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Giornale di Taranto - LA RESA DEI CONTI/ Oggi nuovo sciopero in ArcelorMittal, sale la tensione a Taranto
Lunedì, 07 Settembre 2020 08:35

LA RESA DEI CONTI/ Oggi nuovo sciopero in ArcelorMittal, sale la tensione a Taranto In evidenza

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A distanza di pochi giorni (4 settembre), oggi si torna a scioperare nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal, ex Ilva, a Taranto. Scattano infatti ulteriori 24 ore di astensione del lavoro nel solo reparto del Laminatoio a Freddo, uno dei due - l’altro è Produzione lamiere dove si è scioperato il 4 - al centro del nuovo scontro tra azienda e sindacati. Questi ultimi contestano ad ArcelorMittal l’adozione, nei due reparti, di una serie di modifiche nell’organizzazione del lavoro, che finiranno, dicono, con l’accrescere l’uso di lavoro straordinario benché in tutta ArcelorMittal vi sia un massiccio ricorso alla cassa integrazione. 

 

Le sigle metalmeccaniche Fim Cisl, Fiom Cgil e Uil, che hanno indetto lo sciopero del 4 e quello odierno, hanno chiesto ad ArcelorMittal di fermare il riassetto delle due aree per aprire un confronto ma l’azienda ha risposto negativamente.

    Per i sindacati, lo sciopero di venerdì scorso ha avuto larga adesione in quasi tutto l’impianto Produzione lamiere ed oggi attendono un nuovo, favorevole riscontro. Rispetto a venerdì scorso, la situazione del siderurgico a Taranto si è però appesantita con ulteriori elementi di crisi. Alla vigilia dello sciopero del 4, ArcelorMittal ha infatti annunciato la fermata della Produzione lamiere da venerdì 11 settembre, per ora a tempo indeterminato, perché non ci sono ordini di lavoro. L’annuncio, arrivato a ridosso del primo sciopero, é stato ritenuto dai sindacati “un ennesimo gesto di sfida dell’azienda, con la quale da mesi non ci sono ormai più relazioni industriali”. Venerdì scorso, inoltre, proprio mentre si scioperava, l’azienda ha inoltrato ai sindacati la comunicazione di proroga della cassa integrazione Covid dal 14 settembre, per altre 9 settimane, per un numero massimo di 8100 addetti. E a Taranto la cassa Covid è già in corso, sempre con la stessa richiesta di numero massimo, già da metà marzo, anche se realmente usata per circa 4 mila unità, la metà effettiva dell’organico del siderurgico. 

 

Mentre l’uso della cassa integrazione ordinaria è cominciato ben prima, a luglio del 2019. Il continuo, sistematico uso massiccio della cig da parte di ArcelorMittal (ora per crisi di mercato, ora per gli effetti della pandemia Covid 19) ha portato il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, a dichiarare che “loro, con la scusa del Covid-19, continuano a impoverire le vite dei tarantini. Vergogna, andatevene”. Ma i sindacati mettono sott’accusa anche la sicurezza interna ed esterna della fabbrica. Sabato, infatti, si è verificato il deragliamento di un carro siluro (un convoglio ferroviario che trasporta la ghisa ad elevata temperatura) nell’acciaieria 2. Non ci sono stati feriti, né gravi conseguenze, ma i sindacati individuano nell’episodio “una ennesima conferma della mancanza di manutenzioni ordinarie e straordinarie nello stabilimento”. Inoltre, nella nottata di venerdì scorso, otto auto, che erano posteggiate nel parcheggio della portineria imprese della fabbrica, hanno preso fuoco a causa di un incendio, molto probabilmente doloso. Già altre volte auto di dipendenti hanno preso fuoco per dolo, ma mai così tante. Un episodio ritenuto grave che conferma, per i sindacati, lo stato di abbandono e degrado, anche igienico-sanitario, in cui sono tenuti i parcheggi della fabbrica.

    I sindacati hanno già chiesto a prefettura e questura un vertice nelle prossime ore per individuare misure di sicurezza, tra controlli e videosorveglianza. È fermo, in attesa che passino le elezioni regionali, il negoziato tra ArcelorMittal, governo e Invitalia, con quest’ultima che dovrebbe effettuare nella società il coinvestimento pubblico. Il premier Giuseppe Conte, nelle ultime ore, ha detto, riferendosi ad ArcelorMittal, che “abbiamo un partner industriale che deve rispettare gli impegni. Se c’è una exit strategy, andrà via ma pagando le penali, non gratis”. E sul fronte politico, se Luigi Di Maio parlando ieri nel Tarantino, dichiara che il ministro Stefano Patuanelli “sta seguendo in maniera brillante questo dossier insieme al presidente del Consiglio ed ho massima fiducia in loro”, dalla piazza di Taranto gli replica subìto Matteo Salvini affermando: “Nessuno se ne sta accorgendo. Sono anni che i tarantini sentono chiacchiere”. Infine, venerdì prossimo a Taranto, in prefettura, prima riunione della cabina di regia convocata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco, per il problema dell’indotto-appalto del siderurgico. Le imprese esterne rivendicano pagamenti per alcune decine di milioni di euro che il committente ArcelorMittal non ha effettuato benché le fatture siano già scadute.