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Giornale di Taranto - TARANTO/Trasportounito avanza richiesta di misure urgenti per riqualificare il sistema economico-produttivo territoriale e per scongiurare l'inasprirsi del conflitto sociale degli autotrasportatori.
Martedì, 28 Ottobre 2014 10:09

TARANTO/Trasportounito avanza richiesta di misure urgenti per riqualificare il sistema economico-produttivo territoriale e per scongiurare l'inasprirsi del conflitto sociale degli autotrasportatori. In evidenza

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Una lettera inviata al Governatore della Regione Puglia On.le  Nichi Vendola , all'Avv. Sergio Prete, Presidente Autorità Portuale di Taranto, al Dott. Vincenzo Cesareo, Presidente di CONFINDUSTRIA TARANTO e p.c. al Prefetto di Taranto Dott. Umberto Guidato per scongiurare il rischio, concreto, di un inasprirsi dell’ordine sociale, anche considerata la drammaticità delle condizioni del settore dell’autotrasporto.

 

 

Le vicende inerenti TCT Spa ed il paventato quanto scongiurabile abbandono di Evergreen dello scalo ionico rappresentano - si legge nella nota a firma del Segretario Generale di Trasportounito Biagio Provenzale -  l’ultimo, in ordine di tempo, di una serie di accadimenti negativi che spiegano i loro effetti nefasti sul sistema economico-produttivo della città e, per quanto di pertinenza di Trasportounito FIAP, Associazione professionale di categoria dell’autotrasporto, sulle condizioni dei trasportatori già prossimi al baratro per le note vicende  che interessano lo stabilimento siderurgico e che hanno trovato, negli ultimi pagamenti riservati all’indotto, un irrisorio vantaggio, trattandosi del saldo di commesse eseguite sei mesi orsono.

A tal proposito codesta Associazione - sottolinea Provenzale - ha già espresso, nelle sedi opportune, tutti i dubbi e le incertezze che scaturiscono dall’assenza di qualsivoglia chiarimento sulle sorti dello stabilimento e sui successivi pagamenti che necessitano alle aziende per proseguire le loro attività.

Si rende pertanto opportuno evidenziare, laddove necessario, l’inaccettabilità di un ulteriore stop  ai traffici portuali e containeristici e di scongiurare il rischio, concreto, di un inasprirsi dell’ordine sociale, anche considerata la drammaticità delle condizioni del settore dell’autotrasporto.

Considerati, oltre al sopra citato impasse di ILVA, le incertezze che aleggiano attorno alle sorti di TCT e, ulteriormente, il probabile diniego all’implementazione del progetto TEMPA ROSSA (che, ad ogni buon conto, porterebbe a Taranto investimenti complessivi per trecento milioni di euro), avanza concreto il rischio di una Taranto fantasma, che piange il suo sviluppo mancato assieme alla morte di centinaia di aziende, causata non dalle neoplasie ma da un dissennato “NO” a tutte le proposte che muovano al territorio da un sistema industriale già pesantemente azzoppato.

E’ ulteriormente opportuno, oltre che soffermarsi sulle lecite, condivisibili, richieste che provengono da una parte sana della  nostra comunità dall’ardore ambientalista (non quella che strumentalizza in mala fede le questioni ambientali al solo scopo di creare disagio e spaccature) pensare ad una Taranto diversa in cui i grandi players non debbano perire, ma convivere in modo sostenibile con il territorio e perché no, con il tanto sbandierato turismo. E perché questo avvenga è necessaria un’intensa attività di monitoraggio, che non risulti solo distruttiva per il sistema economico. Si creino le condizioni virtuose perché l’autotrasporto non debba essere considerato un settore assistito, ma al servizio di un territorio giustamente vocato alla logistica.

Si richieda, a gran voce ed a tutti i livelli, una serie di misure agevolative ad “hoc”, come si rende necessario per una città in straordinaria crisi economica, idonee ad attirare gli investitori che decidano di insediarsi durevolmente sul territorio; perché il nostro Porto possa assumere quel ruolo da sempre attribuitogli di “porta del Mediterraneo”, mai realmente esercitato (emblematica la questione Distripark) per tutta una serie di criticità, non ultimo il ritardo nell’avvio dei lavori di adeguamento delle infrastrutture, causato dal susseguirsi di ricorsi delle imprese appaltatrici, basati su cavilli di natura burocratica.E mentre nelle “segrete stanze” si discute di cavilli, le nostre aziende chiudono. E’ necessario che imprese, Istituzioni, parti sociali e collettività tutta si facciano carico delle responsabilità sinora assunte solo parzialmente, alla ricerca di soluzioni condivise e quanto mai urgenti.

In questa ricerca di dialogo, TRASPORTOUNITO FIAP - conclude la nota di Provenzale - conferma la sua incondizionata disponibilità a partecipare ai tavoli che possano risultare utili a tale scopo. Se l’economia di un Paese muove con l’autotrasporto, proseguendo su questa strada potremo decretare certamente la morte del trasporto su gomma a Taranto e, con esso, quelle di imprese, lavoratori e, naturalmente, famiglie.