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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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Lì dove tutto ha avuto inizio. La processione dei Sacri Misteri torna in cittàvecchia, nel cuore di Taranto, dove l'attesa si fa bella. Duecentocinquanta,  un numero che rimarràper sempre scritta sulle pagine del diario di una cittàbimillenaria che con la sua storia ha sempre fatto a pugni quasi a vergognarsene. Duecentocinquanta, gli anni trascorsi da quel 4 aprile 1765 quando don Francesco Antonio Calòdecise di donare alla confraternita del Carmine le statue di Gesùmorto e dell'Addolorata. Sessantacinque anni dopo la loro realizzazione, in una bottega napoletana. A commissionarle il fratello di suo nonno. Quel don Diego Calòche le volle fortemente perchéfossero portate in processione nella speranza che la cittàpotesse riprendersi dalla terribile carestia che l'aveva colpita. Da allora numerose sono state le carestie che hanno imperversato per la città- emergenze sociali,  occupazionali, ambientali - ma la fede dei tarantini érimasta incrollabile.  E le due statue,  accompagnate dalle altre che man  mano si sono aggiunte, hanno continuato a nazzicare dolcemente sulle spalle dei confratelli per i vicoli della cittàvecchia, prima, per le strade del borgo,  dopo. Proprio come don Francesco Antonio Calòvoleva. Quella la condizione posta per la donazione delle statue di Gesùmorto e dell'Addolorata: che fossero portate in processione ogni anno.

Duecentocinquanta anni da festeggiare. E ieri sera, nel salone di rappresentanza della Provincia, per i confratelli del Carmine èstata una festa nella festa, consapevoli dell'importanza dell'avvenimento.

E, allora,  via alle gare nel momento in cui dall'altra parte del ponte arriva la notizia che le Sdanghe del Giovedì santo sono andate via a 50mila euro, 20mila in meno rispetto all'anno scorso, con un tiro secco in san Domenico mentre per la Troccola l'offerta sale di 1.600 euro fermandosi a 16.700 euro.

Ed è la Troccola dei Misteri,  crocchiando nel salone di rappresentanza della Provincia, pieno piùdi un uovo, che dàil via alla madre di tutte le gare. Non prima di aver dettato le regole rigide per una processione che, quest'anno, ha dell'eccezionale,  pronta a contagiare la città, quella vecchia e quella nuova. Tutto questo tocca farlo al priore della Confraternita del Carmine. E Antonello Papalia al compito non si sottrae.

Via con la Troccola e subito si capisce che le gare saranno tirate fino all'ultima offerta. Così, di rilancio in rilancio, il simbolo sale fino a quota 20mila euro, 700 in meno rispetto all'anno scorso.

Cala il silenzio. Il banditore chiama Gesùmorto, la statua dei 250 anni. I rilanci si rincorrono in un clima surreale. Tutti in silenzio come quando Fabio Grosso calciò,  trasformandolo, il rigore che regalòall'Italia la coppa del mondo. Alla fine l'offerta si ferma a 32mila euro, meno dei 45mila del 2014.

Sulla statua dell'Addolorata si consuma una gara al netto rialzo e tiratissima. In pochi minuti la soglia dei 13mila euro,  cifra offerta l'anno scorso, viene lasciata alle spalle. Del resto l'onore di portare in spalla le statue, che poi si fermeranno sotto palazzo Calò, non ha prezzo. Così, dopo circa mezz'ora di rilanci,  serviranno 30mila e 500 euro per nazzicare sotto la Vergine Addolorata.

Poi tocca agli altri simboli e la strada si fa in discesa.  Per la Croce dei misteri bastano 5mila euro, in ribasso di 3.200 euro, mentre per il Gonfalone l'offerta si ferma a 6.300 euro. Dodicimila euro,  duemila in più, per la Sacra sindone e 10mila per il Crocifisso con offerta secca senza che nessuno abbia rilanciato. Sulla statua de La Cascata la gara ètimida per cui, dopo un breve battagliare tra confratelli, l'asticella si ferma a 16mila 500 euro, in netto rialzo rispetto all'anno scorso.

Restano tre simboli da assegnare. Si comincia con l'Ecce homo, per il quale servono 12mila e 500 euro, si passa per i 12.100 euro de La colonna per finire con la statua di Cristo all'orto aggiudicata per 10.500 euro.

Gracchia la troccola, ormai èSettimana santa.

Processione dei Sacri Misteri.

Troccola 20.000 euro (20.700); Gonfalone 6.300 euro (4.650); Croce dei misteri 5.000 euro (8.200); Cristo all'orto (10.000); La colonna 12.100 euro (20.000); Ecce homo 12.500 euro (20.100); La cascata 16.500 euro (11.000); Crocifisso 10.000 euro (22.300); Sacra sindone 12.000 euro (10.000); Gesù morto 32.000 (45.000); Addolorata 30.500 euro (13.000).

 

Dal recente incontro del commissario straordinario per le Bonifiche dell'area di Taranto, Vera Corbelli, con le associazioni degli operatori dei vari settori economici sono scaturiti ulteriori elementi di riflessione per la programmazione delle azioni di bonifica del Mar Piccolo. "Al commissario va quindi dato atto - sottolinea la sezione Costruttori edili di Confindustria Taranto - di un approccio aperto e franco, in un momento e in un territorio dove, spesso e volentieri, i pareri e le idee galleggiano in un mare tutt’altro che calmo nel quale diventa difficile per tutti operare o almeno progettare e prefigurare scenari praticabili. Allo stato pertanto, in considerazione della necessità negli ultimi mesi ripetutamente ribadita di completare gli approfondimenti scientifici, - aggiunge Ance Taranto - evidentemente ritenendo insufficienti quelli fino ad oggi prodotti, si prende atto della valutazione prudentemente negativa di inadeguatezza e possibile dannosità del capping".

 Ragion per cui, per i costrutto edili "corre l’obbligo di precisare che la proposta Ance, elaborata con la stretta collaborazione e supervisione scientifica dell’istituto di ricerca del territorio vocato al Mar Piccolo ed il know-how industriale di una eccellenza produttiva italiana, si pone esclusivamente come possibilità di sperimentazione e di validazione di una tra le metodologie di intervento a disposizione. L’iniziativa pertanto, lungi dal puntare a primati ed esclusive ad oggi del tutto fuori luogo, nel mettere in pratica spunti ed indicazioni della ricerca locale può offrire ulteriori e concreti elementi di valutazione a supporto delle decisioni che saranno assunte nell’ambito del più ampio ventaglio delle tecniche disponibili".

Chiarito questo punto, l'Ance sottolinea che tutti gli approcci ipotizzabili, anche quelli integrati con tecniche di intervento diverse a seconda della diversa problematicità delle aree, devono necessariamente fare i conti con il fattore tempo. "Spostare in avanti la conclusione di indagini e studi di anni al solo fine di comprendere quanto già evidenziato da numerosi analisi e riferimenti scientifici di livello, - fa notare l'Ance al commissario straordinario - significa assestare un ennesimo colpo a questo territorio, il bacino del Mar Piccolo e le attività economiche ad esso legate che aspettano da oltre 20 anni che le parole possano davvero trasformarsi in fatti. La speranza è che si possa far bene ma in tempi ragionevolmente compatibili con le emergenze di un’area che non può permettersi di vanificare, tra ritardi e conflittualità, importanti aspettative di risanamento e rilancio. Se la fretta può essere cattiva consigliera, - conclude Ance Taranto - la lentezza e l'immobilismo possono rappresentare davvero la fine di ogni proposito di ripresa di questo territorio".

Oltre settanta tra imprese e professionisti hanno partecipato al seminario “Investire alle Canarie. Opportunità, vantaggi, agevolazioni e incentivi”, svoltosi nella sala Monfredi della Cittadella delle imprese.

L’arcipelago spagnolo, situato nel cuore dell’Atlantico, a circa 150 km dal Marocco, offre una serie di agevolazioni agli investitori stranieri grazie alla presenza di due zone franche (Gran Canarie e Tenerife) e della Zona Especial Canaria (Zec) a ridotta fiscalità.

“La Camera di commercio di Taranto– ha spiegato il presidente Luigi Sportelli aprendo i lavori – ha siglato un protocollo d’intesa con la Camara Ufficiale di Commercio di Santa Cruz di Tenerife in virtù del quale si è instaurato un vero e proprio canale di collaborazione tra la provincia di Taranto e le isole Canarie. Un’opportunità per le nostre imprese che intendono svolgere attività all’estero, ma anche un’occasione per creare scambi e far conoscere il nostro territorio”.

Al termine del seminario, infatti, si è svolta una degustazione di vino, olio e altri prodotti agroalimentari della nostra provincia, offerti da alcune imprese locali.

Nell’isola di Tenerife risiedono oltre 60mila italiani su un totale di 100mila presenti sull’intero arcipelago. Una comunità numerosa ed importante come ha sottolineato l’avvocato Vincenzo Brudaglio che “non guarda soltanto ai vantaggi fiscali, ma anche alla felice posizione geografica, al clima mite tutto l’anno, all’ottima rete di collegamenti che ne fa un vero  hub internazionale”.

La dottoressa Carmen Sosa, direttrice della Proexca, l’agenzia che promuove gli investimenti nell’area, ha ricordato che “il regime economico e fiscale della Canarie è il più vantaggioso dell’Unione europea. Non si tratta di un paradiso fiscale, ma di un regime autorizzato dall’Ue in cui vige la massima trasparenza. Attualmente, inoltre, stiamo lavorando ad un progetto per sviluppare le Canarie come hub sull’Africa occidentale ed anche questa può diventare un’opportunità per le imprese italiane”.

Numerose le agevolazioni offerte dalla Zec (Zona especial Canaria). “La più importante è l’aliquota al 4% dell’imposta sulle società – ha spiegato la dottoressa Olga Martin Pascual (Zec Tenerife). Sono previste, inoltre, l’esenzione dall’Iva e una serie di esenzioni sulle imposte patrimoniali”.

Il dottor Federico Pesiri (Tax Advisor Studio Pesiri & Partner srl) ha illustrato le varie forme societarie presenti alle Canarie e le analogie con il diritto italiano. Entrambi, infatti, traggono origine comune dal diritto Romano.

L’ A.I.FI.(Associazione Italiana Fisioterapisti) di Puglia si congratula con il dott. Cosimo Losorbo, fisioterapista presso l’ ambulatorio di fisioterapia dell’ospedale Umberto I di Mottola - Distretto Socio Sanitario 2  ASL TA, che è stato eletto componente RSU dell’ASL di Taranto alle elezioni delle RSU appena svoltesi.

Losorbo, candidato nella lista della CISL FP, è l’unico fisioterapista eletto. Laureato in Scienze Riabilitative presso l’Università di Ancona, ha già le idee chiare sui suoi obiettivi: “Quello che mi attende – afferma -  è un percorso fatto di proposte innovative sull’organizzazione del lavoro, sulla valorizzazione delle competenze, sul riconoscimento delle professionalità, ma soprattutto di nuove forme di ascolto, presenza e tutela degli operatori. In questo triennio c’è molto da fare per rilanciare la dignità e il valore del lavoro pubblico e credo di avere le capacità, l’energia e l’entusiasmo per riuscirci. Tutto ciò credo potrà realizzarsi solo dimostrando la massima disponibilità a collaborare e lavorare in simbiosi con il management aziendale di recente insediatosi,con i Dirigenti di Area Riabilitativa e Infermieristica e con i colleghi fisioterapisti,logopedisti, infermieri e tutti gli operatori delle professioni sanitarie. Il fine naturalmente e’ cercare di migliorare e offrire un servizio di qualità al cittadino/utente”.

“Queste elezione è particolarmente significativa – afferma il presidente regionale A.I.FI., Eugenio D’Amato -. Credo che il percorso intrapreso sia quello giusto, nel senso che attraverso questa elezione si garantisce innanzitutto la presenza dei fisioterapisti all’interno degli organismi rappresentativi degli operatori sanitari, ma anche la giusta attenzione all’importanza della riabilitazione per la tutela dello stato di benessere dei cittadini”.  

“Denunciare per tornare ad amare”, è stato questo il tema della conferenza stampa svoltasi nei giorni scorsi nella sede Aci di Taranto. Un incontro fortemente voluto dall’associazione Taranto Turismo e da Made in Taranto, con il sostegno di Aci Taranto e Codacons Taranto. Un incontro per fissare un sodalizio che tuteli l’immagine di Taranto contro coloro che, pur di fare i propri interessi, la infangano ai quattro venti.

“La cittadinanza costituisce una risorsa e un’attrattiva per i visitatori. Il turista basa una parte della sua esperienza proprio sul contatto umano. E’ impossibile far crescere il turismo laddove non esiste una disponibilità o flessibilità da parte dei residenti – ha affermato Irene Lamanna, presidente ATT -. La volontà di accoglienza deve essere un sentimento diffuso, sia da parte di coloro che lavorano direttamente nel turismo, sia da parte di quelli che non si sentono coinvolti in prima persona, ma che spesso si è visto lo sono oggettivamente. Il nostro territorio è martoriato, da politicanti e non che pur di balzare agli onori delle cronache preferiscono raccontare il negativo (che ovviamente fa più notizia). Dobbiamo fissare bene nelle nostre menti e nei nostri discorsi che il problema non è Taranto, il problema è stata l’industria a Taranto come in tutto il mondo. Ora si sta affondando. E’ vero è necessario mantenere alta la guardia, ma basta con il vanificare il lavoro di ogni impresa gettando inutilmente fango sulla città. Taranto non c’entra nulla, non ha fatto nulla, è una vittima dei politici e dell’industria e di tutti coloro che, non riuscendo ad realizzare un proprio progetto di vita, spendono il loro tempo ad utilizzare il nome della nostra città per ingiuriarla”.

Secondo Gianluca Lomastro, presidente di Made in Taranto, invece, “dovremmo passare il tempo a capire come rilanciare la città, dal punto di vista turistico e commerciale, ma anche da quello dell’inclusione sociale, dati i numerosi soggetti che vivono ai margini della società. Non certo per colpa loro, piuttosto per la nostra incapacità di aver generato opportunità concrete, ma solo annunci, parole, promesse – ha aggiunto Gianluca Lomastro -. E’ il momento di fermarsi e ripartire con azioni, idee e proposte congiunte ed individuando gli elementi che frenano questa possibilità. C’è gente che ha fatto della denigrazione un mestiere. Perché criticare è più facile che fare. Ma ora basta. Parlar male della nostra città ai quattro venti non ci aiuta. I panni sporchi vanno lavati in casa, con forza e determinazione. Come con Taranto Turismo, ogni giorno noi di Made in Taranto™, insieme ad altre associazioni, proponiamo idee, soluzioni, approcci possibili. Dire che stiamo attraversando una fase delicata è dire un eufemismo. I problemi di Taranto sono noti e non c'è bisogno di continuare a piangersi addosso o di lanciare anatemi contro questo o quell'altro politico. E' tempo di tornare ad affrontare di petto le cronicità dei drammi che ci affliggono e ad individuare soluzioni immediate ai problemi più seri come disoccupazione, inquinamento, chiusure di negozi e aziende. Il cambiamento è il prodotto di persone unite nel progettare insieme un futuro migliore per tutti con le risorse presenti sul territorio. Come tutti i progetti, bisogna crederci, farne parte e impegnarsi in prima persona per portarli a termine”.

“Come Aci ci impegniamo da sempre nella tutela del territorio e ora più che mai sosteniamo la battaglia di chi si rimbocca le maniche ogni giorno per promuovere Taranto e il turismo – ha affermato Pino Lessa, direttore Aci Taranto -. Non trovo giusto che ci sia gente che invece si impegni per la distruzione della propria città, facendolo inoltre in maniera plateale. Dovremmo lasciare gli interessi personali, unirci insieme e combattere per il bene comune”.

A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa fare? La risposta arriva forte e decisa. “Denunciare chi parla male della città - continua Lamanna -. E’ plausibile condannare l’industria, ma non diffamare il buon nome della città e dei cittadini e di tutto ciò che la natura ci ha voluto donare-. E’ giusto preservare il lavoro di commercianti e imprenditori che ogni giorno si mettono in gioco ed investono le proprie risorse umane ed economiche per dare lustro alla nostra città.  E allora l’invito è quello di stare attenti e vigilare “sull’ingordo” che abbiamo a fianco. E se una propaganda deve esserci, deve avere un aspetto positivo: c’è una nuova attrazione turistica nella nostra città, l’ospitalità. Denunciamo dunque alla Procura della Repubblica chi diffama ingiustamente il nome di Taranto”.

“Denunciare è importante, perché solo attraverso la denuncia si sono scoperte tante cose. Però è necessario parlare anche di riconversione – ha concluso l’avvocato Luca Piccione, Codacons Taranto -. Il turismo ha un ruolo fondamentale per la rinascita di Taranto, anche e soprattutto in un momento di crisi come questo. La crisi può essere vista come un’opportunità e dobbiamo sensibilizzare l’amministrazione a rimboccarsi le maniche e guardare a tutte le opportunità non ancora sfruttate. Inoltre sono d’accordo con l’ATT e Made in Taranto  che non si può, quando si parla di Taranto, identificarla solo come industria ed inquinamento. Bisogna uscire da questo vicolo cieco e per farlo è necessaria una riqualificazione e il turismo è un’arma importante”.

Alla conferenza era presenti inoltre Giovanni Sebastio, vicepresidente Aci Taranto, che ha sottolineato l’importanza del sostegno dell’Aci verso la città per scoprire le sue bellezze e farle scoprire anche ai turisti invogliandoli a venire nel nostro terrirorio.

 

 

 

 

 La città di Taranto lavora per il titolo di capitale Italiana a della Cultura 2016 e 2017. A tal proposito, il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, sulla base dell’atto deliberativo n° 31 del Consiglio comunale dello scorso 19 marzo è stato appositamente incaricato dalla massima assise cittadina a coordinare le attività per partecipare al bando del Mibact.

Per questo motivo il sindaco Stefàno ha convocato, per lunedì 30 marzo alle ore 17 a Palazzo di città, le rappresentative del mondo dell’associazionismo culturale e del volontariato che vorranno offrire il loro contributo ed inserirsi nel percorso di partecipazione attiva e condivisa. I contributi saranno accuratamente vagliati e selezionati per definire il primo step dell’iter previsto dal Mibact.

"Ritengo fondamentale – commenta il sindaco - per l’elaborazione di questa proposta progettuale il coinvolgimento e la partecipazione cittadina ed auspico che i contributi che raccoglieremo siano coerenti con le linee strategiche dell’Amministrazione comunale e si pongano su un percorso che mette al centro la cultura per elaborare una pianificazione strategica e una progettazione integrata orientata alla valorizzazione del patrimonio già esistente, all’incremento turistico e allo sviluppo dell’economia locale."

A tal proposito collegandosi al sito www.tarantocapitaledellecultura.it è possibile inviare contributi e proposte per la redazione del progetto di candidatura.

Approvato dal Consiglio d᾿Amministrazione della BCC San Marzano di San Giuseppe, il Bilancio d᾿Esercizio 2014 che conferma come anche nell᾿ultimo anno l᾿Istituto di credito pugliese sia stato importante punto di riferimento per la propria area d᾿appartenenza. Nel dettaglio, la raccolta diretta si è attestata a 484 milioni con un incremento del 4,12% sull’anno precedente. In lieve flessione gli impieghi (-5,7%), che raggiungono quota 201 milioni. L᾿utile d᾿esercizio evidenzia un avanzo d᾿amministrazione di 2,5 milioni di euro. Sebbene in calo (-46,35%) rispetto allo scorso anno, consentirà un’adeguata ulteriore capitalizzazione, in linea con gli obiettivi della Banca, dato l’attuale contesto economico.

Contestualmente, prosegue il rafforzamento della Banca con un patrimonio netto che si attesta a 41,5 milioni di euro, con un incremento del 9,07% sul 2013, realizzato grazie all’accantonamento a fondi indivisibili degli utili e all’incremento e irrobustimento della base sociale.

Il Presidente Francesco Cavallo, giudica positivamente i risultati conseguiti: «Sono il segno del continuo impegno della Banca per sostenere le famiglie e le imprese e per contrastare le difficoltà economiche che sta vivendo il territorio su cui insiste l’Istituto».

Il Direttore Generale, Emanuele di Palma, ribadisce come il conto economico sia stato anche per questo 2014 di ottima soddisfazione: «Segno che le politiche imprenditoriali seguite sono state adeguate alla situazione socio economica del territorio e della clientela». Il Direttore sottolinea inoltre l’accresciuta qualità del conto economico del 2014, grazie al miglioramento del grado di copertura dei crediti problematici: «Anche nel 2015, prosegue il consolidamento patrimoniale dell’Istituto con la prospettiva di aumentare la quota di mercato sviluppata nella zona di competenza».

 

Si è svolta presso la sala Socrate della direzione generale, invitati i Caf, la riunione per valutare l’adesione alla convenzione, a costo zero, del “Servizio di assistenza e raccolta delle istanze dei cittadini e rilascio certificati di esenzione, per motivi di reddito, relativi al pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria”. Alla riunione erano presenti i responsabili di Acli, Labor, Srl, Tfdc, Italia, Confartigianato, Acai, Sicurezza fiscale, Caf 50 & Più, Caaf.

La riunione è stata presieduta dalla dr.ssa Silvana Melli, delegata dal direttore generale, la quale ha rappresentato la criticità di una scadenza ormai rinomata, ribadendo che la convenzione è a costo zero per l’Asl e per i cittadini i quali si rivolgeranno ai Caf aderenti per presentare le istanze al rilascio del certificato di esenzione. I Caf saranno muniti di password per l’accesso al “Sistema TS” sul quale si potranno inserire i dati necessari al rilascio dell’esenzione ticket per reddito. Tale procedura, immediatamente esecutiva, avrà validità di un anno e potrà essere estesa, alle medesime condizioni, ai Caf ed  intermediari  entrate che ne facciano richiesta.

Le esenzioni per motivi diversi dal reddito continuano ad essere valide, se ne può usufruire senza nessun adempimento aggiuntivo. Gli assistiti che hanno diritto all’esenzione sono inseriti automaticamente nelle liste degli esenti fornita dal sistema Tessera sanitaria del ministero dell’Economia e delle Finanze ai medici di Medicina generale e Pediatri di libera scelta. Al momento della prescrizione il medico verifica la presenza nell’elenco e riporta il relativo codice di esenzione sulla ricetta. Solo se non si è inclusi negli elenchi, ma si ritiene di avere diritto all’esenzione, occorrerà recarsi presso il Caf aderente negli orari stabiliti per la presentazione delle autocertificazioni.

CHI HA DIRITTO ALL’ESENZIONE:

Assistiti di età inferiore a 6 anni e superiore ai 65 appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo non superiore a 36.151,98€ (E01); disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito inferiore a 8.263,31€ incrementato fino a 11.362,05€ in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 per ogni figlio a carico (E02); titolari di pensione sociale e loro familiari a carico (E03); titolari di pensione minima di età superiore a 60 anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito inferiore a 8.263,31€ incrementato fino a 11.362,05€ in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 per ogni figlio a carico (E04); assistiti appartenenti a nuclei familiari con un reddito complessivo annuo fino a 18.000,00 (E94); assistiti appartenenti a nuclei familiari con un reddito complessivo annuo fino a 23.000,00 (E96); assistiti di età superiore a 65 anni, appartenenti a nuclei familiari con un reddito complessivo annuo non superiore a 36.151,98 (E95).

Non sono previste scadenze per il rilascio dei certificati di esenzione, ragion per cui è inutile recarsi con urgenza agli sportelli in prossimità della scadenza.

Da lunedì prossimo, 30 marzo, a Taranto cento persone con figli minori a carico, famiglie a rischio di esclusione sociale che vivono condizioni di disagio, vivranno una concreta esperienza lavorativa che, oltre a sostenerne il reddito, contribuirà alla loro inclusione sociale. Con i servizi svolti dai primi 25 beneficiari, infatti, da lunedì entra nella fase operativa il progetto di “Servizio Civico”, affidato alla associazione di volontariato Social Point dalla Direzione dei Servizi Sociali del Comune di Taranto con avviso pubblico, come previsto dal Piano di Zona.

Per un anno il progetto di “Servizio civico” vedrà impegnate cento persone che, ogni tre mesi, si avvicenderanno in gruppi di venticinque; i beneficiari si trovano in situazioni di disagio familiare e relazionale, accentuate dalla crisi finanziaria ed occupazionale particolarmente pesante a Taranto e dalla mancanza di prospettive che favoriscano l’autodeterminazione della persona.

Il progetto di “Servizio Civile” per la loro inclusione sociale, più in generale, si inserisce nel contesto di riferimento per cogliere i bisogni di sussidiarietà e per contrastare il rischio di esclusione sociale che incombe sui tarantini esclusi dal mondo del lavoro, persone che ambiscono ad avere una vita dignitosa, insieme ai loro figli minori, e che chiedono un sostegno economico all’ente locale.

Il progetto, inoltre, tende ad ottimizzare la rete dei servizi a favore dei cittadini di Taranto, in particolare per colmare ritardi, limiti e carenze nei servizi pubblici riscontrati nel corso dell’attuazione dei due progetti sperimentali di Servizio Civico realizzati negli ultimi tre anni dalla stessa associazione di volontariato Social Point.

I beneficiari del progetto di “Servizio civico”, infatti, di concerto con la Direzione Servizi Sociali, potranno essere impiegati nella custodia e/o vigilanza di strutture pubbliche, nella pulizia dei luoghi pubblici e nella cura del verde “pubblico”, anche con attività di giardinaggio e rimozione dell’erba infestante, in particolare di cordolature dei marciapiedi, aree attrezzate con giochi per bambini, piste ciclabili, strutture sportive, immobili comunali, anche nelle aree di pertinenza delle scuole e di asili comunali.

Su indicazione della Direzione Servizi Sociali, inoltre, potranno essere utilizzati a supporto nella manifestazione estiva “L’isola che vogliamo” dell’Amministrazione comunale, nell’ambito delle iniziative di prima accoglienza di profughi presso strutture pubbliche e, infine, in attività di Protezione Civile, prevenzione e soccorso in caso di calamità e di emergenza di carattere ambientale.

Il progetto di “Servizio Civile” diffonderà le Best Practices che sono insite nello spirito solidaristico di inclusione sociale del progetto: motivazione, integrazione, flessibilità, tolleranza, correttezza e sobrietà dei prestatori all’interno dei Team Operativi sono gli elementi irrinunciabili delle Buone Pratiche e, infatti, eventuali comportamenti non compatibili con lo spirito sociale del progetto saranno monitorati e gestiti con l’esempio, la sensibilizzazione, la comprensione, l’ascolto, l’affermazione del rispetto delle regole.

 

 

LO DICHIARA BIAGIO PROVENZALE (nella foto), SEGRETARIO PROVINCIALE TRASPORTOUNITO FIAP 

 

Non c’è più tempo per l’indotto del porto con i suoi autotrasportatori. L’abituale “giro” di tavoli, che vede impegnati istituzioni locali e Governo nell’affannosa risoluzione del rinnovo della CIG per i lavoratori, porta al dimenticatoio le richieste avanzate già dalla fine dello scorso anno dalle aziende di trasporto tarantine e dai loro dipendenti, ferme al palo, perché dall’inizio dell’anno nello scalo ionico non arriva più neppure un container.

Trasportounito si schiera con tutte le aziende di trasporto che auspicano, in attesa del verdetto finale  che stabilirà se Evergreen continuerà a scalare a Taranto oppure no, un’accelerazione all’individuazione di soluzioni per il ripristino di una quota del traffico locale.

Dopo aver pagato a proprie spese i ritardi dovuti alla cantierizzazione di parte delle opere di ammodernamento dello scalo, le aziende – già vittime di una contesa milionaria degli appalti che ha trovato terreno fertile nei cavilli di una burocrazia antiquata e farraginosa - rischiano ora di essere ulteriormente danneggiate da un’eventuale “chiusura” anticipata con Tct, che le esporrebbe al rischio di nuovi contenziosi di carattere legale, con l’unico risultato di prolungarne l’agonia.

 

                                                                                                                      

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