La contrarietà alle misure previste per l’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, nel decreto Energia varato venerdì scorso dal Governo, è stata prospettata dall’associazione Genitori Tarantini con una lettera al presidente Sergio Mattarella. L’associazione, che raggruppa genitori che hanno perso i propri figli oppure li hanno ammalati a causa dell’inquinamento, è una delle più attive a Taranto sul fronte dei problemi dell’acciaieria.
“Non vogliamo più pagare” scrive l’associazione a Mattarella. “Presidente Mattarella - si legge nella missiva -, ancora oggi crediamo che Taranto e la sua provincia stiano vivendo da decenni una sofferenza insopportabile a causa di decisioni del Governo e del Parlamento poco attente al territorio. Ultima, in ordine di tempo, l’intenzione del Governo, attraverso un nuovo stanziamento di 150 milioni di euro (da distrarre dalla somma che il Tribunale di Milano ha assegnato esclusivamente per le bonifiche), di aumentare la produzione altamente inquinante dello stabilimento tarantino che è il solo a produrre ancora con carbone e minerale di ferro”. “L’associazione chiede quindi che siano bloccate le misure del Dl Energia anche perché, relativamente a ex Ilva,si continua “a voler favorire la produzione di acciaio per mezzo del carbone, già chiusa definitivamente a Genova (2005) e a Trieste (2020), a scapito della salute umana, della salubrità ambientale, della biodiversità e del clima”.