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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
La sede manduriana del Liceo Artistico Statale “V. Calò” nuovamente sugli scudi in una manifestazione nazionale. Le allieve Sonia Lamusta e Chiara Olivieri della 4a E, indirizzo Arti Figurative, e il loro docente di Discipline Pittoriche, prof. Cosimo Piro, tornano trionfanti dal concorso di trompe l’oeil di Lucca, aggiungendo in bacheca un nuovo premio accanto a quello che il liceo era stato capace di conquistare nella scorsa edizione del concorso lucchese. Il prestigioso contest, abbinato alla 5a annata della manifestazione “Quel che non è” e denominato “Logo 2013”, ha visto concorrere istituti superiori artistici da tutta Italia, chiamati a misurarsi sul tema “Veduta con le mura di Lucca, con rovine inserite in un paesaggio”, dedicato al cinquecentenario delle mura urbane della città toscana. Le due ragazze del “Calò” hanno realizzato un trompe l’oeil su un pannello 100x150 cm, ispirato a una veduta prospettica, ammirata da sotto un ponte lucchese. La stessa composizione figurativa, presentata nei mesi scorsi in un bozzetto 50x70, era valsa a Lamusta e Olivieri l’accesso alla fase finale del concorso a Lucca, durante la quale hanno incrociato i pennelli con quelli di sole altre 9 scuole finaliste, provenienti da diverse località della penisola. La manifestazione, tenutasi presso il complesso di San Micheletto a Lucca, il 20 ottobre ha anche ospitato un seminario a cura di Franco Mungai della Fondazione Cassa di Risparmio Lucca, concernente i lavori di restauro delle Mura Urbane e del Complesso di S. Francesco, con proiezione di filmati realizzati mediante l’utilizzo di droni (modellini volanti, in grado di realizzare suggestive immagini video sia in interni sia in esterni). Il trompe l'oeil è una tecnica pittorica che, attraverso espedienti, induce nell'osservatore l'illusione di stare guardando oggetti reali e tridimensionali, in realtà dipinti su una superficie bidimensionale. Per la sua realizzazione, è richiesta un'assoluta conoscenza del disegno, delle regole prospettiche, dell'uso delle ombre e degli effetti di luce, oltre alla perfetta padronanza dell'uso del colore e delle sfumature. Nel caso del trompe l'oeil firmato dalle ragazze del “Calò”, è stato raffigurato un oblò nel ponte della Maddalena (detto “Ponte del Diavolo”) sul Serchio, attraverso cui si intravedono uno spaccato delle mura di Lucca e, in lontananza, la torre del Duomo. Un’opera che è destinata ad avere lunga visibilità, poiché il prossimo anno avrà l’onore di essere impiegata quale elemento idenfificativo della 6a edizione di “Quel che non è”. «Questo concorso - ha dichiarato la prof. Brigida Sforza, dirigente scolastica del “Calò” - è molto più di una semplice gara di pittura decorativa. Oltre a permettere un incontro e uno scambio di esperienze tra gli studenti delle scuole d’arte delle diverse regioni d’Italia, fornisce ai ragazzi l’opportunità di confrontarsi e di “assaggiare” quello che sarà il loro mestiere, terminati gli studi. E l’importante premio conseguito è proprio un riconoscimento a questo modo di essere scuola. Grande merito, pertanto, deve essere attribuito alle alunne e al docente che le guida, ma anche ai progressivi livelli di crescita degli alunni e della scuola tutta, che questo successo hanno generato
In provincia di Taranto è in atto una desertificazione industriale massiccia che sta provocando gravissime conseguenze sul tessuto sociale ed economico, fino ad indurre la locale Confindustria a mettere provocatoriamente in vendita l’intero sistema d’impresa jonico ed il sindaco Stefano a minacciare le sue dimissioni.Da questo deriva una condizione sempre più drammatica sul piano occupazionale, con prospettive sempre più inquietanti;occorre conseguentemente mettere in campo ogni azione utile a sostenere le imprese esistenti ed a tornare ad attrarre investimenti. Ciò è impossibile se non si mette in sintonia con le ragioni dello sviluppo e del lavoro un apparato pubblico cui competono sia le procedure burocratiche necessarie alle aziende per nascere, operare e crescere, sia la gestione degli investimenti pubblici spesso anche consistentemente finanziati. Un imbuto talora impenetrabile per far filtrare investimenti e lavoro è costituito non tanto dalle normative ambientali, quanto soprattutto da una loro lettura oltranzista e repressiva da parte di uffici per i quali la regola è il diniego o il traccheggiamento fino a sfiancare lo sventurato istante. Per tutte queste ragioni abbiamo presentato una interrogazione al presidente della Regione ed all’assessore all’Ambiente ed allo Sviluppo Economico per sapere quante istanze di nuovi insediamenti o di ampliamento e/o ammodernamento di impianti industriali esistenti nella Provincia di Taranto A) siano state rigettate, B) siano state approvate, C) risultino ferme e da quando presso gli Uffici provinciali e regionali competenti, con specifico riferimento al Dipartimento Arpa Provincia (DAP) di Taranto ed alle politiche ambientali dell’Ente Provincia. Ancora, se non ritengano di dover accelerare l’espletamento di tali pratiche con visioni non pregiudizialmente ostili, soprattutto in considerazione della suddetta, drammatica emergenza-lavoro la cui priorità è altrettanto regolarmente conclamata a parola e disattesa nei fatti. Chiediamo altresì se a tal fine non sia utile, oltre tutto, rompere la concentrazione di incarichi e competenze, con conseguente rallentamento del lavoro nonché sgradevole confusione di ruoli, che oggi vede una dirigente regionale dell’ARPA detenere anche la responsabilità delle politiche ambientali della Provincia di Taranto
AEROPORTO GROTTAGLIE- CONFCOMMERCIO E FEDERALBERGHI: “ SABATO NOI CI SIAMO” Basta un castello per fare di una città una località turistica? Se così fosse ogni comune d’Italia, ricco come è il paese di torri, rupi fortificate e castelli, sarebbe una località turistica. Un territorio è in grado di attrarre flussi turistici di una certa consistenza numerica, e di tradurli in pernottamenti, se è capace di mettere a sistema più fattori: attrazioni, ricettività, accessibilità, servizi ed immagine. Probabilmente le non esaltanti performance del comparto del turismo dell’area jonica vanno attribuite proprio alla discontinuità dei fattori base dell’offerta turistica locale. La facile accessibilità ai luoghi ad esempio rappresenta uno dei primi fattori dell’offerta turistica; la raggiungibilità può contribuire a fare la fortuna di una destinazione a discapito di un’altra vicina, semmai anche più interessante, ma scomoda da raggiungere. Ciò significa che località potenzialmente dotate di attrattori –come ad esempio un bel mare, o un bel museo - sono penalizzate dalla inadeguatezza dei sistemi di collegamento e dalla carenza di infrastrutture (strade, porti, aeroporti etc.). E’ il caso della provincia jonica, per la quale – in considerazione anche della ormai storica assenza di collegamenti ferroviari- è prioritario che si dia al più presto corso ai progetti avviati ma interrotti della strada regionale Talsano-Avetrana e della Bradanico-Salentina, e che si apra al trasporto passeggeri l’aeroporto ‘Arlotta’ di Grottaglie (la 1° pista più lunga in Puglia). E’ assurdo che gli abitanti di una città di oltre 200 mila unità debbano utilizzare il trasporto privato o rivolgersi al trasporto su gomma per raggiungere il resto d’Italia o in alternativa mettere in conto tempi e costi per raggiungere gli aeroporti di Brindisi o Bari, medesimo discorso per i turisti in visita nel capoluogo e nel territorio provinciale. Nel maggio scorso Federalberghi ha avviato una serie di contatti con la Turkish Airlines interessata all’attivazione di collegamenti con la Turchia con base Grottaglie, ebbene non vi è stata la possibilità di coinvolgere minimante Aeroporti Puglia, sin dalle prime battute chiusa a tale ipotesi, salvo poi sapere che ci si prepara ad attivare il collegamento Bari-Istanbul. Riguardo al futuro dello scalo aeroportuale di Grottaglie, indicato nel Piano regionale dei Trasporti come scalo cargo (scelta in realtà tutta da discutere, poiché solo il 20% della movimentazione nazionale sarebbe attualmente disponibile), gli operatori contestano la decisone della Regione di escludere l’Arlotta dai voli di linea, pur in presenza di requisiti – una delle cinque piste più lunghe in Italia- che lo renderebbero idoneo ai voli civili. Quanto alla possibile apertura ai voli charter (ma, perché solo estivi?), va altresì evidenziato che sin’ora non sono state messe in campo da parte della Regione Puglia politiche finalizzate ad attrarre nuovi vettori sullo scalo tarantino e a renderlo competitivo, come si è invece fatto altrove. Per tali ragioni Confcommercio e Federalberghi, invitano i cittadini a prendere parte alla manifestazione indetta per sabato 26 ottobre dal Comitato Pro Aeroporto, e far sentire forte la voce di una comunità che non accetta di subire le conseguenze di scelte decise altrove. ARNALDO SALA: “ADERISCO MOBILITAZIONE PER AEROPORTO DI GROTTAGLIE” Sabato parteciperò alla manifestazione pubblica in favore dell’aeroporto “Marcello Arlotta” di Grottaglie che rappresenta uno dei tanti esempi di penalizzazione del nostro Territorio a favore di altre realtà pugliesi.È la politica scientificamente perseguita da nove anni a questa parte dalla Giunta Vendola con la complicità degli assessori tarantini susseguitisi negli anni che, al di là delle dichiarazioni di facciata, nulla hanno fatto per impedirla. Mi riferisco al distripark definanziato, ai collegamenti ferroviari depauperati, alla sanità jonica massacrata a fronte della promessa del faraonico nuovo ospedale, nonché al definanziamento delle opere per la ambientalizzazione di parte del nostro Territorio.L’aeroporto di Grottaglie è il paradigma di questa politica vendoliana: da lustri chi comanda a Bari ha deciso di potenziare gli aeroporti di Bari e di Brindisi e, contemporaneamente, affossare le legittime aspirazioni di Taranto e di Foggia, che infatti non ha i voli del turismo religioso per San Pio.Cosa ha fatto la Regione Puglia, direttamente e attraverso la sua controllata Aeroporti di Puglia, per infrastrutturare come aeroporto cargo l’aeroporto di Grottaglie e garantire i voli civili per Roma e Milano? Nulla! Nel contempo nell’estate del 2011 la Regione Puglia ha inserito nel “Piano per il Sud” il progetto per la riconversione di una vasta area del sedime militare di Bari-Palese in aeroporto civile per le merci, finanziato dal CIPE per 19 milioni di euro, in pratica a Bari sarà realizzato anche l’aeroporto cargo, altro che Grottaglie! E poi a Bari hanno anche definanziato il distripark tarantino, potenziando il polo logistico barese che, forte anche di un aeroporto per le merci, si candida a “manipolare” le merci in arrivo nel porto di Taranto. Per quanto riguarda i voli passeggeri è evidente il sistematico boicottaggio politico dell’aeroporto di Grottaglie al quale, con mille artifizi, di fatto è stato impedito di far operare persino i voli charter a favore delle nostre strutture turistiche, eppure lo scalo tarantino, come dimostrò in occasione dell’emergenza per il conflitto del Kosovo, ha tutte le capacità per far operare voli passeggeri. Da sempre l’obiettivo dell’Amministrazione Vendola, avallato dai rappresentanti tarantini a Bari, è infatti potenziare Bari e Brindisi, con i cittadini tarantini trattati come sudditi: devono utilizzare navette per Brindisi con orari penalizzanti, non a caso il servizio è in perdita, o sono costretti a pagare pedaggi esorbitanti ai parcheggi aeroportuali, e si arriva all’assurdo che i tassisti tarantini debbano pagare un iniquo balzello solo per avvicinarsi all’aeroporto di Brindisi… I sudditi tarantini devono solo, pagando le tasse, aiutare lo sviluppo degli aeroporti di Bari e di Brindisi i cui traffici vengono sostenuti dalla Regione Puglia con milioni e milioni di euro a fondo perduto: giusto due giorni addietro la Giunta Vendola ha stanziato ulteriori 10,5 milioni di euro per Aeroporti di Puglia e la compagnia low cost Ryanair, mentre a favore dei Comuni pugliesi per il diritto allo studio solo 8,3 milioni… Evidentemente per Vendola è più importante potenziare gli aeroporti di Bari e Brindisi, piuttosto che consentire a tutti gli studenti indigenti pugliesi di potersi comprare i libri per studiare: altro che “Puglia Migliore” … Il Presidente di CNA Taranto Gaetano L’Assainato interviene sulla manifestazione a favore dell’aeroporto di Taranto-Grottaglie che si terrà sabato 26 ottobre 2013La nostra amata Terra Ionica.Quante volte al ritorno da un viaggio, di piacere o di lavoro, proviamo la piacevole sensazione nel guardare con amore il nostro paesaggio: il mare, la collina, la campagna; la nostra storia? Facciamo le differenze con i luoghi visitati, le sensazioni vissute, le belle immagini nella mente, le parole nelle nostre conversazioni, e ci convinciamo che ci dobbiamo mettere seriamente al lavoro. Vogliamo cambiare la nostra vocazione?Vogliamo cambiare prospettive future?Vogliamo più comodità per i prossimi viaggi futuri?Vogliamo ricevere più facilmente ospiti, amici e parenti, imprenditori, turisti, nelle nostre città?La nostra vocazione, le nuove prospettive di vita, i nostri viaggi futuri hanno bisogno del nostro lavoro, delle nuove infrastrutture e di infrastrutture esistenti che funzionano. Ciò che abbiamo accettato, subìto, utilizzato e goduto nel passato non possiamo modificarlo.L'Ambiente, la salute, l'artigianato locale, la produzione agricola, l'industria , gli scambi commerciali, la proposta turistica e culturale di oggi e di domani la dobbiamo programmare e decidere oggi, noi! Abbiamo una infrastruttura che può aiutarci nel nostro lavoro. Gente ed Associazioni che si prodigano e lavorano per un ideale, il futuro; il nostro ideale, il nostro futuro. Per essere protagonisti, insieme, partecipiamo alla manifestazione di sabato 26 ottobre p.v. a Taranto per l'attivazione dell'Aeroporto Arlotta di Grottaglie, una infrastruttura già pronta per avviare uno sviluppo economico immediato e necessario sulla nostra terra. La partecipazione di tutti i cittadini di Taranto e Provincia e delle cittadine adiacenti possono aiutare a rendere l'Aeroporto Arlotta un importante punto di riferimento per i trasporti da e per Taranto. Casartigiani Taranto alla Manifestazione pro aeroporto, con la Partecipazione speciale del Coordinamento Regionale di Casartigiani Puglia Anche Casartigiani scende in Piazza, insieme alle Associazioni pro Aeroporto per chiedere insieme l’attivazione dello scalo di Grottaglie. Nello specifico Interviene il Coordinatore Regionale di Casartigiani Puglia Stefano Castronuovo, che in occasione della Manifestazione Organizzata per giorno 26 ottobre dove parteciperà in rappresentanza della Federazione Regionale Pugliese, afferma:” Casartigiani sensibile all’opportunità che l’aeroporto, possa dare al territorio, parteciperà alla Grande manifestazione del 26 p.v. con tutte le sue componenti.” Continuando lo stesso: “Casartigiani Puglia è sensibile alle problematiche del Territorio Tarantino e degli artigiani, infatti, riteniamo che grazie all’attivazione dell’aeroporto, Taranto possa ricevere nuova linfa economica e sociale.” “La vertenza Tarantina sotto la lente d’ingrandimento di Casartigiani rispecchia una situazione drammatica, sono ben 89 le imprese perse nel primo semestre del 2013 rispetto al 2012, dato che secondo le nostre stime tenderà al peggioramento; aumentano infatti le visite ai nostri uffici da parte di Artigiani che vogliono cessare l’attività per mancanza totale di lavoro. Un anno nero per l’artigianato sarà questo 2013 un anno che per la Provincia di Taranto si dimostra ancora più drammatico.” Una situazione critica quella evidenziata da Castronuovo che continuando: ” Le nostre imprese per riprendersi hanno bisogno di essere collegate con il mondo e di certo noi siamo fuori da tutte le logiche regionali e nazionali, siamo stati tagliati fuori da tutto, quindi ora le imprese artigiane sono pronte a far sentire la loro voce”. Una richiesta che ha colto subito l’attenzione di Casartigiani Taranto e di Casartigiani Puglia le quali hanno già portato a conoscenza della situazione la Confederazione Nazionale al fine di portare la voce degli artigiani e di tutti i Tarantini sui Tavoli Nazionali. Confermata quindi la presenza di tutti i vertici provinciali, regionali e di tutte le categorie e di Casartigiani.
L’assessore al Diritto allo Studio e Formazione, Alba Sasso, ha diffuso la seguente nota: “si sono appena spenti gli echi del recente rapporto Svimez, che sottolineava lo stato di crisi e di progressivo arretramento delle condizioni del Mezzogiorno. E subito il governo, per mano della ministra Carrozza, è corso a dare una mano in quest’opera di demolizione. Il decreto sui “punti organico", riguardante le Università segna un salto di qualità in quest’opera. Le risorse destinate agli atenei pugliesi sono ridicolmente al di sotto dei loro reali bisogni, e anche scandalosamente sperequate rispetto ad atenei del nord e centro Italia, anche di molto più piccoli come il Sant’Anna di Pisa”. “E’ un decreto – spiega - volto a togliere letteralmente ossigeno ai nostri atenei. Evidentemente non solo si sta abbandonando la visione di un paese che cresce e si arricchisce a partire dalla ricerca, la cultura, l’intelligenza e la preparazione dei suoi giovani. Si vuole tagliare alla radice la speranza del sud. Che può crescere proprio a partire dalle sue immense risorse umane. Dai suoi atenei, da un corpo di professori, ricercatori, studenti che fra mille difficoltà si ostinano a credere nel loro futuro. Che passa, continuiamo a credere, dall'innovazione, dalla ricerca, dal diritto allo studio garantito per tutte e tutti. Ma con quel risibile numero di punti organico non si potranno assumere docenti anche a fronte dei numerosissimi pensionamenti. E non si potrà garantire proprio il diritto allo studio”. “Noi continuiamo – conclude - in direzione ostinata e contraria a puntare sui giovani. La Regione Puglia in questi anni ha messo in campo progetti che hanno creato occupazione, stimolato la ricerca, arricchito il territorio di esperienze ed intelligenze. Continueremo a farlo, non ci rassegniamo alla impoverimento delle nostre università. Sono un patrimonio di tutto il sud, una garanzia di futuro per i nostri giovani”.
"Oggi in V Commissione si sono tenute le audizioni dei rappresentanti dell’Autorità di Bacino, dell’Ordine dei Geologi, del dirigente e dei tecnici della Protezione Civile regionale, in merito alla situazione e alle soluzioni da adottare per le emergenze ambientali relative ai territori recentemente colpiti dall’alluvione. A mio avviso - dice il consigliere regionale PdL Giuseppe Cristella - per prevenire disastri ambientali come quello che si è abbattuto sui territori di Ginosa, Castellaneta, Laterza e Palagianello non può essere sufficiente soltanto parlare di Pianificazione e/o di Programmazione all’indomani della conta dei morti, così come purtroppo succede da tempo. Non solo è necessario individuare le zone a rischio, ma è assolutamente indispensabile creare anche una cosiddetta “banca dati” grazie alla quale poter poi stabilire il piano di interventi di riassetto idrogeologico e quello relativo agli interventi di manutenzione, come ad esempio, la pulizia dei canali e il rinforzo degli argini; tutto al fine di mettere in sicurezza il territorio e prevenire futuri disastri ambientali, e in ciò una “mano” potrebbe arrivare dall’adozione del nuovo PPTR. E che dire dei Consorzi di bonifica ancora commissariati e fortemente indebitati che non svolgono alcun ruolo determinante per evitare il riverificarsi dei disastri ambientali. Occorre dunque favorire una efficace attività di prevenzione e di manutenzione; tuttavia, perché ciò possa trovare attuazione, sarà ineludibile impegnare rilevanti somme di denaro per rimodulare sotto l’aspetto idrogeologico territori fortemente a rischio, le cui economie vengono irrimediabilmente compromesse dai nefasti eventi ambientali. E’ indispensabile infine individuare i soggetti responsabili addetti all’esecuzione e al controllo delle opere di manutenzione e di riassetto idrogeologico, in modo da attribuire loro personali responsabilità penali nella malaugurata ipotesi di un futuro disastro ambientale"./
Venerdì, 25 ottobre prossimo, ore 15, sala convegni Confindustria, via Dario Lupo 65. Il porto di Taranto potrebbe dotarsi a breve di un nuovo collegamento marittimo fra Taranto e Catania: se ne parlerà in un incontro in Confindustria Taranto organizzato, venerdì 25 ottobre prossimo, in collaborazione con la Camera di Commercio e l’Autorità Portuale di Taranto. Sono molteplici, infatti, le opportunità di sviluppo che si prospettano sul territorio in ambito portuale e più in generale nei traffici marittimi. L’incontro di venerdì servirà a valutare le attuali potenzialità del territorio jonico finalizzate ad intercettare le rotte di traffico esistenti nel Mediterraneo. Ospite speciale sarà un armatore estero interessato ad istituire una linea di traghetti fra Catania e Taranto con il quale sarà possibile dialogare al fine di determinare anche le esigenze operative di tutti gli operatori del settore. Il programma prevede in apertura (inizio ore 15) i saluti di Luciano Elpiano, presidente della sezione Marittimi, Portuali e Trasporti di Confindustria Taranto, e di Luigi Sportelli, presidente della Camera di Commercio di Taranto. Seguirà la presentazione dei dati sul traffico locale a cura di Mario De Iacovo (Mantua & De Iacovo Shipping S.r.l.) ed infine il dibattito
E’ Michele Dioguardi, Presidente di Interfidi, (Consorzio di Garanzia Collettiva Fidi), il nuovo coordinatore del Gruppo Credito ed Assicurazione di Confindustria Taranto. Lo hanno designato, all’unanimità, i componenti del gruppo, alla presenza del Presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo, il quale ha sottolineato da un lato il forte stato di sofferenza delle imprese derivante dalle difficoltà riscontrate nell’accesso al credito, e dall’altro, anche in virtù di tali criticità da superare, l’importanza del ruolo del sistema bancario nei processi di ripresa economica sia come fornitore di credito sia di servizi avanzati per le imprese (internazionalizzazione, forme di finanza innovativa, ecc.). Questa esigenza – ha aggiunto il presidente- unita alla necessità di instaurare un diverso rapporto tra banche e imprese, è profondamente sentita dalla nostra associazione che, con una novità assoluta, ponendosi come “pioniera” rispetto alle altre territoriali, ha costituito ormai da diversi anni il Gruppo Credito ed Assicurazioni, che annovera al suo interno importanti istituti di credito e compagnie di assicurazione espressioni della realtà territoriale locale. Il passaggio di testimone è avvenuto fra Dioguardi ed Emanuele di Palma, Direttore Generale della Bcc di San Marzano di San Giuseppe e coordinatore uscente, il quale ha ringraziato gli aderenti al Gruppo per il lavoro svolto augurando al neo eletto una proficua prosecuzione delle attività. Da parte del neo coordinatore – il quale ha già annunciato la presentazione, nella prossima riunione del Gruppo, del nuovo programma di attività - è stato ribadito l’impegno a rafforzare il ruolo fra le imprese e il sistema bancario attraverso un più sistematico monitoraggio delle reali esigenze del sistema imprenditoriale locale, al fine di individuare gli strumenti finanziari da mettere in campo per fronteggiare la crisi in atto. Alla riunione erano presenti, oltre ai già citati, Sergio Papini, responsabile Private & Corporate Unity di Banca Carime, Cosimo Capozza, direttore della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Franco Filippo D’Arcangelo, della D’Arcangelo Assicurazioni Snc e Gaetano Dimitri della Cattolica Assicurazioni di Valeria Rollo.
Prendiamo atto che nel territorio tarantino le scuole sono tutte in ottime condizioni e che nella sola città di Taranto non vi è neanche un istituto scolastico che avrebbe avuto bisogno di rimuovere amianto o adeguare impianti e strutture. Così come prendiamo atto che le risorse, come spesso accade, per la Regione Puglia e non solo, son bravi a spenderle meglio solo a Lecce o a Bari e mai qui in riva allo Ionio. E’ la provocatoria presa di posizione del Presidente dei costruttori edili di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, di fronte alle graduatorie di alcuni bandi che riguardano l’Edilizia Scolastica, la Riqualificazione e valorizzazione dei sistemi museali o l’Accordo Operativo di Attuazione tra MiBAC (Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo) e la Regione per il “miglioramento della fruizione di aree e poli di attrazione culturale” (POIN 2007/2013). I numeri sono sconfortanti. Sui 12milioni di euro che serviranno a riconsegnare sicurezza e decoro alle scuole pugliesi in provincia di Taranto (più precisamente nei Comuni di Maruggio e Lizzano) arriveranno solo 420mila euro. Due progetti soltanto rispetto ai 30 che riceveranno il finanziamento reso disponibile alle Regione Puglia dal Decreto del Fare. Nessuno proveniente dal Comune e dalla Provincia di Taranto – sottolinea Marinaro – eppure sono tante, troppe, le scuole che a Taranto avrebbero bisogno di bonifiche sostanziali o anche solo di un adeguato intervento sugli impianti o sugli infissi. Destino amaro che tocca anche beni culturali come i Musei che a Taranto riescono a spuntare la risibile somma di 2,5 milioni rispetto ai 25milioni dell’intero territorio regionale. Così nella graduatoria regionale trovano spazio il Museo della Maiolica laertina di Laterza, il Museo Civico Narracentro di Palagiano, quello Civico di Manduria e per le istituzioni museali in funzionamento il MUDI (Museo Diocesano dell’arte sacra) di Taranto. Nell’Accordo tra MiBAC e Regione Puglia Taranto, infine, è menzionata solo per il recupero dell’ex Convento di Sant’Antonio, 6 milioni di euro in questo caso – commenta il presidente dell’ANCE di Taranto – su un importo complessivo riconosciuto alla Regione Puglia di oltre 114 milioni e per un progetto non proposto dall’ente regionale ma dallo stesso Ministero. Credo si tratti di un combinato disposto di approssimazione, disattenzione, e scarsa cura per questo territorio – dice Marinaro – ma certo è singolare che in provincia di Taranto si programmi poco, ma anche che tutto quello che si sottopone a bando sia considerato spesso superficialmente e liquidato in posizione non utile al finanziamento, inammissibile, irricevibile o addirittura nullo. Così mentre l’ANCE Taranto agli inizi di settembre si prendeva la briga di scrivere ai sindaci del territorio e al Commissario prefettizio della Provincia per allertarli sugli interventi di edilizia scolastica previsti dal “Decreto del Fare” e farsi promotori così di nuove occasioni di qualificazione, ma anche lavoro e sviluppo per imprese e maestranze del territorio, l’elefante in realtà partoriva, nel bando per le scuole, il topolino di 29 domande su un totale di 261 istanze pervenute da tutta la regione. Siamo al limite della decenza – termina Marinaro – Cenerentole condannate a vedere la scarpetta calzata sempre da piedi più belli, più in gamba o anche solo più introdotti dei nostri.
Confidi Confcommercio Puglia lancia l’S.O.S. e promuove un intervento di emergenza per le imprese del commercio, dei servizi e del turismo delle zone del versante occidentale della provincia di Taranto, colpite dall’alluvione del 7 e 8 ottobre scorsi. Erano tutti presenti i responsabili dei principali istituti di credito dei comuni colpiti, convocati martedì scorso a Ginosa, dal presidente della locale Delegazione Confcommercio, Giuseppe Mele. Ad accogliere con lui i presenti, il gruppo dirigente locale, il presidente del Confidi pugliese, Giuseppe Sebastio. ed il direttore provinciale della Confcommercio, Angelo Colella. Un confronto finalizzato ad individuare un percorso utile per mettere in pista speciali interventi di sostegno alle imprese del Terziario (ma, non sono esclusi gli altri settori) danneggiate dagli eventi calamitosi. Celerità delle procedure di istruttoria delle pratiche per la concessione del credito, tassi agevolati, dilazione del periodo di ammortamento, e soprattutto maggiore disponibilità ed apertura verso le imprese del territorio, ed in particolare quelle direttamente o indirettamente danneggiate dall’alluvione . Sono questi i punti elencanti da Sebastio e condivisi dai responsabili degli sportelli locali di Montepaschi, Carime, Banca popolare di Puglia e Basilicata, banche con le quali sono già operative le convenzioni con il Confidi di Confcommercio, e per le quali è possibile disporre di risorse pari a 8 milioni di euro. E’ invece una novità la convenzione con la BCC di Ginosa dove grazie al plafond della cooperativa fidi di 250 mila euro sarà possibile, per effetto del moltiplicatore, disporre di nuove risorse pari a circa 2 milioni di euro. Dunque complessivamente risorse da destinare per il credito alle piccole imprese per circa 10 milioni di euro, utilizzabili accedendo al Fondo reg. di Garanzia Asse VI (acquisti di materiali danneggiati, investimenti per ripristino degli immobili, acquisto scorte, etc.), ma anche al Fondo Ordinario del Confidi e all’Antiusura (per crisi di liquidità) . Il Confidi Confcommercio Puglia intanto sta già prevedendo una riduzione dei costi di istruttoria delle pratiche. La linea di finanziamento da utilizzare – ha ribadito Sebastio- in questa fase non è la priorità, purché si agevolino al massimo le imprese e purché si accorcino le fasi istruttorie delle banche e si dia la precedenza e la massima fiducia agli imprenditori in reale difficoltà. Un concetto accolto e molto ben sintetizzato da Sandro Esposito, della BPPB, che ha affermato che occorre dare aiuto alle imprese a 360° al di là delle modalità tecniche, non badando al business e soprattutto adottando la logica di ‘un sistema economico che interviene per rilanciare il sistema’.
I dehors: belli, eleganti, accoglienti quelli di Roma, Palermo, Parigi … ; antiestetici, invasivi, pericolosi quelli della nostra Taranto. Ecco la visione negativa dei dehors (gli spazi esterni dei bar e ristoranti) made in Taranto, elaborata semmai dalle stesse persone che amano discettare della vitalità delle altre città e della capacità di fare turismo, di essere attrattive e di sviluppare economia. Si invoca una economia alternativa a quella industriale, ma poi ci si oppone ad ogni minimo disagio arrecato al nostro particulare, come la vecchia storiella della botte piena e della moglie ubriaca; o Taranto si apre ad una visione degli spazi urbani intesi come spazi comuni di tutti – dei residenti, dei commercianti, dei clienti, dei lavoratori, dei frequentatori, degli automobilisti, dei turisti- e come tali capaci di offrire risposte ai diversi bisogni e di declinare i tanti volti di una vera e moderna città terziaria, o ci si dovrà rassegnare al decadimento e alla perdita di appeal delle aree urbane a partire dal centro storico. La raccolta di firme promossa da un gruppo di commercianti contro il cosidetto ‘gazebo selvaggio’ è l’ennesima prova di quella debolezza di pensiero tutta tarantina che uccide l’iniziativa privata e la voglia di fare di chi investe, semmai andando anche oltre la stessa logica del profitto. Come è possibile pensare che i dehors possano oscurare le attività del commercio; semmai è il contrario: i pubblici esercizi di qualità e dotati di spazi esterni eleganti, curati e ben gestiti e governati (anche nelle ore di chiusura al pubblico dei locali) spesso sono un potente fattore di attrazione per le stesse attività del commercio. Ci sono città a forte richiamo turistico che addirittura vivono sul binomio ‘tavolini/ negozi’. Ciò detto, resta imprescindibile il rispetto della legalità. Un requisito base al quale non può e non deve sottrarsi neanche l’imprenditore che dovesse aver realizzato il più esclusivo e ben fatto dei dehors. Esiste dal gennaio 2013 un “Regolamento comunale di occupazione del suolo pubblico per l’allestimento dei dehors stagionali e continuativi” che va rispettato ed al quale devono attenersi le imprese del settore. Regolamento ampiamente condiviso da Confcommercio nelle sue linee generali e nella sua filosofia di ‘spazio per il ristoro all’aperto realizzato con elementi smontabili e rimovibili’ , al di là di qualche nota tecnica di modifica che la categoria dei Pubblici Esercizi di Confcommercio, da qualche tempo impegnata nell’approfondimento dei contenuti, si appresta a suggerire. Resta da definire la questione inerente la posizione delle strutture già esistenti, per le quali va individuato un percorso che consenta un graduale adeguamento al nuovo Regolamento, in modo tale da non causare danni economici eccessivamente onerosi. Dunque, riepilogando: legalità, rispetto delle regole, qualità dell’offerta e naturalmente tolleranza, intesa come capacità di convivenza e di condivisione degli spazi pubblici urbani. Spazi che devono essere in grado di dare qualità agli ambiti urbani in un’ottica di servizio al cittadino e di risposta alle imprese ed alle diverse attività.
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