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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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Ritirate 24 patenti e carte di circolazione. 44 veicolisequestrati di cui 14 moto, 25 i mezzi controllati privi della prescritta copertura assicurativa.

 

Il Comando Provinciale Carabinieri di Taranto ha avviato, in questi giorni, serrati controlli nei confronti dei conducenti di veicoli in transito sulle strade di tutta la provincia jonica, nell’ambito di un piano di controlli in materia di sicurezza stradale.

Tale attività, ancor più necessaria con l’arrivo della bella stagione, visto l’incremento della circolazione di ciclomotori e motoveicoli, ha visto una particolare e rinnovata attenzione da parte degli uomini dell’Arma di tutte le cinque Compagnie Carabinieri della provincia, attraverso un’incisiva e costante azione preventiva volta ad incentivare il rispetto delle norme che regolano la circolazione stradale.

Detti controlli che solitamente sono mirati a sanzionare la guida indisciplinata di automobilisti, in questo particolare periodo dell’anno, come detto, riguardano anche i centauri, con lo scopo di accertare l’uso del casco protettivo, la regolare revisione, nonché la copertura assicurativa dei motoveicoli.

L'obiettivo è garantire a residenti, turisti e vacanzieri un’estate sicura e per tale motivo il Comando Provinciale dell’Arma di Taranto, ha preannunciato che i controlli saranno mantenuti e rafforzati nelle prossime settimane.

I servizi, che vedono impegnati un cospicuo numero di militari, vengono espletati, oltre che sulle principali arterie stradali anche i centri urbani e nelle zone più remote della provincia ma in primis nelle località ricadenti lungo la fascia costiera, luogo di maggior concentrazione di turisti con il conseguente flusso di persone ed utenti della strada.

Nell’ultima settimana 129 sono state le contravvenzioni redatte a carico di indisciplinati utenti della strada e più specificatamente: 26 per mancato uso delle cinture di sicurezza; 12 per l’uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici; 14 per mancato uso del casco; 25 per mancanza di copertura assicurativa, 52 per altre violazioni in materia di Codice della Strada con il conseguente sequestro amministrativo 44 veicoli di cui 14 motoveicoli;

Controllati complessivamente 2.288 utenti della strada e 1.670 veicoli, ritirando in totale 24 tra patenti di guida e documenti di  circolazione.

Analoghi servizi continueranno anche nei prossimi giorni.


 

La problematica della somministrazione abusiva - dicono dalla organizzazione imprenditoriale - è una delle tante questioni aperte di un territorio che non riesce a programmare il suo futuro.

 

E’ di 6 denunce a piede libero l’esito di un servizio di controllo straordinario del territorio, disposto nella giornata di ieri dalla Compagnia Carabinieri di Taranto, finalizzato alla prevenzione e repressione di reati in materia di abusivismo commerciale e sicurezza stradale. Il Nucleo Operativo Radiomobile e le Stazioni di Taranto Principale, Taranto Centro, Taranto Nord, Taranto Salinella, Talsano e Leporano, nel corso di tale attività, hanno denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria 6 persone per diversi reati e più specificatamente:1 detenzione e vendita di Tabacchi Lavorati Esteri, con il conseguente sequestro di 3,8 Kg. di sigarette; 2 per detenzione e vendita di supporti magnetici audio e video privi di contrassegno SIAE; 3 per guida senza patente perché mai conseguita o revocata. Sono stati controllati 54 veicoli ed 87 persone; eseguite 9 perquisizioni veicolari e personali, elevando 13 contravvenzioni al Codice della Strada per diverse violazioni tra cui 3 per mancato uso del casco protettivo durante la guida di motoveicoli, 2 per mancanza della copertura assicurativa di veicoli, sequestrando complessivamente 8 mezzi tra autoveicoli e motocicli. Analoghi servizi continueranno nei prossimi giorni.

Sulla questione abusivismo interviene la Confcommercio di Taranto per la quale l’operazione delle Forze dell’Ordine, ed il grande dispiegamento di uomini - ASL compresa -  di domenica sera al Lungomare di Taranto, ha certamente lasciato il segno e conferma che, da parte delle Autorità preposte, vi è attenzione al problema dell’abusivismo. Un intervento lodevole, ma purtroppo non risolutivo.Le postazioni abusive di vendita di cibo e bevande ben difficilmente abbandoneranno il campo,  ed il prossimo fine settimana,  se le Forze dell’ordine non effettueranno un nuovo blitz, certamente riprenderanno la loro attività di vendita e di somministrazione abusiva in uno dei punti più belli della città.  Una decina di verbali e qualche sanzione non può bastare a contrastare una situazione che addirittura starebbe per essere legalizzata da una delibera del Comune  che a giorni potrebbe completare il suo iter amministrativo, dando così il ‘diritto di esercizio’ – sino al 30  settembre prossimo - ad attività che sino ad oggi hanno operato nell’alveo della illegalità.  La questione va avanti  da tempo: già dal  settembre del 2014 si chiedeva l’intervento del Comune a fronte del proliferare di attività di somministrazione (via D’Aquino, piazza Garibaldi, Lungomare) in contrasto con le varie normative  ed obblighi tra i quali:  il Regolamento comunale del Piano del commercio su Aree Pubbliche, il Regolamento comunale di Igiene e Sanità Pubblica, gli obblighi di sorvegliabilità e divieto di somministrazione di alcoolici ai minori, mancato pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico,  etc.  Nel maggio di quest’anno la Giunta comunale, con propria delibera, individuava, per la stagione estiva 2015, una serie di aree da destinare all’esercizio del commercio su aree pubbliche. La delibera veniva  contestata dalle organizzazioni del commercio e dell’artigianato, ed in un successivo incontro con l’Amministrazione si stabiliva che la delibera fosse modificata. La nuova delibera del giugno scorso ha portato da tredici  a venti il numero delle postazioni sparse in cittàDelibera a parte, il problema è di metodo.O l’Amministrazione comunale, riguardo a questa complessa materia, si da una strategia complessiva e decide come gestire il territorio e quali criteri adottare per dare qualità e legalità al settore della somministrazione da strada (ammesso che ve ne sia necessità) ,  o Taranto continuerà ad essere una città che vive alla giornata.  Il turismo non è una attività che si può improvvisare; l’Amministrazione comunale  continua a non programmare e a tentare di risolvere le situazioni difficili con soluzioni tampone che danno una patente di legalità a ciò che non dovrebbe trovare spazio, condannando così Taranto ad un ruolo marginale nella Puglia delle vacanze. 

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Sabato 25 Luglio 2015 alle ore 21.00 presso la Z.I. (P.I.P.) del Comune di Fragagnano, i fragorosi rintocchi dei tamburelli e il suono melodico delle nacchere sanciranno l’incipit della tanto attesissima “ Notte della Pizzica ”, giunta alla sua consueta sesta edizione, evento culturale di musica e danza popolare progettato,  promosso e soprattutto organizzato dall’Associazione  Culturale e Musicale “ Terra Jonica Salentina ” con l’ausilio del Patrocinio del Comune di Fragagnano guidato dall’Amministrazione Comunale targata Michele Andrisano. “ La Notte della Pizzica ” per la comunità fragagnanese, rappresenta ormai da sei anni a questa parte un evento di aggregazione sociale e culturale, una lunghissima notte in cui si fondono canti, balli, storia locale e soprattutto affascinanti esibizioni legate a pratiche e credenze popolari, che come tante piccole tessere litiche, costituiscono il grande mosaico della millenaria ed antica storia locale della Puglia Dauna, Pauceta e Messapica nonché Salentina. “La Pizzica” è quel tipo diespressione tradizionale delle espressioni, della danza e dei canti di matricesalentina.  Storicamente parlando, non è possibile risalire ad un periodo ben preciso in cui collocarla.  Un rituale, dunque, praticato dalla gente più umile, dedita ai lavori più duri che nei momenti di festa si radunava, e ballando e cantando trascorreva le ore per dimenticare le estenuanti fatiche della vita quotidiana. E’ una danza di corteggiamento durante la quale i due danzatori prevalentemente uomo e donna,  si avvicinano ma non si toccano mai. Conduce il ballo la donna, che servendosi di piccole fughe, saltelli, repentine fermate e scatti improvvisi, stuzzica l’uomo ad inseguirla,  a braccarla delicatamente. Un leggero sfiorarsi, uno scambio di sguardi provocatori, una serie di gesti rimarcano il desiderio dell’uomo di entrare nelle grazie della donna e quello di lei di essere corteggiata dall’amato al quale però sfugge se questi prova ad avvicinarsi e baciarla. Una pratica sicuramente dettata dalle condizioni sociali di un epoca, quando le distanze tra uomini e donne dovevano essere sempre e solo rispettate, nonostante ciò risulta al contempo una scena attuale. Di centrale importanza è il fazzoletto in prevalenza di color rosso che la donna sventola in segno di elegante provocazione agli occhi dell’uomo, il quale però non può prenderlo se non con il consenso della donna amata. La danza di coppia è sostenuta dalla “ ronda ”, cerchio ideato dai danzatori, musicisti e spettatori, dunque, il cerchio rappresenta la perfezione e quindi l’energia esterna che si riversa sulla coppia. Con i suoi misteri e i suoi rituali oggi la pizzica ha il diritto di essere riscoperta e conosciuta da tutti coloro che vogliono far fluire in se stessi l’energia e la forza che tale danza sa sprigionare. Danza tramandata informalmente e direttamente per secoli, oggi studiata ed interpretata perché possa sopravvivere per sempre nella memoria e nella storia del popolo. Il “ rituale della  pizzica ”, nasce come musica terapeutica fatta suonare dagli uomini all’interno delle case  ed oggi nelle piazze per liberare le “ pizzicate ” dal morso della Taranta, termine salentino per indicare la Tarantola, ragno della famiglia “Lycosidae” , che aveva fama di pizzicare le donne sotto le vesti durante il periodo della mietitura. La musica da loro utilizzata, aveva la funzione di far ballare le donne fino all’estremo, in modo da allontanare il ragno col fazzoletto ed eventualmente ucciderlo liberando le fanciulle colpite dal malessere provocato dal morso. Questa danza è poi stata indicata come “ pizzica tarantata ” proprio per indicare il tipo di danza e da cosa veniva provocata. Oggigiorno rimane l’utilizzo di questo termine per indicarne la particolare danza provocata dalla tarantola, sebbene viene in realtà chiamata unicamente con il nome dell’animale che purtroppo ne provoca tristemente il movimento e il continuo spasmo indotto dal suo morso velenoso.
Le antiche leggende pugliesi,  narrano che la fanciulla morsa o pizzicata dalla tarantola, cadeva in uno stato di possessione e tutto il paese si riuniva intorno alla sua dimora per aiutarla con un lungo rito di esorcizzazione. L’esorcismo collettivo veniva svolto successivamente all’interno della cappella della chiesa dedicata a San Paolo, a Galatina, proprio durante la festa del santo protettore della città, che secondo le antiche tradizioni invocando la sua indulgenza, il Santo in persona liberava l’anima della fanciulle pizzicate dalla tarantola.

A volte l’esorcismo iniziava  in camera da letto, dove i suonatori si riunivano per far danzare la pizzicata in modo da uccidere il ragno velenoso che l’aveva fatta ammalare, disponendo intorno al suo letto dei fazzoletti colorati del colore similare al colore del presunto ragno velenoso, a questo punto la fanciulla dopo esser caduta in uno stato di  profonda trance, scegliendo il fazzoletto  dello stesso colore del ragno artefice della trance, poteva rompere la maledizione esorcizzandosi. La leggenda legata a San Paolo narra che al tempo della diffusione del Vangelo di Gesù, i due discepoli, Pietro e Paolo, si erano recati in terra salentina. Il popolo dell’allora non ancora sorta Galatina accolsero con grande calore l’arrivo dei discepoli, e una donna offrì loro tutto ciò che aveva: cibo per potersi sfamare e un giaciglio sul quale poter dormire. San Paolo, toccato dalla gentilezza proferita dalla donna che si era dimostrata così generosa, volle ricambiare tanta cortesia e benedisse lei e la sua famiglia, concedendogli il potere di guarire tutti coloro che sarebbero stati morsi dagli animali velenosi presenti nelle loro terre. La famiglia della donna e tutti i loro discendenti sarebbero diventati immuni ai morsi velenosi, e avrebbero potuto aiutare coloro che invece ne cadevano vittime. Per far ciò consacrò l’acqua del pozzo che avrebbe dato un valido aiuto nell’annullare il potere malefico del veleno. Ad ogni modo, affinché ciò avvenisse, era necessario seguire un rito, memoria di antichi riti propiziatori, da eseguire con fedele precisione.
Sulla ferita del morso dell’animale si doveva tracciare il segno della croce, simbolo di benedizione cristiana, e il pizzicato doveva poi bere dell’acqua benedetta del pozzo presente all’interno della casa della donna consacrata dal Santo, in modo da poter espellere tutto il male con il suo veleno.
Intorno alla fonte del pozzo, in seguito, è stata costruita una cappella, oggi Chiesa di San Paolo, dove le donne pizzicate venivano poi portate per l’esorcismo, che spesso durava giorni e giorni, finché la donna, stanca e spossata, lasciava andare via il male grazie all’intercessione di San Paolo.
La tradizione pugliese vuole che una delle tante varianti della pizzica sia, principalmente, una danza di corteggiamento dove la donna, muovendo i passi e saltellando al ritmo dei tamburelli, si lascia corteggiare dall’uomo. Questi, avvolto dalla sensualità della danza, della musica e dagli sguardi di lei, lascia alla donna il potere della scelta. Ed ella, fedele alla sua storia ancestrale, gestisce le redini del fato e del destino amoroso, scegliendo il proprio partner e lasciandosi scegliere nuovamente da lui. Sarà proprio il fazzoletto rosso, rosso come il sangue e la passione, rosso come l’istinto incontrollato che, sventolato dalle mani di lei, sceglierà il partner. Questi accetterà la scelta della donna e si avvicinerà a lei, nel vortice di una danza erotica e sensuale, fatta di leggeri sfioramenti e sguardi erotici. Il fazzoletto rosso sarà, quindi, strumento di invito per l’uomo, scelto ad unirsi al suo sì. Questo rituale del fazzoletto per la scelta del partner amoroso si ritrova ancora oggi non solo nel Salento, ma in tutta la regione e in alcune aree della Basilicata e della Campania. La tradizione fa risalire l’uso del fazzoletto a periodi molto antichi e lo vuole simbolo d’amore. Il rosso acceso della stoffa emerge tra i movimenti caldi della danza per disegnare vortici di corteggiamento e di amoreggiamenti, per esprimere la propria voce una volta che la donna ha scelto il suo uomo. Giunti a questo punto il fazzoletto diverrà simbolo dell’amore concesso al partner da parte della fanciulla, la quale dona quel fazzoletto, rosso come il suo cuore, a colui che l’ha conquistata.
Alcuni studiosi sostengono, oggi, che il fazzoletto non appartiene alla tradizione della danza, ma che sia stato aggiunto in seguito, a mo’ di ornamento. Le mani delle danzatrici si abbellivano del rosso della sua stoffa per aggiungere colore alla coreografia di una danza già di per sé travolgente. Quale che sia la sua vera storia, il rosso di quel fazzoletto è di sicuro simbolo emblematico di un sentimento forte ed istintivo come l’amore e la passione di cui si fa egregio vessillo.

Ma questa è storia e leggenda concretizzate oggigiorno dalla presenza indiscussa dell’Associazione Culturale  “ Terra Jonica Salentina ”  che basa i propri lavori e progetti su codeste tematiche assai complesse come la “ pizzica e lataranta ”. L’Associazione, dunque, guidata dalla presidentessa cofondatrice la cantante Pina Caiazzo e dalla vicepresidentessa artista strumentista Carmen Screti, nonché cuori pulsanti dell’intera macchina organizzativa, operano  in questo cotesto da anni immemori proprio perché come madre e figlia, la “pizzica e la taranta” sono parti integranti del loro codice genetico in quanto discendono da antenati che operarono in questo ambito fin da tempi antichi.  Codesta associazione, si chiama così in onore della Madre Terra, elemento naturale creatore proprio di quella vita, che molto spesso veniva spezzata dal veleno della tanto temuta Tarantola. Terra, dunque, bagnata dallo Ionio che abbraccia gli antichi usi e costumi del Salento. In questa edizione, giunta ormai alla sesta, durante la “Notte della Pizzica ” si esibiranno  anche altri gruppi di musica popolare di egual fama come: “ I Cantacunti ” gruppo salentino di cantastorie di Manduria guidato da Maria Rosaria Coppola e Gianni Vico nonché musicisti ed attori di storie realmente accadute in tempi immemori rivisitate in chiave moderna, i “ Selva Cupina ” associazione culturale  salentina  fatta da musicisti locali della Provincia di Taranto guidata da  Aurora Abatemattei e Tony Altavilla i quali interpretano testi salentini, tarantini e irlandesi, i “ Chiantati ” un gruppo di musica popolare di Monacizzo e dulcis in fundo i “ Terra Jonica Salentina ” apriranno e chiuderanno l’evento culturale come ogni anno a questa parte con la consueta presentazione, canti e soprattutto balli con cui la stessa Pina Caiazzo in persona aprirà le danze con tanto di “ Pizzica Salentina ” . Nell’arco di queste meravigliose sei edizioni, alla kermesse sono stati invitati anche altri gruppi di musica popolare di una certa esperienza, come: i “ Pizzicariddi ” di Carosino, i  “Camaci ” di Oria, i  “ Tamburellisti di Otranto ”, i “ Don Pizzicati ” di Grottaglie, i “Domus Tarantae” di Taranto, i “ Musici Medievali ” di Monteiasi, i “ Pizzicati Sotto Lu Pete ” di Villa Castelli,  i “ Cantori di Villa  Castelli ”, e i “ Katundy Në Zëmbra ”  di San Marzano di San Giuseppe. Il gruppo de “ Terra Jonica Salentina ”, dunque, è formato da: Pina Caiazzo (voce, ballo e castagnatte), Carmen Screti  (voce, ballo, fisarmonica, tamburo e violino), Mimmo Galoppa ( direttore artistico, sound engineering, chitarra e basso), Josephine Andriani            ( chitarra) e Leonardo Belvedere ( fisarmonica).  Dunque, tutti pronti per ballare, cantare e sciogliervi in pista? Che aspettate? L’invito a presenziare all’evento culturale denominato “ La Notte Della Pizzica ” a Fragagnano (Ta) c/o Zona Industriale (P.I.P.) il 25 luglio dalle ore 21.00 fino a notte fonda, da parte dell’Associazione culturale e musicale “ Terra Jonica Salentina ”  è rivolto a tutti coloro i quali vorranno assistere alle diverse esibizioni della pizzica salentina, in maniera totalmente gratuita. Inoltre, si potrà degustare piatti tipici della tradizione culinaria locale salentina, grazie alla presenza di alcuni stand allestiti appositamente e acquistare dei piccoli souvenir della tradizione salentina.  

 

 


A PROPOSITO DELLA PROROGA DEI CONTRATTI A TERMINE DELLA REGIONE PUGLIA

 

"Le dichiarazioni del (quasi ex) presidente del consiglio della regione Puglia ci lasciano basiti ˗ dichiarano i consiglieri 5 stelle Antonella Laricchia, Rosa Barone, Viviana Guarini, Grazia Di Bari, Gianluca Bozzetti, Marco Galante, Cristian Casili, Mario Conca ˗ Mentre noi parliamo di regolamenti, correttezza, morale ed essendocene i termini, minacciamo di rivolgerci alla corte dei conti, il dott. Introna che non è neppure stato rieletto, sproloquia appellandosi ad una 'continuità amministrativa' totalmente fuori luogo; demandando, tra l'altro, il tutto all'ufficio di presidenza entrante e scaricando le sue responsabilità. Ci chiediamo su quali basi si configuri l’urgenza di prorogare contratti che sarebbero scaduti solamente a dicembre 2015? Per quale motivo rinnovarli durante questo periodo di mera ed ordinaria amministrazione? Con l’inizio dei lavori del Consiglio e l’insediamento del nuovo Ufficio di Presidenza torneremo a chiedere e ad agire concretamente per ristabilire quello che i regolamenti, e una sacrosanta morale politica ed amministrativa, dovrebbero prevedere.
In ultima istanza, come già annunciato non potremo che rivolgerci alla Corte dei Conti per stigmatizzare, una volta per tutte, un comportamento fuori da ogni buona pratica politica. Questo nuovo Consiglio regionale - concludonodovrà ripartire parole come trasparenza e onestà, come i cittadini ci richiedono ogni giorno”.

Martedì, 14 Luglio 2015 19:03

Incendio a Torre Colimena. Paura tra la gente

Scritto da
di Andrea Centrone
Allertati dagli abitanti del paese, i ViIigili del Fuoco hanno impegato l'intera mattina per sedare il furioso incendio divampato ieri fra la statale 122 ed il porto di Torre Colimena. Sul luogo anche la Protezione Civile, mentre Carabinieri e Polizia Stradale hanno a tratti chiuso il passaggio sulla statale per ragioni di sicurezza. Non ancora accertate le cause del rogo, ma fonti locali escludono che si tratti dei pastori della zona che notoriamente appiccano le fiamme per beneficiare poi della nuova vegetazione, e sembra invece probabile che si sia trattato di un mozzicone di sigaretta lanciato da un'auto in transito nella rotonda fra la statale 122 e la Provinciale 140, ossia dove l'incendio ha avuto inizio. La siccità e le alte temperature di questi giorni, assieme al forte vento, hanno favorito il diffondersi delle fiamme ed hanno reso difficile e pericoloso il lavoro dei pompieri, che solo nel primo pomeriggio hanno definitivamente estinto le fiamme impedendo loro di raggiungere l'abitato. 
Andrea Centrone

 

Il Ministro delle Infrastrutture Graziano Del Rio con Decreto n. 238 del 10 luglio, in allegato, ha nominato Sergio Prete, con decorrenza 13 luglio, Commissario Straordinario dell'Autorità Portuale di Taranto. In definitiva il Presidente Prete succede a se stesso cambiando veste e quindi in qualità di Commissario Straordinario, figura attraverso la quale assume tutti i poteri fino all'altro giorno in seno all'organismo portuale. L'incarico è per non più di sei mesi.

Non mancano novità nella nuova geografia delle parrocchie di Taranto ridisegnata dalla diocesi di Taranto. Come ogni anno, infatti, l'arcivescovo mons. Filippo Santoro ha rivisto le assegnazioni nelle parrocchie della diocesi di Taranto fedele al criterio di rotazione dei parroci a seconda delle esigenze della stessa diocesi e laddove se ne renda necessaria. 

Così, don Emanuele Ferro, portavoce dell'Arcidiocesi e parroco della chiesa Nostra Signora di Fatima, a Talsano, sarà il nuovo parroco della cattedrale di San Cataldo, in città vecchia. Sostituisce mons. Marco Morrone inviato ad amministrare il culto nella parrocchia della SS. Croce (e Lido Azzurro ) ma nominato, soprattutto, Rettsoprattutto, Rettore di San Domenico nonché padre spirituale della confraternita SS. Addolorata e San Domenico. ATalsano, invece, il nuovo parroco della chiesa Nostra Signora di Fatima sarà  don Pasquale Laporta. Tra gli altri spostamenti, don Giovanni Chiloiro diventa parroco nella chiesa Cuore Immacolato di Maria mentre don Mimino Quaranta della chiesa di Santa Lucia. Spostamenti riguardano anche le parrocchie di San Donato (don Gerardo Veneziani) e di Monteparano dove nella parrocchia della Santissima Annunziata è stato nominato don Saverio Calabrese. Infine, don Antonio Caforio è stato nominato cappellano dell'Istituto Maria Immacolata.  

Si è recentemente costituita l’Associazione Amic.A (Amici dell’Addolorata), Associazione di volontariato che persegue il fine esclusivo della solidarietà sociale, umana, civile e culturale, e che  svolge attività di accoglienza e  sostegno verso famiglie del territorio in difficoltà,  in Taranto. Un’attività iniziata nel mese di settembre 2014, con lo scopo della promozione umana nel territorio, e con un impegno privilegiato verso chi vive in condizioni di disagio e marginalità,  cercando di   rispondere ai  bisogni insoddisfatti dei giovani, dei lavoratori,  degli anziani e delle persone più esposte a rischi di emarginazione. Amic.A  vuole realizzare nuovi rapporti basati su uno stile di vita rispettoso delle enormi differenze che tante persone devono sopportare nel nostro territorio, radicato nell’accoglienza, e che tenga conto di una via solidale con tanti che fanno fatica nel quotidiano. 
L’Associazione presenterà  alla Città l’attività caritativa  martedì 14  luglio 2015 alle ore 20.00 presso la Sala Convegni dell’Ospedale Militare,  Via Pupino 1, Taranto.   
Interverrà Sua Eccellenza il Prefetto di Taranto dott. Umberto Guidato.
Il Chitartarentum, gruppo di studenti dell’Istituto di Alta Formazione Musicale Paisiello di Taranto, guidato dal M° Pino Forresu,  si esibirà in apertura di serata con i chitarristi Michele Santoro, Giuseppe Pompigna,  Silvio Silvestre, Giovanna Delfino e Giovanni De Fazio. 
Il programma prevede i saluti del Direttore del Centro Ospedaliero, dr. Salvatore Mendicini, del Priore della Confraternita della SS. Addolorata e San Domenico, ing. Raffaele Vecchi e del  Presidente della Croce Rossa di Taranto on Domenico Maria Amalfitano. 
La presidente dell’Associazione, dott.ssa Gabriella Ressa, presenterà  l’attività della neonata Associazione discorrendo su: “Associazione Amic.A, una risposta ai bisogni”. Mimmo Muolo, Vaticanista di Avvenire, relazionerà  su “Il posto dei poveri nell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco”, enciclica che tratta il tema dell’ambiente e della salvaguardia del Creato. 
“Ben noto fin dall’inizio del Pontificato – afferma Muolo dalla pagine di Avvenire -  è il magistero di Papa Francesco in tema di salvaguardia del creato …. Francesco ha indicato all’uomo contemporaneo un comportamento da tenere e una condotta da evitare. Il primo è appunto l’atteggiamento del custode, di chi si prende cura, di chi non considera il creato e le creature come risorse da sfruttare in maniera intensiva e sciagurata, ma come un giardino da coltivare. La seconda è la tendenza di chi invece scarta tutto ciò che non gli serve”.
Mimmo Muolo, 52 anni, monopolitano, dopo la laurea in giurisprudenza, dal 1988 vive e lavora a Roma come vaticanista del quotidiano Avvenire. Recentemente è stato nominato vicecapo della Redazione romana di Avvenire.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni tra le quali "Le feste scippate" e "Generazione Gmg".
E' direttore del Serrano, rivista del Serra Club Italia, ed è il referente regionale per la Puglia del Progetto culturale della Cei.
La serata sarà presentata dalla prof.ssa Francesca Passantino, Vice Presidente dell’Associazione Amic.A.

 

Dopo la festa nazionale, i professionisti tarantini hanno dibattuto sulle linee di sviluppo della Città e della provincia.

 

Progettare luoghi dove vivere e crescere, non periferie: spazi pubblici, edifici pubblici e privati, centri storici, ambiti di città consolidata sono tutte parti di un insieme metropolitano ed urbano che oggi ha bisogno di nuove visioni; valorizzare e non sprecare il suolo:

non c’è dubbio che, il consumo di suolo deve essere arginato, ma serve anche un uso intelligente dei suoli, urbanizzati e non. E, ancora, attivare la partecipazione dei cittadini al processo di pianificazione che sia concertato con spazi di confronto e di pubblico dibattito fin dalle fasi di preliminare indirizzo e progettazione del piano o del progetto: costruire, insomma, una comunità consapevole e capace di esprimere le proprie idee e necessità senza essere ideologica;recuperare, infine, la dimensione del progetto che è sempre propositiva, che lavora non per divieti o negazioni ma scegliendo la soluzione che appare come la più adeguata a risolvere il problema.

 Sono questi i paradigmi della rigenerazione urbana e, di conseguenza, della tutela del paesaggio, della sostenibilità ambientale, della tutela dal rischio idrogeologico e sismico, che gli architetti italiani lanciano da Taranto come dichiarazione di responsabilità civica – un vero e proprio Manifesto - rispetto al governo del territorio.

 “Vogliamo essere interlocutori privilegiati in queste tematiche non solo per la nostra competenza in materia ma anche perché ci  assumiamo la responsabilità di essere parte attiva del processo di rigenerazione”.

 Per il Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e per la Rete provinciale degli Ordini “serve, però, procedere a un necessario ed urgente sfoltimento normativo che consenta la semplificazione dei procedimenti nel quadro della semplificazione degli adempimenti e delle valutazioni.A partire da una nuova normativa Urbanistica che comprenda i principi della pianificazione, il governo delle tutele paesaggistiche, le azioni per le tutele idrogeologiche e sismiche e che governi la riduzione del consumo di suolo a vantaggio della rigenerazione della città con estrema attenzione alla salvaguardia delle attività agricole e dell’economia dello spazio rurale che va incentivato”.

 Occorre insistere, quindi,  nell’obiettivo della rivisitazione del Testo Unico dell’ edilizia che affronti con determinazione questa la semplificazione con una revisione complessiva del concetto di rendita che non più legato alla trasformazione di una zona agricola in area edificabile, ma che invece deve misurarsi sulla situazione dei servizi pubblici connessi all’intervento, sulla restituzione di qualità urbana e ambientale conseguente al recupero e su quanto già prodotto dall’ambito oggetto di intervento.

 Ma tutto ciò non può avvenire senza affrontare il tema del rispetto delle norme che non può prescindere dall’affrontare il fenomeno dell’abusivismo edilizio, una delle principali cause del consumo, anzi, dello spreco di suolo. L'abusivismo edilizio e, in generale, il mancato rispetto delle leggi costituiscono una problematica importante e un costo sociale rilevante per il recupero e il ripristino dei luoghi.

 

IERI SERA INTORNO ALLE ORE 20.00 IN LIZZANO, UN INDIVIDUO ARMATO DI PISTOLA COPERTO DA PASSAMONTAGNA, IRROMPEVA ALL’INTERNO DI UN SUPERMERCATO UBICATO IN VIA PRINCIPE UMBERTO, E, SOTTO LA MINACCIA DELL’ARMA, SI FACEVA CONSEGNARE L’INCASSO PER UN IMPORTO PARI A CIRCA 500,00 EURO. TERMINATA L’AZIONE DELITTUOSA, IL PREDETTO SI DILEGUAVA A BORDO DI UN’AUTOVETTURA CONDOTTA DA UN COMPLICE CHE LO ATTENDEVA ALL’ESTERNO DELL’ESERCIZIO COMMERCIALE, PER LE VIE CITTADINE FACENDO PERDERE LE PROPRIE TRACCE. INDAGINI IN CORSO A CURA DEI MILITARI DELLA LOCALE STAZIONE COADIUVATI DAL NOR DELLA COMPAGNIA CARABINIERI DI MANDURIA.

A Palagiano invece sorpresi con oltre 9 quintali tra rame ed ottone, un Sorvegliato Speciale. che è stato arrestato, e i suoi complici che sono stati denunciati. Nella mattinata di ieri i Carabinieri della Stazione di Palagiano hanno infatti arrestato CARRIERO Giuseppe, 27enne del luogo, noto alle Forze di Polizia, poiché responsabile di aver violato la prescrizione di rispettare le leggi impostagli con la misura della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno cui era in atto sottoposto. I militari, nel corso di un servizio di controllo del territorio, notavano l’individuo, unitamente ad altri due soggetti, intento a caricare del materiale su un autocarro. L’ulteriore e più approfondito accertamento eseguito dagli operanti, consentiva di appurare che sul mezzo in uso ai tre erano stati caricati circa otto quintali e mezzo di materiale in rame, costituito per lo più da cavi elettrici in parte già ripuliti dalla guaina, nonché un altro quintale circa di manufatti in ottone e alluminio, costituiti soprattutto da rubinetteria varia, il tutto prelavato dal box-garage in uso al predetto CARRIERO ove il materiale in questione si trovava depositato.Nella circostanza, né il CARRIERO né gli altri suoi due compari erano in grado di giustificare la provenienza del materiale in questione che, essendo pertanto di verosimile provenienza illecita, veniva sottoposto a sequestro unitamente al furgone in uso ai tre.Alla luce di quanto sopra, tutti e tre i soggetti venivano deferiti in s.l. per il reato di ricettazione e, contestualmente, il predetto CARRIERO Giuseppe veniva inoltre tratto in arresto considerato che, con tale condotta, aveva violato le prescrizioni alla Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno. L’arrestato, dopo le formalità di rito, veniva sottoposto al regime degli arresti domiciliari su disposizione del P.M. di turno Dott.ssa Rosalba LOPALCO.

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