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Giornale di Taranto - EX ILVA- TARANTO/ La protesta dell\'indotto fa saltare la consegna dei pasti caldi ai lavoratori
Mercoledì, 24 Gennaio 2024 13:10

EX ILVA- TARANTO/ La protesta dell\'indotto fa saltare la consegna dei pasti caldi ai lavoratori In evidenza

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La particolare situazione dell’indotto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, a Taranto, fa saltare la normalità delle mense e la fornitura dei pasti caldi sia nelle sale di refezione che sui posti di lavoro. Acciaierie ha infatti comunicato oggi che le mense Acciaieria 1, Pla (Produzione lamiere) 1 e Ima (Impianti marittimi) 3 “saranno regolarmente aperte e serviranno cestini freddi in sostituzione del pasto caldo”. Normalmente, invece, i dipendenti di Acciaierie, che hanno un menù predisposto su base settimanale, possono scegliere tra cinque primi e quattro secondi caldi. Ogni giorno sono preparati migliaia di pasti. La copertura è assicurata su primo e secondo turno. Nel primo, con le mense e la consegna sulle postazioni di lavoro, nel secondo turno, invece, solo con la consegna.

    La distribuzione dei cestini al posto dei piatti caldi è dovuta al fatto che il personale dell’impresa Pellegrini, addetta al servizio di refezione nel siderurgico, sta entrando in fabbrica, nelle primissime ore del mattino, in numero inferiore rispetto alle necessità organizzative a causa dei presìdi di protesta in corso davanti alle portinerie di stabilimento da parte dell’indotto che rivendica i pagamenti arretrati. 

Stessa difficoltà per il servizio di pulizia dei luoghi di lavoro, appaltato alla stessa Pellegrini. I sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno già protestato con Acciaierie chiedendo “la giusta igiene e pulizia dei luoghi di lavoro” mentre, visto che non ci sono i pasti caldi, è stata chiesta per gli operai normalisti l’uscita alle 15 con ingresso alle 7. 

    Aigi, l’associazione delle imprese dell’indotto, dichiara oggi che “l’interruzione di tutte le attività proclamata da tutte le aziende operanti all’interno dello stabilimento e del porto, è volta al solo fine di tutelare la sopravvivenza di tutte le aziende dell’indotto che attendono ancora da mesi di ottenere quanto dovuto a fronte del lavoro svolto sino a ora. Acciaierie d’Italia, infatti, continua a non pagare le fatture dei suoi fornitori e l’attuale management, in questo momento, è l’unico responsabile, in quanto è l’unico soggetto in grado di garantire il pagamento delle fatture, propedeutico allo svolgimento delle attività di manutenzione e prosecuzione delle attività produttive dello stabilimento. Auspichiamo quindi - conclude Aigi - da parte del Governo una ripresa immediata dell’interlocuzione con l’indotto al fine di scongiurare gli effetti nefasti derivanti dall’eventuale amministrazione straordinaria” conclude Aigi.