pugliese di almeno 16 anni.

Chi andrà ad informare i cittadini di Taranto che, in base alla cancellazione della Legge Regionale n.7/99, viene meno l’unico riferimento normativo in base al quale l’attività di monitoraggio delle sostanze odorigene, svolta da ARPA, poteva condurre a concreti interventi di mitigazione?

Alla luce di quanto esposto, faccio appello alla coscienza civile del Presidente Vendola e del Presidente Introna affinché il Consiglio Regionale pugliese non recepisca la sospensione degli artt. 1 e 1 bis della Legge Regionale n. 7/99, approvata dalla V Commissione Consiliare, ma approvi invece l’articolato messo a punto dal Tavolo Tecnico Assessorato all’Ecologia - ARPA, che risolverà le incongruenze normative della Legge Regionale 7/99, permettendone l’applicazione e consentendo la continuità del sistema di controlli, necessario per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, piuttosto che gli interessi di pochi soggetti inquinatori.

 

 

 

IL DIRETTORE GENERALE

  Prof. Giorgio Assennato

Sabato, 07 Marzo 2015 08:00

Mutui casa e contratto a tutele crescenti

Scritto da

 

di Giovanni Battafarano Segretario Generale Associazione Lavoro.            

In questi giorni è in corso una sorta di prova di efficacia del CATUC (il nuovo contratto a tutele crescenti), che diviene operativo con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legislativo attuativo del Jobs Act. La prova di efficacia è legata alla domanda: può un lavoratore assunto con un contratto a tutele crescenti ottenere un mutuo per acquistare la casa? Dalle inchieste giornalistiche realizzate, emerge che taluni funzionari di banca ignorano i contenuti del contratto a tutele crescenti; altri, in assenza di direttive, preferiscono prendere tempo e rinviare ai prossimi mesi la risposta al quesito; altri ancora sostengono che il mutuo si può concedere previo pagamento dell’assicurazione. Costo dell’assicurazione, che a sua volta  potrebbe salire perché il CATUC non è coperto dall’art.18. Appare chiaro che l’inutilizzabilità del CATUC ai fini dell’ottenimento del mutuo caso, lo renderebbe più debole e meno convincente rispetto al tradizionale contratto a tempo indeterminato. Per chiarire il dubbio, il Presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano ha interpellato direttamente il Presidente dell’ Associazione bancaria italiana  Antonio Patuelli. Il Presidente dell’ ABI ha risposto che il quesito va rivolto alla BCE e all’Autorità bancaria europea che dallo scorso novembre definiscono regole e controlli delle banche europee. Penso che sia necessaria una tempestiva iniziativa del Governo sia nei confronti dell’Europa sia dell’ABI. Governo e ABI potrebbero firmare una Convenzione che permetta ai giovani lavoratori di contrarre il mutuo per l’acquisto della prima casa senza dover sottoporsi a pesanti oneri assicurativi. Sarebbe la conferma che il nuovo contratto a tutele crescenti non è un contratto precario ed è in grado di assicurare reddito e stabilità d’impiego anche ai fini dell’ottenimento di un mutuo immobiliare.

 


"La funzione sociale dell'Avvocato alla luce della carta costituzionale"

 

Presso l’Istituto Scolastico I.P.S.I.A. “ARCHIMEDE” di Taranto, diretto dalla Dirigente Lina Vecchione, si è tenuto NEI GIORNI SCORSI un incontro delle Fiamme Gialle con gli studenti per parlare di cultura della legalità economica nell’ambito della terza edizione del Progetto. Un’iniziativa che trae origine da un Protocollo d’intesa tra il Comando Generale della Guardia di Finanza ed il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca finalizzata a promuovere, nell’ambito dell’insegnamento “Cittadinanza e Costituzione”, un programma di attività a favore degli studenti della scuola primaria e secondaria.

L’intento è di far maturare la consapevolezza del valore della legalità economica, con particolare riferimento alla prevenzione dell’evasione fiscale e dello sperpero di risorse pubbliche, delle falsificazioni, della contraffazione, nonchè dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti. E' stato così sviluppato il progetto denominato “Educazione alla legalità economica” che, anche per l’anno scolastico 2014/2015, prevede l’organizzazione, a livello nazionale, di incontri presso le scuole orientati a:

-    creare e diffondere il concetto di “sicurezza economica e finanziaria”;

-    affermare il messaggio della “convenienza” della legalità economico-finanziaria;

-    stimolare nei giovani una maggiore consapevolezza del delicato ruolo rivestito dal Corpo, quale organo di polizia vicino a tutti i cittadini, di cui tutela il bene fondamentale delle libertà economiche.

Al progetto è abbinato un concorso denominato “Insieme per la legalità”che ha lo scopo di sensibilizzare i giovani, tramite il coinvolgimento delle scuole, sul valore civile ed educativo della legalità economica, nonché in merito alle attività svolte dal Corpo in tali settori, favorendo la loro espressione libera, creativa e spontanea sulla tematica. L’iniziativa è stata presentata dal Dirigente dell’Ufficio XI – Ambito territoriale per la Provincia di Taranto, Dr. Giuseppe SILIPO, e dal Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto Salvatore Paiano (in piedi nella foto).    

 


 

 

Sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 32 del 03-03-215.

Pubblicato l’Avviso Pubblico relativo al Titolo II – Turismo che prevede agevolazioni finanziarie per tutte le micro, piccole e medie imprese turistico-alberghiere. Tra gli investimenti agevolabili sono ammessi: l’ampliamento, ammodernamento e ristrutturazione delle strutture turistico alberghiere, la realizzazione e l’ammodernamento degli stabilimenti balneari, il consolidamento, restauro e risanamento conservativo di edifici rurali, masserie, trulli, torri, fortificazioni, al fine della trasformazione degli immobili in strutture turistico-alberghiere, il primo impianto e/o sistemazione di area a verde di almeno 10 ettari (anche mediante la realizzazione di piste ciclabili, sentieri attrezzati, percorsi sportivi, punti ristoro, ecc.).

L’investimento deve avere un valore minimo di € 30.000,00 ed un valore massimo di euro 4.000.000,00 per le medie imprese e di euro 2.000.000,00 per le piccole imprese.

Le agevolazioni concesse sono nella forma del contributo in conto impianti determinato sul montante degli interessi di un finanziamento erogato da un Soggetto finanziatore nel limite del 45% del valore degli investimenti per le piccole imprese e del 35% per le medie imprese.

Alle imprese può essere erogato un contributo aggiuntivo in conto impianti che non può essere superiore al 20% dell’investimento e all’importo massimo di euro 800.000,00 per le medie imprese e di euro 400.000,00 per le piccole imprese. Per le imprese che hanno conseguito il rating di legalità, l’importo massimo di questo contributo aggiuntivo è elevato rispettivamente a euro 850.000,00 e euro 450.000,00.

Le domande possono essere presentate a partire dal 9 marzo 2015.

 

Per informazioni: Retemicroimprese Via Principe Amedeo 46 - 74123 Taranto Tel. 099/9943059; e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; sito internet:

 

www.reteathena.it/retemicroimprese

 

"Inserire la canapa nelle aree di interesse ecologico dell'Ue in modo che anche i coltivatori tarantini possano accedere agli aiuti diretti europei". E' la richiesta fatta dall'eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D'Amato, in una lettera inviata a Phil Hogan, Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale.  

"Taranto è uno dei pochi centri europei e uno dei due in Italia per la produzione della canapa - spiega D'Amato - Si tratta di un settore dell'agricoltura in via di sviluppo in tutta Europa, soprattutto per quanto riguarda i legami con la bioedilizia. Inoltre, tale coltivazione  comporta dei reali benefici per la biodiversità e la tutela dell'ambiente, sia perché non necessita di fitosanitari e fa scarso uso di fertilizzanti, sia perché fornisce un aiuto efficacie al contrasto dell’inquinamento ambientale e riduce i costi energetici . Per tutte queste ragioni, ho chiesto al commissario Hogan di tutelare e promuovere la canapa inserendola nelle aree di interesse ecologico Efa. In questo modo, i produttori potranno accedere agli aiuti diretti della Pac, la politica agricola comune dell'Ue".

Per l'eurodeputata tarantina, "la produzione di canapa rappresenta una delle tante eccellenze del nostro territorio il cui potenziale non è stato ancora espresso in pieno. Si tratta - continua - di una risorsa rinnovabile e la sua coltivazione ha un altissimo grado di sostenibilità ambientale. E' su settori come questo che dobbiamo puntare se vogliamo promuovere un reale sviluppo del territorio e creare occupazione. Questo può essere il futuro, l'Ilva deve essere il passato".

Un nutrito presidio di operai dell' ILVA e lavoratori Ipercoop sta manifestando dentro e fuori l'Ipermercato Coop Mongolfiera, "per la democrazia sindacale e contro gli esuberi annunciati da Coop Estense. La Coop, come consuetudine, sceglie e decide con chi parlare - attacca Francesco Iacovone, dell’esecutivo bazionale Usb Lavoro privato - ma i lavoratori hanno risposto forte e chiaro che la democrazia sindacale è un valore che non può essere eluso. La catena di solidarietà che lega gli operai vecchi e nuovi, quelli del maggior complesso industriale in Europa per la lavorazione dell'acciaio e quelli delle nuove fabbriche metropolitane, gli addetti dei supermercati, è un esempio di lotta che apre nuove frontiere e rimette al centro il lavoro oltre le categorie di appartenenza. Nella città delle contraddizioni, dove salute e lavoro non riescono a conciliarsi, dove le industrie pesanti la fanno da padrone e dove i soliti noti pensano addirittura di aumentare il potenziale inquinante, - aggiunge Iacovone - la crisi si sta abbattendo con veemenza anche sul commercio. La risposta delle aziende della grande distribuzione è sempre la stessa – evidenzia il sindacalista Usb - attaccare i diritti dei lavoratori, esternalizzando reparti e/o punti vendita, modificando in peius i contratti di lavoro, eccetera. L'USB non ci sta - conclude Iacovone - questo ennesimo colpo all'occupazione e ai diritti dei lavoratori lo respingiamo al mittente. La città di Taranto e la Puglia non possono subire la perdita di altri posti di lavoro”.

"Colgo l'occasione di questa conferenza stampa per annunciare ufficialmente che alle prossime elezioni regionali non sarò candidato. Lascio con l'amarezza della recente approvazione in Consiglio della legge elettorale, su cui ho votato contro per due discrimini macroscopici: uno nei confronti delle donne, l'altro delle minoranze alzando il tetto per le formazioni che si presentano da sole all'8% con una sperequazione evidente nei confronti di quelle associate a cui basta un 4%".

L'annuncio era nell'aria da tempo, ieri Alfredo Cervellera, consigliere regionale uscente di Sel, l'ha ufficializzata. E lo ha fatto nel corso della conferenza stampa di presentazione della sua iniziativa, in programma lunedì 9 alle ore 17.30 nella Cittadella delle imprese (sono previsti gli interventi di Barbara Valenzano dell'Arpa, Donato Stefanelli della Fiom Cgil, l'ing. Biagio Marzo, ex dirigente Italsider, Lunetta Franco di Legambiente, Massimo Prontera, presidente Ordine degli Architetti), "Decreto Ilva, altro fumo su Taranto e la Puglia?".

 

Ma la recente approvazione della legge elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale non è l'unico motivo alla base della decisione di Cervellera di non ricandidarsi. "Nel lontano1985 fui eletto per la prima volta al Consiglio Comunale di Taranto - spiega -. Sono passati 30 anni da allora: sono stato rieletto in per ben 6 volte al Comune di Taranto, dove ho  anche assolto ad incarichi prestigiosi assessorili e da vicesindaco prima di approdare, come consigliere, alla Regione. La fiducia dei cittadini di Taranto  nei miei confronti - aggiunge Cervellera - è sempre stata costante ed assidua nell'arco del trentennio. Credo di averla ripagata con il massimo del mio impegno, dell'onestà personale e della mia preparazione professionale e politica. In Regione ho difeso strenuamente gli interessi di Taranto: penso alla legge più importante, subito copiata dalle altre Regioni e stoppata dal Governo, da me proposta e fatta votare, quella sulla Valutazione del Danno Sanitario, che dà priorità alla salute dei cittadini consentendo agli organi di vigilanza di chiudere le fabbriche che inquinano se la mettono a rischio. Ma anche - ricorda ancora Cervellera - alla legge sul Commercio Equo Solidale, prima nel Sud su questa materia importantissima. Credo di aver fatto solo il mio dovere e di essermi sempre posto al servizio dei cittadini".

Ora, ha sottolineato con forza l'esponente di Sel, è arrivato il momento "che i giovani ci sostituiscano in quei posti di responsabilità: io non mi ritiro nel mio privato ma continuerò ad occuparmi di politica dal basso. Taranto ha una fragilità istituzionale evidente ma è ricca di un associazionismo vitale che si occupa dei cittadini e delle infrastrutture e servizi carenti, che indica da tempo la strada per la nostra rinascita". 

Quell'associazionismo che Cervellera ha abbracciato con l'associazione Arca (Associazione ricreativa culturale ambientale), "di cui sono presidente", e con la quale "sono impegnato in questo percorso con tantissime altre associazioni di Taranto. Credo che questa sia una posizione privilegiata per far politica, nell'accezione più nobile del termine, cioè di occuparsi del bene comune partecipando dal basso con il proprio impegno sociale di cittadino. Poi, se mi sarà richiesto un impegno diretto - conclude Cervellera - non mi sottrarrò a mettere a disposizione della collettività, gratuitamente e volontariamente, la mia trentennale esperienza amministrativa solo ed esclusivamente per il bene della città di Taranto, che amo tantissimo e che tanto mi ha dato”.

Prima riunione operativa presso la Sala Consiglio della Camera di commercio di Taranto all’indomani della definitiva conversione del decreto-legge 1/2015. Il Presidente Luigi Sportelli ed i rappresentanti delle Associazioni di categoria provinciali, di Interfidi Taranto e della Fondazione “Taranto e la Magna Grecia - Agenzia di sviluppo Terra jonica” hanno avviato l’analisi delle linee strategiche dello sviluppo territoriale al fine di individuare un pacchetto di proposte e progetti da sottoporre all’attenzione del Tavolo istituzionale permanente per l’Area di Taranto, di imminente insediamento.

Il decreto prevede, all’art.5, che l’attuazione degli interventi che riguardano l’area di Taranto sia disciplinata da un Contratto Istituzionale di Sviluppo che sarà sottoscritto dai componenti di un Tavolo istituzionale permanente – chiarisce il Presidente Sportelli. Anche la Camera di commercio di Taranto siede fra i componenti del Tavolo, in virtù delle attribuzioni di legge e della mission di promozione dello sviluppo economico territoriale. Un risultato di assoluto rilievo per il territorio tarantino e per il sistema economico locale: l’Istituzione pubblica nei cui Organi sono rappresentate tutte le principali Associazioni di categorie è inserita a pieno titolo nel luogo in cui si coordineranno e concerteranno tutte le azioni in essere nonché la sede in cui saranno definite le strategie comuni utili allo sviluppo compatibile e sostenibile dell’area.”

Il Tavolo assorbe le funzioni di tutti i tavoli tecnici comunque denominati su Taranto, istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di quelli costituiti presso le amministrazioni centrali, regionali e locali. Risulta, dunque, fondamentale che l’apporto progettuale dei componenti sia qualificato ed efficace. Di qui la necessità di un confronto immediato con le rappresentanze del mondo imprenditoriale, con il contributo della Agenzia di sviluppo che avrà il compito di implementare le proposte progettuali, individuarne le fonti di finanziamento, condividerle con le altre Istituzioni del territorio e  sottoporle alla Presidenza del Consiglio.

Agenzia di sviluppo ha un ruolo fondamentale, quello di dare concretezza ai progetti del territorio – precisa Luigi Sportelli. Uno strumento pensato dall’Ente camerale, inserito nella sua programmazione e condiviso con il Comune, la Provincia e l’Università che con grande lungimiranza partecipano all’Agenzia. Esso ora risulta non solo opportuno, ma determinante per acquisire credibilità ed ottenere risultati concreti. Continueremo a consultare gli stakeholder, che oggi hanno espresso apprezzamento ed interesse per l’iniziativa camerale, e siamo subito disponibili al confronto con gli altri componenti del Tavolo istituzionale per un effettivo coordinamento delle iniziative a favore della Città e dell’Area di Taranto.” 

“Scontato”, “Epilogo più che prevedibile”, “Richieste inevitabili”: questi i commenti in aula al termine della requisitoria dei p.m. che si stanno occupando del caso “Ambiente svenduto”.

Del resto, praticamente nessuno di coloro che attendeva l'esito della discussione degli inquirenti si aspettava una conclusione diversa da quella formulata: richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli imputati. A parere della Procura, quanto emerso dalla lunga e delicata inchiesta che ha messo sotto accusa l'attività industriale dell'Ilva non lascia alcun margine di manovra a tutti coloro che sono rimasti coinvolti nella vicenda. Se le argomentazioni del pool di magistrati saranno accolte dal giudice delle udienze preliminari, gli ex vertici dello stabilimento siderurgico, politici, manager e professionisti dovranno giustificare le rispettive posizioni nell'ambito di un processo presumibilmente lungo e complesso. Che sarà difficile celebrare senza pensare agli effetti della recentissima trasformazione in legge del cosiddetto “decreto Ilva”.

Comunque, al di là di come andrà a finire, il procedimento sta andando avanti. E potrebbe anche riservare nuovi sviluppi con l'avvio di ulteriori tronconi di indagine. Tutto questo dopo la richiesta della Procura al gup di trasmettere gli atti relativi ad una serie di decessi a cui si fa riferimento in diverse costituzioni di parte civile.

Intanto, i p.m. non hanno fatto sconti ad alcuno dei 52 soggetti coinvolti nell'inchiesta lasciando invariati i loro sospetti sulla liceità delle condotte contestate. A concludere gli interventi della pubblica accusa sono stati i sostituti procuratori dott. Remo Epifani (che si è occupato della posizione dei politici e della presunta tangente da 10mila euro versata nel 2010 dall'ex addetto alle pubbliche relazioni dell'Ilva Girolamo Archinà all'allora consulente della Procura prof. Lorenzo Liberti affinché alterasse il contenuto di perizie sulle emissioni di diossina dallo stabilimento) ed il dott. Raffaele Graziano, che ha basato la sua discussione sullo stato di sicurezza del siderurgico e su due incidenti mortali verificatisi nell'area aziendale. Ma come è noto, i capi d'accusa più ricorrenti sono quelli relativi ai danni provocati all'ambiente e, di conseguenza, alla cittadinanza. Stando a quanto ipotizzato dalla Procura, gli allora vertici dello stabilimento non avrebbero adottato misure in grado di impedire che le emissioni derivanti dalle aree parchi, cokerie e acciaieria provocassero la contaminazione (ad esempio) dei terreni su cui insistevano diverse aziende agricole. Come sottolineato dagli inquirenti anche nel corso della requisitoria, sarebbe bastato gestire gli impianti in maniera adeguata per evitare la “mattanza”. Ma questo non avvenne. Alla luce della ricostruzione dei fatti operata dai pubblici ministeri, la diffusione nell'atmosfera di sostanze come diossina, polveri, IPA, benzo(a)pirene e metalli sarebbe stata in grado di inquinare i campi in cui pascolava quello stesso bestiame che, destinato all'alimentazione, fu poi abbattuto perché pericoloso per la salute umana. Per le stesse ragioni furono mandati al macero numerosi quantitativi di cozze, risultati non commestibili proprio a seguito delle analisi effettuate nel 1° Seno del Mar Piccolo. Gli accertamenti evidenziarono come i mitili non potessero essere consumati a causa dell'avvelenamento da diossina e metalli pesanti. Le indagini hanno portato i magistrati a sospettare che la contaminazione dei frutti di mare sia proseguita anche successivamente al sequestro preventivo di tutta l'area a caldo del colosso siderurgico e nonostante il Tribunale del Riesame avesse disposto l'utilizzo degli impianti soltanto per porre in atto le operazioni di risanamento ambientale. Sulla scorta degli esiti investigativi, il procuratore dott. Francesco Sebastio, il procuratore aggiunto dott. Pietro Argentino ed i sostituti dott. Mariano Buccoliero, dott. Remo Epifani, dott.ssa Giovanna Cannarile e dott. Raffaele Graziano hanno ritenuto di contestare il reato di avvelenamento di sostanze alimentari. Un reato che sarebbe stato perpetrato in un arco di tempo molto ampio se si pensa che le indicazioni date in merito dalla magistratura vanno dal 1995 al momento della chiusura dell'inchiesta. Un reato che va ad affiancarsi a tutte le altre contestazioni mosse nei confronti degli inquisiti a vario titolo e a seconda delle rispettive posizioni. Anche al termine della requisitoria i p.m. non hanno avuto dubbi: si tratta di situazioni e circostanze che dovrebbero essere valutate nel corso di un regolare dibattimento. Una tesi che da adesso in poi spetterà al collegio difensivo tentare di scardinare.

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