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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

In Puglia, sono 8 le banche di credito cooperativo aderenti al Gruppo CCB. 

Il braccio operativo del Gruppo Cassa Centrale nella 
bancassicurazione, che con i primi dati relativi al 2019conferma il suo ruolo di primaria importanza assunto nel tempo a livello nazionale nel mercato assicurativo.

 

 

Nel corso dell’esercizio 2019 la nuova produzione è passata a 974,7 milioni con un incremento del 56,15%, rispetto ai 624 milioni del 2018. Di questi, 851 milioni appartengono al comparto vita finanziario, che registra un+62%, con una crescita nel collocamento delle polizze temporanee caso morte del 45%, delle polizze CPI del 31%, delle polizze danni rami elementari del 26%, della previdenza complementare del 23,7% e delle polizze auto del 15,5%.

Il portafoglio complessivo è aumentato del 27,52% superando i 4,4 miliardi di Euro, con oltre 170 milioni imputabili ai rami danni, per un totale di 567.299 polizze attive al 31/12/2019.

Positivi anche i risultati della controllata Assicura Broker, che nel 2019 ha ampliato il proprio campo d’azione sviluppando l’attività sia verso le BCC-CR-Raika del Gruppo Cassa Centrale, che verso società esterne.

Nel corso dell’esercizio 2019 l’ammontare dei premi intermediati è passato a 16,3 milioni, con un incremento del 5.5%, rispetto ai 15,45 milioni del 2018.  Il 63% del totale si riferisce a polizze di Società del Gruppo.

“Assicura rappresenta una delle eccellenze del Gruppo Cassa Centrale – Credito Cooperativo Italiano – afferma l’Amministratore Delegato, Enrico Salvetta – e i risultati rispecchiano il nostro valore, e la nostra capacità di offrire una consulenza assicurativa di ottima qualità, che viene apprezzata anche dalle 7 banche clienti non facenti parte del Gruppo Cassa Centrale. Un numero questo in crescita, a testimonianza del riconoscimento della qualità dei nostri servizi.”

Un ulteriore passaggio che segna il percorso di Assicura è rappresentato dal processo di rebranding che sta interessando tutte le società del Gruppo Cassa Centrale, in risposta all’esigenza di avere un’identità condivisa, riconoscibile e distintiva, caratterizzata da un brand solido e riconoscibile anche per l’attività di Bancassicurazione. Il nuovo logo – compatto, lineare, geometrico – e il nuovo marchio “Bancassicura”. affiancheranno i tradizionali marchi “Sìcuro” e “”, consentendo di identificare ancora meglio l’offerta rappresentata da Assicura. Uno stile tutto nuovo, dunque, che  si rispecchia nell’adozione del nuovo sito www.assicura.si., e nell’area riservata MyAssicura, da cui già oggi sono disponibili servizi come il controllo delle proprie posizioni assicurative, la ristampa della documentazione fiscale inerente le polizze sottoscritte e il monitoraggio dei propri sinistri.

“La missione di Assicura – conclude Salvetta – si ispira ai principi della Cooperazione di Credito, per offrire alle imprese e alle famiglie soluzioni chiare e semplici per soddisfare i bisogni di tutela della persona, di protezione dei beni e del patrimonio. Supportiamo i clienti in un’adeguata pianificazione della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria integrativa, per garantire una gestione consapevole dei rischi che consenta di affrontare con serenità uno scenario in continua evoluzione ed esigenze sempre nuove.”

 

In Puglia, sono 8 le banche di credito cooperativo aderenti al GruppoCCB, che ad oggi ne conta 80 su scala nazionaleBCC Alta Murgia, BCC Alberobello, BCC Cassano, BCC Conversano, BCC Locorotondo, BCC Monopoli, BCC San Giovanni Rotondo, BCC San Marzano, con un totale di 62 filiali537 collaboratori, un CET1 di 461 milioni.

La raccolta diretta delle BCC pugliesi ,sotto la guida della capogruppo trentina, si attesta in totale a 2,798 miliardi, la raccolta complessiva a 3,295 miliardi e gli impieghi sono pari a 2,045 miliardi.

Una serie di manifestazioni religiose ed eventi collaterali - anche in preparazione alla Pasqua - sono state sospese oggi dall’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, con una disposizione che vale sino al prossimo 3 aprile. In particolare, l’arcivescovo di Taranto stabilisce che  si “sospende la Settimana della Fede, nonostante abbia richiesto una lunga preparazione e sia un momento qualificante del cammino pastorale diocesano”.  Inoltre sino “a domenica 15 marzo si sospendono tutte le attività pastorali con grande partecipazione dei fedeli, compreso il catechismo dei fanciulli e la Via Crucis”. L’arcivescovo poi raccomanda: si conservino le celebrazioni delle sante messe come suggerito dalle autorità civili, di essere a stretto contatto, gli abbracci e le strette di mano per esprimere i propri sentimenti di gioia o di cordoglio”. Monsignor Santoro, inoltre, “conferma quanto ha già comunicato nel messaggio per la Quaresima, di dare la comunione sulla mano, di svuotare le acquasantiere e di evitare lo scambio della pace”. Infine “sono sospese le feste patronali, le manifestazioni in preparazione alla Pasqua (concerti, processioni, ecc.) fino al 3 aprile”. L’arcivescovo di Taranto “raccomanda a tutti la preghiera alla Madonna della Salute affinché protegga noi e le persone colpite dal virus per vivere questa circostanza in un clima di solidarietà e di attenzione fraterna”.

“Siamo soddisfatti per un accordo che assicura da subito continuità operativa all'impianto e pone le basi per un progetto di politica industriale di grande respiro in grado di coniugare, grazie ad importanti investimenti pubblici, il rispetto per la salute e per l’ambiente, la tutela dell’occupazione e la garanzia di concrete prospettive di competitività”. Così il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, ha commentato l'accordo tra l’amministrazione straordinaria di Ilva e ArcelorMittal Italia, arrivato al termine di una lunga trattativa che ha avuto come baricentro la tutela del benessere sociale ed economico della comunità di Taranto e la competitività e sostenibilità di un impianto cruciale per l’intero sistema industriale Italiano. 

 

L’intesa raggiunta - che attiva la graduale decarbonizzazione dell’impianto di Taranto - rappresenta un esempio concreto di quello che potrà significare il Green New Deal in termini di prospettive di crescita e sviluppo. L’accordo ha infatti un grande valore tecnologico in grado di attivare quella transizione energetica che è al centro delle priorità dell’Unione europea. L’impianto per la migrazione dal carbone al gas, già pronto ad un ulteriore passaggio verso l’idrogeno, rappresenta il primo, fondamentale step verso una siderurgia sostenibile di cui l’Italia vuole diventare protagonista, non solo con l’impianto di Taranto ma con tutte le aziende della filiera siderurgica, metalmeccanica e delle infrastrutture.

    "C'è ancora molto da fare per raggiungere questi obbiettivi, ma tutto il governo è concentrato in questo impegno che rappresenta anche una sfida, nell'attuale momento di difficoltà, per rilanciare il nostro paese e la sua industria, lungo il sentiero della transizione ambientale", ha concluso il ministro Gualtieri. 

Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, espressione Pd, disapprova le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a favore dell’accordo firmato ieri tra Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal Italia. “Mi auguro - dice il sindaco di Taranto - che quelle del ministro Roberto Gualtieri siano frasi di circostanza, di qualcuno che non conosce la complessa realtà di Taranto. È il principale dei motivi - rileva Melucci - per il quale, ben prima che esplodesse l’emergenza coronavirus, ho cercato di mettermi in contatto con il suo dicastero, gli avrei consegnato particolari e spiegazioni che gli avrebbero consentito di approcciarsi con altro spirito a una vicenda che ha probabilmente inquadrato solo dal punto di vista tecnico-economico”. Melucci invita Gualtieri “ad andare a visitare la fabbrica di Taranto, dove ancora stanotte pare si sia sfiorata l'ennesima tragedia, e a rendersi conto di persona della situazione carente, per usare un eufemismo, che ha concorso a peggiorare sensibilmente la gestione degli ultimi anni, targati ArcelorMittal”. “Ingiustificato entusiasmo per questo accordo, dunque - dice il sindaco di Taranto a proposito delle frasi del ministro Gualtieri -.Per altro, le sue dichiarazioni suonano in netto contrasto con quelle del Pd locale, mi piacerebbe che il segretario nazionale Nicola Zingaretti facesse chiarezza sul punto, visto che nella sua recente visita a Taranto - conclude Melucci - anche lui aveva indicato ben altra strada per i cittadini e i lavoratori”.

 Il Castello Aragonese di Taranto si spegnerà improvvisamente domani, venerdì 6 marzo, dalle 19.35 alle 19.40, in adesione alla campagna di sensibilizzazione “M’Illumino di meno”, sul risparmio energetico e sugli stili di vita sostenibili, ideata dal programma radiofonico Caterpillar di Rai Radio 2. La Marina Militare da sempre sensibile ai temi ambientali, aderisce mettendo a disposizione della campagna il monumento simbolo della Città dei Due Mari. Il Comandante Marittimo Sud spiega i motivi dell’adesione: “Il tema della tutela ambientale in generale e in particolare quello relativo alla tutela del mare sono molto attuali e stanno molto a cuore a noi marinai; è necessario, che ognuno per le proprie possibilità attui cambiamenti comportamentali volti al risparmio energetico che ha notevole ricadute migliorative sull’ambiente.

 

La Marina con il progetto “Flotta Verde”, sta impiegando, già da diversi anni, a bordo delle sue unità navali e sottomarini un biocombustibile a base di Green Diesel.  Una flotta di navi militari eco-efficienti permetterà in futuro, di ridurre il consumo di derivati petroliferi, contribuendo al raggiungimento degli impegni assunti dall'Italia e dall'Unione Europea in campo internazionale sul contenimento delle emissioni di inquinanti atmosferici e di gas serra, in accordo con le linee guida della Strategia Energetica Nazionale".Il Castello Aragonese unitamente ad altri cinque monumenti di pregio pugliesi è stato oggetto del calendario Serveco 2020, dedicato alla lotta contro i cambiamenti climatici. Rappresentato come se il Castello fosse sott’acqua, per richiamare l’attenzione verso il rischio dell’innalzamento dei mari a causa dello scioglimento dei ghiacci, la pagina dedicata al monumento tarantino diventa, una volta trascorsi i mesi rappresentati, un bellissimo modellino del castello stesso, un modo per conoscerlo meglio ma anche per evitare di gettare carta. L’azienda, da sempre sensibile ai temi della sostenibilità, ha scelto di sostenere l’adesione della Marina Militare alla campagna M’Illumino di Meno, donando novanta calendari che ci impegniamo a distribuire ai visitatori del Castello Aragonese una volta riaperto al pubblico.

 

di Vincenzo Ludovico

Domenica 1 marzo 2020, l’Associazione “ Pietre Vive Onlus ” di Lizzano (Ta) ha avviato ufficialmente l’ “Anno Giubilare della Passione  - 2020  ”. Un intero anno, inaugurato  la prima domenica di Quaresima 2020. Un anno dedicato all’evento più tragico e vissuto in prima persona, legato alla personalità che maggiormente ha spianato la strada al cristianesimo, ossia Gesù Cristo, pagando con la propria vita. Pietre Vive, ispirata liberamente al “ Giubileo straordinario della redenzione” del lontano 25 marzo 1983 , è pronta ad inaugurare un ricco incubatore, nonché attrattore culturale, realizzato da un interessante numero di eventi che andranno ad arricchire, a cadenza specifica, il cartellone artistico redatto appositamente per la redenzione giubilare. La ricca rassegna si inaugura con un grande ritorno della rievocazione filologica de  “ La Passione di Gesù Cristo ”, che il 5 aprile 2020festeggia la singolare 50^ edizione. A celebrare la Santa Messa delle ore 18.00, presso il Convento “ San Pasquale Baylon ” di Lizzano, è stato don Francesco Simone, il quale segna un grande ritorno nella grande performing art a cielo apertodi Lizzano, proprio perché secondo il grande albo d’oro di Pietre Vive,  lo stesso Simone, oggi direttore del MuDi (Museo Diocesano di Arte Sacra di Taranto) ha interpretato il ruolo di Gesù nella 31^ edizione del 2001.  Nel convento francescano, una location molto cara alla comunità locale, la grande famiglia di Pietre Vive ha fatto immergere i presenti in un viaggio sensoriale, dedicato ai ricordi e alle forti emozioni. Don Francesco, ha ricordato la sua esperienza passata, legata alla sua “Passione ”. Alla santa celebrazione era presente anche don Pompilio Pati, parroco del Convento, nonché, padre spirituale di Pietre Vive. Da una nota stampa di Vincenzo Ludovico si evince che, Angelo Nisi, presidente dell’Ass. “ Pietre Vive ” ha esordito, inaugurando l’incontro: « Si inaugura così l’Anno Giubilare della Passione 2020 e lo facciamo con una persona a noi molto cara, Don Francesco Simone, col quale avviamo un anno preparatorio, adeguato all’accoglimento di Gesù, nei nostri cuori. La cadenza sarà ogni domenica, con le cosiddette Domeniche di Passione. Un interessante percorso, grazie al quale ci avvicineremo al clou della settimana santa, con la realizzazione della Passione i Gesù Cristo e di tutto ciò che ne consegue ». Puntualizza Nisi: « Il ricco programma quest’anno è redatto per omaggiare la 50^ edizione della sacra rievocazione filologica, davanti agli occhi del Signore, vogliamo offrire nella semplicità ma con la consapevolezza che da 50 edizioni, si è compiuto un vero miracolo nella nostra comunità ». Ed ancora: « Un miracolo reso grazie da un gruppo di giovani che nell’aprile del lontano 1971 volle mettere in scena, la prima rappresentazione della Passione, spinti per l’amore di Cristo crocifisso. Nel corso del tempo, quei giovani sono diventati le donne e gli uomini del presente, i quali non hanno mai smesso di alimentare il proprio amore per questo evento religioso ». Conclude il presidente di Pietre Vive  « La nostra mission è quella di rafforzare questo segno distintivo per tutta la comunità di Lizzano, un segno distintivo che porta a livelli superiori la cultura e la storia del nostro territorio, già ben consolidata ». Il clou della rassegna, sarà raggiunto anche grazie ad un pubblico convegno di insigni relatori, che andrà a presentare, ufficialmente, la 50^ edizione de “La Passione di Gesù Cristo ” a Lizzano e ancor più importante sarà la visita pastorale di S. E. R. Mons. Filippo Santoro,Arcivescovo metropolita di Taranto. E con questa impeccabile presentazione dell’evento, si avvia verso i lavori don Francesco Simone, il quale ha dichiarato: « Ero al 4° anno del Seminario a Molfetta, al di là dell’inconveniente logistico, ma ricordo con chiarezza, che prima di accettare questa sfida, attesi un bel po’ proprio perché non avevo mai preso parte alla rappresentazione scenica della Passione. Ricevere la richiesta di interpretare il personaggio principale, fu un impatto forte ». Sottolinea il Direttore del MuDi« Decisi, dunque, di accettare e vissi una vera e propria quaresima, chiuso in seminario, a studiare il testo.

Man mano che lo interpretavo, mi suscitava una serie di interrogativi sia sulla dimensione umana della Passione di Gesù, che ingiustamente è stato costretto a subire le pene fisicamente crudeli ». Prosegue: «Già questo per me rappresentò un grande impatto personale e mentre intraprendevo il cammino del sacerdozio, i dubbi e gli interrogativi mi assalivano sempre di più. Mi chiedevo se fossi, realmente, degno di rappresentare la figura di Gesù nel ministero del sacerdozio ». Conclude don Francesco« Il contatto con quella esperienza, alquanto, singolare, mi fece percepire ancora di più la grandezza di Gesù, di quell’uomo esposto a qualcosa di veramente disumano, per dimostrare il suo amore nei confronti del genere umano ».

Altro momento suggestivo della giornata di domenica 1 marzo, è stato il “Rito della Promessa” da parte dei Gifrini della Fraternità “ GiFra Lizzano ” (Gioventù Francescana). Una promessa suggellata dai giovani cattolici della comunità locale,  che condividono e vivono il Vangelo, seguendo l'esempio di Francesco d'Assisi, per mezzo della consegna del Tau, tipico segno distintivo dell’ordine francescano.                

Il “Giubileo straordinario della redenzione” è stato proclamato da papa Giovanni Paolo II  per mezzo della bolla pontificia “ Aperite Portas Redemtori ”. Precedentemente annunciato dallo stesso pontefice il 26 novembre 1982, ha avuto inizio il 25 marzo 1983 e si è concluso il 23 febbraio 1984. Papa Giovanni Paolo IIdichiarò che il Giubileo, ricorrente nel millenovecentocinquantesimo della Morte eResurrezione di Gesù Cristo è stato dedicato alla redenzione. Sebbene non vi sia stata finora la consuetudine di una celebrazione intermedia, cioè nel 50°, vi sono forti motivi perché tale ricorrenza fu degnamente commemorata anche nel 1983. Anzitutto è da sottolineare la centralità dell’evento, che non può non condurre i cuori degli uomini a sempre più grande amore e attrazione verso l’opera compiuta da Cristo, “ Redentore dell’uomo”, col mistero pasquale della sua Passione, Morte e Risurrezione. Un Giubileo contribuisce certamente in modo vivo e sentito a far approfondire da tutti tale tema, e a far convergere con maggiore intensità il pensiero e l’affetto dell’uomo contemporaneo verso il sacramento che Cristo ha istituito per applicare ai singoli i tesori della sua Redenzione mediante il suo Sangue: « Siete stati comprati a caro prezzo » (1 Cor 6, 20), « Non a prezzo di cose corruttibili come l’argento e l’oro . . . ma con il sangue prezioso di Cristo » (1 Pt 1, 18). Giovedì 6 gennaio 1983, fu  indetto ufficialmente con la consegna e la lettura della B olla  “Aperite Portas Redemptori ”. La Bolla evidenzia la necessità di indire un Anno Santo Straordinario alla speciale memoria della redenzione, affinché essa penetri più a fondo nel pensiero e nell’azione di tutta la Chiesa. In essa è stato stabilito che tale giubileo avesse inizio il 25 marzo 1983, solennità dell’Annunciazione del Signore, che ricorda l’istante provvidenziale in cui il Verbo eterno, facendosi uomo per opera dello Spirito Santo nel grembo della vergine Maria, divenne partecipe della nostra carne « Per ridurre all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la vita » (Eb 2,14-15). Esso si sarebbe concluso il 22 aprile 1984, domenica di Pasqua, giorno della pienezza di gioia procurata dal sacrificio redentore di Cristo, per il quale la Chiesa sempre “ Mirabiliter renascitur et nutritur”.

Attraverso il commento di alcuni ricordi e di un filmato redatto appositamente per don Francesco Simonedomenica 1 marzo è stato possibile divulgare una preziosissima testimonianza, dimostrando affetto e profonda riconoscenza, per aver intrapreso con Pietre Vive, un momento di vita tanto importante per la crescita interpersonale. Si apre così un lungo anno giubilare, dedicato alla Passione di Gesù Cristo, inaugurato da un momento celebrativo, fatto da emozioni e ricordi. Prossimo appuntamento della rassegna, sarà domenica 8 marzo alle ore 19.00, con il Concertopolifonico a cura del Coro San Nicola di Lizzano.        

 

 Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute, Vito Montanaro, comunica che oggi sono stati effettuati 10 test in tutta la regione per l’infezione da Covid-19 Coronavirus. Tutti sono risultati negativi. Oggi quindi non ci sono nuovi casi positivi di Covid-19 Coronavirus in Puglia. Tra i nove casi di ieri che erano ancora da completare, 5 sono risultati positivi (si tratta di 4 contatti stretti del caso deceduto nella provincia di Foggia) e c’è un nuovo caso, per un soggetto che risulta già ricoverato presso un Ospedale della provincia di Foggia. Il Dipartimento di Prevenzione della Asl Foggia come da protocollo regionale, ha attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti. Ad oggi in Puglia ci sono 14 soggetti affetti da Covid 19 – coronavirus, di cui 5 ospedalizzati. Altri 4 test sono in corso presso il laboratorio regionale di riferimento. Intanto la Asl di Foggia sta contattando tutte quelle persone che hanno partecipato ai funerali del 75enne di San Marco in Lamis (Fg) chiedendo informazioni sul loro stato di salute". Lo ha detto il sindaco di San Marco in Lamis, Michele Merla, il centro della provincia di Foggia dove giovedì scorso è deceduto il pensionato risultato positivo al Coronavirus. Nello specifico sono una settantina le persone sottoposte a sorveglianza sanitaria. Il sindaco ha specificato che al funerale avrebbero partecipato oltre 300 persone.

 Una indagine 'conoscitiva' è stata inoltre aperta dalla Procura di Foggia sullo svolgimento delle operazioni di autorizzazione al funerale dell'anziano di San Marco in Lamis (Fg) risultato positivo al Covid 19. La procura ha aperto l'indagine dopo le notizie di Tv e Stampa e dalle dichiarazioni del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Al momento - ha detto il procuratore capo, Ludovico Vaccaro -  non c'è una ipotesi di reato nè indagati. È una inchiesta per accertare i fatti ed è di natura conoscitiva. Aspettiamo di avere gli esiti degli accertamenti effettuati dagli inquirenti prima di  poter parlare di una ipotesi di reato".

Ecco cosa dice il decreto varato ieri dal Consiglio dei ministri allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, sull’intero territorio nazionale si applicano le seguenti misure:

a)      sono sospesi i congressi, le riunioni, i meeting e gli eventi sociali, in cui è coinvolto  personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità; è altresì differita a data successiva al termine di efficacia del presente decreto ogni altra attività convegnistica o congressuale;

b)      sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro di cui all’allegato 1, lettera d);

c)      sono sospesi altresì gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; resta comunque consentito, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020, e successive modificazioni, lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d);

d)      limitatamente al periodo intercorrente dal giorno successivo a quello di efficacia del presente decreto e fino al 15 marzo 2020, sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master e università per anziani, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza; sono esclusi dalla sospensione i corsi post universitari connessi con l’esercizio di professioni sanitarie, ivi inclusi quelli per i medici in formazione specialistica, i corsi di formazione specifica in medicina generale, le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie, nonché le attività delle scuole dei ministeri dell’interno e della difesa;

e)      sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado;

f)       fermo restando quanto previsto dalla lettera d), la riammissione nei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e nelle scuole di ogni ordine e grado per assenze dovute a malattia infettiva soggetta a notifica obbligatoria ai sensi del decreto del Ministro della sanità del 15 novembre 1990, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 6 dell’8 gennaio 1991, di durata superiore a cinque giorni, avviene dietro presentazione di certificato medico, anche in deroga alle disposizioni vigenti;

g)      i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità;

h)      nelle Università e nelle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, per tutta la durata della sospensione, le attività didattiche o curriculari possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto particolare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni, successivamente al ripristino dell’ordinaria funzionalità, assicurano, laddove ritenuto necessario ed in ogni caso individuandone le relative modalità, il recupero delle attività formative nonché di quelle curriculari ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico;

i)       a beneficio degli studenti ai quali non è consentita, per le esigenze connesse all’emergenza sanitaria di cui al presente decreto, la partecipazione alle attività didattiche o curriculari delle Università e delle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, tali attività possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni assicurano, laddove ritenuto necessario e in ogni caso individuandone le relative modalità, il recupero delle attività formative, nonché di quelle curriculari, ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico; le assenze maturate dagli studenti di cui alla presente lettera non sono computate ai fini della eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni;

l)   è fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto;

m) l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA) e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione;

n) la modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n.  81, può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti; gli obblighi di informativa di cui all’articolo 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro;

o) con apposito provvedimento dirigenziale è disposta, in favore dei candidati che non hanno potuto sostenere le prove d’esame in ragione della sospensione di cui all’articolo 1, comma 1, lettera f) del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 febbraio 2020, la proroga dei termini previsti dagli articoli 121 e 122 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;

p) tenuto conto delle indicazioni fornite dal Ministero della salute, d’intesa con il coordinatore degli interventi per il superamento dell’emergenza coronavirus, le articolazioni territoriali del Servizio sanitario nazionale assicurano al Ministero della giustizia idoneo supporto per il contenimento della diffusione del contagio del COVID-19, anche mediante adeguati presidi idonei a garantire, secondo i protocolli sanitari elaborati dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, i nuovi ingressi negli istituti penitenziari e negli istituti penali per minorenni, con particolare riguardo ai soggetti provenienti dai comuni di cui all’allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020, e successive modificazioni, sino al termine dello stato di emergenza.  

 Nel giorno dell’accordo tra Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal Italia, si profila un nuovo periodo di cassa integrazione ordinaria nel siderurgico di Taranto. Riguarderà, dal 30 marzo, un numero massimo di 1.273 dipendenti: 900 operai, 104 intermedi e 269 impiegati e quadri. Il numero dei lavotatori che si vogliono mettere nuovamente in cassa è inviato rispetto alla cassa in scadenza. ArcelorMittal ha inviato proprio oggi via mail la richiesta ai sindacati metalmeccanici. Si tratta di una nuova proroga della cassa integrazione sempre per crisi del mercato siderurgico segnato dal calo della domanda. ArcelorMittal ha convocato per il 10 marzo, alle 10, i sindacati per vedere la possibilità di un accordo. Questa è la terza proroga della cassa: le prime due sono avvenute a settembre e a dicembre. L’accordo sindacale è stato trovato solo per la proroga di settembre. Non c’è stato invece all’avvio di luglio, né al rinnovo di dicembre. ArcelorMittal spiega che "il numero medio di sospensioni in cassa integrazione ordinaria effettivamente poste in essere nel periodo intercorrente tra l'inizio del periodo di sospensione e il 16 febbraio 2020 e' stato di 855 unità con punta massima di 1.183". Anche nelle volte precedenti la cassa è stata usata per un minor numero di lavoratori diretti rispetto al tetto massimo previsto.

Ma la Fiom ha già detto che non ci sta.

“Se pensano di convocarci per dirci: o firmate la cassa integrazione o salta tutto, non funziona. Va fatta una trattativa. Il sindacato deve essere ascoltato e deve avere certezze su tutto". Così la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David, ribadisce la posizione delle organizzazioni sindacali, dopo l'annuncio della firma dell'accordo tra i commissari Ilva e ArcelorMittal per lo stabilimento di Taranto. "Per noi - spiega Re David all'AGI - è fondamentale salvaguardare la produzione siderurgica, il piano ambientale e l'occupazione. L'accordo è stato fatto per evitare la causa ma noi non ne sappiamo nulla e abbiamo interrogativi che non abbiamo potuto porre a nessuno".

    "I nostri obiettivi di occupazione - precisa Re David - rimangono fermi. Nessuno parla dei 1.800 lavoratori in amministrazione straordinaria che dovevano rientrare: se si dice che a fine piano gli occupati saranno 10.700, vuol dire che i 1800 sono fuori e che per una parte della forza lavoro attuale subentrerà la cassa integrazione. Ma il sindacato non può fare un ragionamento sugli ammortizzatori sociali senza conoscere la sostenibilità di tutto il piano. Non è possibile ridurre sindacato al ruolo di certificatore. Il governo - conclude -ci deve convocare". 

 “L’Italia ha perso un’occasione d’oro perché avevamo la possibilità di chiedere in giudizio i danni a Mittal e invece abbiamo rinunciato a un sicuro risarcimento”. Lo dicono i parlamentari pugliesi M5s dopo l’accordo di oggi tra Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal. Per i parlamentari pugliesi, “Mittal, scelto dall’ex ministro Calenda, si è rivelato un pessimo gestore, che non si è limitato a non saper gestire uno stabilimento siderurgico, ma si è anche permesso di minacciare lo Stato italiano, tramite azioni di prepotenza e arroganza. Questi atti - affermano i parlamentari pentastellati - dovevano essere severamente sanzionati. Mittal invece ha continuato a lavorare a Taranto mentre le polveri e i veleni si riversavano sulla città e d’altra parte gli operai venivano trattati come una merce e non come delle persone”. “Entreremo nel merito dell’accordo - annunciano i parlamentari - quando saranno in nostro possesso le carte, ma già da subito occorre che tutto il territorio si unisca nel chiedere rispetto e che Taranto sia trattata al pari di Genova, come quando nel 1999, con un apposito accordo di programma, si è pianificata la chiusura dell’area a caldo”.

    “Non c’è più tempo per sperare in improbabili, e infatti mai realizzate, eco-compatibilità dell’azienda dei veleni - affermano i parlamentari M5s della Puglia -. Chiediamo a tutte le forze politiche e agli amministratori, a cominciare dai sindaci del territorio, di unirsi nel fronte comune in cui già il sindaco di Taranto e i parlamentari ionici si sono stretti. Accordo di programma per una pianificata chiusura dell’area a caldo e una preventiva Valutazione di impatto sanitario e inoltre fondi e pianificazione certa per la riconversione economica di Taranto. Non sono richieste campanilistiche - affermano - ma sono semplicemente il giusto risarcimento per i decenni in cui i tarantini hanno dato tutto per il benessere nazionale. Occorre che per la prima volta nella storia del nostro territorio, le differenze, le divisioni e le critiche vengano messe da parte per un obiettivo condiviso: chiusura delle fonti inquinanti” concludono i parlamentari pugliesi M5s.

 

"L'accordo sottoscritto oggi tra ArcelorMittal e i commissari governativi deIl’ex-Ilva è una resa alla multinazionale. Le condizioni fanno pensare a una separazione consensuale più che a un piano industriale: ArcelorMittal ottiene una vantaggiosa penale di 500 milioni per un eventuale disimpegno. Una cifra che ammonta a circa 1/5 del flusso di cassa del 2019 del gruppo, che tra l’altro potrà essere ampiamente recuperata con l’aumento del valore di borsa della società. ArcelorMittal in pratica può abbandonare la partita gratis o comunque senza gravi perdite. In più si pone la condizione della 'revoca dei sequestri penali di natura preventiva e probatoria…'. Siamo dinanzi a una vera e propria farsa sulla pelle dei tarantini”. Lo dice l'eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D'Amato.

 

Viste queste premesse – prosegue D'Amato - perché mai un’azienda dovrebbe investire nei prossimi mesi nella costruzione di un impianto di riduzione diretta (che genererebbe meno Co2), spegnendo gli altoforni più vecchi e riattivandone uno con investimenti di svariate centinaia di milioni? Tutto ciò illudendosi che non ci saranno ulteriori riduzioni di personale? La crisi è ancora in corso, la salute è la grande assente di un piano che nella migliore delle ipotesi non è redditizio e improbabile da realizzare”, attacca D'Amato. “Ancora una volta – aggiunge l'eurodeputata M5s- siamo di fronte a una sospensiva che allunga i tempi e allontana le responsabilità in nome di un vago 'interesse strategico', quando la stessa Commissione Ue ha finalmente capito che a Taranto bisogna investire sulle alternative sostenibili all'ex Ilva. È un accordo firmato non in mio nome, non nel nome del diritto alla salute, in netto contrasto con dichiarazioni, ordinanze e appelli lanciati a vario titolo dalle istituzioni territoriali, da parlamentari e dai cittadini. Noi non accetteremo mai un accordo che non preveda la chiusura dell'area a caldo e, in parallelo, un decreto serio e con risorse adeguate per la riconversione del territorio".

È un accordo che per ora spegne il conflitto giudiziario quello firmato oggi a Milano, nello studio del notaio Marchetti, da ArcelorMittal Italia e da Ilva in amministrazione straordinaria, ma non stabilizza definitivamente la situazione del gruppo siderurgico ex Ilva con 10.700 dipendenti, di cui 8.200 solo a Taranto. Nel senso che l’accordo toglie dal campo i ricorsi e le cause che le due società avevano aperto davanti al Tribunale di Milano già da novembre - la prossima udienza, che ora non si terrà più, era in calendario per il 6 marzo - ma non rende certa la situazione del gruppo siderurgico per due motivi fondamentali. Il primo riguarda l’occupazione. L’accordo odierno fa riferimento ai 10.700 addetti, ma dice pure chiaramente che questa è l’occupazione a regime, cioè nel 2025, quando sarà completato il nuovo piano industriale che decorre da quest’anno. Prima del 2025, e quindi già a partire dal 2020, ci saranno meno occupati. Ci sarà il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, ma su quanti saranno i cassintegrati e su come saranno gestiti gli ammortizzatori sociali, il discorso è ancora tutto da fare. L’accordo odierno indica una data per questa specifica intesa: fine maggio 2020. Ma non sarà facile arrivarci anche perché i sindacati, sia confederali che metalmeccanici, non solo non vogliono sentir parlare di esuberi, ma hanno criticato l’accordo di Milano parlando di “indeterminatezza”. 

 

Il secondo motivo che porta a dire che la questione non è conclusa, è la definizione del contratto di investimento, ovvero come lo Stato, e con chi - non è ancora chiaro se Invitalia o Cassa Depositi e Prestiti - entrerà nell’operazione affiancando il privato Mittal. L’accordo, che modifica il precedente contratto, firmato oggi dice infatti che i “i termini e il contenuto del nuovo contratto di investimento dovranno essere negoziati tra gli investitori da un lato e AmIvestco”. Quest’ultima è la società veicolo con cui ArcelorMittal ha effettuato l’operazione Ilva a metà 2017. In sostanza, quindi, le partite più complesse, occupazione e ingresso dello Stato, devono ancora giocarsi e le date sono, rispettivamente, maggio e novembre prossimi. Non è da poco l’ingresso dello Stato nell’investimento. L’accordo specifica che se il contratto non si sottoscrive entro il 30 novembre, ArcelorMittal potrà svincolarsi col recesso, con comunicazione da inviare entro il 31 dicembre, versando quella che viene chiamata “caparra penitenziale” di 500 milioni. Certo, l’accordo fa riferimento alla decarbonizzazione per ridurre le emissioni inquinanti e al rifacimento dell’altoforno 5 (il più grande d’Europa, spento dal 2015). Parla poi della costruzione di un forno elettrico ( impianto che Taranto non ha mai avuto) e dell’anticipo dell’acquisto dei rami di azienda da parte di ArcelorMittal (che ora è in fitto e il canone gli verrà temporaneamente dimezzato) al 31 maggio 2022 anziché al 23 agosto 2023 (e per allora non dovranno più esserci i sequestri penali sugli impianti). Si stabilisce, inoltre, una produzione a regime di 8 milioni di tonnellate di acciaio. Ma traslare nella realtà tutto questo non sarà proprio facile.

 

ArcelorMittal, commentando dal sito della corporate, che ha sede a Londra, l’accordo, parla di “base per un'importante nuova partnership tra ArcelorMittal e il Governo italiano”. Mentre Alessandro Danovi, uno dei tre commissari straordinari Ilva, sostiene che “molto lavoro è stato fatto e ce ne è molto da fare dopo”.

    Il clima di fiducia espresso da ArcelorMittal e da Ilva non è però per niente condiviso dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che sino a ieri sera ha tentato di stoppare l’accordo, perché - osserva - non offre garanzie sulla tutela della salute di lavoratori e cittadini, oltre al fatto che il Comune di Taranto non è stato minimamente coinvolto, e, soprattutto, dai sindacati Cgil, Cisl e Uil e Fim, Fiom e Uilm. Dura la loro presa di posizione. Per i sindacati, infatti, esiste “una totale incognita sulla volontà dei soggetti investitori, a partire da ArcelorMittal, riguardo il loro impegno finanziario nella nuova compagine societaria che costituirà la nuova AMinvestco.

    Nei fatti - rilevano i sindacati - il pre-accordo prevede una fase di stallo da qui alla fine del 2020 per quanto riguarda le prospettive e l’esecuzione del piano industriale. Tutto questo - si aggiunge - arriva dopo due anni di ulteriore incertezza, particolarmente rischiosa per una realtà industriale che necessita invece di una gestione attenta e determinata”.

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