“Dobbiamo ripartire al più presto in sicurezza per uscire da una crisi dovuta alla chiusura forzata che dura ormai da 14 mesi e che ha messo in ginocchio un settore che vale due miliardi di euro”. Lo dice all'AGI il presidente del Silb – Fipe, il Sindacato italiano dei locali da ballo, Maurizio Pasca, dopo avere annunciato le aperture sperimentali di due discoteche a Gallipoli e in Lombardia, entro la prima decade di giugno, si parla del 5. “Abbiamo ormai quasi definito il test all'aperto nella discoteca Praja di Gallipoli, mentre è stata acquisita la disponibilità per l'esperimento al chiuso al Fabrique di Milano che confermeremo nei prossimi giorni – aggiunge Pasca – dobbiamo incassare il via libera delle Regioni e del Comitato tecnico scientifico sul Covid. In ogni caso, prevediamo di svolgere i due test entro i primi dieci giorni di giugno”.
Ciascuna delle due riaperture sperimentali si svolgerà con la presenza di 2000 persone e sarà richiesto il Green pass attraverso, cioè l'attestazione che si è stati vaccinati contro il Covid-18, o che si è negativi al test, oppure che si è guariti dopo avere contratto l'infezione. “Le aperture test delle discoteche sono state già fatte in Spagna, Olanda e Inghilterra – prosegue Pasca – e noi intendiamo procedere allo stesso modo grazie ad un protocollo scientifico di sicurezza su cui ci sono le firme degli epidemiologi Pier Luigi Lopalco e Matteo Basetti”. È previsto che entrambi i test si svolgano senza alcun distanziamento e senza l’uso delle mascherine. “Non ci saranno distanze da rispettare, né obbligo d’uso di mascherine – conferma Pasca – e tutte le persone che prenderanno parte a questi esperimenti saranno tracciate. Per poter entrare in discoteca occorrerà avere fatto il tampone nelle 36 ore precedenti, oppure essere vaccinati o avere contratto il virus. Dopo lo svolgimento delle serate in discoteca i partecipanti saranno nuovamente sottoposti a test di verifica". "Nel nostro paese abbiamo circa 2800 discoteche che danno lavoro a decine di migliaia di persone. Il settore ha un valore economico di 2 miliardi di euro e assicura un gettito fiscale di 500 milioni di euro, anche se siamo sottoposti ad una forte pressione fiscale che tocca il 48 per cento. Non va dimenticato, inoltre, che coloro i quali lavorano nei locali da ballo, dai guardarobieri ai dj, ai vocalist, non hanno beneficiato di alcun sostegno economico essendo lavoratori atipici. Stiamo soffrendo troppo essendo chiusi da 14 mesi, se si esclude una riapertura di 40 giorni di circa 300 locali su 2800 durante la scorsa estate”, conclude.
