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Giornale di Taranto - Porto/ Lavoro a rischio per i 9 dipendenti della Carmed che scrivono al presidente dell'Autorità portuale
Lunedì, 22 Dicembre 2014 18:47

Porto/ Lavoro a rischio per i 9 dipendenti della Carmed che scrivono al presidente dell'Autorità portuale In evidenza

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La crisi morde e non dà tregua. Si vive con  incertezza e paura questo Natale nelle case dei 9 lavoratori dipendenti della Carmed Italia, gestore del magazzino di temporanea custodia doganale  del TCT, e  agente portuale delle navi del gruppo Evergreen Marine Corporation/Italia Marittima.  Un'incertezza che li ha spinti a scrivere una lettera al presidente dell'Autorità portuale Sergio Prete.  I lavoratori, dopo aver appreso dall'azienda che intende avviare le procedure per una drastica riduzione del personale a causa della mancanza di commesse, chiedono a Prete di sensibilizzare Istituzioni e società  coinvolte nell’utilizzo del Molo polisettoriale affinchè  venga assicurata una prospettiva lavorativa certa, una volta che i lavori di ammodernamento dello stesso, saranno terminati.

Ecco, di seguito, il testo integrale della missiva

Il dirottamento delle navi Evergreen verso il porto di Pireo e la chiusura del Terminal contenitori  per via dei lavori di ammodernamento della banchina del Molo Polisettoriale hanno messo a repentaglio il futuro non solo dei lavoratori di Taranto Container Terminal (TCT) ma anche di quelli dell’indotto.

Tra questi figurano anche i 9 dipendenti dell’agenzia marittima Carmed Italia srl, ai quali l’azienda ha comunicato nei giorni scorsi, di voler avviare le procedure per una drastica riduzione del personale. Tale decisione è stata motivata con la quasi totale assenza di commesse. La Carmed Italia era infatti, il gestore del magazzino di temporanea custodia doganale  del TCT, e  l’agente portuale delle navi del gruppo Evergreen Marine Corporation/Italia Marittima che, come è noto, da alcune settimane hanno cessato di scalare il porto di Taranto.  

Il futuro appare dunque drammatico non solo per gli scriventi ma anche per i colleghi di altre agenzie marittime, case di spedizione ed imprese di trasporto. Gli ammortizzatori sociali attualmente in essere non consentono infatti a piccole realtà aziendali come la Carmed Italia di garantire una forma alternativa di reddito che si prolunghi fino al marzo/giugno 2016, periodo in cui si stima siano completati i lavori di riqualificazione ed adeguamento della banchina del Molo polisettoriale ed  il relativo dragaggio dei fondali.

Scopo della presente è la richiesta di un incontro con il presidente Sergio Prete per manifestare la nostra preoccupazione ed  approfondire i temi di cui sopra. Ci  preme soprattutto fare chiarezza sul cronoprogramma dei lavori da cui, al momento, dipende il futuro  dei dipendenti della Carmed Italia e di  tutte le aziende dell’indotto.

Per gli scriventi sarebbe opportuno che il presidente dell’Autorità portuale richiedesse  a tutte le società coinvolte, dal vettore al terminalista, di farsi carico delle responsabilità di assicurare a tutti i lavoratori, compresi quelli dell’indotto, una prospettiva lavorativa certa, una volta che i lavori di ammodernamento dell’intero Molo polisettoriale, o meglio ancora di una porzione dello stesso, saranno terminati.   

Nel frattempo sarebbe altresì necessario che l’Autorità portuale, insieme a tutte le altre Istituzioni e rappresentanze sociali,  si adoperi al massimo per sensibilizzare il vettore Evergreen a mantenere il regolare collegamento feeder con il porto di Pireo,   paventato nelle settimane scorse ma del quale al momento non vi è alcuna certezza. Ovviamente l’avvio di tale servizio di feederaggio  non risolverebbe la crisi della Carmed Italia e di tutte le altre aziende dell’indotto che si trovano in uno stato di altrettanta sofferenza, ma sarebbe un segnale inequivocabile che la compagnia di navigazione taiwanese crede ancora nelle potenzialità del porto di Taranto.

Sul piano istituzionale, alla luce dell’annuncio più volte ribadito dal Primo Ministro Matteo Renzi di voler approntare un decreto che riguardi non solo l’ILVA ma anche il porto di Taranto, è altrettanto importante che il Governo, per il tramite dell’Autorità portuale e delle altre istituzioni locali, comprenda che la crisi non coinvolge solo TCT ma l’intero scalo portuale e che, pertanto, ammortizzatori sociali ad hoc vengano emanati affinché tutte  le aziende  possano riprendere, una volta completate le infrastrutture previste e ripristinati i traffici containerizzati, le loro normali attività.

Per i dipendenti della Carmed Italia (Tullio Bovino, Anna Di Francesco, Antonio D’Elia, Roberta D’Elia, Agostino Langellotti, Luca Latte, Antonio Napolitano, Giovanni Sicilia, Simona Strazzeri)

Ultima modifica il Lunedì, 22 Dicembre 2014 18:54