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Giornale di Taranto - LO STRAPPO / ArcelorMittal annuncia stop dell’Acc/1, i sindacati insorgono “È rischioso trasferite produzione su Acc/2”
Lunedì, 20 Gennaio 2020 14:52

LO STRAPPO / ArcelorMittal annuncia stop dell’Acc/1, i sindacati insorgono “È rischioso trasferite produzione su Acc/2” In evidenza

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 ArcelorMittal fermerà l’acciaieria 1 a giorni. Pare già da giovedì. Lo ha annunciato l’azienda oggi ai sindacati metalmeccanici nel corso d un incontro. Dei 457 addetti dell’acciaieria 1, 250 andranno in cassa integrazione mentre il resto, spiegano fonti sindacali, sarà impiegato in attività di presidio. Probabilmente potrebbero essere ricollocati anche altrove nel siderurgico. La fermata, che durerà sino a fine marzo, sarebbe stata motivata con esigenze di manutenzione ma, secondo fonti sindacali, ArcelorMittal (ex Ilva) ha dichiarato che con l’attuale assetto di produzione l’acciaieria 2 è sufficiente a coprire le esigenze. Per la cris di mercato, ArcelorMittal lo scorso anno ha prodotto circa 4,5 milioni di tonnellate di acciaio e non i 6 milioni per cui ha l’autorizzazione a produrre. A causa della crisi, infine, dallo scorso luglio poco più di 1200 lavoratori, su 8200 in forza allo stabilimento di Taranto, sono in cassa integrazione ordinaria, cassa integrazione che a fine dicembre è stata rinnovata per altre 13 settimane anche in assenza di accordo sindacale. Nei giorni scorsi, infine, ArcelorMittal aveva annunciato la ripartenza del reparto Produzione lamiere dal 10 febbraio per quattro settimane, riportando al lavoro 360dipendenti in cassa integrazione, per eseguire un ordine di 30mila tonnellate. 

 

“Riteniamo inaccettabile tale scelta da parte di ArcelorMittal in quanto ad oggi non vi è un piano industriale condiviso con il Governo e le organizzazioni sindacali e pertanto chiediamo l’immediata sospensione della iniziativa unilaterale della multinazionale”. Lo dicono Fim, Fiom e Uilm dopo la decisione, comunicata oggi, di ArcelorMittal di fermare da giovedì e sino a fine marzo l’acciaieria 1, mettendo 250 in cassa integrazione ordinaria r altri 220 ricollocandoli tra acciaieria 2 e attività di presidio nella stessa acciaieria 1.

 

“In data odierna - dicono i sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil - la direzione aziendale ha convocato le organizzazioni sindacali per comunicare i nuovi assetti di marcia dell’Acciaieria. Secondo quanto comunicato da ArcelorMittal  - annunciano i sindacati -,i nuovi assetti produttivi dell’area acciaieria sono determinati da una scarso approviggionamento di materie prime e dall’attuale capacità produttiva legata alle commesse. Pertanto - si afferma - l’azienda ha conseguentemente determinato la fermata di Acc/1, spostando parte della stessa produzione in Acc/2 che passerebbe dall’attuale regime di due convertitori a 3 in marcia. Tale situazione genera di fatto - dicono le sigle metalmeccaniche - una riduzione di personale da 477 a 227 unità determinando la collocazione di 250 lavoratori in cassa integrazione ordinaria”.

 

“L’azienda - spiegano i sindacati - ha ribadito la necessità di mantenere i presidi per la quasi totalità della manutenzione e del personale necessario di esercizio per garantire, in entrambi i casi, la salvaguardia impiantistica propedeutica alla ripartenza dell’impianto.  Inoltre, una parte del personale di esercizio di Acc/1, formato e informato, verrà impiegato in Acc/2 a saturazione organico”. I sindacati specificano che “ i lavoratori coinvolti al momentaneo trasferimento in Acc/2 saranno i seguenti: Gruisti, Addetti Muraria, Addetto Siviere, Piattaformisti, Addetto Affinazione. I nuovi assetti produttivi, comunicati da ArcelorMittal, partiranno dal prossimo giovedì 23 gennaio con l’Acc/2 a pieno regime e con una previsione di fermata di circa 2 mesi fino al 31 marzo 2020”.  Fim, Fiom e Uilm - si conclude - hanno ribadito “la propria contrarietà a tale decisione aziendale” in quanto ritengono che il momentaneo trasferimento della produzione su Acc/2, rispetto all’attuale assetto di marcia, “possa creare possibili ripercussioni dal punto di vista della sicurezza e dell’ambiente”.