Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - DECRETO RILANCIO/ Infrastrutture e trasporti, per Taranto tre emendamenti per complessivi 200 milioni di euro
Domenica, 10 Maggio 2020 13:08

DECRETO RILANCIO/ Infrastrutture e trasporti, per Taranto tre emendamenti per complessivi 200 milioni di euro In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

La fase 2 e il rilancio di Taranto stanno in tre emendamenti che il ministero delle Infrastrutture e trasporti ha proposto nel dl “Rilancio” che l’esecutivo sta approntando. Sono emendamenti che valgono complessivamente 200 milioni di euro. Presentati dal Mit guidato dal ministro Paola De Micheli, gli emendamenti riguardano altrettanti progetti infrastrutturali per la mobilità. Il primo emendamento riguarda la spesa di 130 milioni di euro per il sistema innovativo del Bus rapid transit (Brt). La scansione delle risorse è così programmata: 5 milioni in quest’anno, 10 nel 2021, 35 nel 2022, 40 nel 2023 e altrettanti nel 2024. È inclusa la progettazione. Gli oneri previsti vengono compensati con la riduzione dell’autorizzazione di spesa della legge n. 145 del 30 dicembre 2018 relativamente alle risorse iscritte nello stato di previsione del Mit per il trasporto rapido di massa.

 

L’altro emendamento del Mit prevede invece 20 milioni, di cui 10 in quest’anno e altrettanti nel prossimo, per il rinnovo del parco mezzi del trasporto pubblico urbano. I fondi sono proposti con attribuzione immediata a valere sulle risorse attribuite al piano nazionale strategico della mobilità sostenibile. Nella relazione illustrativa all’emendamento, il Mit afferma che “il Comune di Taranto è uno dei più esposti agli effetti nocivi dell’inquinamento, quindi si rende estremamente urgente attivare misure atte a ridurre gli impatti delle emissioni inquinanti. Il rinnovo del parco automobilistico con mezzi più sostenibili - dichiara ancora il Mit -, obiettivo del piano nazionale strategico della mobilità sostenibile, va accelerato in modo da poter garantire in tempi rapidi la sostituzione degli autobus circolanti, responsabili di produzione di emissioni inquinanti, con altri a impatto ambientale estremamente limitato”.

 

Il terzo emendamento del Mit riguarda invece una spesa globale di 39,5 milioni per migliorare i collegamenti tra Taranto, porto, rete ferroviaria nazionale, aeroporto di Brindisi, stazioni di Taranto e di Grottaglie. Le risorse sono così divise:  5 milioni per il 2020, 13,5 nel 2021 e 21 nel 2022. Per far fronte a questi oneri, si procede con la riduzione dell’autorizzazione di spesa della legge n. 232 dell’11 dicembre 2016 relativamente alle risorse iscritte nello stato previsionale del Mef e attribuite a Rete Ferroviaria Italiana. A Taranto si seguono adesso con attenzione gli sviluppi dei tre emendamenti. Sia perché l’asset porto-trasporti è uno dei quali su cui la città ha rivolto i suoi investimenti futuri, sia perché si vede nel dl “Rilancio” uno strumento per avviare la fase 2 e cercare di allentare la dipendenza economica, lavorativa e imprenditoriale dall’acciaio. Per la città, il premier Giuseppe Conte, tra fine 2019 e inizio di quest’anno, aveva promesso un nuovo decreto legge, “Cantiere Taranto” il suo nome, con riferimento ad interventi ad ampio raggio in un’ottica di riqualificazione, ma l’arrivo della pandemia ha messo per ora fuori dall’agenda questo provvedimento. Contestualmente, in queste settimane è stato ripreso e rilanciato il capitolo dei fondi assegnati da tempo al Contratto istituzionale di sviluppo. Gli ultimi interventi hanno riguardato il recupero di tre immobili comunali, nell’ambito del recupero della città vecchia, e l’acquisizione della ex  Banca d’Italia a Taranto per farne sede del nuovo corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Bari, corso accreditato dall’Anvur, l’Agenzia nazionale per l’universita e la ricerca. Il Contratto istituzionale ha una dote di circa  un miliardo di euro ma poco più di 300 milioni sono stati effettivamente spesi a fine 2019. L’accelerata sul Contratto istituzionale serve a far avanzare altri interventi di riqualificazione della città pugliese, che non solo rimane stretta nella crisi ArcelorMittal, ma che ora teme da quest’ultima, ulteriori contraccolpi negativi, considerato che l’emergenza Covid ha aggravato lo stato del mercato siderurgico che già da un anno sconta calo di domanda ed eccesso di produzione.