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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

Il Consiglio d’Europa ha fissato per marzo prossimo il primo esame sullo stato di esecuzione della sentenza della Cedu (Corte europea diritti umani) del 24 gennaio 2019, diventata definitiva il 24 giugno dello stesso anno. È la sentenza che ha condannato lo Stato italiano perché non ha protetto i cittadini di Taranto dall’inquinamento del siderurgico Ilva, da novembre 2018 ArcelorMittal. L’esame sullo stato di esecuzione sarà effettuato dal Comitato dei Ministri, organo decisionale del Consiglio d’Europa, e farà riferimento alla sentenza “Cordella e altri contro l’Italia”. Lo dichiara Spera, rappresentante dei ricorrenti e promotrice del primo ricorso collettivo alla Cedu. “Francesco Cordella - spiega Daniela Spera - è il primo firmatario del ricorso presentato da un gruppo di cittadini di Taranto alla Corte di Strasburgo nel 2013 (ricorso n. 54414/13). Nel 2015 - prosegue - un analogo ricorso è stato presentato da altri cittadini (ricorso n. 54264/15). Per i due ricorsi la Corte ha deciso di emettere un’unica sentenza”.

 

“Il caso - aggiunge Spera - riguarda l'inquinamento atmosferico prodotto dall’acciaieria Ilva di Taranto. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato gli effetti nocivi delle emissioni provenienti dall’Ilva sull'ambiente e sulla salute pubblica. I tentativi delle autorità italiane di attuare la decontaminazione del territorio in questione, non hanno prodotto - osserva Spera - i risultati sperati. Nel frattempo,il governo italiano è intervenuto ripetutamente (attraverso decreti) per garantire la continuità produttiva, nonostante i risultati delle autorità giudiziarie competenti, riguardanti indagini chimiche ed epidemiologiche, abbiano dimostrato l’esistenza di gravi rischi per la salute e per l'ambiente”. “In aggiunta - osserva ancora Spera - il governo italiano ha concesso l'immunità amministrativa e penale ai commissari straordinari e al futuro acquirente dell’azienda. Per queste ragioni - evidenzia la portavoce - i giudici di Strasburgo, hanno riconosciuto la violazione del diritto alla vita privata e familiare (l'articolo 8 della Convenzione europea sui diritti umani) e del diritto a un rimedio efficace (l'articolo 13 della stessa Convenzione)”. Per Spera, infine, “ la Corte Europea ha sottolineato che il Comitato dei Ministri deve indicare al governo italiano le misure da adottare per l'esecuzione della sentenza. Attualmente il Comitato - conclude - attende un dettagliato piano di intervento da parte del governo italiano”. 

Matteo Salvini cambia in corsa le tappe del suo tour e sostituisce Taranto (prevista per il 19) con Lecce. Tredici  tappe: dalla Sicilia alla Lombardia. Matteo Salvini ha diffuso le date del tour "in tutta Italia" che ha intenzione di fare a febbraio. Come annunciato dopo la sconfitta alle Regionali in Emilia Romagna, il segretario leghista non intende fermarsi e inizierà il giro sabato sera proprio nella Regione andata al dem Stefano Bonaccini, con la "festa di ringraziamento", al nuovo mercato ortofrutticolo di Vignola, nel Modenese. Il tour - denominato 'Giro d'Italia' e pubblicizzato sui social con le tappe segnate sulla cartina dell'Italia  - prevede eventi a Palermo, il 3; a Reggio Calabria, il 6; Vicenza- Padova, il 10; Torino, il 13; Roma, il 16; Napoli, il 18; Taranto, il 19 (sostituita da Lecce), Pesaro, il 20; Firenze il 22; Genova, il 23; Terni, il 24; e Lecco, il 27.

Non si fa attendere il commento delle Sardine.

“Preso da un’improvviso contrattempo istituzionale - si legge sulla pagina facebook- il già ministro degli interni, citofonista di padana memoria, HA ANNULLATO gli impegni diplomatici a Taranto per il 19 febbraio. 

In pratica, vista la mole ittica che già si stava organizzando nel segno di #tarantononsilega, ha preferito a questo punto SCAPPARE e dirigersi verso Lecce, dove pensa di trovare militanti e gagliardetti pronti ad accoglierlo! 

 

ORA però il segretario della lega non ha capito o forse no sa che la Puglia è un posto di mare e che le #sardinepugliesi saranno lì a ricordargli Lecce è #antileghista #antifascista #antisovranista e che lo accoglieremo con la nostra creativa e pacifica vitalità!”

 Il  Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili. Lo ha confermato il ministro Giuseppe Provenzano al termine del Cdm. Il nuovo coronavirus, come tutti quelli umani, si trasmette da una persona infetta a un'altra attraverso la saliva; tossendo e starnutendo; con contatti diretti personali (come toccare o stringere la mano e portarla alle mucose); toccando prima un oggetto o una superficie contaminati dal virus e poi portandosi le mani (non ancora lavate) sulla bocca, sul naso o sugli occhi; e raramente con contaminazione fecale. E' quindi possibile ridurre il rischio di infezione, proteggendo se stessi e gli altri, seguendo alcuni accorgimenti: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi o con soluzioni alcoliche; starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso; utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l'uso; evitare di toccare gli occhi, il naso o la bocca con mani non lavate; evitare contatti ravvicinati con persone che sono malate o che mostrino sintomi di malattie respiratorie (come tosse e starnuti); rimanere a casa se si hanno sintomi. Anche se per il nuovo coronavirus non sono emerse evidenze di contagio tramite pratiche alimentari, si consigliano comunque alcune buone norme già previste per la protezione di altri coronavirus noti, come evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate. E' bene infine pulire e disinfettare oggetti e superfici che possono essere state contaminate.

Nel corso di una perquisizione effettuata in un edificio della città vecchia, gli agenti della Squadra Mobile hanno trovato un fucile “AK 47” munito di caricatore e 12 munizioni cal. 7,62.

L'arma, efficiente ed in buone condizioni di manutenzione, è stata rinvenuta sul terrazzo dello stabile, in una busta di plastica nascosta sotto il motore esterno di un climatizzatore.

Alcune circostanze fanno ritenere che qualcuno possa essersi disfatto dell'arma proprio pochi minuti dell'irruzione dei poliziotti. Indagini sono in corso per individuare chi deteneva l'arma da guerra e, eventualmente, per conto di chi.

 Prosegue a Taranto il progetto "Salute e qualità di vita a Taranto". Supportato da diversi sostenitori tra cui Fondazione con il Sud e Fondazione Prosolidar, l’iniziativa vede una rete di enti non profit, con capofila la Fondazione Ant, “uniti per far fronte alla malattia oncologica a Taranto e nella sua provincia, con particolare attenzione - si spiega - verso i quartieri sovraesposti ad agenti contaminanti e con un contesto sociale difficile quali i Tamburi e Paolo VI”. Il progetto, partito a luglio 2019 e attivo per tre anni, sta toccando gli ambiti dell’assistenza domiciliare e della prevenzione oncologica, con l’équipe medico-specialistica Ant che prosegue l’attività di assistenza arricchendo i servizi a disposizione dei pazienti e delle famiglie. Si stima che ogni anno saranno assistiti 900 pazienti (complessivamente: 2.100 assistiti nel corso dei 3 anni di progetto) con un indice di nuovi entrati in assistenza di 600 persone all’anno.

 Il progetto, si afferma, vede la partecipazione anche del Centro Servizi Volontariato Taranto e di A Sud onlus “con numerose attività di prevenzione primaria per sensibilizzare e formare i cittadini agli stili di vita salutari”. L’obiettivo - si puntualizza - è quello “di favorire un cambiamento nelle abitudini quotidiane che favorisca un elemento protettivo rispetto all’insorgenza delle cosiddette malattie del benessere”. In tale ambito il progetto prevede anche due moduli formativi curati da A Sud onlus con il comitato “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti”, dei quali il primo si terrà, presso il Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl di Taranto,  a partire dalle  16, nelle giornate di domani, 30 e  31 gennaio. Saranno, si spiega, “tre pomeriggi di approfondimenti e confronti su salute, ambiente e qualità della vita. Interverranno studiosi, cittadini e movimenti, attivi - si sottolinea - rispetto alle tematiche ambientali in un confronto indispensabile”.

 La nuova facoltà di medicina di Taranto avrà sede nel nuovo Policlinico “San Cataldo” da costruire. Lo ha deciso ieri la conferenza di servizi presieduta a Taranto dal governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano. Presenti Università di Bari, Scuola di Medicina, Asl Taranto e Comune di Taranto. Forte - è stato dichiarato - “la volontà di lavorare insieme per presentare, entro il termine indicato del 21 febbraio, la scheda al Ministero dell’Università e permettere l’apertura del corso di laurea di medicina e chirurgia a Taranto”. Per Emiliano, “la conferenza dei servizi sta individuando tutto il necessario per dare indicazioni al Ministero per la prosecuzione dell’attività della Facoltà di Medicina qui a Taranto”. “Siamo d’accordo sulla necessità, secondo le regole universitarie - ha aggiunto Emiliano -, che la sede, nella prospettiva, deve coincidere con il cosiddetto Policlinico di Taranto, quello in costruzione al San Cataldo. Nelle more, la sede principale della facoltà di medicina continuerà ad essere la Cittadella della Carità dove - ha aggiunto Emiliano- cercheremo di rendere migliori, rapidi ed efficienti i servizi di mobilità degli studenti in modo da superare tutte le remore. La determinazione della Regione, del Comune, dell’Università e della Asl per trasportare finalmente la facoltà di medicina a Taranto è fortissima, rispettando le regole per tutte le facoltà di medicina”.“L’incontro di oggi è andato molto bene: tutte le parti sedute al tavolo hanno concordato la strategia per il futuro – ha affermato Loreto Gesualdo, presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Bari –. Ci stiamo preparando per chiudere la scheda entro i termini indicati del 21 di febbraio per poter avere il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia qui a Taranto”. “Stiamo programmando un corso di laurea tra i 60 e i 75 studenti - ha detto Gesualdo - con un ampliamento che andrà ad arricchire l’offerta formativa di Bari, per cui si passerà da 300 studenti attuali a 360/375. Per quel che riguarda i servizi per gli studenti - ha concluso - il Comune dovrà potenziare i trasporti e anche l’Adisu avrà un ruolo importante”.

 Trasferta romana e incontri per il primo cittadino e gli assessori Fabiano Marti e Ubaldo Occhinegro. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha infatti incontrato al Mibact il ministro Dario Franceschini per illustrargli “più nel dettaglio il progetto di realizzare a Taranto una Biennale del Mediterraneo, in sinergia con gli analoghi prestigiosi eventi già esistenti nel campo dell’architettura e del design”. “Spero che il ministro Franceschini - ha dichiarato il sindaco - possa presto tornare a far visita a Taranto e a tastare con mano come il volto della città stia cambiando in fretta. So che ha ben chiaro l’abisso nel quale siamo stati gettati per rispondere alla chiamata del Paese negli ultimi cinquant’anni, una vera apocalisse socio-economica ed ambientale - ha proseguito Melucci con riferimento alle vicende Ilva-ArcelorMittal - dalla quale, anche grazie al suo aiuto e all’industria sostenibile della cultura usciremo fuori per sempre”. Il sindaco ha quindi ringraziato il ministro Franceschini per “l’attenzione che riserva alla città, alla sua storia come ai suoi sforzi per superare la drammatica crisi industriale e divenire stabilmente una città d’arte, sempre più centrale nello scenario culturale del Mezzogiorno”. 

 Ma c’è dell’altro. Il Comune di Taranto cerca una collaborazione col Maxxi  di Roma, la importante istituzione museale nazionale sulle arti del ventunesimo secolo. Per questo il sindaco Rinaldo Melucci ha incontrato la presidente del Maxxi, Giovanna Melandri, per “discutere di alcune importanti collaborazioni che nelle prossime settimane potrebbero vedere coinvolto il celebre museo ed il Comune di Taranto, a partire da progetti di ricerca, di creazione di valore sociale e finanche di assistenza nella riqualificazione di alcuni grandi attrattori della città”. Il Comune annuncia che il sindaco “ha potuto visionare alcune sezioni della mostra dedicata al grande architetto Gió Ponti, al fine di trarre spunti per la migliore celebrazione possibile del cinquantenario della Concattedrale Gran Madre di Dio”. Opera realizzata dal celebre architetto internazionale, il cui cinquantenario si celebrerà il prossimo dicembre.

Per l’accordo su ArcelorMittal, nuovi incontri sono previsti domani in prosecuzione della lunga call conference di oggi che ha unito Taranto, Roma e Milano dove si trovavano l’ad Lucia Morselli, manager, consulenti e legali della società. Sebbene la partita sia ancora da chiudere e ci siano ancora tanti aspetti controversi da sistemare (gli esuberi tra i lavoratori su tutti), si respira un clima positivo. “L’accordo lo faremo”, hanno commentato stasera fonti vicine al dossier.

Lavorare “pancia a terra” per cercare di produrre nelle prossime ore, e comunque entro domani, una “versione 2” del preaccordo del 20 dicembre al Tribunale di Milano col quale si è ottenuto il differimento al 7 febbraio dell’udienza per la trattazione dei ricorsi presentati da ArcelorMittal contro i commissari Ilva e da questi contro la multinazionale dell’acciaio. Questa la consegna che vertici di ArcelorMittal, Ilva, consulenti e avvocati si sono dati nella giornata caratterizzata da una continua call conference tra Taranto - dove oggi si trovava l’ad Lucia Morselli - Roma e Milano. Call finalizzata a mettere a punto bozze di intesa e ad aggiornare testi già scritti in precedenza. Non è certo che entro domani - scadenza fissata dal preaccordo del 20 dicembre - possa essere presentata la “versione 2” ma si sta lavorando intensamente da più parti per farlo. Certamente entro domani i legali di ArcelorMittal presenteranno al Tribunale di Milano la loro controreplica alle memorie di difesa presentate nei giorni scorsi da Ilva in amministrazione straordinaria e Procura della Repubblica di Milano. Atti, questi, arrivati dopo il deposito della prima memoria da parte degli avvocati di Mittal. Ma si tratta di un passaggio tecnico e procedurale, che viene fatto per poter stare comunque in udienza il 7, qualora tutto dovesse saltare, ed arrivare alla discussione dei ricorsi (la prima udienza si tenne il 27 novembre e poi fu aggiornata al 20 dicembre). Il nuovo documento di domani, se sino alla fine redatto, dovrebbe segnare una sorta di stato di avanzamento rispetto al 20 dicembre. 

 

Rispetto ad un mese fa, anche la cornice generale è mutata: il piano industriale della “nuova” Ilva è sostanzialmente definito, anche se vanno chiariti alcuni aspetti relativi a risorse, ruolo del pubblico e partecipazione delle banche, e pure le dichiarazioni di oggi del premier Giuseppe Conte vengono lette e interpretate in chiave positiva. Soprattutto laddove Conte dice che c’è un progetto di accordo ed annuncia un possibile incontro a breve con i vertici della multinazionale dopo che quello del forum internazionale di Davos è saltato. In sostanza Conte - è l’interpretazione che fanno gli addetti ai lavori - sembra dare spazio al negoziato, si manifesta fiducioso circa il suo approdo finale, mentre ieri il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, era sembrato più drastico sulla scadenza del 31 gennaio affermando che era stato appunto indicata la data del 31 gennaio, per cui se non si fosse chiuso l’accordo domani, ci si sarebbe visti in Tribunale a Milano a febbraio. Non si esclude infine - da fonti vicine al dossier - che il premier possa fare un punto di situazione stasera sul tardi con i ministri più direttamente coinvolti. Se si lavora per l’accordo tra Ilva, ArcelorMittal e Governo, dove invece l’accordo è tutto da fare, anzi, dove la trattativa deve essere ancora aperta, è con i sindacati. E non è affatto una partita secondaria questa. Scontato che il riassetto di ArcelorMittal determinerà degli esuberi. Il punto critico è vedere dove sarà collocata l’asticella, che numeri saranno (e le parti su questo per ora sono distanti), se si tratterà di eccessi strutturali oppure congiunturali e quindi, in questo caso, da affrontare con gli ammortizzatori social. Non sarà per nulla facile negoziare su tali aspetti con i sindacati, poiché questi, oltre a difendere l’accordo di settembre 2018 al Mise, dicono no agli esuberi e stanno manifestando forte insofferenza per il fatto di non essere stati sinora nè informati, né tantomeno coinvolti. 

All’esordio in serie C, le biancoazzurre non stanno affatto sfigurando. Al termine del girone di andata occupano il sesto posto in classifica, a un punto dai playoff. Ciò che impensierisce la dirigenza crispianese sono le condizioni della palestra Giovanni XXIII: “È una situazione molto preoccupante”

Sesto posto con 20 punti dopo 13 giornate. È il bottino dell’Argese Rainbow Crispiano al termine del girone d’andata del campionato di serie C di pallavolo femminile. Un gruzzolo niente male, in linea con gli obiettivi della società, che sta affrontando da matricola questo campionato. Sono sei le vittorie e altrettante le sconfitte ottenute finora da una squadra che, gara dopo gara, ha trovato il suo assetto e attualmente si trova a un solo punto dalla zona playoff, occupata da Amatori Volley Bari, Il Podio Fasano, Brio Lingerie Cerignola e Primadonna Bari. Guida il girone la New Optics Melendugno con 34 punti.

C’è soddisfazione in casa Rainbow per questo esordio assoluto nel difficile torneo di serie C, come si evince dalle parole del team manager Antonio Silvestri“Rappresentiamo la mina vagante del campionato e nel girone di ritorno daremo filo da torcere a chiunque. Come è normale che fosse per una squadra con diversi nuovi innesti, abbiamo perso qualche punto per strada, specialmente in trasferta. Penso ad esempio al match di Tuglie, dove siamo usciti sconfitti 2-3 dopo aver avuto tre match point a disposizione. Ma ci sta, l’importante è aver raggiunto adesso quella compattezza che ci permetterà di fare un buon percorso”.

Rispetto al roster iniziale, in corso d’opera il direttore sportivo Gianluca Silvestri ha portato a Crispiano un paio di tasselli che sono andati a irrobustire la rosa a disposizione dell’allenatore Contento: sono arrivate il libero 25enne Sabrina Schena e la laterale 26enne Mariateresa Baldaro. C’è poi chi ha cambiato ruolo rispetto all’avvio di stagione. È il caso di Miriam Culmine, al secondo anno in maglia biancoazzurra che, dopo aver cominciato da libero, è tornata a fare la palleggiatrice con ottimi risultati. “Spero di continuare a dare il meglio in palleggio, come nella scorsa trionfale stagione. - afferma Culmine - Ci stiamo divertendo e lo spirito è quello giusto. Dopo aver superato alcune problematiche, ci siamo unite e rimesse in carreggiata. Adesso veniamo da tre partite in cui abbiamo conquistato punti importanti e dobbiamo continuare così”.

Non è l’aspetto sportivo a preoccupare la società, bensì quello strutturale legato agli annosi problemi della palestra “Giovanni XXIII”. “Sono difficoltà che ci portiamo dietro da decenni - spiega Antonio Silvestri - Negli anni abbiamo chiesto di darci una mano a tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute, visto che la palestra è di proprietà comunale. Domenica scorsa per l’incontro con Molfetta siamo stati costretti a traslocare all’ultimo momento nella palestra di Statte perché nella struttura di vico Palatucci pioveva dentro. Non proprio una bella figura nei confronti della società ospitata, delle atlete e del pubblico. Per non parlare del fatto che, se non avessimo avuto la disponibilità della Polisportiva Statte, saremmo incorsi nella partita persa a tavolino e in una multa salata. È una situazione preoccupante, non possiamo rischiare sanzioni e penalizzazioni per queste carenze. Sembra che non si comprenda la categoria in cui stiamo militando e la buona o cattiva risonanza che una struttura adeguata può dare al paese. Ora più che mai chiediamo delle risposte pertinenti a chi di competenza”.

 

Infine un invito, da parte del team manager, ai simpatizzanti della Rainbow: “Stateci vicino e sosteneteci con il vostro calore e affetto, come avete fatto sinora

 Con ArcelorMittal "c'e' un progetto d'accordo". Cosi' il premier Giuseppe Conte da Sofia.  Con Mittal "ci dovevamo incontrare a Davos", ha spiegato il presidente del Consiglio riferendo che l'incontro e' poi saltato. "Siamo in contatto e non e' da escludere che nei prossimi giorni ci vedremo. Lui ha dato la disponibilita' a venirmi a trovare", ha aggiunto Conte.

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